Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 1 aprile 2025

Europa, nuovo centro di potere dell'oligarchia al servizio del globalismo

Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Europa nuovo centro di potere
dell'oligarchia globalista

La sentenza su Marine Le Pen dice chiaramente che o si sta da una parte (dell’Europa) o si è fuori dal gioco cosiddetto democratico. Questa fetida Europa ha imbroccato una strada senza ritorno: quella della repressione diretta di qualsiasi minaccia al suo ordine e alla sua prospettiva guerrafondaia. O si capisce che la posta in gioco è la prospettiva di guerra che questa Europa considera come unica soluzione alla crisi totale nella quale si è inabissata oppure si è al servizio, coscienti o meno non importa, di questa criminale logica nella quale le classi dirigenti europee vogliono precipitarci.
Questa Europa difende e sostiene l’Ucraina di Zelensky perché quello è il suo modello, un paese che ha mandato milioni di giovani a morire per difendere gli interessi dei suoi procuratori, un paese attraversato e permeato da bande criminali nazi-banderiste finanziate e sponsorizzate dal capitale finanziario occidentale… questa Europa si è ucrainizzata. Un’Europa che ha esaurito la carta di credito della democrazia formale e che mostra senza vergogna la sua brutale e orrenda faccia: di criminali che vantano con fierezza la propria superiorità morale e culturale sul resto del mondo, che mettono a tacere con le buone e con le cattive chiunque ne metta, seppure parzialmente, in discussione i suoi dogmi.
La strada intrapresa è chiara, non si tratta di leggere tra le righe: l’attentato al premier slovacco Fico, la sospensione del voto popolare a favore di Georgescu in Romania, la manipolazione dei risultati elettorali in Moldavia, la censura di qualsiasi contenuto non compatibile con l’ordine di Bruxelles, la chiusura dei conti correnti (VisioneTv, Vento dell’Est)…
Non c’è molto da capire, questa oligarchia al servizio del globalismo, sconfitto politicamente – ripeto: politicamente – negli Usa, rimane un attivo centro di potere che ha trovato il suo rifugio delle canaglie in questa orrida Europa dov’è totale la disponibilità di classi dirigenti addestrate da tempo alla sua perversa e diabolica ideologia. Sottoprodotto tossico di queste classi dirigenti sono i cosiddetti progressisti, che esultano per questa sentenza, perché come dice la Boldrini «Marine Le Pen ha sempre disprezzato l’Ue…».
Noi popoli abbiamo un’urgenza: estirpare questo cancro prima che le sue metastasi infettino irrimediabilmente le nostre carni.
Antonio Catalano, Martedì 1° aprile 2025

28 commenti:

Anonimo ha detto...

Una domanda a chi ne sa più di me sul tema: ma il reato per il quale la Le Pen è stata condannata (utilizzo dei fondi di Bruxelles non per gli assistenti europarlamentari, ma per il partito nazionale) non è prassi diffusa di tutti i partiti italiani?

Anonimo ha detto...

La prima domanda che si pone è: quale è la credibilità del potere giudiziario in Europa? Noi in Italia ne sappiamo qualcosa, almeno da una trentina di anni a questa parte. In Francia, scrive oggi Luca Volonté, il potere giudiziario non è qualcosa di indipendente ma è nelle mani delle diverse massonerie, che non tollerano una certa destra vincente.
Quel che qualche tempo fa l'ex commissario Breton disse senza pudore a proposito della (im)possibile vittoria dell'AFD in Germania, da disincentivare secondo i canoni già sperimentati in Romania, non lascia ombra di dubbio sulla linea invalicabile secondo i poteri forti. Il discorso vale a prescindere dalle recenti dinamiche guerrafondaie, perché il Sistema non consente comunque che si metta in gioco il suo potere, e questo sino a quando AFD in Germania e RN in Francia non saranno addomesticate.
A questo punto allora, considerato che le elezioni diventano un esercizio retorico, la seconda domanda è: come reagirà il popolo di Destra?

Anonimo ha detto...

Alla grande, e non solo gli italiani, fanno tutti così, ma fanno finta di niente, achtung Mikron sta giocando con in mano una bomba senza spoletta.

Anonimo ha detto...

Londra è in Europa. Da sempre il covo del serpente. Una City nella city. Dentro e fuori dell’UE, cambia niente.

Anonimo ha detto...

Sembra la battaglia navale
Qualche anno fa "una senatrice anziana in carica"
affermo' in una intervista che la dx non sarebbe dovuta mai
piu' tornare a governare in Italia per il pericolo del fascismo.
Le Pen = abbattuta
Georgescu = abbattuto
Chi sara' il prossimo?

Anonimo ha detto...

Tutti e non solo italiani… per esempio incaricare il proprio assistente di organizzare un convegno su temi attinenti al programma europeo ed ovviamente sensibili al partito come lo definisci ???

Toghe rosse beffate ha detto...

Un portavoce della Commissione europea approva il nuovo decreto: «Usare la struttura di Gjadër come Centro di permanenza per i rimpatri è legale». Con buona pace della giudice Albano di Md, che affinava già gli strumenti giuridici per farlo naufragare.
Fontr: La Verità

Anonimo ha detto...

"Ho lavorato al Parlamento europeo per diversi anni. Ogni singolo gruppo politico, ogni singola delegazione nazionale, ha violato la stessa regola della Sig. ra Le Pen: l'impiego di personale per lavorare su questioni non legate al PE", ha scritto su X Connor Allen, ex assistente parlamentare di diversi deputati europei di tutti gli schieramenti, recentemente nominato nella classifica "Power 40 – Brussels Class of 2023" di Politico.

Anonimo ha detto...

Ormai viviamo nella dittatura politica delle corti di giustizia.
Marine Le Pen in Francia, Georgescu in Romania, Bolsonaro in Brasile, Salvini in Italia per la nave Diciotti, persino Trump negli Usa (ma con scarso successo).
Ormai la magistratura aggredisce a comando tutti coloro che rappresentano o sembrano rappresentare un problema, almeno momentaneo, per il sistema politico liberal- atlantista.
Per non parlare delle continue sentenze creative su gender, “migranti”, fecondazioni, suicidi assistiti, sodomiti, uteri in affitto. Tutte o quasi a senso unico, sempre in ossequio all'ideologia dominante e quasi sempre contro il bene comune.
La democrazia, già svuotata a dallo strapotere dei poteri economico-finanziari, è anche falsata da una magistratura di fatto al loro servizio. Alla dittatura del capitale "davosiano", si associa la ditttaura dei giudici ideologizzati e nichilisti, in perfetto accordo e sintonia.
In Italia questo avviene da Mani Pulite in poi, che spazzò via un'intera classe politica senz'altro corrotta ma che aveva perso il sostegno dei padroni d'Oltreoceano.
Come uscirne?
Non vedo altre possibilià che una soluzione "ungherese" alla Orban, in cui il potere politico metta robuste briglie alla toghe ideologizzate, sottomettendole allla politica.
La chiamano "democrazia illiberale". Non è un modello perfetto, ma è senz’altro il male minore.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

https://www.ilmessaggero.it/politica/vance_roma_quando_incontro_meloni_papa_francesco-8752052.html

Coi metodi democratici non se ne esce. ha detto...

Se tutti non votassimo mai più per le elezioni europee sarebbe un segnale.
Anzi, sarebbe il minimo.
Ma poi vorrebbero solo chi si riconosce in questa dittatura guerrafondaia e loro se lo farebbero bastare.
Anzi, questi delinquenti amplificati dai media di regime, quasi tutti, direbbero di avere un consenso plebiscitario.

IL CASO LE PEN
( Alfonso Maria Avitabile )

"I fondi europei (che io comunque abolirei) che il partito di Marine Le Pen ha ricevuto come finanziamento destinato a coprire le spese per le attività politiche degli eletti e dei loro collaboratori non sarebbero stati usati esclusivamente per azioni della politica europea, ma anche interna francese. Cioè svolgono doppia azione senza una netta distinzione delle funzioni.
Non c’è nessuna frode, nessun furto né appropriazione indebita.
Nel mentre trovano valige di contanti ai parlamentari di sinistra europei provenienti dal QATAR.
A sentire i telegiornali francesi pare che tutti i candidati di qualunque partito abbiano da sempre fatto così. Convinti fosse regolare.
La legge francese comunque non prevede la “ineleggibilità” in questi casi, è una scelta “arbitraria” di quel preciso giudice.
Insomma, la più che probabile vincitrice delle prossime elezioni francesi è stata fatta fuori con un atto eversivo.
Questo è il metodo. O le pallottole, come ben sappiamo.
Capite che questa è l’ennesima prova che non vogliono più libere elezioni?"
Alfonso Maria Avitabile

Anonimo ha detto...

Diego Fusaro
È un vero e proprio terremoto quello che sta sconvolgendo in questi giorni la Francia, poiché il tribunale ha condannato Marine Le Pen a cinque anni di ineleggibilità, con effetto immediato, compromettendo in tal guisa la sua candidatura alla presidenza per una quarta volta nel 2027. Un voto per il quale - va sottolineato - i sondaggi la davano favorita almeno al primo turno. Dunque, con la condanna, vola in frantumi il sogno dell'Eliseo. Sulla questione, bisogna essere decisamente chiari. Se degli illeciti vi sono stati, allora indubbiamente giusto è che la Le Pen paghi. Ma non può non stupire la decisione della ineleggibilità, per più ragioni, tutte inquietanti. Intanto sorge il sospetto di un uso politico della giustizia, cosa peraltro non nuova, e che noi italiani conosciamo particolarmente bene. Sembra che effettivamente il caso della Romania abbia fatto scuola, come usa dire: Georgescu è stato egli stesso dichiarato ineleggibile, non prima dell'annullamento delle elezioni che in Romania lo avevano visto trionfare qualche mese addietro. L'avevamo detto da subito: si è spalancata una insidiosa finestra di Overton, che rischia ora di contagiare l'Europa tutta. D'altro canto, anche in Italia Carlo Calenda ha proposto di introdurre un demenziale "scudo democratico" teso a impedire l'elezione democratica di chi sia in qualche modo sospettato di essere vicino alla Russia o comunque a forze sgradite a Bruxelles e a Washington. Insomma, sarebbe opportuno domandarsi seriamente che cosa resti di democratico nella tanto celebrata democrazia europea, che sempre più simile appare a una tecnocrazia neoliberale a base finanziaria e imperialistica; una plutocrazia neoliberale nei cui spazi alienati sono ammesse le democratiche elezioni, a patto che vincano sempre e solo forze che abbiano preventivamente giurato fedeltà a Bruxelles e a Washington. L'uso dei tribunali per impedire a un candidato politico, quale che sia il suo orientamento, di partecipare alle elezioni è una misura chiaramente politica, che intacca il funzionamento delle procedure democratiche. Deve comunque essere chiaro che il partito della Le Pen non è affatto antisistemico, essendo strutturalmente un partito liberale e dunque organico all'ordine dominante, anche se in misura decisamente minore rispetto al partito di Macron, prodotto in vitro dei Rothschild. Che vi possa essere un uso politico della giustizia è un dubbio legittimo, anche alla luce della vicenda della signora von der Leyen, vestale del neoliberismo finanziario made in UE. "Von der Leyen condannata per mancata trasparenza sui vaccini: la sentenza della Corte Ue (alla vigilia del voto)": così titolava "Il Messaggero" il 17 luglio del 2024. In quel caso però l'ineleggibilità non valeva?

Laurentius ha detto...

jeune-nation.com

Rivarol : Après avoir exécuté politiquement son père il y a 10 ans, Marine Le Pen est exécutée judiciairement !
Rivarol n°3655 du 02/04/2025

Eccellente articolo.

Laurentius ha detto...

Per non fingere di cascare dalle nuvole riguardo al caso Marine Le Pen, converrebbe leggere e meditare gli scritti di Charles Maurras sulla democrazia.
Riporto di sotto uno stralcio della voce Maurrassismo di Wikipedia (sic), il quale rimanda in nota ad un'ottima opera di Domenico Fisichella sul pensatore francese.

"La sovranità popolare, il governo dei cittadini e della maggioranza numerica sono fallaci. La democrazia è la fine della politica in quanto secondo Maurras è priva di veri principi, nemica della gerarchia e passionale, e platonicamente incline all'oligarchia economicista della produttività e dello sviluppo. La democrazia, rifiutando di attribuire valore e legittimità a ciò che non è votato dalla maggioranza, si sottomette al materialismo dei numeri e del denaro; gli elementi di "quantità" aumentano la demagogia, fino a che la democrazia diventa oligarchia plutocratica governata da tecnocrazia e mercati, e della politica rimangono riti ridotti a cerimoniali senza significato ed effetti."

Dunque, nessuna illusione.

Anonimo ha detto...

Basterebbe che la sinistra comunista (alleati compresi) la smettesse di fare quel che fa. E cioè, di fare il suo mestiere, che è di sfasciare tutto e mettersi di traverso sempre e comunque fino a quando non comanda lei.
https://lanuovabq.it/it/le-ronde-anti-maranza-e-la-sinistra-che-sfascia-tutto

DA LEGGERE FINO IN FONDO ha detto...

ROMANIA: ELEZIONI ANNULLATE E CANDIDATO DICHIARATO INELEGGIBILE
In Romania, il processo democratico è stato messo in crisi con l’annullamento delle elezioni e la dichiarazione di ineleggibilità di un candidato outsider, ritenuto una minaccia per il gruppo di potere. Una decisione che solleva sospetti su un’ingerenza istituzionale volta a garantire che la classe politica rimanga saldamente ancorata agli schemi dettati da Bruxelles.

POLONIA: LA MAGISTRATURA CONTRO IL PARTITO ANTI-BRUXELLES
In Polonia, la tragedia dell'incidente aereo che ha visto la morte del presidente ha avuto ripercussioni devastanti per il partito politico che si opponeva alle direttive di Bruxelles. La magistratura ha giocato un ruolo chiave nella decimazione di questa forza politica, un’azione che appare più simile a un regolamento di conti che a una normale evoluzione democratica.

GERMANIA: LA CRIMINALIZZAZIONE DELL'OPPOSIZIONE
Nel cuore dell’Europa, in Germania, l’opposizione parlamentare sta subendo un attacco senza precedenti, con processi di criminalizzazione che minano il principio del pluralismo politico. L’etichettatura sistematica delle forze di opposizione come estremiste è un chiaro segnale di come la democrazia tedesca sia sempre più ostaggio di una narrazione imposta dall’alto.

UNGHERIA: SANZIONI CONTRO UN PRESIDENTE LEGITTIMAMENTE ELETTO
L’Ungheria, sotto la guida di un presidente eletto con una maggioranza assoluta, è diventata il bersaglio di pesanti sanzioni da parte dell’UE. L’ostilità di Bruxelles nei confronti di governi che non si allineano ciecamente alle sue direttive dimostra come le istituzioni europee siano disposte a punire chiunque osi deviare dal percorso prestabilito.

SLOVACCHIA: ATTENTATO AL PRESIDENTE
In Slovacchia, il tentato omicidio del presidente evidenzia un clima politico sempre più teso. L’eliminazione fisica di figure politiche scomode è un’estrema conseguenza di un sistema che sembra non tollerare più alcuna voce fuori dal coro.

FRANCIA: REPRESSIONE GIUDIZIARIA DELLA CANDIDATA FAVORITA
Infine, in Francia, l’arresto e l’inibizione per cinque anni dalle funzioni pubbliche della candidata favorita alle prossime elezioni presidenziali rappresentano un segnale inquietante. Piuttosto che sfidare gli avversari con il dibattito politico e la competizione elettorale, si preferisce eliminarli attraverso procedimenti giudiziari.

VERSO UN ESERCITO EUROPEO DI REPRESSIONE?
Alla luce di questi eventi, la creazione di un esercito europeo appare sempre più come un meccanismo di controllo interno piuttosto che uno strumento di difesa contro minacce esterne. Se l’UE non esita a mettere in atto sanzioni, processi giudiziari e vere e proprie epurazioni politiche per mantenere il controllo, cosa impedirebbe di usare la forza militare per reprimere eventuali sollevazioni popolari?

L’Europa sta attraversando una fase pericolosa in cui la democrazia è sempre più un concetto teorico, mentre la realtà ci racconta di un’Unione che agisce con metodi autoritari per soffocare ogni forma di dissenso. Il futuro dell’Europa non dipenderà più solo dalle scelte dei cittadini, ma anche dalla loro capacità di riconoscere e reagire a questi segnali di deriva totalitaria.

Anonimo ha detto...

"In Francia il Presidente lo decide la Massoneria", titolo di un articolo sempre attuale di Mauro Faverzani su La Corrispondenza Romana del 20/4/2022.

Anonimo ha detto...

Come scrive in un recente libro (2023) Serge Abad-Gallardo,un ex massone pentito di alto livello, sono le Fratellanze parlamentari,ancora più segrete e potenti delle logge, a decidere la politica e le leggi in Francia. Vi sono Fratellanze di avvocati, architetti, alti funzionari, ecc. Tutta la vita politica e sociale è inquinata.

Anonimo ha detto...

Oltre alle Logge e alle Fratellanze, ci sono le reti arcobaleno, forse trasversali, e le infiltrazioni musulmane. Le Logge, le Reti e le Infiltrazioni inquinano anche la Chiesa cattolica.

Anonimo ha detto...

Dichiarare immediatamente esecutiva la sanzione della ineleggibilità, dopo una sentenza di condanna non definitiva, è una evidente, pericolosissima abnormità. Ma fatevi una domanda: chi ha dato alla magistratura quel potere così anomalo ed arbitrario, quella assurda discrezionalità?l

Anonimo ha detto...

Marco Rizzo
La somma dei dazi di Trump per la piccola e media impresa italiana valgono meno di un quinto dell’aumentato costo dell’energia.
Toglier le sanzioni e ritornare ad avere gas a basso costo dalla Russia, nonché trattare, separatamente dalla UE, i dazi con gli USA: questa la ricetta per risollevare l’Italia.
Sabato 5 Aprile ore 15 PACE e SOVRANITÀ Piazza della Scala MILANO.

Laurentius ha detto...

E io concordo.

Anonimo ha detto...

Risposta : manipulite..

Anonimo ha detto...

A proposito dei dazi appena stabiliti da Trump: le Borse sono al collasso, la reazione è stata del tutto negativa. Non sono un esperto di finanza e considero le Borse un'istituzione da eliminare, anche se si tratta di un desiderio destinato a rimanere del tutto utopico.
Ma Trump non ha forse esagerato? Non avrebbe dovuto muoversi con maggior gradualità, senza spaventare mezzo mondo, in questo settore? Ha impugnato la mannaia, creando il panico.
Lui può anche aver ragione in astratto (è giusto por fine al globalismo economico-finanziario che ci domina malamente) ma se la reazione sociale è il caos economico e la perdita massiccia di posti di lavoro, le cose per lui si mettono male. E anche per noi.

Anonimo ha detto...

#Anonimo 19:42.
Lei dovrebbe sapere che il "Mercato", il mitico Mercato, lo fanno pochi grandi investitori istituzionali, grandi Fondi di investimento. Il "Mercato" è un'ipotesi o un alibi (come il futuro, si potrebbe dire parafrasando la canzone di molti anni fa di Ruggeri).
I dazi sono perfettamente legittimi, fanno parte della storia umana e contribuiranno, si spera, a rendere meno parassitaria la vecchia Europa (tanto per cominciare, si potrebbe fare a meno del carrozzone burocratico brussellese).

Anonimo ha detto...

Anonimo 22.19
Le sfugge che la mia non era una critica nel merito a Trump, ma nel metodo. La sua è un'obiezione moralistica. Non si tratta di legittimità dei dazi. Si tratta di opportunità. Di applicarli in modo da non creare il panico nei mercati finanziari. Una reazione, anche in malafede, ci sarebbe stata comunque. Però bisognerebbe fare le cose in modo che la situazione non sfugga di mano.
Uno degli scopi dei dazi, giustissimo, è quello che riportare la produzione industriale americana in America, ponendo fine alla assurda delocalizzazione, che affligge anche l'Europa (parte della politica di globalizzazione inaugurata dalle élites via di testa che ci sgovernano). Però, se, come effetto di quest'imposizione così massiccia e concentrata di dazi, si crea il panico e cominciano a saltare i posti di lavoro in America, allora come la mettiamo?
Durante il suo primo mandato Trump rivitalizzò l'economia americana e non mi pare abbia fatto ricorso ai dazi, perlomeno non come oggi. È vero che la situazione oggi si è notevolmente deteriorata. Ma è anche vero che le economie sono oggi intrecciate in modo stretto. Bisognerebbe quindi procedere con gradualità nell'imposizione di certe misure, pur legittime.
Se il crollo dei titoli continuerà per giorni a Wall Strett, Trump sarà costretto a diluire le sue misure.
Inoltre, Trump ha una maggioranza risicata sia al Senato che alla Camera. Deve stare attento alle pugnalate alla schiena. Che già sono arrivate: ieri al Senato USA un mozione dei Dem che chiede di cancellare i nuovi dazi imposti al Canada è passata con i voti (indispensabili) di 4 senatori repubblicani, in questo caso dissidenti. Adesso deve approdare alla Camera. Trump la può bloccare. Ma si tratta di un campanello d'allarme da non sottovalutare.
C'è poi Musk, che sta diventando un problema. Ha fatto con la sua squadra di esperti un ottimo lavoro nel far uscire il marcio dell'ammnistrazione precedente. Però ha usato metodi un po' brutali, a volte, e assunto atteggiamenti da Capo di Stato che non le manda a dire, irritando molti, anche tra i repubblicani. Sarebbe bene che tornasse in tempi brevi ad assumere una posizione più defilata. Tra l'altro la sua azienda è sotto attacco, sicuramente strumentale, in Borsa e da parte dell'estrema sinistra, che gli incendia i depositi di auto Tesla. Tutto questo era in parte almeno da prevedere. Nello stesso tempo, Musk non deve diventare un problema, che fa perdere voti. Il candidato da lui sostenuto per l'ultimo posto libero nella Suprema Corte del Wisconsin ha perso nettamente contro la femminista dem woke di turno.
È una guerra lunga e difficile, la degenerazione morale e fisica è ormai nelle ossa di tutto l'Occidente. Bisogna aver pazienza.

Anonimo ha detto...

Che ci sia una certa improvvisazione nel modo di agire "tutto e subito" di Trump, risulta anche dalle recenti dichiarazioni di Kennedy jr. Ha detto che è stato un errore mandare a spasso il 10% degli impiegati della sanità USA, che lui adesso dirige. I tagli (con la scure) sono stati consigliati o fatti da Musk. Si è visto che settori delicati sono rimasti con poco personale qualificato, che adesso si vorrebbe richiamare in servizio!
Dopo quasi 80 giorni in carica Musk il cuo compito di riformatore a tempo dovrebbe averlo esaurito. Sarebbe bene si defilasse un poco e si dedicasse invece prevalentemente alla sua azienda che sta crollando in Borsa, anche per attacchi strumentali.
La fretta non porta mai bene. Trump sembra voler fare tutto in fretta. Anche nella faccenda della pace con l'Ucraina: può metter fretta a Zelensky ma non certo a Putin. Che infatti non si è smosso di un centimetro da quello che sembra il suo modo attendista di procedere, tipico di colui che sta vincendo e aspetta pazientemente che il frutto maturo di una vittoria totale gli cada dal pero.

Anonimo ha detto...

Trump sta facendo la politica di uno statista che prepari il paese ad una guerra imminente.

Infatti: conseguimento dell'autonomia economica interna grazie alla politica dei dazi e ad altre misure (lasciamo stare adesso se i dazi impiegati di colpo in modo così massiccio siano stati o no un pericoloso azzardo) + acquisizione del controllo di punti strategici, fondamentali in caso di guerra, ad esempio il canale di Panama - controllo per ora solo economico, grazie al capitale americano. In quest'ottica va anche visto il tentativo di acquisire la sovranità sulla Groenlandia, per ora ancora velleitario. Sembra anche che Trump sia interessato ad acquisire un aeroporto in quasi disarmo sulla costa Sud-Est dell'Irlanda, che è neutrale. Ne farebbe soprattutto una base americana per il controllo elettronico, in corrispondenza con una grande altra base che gli USA hanno nel Galles. Questa ipotetica base irlandese consoliderebbe la protezione dei cavi sottomarini che passano nelle vicinanze e connettono gli USA all'Europa. Okkio ai cavi sottomarini, alle infrastrutture subacquee.
Sulla carta l'avversario è la Cina, presente dappertutto, oltre che nel Pacifico. Ma anche la Russia è presente dappertutto e in modo massiccio sulle rotte dell'Atlantico del Nord e artiche.