La crisi della Chiesa è un dato di fatto, innegabile e concreto. Molte sono le cause, ma tre le principali: la perdita della dottrina, la perdita della bellezza e la perdita della metafisica, intesa quale contemplazione e comprensione, per quanto ci è umanamente possibile, del Sacro, dell'ontologia divina, dell'Essere immutabile ed eterno. È il ripudio della metafisica greca, di Parmenide, di Platone, di Aristotile, di Plotino. Il ripudio della Patristica che, da Giustino a Boezio ad Agostino, su quella metafisica costruì l'edificio della filosofia cristiana. E, ovviamente, il ripudio di San Tommaso e della Scolastica. Vedi precedenti qui - qui - qui - qui - qui - qui
Questi sono tempi antimetafisici. La maggior parte delle persone non se ne rendono conto perché non sanno nulla di metafisica e di come essa influisce sulle loro vite. Tuttavia, rifiutare la metafisica ha conseguenze tragiche per gli individui e la società in generale.
Un mondo antimetafisico dà origine a individui che non riescono a riflettere profondamente sulle cose, sfiorando appena la superficie della vita. Tali abitudini portano poi a non avere certezze, convinzioni e principi.
Anche la società ne soffre, perché non ci può essere unità quando non ci sono certezze, convinzioni e principi. Quando questo fenomeno avanza, si verifica la polarizzazione, perché le persone non riescono più a capire le cose che potrebbero unirle.
Come definire la metafisica
La metafisica che manca all'America non dovrebbe essere qualcosa di complicato, ci vorrebbe soltanto che si affrontasse la nozione fondamentale delle cose. La metafisica è la scienza che determina la vera natura delle realtà, permettendo così alle persone di percepire il significato, la struttura e i principi di qualsiasi cosa esistente. Con questo fondamento, è facile stabilire certezze e quindi facilitare l'unità e la comunicazione.
Senza rendersene conto, il bambino innocente esplora costantemente le frontiere della metafisica nella ricerca di conoscere il mondo. Nel corso della vita, le persone virtuose affinano le loro nozioni della realtà e agiscono di conseguenza.
La chiave consiste nel conoscere le cose come sono. Per esempio, un concetto metafisico di libro sarebbe quello di considerarlo come un insieme rilegato di fogli di carta scritti o stampati. Applicando questo concetto alla vita quotidiana, la persona classifica come libro tutto ciò che è conforme a questa nozione generale. Qualsiasi discussione su un libro al di fuori di questa idea porta all'assurdo e al distacco dalla realtà.
Quando si rimane all'interno di questa nozione di ciò che è un libro, si può immaginare e produrre un'immensa varietà di libri, dai magnifici e splendidi libri ai libri banali; libri grandi, regolari e in miniatura; libri da sfogliare e libri non appetibili; libri rari, nuovi e usati. Così, la metafisica è il fondamento della logica, della discussione e del dibattito. Rende possibile il progresso ancorando le nozioni delle cose alla realtà. Permette all'immaginazione creativa di svilupparsi anche se ci tiene lontani da pericolose fantasie scollegate dalla realtà. Togli la metafisica e non ci sarà una comprensione comune che possa permettere la comunicazione. E ciò pone le basi per il caos.
Il mondo moderno ha da tempo un problema con la metafisica. Infatti, la modernità cerca di dominare la natura, non di capirla. Vuole piegare la natura alla volontà dell'umanità. I suoi filosofi hanno visto le definizioni e le categorie metafisiche come restrittive e tendono a minimizzarle. L'uomo moderno delle società industriali ha limitato la sua comprensione delle cose a ciò che aiuta a dominare la natura. Tutto ciò che è più profondo viene liquidato come irrilevante. La volontà di dominio porta al desiderio di determinare le cose in base alla soggettività personale.
La postmodernità distrugge la metafisica
La postmodernità iniziata negli anni sessanta ha cambiato tutto. Se la modernità dominava la natura, la postmodernità l’annienta. I suoi filosofi non rispettano né regole né limiti. Essi "decostruiscono" ogni narrazione e verità storica in modo che, abbattendole, non sopravviva nessun insieme coerente.
La postmodernità annienta la metafisica perché non riconosce la natura di nulla. Anzi, essa celebra l'assurdità. Così, la nozione di "libro" può diventare qualsiasi cosa una persona determini che sia, anche se è un lampione. Un uomo non è un uomo ma un qualcosa che può essere determinato dal pronome preferito. Niente può essere conosciuto con certezza.
Così, la cultura popolare riflette una società non ancorata alla realtà e alle certezze, dove tutto è possibile. In un mondo così, l'immaginazione sfrenata regna. Le cose più bizzarre possono essere chiamate arte o musica. Dove l'assurdità troneggia, l'unità diventa impossibile.
Niente da condividere né da amare
Sant'Agostino una volta definì un popolo come "una moltitudine di esseri razionali uniti dall'accordo di condividere le cose che amano". Finché le persone possono concordare che le cose da amare rispondo a nozioni oggettive, una società unita è possibile. Le persone potrebbero essere in disaccordo sull'espressione delle cose amate. Potrebbero anche andare avanti nell'unità proponendo manifestazioni più sublimi di tali cose. Le società costituite in questo modo possono progredire.
La società liberale moderna ha accettato di condividere le cose nei modi più superficiali in modo da fare spazio al suo profondo individualismo e al progresso industriale. Ahimè, almeno i liberali classici erano d'accordo che ci fossero cose condivisibili... e che fossero cose. La postmodernità distrugge la società perché non crede che le cose abbiano nature determinate. Pertanto, non c'è niente da condividere o da amare. C'è solo lo scontro caotico di percezioni soggettive improntate a passioni sfrenate.
Quando le percezioni non sono ancorate alla metafisica, nulla può essere definito. Società di quel genere cadono a pezzi. Un mondo antimetafisico è incomprensibile e inospitale.
La caduta nell'assurdo
La marcia verso l'assurdo si sta sviluppando da tempo. Il rifiuto di riconoscere la natura delle cose deriva dal mancato riconoscimento di una causa divina e intelligente. Quando la modernità si è staccata da Dio e dalla sua Provvidenza, ha colpito il cuore della vera metafisica. La scienza ha dominato la natura e gradualmente ha detronizzato il Dio della natura.
Senza Dio, Creatore di tutte le cose, diventa impossibile capirne la natura, la ragione e lo scopo nell'ordine dell'universo. La creazione ha senso solo alla luce del Creatore.
Il processo di decostruzione e annientamento della postmodernità sta raggiungendo la sua fine con il rifiuto e persino l'odio del Creatore e dell'ordine che ha stabilito nell'universo, raggiungendo un punto di non ritorno.
La metafisica ieri e oggi
La civiltà cristiana fu un'epoca di metafisica. Le persone capivano la natura delle cose perché vedevano il Creatore riflesso nella sua creazione e desideravano conoscerlo meglio attraverso le sue opere. Inoltre, percepivano la società umana come parte integrante di un universo divinamente ordinato e posizionato nel tempo. La saggezza della Provvidenza di Dio governava questo universo, spesso attraverso cause secondarie. Soprattutto, Dio era il punto supremo di unità, amato e condiviso dai popoli.
Oggi i problemi della società non possono essere ridotti a crisi economiche, politiche o persino culturali. Soprattutto, c’è una crisi metafisica che mina le certezze, i principi e il senso. Menti e società frammentate ne sono il risultato.
Man mano che l’attuale società raggiungerà le sue ultime fasi di decadenza, il prezzo della negazione della realtà si rivelerà sempre più grande, risvegliandoci dalla follia e dalla catastrofe. Una crisi metafisica di vaste proporzioni attende un mondo che a suo rischio e pericolo ha ignorato a lungo le questioni esistenziali.
Così, ci deve essere un ritorno all'ordine ristabilendo la metafisica che ci permetta di conoscere la natura delle cose. Dio Creatore sarà allora riconosciuto e le persone condivideranno di nuovo le cose che amano. Questo renderà la società ancora una volta unita e ci sarà pace.
John Horvat - Fonte: tfp.org, 14 Ottobre 202. Traduzione a cura di TFP - Italia
7 commenti:
La diocesi di Roma, da cuore della Cristianità è divenuta epicentro dell'insensata guerra contro la liturgia tradizionale. Il documento del Vicariato, datato 7 ottobre, vieta esplicitamente sacramenti e sacramentali secondo il Rituale romanum e vieta il Triduo Pasquale ANCHE nella Parrocchia Personale di Ss.ma Trinità dei Pellegrini, della FSSP, oltre che nella Basilica dei Santi Celso e Giuliano, affidata all'ICRSS, e agli altri luoghi di culto dove si celebra in rito tradizionale.
http://blog.messainlatino.it/2021/11/traditionis-custodes-nel-mondo.html#more
Leggo questo documento alla stregua del Secondo Mistero Doloroso: La flagellazione di Gesù. Stringiamoci in preghiera con gli amati Pastori e alla loro sequela offriamo all'Eterno Padre questa sofferenza contro il Figlio Suo,felici di subire persecuzioni.
Voglio soffermarmi sulla più volte sottolineata assenza dei giovani a queste nostre vicende che vanno dalla questione sanitaria a quella del lasciapassare verde alla emergenza ecologica e chissà a quante altre emergenze avvenire.
L'assenza odierna dei giovani svela a ritroso che quei giovani di cinquanta anni fa erano guidati da genitori, insegnanti, personale ausiliario nelle case, nelle scuole, nelle università. I giovani non si muovevano e non si muovono da scuola, dalla università se all'interno della casa, della scuola, dell'università non c'è qualcuno che li manipola e non li organizza nel senso voluto da chi decide le politiche sociali e culturali dentro o fuori i confini nazionali.
Senza escludere che l'egemonia politico culturale sia quella che oggi li tiene a scuola e li fa uscire solo dietro la Gretina.
A me questo usare i giovani fa schifo, mi faceva schifo cinquanta anni fa e mi fa schifo ora anche se si mostra in senso contrario a quello che fu allora. Intere vite stravolte. Responsabilità infinite. Vile chi si è fatto e si fa strumento della loro manipolazione di allora e di ora.
Voglio soffermarmi sulla più volte sottolineata assenza dei giovani a queste nostre vicende che vanno dalla questione sanitaria a quella del lasciapassare verde alla emergenza ecologica e chissà a quante altre emergenze avvenire.
L'assenza odierna dei giovani svela a ritroso che quei giovani di cinquanta anni fa erano guidati da genitori, insegnanti, personale ausiliario nelle case, nelle scuole, nelle università. I giovani non si muovevano e non si muovono da scuola, dalla università se all'interno della casa, della scuola, dell'università non c'è qualcuno che li manipola e non li organizza nel senso voluto da chi decide le politiche sociali e culturali dentro o fuori i confini nazionali.
Senza escludere che l'egemonia politico culturale sia quella che oggi li tiene a scuola e li fa uscire solo dietro la Gretina.
A me questo usare i giovani fa schifo, mi faceva schifo cinquanta anni fa e mi fa schifo ora anche se si mostra in senso contrario a quello che fu allora. Intere vite stravolte. Responsabilità infinite. Vile chi si è fatto e si fa strumento della loro manipolazione di allora e di ora.
Per salvare la Terra dobbiamo, dice in modo felpato chi parla alla Cop26 di Glasgow, iniziare a fare meno figli. Quando il neo malthusianesimo si traveste in salsa green
Allora 'fare figli' è inesatto, nessuno di noi si è messo in un qualche laboratorio a fare... volendo ci siamo disposti, abbiamo cercato, abbiamo provato e spesso riprovato e riprovato, finché ci è stato donato un figlio, ma...quelli che non cercano il figlio e arriva inaspettatamente? Un tempo questi bambini venivano considerati 'salvatori' della madre e/o del padre o di entrambi i genitori, nel senso che la vita di entrambi aveva un motivo vivente, in carne ed ossa, per darsi una regola davanti a Dio e davanti agli uomini, infatti allevando ed educando quel grumo di sangue i genitori avrebbero potuto diventare santi. Siccome però la natura è anche selvaggia, la Chiesa aveva previsto la ruota attraverso la quale il bambino passava dalle mani della madre a quelle di una madre adottiva, che avrebbe potuto ssere la Chiesa stessa o sposi sterili. 'I figli non s'accidono' come ricorda ancora Edoardo De Filippo per bocca di 'Filomena Marturano', che aveva esercitato nella sua vita il mestiere più antico del mondo.
Non si può comprendere l’Occidente, la sua storia, i suoi principi, la sua stessa ragion d’essere, senza aver ben presente cosa sia la metafisica.
Siamo quel che siamo perché il concetto stesso di metafisica è stato una costante, dall’antica Grecia fino a tutto il pensiero cristiano.
Oggi vorremmo essere “Occidente”, con la sua storia e i suoi principi, avendo eliminato la metafisica, e con essa qualsiasi riferimento al trascendente.
La conseguenza è che l’Occidente sta crollando un po’ alla volta, e si regge solo perché la sua grandezza è talmente clamorosa e multiforme che… ci vogliono secoli per scalfirla.
Ma sta accadendo, proprio in questi anni: stiamo crollando più che per attacchi esterni, per guerre intestine. Guerre ideologiche, economiche, sociali…
Tutto questo perché ci siamo voluti reinventare senza quel presupposto ideale garantito dalla metafisica.
Quello è stato per millenni il nostro punto di partenza, il nostro supporto, oggi non c’è più e dopo averlo rinnegato ci stiamo sciogliendo come neve al sole.
L’Occidente oggi non sta cedendo il passo solo perché la sua opulenza lo ha fiaccato, stiamo cedendo il passo anche perché non sappiamo più chi siamo, e non sappiamo più difendere i nostri principi: mancando le premesse, vengono a mancare anche le conclusioni
Tutto crolla poiché il virus del relativismo inoculato dalla rivoluzione francese ha minato il principio di non contraddizione su cui si è costruita la nostra civiltà.
E non si può non essere relativisti se non si è agganciati a qualcos'altro che non sia oltre il mondo materiale
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