Pongo a disposición, en pdf, la versiòn española del importante ensayo del periodo 1980-82 sobre las multiformes manipulaciones a las que los artífices de la Misa Novus Ordo sometieron los textos latinos litúrgicos, realizado por el Prof. Rudolf Kaschewsky (1939-2020). Anteriormente hemos publicado la versión italiana: Crisi nella Chiesa: R. Kaschewsky, “Tendenze nelle orazioni del Nuovo Messale” I (aquí); II e III (aquí), con una Presentación de Paolo Pasqualucci.
Se trata de un estudio meticuloso que destaca con mayor consistencia la gravedad y el espíritu de los recortes y las modificaciones que han aguado o incluso cambiado el sentido de las fórmulas del Misal reformado de Paolo VI en comparación con el Missale Romanum tradicional. El ensayo completo aparecerá en cuanto se termine la traducción de la segunda parte y, en breve, formará parte de un trabajo más extenso ya in itinere.
Michael Davies, con esa icástica eficacia que bien refleja la analogía con lo que le ha sucedido a la Misa reformada del Novus Ordo, afirma: “en el nuevo rito anglicano de la misa, el del Prayer Book de 1549, no encontraremos la afirmación de herejías, sino omisiones de verdades de la fe esenciales. Las omisiones, lo que se calla, en la liturgia, es siempre grave, porque renunciar a afirmar en su entereza y claridad todas las verdades de la fe implicadas puede llevar a un vacío doctrinal en los sacerdotes y en los fieles que, en el futuro, abre el camino a la herejía: en pocas palabras, si hoy eres católico con una misa excesivamente simplificada, mañana, sin darte cuenta, serás protestante, porque la forma de tu oración ya no habrá nutrido tu fe”.
Tendencias en las oraciones del Nuevo Misal
2 commenti:
Il Pensiero Cattolico
https://www.ilpensierocattolico.it/index.php?%2Fentry%2F436-don-enrico-finotti-la-disciplina-liturgica%2F
Don Enrico Finotti: "La disciplina liturgica"
La nostra rivista Liturgia culmen et fons ha trattato di una questione grave e di sempre più urgente considerazione: la disciplina liturgica.
Infatti sembra che il dettato conciliare, che nella Costituzione liturgica Sacrosanctum Concilium si esprime con queste precise parole:
… Di conseguenza assolutamente nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica (SC 22).
sia largamente sconosciuto e quindi disatteso, anzi pare che da alcuni sia ormai ritenuto inadeguato e del tutto superato in nome di una creatività libera, relativa ai mutevolissimi contesti ‘pastorali’ in cui si celebra. Da ciò la confusione liturgica in cui versa una larga parte delle comunità cristiane, ma soprattutto il danno di una mentalità libertaria ormai pervasiva nel tessuto ecclesiale.
La sciatteria dottrinale del card. Gianfranco Ravasi
Lo scorso 22 novembre, su invito del card. Gianfranco Ravasi, il teologo valdese Paolo Ricca è intervenuto a una “Lectio Petri” nella Basilica Papale Vaticana. Ha tenuto la sua relazione ai piedi dell’altare della Cattedra di San Pietro, progettata da Gian Lorenzo Bernini e realizzata fra il 1656 e il 1665 per celebrare la teologia del primato petrino, fondamento del potere spirituale e temporale della Chiesa Cattolica. Proprio da questa sede, dall’altissima valenza simbolica, sia spirituale che dottrinale, Paolo Ricca ha presentato l’interpretazione valdese del “Tu es Petrus…”, in contrapposizione al magistero millenario e solenne della Chiesa Cattolica. “Gesù ha bisogno di molti Pietro, non basta uno”, questa l’idea centrale del teologo valdese. Capisco l’importanza del confronto teologico, anche con posizioni molto lontane, ma un po’ di sano discernimento e di “rispetto” nella scelta di tempi e luoghi sarebbe oltremodo opportuno. Questo non è dialogo, ma sciatteria dottrinale. Non saranno questi “coups de théâtre” a restituire autorevolezza e credibilità al magistero cattolico. La nostra debolezza attuale è anche questa.
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