Da pacem, Domine, in diebus nostris |
Dà la pace Signore, ai nostri giorni |
Da pacem, Domine, in diebus nostris,
quia non est alius qui pugnet pro nobis nisi tu, Deus noster.
Questo canto - che il nostro sacerdote ci ha insegnato come tutte le invocazioni all'inizio della Messa per ogni tempo dell'anno liturgico - precede la Santa Messa di queste domeniche. Mai come ora ho sentito la forza e la pace di una preghiera che sgorga dalle profondità dell'essere e del tempo. Qui potete ascoltarlo dal Video da Curitiba [vedi].
Ho trovato in rete le riflessioni che seguono che faccio mie e integro. Questa invocazione sarà il refrain che accompagnerà le nostre preghiere in questo tempo (diebus nostris) oscuro come non mai.
Di una preghiera si tratta, di una preghiera così mendicante, così da nulla che – forse per questo – porta con sé maggiore speranza di essere accolta, di essere esaudita da Gesù.
In diebus nostris, la Chiesa domanda al Signore la pace qui in questi nostri giorni.
Il discepolo prediletto di Gesù ha registrato che la pace di Gesù è “non come la dà il mondo” (Gv 14, 27), non ubi desertum faciunt, pacem appellant (fanno il deserto, lo chiamano pace). Non così al Signore la sua piccola Chiesa chiede pace.
La pace di Gesù è quando lui custodisce i suoi nella sua amicizia, che significa essere in grazia di Dio.
Non altrimenti la liturgia della Chiesa di Roma ha reiterato la domanda di pace quando a Messa si sta per ricevere la Santa Comunione: “Concedi la pace ai nostri giorni… e donale unità e pace, secondo la tua volontà… la pace del Signore sia con voi… Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace”.
E questa pace ha un riflesso pure nel guardare con cuore diverso le cose di questo mondo: così si chiede da pacem, Domine per questo mondo in ore buie e brutte.
Loquebar pacem de te: Chiederò la pace non tibi (a te) ma de te quella che viene da te... Non è quella che dà il mondo...
Proprio nel momento in cui si scatenano dinamiche tragiche del potere di questo mondo, anche allora è sufficiente la preghiera di un solo battezzato a commuovere Gesù (ma già in Paradiso sono in parecchi a intercedere); perché non sia tolta la speranza di essere guardati da Gesù: nisi tu, se non tu, o mio Gesù. Nessun altro combatte per noi se non tu, nostro Dio.
Così gli si domanda, perché ha combattuto e ha vinto in sedi ancor più decisive: “Mors et vita duello conflixere mirando; dux vitae, mortuus, regnat vivus” (morte e vita si sono affrontate in un duello mirabile; il re della vita, morto, regna vivo). E, siccome è vivo, gli si può domandare.
A Gesù risorto si domanda, a Gesù victor rex si domanda; per i nostri amici si domanda, per chi ha in sorte il potere di questo mondo si domanda. Perché si resti in grazia di Dio si domanda.
È una grazia lo stesso poter restare qua a domandarGli, anche quando l’”impero delle tenebre” (Lc 22,53) pretende di non essere stato relegato alla notte del Giovedì Santo, all’orto degli Ulivi, a quando Gesù veniva processato, suppliziato e avanti così. Subendo menzogne su menzogne.
Già, menzogne. Ma chiedendo a Gesù i miracoli, proprio in questo tempo delle infelici menzogne, la preghiera attende che già ora Gesù mostri la Sua vittoria su colui che è omicida fin dal principio e padre della menzogna (Gv 8,44).
Che già in diebus nostris Gesù mostri la sua potenza, come papa Benedetto XVI chiese a Gesù nel Natale del 2010 (“Ti ringraziamo per la tua bontà, ma ti preghiamo anche: mostra la tua potenza”).
È una fortuna poter chiedere di restare in grazia di Dio. E quando si è in grazia di Dio si guardano meglio sia gli avvenimenti di questo mondo sia quanti curano il potere di questo mondo, a partire da quelli che Dio ha eletto, sebbene essi non lo sappiano.
A nessuno in queste ore è tolto di dire, umili, il da pacem, Domine oppure un’Ave Maria per questo nostro mondo. Con il cuore di santa Bernardetta nel 1870: “Io non ho paura dei protestanti, io ho paura dei cattivi cattolici”.
Con l’umorismo realista e cristiano di Pio XI nel 1939, il quale, vicino alla morte ma conscio dei venti di una guerra mondiale all’orizzonte, non lamentava tanto la sua morte imminente, quanto: “…vorrei vedere come farà questa volta il Signore a salvare la sua Chiesa”.
Lieti del suggerimento di santa Teresina: “Agitarsi non serve a nulla: occorre solo sperare e pregare”.
10 commenti:
Don Divo Barsotti scriveva:
"Se anche dessimo la salute a tutti i malati e la casa a tutti gli uomini, non avremmo fatto niente. La carità più grande è quella sovrannaturale che unisce gli uomini a Dio.
E che cosa c'è di più grande che assumersi il peso del peccato e implorare misericordia per tutti?
Quando tu curi un malato o assisti un vecchio tu rimani distinto da lui, ma se tu ti offri a pagare per un'altra persona, veramente tu ti fai uno con quella persona. Io sono lui".
Meditiamo. Ed eleviamo, anche con l'esempio dei santi, il nostro concetto di Carità a vette più alte; ed evitiamo categoricamente di uniformare il pensiero cristiano al pensiero del mondo.
L'obiettivo è e sarà sempre uno: il Paradiso!
Esistono aiuti straordinari e ordinari. I primi sono interventi diretti, e ci spero non poco. I secondi sono i più necessari al momento perché Dio chiede la nostra collaborazione per porre un freno alla menzogna che domina ovunque. Purtroppo ce lo siamo dimenticati.
Antonio Rossix
Ci hanno tolto la libertà di uscire, di spostarci, di entrare in negozi, locali, mostre,musei, cinema e altri luoghi di aggregazione. E ci hanno tolto anche la libertà di parlare perché i parlamentari, che dovevano essere la nostra voce, hanno preferito applaudire il discorso ipocrita dei nostri aguzzini. Ma una cosa non ci possono togliere: la libertà di pensare, di pregare , di reagire, e questa ci farà riconquistare tutte le altre libertà perdute.
La preghiera Da pacem, Domine, in diebus nostris quia non est alius qui pugnet pro nobis
nisi tu Deus noster che qui funge da ritornello in questo bellissimo canto era una preghiera di suffragio (della Pace) che tutti i sacerdoti del mondo recitavano nel breviario alle lodi e ai vespri quando non c'erano feste di rito doppio o ottave, prima della riforma di San Pio X nel 1911. Le preghiere di suffragio prima di questa riforma erano in genere le seguenti: della Beata Vergine, di S. Giuseppe, dei S. Apostoli Pietro e Paolo, e della Pace (si potevano aggiungere quella per il Patrono, e nei giorni feriali, in alcune occasioni, della Croce). Purtroppo la riforma di San Pio X le ha abolite praticamente tutte lasciando solo un suffragio dove vengono citati la Vergine Maria , tutti i Santi e il Patrono (nel tempo pasquale questo suffragio è sostituito da quello della Croce). La successiva riforma del 1962 ha abolito le preghiere di suffragio. Faccio solo notare sommessamente (come dice sempre la Meloni) che ogni riforma del breviario ha comportato purtroppo una conseguenza pratica: i sacerdoti pregavano sempre di meno. La riforma di San Pio X ha tagliato praticamente un terzo del breviario di allora. Un'altra bella sforbiciata è stata data nel 1962 e non parliamo della Liturgia delle Ore dove la preghiera è ridotta all'osso. Un esempio. Il Breviario Tridentino prima della riforma del 1911 nelle domeniche portava i sacerdoti a recitare ben 48 salmi (18 al mattutino, 8 alle lodi, 4 all'ora prima, 9 a terza, sesta e nona, 5 ai vespri e 4 a compieta), ridotti a 34-35 dopo il 1911 fino a giungere ai 13-14 dell'attuale Liturgia delle Ore. Naturalmente anche i salmi negli altri giorni della settimana sono stati notevolmente ridimensionati. Tengo a precisare che il Breviario è la preghiera pubblica di tutta la Chiesa e forse, ma questa è solo una mia opinione personale, il ridimensionarla così tanto non ha certo giovato né ai sacerdoti, né alla Chiesa né tanto meno a tutta la società umana.
Beh, se la sfrondatura di San Pio X può costituire una diminutio, colmabile con molto altro, lo stesso non si può dire per i tsgli successivi, che non hanno solo semplicemente sfrondato, ma anche espunto passaggi significativi, annacquando e obliterando intenzionalmente. Per cui la smetterei di mettere le cose sullo stesso piano.
"Spazio di silenzio disponibile per la preghiera musulmana"
Il cartello non si trova all'aeroporto o in un ospedale, bensì nella prestigiosa chiesa di San Sulpizio a Parigi, dove evidentemente lo spirito wojtyliano d'Assisi soffia forte.
I responsabili della chiesa si sono giustificati dicendo che la sala era stata concessa solamente in occasione di una giornata cristiano-musulmana, che ha previsto la lettura di brani della Bibbia e del Corano e l'esibizione di una corale "islamico-cristiana" (!): quando la pezza è peggiore del buco...
Nel 13º anniversario dell'uccisione per fame di Eluana Englaro, torna alla Camera la legge sul fine vita, cioè sulla soppressione di mille Eluane e per quella della nostra civiltà. Ricordiamo che a staccare il nutrimento a Eluana fu il comunista Giorgio Napolitano, colui che plaudeva alle invasioni armate sovietiche, che non firmò il decreto del governo Berlusconi che avrebbe salvato la vita alla povera ragazza. Ogni tanto bisogna ricordare a chi vota a sinistra che sta sostenendo la cultura della morte.
“Il Manifesto della Fede”, l’attacco di Müller alla dottrina del Papa
Il Cardinale firma un documento in cui critica duramente il Pontefice. È lanciato da Lifesitenews, tra le testate che diffusero la richiesta di dimissioni a Bergoglio da parte di Viganò
https://www.lastampa.it/2019/02/09/vaticaninsider/il-manifesto-della-fede-lattacco-di-mller-alla-dottrina-del-papa-0420IpIptcRSI1iLdUHSBI/pagina.html
Riguardo alla politica "spiccia letti" bisogna ricordare che le persone, che difficilmente riprenderanno coscienza e padronanza del loro corpo, sono tra coloro che offrono al prossimo, che le cura con amorevole attenzione ad ogni loro piccolo cenno di mobilità del viso o del corpo, dei loro minimi segni di vitalità, un'occasione unica di santificazione e di conoscenza dello stato profondo come di sonno, di coma. Quando andai a visitare l'Istituto Gottolengo questa fu la riflessione principale con cui ne uscii. I giovani pazienti incurabili erano assistiti 24 ore su 24, ma quello che veramente mi colpì di alcuni fu lo sguardo ed anche la posizione nel sonno, loro erano quelli che stavano insegnando a tutti noi un'offerta di sé difficile da mettere in parole, impossibile; noi non ne abbiamo esperienza, non la conosciamo, ci mancano le parole. Possiamo solo, in alcuni momenti, commuoverci un poco. Queste sono le persone a cui dire 'grazie fratello/sorella' per il sacrificio di te stesso/a che hai accettato affinché io potessi comprendere un po' di più dell'economia soprannaturale.'
LUX MUNDI
Appuntamento con il Catechismo della Chiesa Cattolica
6° Comandamento: Non commettere atti impuri
Mercoledì 9 Febbraio 2022
ore 20.30: S. Rosario
ore 21.00: Catechesi
YT
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LUX MUNDI - Appuntamento con il Catechismo della Chiesa Cattolica
I 10 Comandamenti
6° Comandamento: Non commettere adulterio - atti impuri
20.30: S. Rosario
21-00: Catechesi
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