Nella nostra traduzione da Lifesitenews una forte presa di posizione sulle iniziative da intraprendere per porre fine all'azione distruttiva di Bergoglio. È l'ennesimo tentativo di risolvere l'anomala e inedita situazione. Ancora ipotesi di scuola, non nuove, e possibili applicazioni [Qui potete trovare un indice con diversi articoli sull'argomento]. Quel che sembra mancare è la coesione sotto l'aspetto sia pratico che teorico dei soggetti che dovrebbero intervenire.
Alcuni vescovi e cardinali potrebbero indire un concilio per rimuovere Francesco dal ruolo di papa?
Secoli fa, il cardinale Tommaso Gaetano osservò che può essere indetto un concilio imperfetto "quando si dà il caso di un singolo papa eretico da deporre e quando ci sono diversi sommi pontefici dubbi". Che sia questa la soluzione per i nostri tempi?
LifeSite ha recentemente pubblicato l'analisi del dott. Edmund Mazza sul perché le dimissioni dal papato, presumibilmente invalide, di Benedetto XVI avrebbero reso invalido anche il conclave che apparentemente ha eletto il vescovo Jorge Bergoglio. Oltre all'argomentazione del dott. Mazza, che ha convinto molti cattolici, ci sono almeno altri due argomenti seri per cui Francesco non è papa:
- Francesco ha perso l’ufficio papale perché ha “pubblicamente e ostinatamente contraddetto una serie di insegnamenti centrali della fede cattolica”, come suggerito in un “Appello alle dimissioni di Papa Francesco” del 2 maggio 2024 [Molti di noi non lo sottoscrissero per le argomentazioni insufficienti e lo stile incongruo. Ricordo peraltro l'accusa di eresia in una lettera aperta qui -ndT]
- Francesco è il capo della Chiesa sinodale anticattolica [qui], e quindi un apostata che non può essere contemporaneamente capo della Chiesa cattolica
Ognuna di queste tre ragioni presa a sé potrebbe, se vera, essere sufficiente a dimostrare che Jorge Bergoglio non è il papa. Quindi, se l'argomentazione del dott. Mazza è vera, allora Francesco non sarebbe papa anche se fosse perfettamente ortodosso e non esistesse qualcosa come la Chiesa sinodale. Oppure, se Francesco fosse stato eletto validamente, non sarebbe comunque papa se uno degli altri due argomenti fosse vero.
La logica per valutare se Francesco sia papa sarebbe solida anche se le sue parole e azioni fossero relativamente benigne e ci aspettassimo che il prossimo conclave potesse eleggere un papa veramente cattolico. Tuttavia, è chiaro che non è così: Francesco sta attivamente cercando di distruggere la Chiesa cattolica e, per perpetuare questo obiettivo anche dopo la sua morte, ha riempito il Collegio dei cardinali di oppositori del vero cattolicesimo che la pensano allo stesso modo. Pertanto, è difficile immaginare una situazione in cui sarebbe più ovvio che i cattolici seri debbano considerare quali misure possano essere adottate per rimuovere Francesco dal papato (o dichiarare che non lo ha mai legittimamente occupato) ed eleggere un papa veramente cattolico.
Alcuni cattolici seri riconoscono la situazione terribile del papato, ma sostengono che non ci sono precedenti affidabili per la rimozione di un papa eretico. A qualsiasi argomento del genere, possiamo rispondere equamente che non ci sono precedenti nemmeno per quanto segue:
- Un papa che attacca apertamente i fondamenti della fede cattolica mentre allo stesso tempo abbraccia sostanzialmente ogni religione non cattolica [qui - qui]
- Un papa che sostiene l'agenda LGTBQ, promuovendo chierici apertamente omosessuali alle posizioni più alte [qui] e autorizzando la benedizione delle unioni omosessuali [qui]
- Un papa che crea una nuova chiesa (come la Chiesa sinodale) in opposizione alla Chiesa cattolica [qui]
- Pastori che stanno umilmente a guardare, lasciando che questi mali inimmaginabili si verifichino senza fare tutto ciò che è in loro potere per fermarli
Quindi, sì, il percorso per rimuovere Francesco non è affatto così liscio e ben tracciato come vorremmo. Ma il nostro percorso attuale che consente a Francesco di convincere il mondo che la Chiesa cattolica è guidata dai servi di Satana è così miserabile che ora dobbiamo prendere in considerazione un'alternativa praticabile, non importa quanto senza precedenti possa essere.
È ormai ovvio che la Chiesa alla fine considererà Francesco un antipapa
Nella sua biografia dell'arcivescovo Marcel Lefebvre, il vescovo Bernard Tissier de Mallerais ha raccontato i pensieri dell'arcivescovo sulla questione se Paolo VI fosse o meno il papa:
Forse un giorno, tra trenta o quarant'anni, un'assemblea di cardinali riuniti da un futuro Papa studierà e giudicherà il regno di Paolo VI, forse dirà che c'erano cose che avrebbero dovuto essere chiaramente ovvie per la gente di allora, affermazioni del Papa che erano totalmente contrarie alla Tradizione. Al momento, preferisco considerare l'uomo sulla cattedra di Pietro come il Papa; e se un giorno scopriremo con certezza che il Papa non era il Papa, almeno avrò fatto il mio dovere. (p. 506)
L'arcivescovo Lefebvre e la sua Fraternità San Pio X (FSSPX) hanno respinto la posizione sedevacantista nei confronti di Paolo VI (e attualmente la FSSPX accetta Francesco come papa), ma due frasi della dichiarazione dell'arcivescovo Lefebvre di cui sopra indicano che, in teoria, la situazione avrebbe potuto deteriorarsi a tal punto da fargli considerare Paolo VI non un vero papa:
- “… forse diranno che c’erano cose che avrebbero dovuto essere chiaramente ovvie per le persone in quel momento.”
- “Al momento, preferisco considerare l’uomo sulla cattedra di Pietro come il Papa…”
Se, ad esempio, Paolo VI avesse dichiarato pubblicamente e ostinatamente che Dio vuole positivamente tutte le religioni, allora forse l'arcivescovo Lefebvre avrebbe stabilito che la situazione era diventata così chiaramente ovvia che non poteva più considerare Paolo VI papa.
Anche se l'arcivescovo Lefebvre fosse giunto a quella conclusione, tuttavia, presumibilmente avrebbe riconosciuto la necessità che la Chiesa prendesse provvedimenti per dichiarare ufficialmente Paolo VI antipapa e sostituirlo con un vero papa.
Dio ha permesso che diventasse abbastanza ovvio che Francesco è un eretico anticattolico. Se in futuro avessimo un altro papa veramente cattolico, sembra relativamente certo che dichiarerebbe che Francesco era un antipapa. Questo non risolve la questione di cosa possiamo fare riguardo alla situazione odierna, ma ci spinge almeno a considerare se è volontà di Dio che i nostri pastori rimasti fedeli prendano provvedimenti per difendere la Chiesa da Francesco.
Cosa si può fare concretamente?
Come molti altri, San Francesco di Sales scrisse che la Chiesa deve prendere provvedimenti anche se un papa perde automaticamente il suo ufficio a causa dell'eresia:
Ora, quando [il Papa] è esplicitamente un eretico, decade ipso facto dalla sua dignità e dalla Chiesa, e la Chiesa deve privarlo, o, come alcuni dicono, dichiararlo privato, della sua Sede Apostolica. (da Virgo Sacrata, con ampie citazioni sull'argomento)
Ciò solleva una domanda ovvia: come può la “Chiesa” intraprendere un’azione del genere quando normalmente dovrebbe essere il papa a guidare la Chiesa in tutte le questioni importanti?
Nel suo articolo del 2018 — La Chiesa può difendersi da Bergoglio? — Christopher Ferrara ha discusso la possibilità di un “concilio imperfetto”:
Quindi cosa si può fare per difendere la Chiesa da Bergoglio? Il fatto che il metodo di elezione papale da parte dei cardinali sia durato per quasi mille anni ha portato all'impressione generale che esso appartenga alla costituzione divina irreformabile della Chiesa, ma certamente non è così. Per quanto riguarda questioni di diritto puramente ecclesiastico come questa, la Chiesa ha sempre consentito deviazioni dalla pratica tradizionale in casi di emergenza o grave necessità. E proprio come, nel 1046, fu indetto un sinodo per affrontare tre rivali pretendenti al trono papale, dichiarandone almeno due deposti, così oggi potrebbe essere possibile per cardinali e vescovi riformisti, componenti un concilio imperfetto, annullare l'incalcolabile danno causato dalla mafia [qui - qui] che fece pressioni per l'elezione di Bergoglio prima dell'ultimo conclave, una cabala che includeva nientemeno che McCarrick, che Bergoglio ricompensò riabilitando quel mostro nonostante le massicce prove dei suoi crimini indicibili.
Pertanto, cardinali e vescovi riformisti (di cui si parlerà più avanti) dovrebbero riunirsi per (a) determinare se Francesco abbia perso il papato o non lo abbia mai posseduto e (b) in tal caso, rimuovere Francesco ed eleggere un vero papa.
Sebbene ci siano pochi precedenti affidabili per questo (a parte l'esempio citato dal Sig. Ferrara), e ad alcuni potrebbe apparire una risposta avventata alla crisi, la realtà è che convocare un concilio imperfetto era già un approccio ragionevole quando il Sig. Ferrara scrisse il suo articolo nel 2018. Da allora, abbiamo visto Francesco commettere così tanti crimini contro Dio e la Sua Chiesa che ora potrebbe essere il caso che lo scandalo Pachamama [qui] non sia più nella lista dei primi cinque reati. Anche se non avessimo mai sentito parlare della possibilità di un concilio imperfetto, la situazione si è deteriorata a tal punto che è del tutto ragionevole e naturale per i vescovi fedeli rimasti decidere di doversi riunire per discernere in preghiera la volontà di Dio riguardo al papato.
Chi parteciperebbe a un concilio imperfetto
Nel suo articolo del 2014 — Può la Chiesa deporre un papa eretico? — Robert Siscoe ha discusso la differenza tra un concilio perfetto e un concilio imperfetto, citando il cardinale Gajetano (1469-1534) su chi avrebbe partecipato a un concilio imperfetto:
Un concilio perfetto è quello in cui il corpo è unito al suo capo, e quindi è composto dai vescovi e dal papa. Questo è talvolta definito un concilio assolutamente perfetto. Un tale concilio ha l'autorità di definire dottrine ed emettere decreti che regolano la Chiesa universale. Un concilio imperfetto è quello che viene convocato "con quei membri che possono essere trovati quando la Chiesa è in una data condizione". Il cardinale Gaetano si riferisce a un concilio imperfetto come "un concilio perfetto secondo lo stato attuale della Chiesa" e ha spiegato che un tale concilio "può coinvolgersi con la Chiesa universale solo fino a un certo punto". A differenza di un concilio perfetto, non può definire dottrine o emettere decreti che regolano la Chiesa universale, ma possiede solo l'autorità di decidere la questione che ha reso necessaria la sua convocazione. Gaetano nota che ci sono solo due casi che giustificano la convocazione di un concilio imperfetto. Sono: "quando c'è un singolo papa eretico da deporre e quando ci sono diversi sommi pontefici dubbi". In casi eccezionali come questo, il concilio generale può essere convocato senza la volontà del Papa o addirittura contro di essa.
Sebbene l'ideale sarebbe che tutti i vescovi partecipassero a un concilio imperfetto, Gaetano sembra lasciare aperta la possibilità che non tutti i vescovi siano coinvolti, a seconda delle circostanze: un concilio imperfetto è quello che viene convocato “con quei membri che possono essere trovati quando la Chiesa è in una data condizione”. La “data condizione” della Chiesa oggi è che molti cardinali e vescovi sembrano aver perso la fede cattolica.
Tuttavia, per portare buoni frutti, i partecipanti a un tale concilio imperfetto dovrebbero essere cardinali e vescovi cattolici fedeli che cercano sinceramente di fare la volontà di Dio. Sarebbe controproducente chiedere a cardinali e vescovi eretici di rimuovere Francesco ed eleggere un altro papa: si rifiuterebbero quasi sicuramente di rimuovere Francesco e, se lo facessero, probabilmente lo sostituirebbero con qualcuno ancora peggiore. Quindi, poiché non ci si può aspettare che quei cardinali e vescovi che non sono cattolici (in virtù della loro eterodossia) partecipino a un concilio imperfetto, la questione diventa come identificare i cardinali e i vescovi che hanno ancora la fede.
Nel bene o nel male, l'occupazione ostile del papato da parte di Francesco è riuscita a causare una significativa separazione tra coloro che hanno la fede e coloro che seguono la rivoluzione anticattolica guidata da Roma. Se vogliamo una semplice cartina di tornasole, qualsiasi vescovo che non denunci il Sinodo sulla sinodalità, la Fiducia Supplicans o la visione eretica secondo cui Dio vuole positivamente le religioni non cattoliche, non ha più la vera fede cattolica e dovrebbe essere escluso dalla partecipazione a un concilio imperfetto. Per buona misura, coloro che convocano il concilio imperfetto potrebbero inoltre stabilire che la partecipazione sia limitata a quei cardinali e vescovi che presteranno il giuramento di San Pio X contro il modernismo [qui], che include un passaggio che denuncia efficacemente quasi ogni significativa espressione che sentiamo da Roma oggi:
Accolgo sinceramente la dottrina della Fede trasmessa fino a noi dagli Apostoli per mezzo dei Padri ortodossi, sempre nello stesso senso e nella stessa sentenza, e rigetto assolutamente la supposizione eretica dell’evoluzione dei dogmi da un significato all’altro, differente da quello che la Chiesa ha tenuto dall’inizio; e similmente condanno ogni errore che pretende di sostituire al deposito divino, affidato da Cristo alla Sposa perché fedelmente lo custodisse, un ritrovato filosofico o una creazione della coscienza umana, formatasi lentamente con sforzo umano e perfezionantesi nell’avvenire con progresso indefinito.
Coloro che possono sinceramente prestare il Giuramento contro il modernismo potrebbero ancora essere in disaccordo su punti chiave, ma il loro compito durante un concilio imperfetto sarebbe quello di chiedere a Dio di guidarli nell'elezione di un papa che possa risolvere i vari punti su cui oggi i fedeli cattolici sono in disaccordo.
Cosa succederebbe se i vescovi e i cardinali non riuscissero a trovare un accordo per rimuovere e sostituire Francesco?
La “Richiesta di dimissioni di Papa Francesco” del 2 maggio 2024 (menzionata sopra) ha riconosciuto la possibilità che i cardinali e i vescovi potrebbero potenzialmente non riuscire a rimuovere e sostituire Francesco:
Se Papa Francesco rifiutasse di dimettersi, il dovere dei vescovi e dei cardinali sarebbe procedere a dichiarare che ha perso l'ufficio papale per eresia. Se tale dichiarazione non potesse avvenire perché i vescovi e cardinali disposti a parlare dell'eresia di Francesco sono troppo pochi, i vescovi e cardinali fedeli dovrebbero formare un gruppo unito per avvertire pubblicamente i fedeli dei suoi crimini [più che crimini direi errori -ndT] ed eresie, dichiarare che il suo mandato dell'ufficio papale è dubbio a causa della sua eresia e ammonire i fedeli a non credere alle sue dichiarazioni o obbedire ai suoi ordini a meno che non sia chiaro per motivi indipendenti che queste dichiarazioni e ordini debbano essere rispettati.
Se, attraverso il processo di preghiera e di tentativo di discernimento della volontà di Dio, i cardinali e i vescovi concludessero di non poter tenere un concilio imperfetto senza frammentare gravemente i fedeli cattolici o altrimenti causare ulteriori danni, allora potrebbero almeno adottare misure per formare un gruppo unito contro gli errori provenienti da Roma sotto Francesco.
Questa determinazione a fare del loro meglio per cooperare con la grazia di Dio, anche nell'impossibilità di rimuovere un papa che cerca di distruggere la Chiesa, è coerente con la risposta di San Roberto Bellarmino ai protestanti che sostenevano che la Chiesa cattolica non avrebbe avuto rimedio se un papa avesse cercato di distruggerla:
Ma [i protestanti] diranno... la Chiesa è senza rimedio se ha un cattivo Papa, e il Papa può turbare ogni cosa impunemente, e distruggere e nessuno sarà in grado di resistere... Rispondo: Non c'è da stupirsi, se la Chiesa rimane senza un efficace rimedio umano, visto che la sua sicurezza non riposa principalmente sull'iniziativa umana, ma sulla protezione divina, poiché Dio è il suo re. Pertanto, anche se la Chiesa non potesse deporre un Papa, tuttavia, può e deve pregare il Signore che applichi il rimedio, ed è certo che Dio ha cura della sua sicurezza, che convertirebbe il Papa o lo toglierebbe di mezzo prima che distrugga la Chiesa. Tuttavia, da questo non consegue che non sia lecito resistere a un Papa che distrugge la Chiesa; perché è lecito ammonirlo mentre conserva ogni riverenza, e correggerlo con garbo, persino opporsi a lui con la forza e le armi se intende distruggere la Chiesa. ( De Controversiis, Sulla Chiesa: Sui concili, Sulla Chiesa militante, Sui caratteri della Chiesa, p. 220)
Se, dopo aver tentato di discernere in preghiera la volontà di Dio, i cardinali e i vescovi determinino che non possono effettivamente rimuovere e sostituire Francesco, essi "possono e devono implorare il Signore che applichi il rimedio". Nel frattempo, dovrebbero resistere a Francesco e a tutti gli altri che cercano di distruggere la Chiesa.
Non sappiamo come Dio risolverà la passione in corso del Corpo Mistico di Cristo, ma possiamo confidare che Egli ricompenserà i nostri sforzi per cercare di difendere la Sua Chiesa e la Fede che ci ha dato. Se non è Sua volontà rimuovere e sostituire Francesco attraverso un concilio imperfetto, non accadrà, ma quei vescovi fedeli che cercassero sinceramente di fare la volontà di Dio nel considerare tale opzione, compiacerebbero comunque Dio e otterrebbero grazie per la Chiesa. Ma se è volontà di Dio che cardinali e vescovi rimuovano e sostituiscano Francesco attraverso un concilio imperfetto, allora sembra che sia giunto il giorno in cui i fedeli pastori rimasti si facciano strumenti della volontà di Dio, almeno intraprendendo i primi passi lungo quella strada.
Cuore Immacolato di Maria, prega per noi! Santa Caterina da Siena, prega per noi!
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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26 commenti:
Attenzione, attenzione !
Dal momento che Bergoglio potrebbe non essere mai stato Papa, rimuovendolo come Papa si farebbe un grosso favore a chi lui -come Papa- ha messo in condizione di essere prossimamente Papa.
Questa manovra di matrice "legittimista" non andrebbe a favore della vera Chiesa, ma di quella falsa che ha usato Bergoglio più di quanto Bergoglio abbia abusato della Chiesa!
La via maestra è una sola: quella di stabilire l'eventuale illegittimità di Bergoglio/Francesco essendo all'epoca Benedetto XVI vivente e non abdicatario.
Essendo morto il 31/12/2022 i cardinali che ne hanno diritto (solamente i pre 2013) devono annunciare la morte del Pontefice e indire un conclave che riguarderà solo gli aventi diritto tra i cardinali.
Bergoglio non va giudicato in quanto scismatico o eretico: non va proprio giudicato come Papa perché non è mai stato Papa.
Chi ha trescato fin dal 2005 è riuscito a impossessarsi del Sacro Soglio nel 2013, ma è stato impallinato dalla sapienza di Benedetto XVI, o meglio della Santa Chiesa, Corpo Mistico e Sposa di Cristo, con il suo diritto canonico.
Questi loschi figuri hanno moltiplicato la loro genia con le nomine cardinalizie post 2013. Non aspettiamoci migliorie se saranno costoro a scegliere come rimuovere il loro burattino, sapientemente pilotato dal 2005 a oggi. Talmente in loro potere da non poter celebrare la Santa Messa da un paio d'anni (più o meno in coincidenza con la dipartita del Card. Sodano, esperto di Sudamerica fin dagli anni sessanta e grosso problema politico di tutto il pontificato di Benedetto XVI e già prima con Giovanni Paolo II nella fase in cui era meno forte fisicamente). Il cardinal Lajolo, fidato vassallo di Sodano, contribuì a far rimuovere Mons. Viganò da Roma nel 2011.
Quindi occhio a chi e come rimuove chi.
Intelligenti pauca.
Pienamente concorde, che l'accidia abbia fine e venga posto fine a chi distrugge la Chiesa di Cristo. Dio lo vuole. Le anime ne hanno diritto. Un conclave in fondo è un concilio imperfetto, e quindi ci si convochi tra quei pochi Prelati fedeli, si preghi e si discerna, e si faccia, magari eleggendo un vero Papa, dopo aver dichiarato mai Papa l'attuale, o auto-deposto, per eresia pertinace pubblica, da tempo, almeno dalle pachamame ma anche ben da prima. O si dia fiato alle trombe contro gli errori pubblicamente ed universalmente , il che ritengo più difficile della prima via. Ma lo Spirito Santo non mancherà di dare il Suo consiglio.
il 20 novembre 1947 Pio XII promulgava l'enciclica "Mediator Dei" contro gli innovatori del movimento liturgico, precursori del "rito ordinario" della riforma liturgica modernista.
L'obbedienza nella Chiesa non è cieca o incondizionata, ma ha dei limiti.
Laddove c'è peccato, mortale o meno, non abbiamo semplicemente il diritto, ma il dovere di disobbedire. Ciò si applica anche alle circostanze in cui si è comandato di fare qualcosa di dannoso per l'integrità della fede cattolica o per la sacralità della liturgia. La storia ha dimostrato che un vescovo, una conferenza episcopale, un concilio o persino un papa hanno pronunciato errori nel loro magistero non infallibile. Cosa dovrebbero fare i fedeli in tali circostanze? Nelle sue varie opere, san Tommaso d'Aquino insegna che, laddove la fede è a rischio, è lecito, persino opportuno, resistere pubblicamente a una decisione papale, come fece san Paolo con san Pietro, il primo papa. Infatti, "san Paolo, che era soggetto a san Pietro, lo rimproverò pubblicamente a causa di un imminente rischio di scandalo in materia di fede. E sant'Agostino commentava: «Anche san Pietro diede l'esempio perché coloro che governavano, ma talvolta si allontanavano dalla retta via, non rifiutassero come impropria la correzione, anche se proveniente dai loro sudditi» (ad Galati 2, 14)» (Summa theologica, II-II, q. 33, a. 4, ad 2) .
La resistenza di san Paolo si manifestò come una correzione pubblica di san Pietro, il primo papa. San Tommaso dedica un'intera questione alla correzione fraterna nella Summa. La correzione fraterna può essere rivolta anche dai sudditi ai loro superiori, e dai laici contro i prelati. "Poiché però un atto virtuoso deve essere moderato dalle dovute circostanze, ne consegue che quando un suddito corregge il suo superiore, deve farlo in modo conveniente, non con impudenza e durezza, ma con dolcezza e rispetto" (Summa theologica, II-II, q. 33, a. 4, ad 3) . Se c'è un pericolo per la fede, i sudditi sono tenuti a rimproverare i loro prelati, compreso il papa, anche pubblicamente: "Perciò, a causa del rischio di scandalo nella fede, Paolo, che era in realtà suddito di Pietro, lo rimproverò pubblicamente" (ibidem).
Vescovo Athanasius Schneider
Speriamo di no! Non è il caso di commettere imprudenze, si creerebbe un precedente! Fra qualche tempo ci penserà la biologia.
"Chi ha trescato fin dal 2005 è riuscito a impossessarsi del Sacro Soglio nel 2013, ma è stato impallinato dalla sapienza di Benedetto XVI,"
Non capisco il senso di questa frase. A cosa ci si riferisce? In che senso sarebbe stato "impallinato"?
Roberto
La biologia noñ ha nulla da spartire col messaggio evangelico.
Il cristiano ha il dovere di proclamare la verita' e la giustizia . Deve quindi contestare l'errore.
Come se questo risolvesse qualcosa! Ma anche Lei è convinto che prima di Bergoglio tutto andasse bene e che dopo Bergoglio tutto ritornerà in ordine?
Roberto
"Che sia questa la soluzione per i nostri tempi?" Forse sarebbe più semplice dare un'occhiata, e magari obbedire a quanto la Chiesa ha stabilito per l'occasione, al Codice di diritto canonico e alla Universi Domini Gregis. Tutto sarebbe risolto.
L'articolo qui sopra esamina la possibilità su cui lei lancia l'allarme, se legge.
Il problema principale puó diventare individuare i Vescovi cattolici e convocarli .... potrebbe farlo mons. Viganó? O mons. Burke? O entrambi con alcuni altri .
Per Roberto
Un pentagramma, la declaratio:
vi trova posto ogni sua nota
occupando lo giusto spazio.
Musica ugual da ognun udita
come il criceto sulla ruota.
o com'aquila che voli ardita.
Bravo Roberto, Anonimo 16:30 : quando leggo parole come le sue ( " ma lei crede che prima di Bergoglio andasse tutto bene'?) mi si inonda di gioia il cuore, rendo grazie al Signore che illumina le menti e riscalda i cuori. Riconfermo di non accettare niente, ma proprio niente, oggi, dopo papa Pacelli, Pastor Angelicus. Come confessa mons Viganò, anch' io all'epoca, ( giocane idealista pieno di gioia per la Chiesa) non pensavo che volessero distruggerla dall' interno, anzi, umanamente Roncalli mi era anche simpatico ( Montini purtroppo no, troppi triste), Luciani mi inteneriva, Wojtyla mi entusiasmava, con il suo carisma da capopopolo; arrivato all'età della pensione, con tutto il tempo libero cadutomi addosso allimprovviso, ho potuto dedicarmi allo studio della storia revente della Chiesa, dei suoi papi, dei suoi " influencer", di San Pio X,...e mi si è aperto una specie di vaso di Pandora, mi è caduto un velo dagli occhi, per così dire...e adesso non potrei più tornare indietro, tradirei me stesso, la mia coscienza ( avamposto del Signore nell' anima) se lo facessi. Mons. Viganò ha scritto le stesse cose, in questi stessi termini, e ciò mi conforta oltre ogni aspettativa.
LO STRANO CASO DEL PREDICATORE PONTIFICIO
La nomina del cappuccino P. Roberto Pasolini alla carica di Predicatore della Casa Pontificia, ha sollevato un polverone a livello mondiale, per le sue posizioni benevoli nei confronti della pratica omosessuale, a volte confinando nella bestemmia. Abbiamo un Vaticano sempre più “arcobaleno”?
Francesco ha cambiato il rito funebre papale
Francesco ha riformato il rito funebre del Romano Pontefice. Il quotidiano vaticano L'Osservatore Romano ha spiegato che "il rito rinnovato era necessario per sottolineare ancora di più che il funerale del Romano Pontefice è quello di un pastore e discepolo di Cristo, e non di una persona potente di questo mondo".
Francesco ha approvato il libro liturgico aggiornato già in aprile, ma non è stato pubblicato fino ad ora.
I cambiamenti includono:
L'accertamento della morte non avverrà più nella stanza del defunto, ma nella cappella.
Viene eliminato il requisito che prevede che il Papa sia collocato su una bara rialzata nella Basilica di San Pietro per essere visto dal pubblico. Il corpo può essere visto in una semplice bara aperta.
La tradizione della sepoltura in tre bare di cipresso, piombo e quercia viene abolita.
https://gloria.tv/post/gWiu6dmJKLDQ4xXbURTkFP9Ae
Dalla UNIVERSI DOMINICI GREGIS:
81. I Cardinali elettori si astengano, inoltre, da ogni forma di patteggiamenti, accordi, promesse od altri impegni di qualsiasi genere, che li possano costringere a dare o a negare il voto ad uno o ad alcuni. Se ciò in realtà fosse fatto, sia pure sotto giuramento, decreto che tale impegno sia nullo e invalido e che nessuno sia tenuto ad osservarlo; e fin d'ora commino la scomunica latae sententiae ai trasgressori di tale divieto. Non intendo, tuttavia, proibire che durante la Sede Vacante ci possano essere scambi di idee circa l'elezione.
82. Parimenti, vieto ai Cardinali di fare, prima dell'elezione, capitolazioni, ossia di prendere impegni di comune accordo, obbligandosi ad attuarli nel caso che uno di loro sia elevato al Pontificato. Anche queste promesse, qualora in realtà fossero fatte, sia pure sotto giuramento, le dichiaro nulle e invalide.
Scambi di idee si, patteggiamento, accordi, premesse no. Pena la scomunica latae sententiae. La domanda è: un papa eletto da cardinali scomunicati è valido?
Come si dimostra che eventuali accordi sul futuro papa altro non erano che semplici "scambi di idee"?
Bisogna poi notare che la scomunica latae sententiae è prevista solo nel caso dell'art. 82, se riportato per intero. Tale articolo considera la capitolazione, ossia un impegno comune di un gruppo di cardinali con l'obbligo di attuarlo se uno di loro viene eletto papa. La norma dichiara "nulli e invalidi" tali accordi ma non infligge la scomunica, se è riportata per intero. Questa norma sembra voler tutelare la libertà d'azione del neo-eletto, svincolandolo da un certo tipo di impegni in comune presi prima del voto, dichiarati nulli e invalidi.
Dimostrare l'invalidità dell'elezione di Bergoglio è difficile, praticamente impossibile. Manca anche una qualsiasi dimostrazione dell'invalidità delle dimissioni di Benedetto XVI. Le aveva già anticipate da circa un anno in segreto a chi di dovere (l'ha detto mons. Gaenswein), ha aperto formalmente la sede vacante, ha sempre detto di aver agito in piena libertà di coscienza. Quali che fossero i motivi effettivi del dimettersi, se diversi da quelli ufficialmente dichiarati, è circostanza che non incide sulla validità delle dimissioni stesse. Ciò che conta è l'esistenza di una volontà consapevole e libera di dimettersi + una procedura corretta dell'atto delle dimissioni.
La confusione nasce probabilmente dalla figura insolita e persino bizzarra del Papa Emerito, cioè di un papa espressamente solo spirituale, simbolico, da pensionato che continua a pregare per il bene della Chiesa. Si tratta di un papato posticcio, quanto alla sua effettiva realtà di organo previsto per il governo effettivo della Chiesa ("pasci la mie pecore" ossia governale).
Bergoglio va messo sotto accusa per i suoi gravi e perduranti errori, nei quali mostra di voler perseverare, sordo ad ogni anche minima critica. L'ipotesi del cardinal Gaetano è interessante e andrebbe presa in considerazione.
A causa della sacralità dell'istituzione, molti ritengono che il papato sia un sacramento. Ma non lo è. Il papa non viene consacrato Papa, viene semplicemente eletto. Acquista il suo potere su tutta la Chiesa per diritto divino, perché così è stato con san Pietro ad opera del Cristo risorto - ma può rinunciare a questo potere e può anche esserne cacciato, se indegno, sia pure solo in teoria e, almeno per ora, non in pratica.
Un concistoro di cardinali che si autoconvocasse, in numero forzatamente ridotto, come "pars sanior" per censurare i cattivi insegnamenti di un papa, minacciando di dichiararlo decaduto se non li rinnega, sarebbe illegittimo quanto alla sua convocazione ma la sua documentata censura dovrebbe ritenersi canonicamente valida in quanto proveniente dall'organo istituzionalmente preposto alla scelta del papa.
T.
L articolo intero è semplicemente una farneticazione, nulla di più.
Papà Francesco di certo ha avuto un Pontificato pieno di problemi, ma da qua a definirlo un pericoloso eretico, un servo di Satana, un anti-Papa e cose del genere, è semplicemente agghiacciante, soprattutto se a fare certi commenti violenti e aggressivi sono persone che si definiscono 'cattolici'.
La galassia Tradizionalista purtroppo è piena di complottisti superbi e vanagloriosi che sparano a zero su tutto, credendo di essere una specie di categoria di eletti che hanno capito rutto e gli altri non hanno capito una mazza.
Questo blog è pieno zeppo di lefevbriani (SCISMATICI !), di sedevacantisti o di benevacantisti, gente che si permette anche di contestare la canonizzazione degli ultimi Papi, come se la loro parola valesse di più di quella della Chiesa.
Voi "Trad" siete i moderni farisei, vi credete speciali e intelligenti ma siete solo dei temerari che "stendono con violenza la mano" (la lingua !) contro il Consacrato del Signore (Papa Francesco).
Lontanissimi dagli esempi di grandi santi come San Davide(Saul lo voleva morto e lo perseguitata,ma lui comunque lo rispettava e con Carità lo ricordava davanti al Signore) e santa caterina( che diceva che il Papa andava rispettato e riverito anche se fosse un demonio).
Dovreste pregare per Papa Francesco, invece lo insultate e delegittimare tutti i santi giorni, lontani da qualsivoglia carità, ma allo stesso tempo esaltate e insensate disobbedienti e scomunicati come Lefevbre e Viganò.
Fazioni, divisioni, callunie, insulti,atteggiamento aggressivo nei confronti di un vostro superiore nei confronti del quale dovreste essere docili e rispettosi.
Di tutto ciò dovrete rendere conto al Signore, altro che stare lì a farneticare sull illegittimità di Papa Francesco o di un Concilio per deporlo.
E vediamo se i moderatori avranno il coraggio di far pubblicare questo mio commento contro corrente rispetto alla media di questo blog.....
Per evitare ogni contaminazione bisognerebbe chiamare a raccolta i superstiti del conclave del 2005.
m.a.
Lo pubblico solo per dimostrare l'ignorante non cattolicità della nuova generazione frutto di una chiesa riformata peggio che dopo Lutero...
Sono d’accordo con quel che è stato scritto ieri alle ore 16,30 “Ma anche Lei è convinto che prima di Bergoglio tutto andasse bene”.
Amore e simpatia a parte nei confronti di BXVI, un grandissimo studioso incapace però di governare, dobbiamo obiettivamente constatare che egli ha compiuto l’atto più modernista e più rivoluzionario: rassegnare le dimissioni da Papa!
Un gesto talmente “in spirito” con gli avanguardisti post conciliari che per attutire le critiche delle sue “vedove” ha pensato di continuare a vestire di bianco ed a vergare con il simbolo pontificale PP le proprie lettere non più ponticie.
Uno sussulto di dignità il dimissionario BXVI lo ebbe in occasione della vergognosa faccenda, seguita da relativo scambio epistolare iniziato il 7 febbraio 2018, con mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede.
La scoperta dello schifoso danno contro Ratzinger/BXVI, con la manipolazione di alcuni suoi scritti, che avevano violato gli standard del settore del fotogiornalismo, ha portato bene, a lunga scadenza, ad uno del “gruppo” che fra pochi giorni infatti riceverà la suprema onorificenza ecclesiale di color rosso…
A modest proposal
Invece che discutere su castelli di ipotesi, perché i Prelati anti-Francesco non resistono "in faciem" alle autorità corrotte, praticando la disobbedienza virtuosa, fondando seminari seri e dando alternative reali ai fedeli rispetto alle strutture ordinarie?
La rivoluzione conciliare non si combatte idealisticamente, come il bosco di Berkeley che scompare quando nessuno ci pensa, ma nella realtà e nella pratica.
Non ha nessun senso incaponirsi a dirimere la questione Papa/non Papa (sfogliate una margherita piuttosto), ma ha senso che vescovi e sacerdoti escano allo scoperto e resistano pubblicamente.
Tutto molto semplice. Il resto ce lo dirà la Chiesa in futuro.
Eptapodus
A T. 1) La mafia di san Gallo è un vero complotto, una congiura testimoniata dal segretario B XVI e dal card. Dannels. Nessun scambio di idee. L'art. 82 ribadisce quanto già nell'art.81 UG dove tuttavia si precisa la scomunica a chi è costretto a dare/negare voti a chi fa parte di un gruppo eversivo, cioè la scomunica alla mafia s Gallo.Infatti è stato testimoniato che spostarono i loro voti su Ratzinger in toto dopo aver consultato lo stesso. 2) Dichiarazione di rinuncia al ministerium . Manca la rinuncia al Munus e resta Papa emerito cioè meritorio. Ne ha parlato prima? Un errore preannunciato non lo sana.Ha agito in libera coscienza? Sì ma in una situazione di non libertà, che ne annulla l'atto. Ha aperto formalmente la sede vacante? Non è detto. Da latinista ferratissimo qual 'era e dopo aver esaminato a lungo la declaratio perchè non ci fossero errori..e gli errori apparentemente ci sono. Ha aperto la sede vacante per il momento della sua morte? Dai cardinali a cui spetta ció... I motivi che lo hanno portato lì sono invece determinanti pure per la validità.3) Il Papato non è un Sacramento? Certo non sono gli elettori a dare il Papato, ma lo designano soltanto. Tanto che assume il Papato solo nel momento in cui ne abbia i requisiti ( sia Vescovo se non lo era).Il Munus è dato da Dio e quindi è Sacro certamente. Se un Papa possa rinunciare peraltro non è dogma per cui è dibattuta la questione ancora. 4)Nel nostro caso un concilio o conclave non sarebbe illegittimo ma imperfetto come chiarisce l'articolo qui sopra, quindi pienamente legittimo.
Sono basito! Per anni, su questo blog, ogni ipotesi sull'illegittimità dell'elezione di Bergoglio è stata chirurgicamente e pertinacemente silenziata, e la preghiera per la conversione del "Santo Padre" è stata l'unica azione esplicitamente o implicitamente consigliata per la salvezza della Chiesa.
Ora vedo invece che la questione è stata sdoganata, segno che la verità comincia a farsi strada... Meglio tardi che mai!
Sono completamente d'accordo con l'intervento di Tralcio.
Sembra di combattere contro i mulini a vento nel senso di dover ripetere sempre le stesse cose.
Alle deliranti accuse o meglio agli insulti scriteriati dell'anonimo ammiratore di Bergoglio non vale la pena di rispondere. Mic ha fatto comunque bene a pubblicarlo, il suo commento, così ci rendiamo conto dell'atmosera d'odio insensato che circonda i cattolici rimasti fedeli alla Tradizione della Chiesa e soprattutto quelli tra loro che cercano di combattere come possono la metastasi dottrinale e pastorale che nella Chiesa imperversa dal VAticano II in poi.
Su di un altro piano, nemmeno serve ribattere per l'ennesima volta che gli argomenti a favore dell'invalidità delle dimissioni di Benedetto XVI restano sempre deboli.
Bisogna attaccare Bergoglio sul piano dottrinale, là dove fa i maggiori danni per le anime. I mezzi concreti per costringere papa Francesco ad abiurare i suoi errori o ad andarsene restano aleatori. Ma l'articolo comunque consiglia anche l'ipotesi di costituire un gruppo (ecclesiastico) di pressione, cosiddetto, che agisca pubblicamente almeno allertando i fedeli e i sacerdoti sugli errori perseguiti da questo papa. Finora questo gruppo non c'è. Ci sono critiche di alcuni, che restano però isolate (mons. Viganò, mons. Strickland, mons. Schneider, qualche altro + alcuni cardinali in modo piuttosto sfumato).
Mi chiedo quale sarebbe stata la reazione pubblica di un mons. Marcel Lefebvre di fronte alla evidente omofilia di papa Francesco, a questo suo lodare continuo i prelati e le suore propagandisti del peccato contro natura, all'essersi preso come predicatore un frate che cerca di falsificare apertamente la Scrittura in senso sodomitico. Per tacere delle altre tare dottrinali rivelate da papa Francesco, dalla comunione possibile ai divorziati risposati e conviventi (a ben vedere, una cosa veramente diabolica), alle benedizioni alle "coppie" omo, al latitudinarismo che mette tutte le religioni sullo stesso piano etc.
Va comunque condannata l'immagine postiva di Ratzinger che continua a prevalere presso i tradizionalisti, quale "illustre studioso ma incapace di governare". Come uomo di governo non era un gran che ma anche come studioso non era affatto quel "grande" che si vuol far credere. In che senso lo dico? Grande cultura, certamente, anche se non priva di lacune (non ha mai amato san Tommaso, e l'ha pure detto - si è formato soprattutto sul pensiero esistenzialista, su pensatori eterodossi come l'ebreo Martin Buber, sui "nuovi teologi"). Ma un'evidente inclinazione ad interpretazioni personali del dogma, pericolose per la fede.
Alcuni esempi: - ha recepito l'idea bislacca ed errata di de Lubac di una salvezza collettiva perché quella individuale sarebbe "egoistica" - ha cercato di sostenere che la missione di Israele non è venuta meno, ripudiando di fatto la "teologia della sostituzione", visto che il vero Israele, in senso del tutto spirituale, deve considerarsi la Chiesa, Corpo mistico di Cristo; esso prende il posto della Sinagoga e del Tempio - ha seguito GP II nella sua divinizzazione dell'uomo, sulla base di GS 22.2, uno degli articoli più eretici dell'intero Vaticano II - ha manifestato la sua ammirazione per Teilhard de Chardin, gesuita via di testa che voleva conciliare Cristo e Darwin - sui Novissimi non è che si sia espresso con la necessaria chiarezza (p.e. ha messo il ricco Epulone della famosa parabola in Purgatorio, quando è sempre stato considerato, dai Padri in poi, all'Inferno - ha cercato di attenuare il significato propiziatorio della Croce, volendo vederla solo come "atto d'Amore" di Cristo nei confronti dell'uomo - perché, ha scritto, Dio non può volere il sangue, l'orribile sacrificio del Figlio nei tormenti, quando invece proprio questo voleva Dio onnipotente - la testimonianza di chi faceva la Sua volontà sino a sacrificare la sua vita nei tormenti dei persecutori....).
Si potrebbe continuare.
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Su LifeSiteNews c'è un interessane articolo di un saggista americano che demolisce la tesi della supposta invalidità delle dimissioni di Benedetto XVI. Tra l'altro, testi ufficiali alla mano, dimostra che i termini munus, ministerium, officium sono stati spesso usati in modo equivalente, come sinonimi, cosa che si era pur ricordata qualche volta nei commenti su questo blog a proposito delle dimissioni di Ratzinger da papa.
L ' elasticità della terminologia usata nel linguaggio ufficiale della Chiesa era in passato cosa ben nota.
Se Mic ne ha la possibilità sarebbe credo molto utile far tradurre l'articolo.
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