Commettono sempre lo stesso errore, sempre lo stesso orrore.
Ma il sangue versato non è vano: come sempre nella storia, il sangue dei martiri irriga la terra e fa germogliare il bene.
Morire per il vero bene è la migliore morte sperabile.
Un omicidio mirato
L’assassinio di Charlie Kirk, 31 anni, “conservatore” americano, strenuo difensore dei valori cristiani, grande attivista no gender, molto seguito sui social (7,5 milioni di followers su Instagram e 7 su Tik Tok), con i suoi podcast, ma anche e soprattutto nella realtà fisica dove migliaia di giovani correvano ad ascoltarlo. Un riferimento quindi per quei vasti settori sociali giovanili che non intendono sottomettersi alla cultura globalist, gender, woke, green e tutte le amenità dell’ideologia liberal progressista.
Chi lo ha ucciso è stato armato da quei settori che normalmente vengono chiamati “deep state”, stato profondo, il quale nient’altro è che quella sezione di classe dominante che al di là degli esiti elettorali detiene il potere che conta, stato profondo che va per le spicce, strutturalmente amorale, che come unico scopo ha quello di impedire che sia messa in discussione la supremazia del padrone che serve.
È lo stesso potere che ha provato a mettere fisicamente fuori Donald Trump, che alimenta la propaganda liberal progressista nelle società occidentali, e nel mondo, per meglio uniformarle allo “spirito” vampiresco di quel capitalismo assetato di controllo totale della riproduzione umana.
È quel potere “globalist” che scaglia i mentecatti europeisti contro la Russia, non perché questi abbiano possibilità di vincerla, ma per condizionare le tappe future a proprio favore.
È uno scontro duro e feroce quello che si è aperto in seguito alla crisi dell’unipolarismo globalista, di quel capitale cioè legato alla grande finanza, e non riguarda solo gli Usa, ma riguarda anche noi, infatti la partita si gioca ovunque (ne abbiamo avuto assaggi con l’attentato a Fico e altri episodi, nonché con la crescente censura di qualsiasi manifestazione di pensiero che risulti non allineata al potere globalista euroatlantico).
Non è quindi un omicidio da annoverare nella consueta “abitudine” americana a risolvere con le armi “antipatie” e rivalità, qui in gioco è ben altro.
Antonio Catalano
11 settembre 2025, ore 09.50

51 commenti:
Si cerca il controllo...e quegli orfani e quella giovane vedova? Quale strazio! Eppoi l'ira...controllo. Girano esseri umani senza cuore e senza cervello, verosimilmente posseduti.La vera battaglia è con queste entità. Importante allora sviluppare una forza santa capace con uno sguardo di mettere in fuga il nemico. E se si viene presi alla sprovvista...di là si continuerà a proteggere i propri cari, la propria gente e a combattere il Male nelle schiere di San Michele Arcangelo.
SANCTE MICHAEL ARCHANGELE
DEFENDE NOS IN PRAELIO
CONTRANEQUITIAM
Come si fa a sostenere che sia uno "strenuo difensore dei valori cristiani" uno che diceva che alcuni morti all'anno sono un buon prezzo da pagare per mantenere il diritto dato da Dio ad ogni americano di possedere un'arma da fuoco?
Ma dico, stiamo impazzendo? Se questo è il vostro "cristianesimo", certo non è il mio, e mi sa che non è nemmeno quello di Gesù Cristo, che invitava a porgere l'altra guancia e pregare per i nemici. Persone come questa, invece, i nemici li demonizzano. Persone come questa incitano alla rivolta armata, come fece il 6 gennaio 2021.
Io non gioisco per la morte di nessuno, ma certo non piangerò la morte di chi ha costruito la sua carriera soffiando sull'odio, sulla paura e sulla violenza.
Altro che "cristiano".
Ma ho il sospetto che questo commento non sarà nemmeno pubblicato. Troppo distante dai "buoni cristiani" che sostengono esecuzioni in piazza e vorrebbero che una bambina violentata partorisse perché "l'aborto è un crimine".
Buona vita, nella gioia di sapere di non essere per niente come voi.
Condivido l'articolo dalla prima all'ultima parola.
Per Charlie Kirk:
✝️ Pie Jesu Domine, dona ei requiem sempiternam.
Sconvolge la notizia dell’uccisione di Charlie Kirk, giovane e seguito attivista repubblicano.
Un omicidio atroce, una ferita profonda per la democrazia e per chi crede nella libertà.
Il mio cordoglio alla sua famiglia, ai suoi cari e alla comunità conservatrice americana.
Leggi:
SANCTE MICHAEL ARCHANGELE
DEFENDE NOS IN PRAELIO
CONTRA NEQUITIAM ET INSIDIAS DIABOLI ESTO PRAESIDIUM.
IMPERET ILLI DEUS
SUPPLICES DEPRECAMUR:
TUQUE PRINCEPS MILITIAE CAELESTIS
SATANAM ALIOSQUE SPIRITUS MALIGNOS
QUI AD PERDITIONEM ANIMARUM
PERVAGANTUR IN MUNDO
DIVINA VIRTUTE IN INFERNUM
DETRUDE.
AMEN.
"non gioisco per la morte di nessuno, ma certo non piangerò la morte di chi ha costruito la sua carriera soffiando sull'odio, sulla paura e sulla violenza.
Altro che "cristiano"."
La frase citata (non accettabile per la nostra mentalità) non identifica la persona e il suo impegno per la verità e i valori cristiani contro il nichilismo imperante.
Aveva il dono di costruire dibattiti, contrastando le visioni ideologiche e consentendo il confronto che fa crescere e suscita interesse in mezzo all'indifferenza...
All’anonimo delle 11.41
Il “tuo” cristianesimo fa semplicemente capire che il “cristianesimo” non è una proprietà di qualche uomo, tanto meno di chi confonde il “cristianesimo” con un concorso a punti in cui chi ha tutti i bollini va a vedere i mancanti altrui.
Coloro che rinascono in Cristo, dall’alto, partecipano di uno sguardo che la natura umana (per di più decaduta) non può avere. Si può essere cristiani che disprezzano la ragione ( fideismo luterano) o cristiani che razionalizzano troppo (fino allo scetticismo pregiudiziale verso i miracoli); si può essere cristiani che disprezzano il corpo (catari) o cristiani che riducono la spiritualità a psichismi (filantropismo, aggregazionismo, movimentismo). Essere cattolici in modo ortodosso accoglie la grazia della fede e con la fede illumina l’intelletto, usando l’intelligenza per credere e riconoscendo l’intelligenza divina nel libro della creazione e nel libro della vita.
Invece il religiosamente inteso, la raccolta punti, l’album delle figurine, la proprietà sulla sorpresa di Dio fanno parte di quello che non è rivelato da cristi, ma l’ennesimo orgoglio degli uomini, anche di fronte alla morte di chi, nel suo modo unico e irripetibile, ha tentato di testimoniare l’amore di Dio, eterno e infinito, senza certificatori e scadenza del bollino…
Amico delle 11:41, dove vedi lontananza dai valori cristiani nel possedere un'arma da fuoco ed eventualmente usarla per difendersi?
Quando ho fatto la catechesi pre-cresima (pontificato di Paolo VI), dato che era separata per maschi e femmine e che i maschi avrebbero dovuto di lì ad alcuni anni in gran parte indossare una divisa e maneggiare armi, ci avevano spiegato che in alcuni casi l'insegnamento della Chiesa ammette anche una guerra d'aggressione (non erano lì scesi nei dettagli, l'ho imparato poi che i casi che giustificavano una guerra offensiva erano la giusta causa che la motivasse, l'autorità legittima che la dichiarasse e il giusto modo in cui la si combattesse; la guerra difensiva è sempre ammessa). Nè c'è mai stato alcunchè di anticristiano a possedere arma e licenza di caccia, ancora oggi in qualche parrocchia, non senza polemiche da parte di "certa gente", si benedicono le armi dei cacciatori ad apertura di stagione.
E ricordo come nei Vangeli Cristo stesso inviti a procurarsi un'arma (al momento dell'arresto di Gesù, Pietro era armato).
Io stesso ero stato dichiarato idoneo a qualsiasi mansione del servizio militare (anche a combattere in prima linea, quindi) nonostante il mio visus scadentissimo e la patente F (limitazione ad auto di non oltre 55 CV, che doveva essere mia, limitazione tolta per abolizione nel 1988), sicuramente capivano che era inutile chiamare alle armi uno come me, non ho posto obiezione di coscienza e sono rimasto in questa posizione instabile dal 1987 al 1996, quando la Commissione Patenti mi fece presente che finalmente quello che mi dà problemi con la patente era diventato motivo di non idoneità al servizio militare, permettendomi così di essere riformato.
Mai saputo che qui ci sia qualcuno che sostenga esecuzioni pubbliche. Si è sostenuto che sia stato un errore dichiarare canonicamente illecita la pena di morte, ma non che tutti i cattolici ne debbano essere favorevoli, io non lo sono: i miei studi mi hanno messo di fronte a troppi errori giudiziari, italiani e stranieri, per esserlo.
Il diritto a legittima difesa é un diritto naturale dato da Dio e ammesso dalla Chiesa. Charlie é un martire cristiano ucciso dai nemici di Dio in sprezzo di Dio. Ho visto il video del momento col sangue che cola come un ruscelletto dal capo, era la morte che si voleva dare anche a Trump, stessa dinamica, miracolosamente salvatosi... ma ci riproveranno.
Come sempre è Orbàn a cogliere il punto, affermando che la campagna di odio internazionale promossa dalla sinistra liberal-progressista genera mostri.
"Io non gioisco per la morte di nessuno, ma certo non piangerò la morte di chi ha costruito la sua carriera soffiando sull'odio, sulla paura e sulla violenza.
Altro che "cristiano"."
I "buoni cristiani", così diversi da lei evidentemente, pregano per il riposo dell'anima di chiunque, sia che lo ritengano buono o cattivo. Il giudizio non spetta a noi bensì a Dio, però i suffragi vanno applicati ancora più a chi ci sembra bisognoso di essi. Se lei ritiene Kirk un "cattivo", preghi per lui e magari prenda anche l'indulgenza plenaria. Con il Giubileo è più facile. Basta varcare la porta santa di una chiesa giubilare, e poi le solite condizioni: distacco dal peccato anche veniale, confessione, comunione, credo e Pater, Pater Ave Gloria "pro Pontifice".
Leggo che era difensore della famiglia tradizionale, dei valori cristiani tradizionali, contro l'aborto, contro l'ideologia woke e il globalismo, critico del vaccinismo e della deriva ambientalista.
Fondatore di un movimento che ha dato un forte impulso al risveglio dei giovani dal torpore del politicamente corretto.
Questo a soli 31 anni.
Secondo Rainews si tratta di un personaggio "controverso", uno che, secondo la vulgata sinistra (e anche un pochino centrista) se l'è cercata. Ecco, la Rai, che noi sosteniamo con i nostri soldi, è sulle posizioni su per giù del signore benpensante delle 11:41.
Qualcuno aveva dei dubbi in proposito? E poi parlano di servizio pubblico fagocitato dal governo Meloni.
Curiosità: in Italia e in Europa esiste qualcuno della caratura di questo giovane cristiano vigliaccamente assassinato? Ho dei dubbi. l'Europa è ancora in sonno.
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L’IDEOLOGIA DOMINANTE COME NUOVO TOTALITARISMO MORALE: LA NEGAZIONE DELL’ORDINE NATURALE E DEL PRINCIPIO DI REALTÀ NELL’ERA DEL PENSIERO UNICO
La cifra più inquietante del tempo presente consiste nel rifiuto radicale di ciò che è normale, cioè conforme all’ordine della natura e al principio di realtà. La cultura dominante, infatti, si presenta come progressiva ed emancipatrice, ma in verità manifesta la sua essenza totalitaria nell’imposizione di un pensiero unico che non tollera la differenza, soprattutto quando essa consiste nel riconoscimento della verità inscritta nell’essere.
La violenza esercitata contro chi difende la vita nascente e terminale, contro chi afferma la centralità della famiglia naturale o la differenza sessuale come dato ontologico e non come costruzione arbitraria, non è soltanto l’effetto di singoli episodi di intolleranza, ma il sintomo di un sistema che ha smarrito la capacità di rapportarsi alla verità oggettiva.
Il giusnaturalismo classico, fondato sulla filosofia di Aristotele e Tommaso d’Aquino, ci ricorda che l’ordine normativo non nasce dalla volontà del legislatore né dal consenso sociale, ma è radicato nell’ordine stesso dell’essere. La legge naturale, che è partecipazione della legge eterna nella creatura razionale, costituisce il criterio di giustizia anteriore e superiore ad ogni positivizzazione. Negare questa legge significa dissolvere il fondamento del diritto, riducendo l’ordinamento giuridico a pura espressione di potere.
La modernità, nell’illusione di emanciparsi da ogni dato ontologico, ha progressivamente sostituito al diritto naturale un diritto artificiale, plasmato secondo le pulsioni della volontà individuale o collettiva. Ma laddove il diritto si riduce a decisione e volontà, esso perde la sua ragionevolezza e si trasforma in strumento di dominio.
L’odierno pensiero dominante, che si autoproclama paladino dei diritti e della libertà, non ammette in realtà che la verità trascenda la volontà. Per esso non esistono beni oggettivi né fini naturali dell’uomo, ma soltanto desideri soggettivi da rivestire della forza giuridica. È qui che si manifesta la sua dimensione totalitaria: ogni opposizione al relativismo viene bollata come "fondamentalismo", ogni richiamo alla natura e all’ordine come "oppressione". Ciò che appare insopportabile al sistema contemporaneo non è l’arbitrio, ma la normalità; non è la violenza, ma la verità; non è la trasgressione, ma l’adesione alla realtà.
Segue
In prospettiva tomista, la verità delle cose è ciò che fonda la libertà autentica. Infatti, solo riconoscendo ciò che l’uomo è e, quindi, il suo fine naturale che è il bene, è possibile orientare la libertà in modo non distruttivo. Il rifiuto dell’ordine naturale non emancipa, bensì schiavizza, poiché lascia l’uomo in balia di passioni mutevoli e poteri manipolatori. La negazione della legge naturale comporta quindi non un progresso, quanto una regressione alla logica del più forte, alla violenza mascherata da diritto, al dominio ideologico mascherato da tolleranza. L’attuale fenomeno di persecuzione culturale, e talvolta fisica, nei confronti di chi difende la vita e l’ordine naturale non va dunque letto come un insieme di eventi isolati, ma come manifestazione di un disegno più ampio: la sostituzione del vero con l’utile, del bene con il desiderio, della legge con il potere. La filosofia classica insegna che l’uomo non è misura di tutte le cose, ma che le cose hanno una misura intrinseca che l’uomo deve riconoscere. Il pensiero dominante, al contrario, capovolge tale prospettiva e fa della volontà individuale o collettiva la nuova misura assoluta. In ciò risiede la sua essenza nichilista, la sua radicale incompatibilità con la ragione naturale e con il diritto vero. Il giurista fedele alla tradizione giusnaturalista non può tacere di fronte a questa deriva. Egli sa che il diritto, se non riconosce l’ordine naturale, cessa di essere diritto e diventa pura forza legalizzata. La stessa democrazia, privata di un fondamento nella verità, si corrompe e degenera in totalitarismo culturale: non più governo della legge secondo giustizia (e lo è mai stato?), ma imposizione del pensiero unico secondo volontà. Il giurista, il filosofo e il teologo hanno, pertanto, il compito di ricordare all’umanità che la libertà senza verità è illusoria, che la giustizia senza ordine naturale è arbitrio, che la dignità umana senza riferimento al suo Creatore è un guscio vuoto destinato a dissolversi. Così, il sangue delle vittime innocenti, di coloro che pagano con la vita la fedeltà alla legge naturale, diviene testimonianza che la verità non muore, ma risorge sempre come memoria e giudizio della storia. L’ordine naturale, benché negato, non può essere eliminato: esso sopravvive come fondamento ontologico, come principio di realtà, come voce della coscienza. E solo in esso l’uomo ritrova la sua vera libertà, la sua vera giustizia, la sua vera umanità.
Scrive il profeta Isaia: "Per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada" (cit. Isaia, 63,1).
Daniele Trabucco
Bisognerebbe rimettere in vigore la pena di morte per gli omicidi volontari, includendovi naturalmente quelli dei terroristi, che dovrebbero essere giustiziati. L'omicidio terrorista è particolarmente vile. Colpisce persone indifese, disarmate, e a tradimento.
La pena di morte si potrebbe poi legittimamente applicare anche agli spacciatori di droga, che distribuiscono morte a piene mani. Solo in questo modo si può sperare di cominciare a incidere certi tumori, sempre più vasti.
La sinistra gioisce per l'omicidio dell'attivista trumpiano buon padre di famiglia. Essa non fa che accentuare il clima di guerra civile che essa stessa sta fomentando da anni. La sinistra attuale conosce solo l'odio, oltre alla deboscia.
Ma noi siamo mentalmente preparati a raccogliere la sfida? Sembra di no. Continuiamo a non capire quanto grande sia la posta in gioco, che coinvolge la nostra stessa esistenza di nazione.
ar
L ' assassinato difendeva il diritto a portare le armi per difendersi non per andare in giro ad ammazzare la gente.
Terroristi e assassini le armi comunque se le procurano sempre, sia o no ammesso il porto d'armi per l'intera nazione. Ai terroristi, incaricati di uccidere un politico importante, le armi le dà sempre "qualcuno", che raramene esce dall'ombra.
Sembra che l'azione criminosa abbia avuto uno svolgimento simile all''attentato a Trump. Il servizio di sicurezza ha visto il tizio che camminava sui tetti per poi sparire in una casa o dietro una casa. Dopodiche è partito il colpo micidiale. Che stavolta è andato a segno, purtroppo.
La ricostruzione è comunque ancora frammentaria.
I repubblicani dovrebbero mantenere la calma e reagire tramite gli organi dello Stato, le leggi. Però è sempre più difficile perché hanno (come in Italia) inquinato il potere giudiziario con la loro estrema sinistra e i giudici praticamente rendono quasi impossibile la vita al governo Trump.
Situazione che non si sblocca ma anzi peggiora, come da noi, tipica di una guerra civile che la parte faziosa vuole imporre al resto della nazione.
C'è molto di più dietro l'uccisione oggi del popolare attivista americano arciconservatore, islamofobo (razzista?),fondatore dell'organizzazione giovanile Turning Point Usa.
L'omicidio è opera di un cecchino professionista: un unico proiettile al collo sparato con perfetta mira da 200 metri di distanza. C'è anche l'anziano esagitato che distrae la polizia, addossandosi il crimine, e così permette al sicario di allontanarsi senza essere preso.
"Un omicidio politico", ha sentenziato l'FBI.
Ma chi lo voleva morto? è il rovello di queste ore.
Chi ha voluto azzittire il formidabile portavoce dei valori MAGA, ascoltato da oltre 15 milioni di seguaci, con un ascendente impareggiabile sui giovani americani?
I democratici? Kirk faceva il loro gioco, di fatto esponeva anche gli eccessi dell'estrema destra.
Un'organizzazione filo palestinese? Kirk era tra i più ferrei sostenitori del sionismo, condonava lo sterminio dei civili, addossava a Hamas la colpa del genocidio. Era il megafono del regime sionista presso la gioventù americana, proprio quella che Israele, stando ai sondaggi, sta perdendo. Un alleato impagabile.
Già, ma tutto questo fino a poco fa.
Da un po' Kirk aveva preso a "deviare" dal verbo ufficiale: a dire "basta, il troppo è troppo". Aveva coordinato "focus group" e dibattiti alle università sul tema di Israele e Gaza, pur restando fedele al sionismo.
Di più, se la prendeva con la rete pedofila di Epstein e i suoi pesanti ed acclarati legami col Mossad ...
Una colpa imperdonabile, e un pericolo per la propaganda, tanto che persino il Times of Israel il 5 agosto scorso gli aveva dedicato un editoriale: "Charlie... cosa stai facendo?".
Giusto un mese fa, in un'intervista con Megan Kelly - anche lei conservatrice in rivolta sulla scia dei Tucker Carlson, i Bannon, le Marjorie Taylor, che vanno rivendicando America First contro la politica trumpiana dell'Israel First - Kirk raccontava delle migliaia di minacce ricevute sui social da sionisti israeliani e americani (che, ricordiamolo: non sono solo ebrei, ma il sionismo negli usa ha una fortissima componente del, per così dire, fondamentalismo CRISTIANO/PROTESTANTE ... ) e protestava per le accuse totalmente infondate di "antisemitismo"... I sionisti praticamente l'avevano bollato (e mollato).
Ascoltate Charlie Kirk
nel video di Megan appena un mese fa.
Sentitelo bene.
Osservate le immagini del cecchino professionista.
Se Charlie Kirk, col suo insostituibile ed enorme seguito di giovani (e di milioni), avesse ceduto al dissenso, Israele avrebbe perso la guerra dell'informazione in America (quella più importante), il cuore vero e profondo del suo potere.
Kirk aveva confidato il timore d'essere assassinato.
Dietrologia? Chissà. Ma c'è qualcosa di terribilmente cupo in questa faccenda. Il necrologio dedicatogli con enfasi da Netanyahu, col finale "rest in peace", riposa in pace, dal sapore mafioso rende il tutto ancora più sinistro. Come le "preghiere" di, nientemeno, Ben Gvir, il ministro terrorista, e dell'intera Cupola del regime sionista, che Kirk invece andava denunciando.
Lo ammetto: non ho mai avuto particolarmente a cuore Kirk. Però, il suo assassinio è davvero raggelante.
Nel link, il video di Kirk con Megan Kelly, un mese fa:
https://x.com/VoxExVeritas/status/1965897860681187406
Da Alix Van Buren
Antonio Catalano 🙏
La guerra civile è lo scopo di questi, indemoniati infami che spadroneggiano ovunque. Ammazzarci tra noi sfoltisce la popolazione e lascia lo spazio e i nostri beni agli infami rinnegati.
Bisognerebbe convertire i nostri plagiati, manipolati, corrotti, debosciati. Come fare? Senza neanche una chiesa capace di indicare al mondo la via da seguire?
Veritiero e acuto intervento del dr. Capozzi sulla NBQ di oggi in merito all'assassinio del giovane Kirk.
LE PAROLE LURIDE FICCATE IN BOCCA
di Mario Adinolfi
Il commento medio, infame e mediocre della sinistra sul barbaro assassinio di Charlie Kirk è sintetizzato dalle parole di Lorenzo Tosa: “Non riesco né mai riuscirò a unirmi a un cordoglio che non sento e non provo per una persona che per anni ha evocato la lapidazione per gli omosessuali, calpestato i diritti delle donne, invocato la schiavitù e la segregazione razziale per i neri, esultato per il genocidio dei palestinesi”. Ebbene, in rete ci sono almeno diecimila video con Charlie che parla di questi argomenti e non ne esiste uno in cui evochi “la lapidazione per gli omosessuali”, calpesti “i diritti delle donne”, invochi “la schiavitù e la segregazione razziale per i neri”, esulti “per il genocidio dei palestinesi”. Ce ne sono molti in cui combatte con la logica e la dialettica contro l’ideologia gender, il presunto diritto all’aborto, la cancel culture di Black lives matter, l’ossessione dei propal per la distruzione dello Stato ebraico. Sono esattamente le mie battaglie per inciso e le ha combattute da cristiano militante, esplicitamente, non potete ficcargli da morto le vostre luride parole in bocca, traducendo in modo ignobile le sue idee per ammazzarlo due volte dimostrando che le temete anche ora che non c’è più perché sapete che il suo sangue le ha rese più vive che mai e a combattere nel suo nome restiamo noi.
Sono le stesse di tanti commenti provocatori, che ovviamente nkn pubblico...
Già normalizzato. È un santo! E chi commenta riportando le frasi oscene, violente, sessiste e razziste che uscivano da quella bocca viene bloccato e relegato al sempre verde “provocatore”.
Canonizzato dai tradizionalisti il sostenitore dello schiavismo e del suprematismo bianco e violento. Evidentemente questo non provoca, ma è in linea col “cristianesimo” che si professa su questo sito.
Che dire? Spero di non incontrare mai nella vita reale nessuno di voi.
Non ho tempo ed energia. Chiedo per favore ai lettori di formulare la risposta adeguata.
Hanno ammazzato Charlie Kirk con un fucile di precisione mentre stava per parlare ai giovani del campus di Utah Valley.
La sua colpa? Le sue idee. Era cristiano, antiabortista, contrario all’ideologia transgender, vicino al presidente Trump. Sposato con Erika era anche un papà di due splendidi figli. Non si era voluto vaccinare contro il Covid. Lo avevo incontrato questa estate mentre ero negli States nel corso del suo tour Prove me wrong, provatemi che sbaglio, in cui parlava a migliaia di giovani in scontri dialettici memorabili sui temi che più mi sono cari. Ho imparato tanto da lui, dal suo modo di gestire con il sorriso sulla labbra ogni attacco, ogni insulto, ogni falsa accusa di essere razzista e ovviamente neonazista. Per fermarlo gli hanno dovuto sparare, perché con le argomentazioni logiche vinceva sempre lui ed era quindi amatissimo e odiatissimo, come dicono di me “divisivo”. È incredibile come si imbufaliscono i nemici della verità quando non hanno più argomenti, pensano ossessivamente solo a come farti fuori. Con Charlie ce l’hanno fatta e oggi ci sarà chi esulta e chi dirà che se l’è cercata. Mi sento come se avessero ammazzato me. Pregate per Charlie Kirk. Aveva 31 anni.
Mario Adinolfi
Ho pubblicato il commento 11:52 perché è il solito politicamente corretto capace di approvare perfino un omicidio.
A prescindere dal resto, mi ha colpito l'usuale mettere etichette, tipo:
"Canonizzato dai tradizionalisti il sostenitore dello schiavismo e del suprematismo bianco e violento"...
E mi colpisce anche quanto siano duri i tempi che viviamo, guardando anche alcuni titoli giornalistici e commenti sui social che, con varie sfumature, giustificano e/o addirittura gioiscono per il vile omicidio.
La sinistra neoliberista e globalista, sempre più totalitaria e intrinsecamente violenta, non ammette la libertà di pensiero e di parola, soprattutto se condivisa dai giovani.
Quindi appiccica etichette di condanna e giustifica l'omicidio, con la parola o con le pallottole.
Desidererei una piccola informazione circa la religione di Charlie Kirk era cattolico o protestante? Grazie
I giovani mediamente tra loro parlano come scaricatori di porto, dicevano i grandi a noi. Ora un giovane che parla ai giovani universitari non parla in punta di forchetta, parlerà come parlano i suoi ascoltatori. Consideriamo che alla università l'ambiente è misto e se non è misto si mischiano loro a livello basso. Il giovane ucciso era anche lui un ragazzino ed evidentemente stava scoprendo cose che non sapeva o che solo da poco stava inquadrando. Tant'è che da pochi giorni aveva manifestato il timore di venir ucciso. E così è stato. Da giovane ho partecipato al funerale di un giovane amico da poco padre, mai più potrò dimenticare il pianto della moglie, un pianto silenzioso che era tremore del corpo intero. Tuttavia ho capito che non c'è padre o madre che muore, lasciando figli giovinetti ,che dal Cielo poi non continui ad occuparsi di loro, anche quando sono grandi.
Mentre un evangelico da la vita per i valori cristiani in quella che l autore considera ancora la chiesa cattolica, si continua a crocifiggere Gesu' Cristo
Una testimonianza di fede, che ognuno rende come sa come può.
Anche recitando ed esibendo il Rosario e offendo a Dio, attraverso Maria Addolorata, il suo grande dolore come ha fatto la moglie, cattolica...
Kirk era cristiano evangelico, ma ha dato una testimonianza di difesa dei valori cristiani superiore a quella di molti cattolici (e anche della Chiesa post conciliare e conciliarista), e si stava avvicinando al cattolicesimo proprio grazie alla moglie.
Capace di parlare ai giovani contro l' aborto, contro l' eutanasia, contro la delirante e violenta ideologia woke e contro le aberrazioni del genderismo.
Inoltre sembra che si stesse discostando dal sionismo, inizialmente approvato.
Cattolicesimo e antisionismo che, insieme ai suddetti valori, rischiava portare molti altri giovani, che lo stimavano e seguivano, nella stessa direzione.
Cosa che il totalitarismo ipocrita, intollerante e violento degli "antifascisti" della sinistra ibrida, globalista e neoliberista, e della èlite finanziaria che la promuove e finanzia, non sopporta.
Ed è arrivata la pallottola alla gola da essi "firmata"
https://gazzettadiplomatica.it/lunione-europea-sia-strumento-di-pace-di-fronte-allacuirsi-dei-conflitti-culturali-sociali-e-militari/
Anonimo 11,52. Ignorarla é il meglio che si può fare? Noi siamo cristiani e il nostro Signore e Maestro Gesù Cristo non é stato tenero col peccato: razza di vipere, avete per padre il diavolo, sepolcri imbiancati, non date le perle ai porci, come cani che tornano al loro vomito, i vostri padri hanno ucciso i profeti e voi ne costruite i sepolcri....Anche oggi si uccidono i profeti perchè gli alberi si riconoscono dai frutti, e gli assassini di oggi sono tali a quelli di un tempo. La Misericordia divina possa col rimprovero richiamare gli assassini alla conversione a Dio, ai suoi Comandi, alla morale naturale almeno, perchè l' Inferno é eterno e i piaceri non fanno felice l' uomo neppure sulla terra tanto da provocare odio tale da uccidere. . Il rimprovero di Charlie sia oggi per voi salvezza.
Una certa sinistra, carica di odio e livore, osa affermare che Charlie se la sarebbe cercata.
Quali sarebbero le sue affermazioni tanto sconvolgenti?
Lui parlava solo di Amore, Patria e soprattutto Dio. Era un uomo di fede, oggi è un martire e un eroe. Sta a noi tenere accesa la fiamma che ci ha lasciato.
Le idee camminano sulle gambe degli uomini, oggi Charlie abbia le nostre gambe ancora più forti e salde!
NEGAZIONISMO, COMPLOTTISMO, DISINFORMAZIONE: IL LESSICO CHE SPEGNE LA RAGIONE
La notizia dell’uccisione di Charlie Kirk, giovane e noto attivista statunitense, ha scosso l’opinione pubblica. Non solo per la brutalità dell’atto, ma anche per il clima che lo ha preceduto. La stampa ha accompagnato la cronaca con un corredo di aggettivi che colpisce: “negazionista”, “complottista”, “fautore di disinformazione”. Non descrizioni neutre, ma etichette che pesano come sentenze.
Ecco il nodo. Parole nate per smascherare atteggiamenti realmente pericolosi, come chi nega i crimini della storia o diffonde menzogne dolose, sono diventate negli anni strumenti di lotta politica e culturale. Da termini di precisione sono scivolate a marchi infamanti, buoni per ridurre al silenzio chiunque esprima opinioni divergenti. L’avversario non viene più discusso, ma liquidato. La complessità del pensiero cede il passo alla semplificazione infantile dei “buoni” contro i “cattivi”, con la conseguenza che ogni possibilità di confronto sereno viene soffocata sul nascere.
Un linguaggio del genere non è neutrale. Quando un uomo viene sistematicamente presentato come incarnazione del male, ogni gesto contro di lui appare meno grave. Non serve giustificare apertamente la violenza: basta creare un clima in cui l’eliminazione dell’altro sembri quasi un atto naturale. È il potere subdolo della parola, che costruisce il terreno dell’odio e spegne la fiducia reciproca.
La Scrittura ci avverte che la parola ha un potere creativo o distruttivo: “Chiunque dice al proprio fratello ‘stolto’ sarà sottoposto al sinedrio” (Mt 5,22). Un insulto non è mai solo un insulto, ma un’offesa alla dignità che Dio ha posto nell’altro. Quando poi l’insulto diventa sistema culturale e mediatico, esso alimenta un terreno minato dove il dialogo muore e la violenza si sente autorizzata.
Il cristiano sa che la verità non ha bisogno di slogan, né di riduzioni caricaturali. Cristo stesso non ha mai accettato di vincere una disputa con l’etichetta o con la squalifica, ma ha smascherato l’errore con la forza mite della parola, unita alla testimonianza della vita. Non ha annientato chi sbagliava, ha invitato a convertirsi. La Chiesa, se vuole essere fedele al suo Signore, non può scendere sul piano della semplificazione mediatica, ma deve ricordare al mondo che la verità si propone nella carità e si difende con la forza della ragione illuminata dalla fede.
Se vogliamo davvero una società libera, dove le idee possano circolare, occorre recuperare la sobrietà del linguaggio. Non significa chiudere gli occhi davanti all’errore, né restare indifferenti davanti alla menzogna. Significa distinguere tra l’errore e la persona, tra la tesi da confutare e l’uomo da rispettare. Si può combattere l’errore senza creare nemici da abbattere, si può difendere la verità senza costruire capri espiatori.
La tragedia di una vita spezzata ci ricorda che la vita è sacra e che la parola è responsabile. Ogni volta che rinunciamo alla fatica del confronto per cedere all’insulto, apriamo la strada a un mondo più ingiusto e fragile. Il primo atto di resistenza alla violenza è imparare di nuovo a parlare con rispetto, anche quando non siamo d’accordo. È così che si custodisce la verità nella carità, ed è così che si costruisce la pace.
Don Mario Proietti
I figli delle tenebre
Comunque, se una pattuglia di poliziotti esasperati avesse seccato un pusher di due metri carico dentro e fuori di crack, oggi le città americane sarebbero in preda alla devastazione e le élite mondiali (attori, cantanti, intellettuali, giornalisti, preti e politici impegnati nell'umanità) chiederebbero la rimozione di Trump dalla Casa Bianca. Per ora la morte di Charlie Kirk è servita a distinguere i figli della luce da quelli delle tenebre. E non è poco.
(Andrea Sandri)
Intervenire sull'omicidio di Charlie Kirk è scelta rischiosa ma credo doverosa.
Ho seguito la sua attività pubblica attraverso video su YouTube per un periodo, nella primavera-estate del 2023.
Ricordo allora feci questo pensiero: Trump rivince le elezioni.
Chiariamo subito: nell'approcciarmi al personaggio, scompongo il suo lavoro in "pars construens" e "pars destruens".
Scarto subito la prima, che ho rigettato non appena si affacciava nei suoi discorsi.
Non solo ho idee diverse, spesso opposte, ma credo che nel momento delle proposte, il suo stesso metodo lasciasse il passo ad un certo identitarismo romantico conservatore, anziché rimanere saldo ai principi del pensiero critico.
Ma nella "pars destruens", ossia nel momento di mettere in crisi la propaganda e la vuota retorica dell'avversario, Charlie Kirk è stato un coraggioso e appassionato giovane maestro.
Coraggioso, perché ai tempi si presentava con dei piccoli gazebo nei Campus universitari, cercando il confronto e ricevendo insulti da una folla di studenti che si assiepava intorno a lui (i video sono ancora tutti su YouTube). Pur tuttavia, non perdeva la calma e con il sorriso cercava il dialogo ad oltranza, a dispetto delle provocazioni.
Appassionato, perché a 30 anni, piazzarsi nei Campus universitari americani oggi, sfidando l'onda di conformismo pink-pal-black-climate non con l'arroganza, ma con il metodo socratico del confronto, cercando di aprire gli occhi (secondo lui) a gente poco più giovane, significa credere nelle cose che si fa e nel potere del dialogo.
Maestro, perché ha saputo applicare il metodo socratico, appunto, in maniera così rigorosa da mandare in frantumi le certezze di schiere di giovani studenti indottrinati.
Questa era la parte che più interessava.
Perché in quel periodo (in quei mesi era in corso il tour con il film "L'Urlo"), mi ritrovavo spesso in situazioni analoghe: l'uno contro tutti (o quasi tutti).
E il metodo socratico era l'unico modo per uscirne vivo, sempre che mi dessero la parola, benché ospite, per replicare.
Memorabile fu quando fui accusato, durante un dibattito, di essere un "cis-bianco" e in quanto tale di non essere autorizzato a fare certe affermazioni.
Per chi fosse rimasto indietro, "cis-bianco' nella neolingua significa uomo di pelle bianca che si ritrova all'interno dell'identità sessuale biologica di nascita.
Cioè io, in quanto me stesso, non ero autorizzato a fare certe affermazioni. Se però, anziché sentirmi me stesso, mi fossi sentito qualcos'altro, allora magari le avrei potute fare.
Ecco, per dire. Il lavoro di Charlie Kirk in quel periodo era oro. Uno che chiedeva ai suoi giovani interlocutori, in pubblico: 'Definiscimi il concetto di donna". E quelli rispondevano: 'Donna è chi si sente donna". E lui ancora: "Ma come può uno sentirsi una cosa che non sa definire?".
Nel decostruire la vuota retorica dell'ideologia gender e derivati, Kirk è stato un giovane maestro.
Nei suoi simposi un'intera falsa ideologia perdeva la maschera per rimanere nuda per quel che è: vuota retorica, parole al vento, mantra ipnotici per l'addormentamento delle masse.
L'inconsistenza semantica dell'argomentazione Lib-Dem, quelle che io da anni chiamo "narrazioni fiabesche", ridotta a mera sequenza di parole vuote che non superano la prova della realtà.
Un'ipnosi collettiva che ha investito milioni di giovani nel mondo per decenni e che oggi sta divorando dall'interno la capacità critica delle nostre società occidentali, a beneficio di quei filantropi che l'hanno finanziata che potranno disporre di tanti bei burattini.
Come detto in apertura, non mi sono mai particolarmente addentrato nella "pars construens" di Charlie Kirk.
Qualcuno dirà: "sì, ma lui era un....".
Quel che volete. Non mi interessa.
Aveva trovato le armi giuste per combattere questa dittatura del pensiero.
Ed è per questo che è stato fatto fuori.
Mentre cresce la melma sui social esponenzialmente, e i dis-intellettuali zappano con accanimento il cimitero del ritorno agli anni Settanta, qualcuno richiama ai fondamentali.
"Il fondamento di una società libera è la possibilità di partecipare alla politica senza timore della violenza. Perdere questo significa rischiare di perdere tutto. Charlie Kirk — e la sua famiglia — hanno appena perso tutto. Come Paese, anche noi abbiamo fatto un passo avanti verso la perdita di tutto. Da tempo ci stiamo avvicinando a questo baratro. Nel 2020, l’FBI sventò un complotto per rapire Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan.
Nel 2021, una folla prese d’assalto il Campidoglio nel tentativo di ribaltare l’esito delle elezioni, e bombe furono ritrovate presso le sedi del Comitato Nazionale Democratico e Repubblicano. Nel 2022, un uomo fece irruzione nella casa di Nancy Pelosi, allora speaker della Camera, con l’intenzione di rapirla. Lei non era in casa, ma l’intruso aggredì suo marito Paul, 82 anni, con un martello, fratturandogli il cranio. Nel 2024, il presidente Trump sfuggì per un soffio a un attentato.
Nello stesso anno, Brian Thompson, amministratore delegato di UnitedHealthcare, fu assassinato. Nel 2025, durante la Pasqua ebraica, furono lanciati molotov nella casa del governatore della Pennsylvania Josh Shapiro. Melissa Hortman, già speaker della Camera del Minnesota, e suo marito furono uccisi; il senatore statale John Hoffman e sua moglie furono gravemente feriti da un uomo armato. E mercoledì, Kirk, fondatore di Turning Point USA, è stato abbattuto a colpi di arma da fuoco durante un discorso alla Utah Valley University. Si possono non condividere molte delle idee di Kirk, eppure resta vero che lui praticava la politica nel modo giusto. Si presentava nei campus, pronto a parlare con chiunque fosse disposto a confrontarsi con lui. Era uno dei più efficaci persuasori della sua epoca.
Quando la sinistra credeva di avere un controllo quasi assoluto sui cuori e sulle menti degli studenti universitari, Kirk tornava più e più volte a scalfirlo. Lentamente all’inizio, poi tutto in una volta, ci riuscì. Nelle elezioni del 2024, l’elettorato giovane virò bruscamente a destra. Non fu solo merito suo, ma lui fu centrale nel gettare le basi. Non conoscevo Kirk, e non sono la persona giusta per fargli un elogio funebre. Ma invidiavo ciò che aveva costruito. Il gusto per il dissenso è una virtù in democrazia. Ai progressisti servirebbero dosi del suo coraggio e della sua temerarietà.
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Nel primo episodio inaugurale del suo podcast, il governatore (democratico) Gavin Newsom della California ospitò Kirk, ammettendo che suo figlio ne era un grande fan. Un vero tributo al progetto di Kirk. Sui social media ho visto reazioni per lo più sobrie all’omicidio di Kirk. Dolore e shock, sia a sinistra sia a destra. Ma ho anche visto due tipi di reazioni fuorvianti, per quanto comprensibili siano la rabbia o l’orrore che le hanno provocate. Una è a sinistra: legare la morte di Kirk alle sue idee — dopotutto, lui difendeva il Secondo Emendamento (il diritto alle armi), ammettendo che significava accettare anche vittime innocenti. L’altra è a destra: trasformare il suo assassinio in una giustificazione per una guerra totale, un nuovo incendio del Reichstag per la nostra epoca. Ma, come rivela l’elenco di sopra, non esiste un mondo in cui la violenza politica si intensifica e resta confinata solo ai propri nemici.
Anche se fosse possibile, sarebbe comunque un mondo di orrori, una società crollata nella forma più irreversibile di non-libertà. La violenza politica è un virus. È contagiosa. Questo Paese ha già attraversato periodi in cui era endemica. Negli anni Sessanta ci furono gli assassinii di John F. Kennedy, Malcolm X, Martin Luther King Jr., Robert F. Kennedy e Medgar Evers. Negli anni Settanta, il governatore George Wallace fu colpito da un attentatore ma sopravvisse, e il presidente Gerald Ford scampò a due tentativi di assassinio nello stesso mese.
Nel 1981 il presidente Ronald Reagan sopravvisse dopo che il proiettile di John Hinckley Jr. rimbalzò su una costola e gli perforò un polmone. Questi attentatori e aspiranti tali avevano motivi diversi, ideologie diverse, gradi diversi di stabilità mentale. Quando la violenza politica diventa immaginabile, sia come strumento di potere sia come scorciatoia verso la fama, inizia a infettare nuovi ospiti senza freni. La politica americana ha le sue fazioni estreme. Inutile fingere che non sia così. Ma entrambe dovrebbero stare dalla stessa parte di un progetto più grande — tutti noi, o almeno la maggioranza, stiamo cercando di mantenere in vita l’esperimento americano.
Possiamo sopportare di perdere un’elezione perché crediamo nella promessa della prossima; possiamo sopportare di perdere una discussione perché crediamo che ci sarà un’altra occasione per discuterne. La violenza politica mette tutto questo in pericolo. Io e Kirk stavamo su fronti opposti nella maggior parte delle dispute politiche. Ma eravamo dalla stessa parte sull’idea che la politica americana resti possibile. La politica deve essere un confronto, non una guerra; deve essere vinta con le parole, non chiusa con i proiettili.
Volevo che Kirk fosse al sicuro per il suo bene, ma anche per il mio e per il bene del nostro progetto comune. Lo stesso vale per Shapiro, per Hoffman, per Hortman, per Thompson, per Trump, per Pelosi, per Whitmer. Siamo tutti al sicuro, o non lo è nessuno."
Ezra Klein sul New York Times, 11 settembre:
In effetti, anche a me sembra che questo omicidio, se doveva servire a mettere a tacere per sempre Kirk, pare che abbia ottenuto l'effetto esattamente opposto: ha scatenato una specie di esplosione nucleare di dimensioni mondiali per cui quelle idee, coraggiose si ma espresse in campus universitari o in circuiti comunque ristretti, adesso non paiono avere più confini. E fanno da potente cartina di tornasole per capire immediatamente chi è dalla parte di Dio e chi invece del suo antico antagonista.
I FIGLI DELLA LUCE SCENDONO IN CAMPO
( The Giustice )
"Nessuno può nulla contro l'esercito della Luce. Legioni sconfinate di entità celesti, scendono dal cielo per sostenerli nella battaglia. Quando viene assassinato un Patriota così potente in vita, le conseguenze per le forze oscure sono nefaste. L'onda d'urto si riverbera sul pianeta. E lo stiamo notando tutti. Da quel tragico evento siamo tutti un po' più motivati, siamo tutti un po' più coraggiosi, siamo tutti molto più determinati. L'esercito del bene combatte con le parole, non con le pallottole. I membri delle famiglie oscure credo che abbiano passato le ultime notti in bianco, dopo la pessima scelta di eliminare un beniamino del popolo ed un messaggero di speranza.
Erika, moglie di Charlie, che abbiamo visto in lacrime, disperata, che sembrava sconfitta, ha espresso un Fuoco che solo lo Spirito di Cristo può infondere. Continua a pregare per lei, perché è una donna fuori dal comune, ne vedremo delle belle:
"I malfattori responsabili dell'assassinio di mio marito non hanno idea di quello che hanno fatto. Hanno ucciso Charlie perché predicava un messaggio di patriottismo, fede e amore misericordioso di Dio. Dovrebbero saperlo tutti: se prima pensavate che la missione di mio marito fosse potente, non ne avete idea. Non hai idea di cosa hai appena scatenato in tutto il Paese, e in questo mondo, non hai idea. Non hai idea del fuoco che hai acceso in questa moglie. Le grida di questa vedova risuoneranno in tutto il mondo come un grido di battaglia.
A tutti quelli che ascoltano stasera in tutta l'America, il movimento che mio marito ha costruito non morirà Non succederà. Mi rifiuto che accada. Non morirà. Tutti noi ci rifiuteremo di lasciare che accada. Nessuno dimenticherà mai il nome di mio marito e io farò in modo che sia così."
ERIKA KIRK
SIAMO SOLO ALL'INIZIO DI QUESTA BATTAGLIA
SEI SOSTENUTO
BE FAITHFUL
AND
TRUST IN GOD
STAY TUNED"
The Giustice
Come scrive Alessandro Rico sulla Verità di oggi, il grido d'allarme del filosofo Popper sul sistema liberale torna sempre d'attualità. E cioè: per mantenere in vita l'ordine liberale bisogna essere tolleranti con tutti, tranne con gli "intolleranti". E chi sarebbero gli intolleranti, è fin troppo chiaro: chi propugna Dio, patria e famiglia e chi non è disposto a venire a compromessi con alcuni principi fondamentali. Ora, più di allora.
Perché oggi il sistema liberale sente fragile il terreno su cui si regge ed è sempre più proiettato verso una dimensione radicalsocialista, totalitaria e repressiva.
Ecco il giustificazionismo intellettualoide verso il carnefice di turno quando questi è un immigrato e la vittima, specie negli Usa, è bianca, ecco la condanna a priori del "controverso, divisivo" Kirk.
La decadenza occidentale è alimentata e causata dalla fragilità dell'ordine liberale, dalle sue ambiguità e debolezze congenite che stanno emergendo in tutta la loro evidenza.
Ed è sostenuta dalla involuzione del cattolicesimo, divenuto in gran parte troppo simile a quel mondo che invece in passato aveva contrastato.
¥¥¥
❤️ US Hits Central:
“All'Hollywood Bowl, l'esibizione di Andrea Bocelli di "Con te partirò" ha preso una piega inaspettata e straziante che ha lasciato migliaia di tifosi in un silenzio sbalordito. A metà canzone, si fermò improvvisamente, la voce tremava, gli occhi luccicanti di lacrime e sussurrò alla folla: "Io... Non riesco a cantare questo senza pensare a Charlie Kirk. ” L'arena è caduta in un pesante silenzio quasi sacro, mentre centinaia di fan si sono coperti il volto, alcuni singhiozzando apertamente, mossi dalla cruda onestà del momento....
👉 Guarda il video: https://mistytrail.net/posts/andrea-hollywood-bowl-performance-turns-emotional-tribute-charlie-kirk-pt-toan123-nslp
Bocelli ha continuato a condividere un legame profondamente personale con il commentatore conservatore 31enne, ricordando momenti di ammirazione, conversazioni che non avrebbe mai dimenticato e lo strazio di una vita spezzata tragicamente breve. "Era pieno di energia, idee... una luce nel mondo", continua Bocelli, la sua voce si spezza mentre il pubblico pendeva da ogni parola. L'orchestra alle sue spalle ha suonato dolcemente, lasciando spazio al dolore del tenore per risuonare attraverso l'iconica sede.
In pochi minuti, i social media sono scoppiati: le clip di Bocelli che si mette in pausa a metà canzone e piange sono diventate virali mentre milioni di persone guardavano in tutto il mondo. I fan hanno discusso, condiviso ricordi ed espresso il proprio dolore, trasformando quella che è iniziata come una performance musicale in un momento collettivo di riflessione, perdita e tributo.”
Kirk era più antifascista del suo assassino che canta "Bella ciao". Se Charlie fosse stato di sinistra ora sarebbero tutti in ginocchio e al minuto di silenzio. Ma nelle fogne di Internet e dei media - il decimo girone dantesco dove i giornalisti italiani fanno i traghettatori - "è morto solo un fascista". C’è una sinistra fuori di testa che ha scatenato la follia sulla terra. E non c'è alcuna via di ritorno. Se siamo fortunati, ci sarà un lungo periodo di bugie e di sangue per raggiungere qualsiasi cosa ci attenda dall'altra parte
https://meotti.substack.com/p/kirk-era-piu-antifascista-del-suo
Negli ultimi giorni non ho scritto nulla. Beatrice non stava bene e ogni mia energia era per lei. Quando un figlio soffre, il tempo si ferma: non esiste più nulla se non il suo respiro, i suoi occhi, il suo dolore. Ma oggi, grazie a Dio, sta meglio. E proprio oggi, nel silenzio che finalmente mi circonda, ho sentito il bisogno di scrivere su ciò che è accaduto… su questa vicenda che ha scosso il mondo intero e che ha lasciato dentro di me un peso enorme.
Il 10 settembre Charlie Kirk è stato assassinato. Questa notizia ha squarciato, per un istante, la maschera del mondo, mostrandone il volto più oscuro.
Conoscevo chi fosse: alcune cose che diceva le condividevo, altre no. Ma questo non conta. Prima di ogni idea, di ogni opinione, di ogni divisione… lui era un uomo. Un marito. Un padre. Tre ruoli che questo mondo ha dimenticato e che continua a calpestare come se non avessero più valore.
E ciò che mi ha ferito ancora di più non è stato solo l’assassinio — anche il nostro Shahbaz Bhatti fu assassinato perché ebbe il coraggio di non tacere — ma quello che è accaduto dopo. A due giorni dalla sua morte, mentre la sua famiglia piange, migliaia di persone esultavano. Qui in Pakistan, sotto i post dei giornali, ho letto ragazzi che inneggiano a chi ha ucciso, chiamandolo “eroe”, e questo mi fa rabbrividire: quando l’assassino diventa l’eroe, significa che il mondo ha perso la coscienza.
E allora mi sono chiesta: in che razza di mondo viviamo? Che umanità stiamo diventando? Che tipo di esseri umani stiamo crescendo? Questa mentalità non è isolata. Si sta diffondendo IN TUTTO IL MONDO, come un veleno che scivola nei cuori e spegne ogni traccia di compassione.
Non importa cosa Charlie Kirk abbia detto o quante persone non fossero d’accordo con lui: nessuno merita di essere ucciso. Nessuno. La dignità della vita non dipende dalle nostre simpatie o dai nostri giudizi.
Eppure ho letto commenti di persone che scrivevano che è all’inferno, che i suoi figli staranno meglio senza un padre come lui. Mio Dio… com’è possibile arrivare a tanto? Ieri, solo per aver scritto sotto una notizia della BBC che, qualunque fosse stato, non meritava di morire, molte persone hanno smesso di seguirmi su Instagram. Ma se difendere il valore sacro della vita umana significa perdere consensi, allora che sia così.
Perché ormai è chiaro: l’uomo vuole farsi Dio.
Vuole decidere chi è degno di vivere e chi può essere eliminato.
Si erge a giudice assoluto, ma non conosce i cuori.
Vuole dare sentenze sulla vita altrui, mentre non sa neppure custodire la propria umanità.
Crede di costruire un mondo giusto, e invece lo sta svuotando di amore, di compassione, di pietà.
Ma questo non è progresso.
Non è giustizia.
Non è libertà.
È disumanità.
È follia travestita da civiltà. È l’illusione più pericolosa: credersi Dio e dimenticare di essere uomini.
E io non starò zitta.
Perché difendere la vita — sempre, anche quando non ci piace chi la porta — non è debolezza. È coraggio. È dignità. È l’ultimo segno che dentro di noi esiste ancora qualcosa di umano.
Zarish Imelda Neno
Qualche tempo fa, probabilmente nel 2017, sono apparso nel programma Fox di Tucker Carlson per parlare di Dio solo sa cosa. In seguito, un nome che conoscevo a malapena mi ha inviato un messaggio diretto su Twitter dicendomi che avevo fatto un ottimo lavoro. Era Charlie Kirk, e quel gesto di gentilezza ha dato inizio a un’amicizia che dura ancora oggi.
Charlie era affascinato dalle idee ed era sempre disposto a imparare e a cambiare idea. Come me, nel 2016 era scettico nei confronti di Donald Trump. Come me, ha finito per vedere il presidente Trump come l’unica figura in grado di allontanare la politica americana dal globalismo che aveva dominato per tutta la nostra vita. Quando gli altri avevano ragione, imparava da loro. Quando aveva ragione lui, come spesso accadeva, era generoso. Charlie non diceva mai “Te l’avevo detto”, ma piuttosto “Benvenuto”. Charlie è stata una delle prime persone che ho chiamato quando ho pensato di candidarmi al Senato all’inizio del 2021. Ero interessato, ma scettico sul fatto che ci fosse una strada percorribile. Abbiamo discusso di tutto, dalla strategia alla raccolta fondi, fino alle basi del movimento che lui conosceva così bene. Mi ha presentato alcune delle persone che avrebbero gestito la mia campagna elettorale e anche Donald Trump Jr. “Come suo padre, è incompreso. È estremamente intelligente e molto in sintonia con noi”. Don ha accettato di parlare con me perché Charlie glielo ha chiesto.
Molto prima che mi decidessi (anche solo mentalmente) a candidarmi, Charlie mi ha fatto parlare con i suoi donatori a un evento TPUSA. Mi ha accompagnato nella sala e mi ha presentato. Mi ha dato un feedback onesto sulle mie osservazioni. Non aveva alcun motivo per farlo, non si aspettava che sarei andato da nessuna parte. A quel punto, nei sondaggi ero ben al di sotto del 5%. Lo ha fatto perché eravamo amici e perché era un brav’uomo. Quando sono diventato il candidato alla vicepresidenza, cosa che Charlie aveva sostenuto sia in pubblico che in privato, Charlie mi è stato vicino. Ero così felice di far parte del team del presidente, ma sinceramente sorpreso dall’effetto che questo ha avuto sulla nostra famiglia. I nostri figli, specialmente il più grande, hanno faticato ad abituarsi all’attenzione e alla presenza costante della scorta. Provavo un forte senso di colpa per aver coinvolto i miei figli in questa vita senza il loro permesso. E Charlie chiamava e mandava messaggi continuamente, per sapere come stava la nostra famiglia e per offrirci consigli e preghiere. Alcuni dei nostri eventi di maggior successo non sono stati organizzati dalla campagna elettorale, ma dal TPUSA. Non era solo un pensatore, era un uomo d’azione, che trasformava grandi idee in eventi ancora più grandi con migliaia di attivisti. E dopo ogni evento, mi abbracciava forte, mi diceva che pregava per me e mi chiedeva cosa poteva fare. “Concentrati sul Wisconsin”, mi diceva. “L’Arizona è già nostra”. E così è stato.
Charlie credeva sinceramente in Gesù Cristo e lo amava. Aveva una fede profonda. Discutevamo spesso di cattolicesimo e protestantesimo e di chi avesse ragione su questioni dottrinali minori. Poiché amava Dio, voleva comprenderlo. Qualcun altro ha sottolineato che Charlie è morto facendo ciò che amava: discutere di idee. Si recava tra folle ostili e rispondeva alle loro domande. Se si trattava di una folla amichevole e un progressista faceva una domanda tra le risate del pubblico, incoraggiava i suoi sostenitori a calmarsi e lasciava parlare tutti. Incarnava una virtù fondamentale della nostra Repubblica: la volontà di parlare apertamente e discutere le idee.
Charlie aveva una straordinaria capacità di capire quando spingersi oltre i limiti e quando essere più convenzionale. Ho visto persone attaccarlo per anni perché aveva torto su questa o quella questione in pubblico, senza mai rendersi conto che in privato stava lavorando per ampliare la portata del dibattito accettabile.
Segue
Era un grande padre di famiglia. Oggi stavo parlando con il presidente Trump nello Studio Ovale e lui mi ha detto: “So che era un tuo grande amico”. Ho annuito in silenzio e il presidente Trump ha osservato che Charlie amava davvero la sua famiglia. Il presidente aveva ragione. Charlie era così orgoglioso di Erika e dei due bambini. Era così felice di essere padre. E provava tanta gratitudine per aver trovato una donna di Dio con cui poter costruire una famiglia. Charlie Kirk era un vero amico. Il tipo di persona a cui potevi dire qualcosa sapendo che sarebbe rimasto sempre con lui. Faccio parte di diverse chat di gruppo con Charlie e le persone che mi ha presentato nel corso degli anni. Festeggiamo matrimoni e nascite, ci prendiamo in giro a vicenda e piangiamo la perdita dei nostri cari. Parliamo di politica, di affari, di sport e di vita. Queste chat di gruppo includono persone ai vertici del nostro governo. Si fidavano di lui, lo amavano e sapevano che avrebbe sempre protetto loro. E poiché era un vero amico, ci si poteva fidare istintivamente delle persone che Charlie ti presentava. Gran parte del successo che abbiamo avuto in questa amministrazione è direttamente riconducibile alla capacità di Charlie di organizzare e riunire le persone. Non solo ci ha aiutato a vincere nel 2024, ma ci ha anche aiutato a formare l’intero governo.
Ero in una riunione nell’ala ovest quando quelle chat di gruppo hanno iniziato a riempirsi di messaggi di persone che dicevano a Charlie che stavano pregando per lui. È così che ho saputo che il mio amico era stato colpito da un proiettile. Ho pregato molto nell’ora successiva, mentre arrivavano prima buone notizie e poi cattive notizie. Dio non ha esaudito quelle preghiere, e va bene così. Aveva altri piani. E ora che Charlie è in paradiso, gli chiederò di parlare direttamente con il Grande Uomo a nome della sua famiglia, dei suoi amici e del Paese che amava così tanto.
Hai corso una bella gara, amico mio.
Da qui in poi ci pensiamo noi.
JD Vance
La destra italiana che si intesta Kirk provi adesso a imitarlo davvero.
A Londra si è radunata una folla oceanica, senza precedenti, per una doppia manifestazione: per la libertà di espressione e contro l'immigrazione di massa incontrollata. Il solito mainstream si affretta ad attribuirla a movimenti di estrema destra, ma non si rende conto del cortocircuito di cui è vittima. Centinaia di migliaia, forse addirittura milioni di cittadini, si sono riversati uniti nelle strade in una protesta pacifica. Quanto ancora possono continuare a insabbiare il declino delle democrazie occidentali e lo scollamento totale tra politici al potere, istituzioni sovranazionali non elette e popolo?
Iryna, Charlie Kirk e i fiumi di sangue
Roberto Pecchioli 13 Settembre 2025
LONDRA: da 10gg sto seguendo quello che sta succedendo in Inghilterra nelle maggiori città e prendo Londra come riferimento: ieri 3 MILIONI! di inglesi sono scesi nelle strade a protestare contro il Governo per l' invasione islamica. Da 10gg infatti la ribellione degli inglesi è stata senza violenza ma con l' esposizione di bandiere inglesi e della bandiera di S.Giorgio praticamente ovunque.
Milioni di inglesi a bloccare i maggiori traffici commerciali (ne avete sentito parlare nei nostri TG? Ovviamente no).
Ieri in particolare nella capitale hanno bloccato tutto e grido unanime:
SIAMO CRISTIANI SIAMO INGLESI. CRISTO È IL RE.
C'erano anche molti cartelli con l'immagine di Charlie Kirk che diceva: SIAMO TUTTI CHARLIE, e migliaia di persone che all' unisono gridavano il suo nome.
Quelli che hanno sfilato e che da 10gg ricordano al governo non solo inglese ma anche agli altri governanti europei, non sono ragazzetti che non sanno come farsi il tempo: sono uomini e donne dai 30 anni in su. Padri e madri, anziani, impiegati e operai. Tutti.
Il risveglio della Cristianità europea direi.
Da noi invece queste cose ce le sognano.. anzi, nemmeno quello tanto siamo anestetizzati e senza palle..
"Da noi, siamo anestetizzati etc."
È già un miracolo che ci sia un premier come Georgia Meloni. Nonostante i suoi evidenti limiti, è tuttavia una patriota sincera, che vuole il bene del Paese e fa del suo meglio per realizzarlo, nel modo realistico consentito a un Paese come il nostro, che non ha peso internazionale e all'interno è afflitto da gravi divisioni. Manifestazioni "oceaniche" come quelle inglesi da noi non sarebbero possibili anche perché il Centro-Destra è composto da tre partiti, almeno uno dei quali non aderirebbe a manifestazioni di questo tipo. Indovina quale? C'è poi la Lega, da un lato Lega di governo, con Salvini - dall'altro antisistema, sempre tentata da autonomie a sfondo secessionistico.
Quelli che attaccano di continuo Meloni e il CentroDestra, a prescindere, e incitano a non andare a votare, dovrebbero riflettere : se il CD non avesse a suo tempo sabotato l'iniquo ddl Zan, se questo ddl fosse diventato legge, il presente blog sarebbe stato soppresso per sempre e la moderatrice + qualche collaboratore sarebbe finiti sotto processo e forse anche in galera.
Bisogna organizzarsi con quello che c'è, cercando ovviamente di migliorarlo.
Inutile lamentarsi della nostra pochezza quando poi si incita al disfattismo politico, a non andare a votare per chi vuole difendere l'Italia.
Politicus
QUESTO SAREBBE UN GIORNALE CATTOLICO?
Eminenza Zuppi,
mi perdoni se le scrivo ancora una lettera aperta e lo faccio nuovamente a causa di Avvenire.
Sono amareggiato e contristato per quanto pubblicato dal quotidiano "dei vescovi" sul grave attentato che è costato la vita a Charlie Kirk.
Charlie era cristiano, marito e padre di famiglia, assassinato per aver testimoniato la fede e le proprie convinzioni usando il dialogo e la persuasione.
Amava moltissimo Gesù e la Vergine Maria, e in ogni occasione cercava di difendere la vita dal concepimento, la famiglia, il matrimonio e la libertà di educazione dei figli.
Lo faceva con forza, con passione, ma sempre con rispetto. La prego, guardi uno dei suoi video, e non potrà che concordare.
Si può essere d'accordo o dissentire con le sue posizioni e i suoi toni, ma credo si debba rispetto assoluto ad una persona che ha dato la vita per le proprie idee.
E invece, nelle pagine del quotidiano della CEI, di rispetto non vi è alcuna traccia.
Leggo insieme a lei alcuni passaggi:
"veleno delle sue parole", "cresciuto nell'agiata periferia", "mai laureato", accusato di praticare il "lavaggio del cervello", promotore della "disinformazione sul covid" e del "negazionismo sul cambiamento climatico", queste sono le parole e le insinuazioni (queste si, velenose) che dal titolo in poi imbevono gli articoli che il quotidiano fu cattolico dedica a Kirk.
Trovo poi del tutto esecrabile la spalla di approfondimento dove si tenta -senza neppur nasconderlo - di gettare la colpa di quanto accaduto sulla stessa vittima, rea di aver difeso il secondo emendamento, e lo si fa con espressioni lontane dal vero e intollerabili in un contesto di cordoglio, tra le quali, ad esempio "per molti americani la Bibbia e il fucile sono la stessa cosa". Nello stesso pezzo poi si mettono sullo stesso piano il presunto assalto a Capitol Hill e l'attentato a Trump, si calunnia Kirk attribuendogli posizioni razziste mai avute e si conclude preconizzando che il killer di Kirk sia probabilmente "un ultras Maga deluso dall'incertezza del Presidente in materia di immigrazione".
Insomma Eminenza, a mio parere un capolavoro di velenose insinuazioni ed inaccettabili quanto infondate accuse, tutto orientato, se non a giustificare quanto accaduto, certo a sostenere la tesi del "SE L'È CERCATA" e a gettare le colpe nel campo conservatore.
Davvero queste sono le uniche parole che il quotidiano dei vescovi italiani, il suo quotidiano, riesce a dire davanti a un ragazzo di 31 anni ammazzato con un colpo di fucile alla giugulare?
Davvero non riuscite a dire una parola di cordoglio per l'orribile morte, di apprezzamento per il suo impegno, di suffragio per la sua anima, di tenerezza per la sua vedova e i loro due splendidi bambini?
Davvero riuscite a pubblicare solo attacchi e accuse più o meno larvati a una persona che non può più difendersi perchè chiusa in una bara?
Non solo Avvenire non è più un giornale cattolico, non è più neppure un giornale cristiano.
A mio giudizio somiglia ormai all'organo di stampa di una sinistra livorosa e ideologica che si nasconde sotto gli altari per portare avanti le proprie idee.
Le parranno esagerate le mie parole, ma le assicuro, eminenza, che non è solo il mio sentire, ma il sentire di molti.
Spero di cuore che possa leggere questa mia lettera e che possa condividere, almeno in parte, i miei, i nostri argomenti, e provvedere di conseguenza.
Lo chiedo dal cuore, facendo appello alla Sua personale coscienza: restituisca ai cattolici italiani di ogni colore un giornale serio, oggettivo, che metta al centro la fede nel Signore Gesù, che evangelizzi, che aiuti ad attualizzare la fede nella storia di ogni giorno, che non sparga veleni e che racconti i fatti senza fare propaganda politica (nè di sinistra, come fa da anni, ma neppure di altro colore).
La ringrazio dell'attenzione e ancora una volta oso permettermi di chiederLe una risposta, se non a parole, almeno - spero - nei fatti.
Simone Pillon
Il killer un "sostenitore di Trump deluso"? DA quello che si legge sui giornali, il killer conviveva con un transgender, un uomo in procinto di diventare donna. È da questi abissi che viene la volontà omicida messa in pratica.
Il giornale dei vescovi andrebbe soppresso e le conferenze episcopali abolite.
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