Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 11 agosto 2024

Sapranno cogliere i segni dei tempi?

Sapranno cogliere i segni dei tempi?

Abbandonando la teologia fondata sull’essere, vale a dire su Dio, la teologia moderna si propone di partire dall’esistenza concreta dell’uomo e dal suo divenire storico, cioè da presupposti variabili e in continua evoluzione. In questo modo, la teologia moderna taglia alla radice qualsiasi possibilità di giungere a una verità immutabile, e diventa un’analisi meramente esistenziale (o “pastorale”, per usare l’espressione cara all’attuale Pontificato) e, quindi, effimera.

Una “storia rivelatrice”
I progressisti hanno costruito una nuova teologia basata sul discernimento dei “segni dei tempi” come principale locus theologicus[1].  Nonostante sia stata formalmente condannata da Pio XII, questa nuova teologia è alla base di quasi tutto il pensiero cattolico moderno. I suoi alfieri hanno partecipato come periti al Concilio Vaticano II, definendone gli indirizzi. Essa è oggi insegnata in quasi tutti i seminari e università cattoliche.

Secondo il prof. Germano Pattaro, questa nuova teologia “mette in evidenza il fatto della «storicità» della rivelazione. Certamente nel senso che essa è accaduta nel tempo, ma, più e radicalmente, nel senso che la storicità è il suo stesso principio ermeneutico” [2]. “Dio parla per eventi — scrive Marie-Dominique Chenu — l’economia della rivelazione non è una storia in cui avviene una rivelazione, ma una storia di per sé rivelatrice” [3]. “Dio si rivela nella storia — rincara Henri De Lubac — Dio si rivela attraverso la storia. Dio si inserisce nella storia” [4].

Secondo questa visione, non dobbiamo studiare le Sacre Scritture e la Tradizione – le fonti della Rivelazione secondo la teologia di sempre – ma piuttosto scrutare la storia dei nostri giorni in cerca della “Rivelazione” che Dio starebbe manifestando per questi tempi.

Scrutando gli eventi storici del nostro tempo alla ricerca di una Rivelazione immanente, i progressisti potrebbero prendere in considerazione alcuni segni positivi, come le apparizioni mariane riconosciute. Per loro, invece, ciò non costituisce storia rivelatrice. Vanno piuttosto alla ricerca dei fatti e movimenti rivoluzionari, come ad esempio la “liberazione” delle “minoranze emarginate”, tra cui gli omosessuali. In altre parole, alla ricerca di una Rivelazione immanente, i progressisti puntano lo sguardo esclusivamente sugli eventi con forte contenuto rivoluzionario, mostrando una visione unilaterale e ideologica della storia che pone un grande punto interrogativo sul tipo di “teologia” che ne risulta.

Ciechi ai “segni dei tempi”
Forse mai come adesso si sta palesando il carattere unilaterale e ideologico, direi perfino fanatico, dei progressisti.

L’attuale Pontificato si è contraddistinto da una serie di gesti clamorosi che hanno sconvolto dottrine e costumi millenari, capovolgendo perfino il Magistero dei Papi più recenti. Francesco stesso ha dichiarato che vuole compiere un “cambio di paradigma”, cioè una riforma radicale della stessa struttura della Chiesa e della sua dottrina [5].

L’accelerarsi dell’autodistruzione della Chiesa sotto Papa Francesco ha provocato apprensione in molti fedeli. In numero sempre crescente si chiedono se non siamo andati troppo lontani, o addirittura se non abbiamo sbagliato strada. Non converrebbe forse fare una pausa di riflessione, o perfino tornare indietro? Si sta perciò consolidando una reazione conservatrice/tradizionalista che da tempo non si faceva sentire nella Chiesa. Neppure atti di forza, come Traditionis Custodes, sono riusciti a smorzarla. Anzi.

Questa reazione proviene soprattutto dai giovani. Il che apre incoraggianti prospettive per il futuro. Un’altra caratteristica è il suo dinamismo. Commenta un analista francese: “I conservatori e tradizionalisti sono ancora una minoranza nella Chiesa, ma il dinamismo sta passando dalla loro parte”. Ancora un’altra caratteristica è il suo radicalismo, nel senso di andare alle radici. Questi giovani si stanno spostando sempre più verso la Tradizione, e non vogliono fermarsi a metà strada, in un conservatorismo scialbo e sterile.

In questo numero della rivista diamo alcuni esempi di questa reazione in diversi Paesi.

E ci domandiamo: sapranno i progressisti leggere i “segni dei tempi” che arrivano da tutti le parti? O continueranno imperterriti, accecati dai loro pregiudizi ideologici?

La risposta, ahimè, non è per niente incoraggiante. La maggior parte dei vescovi, invece di assecondare e favorire questa buona tendenza, specie fra i giovani, non perde occasione per biasimarla e avversarla. Assistiamo ancora una volta alla paradossale opposizione episcopale contro le tendenze conservatrici che emergono dalle profondità del Popolo di Dio. Il tutto, è chiaro, coperto e anzi spinto dall’alto.

Non sono psicologo, ma posso ipotizzare che un motivo di questa testardaggine stia nell’orgoglio. Questi presuli hanno fatto un’intera carriera affermando che il vento della storia soffia dalla parte del progressismo. Accettare adesso di essersi sbagliati, e di dovere quindi mettere in discussione la loro vita, è forse chiedere troppo.

Ma credo che ci sia un altro motivo. Molti vescovi e sacerdoti progressisti hanno conosciuto la Tradizione, o almeno suoi importanti resti. Per abbracciare il progressismo hanno dovuto coscientemente e volutamente rigettare la Tradizione, commettendo in questo modo un peccato molto profondo, difficilmente sanabile. I giovani, invece, sono già nati nella Chiesa “moderna” e non hanno commesso questo peccato. Le loro anime sono più innocenti e, quindi, si aprono più facilmente alle sollecitazioni della grazia divina.

Se non per altro anche per motivi anagrafici, la Rivoluzione sembra avere i giorni contati.
Julio Loredo - Fonte
___________________
[1] Marie-Dominique CHENU, Les signes des temps, in “Nouvelle Revue Théologique”, n. 1, gennaio 1965, vol. 87.
[2] Germano PATTARO, Corso di teologia dell’ecumenismo, Queriniana, Brescia 1985, p. 346. Sulla storicità della Rivelazione, cfr. Henri DE LUBAC, La posterité spirituelle de Joachim de Fiore, 2 voll, Le Sycomore, Paris 1979-1981. Si veda anche Yves CONGAR, La parole et le souffle, Desclée, Paris 1983, pp. 96-101.
[3] Marie-Dominique CHENU, Marie-Dominique CHENU, The History of Salvation and the Historicity of Man, in Renewal of Religious Thought,  pp. 158-159.
[4] Henri DE LUBAC, Catholicisme. Les aspects sociaux du dogme, Les Éditions du Cerf, Paris 1974, p. 133.
[5] José Antonio Ureta, Il «cambio di paradigma» di Papa Francesco. Continuità o rottura nella missione della Chiesa?, Istituto Plinio Corrêa de Oliveira, 2018.

13 commenti:

tralcio ha detto...

Cercando -per un’esigenza idealistica e psicologica- di dare un volto più umano al cristianesimo che ritenevano disincarnato, hanno finito per rendere ininfluente l’Incarnazione.
Il modernismo precipitato nella post modernità sta valicando il confine dal disumano sl transumano.
Le sentinelle ideologiche dei segni dei tempi sono invecchiate attingendo informazioni dal mainstream alimentato dal Nemico, confondendo la narrazione con la realtà.
Nella RSA dove si sono rinchiusi la TV ripete ossessivamente i segni dei tempi che loro colgono per ispirarne la pastorale.
Senza più niente di naturale, tanto meno una legge… senza niente di eterno o di sacro.
La vita eterna? E che c’è ne importa? Conta solo l’oggi: la pillolina, il bordino, il vaccino…
Finis.

Anonimo ha detto...

Progresso e regresso sono legati alla personale e comunitaria considerazione del tempo. Ma nel tempo vi è l'immutabile, eterno lo chiamiamo. Così nel progresso e nel regresso vi sono parti che non progrediscono e non regrediscono, eterne le chiamiamo. Questo eterno che non muta è il Bene infinito da sempre scimmiottato dal Male finito e ripetitivo. Nel Tempo vi è il Bene Eterno  concentrazione/ donazione di sé  e vi è anche il Male distraente,  cangiante apparente. La nostra è l'epoca della grande illusione, velocemente cangiante, distruttrice del passato, del presente, del futuro, del Tempo e dell'Eterno... se potesse!
Una risata sincera, di cuore, la ridurrà  nel Nulla, da dove è partita e dove ritornerà. 
m.s.

Anonimo ha detto...

Ottimo articolo che fa ben capire la deriva storicistica e, naturalmente, immanentista dell' attuale"teologia", che in realtà tale non è, visto che l' oggetto di studio non è Dio ma l' uomo.
Forse un po' troppo ottimistico il finale, come in certi film, con una fiducia non so quanto ben riposta nei giovani, sempre alquanto mitizzati. Il giovanilismo ha evidentemente influenzato anche l' ambiente cattolico.
I giovani in questione, tranne un esigua minoranza, sono gli stessi che hanno portato una criminale nel parlamento europeo.
C'è poco da stare allegri, mi pare...

Dove non c'è teologia la politica degenera ha detto...

Massimo Micaletti
https://www.rainews.it/maratona/2024/08/zelensky-ammette-che-lattacco-a-kursk-spinge-la-guerra-in-russia-5403fc91-6d31-4606-8651-2daf1b54ba91.html

Crosetto che dopo l'attacco a Kursk geme contro Zelensky "Ma così allontanate la pace" è come quello che ha regalato tre bocce di Montepulciano a un ubriacone e poi se la prende con lui perché se le scola.

Spero si tratti di ipocrisia, perché se è genuina meraviglia siamo nei guai.

Biden (o meglio, chi lo manovra), dando per certa la debacle dem a novembre, avvelena i pozzi a Trump che da sempre sostiene che con la sua presidenza la guerra alle porte dell'Europa finirà. Ora sta a Putin non abboccare all'espediente trito e ritrito di allargare il conflitto per renderlo irreversibile: con l'accelerazione che hanno subito gli eventi, novembre sembra fra dieci anni ma, se ci si arriva senza troppi scossoni, è fatta e la guerra finirà quest'anno. Se però la Russia perde il controllo e se vince la Harris, sarà una catastrofe dilagante.

L'Unione Europea, con la Von Der Leyen a capo, ovviamente non conta nulla. Fa la parte della cuoca e della contadina alla cena del re: porta il cibo e lo cucina, mentre altri se lo mangiano.

Anonimo ha detto...

La democrazia col bavaglio somiglia alla dittatura, bell'articolo di fondo di Belpietro oggi su La Verità. Molto pertinente anche l'intervento di Boni Castellane sullo stesso quotidiano circa la sovietizzazione in atto in Occidente, processo che vede la sinistra europea e anglosassone in prima fila, perché il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Sereno Graffiante ha detto...

I c.d."progressisti", che siano nella Chiesa piuttosto che nella società civile, rinnegando il passato e la Tradizione, in realtà rinnegano se stessi, perché ammettono implicitamente che ciò che fanno e dicono ora non ha valore, se non esclusivamente oggi e in questo tempo, e sarà superato domani.
Il modernismo e le sue innovazioni e deviazioni conciliari e postconciliari, al di là del fatto essenziale che si tratta di un'eresia, anzi la sintesi di tutte le eresie, devono essere semplicemente ignorati, proprio perchè incompatibili con la Fede cristiana, che si colloca in una dimensione soprannaturale e atemporale, che è l'esatto opposto del naturalismo e del dogma del divenire propri del progressismo modernista.

tralcio ha detto...

Gesù pane di vita parla esplicitamente di vita eterna. Le sentinelle dei segni dei tempi si concentrano su questa, in scadenza. Un segno va oltrepassato nel suo significato, altrimenti resta rinchiuso nel

Anonimo ha detto...

"Ebbene, noi abbiamo una Madre in cielo, la personificazione della misericordia divina, l'Immacolata. Se, dunque, ti tomenta il pensiero della vita e dei peccati passati, se non hai il coraggio di guardare a ciò che ti attende oltre la tomba, consàcrati a Lei totalmente, senza limiti, affida a Lei l'intero problema della tua salvezza, tutta la tua vita, la morte e l'eternità, confessati con sincerità e confida pienamente in Lei, e conoscerai che cosa sia la pace e la felicità, il pregustamento del paradiso e sospirerai verso di esso.
Se non hai mai sperimentato tutto questo, prova, vedi se è vero e vedrai".

San Massimiliano Maria Kolbe
Epistolario (1925)

tralcio ha detto...

Un tempo parlare del tempo (meteo) era un modo per prendere o perdere tempo. I nostri nonni non disponevano di servizi accaventiquattro a ricordarti che fa caldo quando senti caldo… poi non c’erano gli ansiogeni allarmi della protezione civile con allerte rosse, arancioni e gialle… si viveva molto meglio, pregando Dio se serviva la pioggia o la neve e ringraziando quando arrivavano. Oggi persino la Chiesa green non prega o ringrazia il Signore, ma preferisce riferirsi al WEF nel paventare catastrofi e pensare di svalutarti la casa se non mette il cappotto guardandosi bene da tagliare a metà il mantello per scaldare l’indigente. San Martino, guarda caso, segnava un’estate fuori stagione, utile a chi il riscaldamento non l’aveva proprio. Senza dimenticare che oggi il tempo meteo lo si può addomesticare, provocando tempeste seminando vento. Proprio come le pandemie, supportate dai bollettini che ti costringono si vaccini e in zona rossa ti chiudono la Chiesa e sospendono la Messa.
I segni sono molti: un bruttissimo tempo, proprio quando avrebbe dovuto fiorire la primavera della Chiesa.
Previsioni del tempo sbagliate? O gigantesca presa per i fondelli per chi non prega più il padrone della messe, ma solo il padrone del mondo?

Anonimo ha detto...

Per il teologo della PAV occorre ripensare la considerazione etica sulle relazioni omosessuali superando gli assoluti morali (troppo "assoluti"): un vaso di Pandora che legittima tutto all'insegna del soggettivismo.
https://lanuovabq.it/it/omosessualita-contro-natura-e-chiodi-ridefinisce-la-natura
Sono usciti tutti allo scoperto o ne manca ancora qualcuno? Dio lo sa!

Anonimo ha detto...

Troppo facile parafrasare : "Roba da chiodi"!

Anonimo ha detto...

https://x.com/max1ci6/status/1822864724599464144
Ad oggi, due domande:
1) Ma quanti ucraini combattenti ci sono ancora dopo tanta guerra, forse rivivono?
2) La domanda delle domande : Su chi ricadrà il sangue innocente?
Historicus, per favore ci puo' spiegare di piu'?

Anonimo ha detto...

Parigi ha finito di rotolarsi nel fango in mondovisione?