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lunedì 7 novembre 2022

Ahi serva Italia, di dolore ostello! Stazioni di polizia cinesi in Italia

Fa tutto parte dell'operazione “Overseas 110”, che serve a rinnovare le patenti ma anche a presentare denunce e, alle forze di sicurezza, a fare intelligence. Per questo fanno paura ai dissidenti, e un po’ anche a noi. Mentre all'estero le autorità governative hanno inviato un'inchiesta sulle attività di queste strutture, in Italia tutto tace (almeno finora). 
"Una stazione illegale e segreta di polizia cinese a Prato". È questa la scoperta di Fuori dal Coro che, in onda martedì 1 novembre su Rete 4, cita un'indagine internazionale. Le immagini mostrate da Mario Giordano riprenderebbero il dentro della stazione. Qui, tra le altre cose, si vede un libro politico di Xi Jinping. "Come potete vedere - spiega l'inviato - quella che dovrebbe essere un'associazione culturale sembra la sede di un partito o di una Questura". Non a caso viene inquadrato un maxi-schermo che si collega direttamente in Cina: "Sembra quello degli interrogatori." Ora c'è il nuovo governo; ma le pastoie incombono... Cerchiamo di capire di più.

Ahi serva Italia, di dolore ostello!
Stazioni di polizia cinesi in Italia


Duecentotrentamila. Tanti sono i cinesi residenti all'estero accusati di frode (anche online) che in 14 mesi, dall'aprile 2021 al luglio 2022, sono stati "persuasi" dal governo di Pechino a rientrare in Cina e consegnarsi alla giustizia cinese. Un'operazione portata a termine grazie alla presenza di stazioni di polizia cinesi che operano in tutti e cinque i continenti.
Il metodo del “persuadere a tornare” è stato ampiamente raccontato in passato dalla Ong spagnola Safeguard Defenders, che lo scorso settembre è tornata sul tema con un'inchiesta sulle tattiche della crescente repressione transnazionale del Partito comunista cinese attraverso le stazioni di polizia cinese all'estero: 110 OverseasChina’s Transnational Policing Gone Wild. Secondo la Ong spagnola, sarebbero 54 le stazioni di polizia che la Cina ha aperto fuori dai suoi confini nazionali, in 21 diversi Paesi. Senza mai chiedere l’autorizzazione ai governi locali.

Le stazioni aperte in quattro città d'Italia
E tra questi c'è anche l'Italia. Sul territorio italiano ci sono stazioni di polizia di servizio per i cinesi d’oltremare della contea di Fuzhou e Qingtian in quattro città: Roma, Milano, Firenze e Prato. Mascherati da uffici amministrativi per il rinnovo patenti o per il supporto burocratico dei cinesi oltre confine - attività di competenza di ambasciate e consolati -, questi sportelli rappresentano una minaccia per la sicurezza e la sovranità territoriale dei Paesi in cui sono presenti.
Il sospetto sollevato è che queste stazioni siano attive per controllare la fedeltà della popolazione cinese all’estero e per controllare i dissidenti, costringendoli a rientrare in patria attraverso minacce anche a parenti e amici in Cina. Il timore più alto è che queste strutture facciano anche operazioni di polizia in un territorio di uno Stato terzo. E in quest'ultimo caso si tratterebbe di un'attività illegale. I funzionari cinesi non hanno negato l'esistenza di tali strutture, ma hanno affermato che esistono esclusivamente per fornire servizi burocratici ai cittadini cinesi e non prevedono operazioni di polizia.

A dare rinnovata forza ai dubbi ci sarebbero anche alcuni articoli pubblicati da diversi media cinesi, nei quali vengono pubblicizzate le operazioni di polizia per i cittadini cinesi all'estero. Come riporta il report dell'Ong spagnola, già nel maggio del 2019 il People’s Public Security News presentava l’“innovativa creazione di centri di servizio di polizia d’oltremare” dell’Ufficio di pubblica sicurezza della Contea di Qingtian, che forniscono “servizi convenienti per il vasto numero di cinesi d’oltremare” in 21 città di 15 Paesi, e per cui sono stati assunti “135 leader cinesi d’oltremare nati a Qingtian e leader di gruppi cinesi d’oltremare”, “costruendo una squadra di oltre 1.000 persone” coordinata da un “centro di collegamento domestico”.

Mentre all'estero le autorità governative hanno inviato un'inchiesta sulle attività della polizia cinese con la chiusura anche di una stazione in Olanda, in Italia tutto tace. E questo, nonostante l'attenzione sollevata da diverse inchieste giornalistiche de Il Foglio che hanno fatto luce sulle attività della stazione di polizia d’oltremare di Fuzhou nella città di Prato, in Toscana. La stazione di Prato, aperta nella sede dell'Associazione culturale della comunità cinese di Fujian in Italia, ha recentemente deciso di non fornire più il servizio di supporto per il rinnovo patente, come precisato a Today da Marco Wong, consigliere comunale del Pd a Prato.

La mancata azione del governo italiano
Ma la risposta del governo italiano si fa attendere. Laura Harth, campaign director di Safeguard Defenders, ha raccontato a Today di aver inviato una lettera per conto della Ong spagnola al neo ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, per denunciare la questione e chiedere misure concrete da parte del Viminale. Al momento, dal ministero non è arrivata ancora alcuna risposta.

"Il governo italiano, come altri governi, dovrebbe dichiarare 'illegali' queste stazioni imponendo la loro immediata chiusura - precisa Harth -. Inoltre, è necessario avviare un'indagine per comprendere come queste stazioni siano state istituite". Per la campaign director di Safeguard Defenders, è chiaro che le stazioni abbiano un legame diretto con il Dipartimento di Lavoro del Fronte Unito - che risponde al Comitato centrale del Partito comunista cinese - ed è per questo necessario avviare un'indagine sulle attività svolte. L'organo in mano al Pcc è infatti stato accusato di condurre campagne di influenza estera rivolte a individui e gruppi cinesi che vivono fuori i confini della Cina. Un’accusa che Pechino ha respinto più volte.

L'attenzione deve quindi essere alta. "È una questione di politica interna, perché queste attività della Repubblica popolare cinese rappresentano una minaccia domestica a tutto tondo, anche per l'Italia - dichiara Harth -. È quindi necessaria una risposta congiunta da parte di tutto il governo italiano: devono essere coinvolti il ministero dell'Interno e quello della Giustizia, e non solo il dicastero degli Esteri". Da qui, precisa la campaign director della Ong spagnola, è opportuno rivedere tutti gli accordi che l'Italia ha siglato con la Repubblica popolare cinese negli ultimi anni: dall'apertura degli Istituto Confucio nelle università italiane, all'accordo sui pattugliamenti congiunti tra forze di sicurezza italiane e cinesi nelle città italiane con maggiore presenza di cittadini cinesi, fino all'intesa sulla cooperazione rafforzata tra Italia e Cina.

L'allarme sulla attività delle stazioni di polizia all'estero è suonato solo quando diversi cittadini cinesi hanno denunciato di aver ricevuto pressione da questi commissariati travestiti da uffici consolari. Tuttavia non sono ancora state accertate in Italia attività repressive analoghe a quelle denunciate in altri Paesi. "Questo perché - spiega Harth - c'è molta paura di rivolgersi alla polizia che, nel caso italiano, ha accordi di cooperazione con la controparte cinese". Ma Harth non ha dubbi: le operazioni di influenza e interferenza nella comunità cinesi sono attive anche in Italia. Ora spetta al governo Meloni fare chiarezza sulla questione. - Fonte

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutti zitti per la rimozione del crocifisso. Si meritano il muezzin. I pavoni multiculturali al potere, per cui gli uomini possono essere donne ma i cristiani non devono essere cristiani, rimuovono la croce del XV secolo per il G7 nella città dove fu firmata la Pace di Westfalia e del vescovo Von Galen. Non un solo comunicato di sdegno. Non una nota diplomatica. Ministro Tajani, un po' meno comodo sulla poltrona e mostri più coraggio. Quel crocifisso sarebbe "non cosmopolita" ma espressione di una "cultura dominante". Intanto in molte città tedesche ogni venerdì si può sentire urlare: "Non c'è dio all'infuori di Allah e Maometto è il suo profeta". L'Europa offesa dai simboli cristiani è in uno stato di morte cerebrale...

Anonimo ha detto...

"Il secolo delle tenebre non è buio da un capo all’altro. Alcuni degli individui che vi hanno camminato potranno servirci da guida in questa traversata del male".
(Tzvetan Todorov)

Ma ogni secolo è tempo di tenebra.
Così che la luce vi possa rifulgere più chiara.
E il bene possa essere con noi.
Perché ogni volta che, nonostante tutto,
un uomo sceglie il bene,
anche solo per istinto e commozione,
ci rivela la sua nostalgia di Dio.
E accende un piccolo punto di luce, nella tenebra dei cuori e del mondo.
Cosi passerà la notte.

Anonimo ha detto...

L'inchiesta del FOGLIO era stata segnalata da informazionecorretta.com.
Se ĺ'azione cinese fosse stata considerata buona e giusta la segnalazione noñ ci sarebbe stata.
Quando ci furono le Olimpiadi di Pechino spesso durante il tragitto della fiaccola olimpica ci furono dimostrszioni di esuli tibetani, esuli con tanto di bandiera tibetana. Bandiera che oggi mon sventola piu perche decenni or sono il Tibet fu occupsto militsrmemte dalla cina. E da allora anche il sovrano tibetano cioe' il DALAI LAMA vive in esilio.
Queste associazioni possono essere effettivamente ùn mezzo di controllo del governo cinese. Occorrerebbe un' azione concordata dei vari stati occidentali.

Anonimo ha detto...

Scusi tanto se mi permetto di ricordarvì che Tajani e' il nostro ministro degli esteri perche' e' un volto noto e stimato in Europa. Ha il compito di rassicurare l'EUROPA sul nostro nuovo governo.

Anonimo ha detto...

Marco Palladino.
Il blocco navale sta funzionando perfettamente, al contrario.
Le ONG sanno quanto vale il circo nostrano e si danno persino un appuntamento collettivo e contestuale.
Con Malta o con altri paesi non ci provano neanche, non si passa. Per fortuna c'è la pacchia italiana, che da sola assorbe tutto il "fatturato" di queste ricchissime società del nord europa, che con le bandiere dei rispettivi paesi, e gli equipaggi che guadagnano fino a 8000 euro al mese (quando si dice la bontà), scaricano in questo deposito aperto a tutti, persino nello stesso momento, perché così si fa con i caproni tricolore, che più muoiono di fame e di effetti avversi e più diventano buonisti.
L'italia è il loro eden, la loro terra promessa dove tutto si avvera e non ci sono limiti alle pretese; dove il più straccione degli scafisti, preso a calci a casa propria, qui' diventa un eroe e conta più di tutto il governo messo assieme.
Mentre ancora non è spento l'eco delle solenni promesse elettorali, la situazione è questa:
1) Humanity 1 battente bandiera tedesca: 144 sbarcati e 35 in attesa;
2) Geo Barents di MSF battente bandiera norvegese: 357 sbarcati e 257 in procinto;
3) Rise Above battente bandiera tedesca con 95 persone in arrivo;
4) Ocean Viking bandiera norvegese con 234 persone in carico.
Non basta: Alarm Phone annuncia che altri 500 sono nei pressi, già recuperati dalla nostra capitaneria (socia delle ong, ma pagata dai fessi italiani) e pronti a sbarcare senza limitazioni.
Ma come camperebbe questa gente, senza questa terra del bengodi (per gli altri), che fa di tutto per tutti, mentre manda al macero i propri figli?
Pare che gli illustri comandanti di questi nobili natanti di carne umana secondo Soros, ormai facciano letteralmente a cazzotti tra di loro a chi arriva prima, come nei buffet gratuiti, insomma all'assalto.
A questo punto la soluzione è una sola: siccome i centri di accoglienza sono esplosi e i palazzetti stracolmi, deportiamo gli italiani ancora vivi, in qualche deserto a disposizione e facciamo doveroso spazio a questo trasbordo continentale;
purtroppo punture, alluvioni, bollette, ponti che crollano e strisce stellari, sono troppo lenti nell'azione, a bisogna velocizzare.
Gli armatori hanno investito montagne di denaro in questo progetto e non possiamo farli attendere troppo; tanto gli italiani sono felici di morire e l'unica cosa che li preoccupa è che non torni Mussolini o che non si interrompa il campionato di calcio, per il resto va bene tutto, anche la doppia dose contemporanea su i due bracci: si risparmia infatti tempo e attesa.
E mentre la colonna di navi si allunga come quelle fuori dai centri commerciali quando esce la nuova versione dell'IPhone, la premier che doveva sovvertire tutti i pronostici, è già in viaggio verso Sharm El Sheikh, dove si terrà il Cop 27 sul clima, e dove lei ha già promesso di abbattere la co2 di un ulteriore 55% entro il 2030, a costo di chiedere consiglio direttamente a Bill Gates.
Si dice che persino Al Sisi, che fino ad oggi ha sistematicamente rifiutato di incontrare i primi ministri italiani, ritenendoli meno degni dei suoi lavacessi nella residenza presidenziale di el-Orouba, abbia espresso la disponibilità ad incontrare la bionda della Garbatella.
Vuoi mettere? Mettere la gente a 90 gradi è sempre un piacere, ma farlo con una donna, non ha prezzo.
Per tutto il resto c'è la Repubblica Italiana.
Le navi delle ONG, finche' non sbarcheranno tutti, si rifiutano di lasciare le banchine.
Due evidenze:
1) non abbiamo più nemmeno sovranità marittima;
2) il blocco navale lo hanno fatto loro.