Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 17 settembre 2025

Chiese in fiamme /Il significato della distruzione secondo Sant'Ambrogio di Milano

Nella nostra traduzione da Substack.com una bella riflessione sulla sorte degli edifici destinati al culto, inclusi - in senso biblico - i nostri corpi. Ben lontano dal sensus fidei e da quanto sapientemente ci richiama il testo, il concerto pagano-protestante svoltosi a San Pietro nei giorni scorsi (qui).

Chiese in fiamme
Il significato della distruzione secondo Sant'Ambrogio di Milano

Dal 2019, quando abbiamo assistito tutti, sconvolti, all'incendio della cattedrale di Notre-Dame a Parigi (qui precedenti su Notre Dame dal link nell'incipit), abbiamo sentito parlare costantemente di eventi della stessa natura (da qui numerosi precedenti). 
Assetati di sensazionalismo, i canali mediatici non esitano a esporli al grande pubblico, evitando solitamente di commentare le origini di questi incendi. L'incendio più recente ha colpito la cattedrale cattolica della città francese di Rouen, nell'estate del 2024 (qui). [Più recente ancora l'incendio del campanile (anche qui "la flèche") a Rocca Priora qui -ndT]

Ciò che ha attirato la mia attenzione è stato il punto di innesco dell'incendio: quella che i cattolici francesi chiamano "la flèche" della Cattedrale, ovvero la guglia che si erge sulla cima del campanile di una chiesa. Nel caso dell'incendio di Notre-Dame, senza dubbio, lo stesso elemento ha rappresentato il culmine: la caduta della guglia. Di conseguenza, mi è subito venuta in mente la seguente domanda: cosa potevano simboleggiare un simile evento e il dettaglio più significativo registrato – la caduta della guglia? Per trovare una risposta edificante, abbiamo bisogno di alcuni "ingredienti", che presenterò di seguito.

La Divina Provvidenza e la distruzione dei Luoghi Santi

Ricordiamo tutti come il nostro Signore Gesù Cristo sottolinei l'opera della Divina Provvidenza nei Vangeli. Ad esempio, nel capitolo 6 (versetto 26) del Vangelo di Matteo, leggiamo che gli uccelli, che non possono procurarsi il cibo da soli, sono nutriti dalla cura del Padre Celeste. Poche pagine dopo, nel capitolo 10 (versetto 29), ci viene detto che nemmeno un passero cade a terra senza che Dio lo sappia. Tutte queste affermazioni ci preparano all'assioma più importante:
Ma perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati (Matteo 10:30 ; la stessa affermazione è fatta in Luca 12:7).
L'interpretazione universalmente accettata di questo brano è che Dio, attraverso la Sua Provvidenza, da un lato, provvede a tutte le creature in modo differenziato, con gli esseri umani che occupano un posto privilegiato. Dall'altro, nulla – assolutamente nulla – viene trascurato da Dio: persino i più piccoli dettagli sono da Lui considerati. Entrambe le idee chiave del versetto di Matteo si intrecciano armoniosamente nel commento di San Tommaso d'Aquino:
Egli (cioè, nostro Signore, Gesù Cristo) mostra (…) di avere una preoccupazione per gli uomini e un'altra per le bestie, quando dice: «Ma perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati». Egli mostra quale sia la differenza nella provvidenza di Dio, con la quale Egli provvede in modo diverso alle diverse creature. Aveva infatti detto che non cade a terra un solo passero senza la volontà del Padre; ma qui dice che non solo non cadrete voi, ma neppure i vostri capelli. E qui indica una provvidenza riguardante le azioni più piccole, perché tutte le cose in esse sono ordinate a loro, e il Signore provvede a queste cose.(1)
Niente sembra più banale dei capelli. Eppure, Dio li ha menzionati per sottolineare quanto sia ampia la Sua Provvidenza, che non si lascia sfuggire davvero nulla, nemmeno un capello! Se meditiamo su questa realtà, le conseguenze sono notevoli. Ad esempio, io, che scrivo queste righe, sono visto pienamente da Dio (non un solo mio pensiero Gli sfugge!). Voi, signore o signora, che leggete ciò che ho scritto, siete scrutati dalla Divina Provvidenza in ogni momento della vostra lettura. In una parola, nulla accade senza che Dio, l'onnisciente, veda – con divina cura – ciò che accade in ogni momento a ciascuno di noi. Tuttavia, se ci viene detto non direttamente di noi stessi, ma dei nostri capelli, ciò indica che non solo le creature razionali, ma assolutamente ogni cosa – anche le cose più insignificanti – sono scrutate dalla Santa Provvidenza.

Allora perché una cattedrale dovrebbe bruciare, un luogo sacro dove Dio dovrebbe essere onorato e adorato? Chiaramente, secondo la dottrina della Santa Provvidenza, un simile monumento architettonico è sotto la speciale cura di Dio. Questa domanda ci ricorda immediatamente un altro episodio del Vangelo di Matteo. Dopo aver pronunciato il Suo terribile avvertimento e aver lasciato il Tempio, nostro Signore fu avvicinato dai discepoli, che, estasiati, gli mostrarono la maestosità della magnifica struttura. La Sua risposta giunse come una doccia fredda:
In verità vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta (Matteo 24:3).
Cambiamo un po' il contesto. Immaginate che gli apostoli, nostri contemporanei, si recassero a Parigi insieme alle migliaia di cattolici amanti della Tradizione e partecipino all'annuale pellegrinaggio di Chartres. Lì, di fronte alla magnifica cattedrale, avrebbero avuto la stessa discussione con Nostro Signore Gesù Cristo sulla maestà del luogo santo. Prontamente, senza ulteriori commenti, il Salvatore avrebbe dato loro una risposta simile:
In verità vi dico: questa brucerà finché non sarà rasa al suolo
Credo che chiunque di noi rimarrebbe scioccato nel sentire una simile risposta. Ora, mentre vediamo cattedrali e chiese bruciare davanti ai nostri occhi, siamo costretti – proprio come gli apostoli davanti al Tempio – ad aprire il dialogo più difficile possibile: quello sul male che cresce in questo mondo fino alla punizione finale e alla fine della storia.

Lascerò la discussione dettagliata della risposta apocalittica del Salvatore Gesù Cristo agli apostoli per altri articoli. Per ora, torno alla domanda iniziale: cosa significa la distruzione di una cattedrale tramite incendio? E che dire del crollo della guglia? Un commento del grande maestro di Sant'Agostino, Sant'Ambrogio di Milano, mi ha fornito la chiave di lettura.

Sant'Ambrogio e i significati nascosti del Tempio
La prima spiegazione che mi è venuta in mente quando ho visto l'incendio della Cattedrale di Notre-Dame a Parigi è stata la stessa che mi viene in mente ogni volta che vedo città storiche: chi ci vive non costruisce più ciò che costruivano i suoi antenati. Ovviamente, è un altro modo per dire che non contribuiscono più ad accrescere la bellezza del mondo. Molte volte mi sono chiesto: perché oggigiorno nessuno costruisce cattedrali come Notre-Dame?

Nessun'altra civiltà ha mai posto tanta enfasi sulla tecnologia quanto quella moderna, eppure non può né desidera costruire meraviglie come quelle dei muratori Jean de Chelles (attivo tra il 1258 e il 1265) e Pierre de Montreuil (? – 1267), i progettisti della cattedrale di Notre-Dame. Se così fosse, cosa possiamo aspettarci se non la graduale distruzione delle loro creazioni?

Tali considerazioni non contengono alcuna vera spiegazione. Si limitano a riconoscere la nostra inferiorità, come persone moderne, rispetto a quelle delle brillanti culture classiche: antica, medievale, rinascimentale. Ma questo è un fatto ben noto, sebbene nascosto da tutti gli storici "revisionisti" e "modernisti". La risposta è venuta da altrove.

Cercando il commento dei Padri della Chiesa alla dura risposta di Nostro Signore agli apostoli meravigliati dalla grandiosità del tempio, ho trovato alcuni commenti che mi hanno dato spunti di riflessione. Il maestro di esegesi biblica alessandrino, Origene (c. 185-c. 253), spiega che ciò che è stato abbandonato da Dio non può durare. Che si tratti del tempio o di una persona – il tempio dello Spirito Santo – che, attraverso il peccato, si aliena da Dio, il risultato è sempre lo stesso: una volta che lo Spirito Santo si ritira, seguono desolazione e distruzione.

Sant'Ambrogio di Milano (c.339–397) offre un commento simile:
Si disse allora che il tempio fatto da mani d'uomo doveva essere distrutto. Poiché non c'è nulla fatto da mani d'uomo che il tempo non corrompa, la violenza non distrugga o il fuoco non bruci. Ma c'è anche un altro tempio, cioè la sinagoga, il cui antico edificio cade in pezzi mentre la Chiesa risorge. C'è anche un tempio in ognuno, che cade quando manca la fede, e soprattutto quando qualcuno si maschera falsamente sotto il nome di Cristo, per ribellarsi alle proprie inclinazioni interiori.(2)
Come potrete immaginare, la parola che ha attirato la mia attenzione è stata "fuoco": mi ha fatto subito pensare all'incendio della cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Il commento stesso contiene tre livelli di interpretazione. Il primo si riferisce all'evanescenza di questo mondo decaduto: tutto qui è fugace, nulla rimarrà delle sue cose: né le piramidi, né i templi delle varie religioni, e nemmeno le maestose cattedrali gotiche. Perché non dimentichiamolo, nell'eterna Gerusalemme Celeste non ci sarà alcun tempio:
E non vidi alcun tempio in essa, perché il Signore Dio Onnipotente è il suo tempio, e l'Agnello (Apocalisse 21:22).
La straordinaria idea contenuta in questo versetto merita un articolo a parte. Ciò che dobbiamo ricordare, per ora, è l'analogia tra la distruzione del tempio umano attraverso la perdita della fede e, soprattutto, attraverso la diffusione dell'ipocrisia. Quando un mondo intero, disprezzando la presenza di Dio in una cattedrale, la trasforma in una mera attrazione turistica, dimostra una profonda forma di ipocrisia. Questo perché lo scopo che dà significato a un edificio così sacro non è il turismo, spesso profano e dissacrante, ma il culto e l'adorazione dovuti a Dio da coloro che vivono in una città – qualsiasi città – dove si trova una chiesa o una cattedrale.

Quando questa verità fondamentale viene dimenticata e ignorata, e le anime dei cittadini, infiammate dalle fiamme di varie passioni e vizi, ardono sotto le apparenze di un cristianesimo di facciata, non può seguire altro che l'abbandono dei luoghi santi da parte di Dio e la loro distruzione. Il simbolo eminente del disastro di un'anima il cui "occhio" – l'intelletto – non aderisce più alle verità soprannaturali della Rivelazione è il crollo della "flèche" – la guglia della cattedrale. Ciò simboleggia chiaramente la massima altitudine verso cui ci dirige l'attenzione del simbolismo architettonico sacro: quella della mente, il cui cammino – come dice San Bonaventura nel suo Itinerarium Mentis in Deum – ascende a Dio.

Ovviamente, tali verità, tratte dal commento di Sant'Ambrogio, contengono non solo una critica durissima ai falsi cristiani, ma anche il rimedio per tutti coloro che desiderano incontrare il loro Creatore nella luce mistica delle antiche cattedrali cristiane dedicate a Dio dai nostri antenati. E questo rimedio non può che essere la trasformazione del proprio corpo e della propria anima in un vero tempio dello Spirito Santo. In effetti, questo è sempre stato lo scopo principale delle severe mortificazioni a cui vediamo i santi di diverse epoche sottoporre i loro corpi. Questo è, dopotutto, lo scopo di ogni ascesi cristiana.
Robert Lazu Kmita, 16 settembre
___________________________
1 L'intero commento può essere letto online qui: https://aquinas.cc/la/en/~Matt.C10.L2.n874.3 [Consultato il: 16 settembre 2025].
2 Tutti i commenti possono essere letti nella Catena Aurea di San Tommaso d'Aquino : https://www.ecatholic2000.com/catena/untitled-31.shtml [Consultato il: 16 settembre 2025].

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Vi chiedo, soprattutto per il nostro traduttore e il lavoro di redazione così impegnativo, la cui leggibilità è garantita anche dall'assenza di inserzioni pubblicitarie: 
Aiutate l'informazione libera, gli approfondimenti cattolici e le quotidiane traduzioni accurate di Chiesa e post-concilio.
IBAN - Maria Guarini
IT66Z0200805134000103529621
Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731

NB. Per la nuova piattaforma già inizializzata, sto ancora cercando di organizzarmi, con qualche difficoltà, sotto il profilo tecnico. Spero di risolvere a breve e comunicarvi il tutto.
Intanto, hic manebimus, con profitto sotto l'aspetto dei contenuti, per ora... 

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Immagini e interpretazioni coerenti tra loro. Tuttavia esistono oggi chiese / monumento/ pinacoteca tanto belle diventate solo meta di turisti distratti, a tratti stupiti. Non resterà nulla di questa terra, ma ovunque saremo non potrà mancare il bello che su questa terra abbiamo imparato a conoscere e sempre commuove e ci commuove ancora malgrado le nostre malefatte.

Anonimo ha detto...

"Di conseguenza, mi è subito venuta in mente la seguente domanda: cosa potevano simboleggiare un simile evento e il dettaglio più significativo registrato – la caduta della guglia?". Il senso è molto più semplice: mancanza nell'osservare le norme antincendio e poca attenzione ai cantieri durante i lavori.

mic ha detto...

In un caso potrebbe anche darsi; ma in presenza del ripetersi di episodi analoghi...

Anonimo ha detto...

Da vedere anche il libro del commento ai macabbei di Don Dolindo...."Dio chiede il sacrificio di quel tempio come espiazione perche non si adorava piu al suo interno" a grandi questo il concetto

Anonimo ha detto...

Leone XIII la definiva «gemma orientale incastonata nella tiara pontificia» ma oggi la comunità basiliana alle porte di Roma è a rischio liquidazione e il complesso potrebbe finire agli ortodossi. Le tappe di un disastro annunciato da quando la terza circoscrizione orientale d’Italia venne affidata all'allora vescovo di Albano.
https://lanuovabq.it/it/svendesi-abbazia-la-cura-semeraro-nuoce-a-grottaferrata
Eclissi..

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Non so se sia un errore di traduzione o distrazione, ma la Flèche, la guglia, almeno a Notre Dame non è il campanile ma si trova al centro della "crociera", solo in alcune chiese gotiche, (come quelle inglesi di Wells e Canterbury) lì c'è un tiburio. Anzi, a Notre Dame di Parigi i campanili non hanno guglia, come noto i loro tetti sono piani. Guglie sui campanili si trovano p.es. a Chartres.

Anonimo ha detto...

Ls guglia è un simbolo al pari del campanile