Altre osservazioni sulla politica europea di riarmo. Purtroppo una delle conseguenze del rinnegamento delle radici cristiane e della civiltà di cui l'Europa è stata - e dovrebbe continuare ad essere - portatrice.
Il problema non è tanto il riarmo in sé, che potrebbe avere un senso se destinato ad una giusta difesa e/o deterrenza, ma il contesto e gli aspetti politicamente significativi espressi. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica. Qui quello sulla guerra in Ucraina.
Democrazia sopraffatta dall'oligarchia finanziaria. Conseguenze
Con il voto favorevole del parlamento europeo al piano di riarmo (419 SI, 204 NO, 46 astenuti) credo si possa dire che, simbolicamente, con oggi, la democrazia in Europa è andata; appassita prima, oggi i petali secchi sono caduti.
Non è stata sostituita, come molti temevano, da una dittatura.
La storia prende sempre forme diverse e sorprendenti.
No, questa volta la democrazia è stata sopraffatta dalla conquista delle istituzioni e dei media, dall'interno, da parte dell'oligarchia finanziaria e dei suoi stipendiati.
Oramai la manovra di aggiramento è compiuta.
I canali a disposizione per la popolazione per esprimersi in termini politicamente significativi sono stati tutti o chiusi o neutralizzati. Un po' è avvenuto con modifiche delle leggi elettorali, un po' rendendo il processo democratico contendibile solo a chi aveva finanziamenti significativi a disposizione, un po' occupando a tutti i livelli il sistema mediatico (ed espellendo chi non si adeguava a scrivere sotto dettatura), un po' sopprimendo la terzietà della magistratura, capillarmente politicizzata.
Ora i colpi possono susseguirsi in maniera progressivamente sempre più violenta e sfacciata. Aggirare con decreti le discussioni parlamentari è già e sarà sempre più la nuova normalità. Come lo è impedire agli outsider di partecipare al dibattito pubblico prima, ai processi elettorali poi.
Che sia stato progettato così o semplicemente avvenuto, de facto la vicenda pandemica ha rappresentato le prove generali della militarizzazione della società e dell'informazione: una sorta di legge marziale senza guerra.
Questa svolta era stata preceduta da molti passi intermedi, da molte lamentele intorno all'inefficienza dei tempi della politica, dei rituali della democrazia.
Poi, dal 2022 la guerra russo-ucraina è divenuta l'occasione per ribadire gli ultimi chiodi sulla bara della democrazia.
D'ora in poi aspettiamoci che i passaggi diventino sempre più veloci.
Tra la grande espropriazione di risorse pubbliche della crisi subprime (2008-2011) e la grande espropriazione di risorse pubbliche della crisi Covid (2020-2022) erano passati una decina d'anni. Ora, e sono passati solo 3 anni, si passa ad una terza colossale espropriazione nel nome dell'emergenza bellica.
L'esito di questo passaggio è trasparente e chiarissimo.
Pilastri sociali fondamentali come il sistema sanitario e il sistema pensionistico verranno stroncati.
Per parare il colpo gran parte del residuo risparmio privato verrà drenato dai cittadini in beni difensivi (assicurazioni private, pensioni private, ecc.).
Il patrimonio immobiliare privato, dove, come in Italia, ancora rilevante, diverrà dapprima il collaterale necessario per l'erogazione di finanziamenti indispensabili per far fronte ad esigenze inderogabili (la salute, lo studio dei figli, la sopravvivenza una volta usciti dalla sfera produttiva).
L'ultimo passo sarà naturalmente la sottrazione stessa delle proprietà immobiliari, che diventeranno invece il collaterale per le erogazioni di prestiti ad interesse da parte dei gruppi finanziari.
Alla fine del processo una cittadinanza variamente indebitata sarà di fatto in catene anche se formalmente libera: condizionata e ricattabile ad ogni passo. Fine pena, mai.
L'indebitamento economico irreversibile sarà la nuova forma della coazione. Non più gli antiquati modelli dell'asservimento violento, della schiavitù, ma un sistema pulito, contrattualmente ineccepibile, e tuttavia assai più stringente e dettagliato di qualunque passato rapporto servo-padrone.
Se poi con questa leva si deciderà di mandare debitori/colpevoli (Schuld) a fare la carne fresca in guerra o l'ingranaggio a vita per una multinazionale, questi saranno dettagli.
Questo è il futuro che bussa alle porte, e gli spiragli in cui si presentano ancora possibili margini di reazione - posto che ancora ci siano - si vanno chiudendo rapidamente.
Andrea Zhok
28 commenti:
L'UE LANCIA UN'OPERAZIONE PSYOP PER MANIPOLARE L'EUROPA ORIENTALE: PROTESTE DI MASSA FINANZIATE PER PROMUOVERE L'AGENDA GLOBALISTA!
Un'importante operazione psicologica è ora in corso nell'Europa orientale. L'UE, disperata per controllare la narrazione, sta sostenendo e finanziando proteste di massa in Ungheria, Romania e Serbia il 15 marzo.
Non si tratta di movimenti organici, bensì di rivolte create ad arte, coordinate e finanziate per spostare l'opinione pubblica verso il controllo di Bruxelles.
SEGNALI DI UNA PSYOP GUIDATA DALL’UE:
- Tempistiche coordinate: tre nazioni, stesso giorno, stesso messaggio.
- Le proteste promosse dalle ONG legate a George Soros sono le stesse utilizzate per manipolare l’opinione pubblica in tutto il mondo.
- L'obiettivo? Costringere queste nazioni a una dipendenza ancora maggiore dall'UE e schiacciare l'opposizione al governo di Bruxelles.
PERCHÉ ADESSO?
- L'Ungheria continua a sfidare le direttive dell'UE, rifiutandosi di sottomettersi alle loro politiche.
- La Romania è sull'orlo del collasso politico dopo l'annullamento di elezioni legittime.
- La Serbia resta ribelle e si oppone al pieno controllo dell'UE.
- L'UE ha bisogno di creare "sostegno", in modo da creare l'illusione di rivolte di massa.
NON SBAGLIARTI: È UN'OPERA PROGETTATA.
Lo abbiamo già visto prima. I "movimenti popolari" guidati dai media si allineano magicamente con gli interessi dell'UE, mentre la vera resistenza viene messa a tacere.
BISOGNA SMASCHERATE QUESTA OPERA PSICOLOGICA.
da Fb
Dopo la Romania anche la Polonia?
Ci risiamo: dopo il caso Romania, la Commissione Ue di donna Ursula ha annunciato che Bruxelles aprirà una ‘tavola rotonda’ sulle presidenziali polacche di maggio per “impedire la disinformazione”. Ma l’ex premier Morawiecki, del gruppo di Meloni, attacca: “Non permetteremo che venga violato il principio di elezioni libere e giuste”.
Oggi su @LaVeritaWeb un articolo di Maddalena Loy
NdR ormai abbiamo perso il primato morale come Comunità Europea che si sta trasformando in un qualcosa di autocratico sempre più velocemente, manca solo la polizia politica per la repressione fisica (e ovviamente speriamo non avvenga mai).
Ursula von der Leyen, que certains appellent "la hyène". Qui va faire taire cette horrible créature ?
Donald Trump, dopo aver sospeso gli aiuti militari a Kiev (mossa usata come leva per far comprendere a Zelensky che non ha voce in capitolo), ora revoca la sospensione, chiede la tregua e minaccia sanzioni "devastanti" se la Russia non la dovesse accettare, ma al tempo stesso si proclama fiducioso. Zelensky, dipendendo dagli USA, ovviamente accetta di firmare un piano per un cessate il fuoco di 30 giorni completo e immediato.
La Russia, però, giustamente vuole vederci chiaro. Il Ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, dichiara: "Sono stati dichiarati cessate il fuoco temporanei più volte dal 2014. Parlo degli Accordi di Minsk, l'accordo che è stato scartato dopo il colpo di stato del 2014 e degli accordi di Istanbul. Tutti questi includevano un cessate il fuoco. E ogni volta si è scoperto che gli ucraini ci avevano mentito con il supporto dei loro partner europei". Putin non chiude le porte alla tregua e fa notare: "Il governo di Kiev potrebbe usare il cessate il fuoco proposto di 30 giorni per ottenere armi o mobilitare più truppe" e sottolinea che la tregua sia "tale da portare ad una pace a lungo termine e affrontare le cause di fondo del conflitto".
Si, le cause del conflitto, perché guarda caso esistono anche se la propaganda imperante ha fatto semplicemente finta che non ci fossero, facendo credere che Putin fosse improvvisamente impazzito e che volesse conquistare addirittura l'Europa, cominciando dall'Ucraina. E invece no, la guerra era già in corso da 8 anni (prima del febbraio 2022), da quando il regime di Kiev bombardava la popolazione russofona del Donbass. La storia si può chiudere (e si sarebbe potuta già chiudere) esclusivamente in un modo: l'Ucraina non entra nella NATO. Il Donbass e la Crimea restano sotto la Federazione Russa. L'Ucraina non viene più armata dagli stati occidentali. Si tratterebbe di una sconfitta su tutta la linea di chi ha fomentato (prima) e sostenuto (poi) la guerra di procura? Si. La pace si ottiene in questo modo.
- Putin tratta, panico a sinistra
- Mario Sechi: la partita a scacchi è appena iniziata
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- Tesla di Fratoianni. Avs: “Un complotto”
- “Corrotti dai cinesi 15 eurodeputati”
Via Crucis in diretta streaming ore 15:00
Casa San Clemente - Istituto Buon Pastore - RM
https://www.youtube.com/watch?v=EcgBjkVn0yU
Fra i marosi ci conduca la SS. Eucaristia e S.Giuseppe e l'Immacolata . Amen!
Ma di cosa vogliamo parlare? Di una Europa che non esiste, dove già comandano altri, dove si condanna chi legge la Bibbia o manifesta pubblicamente contro l'aborto, e si stende a tappetino, ultima caxxata sospendere partite di calcio alle ore 18 perché i giocatori islamici possano sospendere il digiuno e strafogarsi, ramadan sì cristianesimo no, meritiamo di sparire nel nulla.
Molti di voi sapranno che la medaglia miracolosa della Rue di Bac è diffusa in due versioni: in quella buona le stelle che incoronano la Madonna sono poste in modo che sopra il capo non ve ne siano, ma solo a destra e a sinistra; nella versione taroccata (massonica) c’è una stella sopra la testa. La bandiera europea presenta le stelle in questa seconda disposizione
Tutti sanno che l’arcobaleno ha sette colori, ma le bandiere dell’ideologia nei usano sei.
Il simbolismo dice una volontà precisa e non si possono servire due padroni.
Impressionanti intuizioni di Hannah Arendt.
"È stato un errore di Lutero pensare che la sua sfida all'autorità temporale della Chiesa e il suo appello al giudizio individuale non guidato avrebbero lasciato intatte tradizione e religione. Così fu l'errore di Hobbes e dei teorici politici del XVII secolo a sperare che autorità e religione potessero essere salvate senza tradizione. Così, anche, fu finalmente l'errore degli umanisti pensare che sarebbe stato possibile restare in una tradizione ininterrotta della civiltà occidentale senza religione e senza autorità....
Comunque sia, il fatto è che la conseguenza più significativa della secolarizzazione dell'età moderna può essere l'eliminazione dalla vita pubblica, insieme alla religione, dell'unico elemento politico della religione tradizionale, la paura dell'inferno. Noi che dovevamo assistere a come, durante l'era Hitler e Stalin, una criminalità completamente nuova e senza precedenti, quasi incontestabile nei rispettivi paesi, dovesse invadere il regno della politica, dovremmo essere gli ultimi a sottovalutare la sua influenza 'persuasiva' sul funzionamento della coscienza. "
Mentre è bizzarro dire che la paura dell'inferno è "l'unico elemento politico nella religione tradizionale", il suo punto sta: se hai rimosso completamente la paura del giudizio da parte del sovrano finale - se, in breve, hai detto che non ci sono conseguenze finali per il malefatto - cosa sta nella via di qualsiasi perversione? Filosofia? Buona fortuna allora. Anche Socrate poteva vedere che gli uomini avevano bisogno dei "miti" del Paradiso e dell'Ade per essere moralmente consapevoli e responsabili.
L'autore dell'articolo mi sembra eccessivamente pessimista.
Tuttavia quelli che in certi punti possono essere ritenuti veri e propri deliri del (n)europarlamento europeo sono stati ben sottolineati nell'articolo di fondo di ieri dal direttore de La Verità.
Un parlamentare europeo greco, Nikolaos Farantouris, ha levato la sua voce a Damasco contro la persecuzione dei cristiani e degli sciiti in Siria ad opera dei jihadisti wahabiti, mentre la diplomazia UE dell'EEAS ha mostrato solidarietà al governo di questi ultimi intento a reprimere la rivolta; ieri, un altro parlamentare europeo, il belga Marc Botenga, ha tenuto un discorso in quel consesso a Bruxelles a proposito della Palestina, e ha ripreso dei parlamentari europei, tra cui il ministro polacco Adam Szalpka, che ridevano delle condizioni dei palestinesi. E' forse questa "l'Europa" della "pace", "il giardino fiorito", per cui scendere in piazza domani? L'"Europa" che per salvare i cittadini e soprattutto i bambini greci non aveva soldi ma misteriosamente per la guerra in Ucraina e per la destabilizzazione di Bosnia e Serbia ha 800 miliardi? Che io sappia questi due singoli parlamentari sono stati gli unici ad esprimersi sulla Siria e sulla Palestina. No, il nemico non è Putin, il nemico è a Bruxelles, i responsabili delle sofferenze siriane, dal 2011, sono a Washington e Bruxelles, così come i responsabili della macelleria sociale greca e italiana non siedono al Cremlino ma a Bruxelles e in nome di Bruxelles hanno agito nei loro Paesi; questa Europa non si merita un centesimo, non si merita amore e rispetto, non si merita piazze favorevoli piene...
In Italia c'è grasso che cola, ci sono tante aree di parassitismo, non diamo tutta la colpa all'Europa.
Basti vedere la difficoltà di trovare manodopera sia qualificata che nei servizi di ristorazione o affini.
Chiedo scusa: le stelle sono nella faccia della medaglia con la croce e la M di Maria. Il concetto però è lo stesso.
🇪🇺 Orbán ha presentato a Bruxelles le richieste dell'Ungheria:
1. Noi chiediamo un’Europa delle nazioni.
2. Chiediamo l'uguaglianza davanti alla legge per tutti gli Stati membri.
3. Ripristinare i poteri illegalmente sottratti alle nazioni.
4. Sovranità nazionale e forte potere di veto per i governi nazionali.
5. Espellere gli agenti di Soros dalla Commissione e rimuovere i lobbisti corrotti dal Parlamento.
6. Non ipotechiamo il futuro dei nostri nipoti, liquidiamo il debito dell'Unione.
7. Non interferire con la Guardia Nazionale nella protezione dei nostri confini. Non far entrare i migranti, ma espellere quelli arrivati illegalmente.
8. I dollari e gli euro corrotti non devono entrare nei paesi membri.
9. Vietare la rieducazione innaturale dei nostri bambini.
10. Proteggere l'eredità cristiana dell'Europa.
11. Chiediamo la pace in Europa.
12. Unione, ma senza l'Ucraina.
Uguaglianza, libertà, fratellanza!
Stefano Rocca
«Di fronte all’irruzione del reale che Trump e Vance rappresentano, l’oligarchia europea reagisce aggrappandosi alla paura e all’emergenzialismo. Nonostante abbia a disposizione mezzi potenti, anche sul piano mediatico, non c’è consenso. Per questo viviamo tempi pericolosi, perché potrebbe accadere, o potrebbe essere cercato, un “incidente”, che imponga il fatto compiuto.»
«L’UE oggi custodisce l’ortodossia ideologica neoliberale e globalista. L’America di Trump è tecno-mercatista, ma anti-globalista. Su questa base accetta il pluriverso mondiale, puntando a un modus vivendi nelle relazioni internazionali, e cerca di guadagnare dei vantaggi strategici posizionandosi al meglio nella competizione globale. Inoltre ha messo in discussione i dogmi liberal e chiuso con il fanatismo woke. Rispetto alla decisiva questione ucraina, punta a una pace possibile, realistica. Mentre l’UE, umiliata innanzitutto da se stessa, dai propri madornali errori, dalla propria cecità, è preda dell’isteria. Eppure, nonostante la propaganda forsennata, voci e analisi non sono mancate, che mettevano in luce non solo l’infondatezza, ma la fragilità e l’autolesionismo della posizione UE sull’Ucraina. L’esito fallimentare della politica imposta dai dem americani e subito accolta in modo del tutto subalterno dagli europei (persino da chi più l’avrebbe subita e pagata, cioè i tedeschi) era prevedibile, ed era stato previsto (ad esempio da Mearsheimer e Todd). Da un certo punto di vista, che l’unica Europa “politica” (peraltro illusoria e antidemocratica) che riescono a concepire sia il suo simulacro bellicista, non sorprende, essendo l’UE uno strumento di spoliticizzazione tecnocratica. Quindi politica in senso proprio può darsi solo in forma fantasmatica, come sintomo e non come risorsa strategica. Di fronte all’irruzione del reale che Trump e Vance rappresentano, l’oligarchia europea reagisce aggrappandosi alla paura e all’emergenzialismo. Nonostante abbia a disposizione mezzi potenti, anche sul piano mediatico, non c’è consenso. Per questo viviamo tempi pericolosi, perché potrebbe accadere, o potrebbe essere cercato, un “incidente”, che imponga il fatto compiuto.»
La folla vociante e lobotomizzata che si riunisce a Roma “per l’Europa”, su invito di un pennivendolo ex sessantottino e di un quotidiano di regime, è la perfetta espressione dell' Unione europea, cioè dell’ Anti-Europa che ha rinnegato se stessa.
La finta Europa plutocratica costruita sui valori mercantili, sul dirittismo suicida, sul pensiero unico e sulla burocrazia opprimente di Bruxelles.
La finta Europa come grande ospizio che vuole morire, anzi suicidarsi a colpi di “diritti” contronatura e immigrazione di massa.
La finta Europa dei banchieri che si è sbarazzata delle sue radici cristiane, della sua cultura e della sua identità.
La finta Europa dell'oligarchia nichilista, costruita contro il Logos greco e contro il Logos cristiano.
L’Antieuropa insomma.
Nell’era della menzogna universale chi oggi dice "Europa" vuole l’Anti-Europa, chi dice “popolo” (come fa il pennivedolo ex sessantottino) intende la massa atomizzata senza radici, chi sventola la bandiere della pace vuole la guerra permanente contro la Russia.
Dietro la propaganda c'è solo menzogna.
Martino Mora
I volenterosi di Starmer. A nome di chi parla e si muove Starmer?
Grido con amore a te, antica Europa: Ritrova te stessa. Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici. Torna a vivere dei valori autentici che hanno reso gloriosa la tua storia. Ricostruisci la tua unità spirituale.
San Giovanni Paolo II a Compostela, 1982
Oggi a Roma i cattolici (!?) scendono in piazza per l'Europa della pace
Tutti scesero in piazza, tutti per l'Europa e per la pace ma ognuno con una concezione di Europa e di pace diversa dall'altro. Possiamo considerarla l'apoteosi di un mondo distopico abitato da imbecilli? Direi di sì.
Paolo Borgognone
Avevo vergognosamente ragione in un mio post del 28 febbraio scorso, quando scrissi che la manifestazione pro-UE di ieri sarebbe stata, a prescindere dalle intenzioni degli organizzatori, una sorta di cerimonia di esequie politiche della UE stessa. Era dal 1999 che non ne azzeccavo una… Vedete, anche un orologio rotto come me due volte al giorno segna l’ora esatta. 30.000 persone mal contate, tutte riconducibili a un target ideologico, a una militanza politica, a una estrazione socio professionale, a un’affiliazione sindacale e a una fedeltà mediatica precise, età media alta, ecc. La stessa ragione sociale del raduno, “armiamoci e partite”, non poteva avere tutto questo appeal su chi, effettivamente, in caso di riarmo ed escalation, sarebbe dovuto “partire” (non certo i borghesoni 70enni in piazza ieri, che chiedevano ad altri di combattere una guerra che loro avrebbero comodamente vista raccontare dal divano di casa). Ma era prevedibile che sarebbe finita così, le mobilitazioni pro sistema hanno sempre, sia nel momento organizzativo che in quello celebrativo, un tragicomico tocco fantozziano. Vi ricordate la mitica Coppa Cobram? Chi la organizzò? Chi erano i partecipanti? In che bacino socioprofessionale furono reclutati? Come si comportarono in occasione dell’evento? Che impressione fecero a chi li osservava da fuori? Ecco, queste sono le domande che dobbiamo farci pensando alla manifestazione di ieri. E a domande fantozziane, risposte fantozziane. PS buona domenica a tutti, sperando che la depressione cronica acuta galoppante meteocollegata da cui sono tremendamente afflitto lasci il posto a stati d’animo meno rovinosi
“Ti dico io chi fa cagariss*mo!” Roberto Vannacci seppellisce la buffona Littizzetto dopo il monologo scritto appositamente per dileggiarlo"
Marzo 12, 2025
“Noi italiani a fare la guerra facciamo cagarissimo”
di Roberto Vannacci
"Ci risiamo. Senza aver mai sollevato le natiche dalle comode poltrone degli studi televisivi, Luciana Littizzetto si sente in dovere di infangare ed offendere l’Esercito Italiano.
Sì, con la maiuscola, perché noi le nostre Forze Armate e le istituzioni le rispettiamo, a differenza sua.
“Facciamo cagarissimo”, dice lei.
Strano, perché forse le è sfuggito che nella Prima Guerra Mondiale abbiamo scritto pagine di eroismo, che dopo Caporetto i nostri soldati hanno respinto l’invasore, che il 4 Novembre è il giorno della Vittoria e delle Forze Armate.
Se alzasse le natiche dai set televisivi e andasse a Redipuglia forse imparerebbe qualcosa. Forse ignora gli Arditi, nati nel 1916, che con mazze ferrate e bombe a mano hanno riunificato l’Italia; forse disconosce gli eroi della Xa Mas – a cui lo stesso nemico ha reso gli onori delle armi – che hanno affondato più tonnellaggio di navi nemiche dell’intera Regia Marina, e tralascia gli eroi di El Alamein e gli impavidi del IX reggimento arditi che si sono immolati per la Patria in lotte spesso impari, e i tanti altri nostri soldati che hanno scritto pagine di eroismo e di valore.
Ma si sa, per certi radical chic la storia si ferma al comodo salotto di Che Tempo Che Fa.
Il nostro Esercito non organizza “tornei in caserma”, come dice Lei con la solita aria di sufficienza, senza, probabilmente, esserci mai entrata in una caserma.
Il nostro Esercito forma soldati (a prescindere dal sesso) pronti a difendere l’Italia e a morire per la Patria, se necessario.
Lei continui a fare la starlette da salotto, perché il soldato, evidentemente, non ha né le qualità né i requisiti per farlo.
No, signora Littizzetto, il nostro Esercito non fa cagarissimo.
A “fare cagarissimo”, invece, è certa “comicità e sarcasmo” da quattro soldi: per fortuna, però, in questo caso basta cambiare canale.
"Le regole europee sono scritte in inglese e pensate in tedesco", questa acuminata e acuta frase di ieri del ministro Giorgetti descrive efficacemente il problema europeo.
Se la Germania vuole, tutto è possibile in Europa; si può anche fare deragliare i conti pubblici degli altri Stati, che non hanno i margini di finanza pubblica dei tedeschi.
Ma allora, dico io: siamo conseguenti, che ci stiamo a fare in questa UE pasticciona, guerrafondaia e impegnata di ideologia woke e socialista?. Il vero volto della UE si sta manifestando: si tratta di un progetto in fondo illiberale.
Il manifesto di Ventotene è anch'esso illiberale, impregnato di socialismo rivoluzionario, che considera tra l'altro la proprietà privata un orpello. I catto-socialisti che vi si ispirano, immersi nel variegato mondo santegidiano, come anche l'Avvenire, già quotidiano cattolico, forse antepongono lo spirito di Ventotene a quello vero e santo.
Scrive Paolo Desogus: "Ho sentito diversi interventi della manifestazione di Piazza del Popolo. Mi hanno colpito molte cose. Anzitutto l’impreparazione dei relatori. Non mi riferisco solo allo stile sommario, approssimativo e un po’ cialtronesco. Trovo assai sconcertante che non abbiano saputo esprimere alcuna cultura politica. Interventi che sono stati un carosello di luoghi comuni: gli ottant’anni di pace in Europa, come se l’ex Jugoslavia fosse in Oceania… il primato della democrazia europea, dopo che per tre anni gli italiani si sono espressi contro l’invio di armi e per tutta risposta i governi che si sono succeduti hanno trasgredito questa indicazione senza nemmeno degnarsi di fornire al parlamento la lista degli armamenti dati all’Ucraina… e poi la celebrazione della “cultura” europea.
Roberto Vecchioni, che tra tutti ne era evidentemente il più sguarnito, si è pure messo a elencare i nomi di scrittori che ci renderebbero superiori, facendo della cultura un vessillo esteriore, un mezzo di esibizione folkloristica. Per me che insegno letteratura è stato un momento disarmante. Mi ha colpito molto anche il discorso di Michele Serra, sempre con la battutina, la capriola retorica che sostanzialmente lasciava trasparire il nulla. Ho provato molta vergogna quando gli ho sentito evocare la crisi greca. Ma dov’erano lui e il suo giornale quando l’UE umiliava quel paese e faceva carne di porco dei suoi beni? Io la loro manifestazione non me la ricordo. A un certo punto Serra ha tirato poi fuori la lagna moralistica secondo cui noi italiani (perché quando c’è da parlar male torniamo ad essere italiani) saremmo dei viziati con la pancia piena e impigriti dal benessere.
Mezza Italia che vive con poco e si ammazza per sbarcare il lunario, anche per colpa di trent’anni di austerity, per questo signore imbolsito semplicemente non esiste. Pensa che siano tutti privilegiati come lui. Ma ripeto il più sconcertante era Vecchioni, con la sua “cultura” da salottino, la finta citazione, il tocco fascinoso sui capelli... A un certo punto ha pure affermato che non tutte le paci sono accettabili. Bene, dico io, e dunque? Cosa intende fare? Esattamente cosa dovrebbe accadere, come dovremmo comportarci? Se dovessimo seguire questi pazzi, cosa ne dovrebbe venire fuori? Dichiariamo guerra alla Russia? Iniziamo a combatterla direttamente noi, con i nostri soldati? È militarmente possibile? E soprattutto, gli italiani e gli europei (in nome dei quali questa gente è scesa in piazza senza che se ne accorgessero) sono d’accordo?
Serra ha del resto menzionato più volte la parola “rappresentanza”. Chi si è schierato contro l’invio di armi, che rappresentanza ha avuto in Italia? Cosa risponde il democratico Serra? Tra le altre cose che mi hanno colpito c’è poi l’assenza della parola diplomazia. È chiaro che per avere diplomazia occorre avere cultura politica, occorre avere una qualche idea di cosa sia uno stato, cosa sia un esercito o un tavolo di trattativa. Per parlare di diplomazia occorre anche avere un’idea di cosa sia l’Ue. In ogni caso non c’è stato nemmeno un accenno. Eppure con la diplomazia si possono fare tante, tantissime cose, anche trasformare una vittoria militare, come quella di Putin, in una sconfitta strategica. Vaglielo a spiegare a questi assatanati! Un po’ meno arroganza, un po’ meno superbia non farebbero male a questa borghesia salottiera e insipiente di benestanti avariati".
Stefano Rocca
«La Commissione europea già mercoledì prossimo discuterà un vero e proprio Piano per "mobilitare" i 10 mila miliardi di euro che si trovano sui conti correnti degli europei. Si tratta di misure che consentano la totale, libera circolazione di tali risorse in direzione di qualsiasi titolo azionario o obbligazionario presente in Europa, nella logica di un unico mercato dei capitali. A ciò si aggiungono l'iscrizione dei risparmiatori a piattaforme di investimento, una possibile, ulteriore cartolarizzazione dei crediti bancari, la creazione di conti deposito, un allentamento dei requisiti di prudenziali delle banche e delle assicurazioni e una più complessiva defiscalizzazione. Naturalmente, sottolinea la Commissione, tutta questa facilitazione nella mobilitazione del risparmio, dovrà essere indirizzata a finanziare il riarmo per la "difesa dell'Europa", quindi le società che producono armi. La parola guerra è diventata ormai lo strumento attraverso cui accelerare, in tempi record, la finanziarizzazione. Polizze, conti deposito, cartolarizzazioni, riduzioni fiscali tutto deve chiamare alle armi il risparmio diffuso e incanalarlo verso la nuova bolla con cui alimentare la "riconversione" bellica. Guarda caso in poche settimane la lenta Commissione europea ha annunciato un Piano da 800 miliardi di euro di maggior spesa dei singoli Stati in armi, ha rotto il tabù del Patto di stabilità per le armi, ha messo in moto la Banca europea degli investimenti per finanziare le armi, ha prodotto un documento, fatto votare al Parlamento, di supremazia europea, ha consentito la destinazione dei fondi di coesione al riarmo e, dulcis in fundo, sta chiamando alle armi il risparmio degli europei. In parallelo la Bce ha ridotto il tasso sui depositi al 2,5%. Non mi sembra che ci sia stata mai una mobilitazione analoga per la sanità pubblica, per la lotta alle disuguaglianze o per l'istruzione. In estrema sintesi, l'Europa pare aver trovato la propria vocazione. Nutro dei dubbi che il fin troppo citato Manifesto di Ventotene concepisse la necessità "di riprendere immediatamente in pieno il processo storico contro la disuguaglianza e i privilegi sociali" e "l'emancipazione delle classi lavoratrici", attraverso il riarmo..... e la finanziarizzazione!»
Sono anni che "il Sistema" vuole mettere le mani sui conti correnti degli europei. Uno degli argomenti usati è che si tratta di depositi che si sono formati grazie soprattutto a tredicesime, pingue liquidazioni, ricchi stipendi della burocrazia regionale, insomma grazie a denaro pubblico e quindi al debito pubblico dei singoli Stati. Si tratterebbe di recuperare agli investimenti questo indebitamento tenuto separato dai privati.
Il ragionamento ha una sua logica ma tace l'aspetto perverso della cosa. E cioè : che il "recupero" dei risparmi sembra essere in parte forzoso; che le politiche di investimento odierne di banche e assicurazioni etc. non danno nessuna garanzia di serietà e rischiano di far sparire come niente i nostri risparmi nei vortici demoniaci delle speculazioni di borsa mondiali.
Nella riunione con Starmer e "volonterosi" (per non dire guerrafondai)
... Meloni non rompe ma per la prima volta non nasconde le carte italiane e mette agli atti la posizione del governo: «L'Italia intende continuare a lavorare con i partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti per la definizione di garanzie di sicurezza credibili ed efficaci, ribadendo che non è invece prevista la partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno». Altro punto centrale della proposta italiana è il no al debito pubblico per finanziare la spesa per la difesa. È il «lodo Giorgetti» che Meloni mette sul tavolo. La strada suggerita dal governo italiano è quella di coinvolgere fondi privati per potenziare la Difesa nazionale. Le posizioni tra Italia, Regno Unito e Francia restano distanti. Il capo del governo non vuole smarcarsi dalla linea di Trump, semmai affiancarsi come Europa. E soprattutto non arretra sul no all'invio di truppe. Francia e Regno Unito intendono spingere invece su quest'ultima opzione. La partita politica di Meloni, di sponda con Trump, senza smarcarsi da Regno Unito e Francia, è solo all'inizio.
Andassero loro :Francia e Regnounito!
L' on. Crosetto, ministro della Difesa, ha appena dichiarato alla Camera che un esercito europeo è impossibile. In base ai Trattati da noi sottoscritti non può esistere. Gli eserciti dei paesi europei restano sempre eserciti nazionali, anche nell'ambito della Nato. La quale ha un comando che coordina e unifica, nel quale i vari eserciti sono rappresentati. Ma non esiste un esercito Nato diverso da quello dei singoli eserciti nazionali.
Insomma Crosetto ha fatto capire che il discorso sull'esercito europeo è del tutto chimerico. Forse qualcuno potrebbe dormire sonni tranquilli,, credo, visto com'era agitato, in certi commenti.
Il c.d. "riarmo", spalmato in quattro anni, è un'altra cosa: bisogna porre ripare alle grosse lacune di armamento e addestramento di questi eserciti europei. Come vuole Trump, che deve limitare le spese dell'America.
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