Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 11 settembre 2025

Un omicidio mirato

Commettono sempre lo stesso errore, sempre lo stesso orrore. Ma il sangue versato non è vano: come sempre nella storia, il sangue dei martiri irriga la terra e fa germogliare il bene. Morire per il vero bene è la migliore morte sperabile.

Un omicidio mirato

L’assassinio di Charlie Kirk, 31 anni, “conservatore” americano, strenuo difensore dei valori cristiani, grande attivista no gender, molto seguito sui social (7,5 milioni di followers su Instagram e 7 su Tik Tok), con i suoi podcast, ma anche e soprattutto nella realtà fisica dove migliaia di giovani correvano ad ascoltarlo. Un riferimento quindi per quei vasti settori sociali giovanili che non intendono sottomettersi alla cultura globalist, gender, woke, green e tutte le amenità dell’ideologia liberal progressista.
Chi lo ha ucciso è stato armato da quei settori che normalmente vengono chiamati “deep state”, stato profondo, il quale nient’altro è che quella sezione di classe dominante che al di là degli esiti elettorali detiene il potere che conta, stato profondo che va per le spicce, strutturalmente amorale, che come unico scopo ha quello di impedire che sia messa in discussione la supremazia del padrone che serve.
È lo stesso potere che ha provato a mettere fisicamente fuori Donald Trump, che alimenta la propaganda liberal progressista nelle società occidentali, e nel mondo, per meglio uniformarle allo “spirito” vampiresco di quel capitalismo assetato di controllo totale della riproduzione umana.
È quel potere “globalist” che scaglia i mentecatti europeisti contro la Russia, non perché questi abbiano possibilità di vincerla, ma per condizionare le tappe future a proprio favore.
È uno scontro duro e feroce quello che si è aperto in seguito alla crisi dell’unipolarismo globalista, di quel capitale cioè legato alla grande finanza, e non riguarda solo gli Usa, ma riguarda anche noi, infatti la partita si gioca ovunque (ne abbiamo avuto assaggi con l’attentato a Fico e altri episodi, nonché con la crescente censura di qualsiasi manifestazione di pensiero che risulti non allineata al potere globalista euroatlantico).
Non è quindi un omicidio da annoverare nella consueta “abitudine” americana a risolvere con le armi “antipatie” e rivalità, qui in gioco è ben altro.
Antonio Catalano 11 settembre 2025, ore 09.50

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Si cerca il controllo...e quegli orfani e quella giovane vedova? Quale strazio! Eppoi l'ira...controllo. Girano esseri umani senza cuore e senza cervello, verosimilmente posseduti.La vera battaglia è con queste entità. Importante allora sviluppare una forza santa capace con uno sguardo di mettere in fuga il nemico. E se si viene presi alla sprovvista...di là si continuerà a proteggere i propri cari, la propria gente e a combattere il Male nelle schiere di San Michele Arcangelo.
SANCTE MICHAEL ARCHANGELE
DEFENDE NOS IN PRAELIO
CONTRANEQUITIAM

Anonimo ha detto...

Come si fa a sostenere che sia uno "strenuo difensore dei valori cristiani" uno che diceva che alcuni morti all'anno sono un buon prezzo da pagare per mantenere il diritto dato da Dio ad ogni americano di possedere un'arma da fuoco?
Ma dico, stiamo impazzendo? Se questo è il vostro "cristianesimo", certo non è il mio, e mi sa che non è nemmeno quello di Gesù Cristo, che invitava a porgere l'altra guancia e pregare per i nemici. Persone come questa, invece, i nemici li demonizzano. Persone come questa incitano alla rivolta armata, come fece il 6 gennaio 2021.

Io non gioisco per la morte di nessuno, ma certo non piangerò la morte di chi ha costruito la sua carriera soffiando sull'odio, sulla paura e sulla violenza.
Altro che "cristiano".

Ma ho il sospetto che questo commento non sarà nemmeno pubblicato. Troppo distante dai "buoni cristiani" che sostengono esecuzioni in piazza e vorrebbero che una bambina violentata partorisse perché "l'aborto è un crimine".
Buona vita, nella gioia di sapere di non essere per niente come voi.

Laurentius ha detto...

Condivido l'articolo dalla prima all'ultima parola.

Per Charlie Kirk:
✝️ Pie Jesu Domine, dona ei requiem sempiternam.


Dichiarazione Meloni ha detto...

Sconvolge la notizia dell’uccisione di Charlie Kirk, giovane e seguito attivista repubblicano.
Un omicidio atroce, una ferita profonda per la democrazia e per chi crede nella libertà.
Il mio cordoglio alla sua famiglia, ai suoi cari e alla comunità conservatrice americana.

Anonimo ha detto...

Leggi:
SANCTE MICHAEL ARCHANGELE
DEFENDE NOS IN PRAELIO
CONTRA NEQUITIAM ET INSIDIAS DIABOLI ESTO PRAESIDIUM.
IMPERET ILLI DEUS
SUPPLICES DEPRECAMUR:
TUQUE PRINCEPS MILITIAE CAELESTIS
SATANAM ALIOSQUE SPIRITUS MALIGNOS
QUI AD PERDITIONEM ANIMARUM
PERVAGANTUR IN MUNDO
DIVINA VIRTUTE IN INFERNUM
DETRUDE.
AMEN.

mic ha detto...

"non gioisco per la morte di nessuno, ma certo non piangerò la morte di chi ha costruito la sua carriera soffiando sull'odio, sulla paura e sulla violenza.
Altro che "cristiano"."

La frase citata (non accettabile per la nostra mentalità) non identifica la persona e il suo impegno per la verità e i valori cristiani contro il nichilismo imperante.
Aveva il dono di costruire dibattiti, contrastando le visioni ideologiche e consentendo il confronto che fa crescere e suscita interesse in mezzo all'indifferenza...

tralcio ha detto...

All’anonimo delle 11.41

Il “tuo” cristianesimo fa semplicemente capire che il “cristianesimo” non è una proprietà di qualche uomo, tanto meno di chi confonde il “cristianesimo” con un concorso a punti in cui chi ha tutti i bollini va a vedere i mancanti altrui.

Coloro che rinascono in Cristo, dall’alto, partecipano di uno sguardo che la natura umana (per di più decaduta) non può avere. Si può essere cristiani che disprezzano la ragione ( fideismo luterano) o cristiani che razionalizzano troppo (fino allo scetticismo pregiudiziale verso i miracoli); si può essere cristiani che disprezzano il corpo (catari) o cristiani che riducono la spiritualità a psichismi (filantropismo, aggregazionismo, movimentismo). Essere cattolici in modo ortodosso accoglie la grazia della fede e con la fede illumina l’intelletto, usando l’intelligenza per credere e riconoscendo l’intelligenza divina nel libro della creazione e nel libro della vita.

Invece il religiosamente inteso, la raccolta punti, l’album delle figurine, la proprietà sulla sorpresa di Dio fanno parte di quello che non è rivelato da cristi, ma l’ennesimo orgoglio degli uomini, anche di fronte alla morte di chi, nel suo modo unico e irripetibile, ha tentato di testimoniare l’amore di Dio, eterno e infinito, senza certificatori e scadenza del bollino…

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Amico delle 11:41, dove vedi lontananza dai valori cristiani nel possedere un'arma da fuoco ed eventualmente usarla per difendersi?
Quando ho fatto la catechesi pre-cresima (pontificato di Paolo VI), dato che era separata per maschi e femmine e che i maschi avrebbero dovuto di lì ad alcuni anni in gran parte indossare una divisa e maneggiare armi, ci avevano spiegato che in alcuni casi l'insegnamento della Chiesa ammette anche una guerra d'aggressione (non erano lì scesi nei dettagli, l'ho imparato poi che i casi che giustificavano una guerra offensiva erano la giusta causa che la motivasse, l'autorità legittima che la dichiarasse e il giusto modo in cui la si combattesse; la guerra difensiva è sempre ammessa). Nè c'è mai stato alcunchè di anticristiano a possedere arma e licenza di caccia, ancora oggi in qualche parrocchia, non senza polemiche da parte di "certa gente", si benedicono le armi dei cacciatori ad apertura di stagione.
E ricordo come nei Vangeli Cristo stesso inviti a procurarsi un'arma (al momento dell'arresto di Gesù, Pietro era armato).
Io stesso ero stato dichiarato idoneo a qualsiasi mansione del servizio militare (anche a combattere in prima linea, quindi) nonostante il mio visus scadentissimo e la patente F (limitazione ad auto di non oltre 55 CV, che doveva essere mia, limitazione tolta per abolizione nel 1988), sicuramente capivano che era inutile chiamare alle armi uno come me, non ho posto obiezione di coscienza e sono rimasto in questa posizione instabile dal 1987 al 1996, quando la Commissione Patenti mi fece presente che finalmente quello che mi dà problemi con la patente era diventato motivo di non idoneità al servizio militare, permettendomi così di essere riformato.
Mai saputo che qui ci sia qualcuno che sostenga esecuzioni pubbliche. Si è sostenuto che sia stato un errore dichiarare canonicamente illecita la pena di morte, ma non che tutti i cattolici ne debbano essere favorevoli, io non lo sono: i miei studi mi hanno messo di fronte a troppi errori giudiziari, italiani e stranieri, per esserlo.

Anonimo ha detto...

Il diritto a legittima difesa é un diritto naturale dato da Dio e ammesso dalla Chiesa. Charlie é un martire cristiano ucciso dai nemici di Dio in sprezzo di Dio. Ho visto il video del momento col sangue che cola come un ruscelletto dal capo, era la morte che si voleva dare anche a Trump, stessa dinamica, miracolosamente salvatosi... ma ci riproveranno.

Anonimo ha detto...

Come sempre è Orbàn a cogliere il punto, affermando che la campagna di odio internazionale promossa dalla sinistra liberal-progressista genera mostri.

Anonimo ha detto...

"Io non gioisco per la morte di nessuno, ma certo non piangerò la morte di chi ha costruito la sua carriera soffiando sull'odio, sulla paura e sulla violenza.
Altro che "cristiano"."

I "buoni cristiani", così diversi da lei evidentemente, pregano per il riposo dell'anima di chiunque, sia che lo ritengano buono o cattivo. Il giudizio non spetta a noi bensì a Dio, però i suffragi vanno applicati ancora più a chi ci sembra bisognoso di essi. Se lei ritiene Kirk un "cattivo", preghi per lui e magari prenda anche l'indulgenza plenaria. Con il Giubileo è più facile. Basta varcare la porta santa di una chiesa giubilare, e poi le solite condizioni: distacco dal peccato anche veniale, confessione, comunione, credo e Pater, Pater Ave Gloria "pro Pontifice".

Anonimo ha detto...

L’IDEOLOGIA DOMINANTE COME NUOVO TOTALITARISMO MORALE: LA NEGAZIONE DELL’ORDINE NATURALE E DEL PRINCIPIO DI REALTÀ NELL’ERA DEL PENSIERO UNICO

La cifra più inquietante del tempo presente consiste nel rifiuto radicale di ciò che è normale, cioè conforme all’ordine della natura e al principio di realtà. La cultura dominante, infatti, si presenta come progressiva ed emancipatrice, ma in verità manifesta la sua essenza totalitaria nell’imposizione di un pensiero unico che non tollera la differenza, soprattutto quando essa consiste nel riconoscimento della verità inscritta nell’essere.
La violenza esercitata contro chi difende la vita nascente e terminale, contro chi afferma la centralità della famiglia naturale o la differenza sessuale come dato ontologico e non come costruzione arbitraria, non è soltanto l’effetto di singoli episodi di intolleranza, ma il sintomo di un sistema che ha smarrito la capacità di rapportarsi alla verità oggettiva.
Il giusnaturalismo classico, fondato sulla filosofia di Aristotele e Tommaso d’Aquino, ci ricorda che l’ordine normativo non nasce dalla volontà del legislatore né dal consenso sociale, ma è radicato nell’ordine stesso dell’essere. La legge naturale, che è partecipazione della legge eterna nella creatura razionale, costituisce il criterio di giustizia anteriore e superiore ad ogni positivizzazione. Negare questa legge significa dissolvere il fondamento del diritto, riducendo l’ordinamento giuridico a pura espressione di potere.
La modernità, nell’illusione di emanciparsi da ogni dato ontologico, ha progressivamente sostituito al diritto naturale un diritto artificiale, plasmato secondo le pulsioni della volontà individuale o collettiva. Ma laddove il diritto si riduce a decisione e volontà, esso perde la sua ragionevolezza e si trasforma in strumento di dominio.
L’odierno pensiero dominante, che si autoproclama paladino dei diritti e della libertà, non ammette in realtà che la verità trascenda la volontà. Per esso non esistono beni oggettivi né fini naturali dell’uomo, ma soltanto desideri soggettivi da rivestire della forza giuridica. È qui che si manifesta la sua dimensione totalitaria: ogni opposizione al relativismo viene bollata come "fondamentalismo", ogni richiamo alla natura e all’ordine come "oppressione". Ciò che appare insopportabile al sistema contemporaneo non è l’arbitrio, ma la normalità; non è la violenza, ma la verità; non è la trasgressione, ma l’adesione alla realtà.

Anonimo ha detto...

Segue
In prospettiva tomista, la verità delle cose è ciò che fonda la libertà autentica. Infatti, solo riconoscendo ciò che l’uomo è e, quindi, il suo fine naturale che è il bene, è possibile orientare la libertà in modo non distruttivo. Il rifiuto dell’ordine naturale non emancipa, bensì schiavizza, poiché lascia l’uomo in balia di passioni mutevoli e poteri manipolatori. La negazione della legge naturale comporta quindi non un progresso, quanto una regressione alla logica del più forte, alla violenza mascherata da diritto, al dominio ideologico mascherato da tolleranza. L’attuale fenomeno di persecuzione culturale, e talvolta fisica, nei confronti di chi difende la vita e l’ordine naturale non va dunque letto come un insieme di eventi isolati, ma come manifestazione di un disegno più ampio: la sostituzione del vero con l’utile, del bene con il desiderio, della legge con il potere. La filosofia classica insegna che l’uomo non è misura di tutte le cose, ma che le cose hanno una misura intrinseca che l’uomo deve riconoscere. Il pensiero dominante, al contrario, capovolge tale prospettiva e fa della volontà individuale o collettiva la nuova misura assoluta. In ciò risiede la sua essenza nichilista, la sua radicale incompatibilità con la ragione naturale e con il diritto vero. Il giurista fedele alla tradizione giusnaturalista non può tacere di fronte a questa deriva. Egli sa che il diritto, se non riconosce l’ordine naturale, cessa di essere diritto e diventa pura forza legalizzata. La stessa democrazia, privata di un fondamento nella verità, si corrompe e degenera in totalitarismo culturale: non più governo della legge secondo giustizia (e lo è mai stato?), ma imposizione del pensiero unico secondo volontà. Il giurista, il filosofo e il teologo hanno, pertanto, il compito di ricordare all’umanità che la libertà senza verità è illusoria, che la giustizia senza ordine naturale è arbitrio, che la dignità umana senza riferimento al suo Creatore è un guscio vuoto destinato a dissolversi. Così, il sangue delle vittime innocenti, di coloro che pagano con la vita la fedeltà alla legge naturale, diviene testimonianza che la verità non muore, ma risorge sempre come memoria e giudizio della storia. L’ordine naturale, benché negato, non può essere eliminato: esso sopravvive come fondamento ontologico, come principio di realtà, come voce della coscienza. E solo in esso l’uomo ritrova la sua vera libertà, la sua vera giustizia, la sua vera umanità.

Scrive il profeta Isaia: "Per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada" (cit. Isaia, 63,1).
Daniele Trabucco