Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 16 agosto 2024

“C’è più vita nel latino che nel web”

Qui l'indice degli articoli sul latino, Lingua classica, sacra e vincolo di unità tra popoli e culture.
“C’è più vita nel latino che nel web”. 
La lettera del latinista indirizzata ai ragazzi

Ivano Dionigi, Presidente della Pontificia accademia di latinità ed ex Rettore dell’Università di Bologna, ha scritto qualche anno fa una lettera in cui si rivolge agli studenti invitandoli a studiare il latino.
La lettera, riporta Il Corriere della Sera, è stata ripresa dall‘USR Emilia Romagna e inviata agli studenti nei giorni scorsi.
“Vorrei farti capire i vantaggi che questa lingua di offre – scrive il prof Dionigi – la dote che ti porta e l’eredità che ti lascia. Il latino ti insegna l’importanza della parola“.
“Noi oggi parliamo male e abbiamo bisogno di ecologia linguistica – prosegue il latinista -. Simili agli abitanti di Babele, rischiamo di non capirci più; vittime di una comunicazione frettolosa, malata e talvolta anche violenta, smarriamo il vero significato delle parole”.

Paolo Pasqualucci: La “Porta Larga” spalancata da Papa Francesco

Precedenti interessanti qui - qui. Qui l'indice degli articoli in tema.
Paolo Pasqualucci:
La “Porta Larga” spalancata da Papa Francesco

I.
Papa Francesco nei suoi viaggi o in udienza si è incontrato ripetutamente con individui e associazioni del mondo cosiddetto lgbtq+, o “arcobaleno” dal loro simbolo, ossia con persone che vivono in vario modo nel “peccato impuro contro natura” (Catechismo di san Pio X) - alcune delle quali persino lo propagandano, pur dichiarandosi cattoliche. Presso i cattolici ancora rimasti fedeli al dogma e ai valori tradizionali, questa prassi ha destato e desta scandalo. Ma per qual motivo? Forse che Nostro Signore non si lasciava avvicinare da prostitute, adultere pentite e non predicava ad ogni sorta di peccatori per convertirli – “ Fate penitenza e credete al Vangelo poiché il Regno dei Cieli è vicino”; “non sono infatti venuto a convertire i giusti ma i peccatori” (Mc 1,15; 2, 17)? Lo scandalo quindi non nasce dal fatto in sè dell’incontro ma da quello che Papa Francesco ha detto e in aggiunta da quello che non ha detto e che avrebbe dovuto dire in quanto sacerdote, che per di più è addirittura Romano Pontefice e quindi Vicario di Cristo in terra.

giovedì 15 agosto 2024

Arciv. Viganò / Profer lumen cæcis, Omelia nell’Assunzione di Maria Santissima

Qui l'indice dei precedenti e correlati.
Profer lumen cæcis
Omelia nell’Assunzione di Maria Santissima

Il grande Pontefice Pio XII proclamò il dogma dell’Assunzione al cielo di Maria Santissima il 1° Novembre 1950 con la Bolla Munificentissimus Deus:
«Dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria Vergine la Sua speciale benevolenza a onore del Suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della Sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la Chiesa, per l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che l’Immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.»
Queste parole solenni costituiscono l’ultimo dogma definito dalla Santa Chiesa, prima della dolorosa eclissi che da ormai più di sessant’anni oscura la Sposa dell’Agnello. La fine di quel glorioso Pontificato segnò l’inizio di un Calvario che oggi si avvia al proprio epilogo. La passio Ecclesiæ [vedi qui], la passione del Corpo Mistico sul modello della Passione e Morte del suo Capo divino, è un mistero che credevamo riguardasse le singole membra della Chiesa – secondo le parole dell’Apostolo, completo nella mia carne ciò che manca ai patimenti di Cristo per il suo corpo, che è la Chiesa (Col 1, 24) – ma che gli eventi cui assistiamo ci mostrano nella sua dimensione sociale ed ecclesiale. È l’intero Corpo Mistico che deve soffrire, morire e risorgere, per poter trionfare assieme al Re immortale dei secoli.

Cosa spinge Papa Francesco a cercare di normalizzare certe relazioni?

Nella nоstra traduziоne da Lifesitenews una fоrte e dеttagliata dеnuncia del Dr. Gеrard van den Aardweg — autоrevole psicоterapeuta olandese di fama internaziоnale [vedi nel blog] — sulla pеrvicacia, quasi ossеssiva, nel voler “nоrmalizzare” l’оmоsеssualità da parte del Papa, spiegata in termini psichiаtrici, sottоlineando anche la denigrazione dei vаlori fаmiliari trаdizionali. Qui l'indice degli articoli sulle ambiguità di Bergoglio su questo tema. 

Cosa spinge Papa Francesco a cercare di nоrmalizzare certe relаzioni?
Dr. Gerard J.M. van den Aardweg

L'autоrevole psicоlogo Dr. Gerard van den Aardweg sostiene che la fervida promozione da parte di Papa Francesco dell’idea secondo cui l’оmоsеssuаlità sarebbe innata e mоralmente accettabile denigra i valori familiari tradizionali e suggerisce un intimo allineamento con l’ideоlogia pro-gаy
Nota dell'editore: Il Dr. Gerard J.M. van den Aardweg è un veterano cattolico della pratica psicоterapеutica dal 1962. Ha conseguito un master in psicоlogia presso l’Università di Leiden, Olanda, e un dottorato di ricerca in scienze sociali presso l’Università di Amsterdam, dove si è specializzato in оmоsеssualità e pеdоfilia оmоsеssuаle come nevrоsi sеssuаli. Il Dr. Aardweg ha svolto ricerche e scritto ampiamente sull’omоsеssuаlità, con tre dei suoi libri tradotti in inglese: Homоsеxuаlity and Hope [Omоsеssualità e speranza] (1985); On the Origins and Treatment of Homоsеxuаlity [Sulle origini dell’оmоsеssualità e sulle sue cure] (1986); e The Battle for Normality [La battaglia per la normalità] (1997).
Cosa spinge Papa Francesco a cercare di normalizzare le relazioni оmоsеssuali?
Questa domanda ronza nella mente di molte persone confuse e perplesse, cattoliche e non cattoliche. Deve essere dibattuta apertamente, perché la gente ha il diritto di sapere chi siano i loro leader e cosa ci si possa aspettare da loro. La risposta è importante anche in vista del prossimo conclave, perché potrebbe influenzare la scelta del successore di questo papa.

15 Agosto. Assunzione della Beata Vergine in cielo

Riappropriamoci della profondità e dei retaggi storici che testimoniano l'antichità e la grandezza delle memorie tramandate, che costituiscono i tesori della nostra fede, dalla Chiesa sempre custoditi e oggi così dimenticati. Oltre all'introito ho aggiunto la Secreta. Vedi Pio XII,  la proclamazione del dogma qui

Intróitus
Ap. 12, 1 - Signum mágnum appáruit in caelo: múlier amícta sole, et luna sub pédibus eius, et in cápite eius coróna stellárum duódecim. Ps. 97, 1 - Cantáte Dómino cánticum novum: quia mirabília fecit. Glória Patri… Ap. 12, 1 - Signum mágnum appáruit in caelo…

Secreta
Ascéndat ad Te, Dómine, nostrae devotiónis oblátio, et, beatíssima Vírgine María in coelum assúmpta intercedénte, corda nostra, caritátis igne succénsa, ad te iúgiter adspírent. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula saeculórum. Amen
Introito
Apoc. 12, 1 - Un gran segno apparve nel cielo: una donna rivestita di sole, con la luna sotto i piedi, ed in capo una corona di dodici stelle. Sal. 97, 1 - Cantate al Signore un càntico nuovo: perché ha fatto meraviglie. Gloria al Padre… Ap. 12, 1 - Un gran segno apparve nel cielo…

Secreta
Salga fino a Te, o Signore, l’omaggio della nostra devozione, e, per intercessione della beatissima Vergine Maria assunta in cielo, i nostri cuori, accesi di carità, aspirino sempre verso di Te. Per il nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli. Amen

15 Agosto.
Assunzione della Beata Vergine in cielo

L'Assunzione della Madonna è una delle solennità liturgiche più ricche di gioia. Gaudent Angeli! Gaudete, quia cum Christo regnat! (Si rallegrano gli Angeli! Rallegratevi anche voi, perché regna con Cristo!). La Chiesa del cielo e quella della terra si uniscono alla felicità infinita di Dio, che incorona sua Madre e cantano con amore la gioia verginale di Colei, che si introduce per tutta l'eternità nella gioia del suo Figlio e Angeli e Santi si affrettano ad acclamarla Regina, mentre la terra gioisce, per aver dato al Cielo la sua gemma più bella.

Glorificazione dell'anima di Maria.
Questo è il giorno natalizio di Maria, quello in cui si celebrano ad un tempo il trionfo della sua anima e quello del suo corpo. Consideriamo prima la glorificazione dello spirito, meno notata, perché comune a tutti i Santi. Il raggiungimento della visione beatifica da parte dell'anima di Maria è cosa di tanto splendore e di tanta ricchezza che riverbera una luce inimitabile sulle nostre più alte speranze. Non ci è possibile immaginare la bellezza di questa suprema rivelazione in cui lo sguardo già così puro e penetrante, della creatura più perfetta, si aprì repentinamente davanti ad un abisso di infinita Bontà, ma, con l'aiuto della grazia divina, tentiamo di levare i nostri pensieri verso la cima, sulla quale si compie questa meraviglia che i nostri occhi non distinguono ancora.
Veramente si tratta di una cima: è il punto di arrivo di un'ascensione continua e perseverante, perché, piena di grazia nel momento della Concezione, l'Immacolata continuò quaggiù a crescere davanti a Dio.

mercoledì 14 agosto 2024

14 agosto 2024. Catechismo Maggiore di San Pio X – Dell’Assunzione di Maria Vergine

Domani trovate il testo completo di Dom Guéranger sulla storia, antiche tradizioni e sulla Messa. Un precedenti interessante qui.Vedi Pio XII,  la proclamazione del dogma qui.
Catechismo Maggiore di San Pio X –
Dell’Assunzione di Maria Vergine


160 D. Che cosa celebra la Chiesa nella festa dell’Assunzione della santissima Vergine?

R. Nella festa dell’Assunzione della santissima Vergine la Chiesa celebra la morte preziosa e la gloriosa Assunzione al Cielo di Maria Vergine.

161 D. Coll’anima di Maria Vergine fu assunto in cielo anche il corpo?
R. È pia e comune credenza dei fedeli, che coll’anima di Maria Vergine sia stato assunto in cielo anche il corpo, benché ciò non sia definito, come di fede, dalla santa Chiesa.
— L’Assunzione della B. V. Maria è stata definita come dogma di fede da Pio XII nel 1950 —

162 D. Qual’è la gloria alla quale è stata esaltata Maria Vergine nel cielo?
R. Maria Vergine è stata esaltata sopra tutti i cori degli Angeli, e sopra tutti i Santi del paradiso, come regina del cielo e della terra.

L'assurdità di un io assoluto che pretenderebbe imporsi alla realtà

Una interessante riflessione laica su uno dei tanti dilemmi suscitati dalle recenti olimpiadi di Parigi. Precedenti su la blasfemia nella Parigi olimpica (qui - qui - qui - qui - qui). Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica. Da uno scritto del Professore di Filosofia Andrea Zhok dell'Università di Milano.

L'assurdità di un io assoluto che pretenderebbe imporsi alla realtà

Imane Khalif - secondo quanto riportato dall'International Boxing Association nel 2023 - è biologicamente un uomo, in quanto l'analisi del DNA ha riportato la presenza di cromosomi XY e non XX .

Peraltro, se uno dubitasse dell'analisi cromosomica, uno sguardo alla struttura fisica dell'atleta non lascia molti dubbi. (A dispetto che sia nata esteriormente donna pur con cromosomi XY aggiungo io). Ora, in molti sport, e in modo particolarmente rilevante negli sport di combattimento, la differenza biologica tra chi ha avuto una crescita e pubertà maschile e chi ha avuto una crescita e pubertà femminile è molto marcata. La densità ossea è maggiore nei maschi, il che ha due implicazioni: conferisce maggiore resistenza alle percosse e, dipendendo la potenza di una percossa da massa per velocità, l'incremento della massa ossea conferisce maggiore potenza al colpo (le misurazioni medie danno una potenza di pugno maschile del 162% rispetto al pugno femminile). Anche i tempi di reazione sono inferiori e sia le fibre muscolari bianche, da cui dipende la velocità, che rosse, da cui dipende la resistenza, sono mediamente maggiori nei maschi.

La modernità liberale divora sé stessa

Uno ulteriore spunto per continuare a riflettere sulla temperie che stiamo attraversando. Qui l'indice degli articoli su transumanesimo e realtà distopica.

La modernità liberale divora sé stessa

La sintesi estrema di questa epoca, che si parli di Olimpiadi sessualmente ambigue, di scontri etnici nel Regno Unito, di massacri quotidiani di palestinesi da parte dell'"unica democrazia del Medio Oriente", di censure social, ecc. può, a mio avviso, articolarsi in due passaggi fondamentali.

1) La modernità liberale dapprima distrugge sistematicamente ogni fondamento, ogni distinzione essenziale, ogni principio ordinatore, ogni tradizione, ogni costume, e lo fa nel nome della libertà e della propria "superiore illuminazione". La cultura liberale (post-illuminista, liberista, relativista, individualista, "progressista") "dove è giunta al potere, [...] ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliache. Essa ha lacerato senza pietà i variopinti legami che nella società feudale avvincevano l’uomo ai suoi superiori naturali, e non ha lasciato tra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, lo spietato « pagamento in contanti ». Essa ha affogato nell’acqua gelida del calcolo egoistico i santi fremiti dell’esaltazione religiosa, dell'entusiasmo cavalleresco, della sentimentalità piccolo-borghese. Ha fatto della dignità personale un semplice valore di scambio; e in luogo delle innumerevoli franchigie faticosamente acquisite e patentate, ha posto la sola libertà di commercio senza scrupoli. In una parola, al posto dello sfruttamento velato da illusioni religiose e politiche, ha messo lo sfruttamento aperto, senza pudori, diretto e arido." (Marx, Manifesto, sezione I).

martedì 13 agosto 2024

Cosa costruisce la vita di un uomo? Perché i media Ignorano il potere del Bene?

Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica. Di seguito un raro antidoto.
Cosa costruisce la vita di un uomo? 
Perché i media ignorano il potere del Bene?

La medaglia d'oro olimpica Sydney McLaughlin Levrone alla conferenza stampa "Tutto quello che faccio lo devo a Dio". 
L’articolo di LifeSiteNews che riporta le dichiarazioni della campionessa olimpica Sydney McLaughlin-Levrone offre una opportunità preziosa per riflettere su come i media, nella loro narrazione quotidiana, focalizzano la propria attenzione esclusivamente sugli eventi negativi, notizie del tutto catastrofiche (ma anche frivole e persino morbose), inducendo le persone a credere che il motore della storia siano gli eventi di cronaca nera, le guerre e mai il bene.


Questo modo di accendere i riflettori su certi eventi e filtrare le notizie in modo così selettivo genera una falsa percezione della realtà, facendo sembrare che quella rappresentata dai media sia la più importante verità, quella che merita il diritto di cronaca. In questo processo, il giudizio critico e le considerazioni profonde vengono quasi del tutto estromessi dal discorso pubblico. In effetti, la storia sembra essere cambiata dalle guerre; i più importanti avvenimenti che hanno segnato il corso della storia sembrano essere le guerre, i re e le élite che prendono decisioni per tutti, influenzando con armi di distrazione di massa le coscienze dei popoli. Tuttavia, episodi come quello riferito da LIFE SITE NEWS, che a volte emergono con forza, dimostrano che il cuore umano aspira all’eternità, all’immenso, a Dio, alla spiritualità.

Questo episodio mi riporta alla mente una domanda che mi pongo spesso: perché i media tendono a precludere l’impatto positivo sulla nostra coscienza?

In un mondo in cui i media sono costantemente guidati dalla necessità di proporre notizie catastrofiche, fatti come quelli raccontati in questo articolo ci ricordano che il cuore umano aspira a qualcosa di più grande. McLaughlin-Levrone, con il suo sguardo realistico e profondo sulla realtà, dimostra che c’è un motore più profondo e positivo nella storia dell’umanità, uno che non trova spesso spazio nei titoli dei giornali, ma che è altrettanto potente: il desiderio di elevare il proprio spirito verso l’eternità, Dio nella storia e la spiritualità.

Come la stessa McLaughlin-Levrone afferma, “Attribuisco tutto quello che faccio a Dio. Mi ha dato un dono, mi ha dato una spinta. Voglio solo continuare a migliorare me stessa. Ho una piattaforma e voglio usarla per glorificarLo”. Le sue parole non sono solo una testimonianza personale di fede, ma anche un richiamo a considerare quanto poco spazio venga dato nei media mainstream a queste storie positive e ispiratrici.

La storia, così come viene comunemente raccontata, sembra essere dominata dai conflitti e dalle decisioni delle élite, mentre gli atti di benevolenza, le manifestazioni di fede e gli sforzi per glorificare il bene rimangono in ombra. Eppure, la percezione di sé stessi – della propria vita come qualcosa di altro di sé a cui partecipo – in questo senso, ci ricordano che l’umanità non è solo definita dai suoi fallimenti, ma soprattutto dalle sue aspirazioni più elevate, quelle indirizzate alla costruzione di sé stessi, in un cammino di comprensione che dura tutta la vita.

Allora, insisto, la domanda che sorge spontanea è: perché i media scelgono di oscurare l’impatto positivo di queste storie?

McLaughlin-Levrone continua a portare la sua testimonianza dicendo: “È solo libertà nel sapere che, indipendentemente da ciò che accade, Lui otterrà la lode tramite me. Ed è per questo che faccio quello che faccio”. In un mondo che spesso sembra perdere la bussola morale, il suo esempio è una luce che ci guida verso un maggiore riconoscimento delle virtù e delle azioni ispirate da un senso profondo di spiritualità e fede.

Va anche considerato che il pubblico mondiale è ormai assuefatto allo stato attuale delle cose e, come i fatti dimostrano, tende a scegliere la stabilità e la protezione del potere costituito. A sua volta, il potere costituito, per legittimarsi e ottenere un maggiore controllo sulle persone, nonché per avere ‘carta bianca’ nel rimodellare il proprio ambito vitale secondo la propria visione, mantiene la popolazione – o meglio, la propria comunità, poiché il concetto di popolo sembra essere oggi quasi del tutto dimenticato – nell’incertezza, nell’ignoranza e nella percezione di un pericolo costante, proponendosi sistematicamente come il risolutore dei problemi che esso stesso contribuisce a creare.
Patrizio Ricci, 11 agosto 2024 Fonte

Giorgio Agamben / Requiem per l’Occidente

Precedente sulle Messe da Requiem in relazione ad uno dei tanti tagli e annacquamenti subiti dalla Sacra Liturgia per effetto del prevalere della gerarchia modernista in chiave conciliarista qui. In questo indice potete trovare diversi interessanti testi di Giorgio Agamben.

Requiem per l’Occidente
   
Verso la fine del XIX secolo, Moritz Steinschneider, uno dei fondatori della scienza del giudaismo, dichiarò, non senza scandalo di molti benpensanti, che la sola cosa che si poteva fare per il giudaismo era assicurargli un degno funerale. È possibile che da allora il suo giudizio si applichi anche alla Chiesa e alla cultura occidentale nel suo complesso. Quel che di fatto è, tuttavia, avvenuto è che il degno funerale di cui parlava Steinschneider non è stato celebrato, né allora per il giudaismo né ora per l’Occidente.

Parte essenziale del funerale nella tradizione della chiesa cattolica è la messa detta di Requiem, che nell’Introito si apre appunto con le parole: Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis. Fino al 1970, il missale romano prescriveva inoltre per la messa di requiem la recitazione nella sequenza del dies irae. Questa scelta era perfettamente conseguente col fatto che il termine stesso che definiva la messa per i defunti proveniva da un testo apocalittico, l’Apocalisse di Esdra, che evocava insieme la pace e la fine del mondo: requiem aeternitatis dabit vobis, quoniam in proximo est ille, qui in finem saeculi adveniet, «vi darà la pace eterna, perché è vicino colui che viene alla fine del tempo». L’abolizione del dies irae nel 1970 va insieme all’abbandono di ogni istanza escatologica da parte della Chiesa, che si è in questo modo del tutto conformata all’idea di un progresso infinito che definisce la modernità.