Epifania del Signore
«Tribus miraculis ornatum, diem sanctum colimus: Hodie stella magos duxit ad praesepium: Hodie vinum ex aqua factum est ad nuptias: Hodie in Jordane a Joanne Christus baptizari voluit, ut salvaret nos, alleluia.»
Oggi però la liturgia ricorda in modo tutto particolare la prima manifestazione di Gesù come Dio, con l'adorazione dei Magi.
Già il profeta Isaia aveva detto: « Sorgi, ricevi la tua luce, o Gerusalemme, poiché la tua luce è venuta, e la gloria del Signore è spuntata su di te ».
« E alla tua luce cammineranno le genti, ed i re nello splendore che da te emana. Alza intorno il tuo sguardo e mira : tutti costoro si sono radunati per venire da te. Sarai inondata da una moltitudine di cammelli: i dromedari di Madian e d'Efa; tutti quelli di Saba verranno a portare oro ed argento ed a celebrare le lodi del Signore ».
La sapienza dei Magi è una scienza segreta. Segreta non perché esoterica, ma per la mancanza di umiltà degli uomini, ai quali è destinata. Il Dio che vuole tutti salvi, infatti, desidera pure che tutti giungano umilmente alla conoscenza della verità. Dice Gesù, a questo proposito: «A voi è dato di conoscere il mistero del regno di Dio» (Mc 4, 11). Quanto s’ingannano coloro i quali credono che la sapienza dei Magi sia la magia! E tuttavia, assieme ad essi, fu compiuta l’Opera dei filosofi, di cui parlava San Tommaso, che è l’Opera di Dio, concepita nella docilità, gestata nello sfinimento e partorita tra le bestie da soma.
Pratica. Portiamo anche noi a Gesù i nostri doni: l'oro dell'adorazione; l'incenso della preghiera; la mirra della mortificazione.
Preghiera. O Dio, che con la guida d'una stella oggi hai rivelato alle genti il tuo Figlio Unigenito, concedi a noi che per mezzo della fede t'abbiamo conosciuto, di giungere a contemplare la bellezza della tua gloria in Paradiso.
Martirologio Romano. Solennità dell' Epifania del Signore, nella quale si venera la triplice manifestazione del grande Dio e Signore nostro Gesù Cristo: a Betlemme, Gesù bambino fu adorato dai magi; nel Giordano, battezzato da Giovanni, fu chiamato Figlio da Dio Padre; a Cana di Galilea, alla festa di nozze, mutando l'acqua in vino nuovo, manifestò la sua gloria.
6 commenti:
https://www.youtube.com/watch?v=Mx7OKzPiwH0
La kalenda di Natale è molto precisa con le date.
Essa recita: nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto; all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade; nell’anno settecentocinquantadue dalla fondazione di Roma... e in questo modo identifica -senza possibilità di errore- l'anno 2 a.C.
Gesù nacque sul finire di quell'anno, 33 anni e 4 mesi prima della Pasqua di redenzione.
Erode era vivo (sono errate le certezze attribuite da alcuni alle date di Giuseppe Flavio).
I Magi in quei mesi osservarono rarissimi avvicinamenti planetari densi di significati, raggiungendo Betlemme mentre l'astro da loro osservato (Giove), invertendo il moto apparente con cui procedeva nel cielo, parve fermarsi per qualche giorno.
Storia e astronomia si fanno ancelle dei vangeli nel condurci all'adorazione del Re dei Re.
Per un Dio fatto carne per redimere l'umanità, la storia è una cosa seria.
Per Lui, che è eternità e per il quale un giorno sono come mille anni, il tempo si fissa.
Noi, oltre a sbagliare la data ingannati dai soliti falsari, rischiamo di sbagliare festa.
Oggi c'è chi pensa a befane e lotterie, quando invece vince (e tanto) chi adora il Signore.
“Chissà quante volte sarà loro venuto in mente: «Torniamo indietro!», chissà quante volte avranno detto: «Qui abbiamo perso la strada!». Chissà quante volte avranno detto: «Ma non ci interessa più niente!». La strada era, non determinata dal loro stato d’animo, che avevano quel giorno, non dal parere che potevano dare quel giorno, non da quello che vedevano e sentivano in quel giorno, ma da quello che era successo. La ragione della strada, il motivo della strada, ciò che ha determinato la strada è stato l’avvenimento iniziale, quello che li ha fatti partire, e per questo era una strada fedele, una strada in cui non potevano tornare indietro perché - come dicevano gli Scolastici - factum infectum fieri nequit, non si può far sì che una cosa che è accaduta non sia accaduta”.
(L. Giussani)
Forse a voi non accade. A me è accaduto sovente.
E accade anche oggi.
Di non sapere più quale sia la strada, e sentirmi persa,
smarrita la direzione del viaggio, e lo scopo.
Nessuno stupore. Solo stanchezza e disincanto.
Eppure rimane l’avvenimento dell’inizio.
Ostinato e tenace.
Come un seme sotto la neve.
Dolce nella memoria.
Come la giovinezza e il canto.
�� Santa Famiglia di Gesù Maria e Giuseppe in rito tradizionale da Vocogno - 7 Gennaio 2024
radicatinellafede rnf
https://www.youtube.com/watch?v=VrM4wYLAiJM
"Quanto più pregherai tanto maggiormente sarai illuminato...Nessun uomo si salva senza la luce divina." (Sant'Angela da Foligno)
Il 4 gennaio, nella Novena verso l'Epifania, chiamata in Oriente "Festa delle Luci", si è festeggiata Sant'Angela da Foligno, mistica francescana, morta nel 1309 (in foto, la sua statua nel Convento di San Francesco al Prato a Perugia); ancora nel Medioevo il mondo latino aveva accortezza e conoscenza del carattere luminoso delle feste e dei misteri e della natura di Dio e del suo legame con le radici tradizionali e orientali, poi gradualmente persi nel corso dei secoli, fino a giungere ad uno stato, se non di piattezza, quantomeno di aridità e di razionalità (basti vedere, in proposito delle feste dell'Epifania e soprattutto della Trasfigurazione, rispettivamente la riduzione e l'assenza del dato luminoso, e la trasformazione della Trasfigurazione in mera memoria della dedicazione della Basilica Lateranense e della vittoria di Belgrado sui Turchi del 1456). Cercare di circoscrivere e controllare la mistica e rendere la fede un mero facere, senza porre attenzione allo spirito, ha portato, presso noi latini, ad un estraniamento nei confronti dei concetti di illuminazione e santificazione/divinizzazione, visti ora con incredulità e ora con sospetto, e invece ancora presenti nel mondo orientale...con ciò, buona tempo dell'Epifania!
“Nessun uomo si salva senza la luce divina, la quale fa sì che uno inizi, progredisca e raggiunga l’apice della perfezione. Perciò, se vuoi cominciare il cammino e desideri questa luce divina, prega.
– Se hai già iniziato a progredire e vuoi che in te aumenti la luce, prega.
– Se sei, invece, arrivato all’apice della perfezione e vuoi essere illuminato al massimo, per potervi rimanere, prega.
– Se vuoi la fede, prega. Se vuoi la speranza, prega.
– Se vuoi la carità, prega. Se vuoi la castità, prega.
– Se vuoi l’umiltà, prega. Se vuoi la mansuetudine, prega.
– Se vuoi la fortezza, prega. Qualsiasi virtù vuoi, prega.
Prega leggendo il Libro della vita, vale a dire la vita del Dio e Uomo Gesù Cristo, che fu povertà, dolore, disprezzo e vera obbedienza. Quando sarai entrato nella via del progresso spirituale, molte tribolazioni e tentazioni dei demoni, del mondo e della carne in vario modo ti molesteranno e ti affliggeranno orribilmente.
Ebbene, se vuoi vincere, prega. Quando l’anima vuole pregare di più, è necessario che vada a farlo con purezza spirituale e fisica e con rettitudine. Bisogna che cambi il male in bene e non faccia, come molti malvagi, il contrario…”
“Quanto più pregherai tanto maggiormente sarai illuminato; quanto più sarai illuminato, tanto più profondamente e intensamente vedrai il Sommo Bene, l’Essere sommamente buono; quanto più profondamente e intensamente lo vedrai, tanto più lo amerai; quanto più lo amerai, tanto più ti diletterà; e quanto più ti diletterà, tanto maggiormente lo comprenderai e diventerai capace di capirlo. Successivamente arriverai alla pienezza della luce, perché capirai di non poter comprendere.”
“L’amore vero e puro, che viene da Dio, sta nell’anima e fa sì che riconosca i propri difetti e la bontà divina […] Tale amore porta l’anima in Cristo e lei comprende con sicurezza che non si può verificare o esserci alcun inganno. Insieme a questo amore non si può mischiare qualcosa di quello del mondo.”
“Quanto più perfettamente e puramente vediamo, tanto più perfettamente e puramente amiamo. […] Perciò quanto più vediamo il Dio e Uomo Gesù Cristo, tanto più veniamo trasformati in lui attraverso l’amore. […] Quello che ho detto dell’amore […] lo dico anche del dolore: l’anima quanto contempla l’ineffabile dolore del Dio e Uomo Gesù Cristo, tanto si addolora e viene trasformata in dolore.”
...segue
“Non c’è nessuno che possa portare scuse perché chiunque può amare Dio, ed egli non chiede all’anima se non che gli voglia bene, perché egli l’ama ed è il suo amore.”
“O figli di Dio, trasformatevi totalmente nel Dio-Uomo passionato, che tanto vi amò da degnarsi di morire per voi di morte ignominiosissima e del tutto ineffabilmente dolorosa e in modo penosissimo e amarissimo. Questo solo per amor tuo, o uomo!”
“Attraverso la povertà temporale l’anima troverà ricchezze eterne; attraverso il disprezzo e la vergogna otterrà sommo onore e grandissima gloria; attraverso poca penitenza, fatta con pena e dolore, possederà con infinita dolcezza e consolazione il Bene Sommo, Dio eterno.”
(Sant'Angela da Foligno)
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