Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 14 febbraio 2022

L’apparizione mariana in Ucraina e la promessa «irrevocabile» di libertà

Dei venti di guerra che soffiano minacciosi in Europa tra Stati Uniti e Russia in Ucraina, desideriamo parlare come segue. 
Ricordiamo che La Rus di Kiev, futura Ucraina e culla di quella che poi sarebbe diventata la Russia, ricevette il messaggio e il battesimo cristiano grazie ai santi principi Olga e Vladimiro tra X e XI secolo, grazie ai quali Kiev entrò nell'Europa e nella Cristianità, in un'epoca in cui tra Roma e Costantinopoli, seconda Roma, c'era ancora pace e unità. Oggi venti di guerra tra Russia e Ucraina (meglio, tra Stati Uniti e Russia su suolo ucraino) minacciano quei confini e quei popoli e minacciano la traballante pace europea; dalla prima Roma, preghiamo volentieri per la terza Roma e per la pace in essa!
"I' vo gridando: Pace, pace, pace" (dal "Canzoniere" di Francesco Petrarca). L'unica soluzione: in foto, la statua della Regina Pacis che Benedetto XV volle erigere nella Basilica di Santa Maria Maggiore in piena Grande Guerra, per impetrare la fine del conflitto.  (Cito Roberto De Albentiis). Noi Le chiediamo, oggi, che interceda per tenerlo lontano.

L’apparizione mariana in Ucraina
e la promessa «irrevocabile» di libertà

Di fronte ai venti di guerra il Padre e Capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, ieri ha predicato ai fedeli riuniti nella Cattedrale Patriarcale della Resurrezione di Cristo a Kiev. Ha ricordato che quest’anno si celebrerà il 35° anniversario dell’Apparizione di Hrushiv. «Alcuni di voi ricorderanno», ha detto Shevchuk, «che anche nei giorni bui dell’Unione Sovietica, la Madre di Dio venne dal nostro popolo a Hrushev. […] E oggi chiamiamo questa rivelazione l’annuncio della nostra libertà. Allora la Beata Vergine Maria sembrò rivelarci il piano di Dio per l’Ucraina, che l’impero del male sarebbe crollato. E questa non per opera dell’uomo, ma per opera di Dio».

Le parole dell’Arcivescovo sono importanti, soprattutto se torniamo a quelle apparizioni, un fenomeno poco conosciuto, soprattutto in Occidente, ma molto interessante per leggere le pieghe della storia con uno sguardo che sappia tenere insieme naturale e soprannaturale. Prima di Fatima, infatti, c’è stata l’Ucraina. Il 12 maggio 1914 al villaggio di Hrushiv, situato 85 chilometri a nord-ovest di Leopoli, lungo il confine polacco, avviene una apparizione mariana. La Vergine Maria appare a a 22 persone che in quel momento stavano falciando i campi, offrendo un messaggio ai fedeli molto importante, un messaggio che prelude a quello che verrà poi consegnato nel 1917 ai tre pastorelli di Fatima.

«Ci sarà la guerra. La Russia diventerà un paese senza Dio. L’Ucraina, come nazione, soffrirà terribilmente per 80 anni e dovrà sopravvivere alle guerre mondiali, ma in seguito sarà libera». Queste le parole che la Vergine avrebbe consegnato ai 22 operai dei campi, parole che hanno il preciso sapore di una profezia: la Russia è davvero diventata un paese senza Dio dopo la rivoluzione bolscevica del 1917. E i leader atei del Cremlino hanno inflitto crimini orribili contro il popolo ucraino. C’è stato l’Holodomor, durante il quale milioni di persone hanno subito una morte lenta per fame. Tra gli anni Trenta e Cinquanta, milioni di ucraini furono arrestati, condannati e deportati nei Gulag per morire o sopportare lunghi anni di incessante miseria. Ci furono anche epurazioni, la distruzione delle chiese ucraine, sia ortodosse che cattoliche, l’enorme devastazione e sofferenza inflitte all’Ucraina durante la seconda guerra mondiale dall’esercito nazista e sovietico, seguite da nuove ondate di persecuzione dopo l’annessione dell’Ucraina occidentale, e molti altri orrori, incluso il disastro di Chernobyl.

Esattamente un anno dopo il disastro nucleare la Vergine apparve ancora a Hrushiv. È il 26 aprile 1987, la Madonna appare a Maria Kyzyn, una ragazzina di 12 anni. La ragazza notò una strana luce proveniente da una cappella sconsacrata vicino al giardino di casa sua, chiusa al culto dal regime comunista nel 1947. In questa apparizione la Madonna si sarebbe rivolta al popolo ucraino: «a consolarti e a dirti che presto le tue sofferenze finiranno. L’Ucraina diventerà uno Stato indipendente».

Ecco allora che le parole pronunciate ieri da Sua Beatitudine possono essere meglio comprese in tutta la loro portata. «Ricordiamo come l’Ucraina è stata resuscitata dalla potenza della grazia di Dio», ha detto Shevchuk, «restaurata la sua statualità, la sua cattolicità, per la quale intere generazioni di nostri predecessori hanno combattuto. E sappiamo che era opera di Dio».

Quindi ha concluso con una preghiera: «Dio, quelle tue opere sono irrevocabili come la tua risurrezione dai morti. Piaccia o no. Dio oggi ti preghiamo: nonostante i nostri peccati o i nostri meriti, come ci hai predicato la libertà 35 anni fa, ce l’hai data 30 anni fa, conservala per noi oggi. Proteggi l’Ucraina, proteggi il nostro popolo. Non prestare attenzione alla nostra giustizia o peccaminosità, ma guarda alla santità della tua Chiesa-martire, del tuo popolo, che sei venuto a salvare».

La Russia invaderà l’Ucraina nei prossimi giorni? La Nato insisterà davvero nell’apparecchiarsi vicino a Mosca? Ancora una volta il popolo ucraino dovrà pagare? Forse a Washington e a Mosca non lo sanno, ma se le vie degli uomini sono misere, quelle di Dio, pur misteriose, non tradiscono mai il grido della preghiera. La storia a volte si decide dove meno ce lo si aspetta. - Fonte

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Diego Fusaro
Continuano ipocritamente a parlare di una Russia pericolosa, che vuole occupare il mondo. Eppure, dal 1989 ad oggi non è la Russia che ha occupato imperialisticamente il mondo. Anzi, essa è stata accerchiata dagli stessi che adesso vorrebbero entrare in guerra contro di lei.

Anonimo ha detto...

In realtà è la NATO che vorrebbe aggregarsi l'Ucraina.
Parte dei governanti ucraini stanno agevolando questa espansione della UE anche in Ucraina.
La scristianizzazione UE, come si è diffusa negli stati dell'Europa protestante, e in parte in quelli cattolici, con il potere finanziario e massone di Inghilterra, Francia e Germania, si potrebbe diffondere negli Stati dell'Europa dell'est.
Tutte le notizie delle tv di stato sono faziose e falsificatrici :
gli Ucraini non avvertono il pericolo di invasione della Russia, molti intervistati lo dicono tranquillamente.
Inoltre parte dei cittadini dell'Ucraina dell'est sono di nazionalità russa.
Biden, come i Clinton, e i DEM statunitensi, vogliono tenere l'UE sotto i loro perversi dictat modernisti e massonici e diffonderli negli Stati dell'est Europa, che si sono resi indipendenti dal comunismo!
Approfondiamo questa nuova farsa internazionale, messa in atto per scopi poco limpidi!!!

Anonimo ha detto...


l riferimento alla "Terza Roma" nell'articolo: una nota stonata, la c.d. Terza Roma è solo un'ideologia visionaria nata nell'ambito dell'Ortodossia russa, funzionale all'espansionismo degli Zar.

Sull'Ucraina che vorrebbe essere russa perché "piccola Russia" bisognerebbe chiarire ed evitare di ripetere la vulgata moscovita.
La piccola Russia è scomparsa da secoli, fu distrutta dall'invasione mongola. Mongoli e poi popolazioni turche (turchi Kipciach, originari dell' Asia Centrale) si stabilirono in Crimea e zone vicine (chiamati poi Tatari dai russi, nome dato da loro a tutti i turcofoni dell'Asia centrale, poi conquistata dai russi). La ex piccola Russia vide crescere su di essa popolazioni cosacche, in lotta con i tatari mussulmani, ausiliari dell'esercito ottomano. Si inserirono poi i polacchi che a metà del Seicento ebbero per breve tempo uno Stato dal Baltico al Mar Nero alla Russia centrale.
Ma nella zona chiamata Ucraina l'elemento cosacco si ribellò ad un certo punto ai polacchi perché voleva l'autonomia-indipendenza, alleandosi persino con i tatari e il Sultano per ottenerla. Ci furono guerre e battaglie sanguinose, i cosacchi ribelli si aggregarono anche a tatari e turchi nel tentativo di invadere la Polonia ma furono sempre disfatti, tra l'altro da Giovanni Sobieski, l'eroe dell'assedio di Vienna. Infine i cosacchi, per farla breve, si sottomisero a Mosca, il cui Zar Alessio, aveva promesso loro un'autonomia che poi invece non concesse.
Le tendenze autonomiste degli ucraini rispetto ai russi e a qualunque altro, durano da quattro secoli e puntualmente riemergono, anche se oggi ci sono parti consistenti del paese che amerebbero un ritorno dei russi (nell'Est e ad Odessa).
La politica della Nato (degli USA) con la Russia è stata tutta sbagliata, lo sappiamo, e speriamo che si trovi il modo di uscire da questa pericolosa situazione con una soluzione politica che accontenti anche i russi (rinuncia dell'Ucraina ad entrare nella Nato, neutralizzazione internazionale dell'Ucraina, p.e.).
Ma non appare corretto attribuire la voglia di libertà nazionale degli ucraini unicamente alle mene dell'Occidente corrotto di oggi.
H.

Anonimo ha detto...

Ma la posizione geografica la consideriamo o no?

Dispiace che i popoli dell'est mitizzino l'Europa, lo sanno che molti Italiani negli ultimi due anni sono migrati ad est, causa demenza continentale ue? Oggi come oggi è meglio star vicino a zio Vladimir.

Anonimo ha detto...


"Star vicino a zio Vladimir"

"Zio", per chi?
Siamo italiani, non abbiamo a che vedere con parentele tartaro-slave.
I guai nostri ce li dobbiamo risolvere a casa nostra, con i nostri
mezzi, non ricorrendo all'amicizia pelosa di autocrati russi verniciati di democrazia da festa campestre.

Anonimo ha detto...

L'impero degli zar era multietnico come quello asburgico e inglobava parecchie nazionalità, tra cui gli ucraini. La Crimea è stata comquistata dai russi al tempo di Caterina la Grande e il plebiscito ha confermato la sua volontà di aderire slla confederazione russa. Inoltre, nessuno nel mondo libero e ricco si è mosso quando i carri armati sovietici sono entrati a Budapest e a Praga, quindi ora mi sembra ipocrita mobilitarsi per Kiev.

Qualche notizia sull'Ucraina ha detto...

Per quelli che chiedono: "Perché l'Ucraina conta? "

Come si classifica la nazione dell'Ucraina:

Primo in Europa in riserve di minerali di uranio recuperabili comprovate;
2° posto in Europa e 10° posto nel mondo in termini di riserve minerali di titanio;

2° posto al mondo in termini di riserve esplorate di minerali di manganese (2,3 miliardi di tonnellate, pari al 12% delle riserve mondiali);

2° più grande riserva di minerali ferrosi al mondo (30 miliardi di tonnellate);

2° posto in Europa in termini di riserve di minerale di mercurio;

3° posto in Europa (13° posto nel mondo) nelle riserve di gas di scisto (22 trilioni di metri cubi)

4° al mondo per valore totale delle risorse naturali;
7° posto al mondo nelle riserve di carbone (33,9 miliardi di tonnellate)

Ucraina è un paese agricolo:

1° in Europa in termini di seminativi;
3° posto al mondo per area di suolo nero (25% del volume mondiale);
1° posto al mondo nelle esportazioni di girasole e olio di girasole;
2° posto al mondo nella produzione di orzo e 4° posto nelle esportazioni di orzo;
3° più grande produttore e quarto più grande esportatore di mais al mondo;
4° maggior produttore di patate al mondo;
5° più grande produttore di segale al mondo;
5° posto al mondo nella produzione di api (75.000 tonnellate);
8° posto al mondo nelle esportazioni di grano;
9° posto al mondo nella produzione di uova di gallina;
16° posto al mondo nelle esportazioni di formaggi.

L'Ucraina può soddisfare il fabbisogno alimentare di 600 milioni di persone.

L'Ucraina è un paese industrializzato:

1° in Europa nella produzione di ammoniaca;
2- е il 4° sistema di gasdotto europeo di gas naturale al mondo (142,5 bln metri cubi di capacità di gas nell'UE);
3° più grande in Europa e 8° al mondo in termini di capacità installata di centrali nucleari;
3° posto in Europa e 11° nel mondo in termini di lunghezza della rete ferroviaria (21.700 km);
3° posto al mondo (dopo Stati Uniti e Francia) nella produzione di localizzatori e attrezzature di localizzazione;
Il 3° più grande esportatore di ferro al mondo
4° maggior esportatore di turbine per centrali nucleari al mondo;
4° produttore mondiale di lanciarazzi;
4° posto al mondo nelle esportazioni di argilla
4° posto al mondo nelle esportazioni di titanio
8° posto al mondo nelle esportazioni di minerali e concentrati;
9° posto al mondo nelle esportazioni di prodotti dell'industria della difesa;
10° più grande produttore di acciaio al mondo (32,4 milioni di tonnellate).

Anonimo ha detto...

Il problema è nel termine: Europa.

Anonimo ha detto...

La crisi ucraina, indubbiamente la più grave dalla fine della guerra fredda, è l'intreccio di molteplici fattori e dell'accumulo di una serie di errori e incomprensioni da entrambe le parti.
L'Ucraina, terra storica della Rus' di Kiev (e quindi in un certo senso "madre" della stessa Russia) e dei cosacchi, lotta da secoli per trovare un'identità e un punto di equilibrio, cosa non facile in una nazione che va dalla centroeuropea, cattolica e fu polacca Leopoli al Donbass industriale e russofono, in uno spettro di varie sfumature di identificazione etnica, linguistica e religiosa. Dalla rivoluzione di Maidan ha prevalso la pars occidentalis, con il rifiuto netto (e giustificato) dell'opprimente passato sovietico e neo-sovietico, senza che però le condizioni di vita siano in alcun modo migliorate; agli oligarchi al soldo di Mosca si sono sostituiti quelli al soldo di Washington.
La Russia, per conto suo, si sente inevitabilmente minacciata dalla possibilità che su una terra con cui vanta legami storici, culturali e di sangue non quantificabili possano essere piazzati missili capaci di colpire Mosca in 5 minuti. E se Putin è particolarmente muscolare nella sua reazione, va detto che già nel 2008 definì l'ingresso dell'Ucraina nella NATO (senza la Russia) una "linea rossa", e personalmente dubito che un governo russo democratico si comporterebbe diversamente da come fece Kennedy durante la crisi di Cuba.
Nelle retrovie, ad istigare e ad approfittare, stanno il governo americano che fiuta l'apertura del mercato europeo al suo gas naturale, e la NATO il cui segretario Stoltenberg si trincera dietro dichiarazioni di principio sulla sovranità dell'Ucraina, mentre elogia il brutale massacratore di armeni Aliyev perché garantisce le forniture energetiche all'Europa.
E non dimenticate che alla fine in prima linea ci andranno sempre il Volodymyr Marchenko di Chernihiv e l'Ivan Romanov di Brjansk. I difensori della democrazia e della sovranità ucraina, o della Russia eterna vittima del complotto plutosionista, se ne staranno ben lontani dal fronte.

Anonimo ha detto...

PROSPERITA'.
"Per Putin la Storia e la gloria nazionale sono più importanti ella prosperità".
Lo afferma Nina Krusciova, la nipote dell'ex leader sovietico Nikita Krusciov, che insegna in un'universistà americana e che paragona il nonno all'attuale leader russo (quando semmai, per un rovesciamento storico, è Biden che oggi si trova al posto di Krusciov nella vicenda dei missili a Cuba del 1961, quindi sulla porta di casa dell'avversario).

Quello che però trovo davvero interessante, sta nell'affermazione che potrebbe esistere qualcosa di più importante della "prosperità".
Per le società moderne, asservite all' economicismo, nulla sembra essere infatti più importante della prosperità, cioè ricchezza, opulenza o benessere materiale. Questo è ovviamente legato al primato del capitalismo industriale prima, finanziario poi.
Al contrario di quello che si possa sembrare, ciò corrisponde già a un profondissima sovversione. Non solo perchè il cristianesimo (sette protestanti a parte) ha sempre affermato che la ricchezza, Mammona, vada disprezzata nel cuore anche quando la si possegga e utilizzi lecitamente, ma anche perchè l'ordine naturale della società ha messo da sempre la dimensione economica, cioè materiale, sotto quella spirituale, cioè religosa, e quella politica.
Al contario il capitalismo (che non è meno sovversivo del collettivismo marxista) ha messo l'amore per la ricchezza, o "prosperità", sopra alll'amore di Dio (la religione) e all'amore della propria comunità di appartenenza (la patria, che non coincide necessariamente con la mazziniana "nazione" moderna). Aprendo così le porte alla decadenza spirituale, al nichilismo e ad ogni forma dissolutiva. Insieme allo strapotere dei "mercati finanziari" e alla draghiana dittatura pluto-sanitaria.
Martino Mora

Una sola certezza ha detto...

Toni Capuozzo:
Ieri sono stato ospite di Quarta Repubblica per parlare di Russia e Ucraina. Ho provato a dire, con semplicità, quello che penso. Che non succederà niente, e che la tensione è stata gonfiata anche dalla specie di conto alla rovescia innescato dalla Cia e reso pubblico (mi è sembrata una scena da Colosseo: quello che si sporge minacciando di buttarsi e la folla crudele che lo sfida a farlo…). Le guerre, i conflitti di potenza, non hanno sempre bisogno di spari e sangue: notizie, minuetti diplomatici, movimento dei pedoni sulla scacchiera sono come certi duelli tra cervi o altri animali nella stagione dell’amore: incruenti, ma veri.
Ho provato a dire che la pretesa della Russia di non avere i missili Nato sul pianerottolo di casa non è balzana. E che dobbiamo interrogarsi sull’utilità dell’espansione della Nato, invece di legami commerciali, civili, politici. Facciamo la radiografia a ogni paese che domanda di aderire all’Unione Europea, e invece la Nato è a porte aperte ? Abbiamo per forza bisogno di un nemico ?
Ho cercato di spiegare che tutto è molto legato all’Afghanistan. Putin, che ha visto l’impero sovietico incominciare a franare proprio lì, ha visto Biden in difficoltà, ed ha pensato che adesso era il turno dell’impero americano. Biden, in difficoltà anche con i suoi elettori ha bisogno di girare pagina. Da domani probabilmente la gara sarà a indossare la medaglia sul petto: “Li abbiamo costretti a tenere distante la Nato” o “Gli abbiamo fatto spegnere i motori dell’invasione”.
Quanto alle scelte di campo per me è ovvio vedere nella democrazia americana qualcosa che mi è più congeniale del regime russo, anche se la Russia è un paese che mi è caro. Ma non ignoro che gli USA – e specie con presidenti democratici – hanno dato inizio a un sacco di guerre, e la Russia di Putin no, limitandosi a bruschi interventi in Siria e di seconda mano in Libia. Penso che esistano strumenti democratici di soluzione dei secessionismi (referendum di autodeterminazione, autonomie sudtirolesi eccetera) che l’Europa dovrebbe favorire. E non credo che l’Europa, anche al di là del fabbisogno energetico, abbia bisogno di individuare in Mosca un nemico, o di avere per forza bisogno di un nemico, al di là del terrorismo internazionale.
Un interlocutore, garbatamente, mi ha ricordato le ombre e le penombre del regime russo, parlando anche di un giornalista italiano ucciso. Non solo conosco le penombre russe e bielorusse, dalla Politovskaya in giù. Ma ricordo – e l’ho fatto – il nome del giornalista italiano, Antonio Russo di Radio radicale, ucciso in Georgia. Forse, in quell’ angolo di mondo dove ognuno ha i suoi torti, avrei dovuto ricordare anche Andy Rocchelli, ucciso da milizie ucraine.
Alla fine, però, di una sola cosa sono certo. Anche se la tensione si sgonfiasse, difficilmente l’aumento dei prezzi, che dal gas ha contagiato gli articoli al consumo, farà marcia indietro, come i carri armati che risalgono su un treno.

Anonimo ha detto...


"Penso che esistano strumenti democratici di soluzione dei secessionisti - referendum di autodeterminazione, autonomie sudtirolesi etc" - soluzioni solo sulla carta, quella straccia delle buone intenzioni.

Un'affermazione che sembra ragionevole ma che è in realtà utopistica.
L'autodeterminazione delle minoranze deve tener conto anche delle esigenze di difesa del popolo nella quale la minoranza si trova ad abitare. Il referendum che vorrebbero i secessionisti dell'Alto Adige, di lingua tedesca, che vivono riccamente da noi in un regime di semi-indipendenza, porterebbe il confine dell'Italia molto più a Sud, al Trentino. Ci priverebbe della frontiera del Brennero, che per noi ha valore strategico irrinunciabile. La pianura padana si difende presidiando innanzitutto l'arco alpino. E non dimentichiamo che, per il nazionalismo austro-tedesco (pangermanesimo) il confine dei popoli tedeschi con l'Italia dovrebbe essere addirittura al Mincio.
Queste affermazioni si basano su fatti storici provati.
POssibile che non se ne debba mai tener conto nel discorso politico attuale?
È Certamente valida l'esigenza russa di tenere la Nato fuori dall'Ucraina, proprio a fini difensivi, per non avere domani aerei e missili americani solamente a 500 km da Mosca. Lo è allo stesso modo la nostra esigenza, che si vuol far finta di non vedere, di mantenere il confine del Brennero, per raggiungere il quale, tra l'altro, abbiamo dovuto comattere tanto sanguinosamente.
E non dimentichiamo che nei secoli trascorsi, bavaresi e austriaci hanno respinto progressivamente l'elemento italiano verso Sud, in quelle valli.
H.

Anonimo ha detto...

Giuliano Guzzo
Il fatto che la crisi Russia-Ucraina pare volga verso una soluzione diplomatica, dopo che Di Maio è volato a Kiev, credo sia una delle prove più irrefutabili dell'esistenza di Dio.

Anonimo ha detto...

15 febbraio 2022 20:04

e di Maria Santissima Corredentrice!!!

Sull'Europa ha detto...

Non dobbiamo mai dimenticare che l’Europa non è un Continente “geografico” ma un Continente “culturale”. E’ sufficiente guardare il planisfero del mondo per comprendere come è sproporzionato il valore culturale dell’Europa rispetto alla sua dimensione geografica.
Giorgio La Pira, un giorno, rivolgendosi all’ambasciatore degli Stati Uniti, in visita a Firenze in occasione di uno dei convegni internazionali organizzati dal grande Sindaco fiorentino, dopo avergli fatto visitare i vari ambienti di Palazzo Vecchio in Firenze, compreso lo Studiolo di Francesco I, si soffermò presso un antico tavolo ove lui di solito lavorava e gli disse : “ Vede, Eccellenza, questo tavolo esisteva già ancora prima che le Americhe venissero scoperte da Cristoforo Colombo “.
L’Europa è il territorio dove la Provvidenza ha voluto che fosse edificata la Sede della Cristianità, e dove fosse posto il Soglio di Pietro.
L’Europa è il luogo di incontro fra il logos biblico ( che dal vangelo di san Giovanni possiamo dire che è il Verbum Dei ,Cristo il Figlio di Dio che si è fatto carne ) e il logos filosofico.
L’Europa è fede. L’Europa se non è cattolica cessa, semplicemente, di essere Europa.
Nessuno può allontanare gli Europei. Solo gli Europei se cessano di essere cattolici spariscono perché se sparisce la fede sparisce l’Europa e diventa come si vede nel planisfero solo un appendice dell’Asia, diventa “Eurasia”
E’ opportuno, in tempi bui come questo, ricordare il discorso che papa Giovanni Paolo II tenne a Santiago de Compostela il 9 novembre 1982 :
“ Io grido con amore a te , antica Europa : ritrova te stessa. Sii te stessa. Riscopri le tue origini.Ravviva le tue radici. Torna a vivere dei valori autentici che hanno reso gloriosa la tua storia e benefica la tua presenza negli altri continenti. Ricostruisci la tua unità spirituale, in un clima di pieno rispetto per le altre religioni e le genuine libertà. Rendi a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. Non inorgoglirti delle tue conquiste fino a dimenticare le possibili conseguenze negative: non deprimerti per la perdita quantitativa della tua grandezza nel mondo o per le crisi sociali e culturali che ti percorrono.
Tu puoi essere ancora faro di civiltà e stimolo di progresso per mondo.
Gli altri continenti guardano a te e da te si attendono la risposta che San Giacomo diede a Cristo: “Lo posso.”.
Quando un cattolico, specialmente un cattolico, parla di Europa è a questi concetti che deve fare riferimento ed essere certo che un grande ideale politico può nascere solo dalla condivisione di una grande realtà culturale.
Marco Brilli