Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 9 luglio 2025

I coloni israeliani hanno dato fuoco al monastero di San Giorgio e al cimitero cristiano del villaggio cristiano di Taybeh, in Cisgiordania

I coloni israeliani hanno dato fuoco al monastero di San Giorgio e al cimitero cristiano del villaggio cristiano di Taybeh, nella Cisgiordania occupata, conosciuta nella Bibbia come "Aphram" – il luogo in cui Gesù si rifugiò prima della sua passione e crocifissione (Giovanni 11:54). È uno dei siti cristiani più antichi della Palestina. I sacerdoti palestinesi hanno rilasciato una dichiarazione in cui chiedono un intervento internazionale urgente per proteggere la comunità cristiana palestinese, dai ripetuti attacchi dei coloni israeliani, fiancheggiati dall’esercito israeliano.

Dichiarazione rilasciata dai sacerdoti delle chiese di Taybeh - Ramallah, Palestina, in merito ai ripetuti attacchi dei coloni contro terreni, luoghi sacri e proprietà
8 luglio 2025

Noi, sacerdoti delle tre chiese di Taybeh - la Chiesa greco-ortodossa, la Chiesa latina e la Chiesa greco-melchita cattolica - alziamo la voce, a nome della popolazione della nostra città e dei nostri parrocchiani, per condannare con la massima fermezza la serie di gravi e ripetuti attacchi contro la nostra città, che ne minacciano la sicurezza e la stabilità e colpiscono la dignità dei suoi residenti e i suoi luoghi santi.

Martedì 8 luglio 2025, i coloni hanno appiccato deliberatamente incendi nei pressi del cimitero cittadino e dell'antica chiesa di Al-Khader, risalente al V secolo, minacciando uno dei più antichi luoghi di interesse religioso della Palestina. Se non fosse stato per la vigilanza dei residenti e l'intervento dei vigili del fuoco, si sarebbe verificata una catastrofe ancora più grave.

In una scena quotidiana provocatoria, i coloni continuano a far pascolare le loro mucche sui terreni agricoli di Taybeh, nel cuore dei campi di proprietà delle famiglie della città e persino vicino alle loro case, senza alcuna deterrenza o intervento da parte delle autorità competenti. Queste violazioni non si limitano alle sole provocazioni; danneggiano direttamente anche gli ulivi, che costituiscono la principale fonte di sostentamento per i residenti della città, e impediscono agli agricoltori di accedere e lavorare le loro terre.

La parte orientale di Taybeh, che comprende oltre la metà del territorio cittadino e ospita la maggior parte delle sue attività agricole, è diventata un bersaglio aperto per gli avamposti di insediamenti illegali che si espandono silenziosamente sotto la protezione dell'esercito e fungono da trampolino di lancio per ulteriori attacchi alla terra e alle persone.

Come sacerdoti, abbiamo una responsabilità pastorale e umanitaria nei confronti della nostra comunità e non possiamo rimanere in silenzio di fronte a questi continui attacchi che minacciano la nostra esistenza nella nostra terra. Taybeh, conosciuta nella Bibbia come "Aphram" – il luogo in cui Gesù si rifugiò prima della sua passione e crocifissione (Giovanni 11:54) – è l'unica città cristiana rimasta in Cisgiordania, e la sua popolazione interamente cristiana costituisce una caratteristica unica di questo paesaggio geografico e religioso. Questa presenza continua dai tempi di Cristo fino a oggi, e questo ricco patrimonio spirituale e culturale, preservato dagli abitanti di Taybeh per generazioni, oggi affronta la minaccia di erosione e devastazione a causa del sistematico attacco alla terra, ai luoghi santi e alla popolazione.
Invitiamo gli enti locali e internazionali, in particolare consoli, ambasciatori e rappresentanti della Chiesa in tutto il mondo, a:
  1. Aprire un'indagine immediata e trasparente sugli incendi dolosi e sui continui attacchi a proprietà, terreni agricoli e luoghi santi. 
  2.  Esercitare pressioni sulle autorità occupanti affinché fermino le pratiche dei coloni e impediscano loro di entrare nei terreni della città o di farvi pascolare il bestiame. 
  3. Inviare missioni internazionali e ecclesiastiche sul campo per documentare i danni alle terre e ai luoghi sacri e analizzare il deterioramento della situazione. 
  4. Sostenere la popolazione di Taybeh con iniziative economiche e agricole e rafforzare la loro resilienza attraverso un efficace supporto legale.
Crediamo che la Terra Santa non possa sopravvivere senza i suoi indigeni. L'espulsione dei contadini dalle loro terre, la minaccia alle loro chiese e l'assedio delle loro città sono pugnalate al cuore vivo di questa patria. Per questo nutriamo la speranza, radicata nella nostra fede condivisa, che la verità e la giustizia alla fine prevarranno. La pace sia con voi, Dawoud Khoury Padre Bashar Fawadleh Centro Medico di Ramallah Tayhnh Ramallah

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Preghiamo per il pentimento, la redenzione e la conversazione di questi scellerati discendenti di Kaifa.

Anonimo ha detto...

Papa e Zelensky si affacciano dal balcone di Villa Barberini a Castel Gandolfo
Poi un colloquio di 30 minuti. 'Vaticano sede disponibile negoziati Ucraina-Russia'
Il Sole 24 ORE
https://gloria.tv/

Laurentius ha detto...

Il Vaticano non è di certo territorio neutrale.

Anonimo ha detto...

Vige ormai la legge del "me ne frego". Eppoi bisogna cominciare ad usare le parole giuste, questi coloni nei fatti reali sono truppe d'assalto.

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente. Prego e spero perché le gerarchie alzino la voce in difesa di chi è oppresso. Io nelle omelie che farò domenica ne parlerò. (sono un Parroco).

Anonimo ha detto...

Rileggendo su Wikipedia del conclave del 1958 viene sottolineato che Pio XII da circa 5 anni non nominava Cardinali. Quindi al suo trapasso, ad esempio, Montini rimase fuori. Roncalli era quasi certo di diventare Papa, fu forse una soffiata di uno spirito? Fu forse un "combino" quel conclave? Non si sa. Potrebbe essere e non essere. Solo intorno a chi lesse le schede e a chi le bruciò, potrebbe esserci stata una manomissione. Mi farebbe piacere se, tra coloro che ne sanno più di me, qualcuno leggesse questa scheda su Wikipedia.