Nella nostra traduzione da Substack.com un nuovo articolo di Diane Montagna, con dettagli precedentemente non divulgati (trovate anche dei testi da scaricare in calce), che sollevano seri interrogativi sulla motivazione dichiarata del decreto di Papa Francesco del 2021 che limita la messa latina tradizionale.
Di certo farà molto scalpore e susciterà reazioni nell'ambito modernista. C'è da dire che Diane Montagna non rilascerebbe mai nulla che non avesse un pedigree perfetto. Da anni si occupa del vaticano, è molto conosciuta e rispettata agli eventi ufficiali dei media vaticani, ed ha una reputazione stellare per il suo giornalismo. Dunque non avrebbe reso pubbliche informazioni di questa portata se non fossero più che testate. È stata anche destinataria, qualche anno fa, di fughe interne sui sondaggi, quindi questo non è il suo primo rodeo. Lo testimoniano i precedenti nella nostra puntuale traduzione e pubblicazione del momento: qui - qui - qui. Del questionario avevo parlato qui
Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes e restrizioni successive.
Il rapporto ufficiale del Vaticano rivela le gravi
crepe nei fondamenti della Traditionis Custodes
CITTÀ DEL VATICANO, 1° luglio 2025 — Sono emerse nuove prove che evidenziano importanti crepe nel fondamento della Traditionis Custodes, il decreto di Papa Francesco del 2021 che ha limitato la liturgia romana tradizionale.
Questo giornalista ha ottenuto la valutazione complessiva del Vaticano sulla consultazione dei vescovi che avrebbe "spinto" Papa Francesco a revocare Summorum Pontificum, la lettera apostolica di Benedetto XVI del 2007 che liberalizzava il vetus ordo, più comunemente noto come "Messa latina tradizionale", e i sacramenti.
Il testo precedentemente non divulgato, che costituisce una parte fondamentale del rapporto ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla consultazione dei vescovi del 2020 riguardante Summorum Pontificum, rivela che "la maggior parte dei vescovi che hanno risposto al questionario ha affermato che apportare modifiche legislative a Summorum Pontificum causerebbe più danni che benefici".
La valutazione complessiva contraddice quindi direttamente la motivazione addotta per l'imposizione della Traditionis Custodes e solleva seri dubbi sulla sua credibilità.
Il 16 luglio 2021, al momento delle promulgazione della Traditionis Custodes, papa Francesco ha affermato che le risposte al questionario “rivelano una situazione che mi preoccupa e mi rattrista e mi persuade della necessità di intervenire”.
Ed ha affermato, nella lettera di accompagnamento ai vescovi di tutto il mondo, «Purtroppo l'obiettivo pastorale dei miei Predecessori… è stato spesso gravemente disatteso. Un'opportunità offerta da San Giovanni Paolo II e, con ancora maggiore magnanimità, da Benedetto XVI… è stata sfruttata per allargare i divari, rafforzare le divergenze e fomentare disaccordi che feriscono la Chiesa, ne bloccano il cammino e la espongono al pericolo della divisione».
Ha detto ai vescovi che era “costretto” dalle loro “richieste” a revocare non solo il Summorum Pontificum ma “tutte le norme, istruzioni, permessi e consuetudini” che precedevano il suo nuovo decreto.
Tuttavia, quanto rivela la valutazione complessiva del Vaticano è che le “lacune”, le “divergenze” e i “disaccordi” derivano più da un livello di ignoranza, pregiudizio e resistenza verso il Summorum Pontificum di una minoranza di vescovi che da problemi originati dagli aderenti alla liturgia romana tradizionale.
Al contrario, il rapporto ufficiale della CDF afferma che “la maggior parte dei vescovi che hanno risposto al questionario e che hanno generosamente e intelligentemente attuato il Summorum Pontificum, alla fine ne esprimono soddisfazione”. Aggiunge che “nei luoghi in cui il clero ha collaborato strettamente con il vescovo, la situazione si è completamente pacificata”.
La valutazione complessiva, che può essere visualizzata alla fine di questo articolo nell'originale italiano e in una traduzione inglese, conferma anche l'affermazione da me riportata nell'ottobre 2021: che la Traditionis Custodes ha ingigantito e proiettato come un problema importante ciò che era semplicemente accessorio nel rapporto ufficiale della CDF.
Inoltre, il testo mostra chiaramente che la Traditionis Custodes ignorò e tacque quanto affermato nel rapporto sulla pace ristabilita dal Summorum Pontificum, e chiuse un occhio su una "costante osservazione fatta dai vescovi" – ovvero che, attraverso questa forma più antica di liturgia, venivano attratti diversi giovani nella Chiesa cattolica.
Sulla base delle risposte dei vescovi, la valutazione complessiva prevedeva anche cosa sarebbe successo se il Summorum Pontificum fosse stato soppresso, previsioni che si sono rivelate esatte.
Genesi e struttura del rapporto ufficiale
Il compito di preparare la relazione ufficiale fu affidato alla Quarta Sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede. Fino alla Commissione Teologica Integrale, questo ente, precedentemente noto come Pontificia Commissione Ecclesia Dei, era responsabile della vigilanza sull'osservanza e l'applicazione delle disposizioni stabilite nel Summorum Pontificum. Di conseguenza, la Quarta Sezione possedeva un'ampia esperienza e competenza per visionare e analizzare i risultati dell'indagine.
Nella primavera del 2020, l'allora Prefetto della CDF, il Cardinale Luis Ladaria, ha inviato un questionario ai presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo, affinché lo distribuissero ai vescovi diocesani; le risposte sono pervenute alla CDF fino a gennaio 2021. Il materiale, presentato in diverse lingue, è stato elaborato, analizzato e integrato dalla Quarta Sezione nelle sue conclusioni.
Pur non avendo visionato il rapporto nella sua interezza, sono stata informata in modo attendibile che il rapporto finale di 224 pagine, datato febbraio 2021, si compone di due parti principali. La prima parte offre un'analisi dettagliata dei risultati e delle conclusioni dell'indagine, continente per continente e paese per paese, e include grafici e diagrammi che illustrano dati e tendenze.
La Seconda Parte, intitolata " Sintesi ", è più breve e include un'introduzione, una sintesi per ciascun continente, un Giudizio Complessivo dei risultati del sondaggio e una raccolta di citazioni tratte dalle risposte ricevute dalle diocesi e organizzate tematicamente. Questa raccolta intendeva fornire a Papa Francesco un campione rappresentativo delle risposte dei vescovi.
La valutazione complessiva si apre con l'osservazione che il Summorum Pontificum ha svolto "un ruolo significativo, seppur relativamente modesto, nella vita della Chiesa". Entro il 2021, "si era diffuso in circa il 20% delle diocesi latine in tutto il mondo e la sua attuazione è stata più serena e pacifica, sebbene non ovunque". Nella Traditionis Custodes Papa Francesco ha affermato di aver "considerato i desideri espressi dall'episcopato e ascoltato il parere della Congregazione per la Dottrina della Fede". La valutazione complessiva è proprio la parte del rapporto che sintetizza e interpreta i risultati dell'indagine, offrendo una conclusione valutativa basata sulle evidenze.
In altre parole, riflette il giudizio o l'opinione informata della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Papa Francesco non solo era in possesso del rapporto; ma, secondo fonti attendibili, ne ha letteralmente strappato una copia di lavoro dalle mani del cardinale Ladaria durante un'udienza, dicendogli che lo voleva subito perché era curioso al riguardo.
Sebbene il Vaticano non abbia mai diffuso il contenuto del rapporto ufficiale, nell'ottobre 2021 ho ottenuto e pubblicato la raccolta di citazioni inclusa nella Parte II, indicando tuttavia solo il Paese o la regione da cui provengono. Questa raccolta può essere consultata integralmente alla fine di questo articolo in italiano e in una traduzione inglese aggiornata.
La valutazione complessiva: 7 punti chiave
1. La mancanza di pace e unità liturgica è dovuta più alla minoranza dei vescovi che ai seguaci della liturgia romana tradizionale.
Laddove manca la pace liturgica, il rapporto dimostra che ciò deriva più da un certo livello di ignoranza, pregiudizio e resistenza al Summorum Pontificum di una minoranza di vescovi che da problemi originati da coloro che sono attratti dalla liturgia romana tradizionale.
Il rapporto della CDF ricorda il desiderio di Benedetto XVI di realizzare, attraverso l'attuazione del Summorum Pontificum, una “riconciliazione liturgica interna” alla Chiesa e il suo riconoscimento della necessità di “procedere non secondo un'ermeneutica di rottura, ma piuttosto per un rinnovamento nella continuità con la tradizione”.
«Questa dimensione ecclesiologica dell'ermeneutica della continuità con la tradizione e di un coerente rinnovamento e sviluppo non è stata ancora pienamente accolta da alcuni vescovi», osserva il rapporto. «Tuttavia, dove è stata accolta e attuata, sta già dando i suoi frutti, il più visibile dei quali è nella liturgia».
Inoltre, il rapporto lamenta che «in alcune diocesi la Forma extraordinaria non è considerata una ricchezza per la vita della Chiesa, ma piuttosto un elemento inappropriato, inquietante e inutile per la vita pastorale ordinaria, e perfino come “pericoloso” e pertanto qualcosa da non concedere, o da sopprimere, o almeno da controllare strettamente perché non si propaghi, nella speranza di una sua eventuale scomparsa o abrogazione».
Più specificamente, il rapporto ha rilevato che i vescovi delle regioni ispanofone in genere "sembrano mostrare scarso interesse" nell'attuazione del Summorum Pontificum, nonostante le richieste dei fedeli. Analogamente, ha osservato, "le risposte dei vescovi italiani suggeriscono che, nel complesso, con poche eccezioni, non tengono in grande considerazione la Forma extraordinaria e le relative disposizioni".
Riguardo a un'incomprensione o a un'ignoranza diffuse tra una minoranza dell'episcopato, il rapporto osservava: "Alcuni vescovi affermano che il MP Summorum Pontificum ha fallito nel suo obiettivo di promuovere la riconciliazione e pertanto ne chiedono la soppressione, sia perché la riconciliazione interna alla Chiesa non è stata ancora pienamente raggiunta, sia perché la Fraternità Sacerdotale San Pio X non è tornata alla piena comunione con la Chiesa". In risposta, gli autori osservano che il processo di riconciliazione nella Chiesa è spesso "lento e graduale" e ricordano, come fece lo stesso Benedetto XVI, che il Summorum Pontificum non era destinato alla FSSPX.
Inoltre, il rapporto osserva che alcuni vescovi temono una "divisione in due Chiese" e ritengono che i gruppi legati alla Forma Straordinaria "rifiutino" il Concilio Vaticano II. Il rapporto riconosce che quest'ultimo punto è "in parte vero", ma afferma che "non può essere generalizzato". Anche in questo caso, aggiunge, "la cura pastorale del vescovo è stata decisiva nel calmare gli animi agitati e chiarire il pensiero di alcuni membri dei gruppi".
Infine, il rapporto osserva che “alcuni vescovi preferirebbero un ritorno alla precedente situazione di indulto, per avere un maggiore controllo e una migliore gestione della situazione”.
2. La maggior parte dei vescovi che hanno attuato il Summorum Pontificum si sono espressi con soddisfazione.
Al contrario, il rapporto ha rilevato che “la maggior parte dei vescovi che hanno risposto al questionario e che hanno generosamente e intelligentemente attuato il MP Summorum Pontificum, alla fine ne esprimono soddisfazione”. Aggiunge che “nei luoghi in cui il clero ha collaborato strettamente con il vescovo, la situazione si è completamente pacificata”.
Inoltre, il rapporto rileva che «i vescovi più attenti a questa questione osservano che la forma antica della liturgia è un tesoro della Chiesa da custodire e preservare: essa costituisce un bene per ritrovare l'unità con il passato, per saper procedere in un cammino di coerente sviluppo e progresso e per venire incontro, per quanto possibile, alle esigenze di questi fedeli».
Secondo il rapporto: “La maggior parte dei vescovi che hanno risposto al questionario afferma che apportare modifiche legislative al MP Summorum Pontificum causerebbe più danni che benefici”.
Sulla base delle sue conclusioni, il rapporto prevedeva che “l’indebolimento o la soppressione del Summorum Pontificum avrebbe danneggiato gravemente la vita della Chiesa, poiché avrebbe ricreato le tensioni che il documento aveva contribuito a risolvere”.
Alcuni vescovi ritenevano che una modifica legislativa al Summorum Pontificum avrebbe "favorito l'allontanamento dei fedeli delusi dalla Chiesa verso la Fraternità San Pio X o altri gruppi scismatici", fomentato la sfiducia verso Roma, provocato "una recrudescenza delle guerre liturgiche" e "persino favorito l'emergere di un nuovo scisma". Inoltre, "avrebbe delegittimato due Pontefici – Giovanni Paolo II e Benedetto XVI – che si erano impegnati a non abbandonare questi fedeli".
3. I vescovi sono grati per la competenza della Quarta Sezione della CDF (la disciolta Pontificia Commissione Ecclesia Dei)
Il rapporto sottolinea l'importanza che gruppi e comunità stabili abbiano un "interlocutore competente" a livello istituzionale, ovvero presso la Santa Sede. Il rapporto osserva che un'attenta supervisione, svolta da persone con esperienza e competenza, contribuisce a "prevenire forme arbitrarie di autogestione e anarchia all'interno dei gruppi, nonché abusi di potere da parte di alcuni vescovi locali".
I vescovi hanno espresso “soddisfazione e gratitudine” alla Quarta Sezione della CDF (e all’ex PCED) per il lavoro svolto.
4. Il rapporto conferma l'attrazione dei giovani verso la forma più antica di liturgia.
Il rapporto della CDF ha confermato l'intuizione di Benedetto, espressa in Summorum Pontificum, secondo cui i giovani avrebbero trovato nella liturgia romana tradizionale "una forma di incontro con il mistero della Santa Eucaristia particolarmente adatta a loro". E osserva:
“Un'osservazione costante dei vescovi è che sono i giovani a scoprire e scegliere questa forma più antica di liturgia. La maggior parte dei gruppi stabili presenti nel mondo cattolico è composta da giovani, spesso convertiti alla fede cattolica o che ritornano dopo un periodo di lontananza dalla Chiesa e dai sacramenti. Sono attratti dalla sacralità, dalla serietà e dalla solennità della liturgia. Ciò che li colpisce di più, anche in una società eccessivamente rumorosa e prolissa, è la riscoperta del silenzio nelle azioni sacre, la sobrietà e l'essenzialità delle parole, la fedeltà alla dottrina della Chiesa, la bellezza del canto liturgico e la dignità della celebrazione: un insieme armonioso e profondamente attraente.”
5. Il rapporto ha evidenziato la crescita delle vocazioni nelle comunità Ex-Ecclesia Dei a partire dal Summorum Pontificum.
Il rapporto della CDF ha evidenziato la crescita delle vocazioni nelle ex comunità dell'Ecclesia Dei dopo la promulgazione del Summorum Pontificum, ma ha osservato che alcuni vescovi diocesani non ne sono del tutto soddisfatti. "Molti giovani", si legge, "scelgono di entrare negli istituti dell'Ecclesia Dei per la loro formazione sacerdotale o religiosa piuttosto che nei seminari diocesani, con evidente rammarico di alcuni vescovi..."
6. Il rapporto raccomandava di studiare entrambe le forme del rito romano come parte della formazione seminaristica.
Il rapporto suggerisce quindi, basandosi su un'idea proposta dai vescovi che, nella formazione dei seminari e di altre facoltà ecclesiastiche, "sessioni dedicate allo studio di entrambe le forme del Rito Romano" siano incorporate come mezzo per promuovere una maggiore unità e pace, aumentare le vocazioni diocesane e preparare "sacerdoti adeguatamente formati" per celebrare il Rito Romano.
7. Rapporto raccomandato: “Lasciate che le persone siano libere di scegliere”.
Basandosi sui risultati dell'indagine sull'episcopato e citando un vescovo filippino, il rapporto della CDF conclude raccomandando: "Lasciate che il popolo sia libero di scegliere". E ricordando il ruolo insostituibile, seppur a volte impegnativo, e il dovere di un vescovo davanti a Dio di pascere il gregge, il rapporto si conclude con le parole di Papa Benedetto XVI ai vescovi di Francia nel 2008 riguardo al Summorum Pontificum:
Sono consapevole delle vostre difficoltà, ma non dubito che, entro un tempo ragionevole, possiate trovare soluzioni soddisfacenti per tutti, affinché la tunica senza cuciture di Cristo non si laceri ulteriormente. Ognuno ha un posto nella Chiesa. Ogni persona, senza eccezioni, dovrebbe potersi sentire a casa, e mai respinta. Dio, che ama tutti gli uomini e le donne e non desidera che nessuno si perda, ci affida questa missione nominandoci pastori delle sue pecore. Non possiamo che ringraziarlo per l'onore e la fiducia che ha riposto in noi. Impegniamoci dunque a essere sempre servitori dell'unità.Custodi della Tradizione?
La valutazione complessiva viene alla luce dopo che l'arcidiocesi di Detroit (USA) è diventata l'ultima a subire una stretta da parte del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del Vaticano, il dicastero incaricato di far rispettare la Traditionis Custodes.
Ad aprile, il suo arcivescovo di recente insediamento ha annunciato che la Messa latina tradizionale non sarebbe più stata consentita nelle chiese parrocchiali a partire dal 1° luglio 2025. Citando un rescritto vaticano del 2023 del prefetto del Dicastero, il cardinale Arthur Roche, l'arcivescovo ha informato i suoi sacerdoti che i vescovi locali non hanno più la facoltà di consentire la forma più antica della liturgia in una chiesa parrocchiale.
Nella sua risposta all'ultima domanda del sondaggio vaticano in nove punti, che ho ottenuto, l'ex arcivescovo di Detroit, Allen Vigneron, ha riassunto ciò che – secondo il rapporto ufficiale – la maggioranza dei vescovi aveva effettivamente richiesto.
Il sondaggio chiedeva: “Tredici anni dopo il motu proprio Summorum Pontificum, qual è il suo consiglio sulla forma straordinaria del rito romano?”. L’arcivescovo Vigneron ha risposto:
Il mio consiglio è di mantenere la disciplina e le norme stabilite nel Summorum Pontificum e di affrontare qualsiasi problema che sorga, richiamando sacerdoti e fedeli alla loro osservanza. Il motu proprio ci ha offerto un approccio straordinariamente efficace per risolvere la controversia che esisteva nella Chiesa sullo status della Forma Straordinaria. La disciplina che ha istituito sta portando molti buoni frutti, soprattutto nella vita dei fedeli e nel ristabilire la pace ecclesiale. Non ho dubbi sulla legittimità della Forma Straordinaria in quanto tale. Queste celebrazioni offrono valide esperienze della sacra liturgia della Chiesa, ma completano la Forma Ordinaria. Tali celebrazioni non rappresentano in alcun modo una minaccia per la forma ordinaria stabilita dopo il Concilio e, nella Chiesa, la arricchiscono nella sua diversità. A mio avviso, il Summorum Pontificum è stato un successo notevole.
La giustificazione morale della Traditionis Custodes è sempre stata debole, visti i frutti positivi derivanti dal rito romano tradizionale, la sua crescente popolarità, soprattutto tra i giovani, la sua influenza sulla famiglia come "chiesa domestica" e la sua capacità di attrarre vocazioni. Questa nuova scoperta della valutazione complessiva della CDF sulla consultazione dei vescovi in merito al Summorum Pontificum getta ulteriori dubbi sul fondamento e sulla credibilità della Traditionis Custodes.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
12 commenti:
Sono grato alla Redazione di questo blog per aver pubblicato un articolo che è di fondamentale importanza per i gruppi di preghiera legati all'antica Liturgia della Chiesa. Le problematiche che talvolta sono state effettivamente notate dai Pastori si riferiscono ai fedeli che prima e dopo la pubblicazione del mirabile Motu Proprio "Summorum Pontificum" sono stati "abbandonati" a se stessi dai Vescovi e dai parroci come fossero stati dei contaminati da raro virus incurabile. Quando manca lo zelo pastorale, che ha contraddistinto la vita e l'opera dei Santi Pastori in ogni momento della storia della Chiesa, e conseguentemente dei poveri fedeli vengono relegati, quando va molto bene, in un angoletto buio della sagrestia non rifulge la Perfectae Caritatis solo a parole invocata ed auspicata .
Non c'e' niente da fare, il vulnus si rileva nei comportamenti dei Vescovi che
anziche' buoni padri si rivelano spesso ostacolatori dei buoni figli.
Su "Rivela le gravi crepe nei fondamenti della Traditionis Custodes"... come non
ci fossero gia' abbastanza grovigli!
Grazie Mic, anche per i puntualissimi precedenti!
SUPPLICA
ALLA MADONNA DELLE GRAZIE
Festa: 2 Luglio
O Celeste Tesoriera di tutte le grazie, Madre di Dio e Madre mia Maria, poiché sei la Figlia Primogenita dell'Eterno Padre e tieni in mano la Sua onnipotenza, muoviti a pietà dell'anima mia e concedimi la grazia di cui fervidamente Ti supplico.
Ave Maria
O Misericordiosa Dispensatrice delle grazie divine, Maria Santissima, Tu che sei la Madre dell'Eterno Verbo Incarnato, il quale Ti ha coronato della Sua immensa sapienza, considera la grandezza del mio dolore e concedimi la grazia di cui ho tanto bisogno.
Ave Maria
O Amorosissima Dispensatrice delle grazie divine, Immacolata Sposa dell'Eterno Spirito Santo, Maria Santissima, Tu che da Lui hai ricevuto un Cuore che si muove a pietà delle umane sventure e non può resistere senza consolare chi soffre, muoviti a pietà dell'anima mia e concedimi la grazia che io aspetto con piena fiducia della Tua immensa bontà.
Ave Maria
Sì sì, o Madre mia, Tesoriera di tutte le grazie, Rifugio dei poveri peccatori, Consolatrice degli afflitti, Speranza di chi dispera e Aiuto potentissimo dei cristiani, io ripongo in Te ogni mia fiducia e sono sicuro che mi otterrai da Gesù la grazia che tanto desidero, qualora sia per il bene dell'anima mia.
Salve Regina
Ritengo che non essendo queste indagini quelle sul consenso delle casalinghe del Montana per il detersivo xy, bisognerebbe invece partire dall'insegnamento delle due lingue antiche che hanno consentito a due popoli di gettare le basi della filosofia e del diritto, cioè il greco ed il latino. Quindi nei seminari, negli istituti cattolici, negli Atenei cattolici, queste due lingue andrebbero insegnate, non solo per preparare alla Liturgia, ma per gettare anche qualche seme in favore sia della Filosofia, sia del Diritto. Materie queste oggi cadute in grande disgrazia, da quando il 'secondo me ed il 'fai come ti pare' hanno invaso sia la Filosofia, sia il Diritto nelle menti prima dei cattedratici, eppoi a scendere fino al ragazzotto tatuato dalla fronte all'alluce. Oggi queste due lingue sono diventate terapeutiche, anche per bilanciare questa immersione totale nell'anglo sfera variabile. È doveroso ricordare qui che ogni conquista di un territorio è stata accompagnata dal Regno Unito da un esercito di insegnanti di madrelingua inglese che hanno insegnato a tutti, bambini, adulti ed anziani, la lingua inglese graduata secondo le difficoltà e le necessità del discente. È l' impianto del greco e del latino ad essere terapeutico proprio nel nostro tempo caotico. Va da sé che non tutti possono diventare grecisti o latinisti, un po' come succede con la matematica tutti l'abbiamo studiata a scuola , ma pochissimi son stati quelli che hanno svettato e col passare del tempo buona grazia se maneggiamo le quattro operazioni fondamentali. Ma la matematica, il greco ed il latino ci hanno aiutato a ordinare i nostri pensieri sconvolti dall'adolescenza e dalla prima gioventù. Ritornando alla Liturgia, la lingua morta che non muore, il latino, aiuta a partecipare al culto pubblico cattolico, alla Santa Messa, con un cuor solo ed una voce sola e questo in tutto il mondo. Il latino dei primi secoli d.C. è la lingua che accompagna immutata, nel tempo, la liturgia che non muta. Come il teorema di Pitagora. Ci sono cose che non si capiscono subito all'impronta, ma lavorano nel profondo senza che ce ne accorgiamo. E la Messa in latino autentica, lavora in noi per il Bene. Quindi non si devono fare resoconti, a scuola prima di insegnarci a leggere e scrivere ci hanno sottoposto ad una indagine di gradimento ? No. Ne parlavano certo in casa, con grande orgoglio per tutto il Bene che ne sarebbe nato per noi. La liturgia è un azione spirituale, qui si è cercato di mostrare il Bene che ne nasce nel mantenere la struttura tradizionale, ma è soprattutto una questione spirituale. Il mondo spirituale si divide in due grandi campi quello Divino e quello Satanico.Passare da un campo all'altro non è difficilissimo, anzi è facile facile.Ma che male c'è? Si è soliti dire per azzerare i dubbi. Il Male mai si presenta con le sue vesti, si presenta sempre ben vestito. Forse è solo questo il grande problema: far disamorare più gente possibile dal Cattolicesimo e spostarla nel campo del Nemico. Forse è questo il solo, vero problema di fondo.
Non c’è motivo di aspettare un giorno di più
Santità: il suo predecessore ha mentito. E con quella menzogna ha causato dolore, divisione, umiliazione e persecuzione a sacerdoti e fedeli che chiedevano solo ciò che il diritto della Chiesa garantiva loro. Lei ha ora, provvidenzialmente, l’opportunità di agire. Non come atto politico. Né come concessione tattica. Ma come atto di giustizia.
Non si ripara un’ingiustizia lasciandola marcire. Non si restituisce la verità con timide riforme o discrete dispense. Quello che bisogna fare è semplice: ripristinare integralmente Summorum Pontificum.
Tutto vero, ma mi permetto di contestarLe l' attacco del pezzo: credo che oggi i figli di una casalinga del Montana possano ricevere più stimoli per avvicinarsi alla cultura classica dei nostri figli europei. La civiltà anglo-americana non è solo pragmatismo efficientista; certo, il suicidio spirituale è in atto lì come da noi, e tuttavia forse è negli USA che è più promettente la reazione all' auto-annullamento.
Concordo pienamente.
E' giunta l'ora di ripristinare l'ordine e di rispettare le regole.
Di riesaminare questi 60 anni di pastoralita', di correggere
gli errori e cercare di ravvedersi e finalmente...ripartire!
TC
Ora ci si può fare qualche opinione sulle ragioni dello sloggiamento del Cardinal Ladaria dalla CDF. E dell'avvento trionfale del pibe Fernandez.
Ritorno sia sul greco e latino, sia sull'inglese. Sul serio credo che questo andare, come stiamo andando, dipenda anche molto da come parliamo nella nostra lingua e dallo studio delle lingue antiche. Non ricordo con esattezza fino a quale anno, sia i documenti statali, sia i saggi di alto livello, furono in latino. Forse fino al 1600. Le lingue europee moderne si basano sui grandi scrittori, come per noi Dante Alighieri. Il latino non sparì con i barbari, vi/ viii secolo dopo Cristo, ma mediamente i barbari impararono il latino. Quindi l'Europa intera parlò latino e greco , solo col tempo si imposero dialetti ed in particolare le lingue che da essi scaturirono. Molte parole di questo o quel paese europeo richiamano radici latine, vedi le etimologie, anche le grammatiche richiamano parte della morfologia e sintassi latina. Perché dico che il latino ed il greco sono terapeutiche, perché chiaro è il loro impianto morfologico e sintattico, cioè le fondamenta e la struttura del palazzo, cioè del discorso. Quindi la struttura del periodo poteva essere complessa, ma sempre ordinata. Perdere questo ordine incide, a lungo andare, anche sul pensiero. Grandi grecisti e latinisti sono nati e cresciuti in tutta Europa sempre. Alcuni paesi, come gli USA hanno cooptato molti di questi studiosi.Ma per arrivare al dunque vorrei prendere l'esempio del Regno Unito che è stato capace di rendere più di mezzo mondo inglese nel parlato. Ora questo stesso miracolo potrebbe compierlo la Chiesa con il latino.Tutti i sacerdoti devono conoscere il latino ed il greco, per poter leggere la Vulgata e la Settanta ed in particolare per partecipare sempre meglio alla Messa Cattolica Romana. Ho la certezza che la pazzia attuale riceverebbe una sana imbrigliata dallo studio del latino e del greco ed in particolare dal partecipare alla Messa Cattolica Romana ed alla lettura della Vulgata e della Settanta. Credo che la Chiesa abbia questo compito, di curare anche il pensiero dei fedeli tramite lo studio del Messale e della Bibbia nelle lingue in cui ci sono arrivate.
Come ho già detto prima, ed altrove, la soppressione del "Traditionis Custodes" (atto ancora più infame, se consideriamo che si basa su delle dichiarate menzogne) ed il ripristino del "Summorum Pontificum" non ci deve bastare più. Almeno per ora, l'obiettivo e la richiesta a gran voce deve essere non solo il ripristino totale ed immediato di tutte le Messe apostoliche preesistenti all'ingiusto, ed assurdo, divieto, ma anche deve essere richiesto che venga dato l'ordine, universale ed immediato, a tutte le diocesi (senza discrezionalità o possibilità di appello per i singoli vescovi) di istituire, in chiese nelle città titolari della cattedra, nuovi centri dedicati esclusivamente alla Messa apostolica (da dirsi almeno ogni festa di precetto ed a orari congrui, non alle 6 del mattino del terzo giovedì del mese nella chiesa di Saprazzo lontana due ore dal più vicino centro abitato, grazie) ed all'amministrazione dei Sacramenti nella forma tradizionale. Inoltre, dovremmo anche chiedere con forza l'istituzione di Ordinariati tradizionali (almeno uno per nazione, sarebbe meglio se fossero uno per regione ecclesiastica ma sarebbe già un notevole passo in avanti) per il conferimento dei Sacramenti della Cresima e dell'Ordine Sacro secondo il rito apostolico. Basta con i compromessi al ribasso ed i contentini, abbiamo il diritto di assistere ad un rito che ha ottimamente servito e nutrito la Chiesa per almeno 1600 anni (e probabilmente, nel nucleo essenziale, era già recitato da San Pietro in persona) anche quando siamo in viaggio di lavoro, a trovare un amico o in vacanza; e i 20.000 di Chartres (già 30.000, forse di più, l'anno prossimo, in quella che ormai si avvia ad essere la più grande e giovane processione di tutta Francia e) lo dimostrano!
Il problema è la Gerarchia vaticana, dunque, ma già lo si sapeva.
E' come il clima, che secondo alcuni sarebbe impazzito perché è estate e fa caldo! Ci vogliono gli ammortizzatori sociali perché è estate e fa troppo caldo. Incredibile!
Così ci si abitua più facilmente ai robot prossimi venturi.
Dopo il ciclone Bergoglio anche un pallido sole sembra rovente.
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