Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 11 settembre 2025

Il demonio in cattedra: la Costituzione anfibologica e il trionfo del potere sull'ordine delle cose

Il rovesciamento culturale di oggi: chi denuncia il male rischia di essere accusato di atteggiamento discriminatorio. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

Il demonio in cattedra: la Costituzione anfibologica
e il trionfo del potere sull'ordine delle cose


La vicenda che ha visto protagonista un docente di storia e filosofia in un liceo di Palermo, sospeso dall’insegnamento e privato della retribuzione per avere richiamato una studentessa che indossava un crocifisso capovolto e dichiaratasi "satanista", non è un mero fatto di cronaca scolastica, ma un caso paradigmatico della torsione a cui viene sottoposto il diritto costituzionale positivo che ha rinnegato l'ordine oggettivo delle cose, piegandosi a criteri contingenti e fluidi.

Il Tribunale Ordinario di Palermo-sezione lavoro, nel respingere il ricorso del docente e nel confermare la sanzione, ha fondato la propria decisione su tre capisaldi: 1) la violazione della dignità della studentessa; 2) la lesione della sua libertà religiosa; 3) la contrarietà del comportamento ai principi di laicità della scuola pubblica.

Ognuno di questi elementi, se analizzato alla luce anche della sola Costituzione positiva, rivela gravi aporie. In primo luogo, la dignità, evocata implicitamente dall’art. 2 Cost. quale principio inviolabile della persona, non può essere ridotta a sentimento soggettivo di offesa o turbamento. Se la dignità si trasforma in pura percezione individuale, essa perde la sua funzione di limite e fondamento del diritto per diventare arbitrio. Il docente non ha umiliato la studentessa in quanto persona: ha denunciato il significato oggettivo di un simbolo, il crocifisso rovesciato, che, nella tradizione occidentale, è legato a pratiche sataniste e, dunque, ad un paradigma anti-cristiano.

Equiparare questa denuncia a discriminazione significa confondere l’offesa alla persona con la critica a un simbolo e ai valori che esso evoca. In questo scarto semantico si annida un vero e proprio capovolgimento del senso costituzionale della dignità.

In secondo luogo, la libertà religiosa, garantita dall’art. 19 Cost., non si configura come pretesa a non essere mai criticati per le proprie scelte, né come diritto assoluto all’immunità da giudizi contrari. La libertà di manifestare il proprio credo comporta, per intrinseca logica, la possibilità che esso sia discusso e contestato nello spazio pubblico.

In questo caso, la studentessa ha proclamato pubblicamente la propria appartenenza al satanismo; non si può, allora, invocare la tutela della riservatezza ex art. 2 e art. 8 CEDU, come se l’identità religiosa fosse rimasta nella sfera privata. La scelta, infatti, di rendere pubblico un orientamento religioso lo espone legittimamente al confronto critico. Negare questa possibilità significa rovesciare la libertà religiosa in una forma di intangibilità dogmatica, contraria al principio di pluralismo che la stessa giurisprudenza costituzionale ha sempre riconosciuto come essenza della "giacobina" laicità repubblicana.

In terzo ed ultimo luogo, il richiamo al principio di laicità, elaborato dalla Corte costituzionale come "principio supremo" (sent. n. 203/1989), è qui radicalmente travisato. La laicità non equivale a neutralizzazione del religioso, né tantomeno a silenziamento di chi richiami il valore di un simbolo o metta in guardia da pratiche che hanno un impatto sociale. La laicità, intesa come imparzialità dello Stato nei confronti delle diverse confessioni, si traduce nel garantire lo spazio del confronto, non nell’espungere dal discorso pubblico ogni giudizio critico.

Presentare la censura del male come violazione della laicità significa utilizzare il principio come strumento ideologico di sterilizzazione del dissenso, piegando la scuola pubblica a un paradigma di neutralità apparente che è, in realtà, opzione culturale sostanziale. Il cuore della vicenda sta proprio in questo rovesciamento: l’insegnante, che in forza dell’art. 33 Cost. gode di libertà di insegnamento e del dovere di educare criticamente, è stato colpito proprio nell’esercizio di quella libertà, in nome di una concezione deformata della dignità, della libertà religiosa e della laicità.

Chi ha denunciato il pericolo insito in pratiche legate al satanismo è stato sanzionato in modo assurdo e vergognoso dall'amministrazione scolastica come discriminatore. Chi ha posto un argine morale è stato trattato come violatore di diritti.

Si manifesta così, in controluce, il "dramma" del costituzionalismo: esso, rinunciando a riconoscere la Costituzione naturale (Aristotele, De Maistre, Castellano) in quanto radica il Testo findamentale nel potere che lo pone (sia esso la sovranità popolare, sià esso la sovranità della Nazione), si pone come via per assicurare il vitalismo sociale con tutti i suoi contraddittori contenuti.

La Costituzione, in questo modo, favorisce l'indifferentismo, rivelandosi un testo anfibio, interpretabile in modo contraddittorio, capace di giustificare tanto la libertà di insegnamento quanto la sua compressione, tanto il pluralismo quanto la censura, a seconda dell’egemonia culturale dominante. È la plasticità dei principi, non più radicati in un fondamento stabile, che consente di trasformare la denuncia del male in discriminazione e la critica in intolleranza.

Non sorprende, dunque, che in un contesto di costituzionalismo modulare si giunga a un esito simile: quando la Costituzione non è più radicata nell’essere ma nel potere, il diritto non custodisce la verità, ma nega chi la richiama. È questo il volto amaro di un ordinamento che, smarrito il legame con l’ordine naturale, diventa specchio delle forze che lo dominano.
Daniele Trabucco

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Presumo che la famiglia della giovane se non seguace dei satanisti sarà simpatizzante, quindi si scelga una scuola satanista così si troverà tra i suoi simili. No? Perché mettere la minore in contraddizione con la cultura italiana che è cattolica? Nella scuola italiana esiste anche l'insegnamento della religione cattolica che non si sposa nè per dritto, nè per rovescio con il satanismo. E pur essendo un insegnamento non obbligatorio gli insegnanti di religione hanno sempre testimoniato che a seguire questa materia sono le menti migliori delle classi. È bene però che la studentessa in questione cresca nella cultura satanista prossima all'ambiente dove è nata, cresciuta e vive. Per evitarle dissonanze pedagogiche.

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Ma la croce capovolta una volta era addirittura il secondo simbolo più sacro: la croce di San PIetro, che fu crocifisso capovolto perchè riteneva indegno morire come Gesù, altro che simbolo demoniaco.
Non si sa bene perchè qualcuno negli ultimi cinquant'anni (alcuni dicono Giovanni Paolo II) abbia abbandonato tale simbolo "lasciandolo" di fatto ai satanisti.
Ma quando il Papa era "Papa Re", fu usata perfino per una medaglia militare. C'è una foto del capo Sioux Toro Seduto con addosso le medaglie e gli ornamenti strappati ai caduti dopo la battaglia del Little Bighorn: fra questi si vede un crocifisso, poichè molti soldati dell'US Army erano di origine irlandese e non mancavano neppure di origine italiana, e analizzando bene la fotografia (in quella che appare su Wikipedia non si riesce ad osservare) hanno osservato che una delle medaglie di cui si era appropriato recava una croce capovolta: era una medaglia dello Stato Pontificio, concessa ad un ufficiale irlandese che aveva militato nelle forze pontifice sconfitte a Castelfidardo che era riuscito a far ripiegare i suoi uomini e per questo premiato e poi, dopo lo stesso 1861, fuggito negli USA, arruolatosi con gli unionisti e rimasto militare anche dopo la guerra civile; mi pare si chiamasse Keyogh o qualcosa così (si legge "Kiio"). Ovviamente teneva molto a questa decorazione e, probabilmente sotto la giubba, se la conservava come ricordo fino a quel per lui fatale 25 giugno 1876.
Ancora nel 1861 quindi la croce capovolta, talora col Santo raffigurato, era usata dal Papato stesso, tanto da essere stata scelta addirittura per una specifica decorazione militare.
Perchè i Papi non abbiano più protestato per l'appropriazione da parte dei satanisti non ne ho idea.

Anonimo ha detto...

OT. Texte magnifique, à lire absolument, d'Israel Shamir sur la situation des chrétiens en Palestine :

https://plumenclume.com/2025/09/11/les-lieux-saints-chretiens-et-letat-juif-par-israel-shamir/

Laurentius ha detto...

Splendido articolo. Grazie di cuore per avermelo fatto conoscere!

🌹🌿🌹🌿🌹

Benedetto sempre sia il Santo Nome di Maria.

🌹🌿🌹🌿🌹

Anonimo ha detto...

Infine tutte queste distorsioni sono espressioni dei vizi capitali ai quali
ci siamo sottomessi. La superbia da sola causa la maggior parte della infelicità propria e del prossimo.L'uomo post moderno, che pretese di farsi Dio, oggi si ritrova col suo potenziale ormai stravolto, alterato, limitato alla brutta copia di sé.

Anonimo ha detto...

Il soldato irlandese che aveva combattuto col Papa, "dopo il 1861, fuggito negli USA.."
I volontari irlandesi che avevano combattuto con il Papa per difendere lo Stato Pontificio furono rimpatriati. Se il sunnominato "fuggì", non sembra possibile che sia fuggito dall'Italia.

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Approfittando di un po' di stanca in ufficio, ho trovato qualcosa sull'ufficiale irlandese reduce dell'esercito pontificio (non si sa se aveva già la cittadinanza americana quando ucciso) e soprattutto come si scrive giusto, Keogh, wikipedia inglese gli ha dedicato una pagina:
https://en.wikipedia.org/wiki/Myles_Keogh
Non viene dato come cittadino irlandese perchè allora l'Irlanda non era uno stato (se ricordo bene, come tale nacque nel 1931), ma non viene neppure dato come cittadino britannico. Viene dato come dimissionario dall'esercito pontificio nel 1862 per unirsi all'esercito unionista durante la guerra civile americana (non fu quindi rimpatriato in Irlanda nè fuggì dall'Italia come Regno d'Italia), esercito in cui militò fino alla sua uccisione in battaglia al Little Bighorn.
La medaglia pontificia che gli fu sottratta da Toro Seduto e che appare in una foto addosso al capo Sioux era la Pro Petri Sede, anche di questa Wikipedia inglese ha una voce con l'immagine: la medaglia aveva la croce capovolta ma non l'immagine del santo.
Resta il mistero perchè la Chiesa abbia abbandonato questo simbolo ai satanisti.

Anonimo ha detto...

Il fatto curioso del soldato irlandese che cadde alla battaglia di Little Bighorn.
"..Né fuggì dall'Italia come Regno d'Italia..". Nel 1862 il Regno d'Italia aveva tolto al Papa una serie di regioni ma lo Stato della Chiesa esisteva ancora, sia pure ridotto al Lazio con Roma. Pertanto, il suddetto Keogh non aveva motivo di "fuggire dal Regno d'Italia". E difatti si dimise dall'esercito pontificio, che esisteva ancora in quello che era rimasto dello Stato Pontificio d'antan.

Anonimo ha detto...

Gli USA l'hanno ammesso: togliere il gas russo all'Europa
L'ho detto nel mio primo video su questo canale tre anni fa.
Molti l'hanno capito, ma non tutti ancora.

Ora gli USA lo hanno ammesso apertamente:

Gli Stati Uniti hanno dichiarato di voler sostituire la Russia sul mercato energetico europeo

Il capo del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti, Chris Wright, ha dichiarato che i paesi europei intendono interrompere completamente l'acquisto di gas russo entro la fine del 2026.

NEW YORK, 10 settembre. /TASS/. Gli Stati Uniti prevedono di sostituire le forniture di gas russo all'Europa, nonché di rifornire il continente di petrolio e di costruire reattori nucleari. Lo ha dichiarato il capo del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti, Chris Wright.

👉 E l'UE? Ha distrutto la propria economia. Con le sue stesse mani.
https://gloria.tv/post/gTe4es4uVAKH3b2ZmyKb9aYUD
Preghiere alla Santa Croce insieme all'Immacolata per la conversione dell'America!

Anonimo ha detto...

l Vaticano è Disney Land: Durante il concerto 'Grace of the World' di stasera in Vaticano, che si è tenuto nel contesto dell'evento Fraternità Umana, uno spettacolo di droni ha formato il volto di Papa Francesco sopra la Basilica di San Pietro. Lo spettacolo non è stato trasmesso da Vatican Media, ma è disponibile su Disney+.
https://gloria.tv/user/q1tUUXMEcSxC39Th4aVm4hhrv
Continua...l'incubo.

Anonimo ha detto...

LONDRA: da 10gg sto seguendo quello che sta succedendo in Inghilterra nelle maggiori città e prendo Londra come riferimento: ieri 3 MILIONI! di inglesi sono scesi nelle strade a protestare contro il Governo per l' invasione islamica. Da 10gg infatti la ribellione degli inglesi è stata senza violenza ma con l' esposizione di bandiere inglesi e della bandiera di S.Giorgio praticamente ovunque.
Milioni di inglesi a bloccare i maggiori traffici commerciali (ne avete sentito parlare nei nostri TG? Ovviamente no).
Ieri in particolare nella capitale hanno bloccato tutto e grido unanime:
SIAMO CRISTIANI SIAMO INGLESI. CRISTO È IL RE.
C'erano anche molti cartelli con l'immagine di Charlie Kirk che diceva: SIAMO TUTTI CHARLIE, e migliaia di persone che all' unisono gridavano il suo nome.
Quelli che hanno sfilato e che da 10gg ricordano al governo non solo inglese ma anche agli altri governanti europei, non sono ragazzetti che non sanno come farsi il tempo: sono uomini e donne dai 30 anni in su. Padri e madri, anziani, impiegati e operai. Tutti.
Il risveglio della Cristianità europea direi.

Da noi invece queste cose ce le sognano.. anzi, nemmeno quello tanto siamo anestetizzati e senza palle..

LA FOLLIA DEL RIARMO DI UNIONE EUROPEA E GRAN BRETAGNA ha detto...

La corsa al riarmo intrapresa dall’Unione Europea e dalla Gran Bretagna rappresenta una svolta che travolge la tradizione giuridica e politica europea, tradizione che si voleva fondata sulla pace, sulla cooperazione tra i popoli e sulla subordinazione della forza al diritto.
Il piano "ReArm Europe", con l’obiettivo di mobilitare centinaia di miliardi di euro entro il 2030 per l’industria bellica, e la "Strategic Defence Review 2025" del Regno Unito, che porta la spesa militare fino al 3% del PIL con un’espansione significativa delle capacità nucleari, non costituiscono semplici scelte tecniche di adeguamento difensivo, ma segnano l’instaurarsi di una vera e propria "economia di guerra" che orienta le priorità politiche e finanziarie.
Il presunto pericolo rappresentato dalla Federazione Russa viene posto al centro della giustificazione di tale accelerazione. Si tratta di un argomento strumentale, che ignora le radici storiche e politiche dell’intervento russo in Ucraina. Non è espressione di una volontà espansionistica arbitraria: l’azione russa affonda le sue ragioni nella progressiva espansione della NATO verso Est, percepita a Mosca come violazione di equilibri geopolitici promessi nei primi anni ’90 del secolo scorso; nel colpo di Stato del 2014 a Kiev, che ha deposto un presidente democraticamente eletto, sostituendolo con forze apertamente ostili alla Russia; nella mancata attuazione degli accordi di Minsk, che avrebbero dovuto garantire autonomia e tutela alle popolazioni russofone del Donbass. Questi elementi delineano un contesto nel quale la Federazione Russa ha agito come potenza difensiva, tutelando la propria sicurezza e quella delle comunità russofone, non come aggressore irrazionale.
Presentarla come minaccia esistenziale serve all’UE solo per alimentare la narrativa del nemico e legittimare scelte di riarmo altrimenti difficilmente giustificabili.
Sul piano politico-giuridico, questa costruzione artificiale del nemico permette di sospendere principi fondamentali del diritto internazionale. L’art. 2, paragrafo 4, della Carta ONU del 1945 vieta l’uso della forza nelle relazioni internazionali, salvo il diritto di autodifesa in caso di aggressione armata (art. 51).

Anonimo ha detto...

Segue
L’UE, tuttavia, interpreta, in luogo degli Stati, estensivamente la nozione di "difesa preventiva", piegando la legalità internazionale a una logica di potenza. È un’operazione giuridicamente fragile e politicamente rischiosa: mentre proclama di agire nel nome del diritto, in realtà lo svuota dall’interno, riducendolo a strumento retorico per giustificare decisioni militari. La dimensione finanziaria mostra, poi, contraddizioni ancora più evidenti. Si sostiene che la spesa militare non intaccherà le risorse destinate a sanità, istruzione o welfare, perché coperta da clausole di flessibilità e da strumenti di debito comune. È un’illusione. Ogni euro investito in armamenti è debito che domani dovrà essere ripagato con tasse più alte, tagli ad altri capitoli di spesa o emissioni aggiuntive che faranno lievitare il costo del servizio del debito. Inoltre, le clausole di favore sono applicate selettivamente: la difesa ottiene deroghe, mentre i diritti sociali restano soggetti a vincoli stringenti. In prospettiva, grandi programmi di armamento, legati a contratti pluriennali blindati e difficilmente reversibili, diventeranno vincoli strutturali che inevitabilmente sottrarranno risorse ad altri settori, per il semplice fatto che il bilancio pubblico, vincolato dall’art. 81 e dall’art. 97 della Costituzione italiana vigente del 1948 al principio di equilibrio e di buon andamento, non può sostenere indefinitamente spese espansive senza incidere sulle politiche sociali. È, dunque, inevitabile che le promesse di "nessun sacrificio per i cittadini" si traducano in sacrifici differiti e più gravi, che colpiranno proprio quei diritti fondamentali che le Costituzioni nazionali e la Carta di Nizza (inserita nel Trattato di Lisbona del 2007) garantiscono come prioritari. Sul piano strategico-giuridico, il richiamo all’"autonomia europea" appare privo di reale fondamento normativo. L’art. 42 TUE prevede sì una politica di difesa comune, ma sempre nel rispetto delle competenze degli Stati e in cooperazione con la NATO. Parlare di "autonomia" significa piegare i Trattati a una visione politica che non vi trova riscontro giuridico. Nel frattempo, la Gran Bretagna, con l’espansione del proprio arsenale nucleare, pur formalmente conforme al diritto internazionale positivo, viola lo spirito del Trattato di non proliferazione, che impegna le potenze atomiche a muovere verso il disarmo. Anche qui l’aporia è evidente: mentre si proclamano principi di pace e multilateralismo, si rafforzano arsenali destinati a rendere instabile il quadro globale. In controtendenza rispetto a questa deriva, la Federazione Russa ha più volte avanzato proposte per un ordine multipolare fondato sulla sicurezza condivisa, sulla cooperazione energetica e sul rispetto delle identità culturali e storiche dei popoli. Per decenni, i rapporti economici tra Mosca e l’Europa hanno garantito stabilità energetica e sviluppo reciproco. La rottura di tale equilibrio non è derivata da un atto di aggressione russa, ma da una scelta politica occidentale, che ha privilegiato la logica dello scontro a quella della cooperazione.
"Si vis pacem, cole iustitiam"
Daniele Trabucco

Anonimo ha detto...

"Si vis pacem, cole iustitiam".
Machiavelli: "gli Stati non si governano con i paternostri". Nemmeno lo Stato della Chiesa.