Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 10 novembre 2021

P. Kwasniewski, Traditionis Custodes: da un tempo di pace a un tempo di lotta

Peter Kwasniewski, su OnePeterFive, ha pubblicato una riflessione in tre parti sul Motu Proprio Traditionis Custodes. Riprendo di seguito l'intero trittico, nella traduzione di Vincenzo Fedele. Ringrazio il lettore per la segnalazione. Ottima riflessione ed esortazione ricca di spunti, di cui faremo tesoro. Qui l'indice dei precedenti su Traditionis custodes.

È ora di imitare i nostri antenati: non mollare mai!
Peter Kwasniewski, 28 Luglio 28 2021
(Nota dell’editore: questa è la prima parte di una serie in tre parti: “Condurre una vita cattolica tradizionale in un’epoca di guerra civile”. )
Il primo incontro formale della FIUV
Zurigo nel 1967

Le ultime due settimane sono state molto emozionanti per molti cattolici. Abbiamo provato rabbia, e giustamente. Abbiamo parlato incessantemente di ciò che era accaduto, di ciò che potrebbe accadere in futuro, di come potremmo rispondere e del significato di tutto ciò.

Ma presto o tardi, lo shock iniziale svanisce e la rabbia si placa, lasciando spazio – in fin troppe anime – alla tristezza, alla depressione, allo sconforto, alla letargia o, peggio ancora, alla tentazione di arrendersi. Perché questa è davvero la cosa peggiore che i cattolici amanti della tradizione potrebbero fare: smettere di pregare, lavorare e combattere per il cattolicesimo tradizionale e il suo coronamento, la Messa tridentina.

Si vede sui social la differenza tra i collerici e i malinconici, tra gli instancabili combattenti e gli sfiniti panchinari. I collerici continueranno a combattere fino all’ultimo respiro, ma il malinconico potrebbe fare spallucce e dire: “Oh bene, immagino che ora che Francesco ha dato al mio vescovo il potere di assassinare la Messa, e il mio vescovo l’ha uccisa, non mi rimane che cercarmi una chiesa che si trovi a meno di mezz’ora di macchina e dove si celebra il miglior Novus Ordo della zona, e sopportare la musica mediocre e la moltitudine di ministri laici. È finita: la Messa Tradizionale Latina è morta. Il nostro movimento è colato a picco e la vita deve pur andare avanti”.

Credetemi, comprendo chi prova sentimenti di frustrazione e stanchezza, il desiderio di smettere di litigare, il desiderio di vivere una “vita normale” (o almeno di fingere di poterlo fare dopo il motu proprio). Alcuni cercano persino di persuadersi che hanno sbagliato ad innamorarsi della grande tradizione cattolica, che gli sono stati “troppo attaccati” per ricercare il proprio bene, e che questa potrebbe essere l’espiazione che propone la divina Provvidenza.

Amici, questo non è lo Spirito di Dio che parla: “Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza” (2 Tm 1,7). Quel modo di parlare a noi stessi è una voce di sconforto che ci abbatte e non ci solleva, una voce che ci allontana dalla gloria di Dio che si è rivelato a noi per avvicinarci a Sé e per aiutare a ricostruire la Sua chiesa crollata. In ogni cuore tradizionalista è stato piantato un seme di risveglio e di consapevolezza, di stupore e di gratitudine, destinato a crescere e a portare frutti abbondanti per noi stessi e per gli altri, «per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo» (Ef 4,12). Non dobbiamo allontanarci da quella “gloria che scorre dall’alto dei cieli” o precipitare in una spirale che non giova a noi stessi né a coloro che ci circondano.

Come ha fatto la Messa tridentina, ed anche le altre buone consuetudini tradizionaliste ad approdare nella nostra vita, in questo secondo decennio del XXI secolo? Come mai sono ancora qui quando cinquant’anni fa Paolo VI tentò di sopprimere quasi totalmente l’eredità liturgica del cattolicesimo? Come poteva un papa che cavalcava secoli di ultramontanismo – che, per così dire, “ha calpestato Trento con Trento” – non essere riuscito a centrare quello cui ambiva?

C’è stata una ed una sola ragione: i nostri antenati nel movimento tradizionalista hanno resistito, hanno protestato, si sono sacrificati e hanno lavorato duramente per mantenere vivo il patrimonio della Chiesa quando coloro che erano preposti ad esserne i guardiani erano invece indifferenti o si attivavano per espellerlo. Questi uomini e queste donne hanno consumato i gradini delle case dei vescovi e delle cancellerie. Hanno pubblicato opuscoli e hanno fatto i conferenzieri, hanno viaggiato per incontrarsi, si sono tenuti in contatto attraverso le nazioni quando farlo era più laborioso di quanto lo sia adesso per noi, hanno mandato loro rappresentanti a bussare a tutte le porte di Roma. Non si sono mai fermati. La santa caparbietà dei primi tradizionalisti, la loro ostinata determinazione, il loro rifiuto di accettare un no come risposta, è ciò che ha salvato la Messa (insieme a molto altro) e le ha permesso di raggiungere voi e me oggi.

Faremo lo stesso per i nostri figli e nipoti, per i cattolici di un lontano futuro? In questo momento, siamo gli anelli viventi della catena di trasmissione. Se lungo la strada potrà realizzarsi un Summorum Pontificum II (o qualcosa di ancora migliorativo) lungo la strada, noi saremo responsabili di creare le condizioni a che ciò avvenga, rifiutandoci di andarcene, rifiutando di farci calpestare dalla gerarchia della Chiesa.

Trovo che pochi tra coloro che frequentano la Messa tradizionale ai nostri tempi, specie i giovani e le giovani famiglie, conoscano bene la lunga battaglia combattuta per salvare la Messa in latino contro avversari incredibilmente in sovrannumero, con pochissime risorse, truppe eterogenee e pochi preziosi leader. Dobbiamo conoscere la nostra storia.

Fin dagli albori del movimento tradizionalista alla metà degli anni ’60, quando la Messa fu seriamente messa in gioco dall’interno, una minoranza di cattolici preoccupati cercò di conservare le grandi tradizioni ecclesiastiche: il latino, il canto gregoriano, la celebrazione ad orientem, il cerimoniale completo, i paramenti appropriati, il complesso corpo teologico-liturgico della preghiera cattolica affinato e maturato nei secoli. La pubblicazione nel 1969 della Costituzione apostolica Missale Romanum di Paolo VI – un documento denominato in modo più sottile, ma non meno mendace, rispetto alla Lettera apostolica di Francesco Traditionis Custodes – ha galvanizzato il nascente movimento, che è passato dalla difesa di questa o quella qualità del culto tradizionale alla difesa della totalità del patrimonio racchiuso nei libri liturgici precedenti (la lex orandi), compresa la dottrina che esprimono (lex credendi) e lo stile di vita che sottendono (lex vivendi).

Per tutti gli anni ’70 e ’80, fu una disperata battaglia in salita. Laici letterati, mendicando le briciole che cadevano dalla mensa del padrone, rivaleggiavano contro potenti vescovi e cardinali che, il più delle volte, sbattevano loro la porta in faccia. Petizioni sono state redatte e sottoscritte, spesso senza alcun risultato. Lettere sono state pubblicate più e più volte su giornali e riviste. Quando non erano ignorate, queste lettere ricevevano risposte umilianti e la condiscendente replica, da parte dei liturgisti diocesani, era: “Ti ci abituerai e presto la amerai!” (Vuoi vedere un esempio? Controlla “quì”. Stiamo ascoltando cose analoghe oggi da cattolici ben intenzionati che proprio non comprendo.) Non importava che i tradizionalisti abbiano sempre avuto i migliori argomenti, come si può assaporare nell’episodio di William F. Buckley Jr.’s Linea di tiro con Michael Davies e Malachi Martin; non avevano potere, nessuna posizione, non avevano credibilità, non avevano i numeri.

Voglio condividere con voi alcuni ricordi inviatimi di recente da un anziano inglese che ha vissuto la rivoluzione. Prendete nota con attenzione:

Ora che la Messa antica è sotto la diretta minaccia di un papa, potrebbe essere un buon momento per informare le giovani generazioni, che sono la maggioranza nelle parrocchie TML, della storia del movimento delle messe latine e delle lotte apparentemente impossibili in quei primi giorni in cui tutto sembrava perduto. Questo è un momento veramente inquietante, pensavo che queste sensazioni ce le fossimo lasciate alle spalle. Ho iniziato a servire la messa nel 1952 ed avevo vent’anni quando iniziarono a imporsi i cambiamenti. Amavo la Messa e la Benedizione e non potevo credere a quello che stava accadendo; era come se la Chiesa fosse impazzita. Negli anni ’60 sembrava che tutta la gioventù fosse drogata con droghe di tutti i tipi, per esempio l’LSD. Sono stato contattato in diverse occasioni per “vedere se ero interessato”. La mia risposta era sempre la stessa: l’unica droga di cui avevo bisogno era l’incenso; nessun altro si è più avvicinato. Di norma incontravo solo incomprensione.

Durante i giorni molto cupi degli anni ’70 e ’80, ho assistito alla distruzione sfrenata di deliziose chiese parrocchiali, ma ero una voce che gridava nel deserto – per coniare una frase – nella mia parrocchia e nella mia diocesi. Sacerdoti e ministranti furono messi in guardia dal fraternizzare con me; un vescovo mi disse che la mia costante critica alla liturgia della Chiesa avrebbe allontanato la mia famiglia dalla pratica religiosa. Con l’Indulto inglese ci furono concesse tre messe all’anno in una parrocchia di campagna il mercoledì sera alle 19:30, ma senza pubblicizzarle. Una volta ne abbiamo chiesto un’altra perché di mercoledì cadeva una festa speciale di alcuni martiri inglesi. Il Vescovo era molto arrabbiato e ci disse che se non avessimo smesso di fare pressioni su di lui avrebbe bloccato tutto!

Ho incontrato Michael Davies nel 1980 e ci scrivevamo regolarmente e alla fine siamo diventati grandi amici. Negli anni ’80 è iniziato il disgelo e la temperatura ha continuato a migliorare gradualmente fino al 2007, quando finalmente è uscito il sole. Questo documento scandaloso del nostro attuale pontefice (un pontefice non dovrebbe essere un “costruttore di ponti”?) è destinato a fallire e ci sono i primi segnali positivi che così sarà. Qualsiasi prelato anziano vedrà attraverso questo motu proprio e ne prenderà le distanze. Dovranno essere discreti ma lo faranno.Il mio vescovo è stato velocissimo nel sottolineare che non vede la necessità di cambiare nulla. Abbiamo già combattuto per la Messa e dobbiamo rifarlo. Non è il momento dello sconforto, ma il momento di agire e di rimboccarsi le maniche per sconfiggere quest’ultimo assassino liturgico.

Consiglio di prendersi del tempo per scoprire di più su come è stato e che lungo viaggio è stato:
  • “L’indulto ‘inglese’ del 1971: un ricordo” di Alfred Marnau 
  • “La resistenza non è mai inutile: un’intervista a Christian Marquant, fondatore di PaixLiturgique”—racconta tutto sui primi giorni del movimento tradizionalista francese, inclusi momenti emozionanti di rivolte laiche e sequestri di chiese
  • “I tradizionalisti francesi ci mostrano come riprenderci le nostre chiese quando sono chiuse dai vescovi” di Peter Kwasniewski
  • “Scheda di autorizzazione alla messa in latino del 1985”; “Modulo di richiesta del permesso di massa in latino dal 1985”; “Richiesta di fotocopia: fogli di autorizzazione di massa in latino“
  • “Un’esortazione contro lo scoraggiamento, da mio padre” di Gregory DiPippo
  • “ Tradizionalismo cattolico americano ”: una breve storia di Stuart Chessman in sei parti
Chi desidera una “immersione profonda” potrebbe prendere una copia di Una Voce di Leo Darroch: la storia della Foederatio Internationalis Una Voce, un libro che illustra ampiamente l’incomprensione, l’ostruzionismo, l’animosità e il doppio gioco che hanno incontrato gli amanti della tradizione in ogni passo del loro cammino. Più leggiamo su questa generazione eroica e sugli ostacoli che hanno superato, più saremo ispirati a fare ai nostri giorni ciò che loro hanno fatto ai loro. [Aggiornamento: un altro libro che mi sarebbe dovuto venire in mente mentre stavo scrivendo questo è il volume estremamente divertente And Rightly So: Selected Letters and Articles of Neil McCaffrey. I brani degli anni Sessanta e Settanta sulla vita della Chiesa e sul cambiamento liturgico sono documenti particolarmente preziosi.]

Una cosa che dobbiamo tenere in primo piano nelle nostre anime: ciò per cui stiamo combattendo è buono, sacro, cattolico e degno della nostra più profonda devozione. Non può essere improvvisamente proibito o dichiarato pericoloso. E noi non siamo disobbedienti se cerchiamo di tenercelo stretto. Il movimento tradizionale non esisterebbe affatto se, all’inizio della fase finale della “riforma liturgica”, i cattolici non fossero andati ostinatamente contro i desideri e anche le determinazioni legali di Paolo VI e di altri vescovi. Paolo VI cominciò a cedere appena un po’; e Giovanni Paolo II riconobbe che le aspirazioni dei tradizionalisti erano giuste; Benedetto XVI ha poi aperto il tesoro a tutti. Quell’iniziale “disobbedienza” non fu condannata una volta per tutte; la sua legittimità fu infine accettata, perché i tradizionalisti avevano combattuto sulla base di veri principi e per veri beni di cui la Chiesa ha ed avrà sempre bisogno.

Non è diverso oggi nel 2021. Dobbiamo fare esattamente come fecero i nostri antenati nel movimento tradizionale, e non essere intimoriti dalle minacce di nessuno, non rimanere dissuasi dall’animosità di nessuno, non farci scoraggiare da nessun ostacolo, non rimanere sedotti da nessuna alternativa che ci venisse descritta come “abbastanza buona” o “tollerabile“.

Nella seconda parte di questa serie, parlerò di come la nostra situazione sia diversa dalla loro e del tipo di obiezioni o tentazioni che potrebbero portarci fuori rotta.

* * * 
Parte II
Passare da un tempo di pace a un tempo di lotta
Peter Kwasniewski, 30 Luglio 2021

Il cavaliere fantasma, 1870-93
 Sir John Gilbert (d.1897)
Nella prima parte di questa serie, ho parlato di alcune delle tentazioni che devono affrontare i cattolici tradizionali nell’era della Traditionis Custodes e ho indicato chi ci ha preceduto nel movimento come fonti di speranza, coraggio e guida per noi oggi. Hanno perseverato contro imponenti ed inaspettate difficoltà che potrebbero ricordare una delle grandi scene di battaglia de Il Signore degli Anelli, su cui qualsiasi “analisi razionale” avrebbe portato alla conclusione che: è tutto finito, Sauron ha trionfato. Ho anche incluso collegamenti a storie strazianti di ciò che i cattolici ordinari hanno dovuto fare e patire solo per partecipare a una messa in latino di tanto in tanto.

Queste storie dell’orrore di decenni fa non sono riconducibili alla situazione che viviamo oggi! Sì, lo so: siamo di nuovo sotto assedio, da parte di un papa che si è dimostrato implacabilmente ostile a qualsiasi altro modo di vivere il cattolicesimo che non sia quello che si accorda con la sua agenda mondialista, interreligiosa umanistica, progressista che tutti accoglie. Sì, è vero: soffia su di noi il vento gelido della disapprovazione ufficiale dopo decenni di graduale disgelo sotto Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Ma questa volta siamo molti di più: milioni di laici e migliaia di sacerdoti e religiosi amanti della TML in tutto il mondo. Occupiamo posizioni all’interno di seminari e cancellerie. In alcuni casi, abbiamo buoni rapporti e persino influenza verso vescovi che apprezzano la nostra fedeltà, il nostro zelo, la nostra intelligenza ed il nostro amore per Cristo e la Sua Chiesa. Abbiamo conquistato le posizioni grazie all’erudizione e alla credibilità intellettuale: per ogni libro scritto da un progressista, ce ne sono dieci di migliori scritti da conservatori o da tradizionalisti. Nella Chiesa, almeno, l’agenda liberale è stanca, invecchia e si scaglia con l’energia di un animale che è alla fine.

Se papa Francesco e i suoi alleati credono davvero di poter strappare l’amore per la sacra tradizione dal cuore di milioni di cattolici, clero, religiosi e laici, semplicemente con un pronunciamento papale e un cipiglio sinistro, sono più da compatire per le loro illusioni che accusati della loro malizia. In effetti, più ci provano, più questo amore brillerà incandescente. Non saranno in grado di vincere questa battaglia di logoramento. Come abbiamo visto più e più volte, molti vescovi capiscono come stanno le cose e, per illuminato interesse se non sempre per simpatia, sono disposti a mantenere un rapporto pacifico con i tradizionalisti.

Detto questo, il mondo post-Traditionis sarà comunque un campo di battaglia. Divamperà qua e là in un intenso conflitto. Alcuni sacerdoti saranno sospesi, spogliati delle loro facoltà, esiliati. Tra questi, alcuni si chiameranno fuori e altri andranno nelle catacombe, celebrando la messa nei salotti o nei boschi. Le comunità parrocchiali grandi e fiorenti possono subire la deprecata mannaia. I buoni vescovi, prudentemente dispensati dalle onerose disposizioni della Traditionis, in caso di ritiro forzato o canonico, possono essere sostituiti da cloni bergogliani.

La cosa più terrificante di tutte, le comunità religiose prospere e le società di vita apostolica possono trovarsi perseguitate, denunciate, gravate da commissari, costrette a cambiare le loro costituzioni. Né gli estremisti né coloro che cercheranno di cooperare avranno vita facile: i primi rischieranno di essere dispersi ai quattro venti, i secondi di essere adulterati in burattini del regime. Anche in questo caso, non sto dicendo che questo certamente accadrà ovunque e per tutti, ma che potrebbe capitare a chiunque, ovunque. Saranno necessari dei miracoli per ritornare liberi e si pregherà perché avvengano.

Per diversi secoli, i cristiani della Chiesa primitiva furono perseguitati e poi tollerati, perseguitati e tollerati, dagli imperatori romani. Non si poteva mai essere sicuri di cosa avrebbe portato il prossimo imperatore. Purtroppo, come molti hanno sottolineato, il papato si è politicizzato alla maniera di un paese che viene sballottato avanti e indietro tra i contrasti di partiti politici avversi.

Possiamo anche pensare alla situazione dei cattolici in Inghilterra al tempo della Riforma. In pochi decenni il paese passò da un regime ostile ai cattolici ad una tregua sotto la regina Maria, solo per essere di nuovo ricacciato giù nel regno della protestante Elisabetta, sotto la quale tanti martiri versarono il loro sangue.

Anche per noi il regno di Benedetto è stato seguito da quello di Francesco, e non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. Le cose potrebbero andare molto peggio: ho sentito voci su ulteriori soppressioni liturgiche previste e che, ad intermittenza, mi fanno congelare e ribollire il sangue. Il compito essenziale del cristiano , però, rimane quello di sempre: credere, seguire e testimoniare Cristo, anche a costo della vita.

Il nostro pericolo più grande sta nell’essere diventati morbidi.

Diciamolo chiaro: gli occidentali moderni sono morbidi. Parlando in generale, le nostre vite sono facili, comode e convenienti, con la sofferenza che è esclusa dove e quando sia possibile. Siamo circondati da una tecnologia affascinante, che ci ipnotizza e ci accontenta. Abbiamo mille ragioni e modi per rimandare il lavoro “extra”, le sofferenze “inutili”, le imposizioni “scomode”.

Più specificamente, molti giovani tradizionalisti oggi sono nati, come dire, con un cucchiaio d’argento, in una parrocchia gestita dalla Fraternità o dall’Istituto, o in una diocesi dove i giovani sacerdoti portavano il TML nelle loro parrocchie. Nelle parti del mondo in cui i vescovi hanno implementato il Summorum Pontificum o almeno si sono astenuti dal bloccarlo, abbiamo goduto della disponibilità di messe in più località, forse con brevi tragitti d’auto. A volte possiamo scegliere tra una Messa solenne qui e una Messa solenne là. In tali aree, i cattolici hanno potuto godere e contare su un ampio accesso alla tradizione cattolica.

Quelli di noi, quindi, che non hanno mai dovuto “combattere per il rito” potrebbero non essere ancora gli uomini duri che hanno invece dovuto essere i nostri antenati, che hanno perseverato in mezzo a condizioni disperate. Non si sono lasciati scoraggiare da sanzioni minacciose o lusinghe («oh certo, ti faremo un Novus Ordo latino ad orientem una volta al mese!») e non lo faremo nemmeno noi. Se siamo un po’ morbidi, Traditionis Custodes è stato il nostro campanello d’allarme mandatoci dal cielo. “Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma diventato uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato» (1 Cor 13,11). In un periodo di pace, ci sono modi più dolci per maturare; ma non scegliamo noi i tempi in cui viviamo, e la Divina Provvidenza ha scelto noi per questo tempo. Come mi scrisse un sacerdote carmelitano:

In effetti questi sono tempi pericolosi. Può darci coraggio il ricordare che Dio, dall’eternità, ha voluto e scelto di vivere in e attraverso questa epoca malvagia, in modo da aggrapparci fedelmente alla luce della Fede e tenere viva la fiaccola in mezzo a questa oscurità senza precedenti, per la santificazione e salvezza nostra e della prossima generazione. Questi sono i tempi che formano i santi tra coloro che sono generosi e perseveranti nel servizio divino.

La maggior parte di noi non avrà il privilegio di versare il proprio sangue per Cristo. Ma in quest’epoca della Chiesa, molti sono ora chiamati a un martirio secco o bianco per amore della sua gloriosa Tradizione, vergognosamente emarginata da coloro che più dovrebbero amarla e proteggerla. Ora non è il momento di chiedere: “Ne vale la pena?” Occorre farlo “con tutti i mezzi”. Rorate Caeli ha twittato il 25 luglio: “Ogni domenica che dedichi a recarti a una messa in latino non è solo una benedizione infinita dall’alto, ma è anche, in termini umani, un atto sia controrivoluzionario che contro-culturale, tutto racchiuso in uno. Non dovresti essere lì, ed è più che mai per questo che si suppone che tu debba essere lì.”

Dovremmo resistere al consiglio, politicamente corretto, ma infido: “Rinuncia alla lotta; non fare della Messa un idolo…” Questo implica che ogni volta che amiamo qualcosa abbastanza da vivere per essa, da combattere e morire per essa, ne facciamo un idolo, come se solo Dio potesse meritare un impegno così totale. Ma questo è falso. Sebbene solo Dio debba essere adorato, ciò non significa che solo Lui meriti il nostro impegno. Dovremmo essere pronti a morire per nostra moglie, nostro figlio o il nostro vicino; per il bene della virtù; per amore della verità; per la nostra Patria. Dovremmo essere pronti a vivere e morire per la Messa o per qualsiasi sacramento o dogma della Fede.

Dovremmo avere questa disposizione perché queste cose, pur non essendo Dio, sono da Lui e per Lui, unendoci a Lui come una foto o una lettera ci unisce a una persona amata, o come un volto ci unisce al cuore della persona che brilla attraverso quel volto. Se non comprendiamo questo punto, presto condanneremo il matrimonio e i voti religiosi, come fecero alcuni eretici alla ricerca di un “puro amore di Dio”. Non siamo una setta di buddisti che cercano di fuggire dalla realtà in carne e ossa, ma cattolici che vedono il mondo in modo sacramentale.

La battaglia sulla tradizione è una battaglia sulle realtà, non sulle idee, sulle opinioni o sulle preferenze. Abbiamo una pesante responsabilità per questi beni creati; Nostro Signore ci assicura che il nostro giudizio finale dipende, in larga misura, da ciò che abbiamo fatto gli uni con gli altri e da come abbiamo investito i preziosi “talenti” (minas, letteralmente, un’enorme quantità di denaro) a noi affidati.

Né dobbiamo prestare attenzione a coloro che ci accusano di mancare di umiltà a causa della nostra posizione ecclesiale. Parte dell’umiltà è aggrapparsi alla verità senza imbarazzo o ripensamenti, riconoscendola come un dono che abbiamo ricevuto senza alcun nostro merito, e poi trattandola non come un possesso privato ma come un bene comune da condividere: noi riconosciamo non solo che ciò che era sacro e grande lo è ancora oggi, ma che tutti i cattolici dovrebbero saperlo: – è un bene di cui beneficiano tutti, vicini e lontani, ora e sempre.

Possono portarci via i nostri edifici, ma non possono portarci via la fede che li ha costruiti e che può ricostruirli di nuovo. Possono toglierci temporaneamente la Messa dei secoli, ma non possono spegnere l’amore della Messa che sopravviverà all’odio dei nostri nemici. Possono violare i nostri diritti di figli della Chiesa, ma non possono cancellare la nostra dignità soprannaturale di figli di Dio. Possono spogliarci delle risorse umane, ma non possono impedire il nostro ricorso alla Santa Madre di Dio e a tutti i santi che adorano l’Agnello sul suo trono e che intercederanno sempre per coloro che amano la Tradizione immemorabile, come hanno fatto loro.

Non perdiamoci mai d’animo mentre passiamo da un tempo di relativa pace a un tempo di lotte clandestine e di aperto conflitto, armati da Cristo con «l’armatura di Dio, affinché [noi] possiamo resistere nel giorno malvagio e stare in piedi dopo aver superato tutte le prove. Rimaniamo ben fermi, cinti i fianchi di verità, e rivestiti con la corazza della giustizia… tenendo sempre in mano lo scudo della fede… l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito” (Ef 6:11– 17.

Nella parte finale di questa serie, esaminerò i passaggi pratici che possiamo intraprendere e raccomanderò l’attrezzatura per la campagna di lotta.

* * *
Parte III
Prepararsi per la lunga campagna
Peter Kwasniewski, 4 Agosto 2021

Nella prima parte ho parlato di quanto sarebbe facile scoraggiarsi davanti al rinnovato assalto alla tradizionale Fede cattolica, e quanto beneficio possiamo trarre dal prendere esempio dal comportamento dei tradizionalisti della prima ondata, che hanno tenuto viva la Messa latina in quelli che furono veramente i giorni più bui. Nella seconda parte, ho parlato dei pericoli che affrontiamo, specialmente il pericolo più sottile, la nostra stessa morbidezza, un effetto collaterale di quattordici anni di (relativa) pace liturgica. L’improvviso cambiamento della politica papale ha colto molti impreparati e, entro certi limiti, sono stati facili bersagli per i cosiddetti “apologeti cattolici” che cercano di ficcare in qualunque gola a portata di mano una versione indigesta dell'”infallibilità papale”. Per reagire in modo appropriato, dobbiamo trovare il tempo per la preghiera, per lo studio e per l’azione.

Vorrei iniziare con un consiglio semplice. (Un consiglio che, più di una volta, ho dovuto fare a me stesso). Calmatevi e non rovinatevi la salute. I problemi che il papa ha scatenato con la Traditionis Custodes potrebbero richiedere da quattordici mesi a quattordici anni per essere risolti, semplicemente non lo sappiamo. Come in ogni grande guerra (si pensi alla prima o alla seconda guerra mondiale), ci saranno molte battaglie personali, alcune le vinceremo, altre le perderemo.

Non facciamoci prendere dal panico per questa o quella svolta degli eventi. Ricordate che in questa guerra siamo tutti insieme fino alla fine, quando la Tradizione avrà la vittoria assicurata dall’assistenza divina. A chi sta cercando di adulterare il cristianesimo – quello che p. John Hunwicke chiama “Bergoglionismo”: non importa nulla della tradizione, ma è destinato al fallimento come tutti i costrutti puramente umani. Quindi possiamo permetterci di prenderci del tempo per pregare, per pensare, per prepararci, per fare strategie, per fare rete, per realizzare operazioni su piccola e grande scala, e per pregare ancora di più.

L’ingiustizia inflitta alla Chiesa deve essere contestata e combattuta in ogni modo moralmente ammissibile, mentre continuiamo a nutrirci delle ricchezze che abbiamo a disposizione, alcune delle quali, come il tradizionale Ufficio divino, non possono mai esserci portate via da alcun potere sulla terra.

Cominciamo con la preghiera. Per prima cosa occorre continuare ad assistere alle Messe in latino, dovunque si possa ed ogni volta che sia possibile. Se la possibilità che avevamo nelle vicinanze è stata cancellata dalla mappa, potrebbe essere necessario stare alla guida un po’ di più. Conosco famiglie per le quali il lungo cammino verso la Messa in latino è diventato un’occasione per conversare, ascoltare catechesi o buona musica, pregare o trovare il tempo per una buona lettura spirituale. O un mix di queste opportunità. Dimostriamo con questo ciò a cui teniamo di più.

Cerchiamo di trarne giovamento per trasmettere la Fede nelle abitudini famigliari ed anche come insegnamento. Il Benedictus del Sophia Institute, una pubblicazione mensile su abbonamento con i propri della messa, le meditazioni, le preghiere quotidiane ed articoli per ogni giorno del mese, potrebbe costituire un perfetto fondamento devozionale per casa vostra. Sophia uscirà presto con i calendari delle messe latine in formato poster deluxe a colori, con miniature in stile medievale, che diventeranno rapidamente un mezzo prezioso e pratico per vivere seguendo l’anno liturgico.

Chiedete ai sacerdoti solidali di far battezzare i vostri figli con il vecchio rito. Cercate la possibilità della Cresima tradizionale. Nessun tentativo formale è stato fatto per controllare questi aspetti. Se e quando dovesse accadere, troveremo nuove soluzioni.

Iniziate a pregare una parte dell’Ufficio Divino tradizionale. Il Breviarium Romanum è costoso se si acquista il set completo di tre volumi, ma Angelus Press offre estratti: Vespri, Compieta e una selezione che chiamano Ufficio Divino. Il Monastic Diurnal, che contiene le ore del giorno secondo la Santa Regola di San Benedetto, è molto più abbordabile (è quello che uso come oblato). [N.d.T. -Gli editori ed i volumi che l’articolo cita, sono riferiti all’ambito USA, ma analoghi supporti sono a nostra disposizione sui vari siti cattolici tradizionali facilmente consultabili ed a costi abbordabili. Stesso consiglio per quanto attiene al “Benedictus” del Sophia Institute citato prima. Gli analoghi in italiano non mancano di certo. Basta cercarli – Il medesimo consiglio vale per i libri recensiti nel seguito. In molti casi sono tradotti anche in italiano e ce ne sono molti altri]. Il Piccolo Ufficio della Beata Vergine Maria è un’altra valida opzione. Una buona strategia per i principianti è iniziare con l’ufficio di Prima, e seguirlo con la lettura quotidiana del Martirologio Romano, suggestivo richiamo al trionfo della grazia di Dio in mezzo alle prove più atroci. Ciascuno di questi libri dell’Ufficio tradizionale è di gran lunga superiore alla Liturgia delle Ore, che è stata rovinata nella riforma liturgica ancora più estesamente della Messa stessa. Un vecchio libro dell’ufficio includerà i versetti imprecatori o maledetti dei Salmi, [N.d.T. – sono i versetti cosiddetti “difficili”] che sono stati rimossi chirurgicamente dalla Liturgia delle Ore, come se Dio avesse commesso un errore quando ha consegnato queste preghiere per Israele e la Chiesa. Quando preghiamo queste potenti parole in unione con i santi di tutte le età, il Signore non solo comprenderà il loro corretto significato, ma saprà, infallibilmente, come realizzarle.

Per i giorni in cui la “Messa dei secoli” non è disponibile, imparate a pregare una “Messa asciutta” a casa, sia come metodo di preghiera personale che come devozione familiare. Se nel vostro quartiere è disponibile l’Adorazione, praticate le Ore Sante per il ripristino della tradizione, il rinnovamento della gerarchia della Chiesa nella fede e nella santità, e in riparazione delle bestemmie e dei sacrilegi contro la Santissima Eucaristia. Pregate il Rosario in famiglia, magari accompagnato da brevi meditazioni (di cui “questo” può essere un esempio).

Di tanto in tanto si potrebbe usare la seguente “Preghiera per il Movimento Tradizionale”:

O Signore, ricorda nel Tuo Regno N. e N. [nomi di individui o comunità], e tutti i religiosi, il clero e i laici del mondo che sono dedicati o attirati ai venerabili riti di Roma. Benedici tutti noi, governaci, difendici, purificaci e moltiplicaci per il bene delle anime, per la restaurazione della tua Chiesa e per la gloria del tuo santo nome. Amen.

Coloro che non possono recarsi a una messa tradizionale in latino a una distanza ragionevole in auto dovrebbero cercare una parrocchia cattolica orientale o una parrocchia dell’ordinariato anglicano. [N.d.T. Da noi sono assenti le parrocchie anglicane, ma qualcuna del cattolicesimo orientale si può trovare, oppure si può sopperire con quelle della Fraternità Sacerdotale di San Pietro o con FSSPX, come consigliato nel seguito. Il vero consiglio è di usare la fantasia per cercare occasioni di vero incontro con Dio]. Dal momento che il Vaticano ha affermato più di una volta che la partecipazione alle cappelle della FSSPX è consentita, questa sarebbe un’opzione in un luogo in cui le messe tradizionali diocesane siano state rimosse o non ci siano mai state.

Dopo la preghiera, la prossima cosa più importante è che studiamo un po’ la Fede tradizionale. La Messa latina, insieme a tutta la vita sacramentale-mistico-culturale di cui è il centro, è qualcosa di ricco, profondo e sottile. Mentre molti dei suoi benefìci sono ovvi, altri richiedono tempo per apprezzarli e quando nutriamo le nostre menti con i migliori libri sull’argomento, impariamo a vedere e ascoltare molto di più e impariamo a spiegare e difendere ciò che amiamo. Per quattordici anni ci siamo spesso accontentati di lasciare che la tradizione parlasse da sola (e sicuramente funzionava, visto l’ aumento delle presenze alle celebrazioni della Messa tradizionale), ma ora che siamo sotto attacco frontale e la banda papale sta lanciando accuse di “disobbedienza”, “giudizio privato” et similaria, dobbiamo rafforzare la componente intellettuale.

Ci sono così tanti libri utili che questo potrebbe trasformarsi rapidamente in un elenco gigantesco (e, per questo, potrebbe essere inteso come intimidatorio). E, guarda caso, un elenco del genere è già stato pubblicato su OnePeterFive. Qui, vorrei citare solo alcuni titoli che sono particolarmente preziosi per i cattolici amanti della tradizione in questo frangente:

#1. La Messa tradizionale di Michael Fiedrowicz : storia, forma e teologia del rito romano classico. Il miglior libro da leggere, nessuno escluso, proprio su quello che dice il suo sottotitolo. Se vuoi un testo accessibile ed intellettualmente a prova di bomba per toccare con mano che quella che chiamiamo la “Messa Tridentina” è la più bella fioritura di un continuo sviluppo nella tradizione cattolica romana e che San Pio V non ha “creato un nuovo messale” dopo Trento, è proprio questo. È una gioia da leggere, con nuove scoperte da fare in ogni pagina. È così bello che la Fraternità Sacerdotale di San Pietro lo ha adottato, infatti, come testo principale per i propri studi liturgici. La virtù speciale di questo libro è che ti porta prima attraverso i percorsi meravigliosi con cui la Provvidenza ha costruito la nostra Messa, poi esamina la funzione, la logica e il simbolismo di ciascuna delle sue parti e gli aspetti principali, e infine espone la saggezza divina contenuta nel messale, contrapponendola alla difettosa lex orandi del Novus Ordo. Un tour de force !

#2. Niente di superfluo di fr. James Jackson : una spiegazione del simbolismo del rito di San Gregorio Magno è un commento continuo sulle parti, le preghiere, gli oggetti e le azioni della tradizionale Messa latina. Jackson apprezza che la Messa sia una “poesia”, la più grande poesia che il nostro mondo abbia mai visto, una poesia scritta da nostro Signore Gesù Cristo e dallo Spirito Santo nel corso di venti secoli. Fa emergere il dramma della liturgia come solenne ripresentazione dei sacri misteri della vita, morte e risurrezione di Nostro Signore e fa partecipare al loro inesauribile dinamismo. La Messa tradizionale non è semplicemente santa (anche se lo è, al massimo grado); non è semplicemente dottrinalmente pura, ampia e degna di fiducia (è anche questo senza alcun dubbio); è soprattutto bella, ordinata e armoniosa, eleva i sensi, l’immaginazione, la memoria, l’intelletto, la volontà al di sopra di se stessi e sconfina nella Gerusalemme celeste. Dopo aver letto Niente di superfluo, non penserete né incontrerete mai più la Messa allo stesso modo. Questo libro, che rispetto a quello di Fiedrowicz è più devozionale e poetico, ne integra molto bene gli aspetti storici e dottrinali.

#3. Frutto di trent’anni di esperienza, studio e riflessione, il mio libro Reclaiming Our Roman Catholic Birthright: The Genius and Timeliness of the Traditional Latin Mass è stato scritto come un “manuale di apologetica” basilare per il TLM, fornendo argomenti ai suoi sostenitori e rispondendo ad ogni obiezione che si possa sentire. Visto che la conoscenza liturgica tra la popolazione cattolica in generale è ai minimi storici, mi preoccupo di spiegare i miei termini (da cui il glossario) e cerco di evitare di dare tutto per scontato. Mentre il focus è sulla Messa, sono frequenti i riferimenti agli altri riti sacramentali, all’Ufficio divino, alle benedizioni, agli esorcismi e, in generale, all’intera “forma” della vita cattolica tradizionale, che segue la grande legge: lex orandi, lex credendi, lex vivendi. Il libro affronta quindi l’intero problema dell’ “aggiornamento” [N.d.T. – in italiano nell’originale inglese] del Vaticano II che è come inacidito con la desacralizzazione e nella secolarizzazione. Il libro vuole essere anche concreto e pratico. Ad esempio, il capitolo 2 riassume perché la Messa antica “è così com’è”… come “funziona” per la gloria di Dio e la nostra santificazione… e perché funzionerà sempre ; il capitolo 3 spiega i vari modi di partecipare fruttuosamente alla Messa tradizionale; i capitoli 17-20 sono diretti ai genitori, spiegando loro perché la Messa antica è così importante per formare le menti ed i cuori dei bambini e approfondendo come i genitori possono aiutare i loro figli ad assimilare le sue ricchezze; il capitolo 22 parla del perché coloro che sono a favore della vita dovrebbero essere anche a favore della tradizione.

#4. In difesa della messa romana. Fr. Raymond Dulac. Questa preziosa collezione riunisce il meglio dei combattivi e persuasivi articoli di F. Dulac del periodo 1967-1972, scritti in difesa della superiorità del messale tradizionale e del diritto perpetuo dei sacerdoti di avvalersene. Secondo questo canonico, il rito romano classico non era proibito e non può essere proibito, un giudizio che è stato rivendicato, decenni dopo, da Benedetto XVI. Consiglio questo libro proprio perché proviene dai primi tempestosi anni dell’imposizione del Novus Ordo Missae, a cui resistevano intelletti acuti e grandi cuori cattolici come Fr. Dulac. Poiché il motto del pontificato di Francesco sembra essere “Ritorno agli anni ’70!”, i migliori testi di quel periodo parlano direttamente della nostra situazione attuale, quando il papa tenta ancora una volta di dire che c’è un solo “rito romano”, il moderno rito di Paolo VI.

#5. Annibale Bugnini, riformatore della liturgia. Yves Chiron. Chi ha sentito parlare di Bugnini tende a pensare a lui o come ad un malvagio massone intrigante deciso a distruggere la fede cattolica o come un burocrate di grande talento che ha guidato agevolmente una complessa riforma liturgica alla sua felice conclusione. Il primo punto di vista è discutibile e il secondo punto di vista è semplicemente stupido. Questa biografia ben studiata, ma pietosamente compatta, ritrae una figura più complessa e umana, guidata da teorie razionaliste e pastorali su come dovrebbe essere la liturgia, ma in corsa contro le resistenze che hanno portato, infine, alla sua emarginazione. Nel mettere in relazione la vita e l’opera di un uomo che fu singolarmente influente nella riscrittura senza precedenti della totalità del culto cattolico romano, Chiron assembla e riassume la riforma liturgica del ventesimo secolo, papa per papa, comitato per comitato, libro per libro. È davvero una delle storie più sorprendenti – e inquietanti – nella storia del cattolicesimo. Man mano che apprendiamo di più su come è stata prodotta la salsiccia “nuova e migliorata”, sugli ingredienti che sono stati messi dentro e sulle persone che lavorano nella fabbrica, abbiamo sempre più motivi per dire “no grazie, non voglio neanche assaggiarla”.

#6. L’amore per il papato Roberto De Mattei e la resistenza filiale al papa nella storia della Chiesa. Date le circostanze che stiamo attraversando, dobbiamo conoscere i casi in cui i papi hanno incasinato, dottrinalmente o prudenzialmente, e sono stati legittimamente respinti dai membri della Chiesa. È confortante – sia nell’accezione attuale della parola (consolante, rassicurante) sia nel suo senso antiquato (rafforzante, galvanizzante) – sapere che ci sono precedenti per tale resistenza, e sapere come si presentavano. La Divina Provvidenza mette in primo piano le persone giuste al momento giusto.

#7. Christus Vincit vescovo Athanasius Schneider : il trionfo di Cristo sulle tenebre dell’età. Quando le persone mi chiedono: “Cosa dovrei leggere per capire l’attuale crisi della Chiesa, come siamo arrivati qui e come ne usciamo?”, consiglio sempre questo libro, che è scritto con la chiarezza, la forza d’animo, la gentilezza e l’ortodossia per la quale il vescovo Schneider è famoso (e che abbiamo apprezzato ancora una volta in opera nella sua reazione al motu proprio [qui]).

Coloro che desiderano spunti per ulteriori letture troveranno, in fondo al mio libro Reclaiming Our Roman Catholic Birthright, una “Bibliografia selezionata” organizzata in sette categorie: Generale; Messali o Guide; Per i lettori più giovani; Teologia Liturgica; Storia; fantascienza; Risorse in linea.

Vorrei fare eco ad una recente affermazione del Dr. Joseph Shaw : “Il modo migliore per rispondere alla Traditionis Custodes è continuare con il lavoro di restaurazione della Tradizione”. Continua parlando dell’addestramento dei chierichetti e dei ministranti e del rammendo dei paramenti.

Partecipa personalmente, per quanto possibile, alla tua comunità per la Messa tradizionale e aiuta a costruirla attraverso eventi sociali, culturali ed educativi. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro come mai prima d’ora e abbiamo bisogno di opportunità per le nostre famiglie per interagire.

Scrivete lettere, in positivo e rispettose, al vostro vescovo ed ai sacerdoti della vostra diocesi amici della tradizione. Dite loro quanto amate la Messa in latino, e perché; come vi ha condotto a una vita di preghiera più profonda; come vi ha avvicinato a Gesù nella Santissima Eucaristia; come ha aiutato la vostra famiglia, i figli, il coniuge; come vi ha aiutato a costruire una comunità con altre famiglie; le opere di misericordia corporale o spirituale cui ha dato origine. Dite loro che conoscete convertiti o riconvertiti che sono stati ricondotti alla Fede dall’antica liturgia.

I vescovi hanno bisogno di sentire questo, hanno bisogno di ricordare gli innumerevoli buoni frutti che la saggia politica di Benedetto XVI ha permesso di far fiorire. Anche i sacerdoti hanno bisogno di “sentire” i fedeli. Conoscere i bisogni, il sostegno e la gratitudine del popolo di Dio li fortifica nell’ora della prova e li rinvigorisce a continuare a lavorare per riavere la Messa in latino, o per rafforzarla là dove ancora persiste. Inoltre, è più probabile che facciano la cosa giusta quando le cose potrebbero andare di male in peggio.

(Sconsiglio di scrivere al papa, perché riceve molte lettere che non guarda mai, e con noi non è assolutamente comprensivo. Infatti odia il nostro tradizionalismo, quindi molte lettere, se le notasse, non farebbero altro che confermare i suoi pregiudizi. Dedicate i vostri sforzi alla scena locale, alla scena diocesana o regionale).

Il vostro vescovo ha proibito la messa in latino? Prendete spunto dai tradizionalisti francesi: radunate un paio di centinaia di persone (o anche di più, se si riesce ad organizzarli) e marciate fino alla casa o all’ufficio del vescovo, e restate lì per un po’, intonando canti, pregando il Rosario, testimoniando pacificamente con cartelli. Chiedetegli di uscire e parlare con voi. Non urlare o minacciare. Dimostrategli che esistiamo e che non smetteremo mai di chiedere il culto tradizionale della Chiesa. Potrebbe anche essere possibile offrire la Santa Messa all’aperto, nelle piazze, nei parcheggi, davanti alle chiese chiuse, come nella foto principale di questo articolo, che mostra i fedeli di Saint-Germain-en-Laye che celebrano la Messa fuori da un chiesa che era stata chiusa contro di loro.

Fate contare le vostre donazioni. Non date un centesimo a nessuna diocesi che non sostiene espressamente la Messa antica. Sostenete gli individui, i monasteri, le comunità e le società che la mantengono in vita e ce la offrono. Se conoscete sacerdoti “accantonati”, invitateli a casa vostra per dire la Messa. I cattolici di tutto il mondo hanno iniziato a costruire cappelle domestiche per i giorni di ricusazione che potrebbero essere imminenti. Sostenete questi sacerdoti con la vostra amicizia, con pasti e con aiuti.

Infine, farò eco a ciò che Fr. Zuhlsdorf ha detto tante volte sul suo blog: i cattolici tradizionali hanno tutte le ragioni per impegnarsi in opere di misericordia spirituale e corporale, in opere concrete di carità. Facciamo già molto nell’area pro-life ma ci sono altre opportunità che possiamo promuovere nei nostri locali. Non si dica mai (almeno da parte delle persone oneste) che i “cattolici della messa in latino” sono “interessati solo alla liturgia e non ad aiutare gli altri”. Eventuali coniugi con una famiglia numerosa di cui occuparsi stanno già donando al mondo una bella immagine di Cristo e della Chiesa, suprema testimonianza di carità e risposta eroica alla chiamata di Dio; ma molti di noi, di sicuro, potrebbero fare di più di quanto stiano già facendo nella sfera non liturgica.

Se prendiamo tutte le categorie (preghiera, studio, azione) e tutti i suggerimenti in ciascuna di esse, sono un sacco di cose e potrebbero sembrare opprimenti. Ma non sto dicendo che tutti debbano fare tutto, e certamente non tutte in una volta. Come dice il proverbio cinese, un viaggio di mille miglia inizia con un solo passo. Rendiamo più centrale la nostra vita di preghiera, un piccolo passo alla volta. Facciamo spazio a un po’ di studio, cinque o dieci pagine alla volta. Facciamo un po’ più di spazio per attività con altri cattolici che la pensano allo stesso modo. Scopriremo che, con il passare dei mesi e degli anni, la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore si rafforzeranno, così come la nostra capacità di rispondere alla crisi nella Chiesa.

“Sappiate che il Signore ha riservato per sé i pii; il Signore ascolta quando lo chiamo. Arrabbiati e non peccare… Offri giusti sacrifici e confida nel Signore… In pace mi coricherò e mi addormenterò; poiché tu solo, o Signore, mi fai abitare al sicuro» (Sal 4).
(Traduzione di Vincenzo Fedele)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Sempre piu' evidente la battaglia,lo scontro e' sulla liturgia.

Anonimo ha detto...

Dopo la lettera di Roche e quella del Vicario è confermato l’obiettivo che i fedeli legati alla Messa antica siano “guidati” ad abbandonarla (cosa già espressa chiaramente dal papa); che quanti finora hanno diffuso e promosso la liturgia tradizionale avrebbero sbagliato, abusando, a loro dire, di semplici “concessioni” dei precedenti pontefici (peccato che Giovanni Paolo II invitasse a concedere generosamente la liturgia tridentina e che Benedetto XVI esortasse a tenerla “nel debito onore” quale diritto di ogni sacerdote…); che il rito antico è stato usato per veicolare “un’ecclesiologia che non appartiene al magistero della Chiesa”!
Domanda: si è mai vista una venerabile liturgia così odiata fino a volerla estinguere, non dai nemici della Chiesa ma dalla sua stessa gerarchia?

Anonimo ha detto...

... una parrocchia dell'ordinariato anglicano...

13 settembre 1896 Lettera "Apostolicae Curae" di Leone XIII sull'invalidità delle ordinazioni anglicane.

Per "ordinariato anglicano" io intendo quello che intendeva Leone XIII. Forse l'autore dell'articolo intende qualcosa d'altro?

Anonimo ha detto...

https://onepeterfive.com/when-nuns-are-persecuted-lessons-from-the-russian-underground/

Anima errante ha detto...

Sono gli ex anglicani che sono entrati nella Chiesa Cattolica accettando il Catechismo e facendosi ordinare almeno sotto condizione.
Il loro Messale è un Novus Ordo molto tridentino (antico offertorio, usano quasi solo il Canone, hanno tutti i riti preparatori alla Messa) e con varie influenze anglicane (es la Preghiera di libero accesso)
Molti sono dei tradizionalisti, e loro parrocchie sono frequentate da molte persone di sensibilità tradizionale

Anonimo ha detto...

"Dove oggi muore la fede in Dio, domani perderanno credito anche la fede e la fiducia nella parola degli uomini. Dopo aver dubitato della parola di Dio, non saremo più lontani dal disperare di tutti i principi e della vita. Con un mucchio di uomini disperati, senza fedeltà e fede, non si lascia costituire alcun ordine statale. Accanto alle Costituzioni di Stato e alle leggi, che vengono continuamente cambiate e abrogate, accanto ai mutevoli sistemi della scienza, accanto ai valori culturali, che vanno e vengono, devono esserci valori eterni, che sono sottratti al mutare dei tempi e all'arbitrio degli uomini. I dogmi contenuti nella professione di fede apostolica, che hanno resistito al martellare dei millenni, sono tali verità immutabili, e proprio oggi, stando sulle macerie di Costituzioni politiche, guardiamo con venerazione a questi valori eterni, che sono elevati al di sopra degli umori dei popoli e dell'applauso della folla di strada. Accanto a ciò che è eternamente in mutazione, vi è qualcosa di persistente, qualcosa di duraturo. Accanto alle apparizioni poli statici, sopra i flutti mugghianti vi è un'arca ben fissata al suolo. Accanto ai regni terreni, i cui sotterratori sono già in agguato, deve esserci un regno di Dio, sul quale le porte dell'inferno non possono prevalere"
Cardinal Michael Faulhaber, Arcivescovo di Monaco-Frisinga, 1919