Qui - qui - qui i precedenti più recenti. Qui - qui mie considerazioni sull'ambiguità delle affermazioni di Benedetto XVI e conseguenze. Qui l'indice degli articoli sui 'due papi' a partire dal 2013.
Il papato “scomposto” / Emeritus, Munus, Ministerium
Mons. Carlo Maria Viganò
La saga infinita sulla Rinunzia di Benedetto XVI continua ad alimentare una narrazione delle vicende cui abbiamo assistito nell’ultimo decennio sempre più ardita e surreale. Teorie inconsistenti e non suffragate da alcuna prova hanno fatto presa su tantissimi fedeli ed anche su sacerdoti, aumentando la confusione e il disorientamento. Ma se ciò è stato possibile, è in buona parte anche dovuto a chi, conoscendo la verità, nondimeno la teme per le conseguenze che essa, una volta svelata, potrebbe avere. Vi è infatti chi ritiene preferibile tenere insieme un castello di menzogne e inganni, piuttosto di dover mettere in discussione un passato di connivenze, silenzi e complicità.
Lo scambio epistolare
Nel corso di un incontro all’Hotel Renaissance Mediterraneo di Napoli con i Cattolici del locale Cœtus fidelium tenutosi lo scorso 22 Novembre, mons. Nicola Bux ha accennato ad uno scambio epistolare con il “Papa emerito Benedetto XVI”, risalente all’estate del 2014, che costituirebbe la smentita delle teorie sulla invalidità della Rinunzia. Il contenuto di queste lettere – la prima, di mons. Bux, del 19 Luglio 2014 (tre pagine) e la seconda, di Benedetto XVI, del 21 Agosto successivo (due pagine) – non è stato diffuso dieci anni fa, come sarebbe stato più che auspicabile, ma solo oggi se ne è appena accennata l’esistenza. Si dà il caso che io sia al corrente tanto di questo scambio epistolare quanto del suo contenuto.
Per quale motivo mons. Bux decise di non divulgare tempestivamente la risposta di Benedetto XVI quand’era ancora vivo e in grado di confermarla e circostanziarla, e invece di rivelarne soltanto l’esistenza, senza svelarne il contenuto, a quasi due anni dalla sua morte? Perché nascondere alla Chiesa e al mondo questa autorevole e importantissima dichiarazione?
La rivoluzione permanente
Per rispondere a questi legittimi interrogativi occorre mettere da parte la finzione mediatica. Occorre anzitutto comprendere che la visione antitetica di un Ratzinger “santo subito” e di un Bergoglio “brutto e cattivo” fa comodo a tanti. Questa impostazione semplicistica, artefatta e falsa, evita di affrontare il cuore del problema, ossia la perfetta coerenza di azione dei “papi conciliari” da Giovanni XXIII e Paolo VI al sedicente Francesco, ivi compresi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. I fini sono gli stessi, anche se perseguiti con modalità e linguaggio differenti. L’immagine di un anziano, elegante e fine teologo, in pianeta romana e calzari rossi, che riconosce cittadinanza al Rito tridentino e di un intemperante eresiarca globalista che non celebra la Messa e vanifica Summorum Pontificum, mentre promulga la liturgia maya con femmine turificanti, rientra in quell’operazione di polarizzazione forzata che abbiamo visto adottata anche nella sfera civile, dove un analogo progetto eversivo è stato condotto a termine favorendo da una parte le forze ultra-progressiste e dall’altro tenendo buone le voci del dissenso.
In realtà, Ratzinger e Bergoglio – ed è proprio questo che i conservatori non vogliono riconoscere – costituiscono due momenti di un processo rivoluzionario che contempla fasi alterne e solo apparentemente contrapposte, seguendo la dialettica hegeliana di tesi, antitesi e sintesi. Un processo che non inizia con Ratzinger e non finirà con Bergoglio, ma che rimonta a Roncalli e sembra destinato a protrarsi finché la deep church continuerà a sostituirsi alla Gerarchia Cattolica usurpandone l’autorità.
Nella visione ratzingeriana, la tesi del Vetus Ordo e l’antitesi del Novus Ordo si compongono nella sintesi di Summorum Pontificum, grazie all’escamotage di un unico rito in due forme. Ma questa “coesistenza pacifica” è il prodotto dell’idealismo tedesco; ed è falsa perché si fonda sulla negazione dell’incompatibilità tra due modi di concepire la Chiesa, uno sancito da duemila anni di Cattolicità, l’altro impostosi con il Concilio Vaticano II grazie all’operato di eretici fino ad allora condannati dai Romani Pontefici.
La “ridefinizione” del papato
Ritroviamo lo stesso modus operandi nella volontà espressa prima da Paolo VI, poi da Giovanni Paolo II e infine da Benedetto XVI di “ridefinire” il Papato in chiave collegiale ed ecumenica, ad mentem Concilii, laddove la divina istituzione della Chiesa e del Papato (tesi) e le istanze ereticali dei neomodernisti e delle sette acattoliche (antitesi) si compongono nella sintesi di una ridefinizione del Papato in chiave ecumenica, prospettata dall’enciclica Ut unum sint promulgata da Giovanni Paolo II nel 1995 e più recentemente formulata nel Documento di Studio del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani dello scorso 13 Giugno: Il Vescovo di Roma. Primato e sinodalità nei dialoghi ecumenici e nelle risposte all’enciclica ‘Ut unum sint’. Non stupirà apprendere – come mi confidò il Card. Walter Brandmüller nel gennaio del 2020 rispondendo ad una mia precisa domanda – che il Prof. Joseph Ratzinger elaborava la teoria del Papato emerito e collegiale con il collega Karl Rahner, negli anni Settanta quando entrambi erano “giovani teologi”.
Nel corso di una conversazione telefonica che ebbi nel 2020, una fidatissima assistente di Benedetto XVI mi confermò l’intenzione del Papa – più volte reiterata alla stessa – di ritirarsi a vita privata nella sua dimora bavarese, senza mantenere né il nome apostolico né le vesti papali. Ma questa eventualità era considerata come inopportuna per coloro che avrebbero perso il proprio potere in Vaticano, specialmente nei confronti di quei conservatori che avevano in Benedetto XVI il proprio riferimento e ne avevano mitizzata la figura.
Non sappiamo con certezza se la soluzione teorizzata con Rahner dal giovane Ratzinger fosse ancora contemplata dall’anziano Pontefice, né se il Papato emerito sia stato “riesumato” da chi voleva tenere Benedetto in Vaticano, anche avvalendosi delle pressioni esterne sulla Santa Sede che si erano concretizzate con la sospensione del Vaticano dal sistema SWIFT, ripristinato significativamente subito dopo l’annuncio della Rinunzia. Di fatto la Rinunzia ha creato un’immensa confusione nel corpo ecclesiale e ha consegnato la Sede di Pietro al suo demolitore, il che vede comunque coinvolto Joseph Ratzinger.
Benedetto ricorse quindi all’invenzione del “Papato emerito”, cercando, in violazione della prassi canonica, di tenere in vita l’immagine del “fine teologo” e del defensor Traditionis che il suo entourage aveva costruito. Peraltro, un’analisi delle vicende che riguardano l’epilogo del suo Pontificato è estremamente complessa sia in ragione delle peculiarità intellettuali e caratteriali di Ratzinger, sia per l’opacità dell’azione dei suoi collaboratori e della Curia, sia infine per l’assoluto ἅπαξ della Rinunzia, così come effettuata da Benedetto XVI, una modalità del tutto inedita mai prima verificatasi nella storia del Papato.
D’altra parte, questa parentesi di mozzette e camauri doveva eclissarsi con il passaggio delle consegne al già designato Arcivescovo di Buenos Aires, candidato dalla Mafia di San Gallo a prendere il suo posto sin dal Conclave del 2005. Il ruolo di Benedetto XVI come Emerito ha avuto la funzione di affiancare una sorta di Papato conservatore (munus) che vigilasse sul Papato progressista di Bergoglio (ministerium), in modo da tenere insieme la componente moderatamente conservatrice ratzingeriana e quella violentemente progressista bergogliana, favorendo la percezione di una continuità tra il “papa emerito” e il “papa regnante”.
In sostanza, si è trovato il modo di mantenere Benedetto in Vaticano, per far sì che la sua presenza entro le Mura Leonine apparisse come una forma di approvazione di Bergoglio e delle aberrazioni del suo “pontificato”. Dal canto suo, l’Argentino ha visto in questo monstrum canonico – perché tale è il “Papato emerito” – uno strumento di destrutturazione del Papato in chiave conciliare, sinodale ed ecumenica; la qual cosa, come sappiamo, era condivisa dallo stesso Benedetto XVI.
Il “Monstrum” canonico del papato emerito
Va detto che anche l’istituto dell’Episcopato emerito è un monstrum canonico, perché con esso il Vescovo diocesano si vede “congelare” la giurisdizione su base anagrafica (al raggiungimento del 75° anno di età), contro la prassi plurisecolare della Chiesa. L’emeritato, facendo venir meno nei Vescovi la coscienza di essere Successori degli Apostoli, ha avuto come immediata conseguenza anche una totale deresponsabilizzazione, relegandoli al ruolo di meri funzionari e burocrati. Anche l’istituzionalizzazione delle Conferenze Episcopali come organismi di governo che interferiscono ed ostacolano l’esercizio della potestas dei singoli Vescovi, ha certamente costituito un attentato alla divina costituzione della Chiesa Cattolica e alla sua Apostolicità.
L’Episcopato emerito, introdotto subito dopo il Concilio nel 1966 con il Motu Proprio Ecclesiæ Sanctæ e poi acquisito dal Codice di Diritto Canonico del 1983 (can. 402, § 1), rivela una significativa coerenza con Ingravescentem ætatem del 1970, che priva i Cardinali settantacinquenni delle loro funzioni di Curia e quelli ottantenni del diritto di eleggere il Papa in Conclave. Al di là della formulazione giuridica di queste leggi ecclesiastiche, se ne comprende la mens solo in un’ottica di deliberata esclusione dei Vescovi e dei Cardinali anziani dalla vita della Chiesa, volta a favorire il “ricambio generazionale” – un vero e proprio reset della Gerarchia Cattolica – con Prelati ideologicamente più vicini alle nuove istanze promosse dal Vaticano II. Questa epurazione artificiale della compagine più anziana dell’Episcopato e del Collegio Cardinalizio – e dunque presumibilmente meno incline alle innovazioni – ha finito per falsare gli equilibri interni alla Gerarchia, secondo un’impostazione mondana e secolare già ampiamente adottata in ambito civile. E quando, sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II, le cosiddette “vedove Montini” – ossia i Cardinali che negli anni Ottanta avevano raggiunto i limiti di età – chiesero la revoca di Ingravescentem ætatem per non essere escluse dal Conclave, divenne evidente che anche i progressisti degli anni Settanta erano ormai destinati a loro volta a finire vittime della norma che avevano invocato per altri: Et incidit in foveam quam fecit (Ps 7, 16).
Non sfuggirà che, in un’ottica di “ridefinizione” del Papato in chiave sinodale, laddove il Vescovo di Roma sia considerato primus inter pares, l’istituzione dell’Episcopato emerito e le norme che limitano l’esercizio dell’Episcopato e del Cardinalato al raggiungimento di una certa età, costituiscono la premessa all’istituzionalizzazione del Papato emerito e alla giubilazione del Papa anziano.
Il falso problema di Munus e Ministerium
Dalla tesi del Papato (sono Papa) in conflitto con l’antitesi della Rinunzia (non sono più Papa) risulta un concetto in continuo divenire – come il divenire è l’assoluto per Hegel – ovverosia la sintesi del Papato emerito (sono ancora Papa ma non faccio più il Papa). Non si trascuri questo aspetto filosofico del pensiero di Joseph Ratzinger, che gli è precipuo e ricorrente: la sintesi è di per sé provvisoria, in vista di una sua mutazione in tesi a cui si contrapporrà una nuova antitesi che darà luogo ad un’ulteriore sintesi, a sua volta provvisoria. Questo incessante divenire è la base ideologica, filosofica e dottrinale della rivoluzione permanente inaugurata dal Concilio Vaticano II sul fronte ecclesiale e dalla Sinistra globale sul fronte politico.
Abbiamo dunque assistito a una sorta di separazione artificiale del Papato: da una parte il Papa rinunciava al Papato e dall’altra la persona Papæ, Joseph Ratzinger, cercava di mantenerne alcuni aspetti che gli garantissero protezione e prestigio. Siccome l’allontanamento fisico dalla Sede Apostolica poteva apparire come una forma di disapprovazione della linea di governo della Chiesa imposta dalla deep church bergogliana, tanto il Segretario personale quanto il Segretario di Stato fecero forti pressioni perché Ratzinger rimanesse “a mezzo servizio”, per così dire, giocando sulla fittizia separazione tra munus e ministerium – peraltro vigorosamente smentita nella risposta dell’Emerito a mons. Bux.
Il Prof. Enrico Maria Radaelli ha evidenziato nei suoi approfonditi studi che questa arbitraria bipartizione del mandato petrino tra munus e ministerium rende invalida la Rinunzia. Dal momento che il Primato petrino non può essere scomposto in munus e ministerium, essendo esso una potestas che Cristo Re e Pontefice conferisce a colui che è stato eletto per essere Vescovo di Roma e Successore di Pietro, la negazione di Ratzinger (nella citata lettera) di non aver voluto scindere munus e ministerium è in contraddizione con l’ammissione dello stesso Benedetto di aver impostato il Papato emerito sul modello dell’Episcopato emerito, che appunto si basa su questa artificiosa e impossibile scissione tra essere e fare il Papa, tra essere e fare il Vescovo. L’absurdum di questa divisione è evidente: se fosse possibile possedere il munus senza esercitare il ministerium, dovrebbe essere parimenti possibile esercitare il ministerium senza possedere il munus, ossia svolgere le funzioni di Papa senza esserlo: la qual cosa è un’aberrazione tale da inficiare radicalmente il consenso all’assunzione del Papato stesso. E in un certo senso questa dicotomia surreale tra munus e ministerium l’abbiamo vista concretizzata, quando l’Emerito era Papa ma non esercitava il Papato, mentre Bergoglio faceva il Papa senza esserlo.
La desacralizzazione del papato
D’altronde, il processo di desacralizzazione del Papato iniziato con Paolo VI (pensiamo alla scenografica deposizione del triregno [vedi] ) è proseguito senza soluzione di continuità anche sotto il Pontificato di Benedetto XVI (che ha rimosso la tiara anche dallo stemma papale [Tutti i papi dopo Paolo VI non l'hanno più ripresa... qui si è rilevato un 'segno' all'atto del'ultimo congedo di Benedetto XVI -ndr] ). Ciò è da attribuirsi precipuamente alla nuova ecclesiologia ereticale del Vaticano II, che ha fatto proprie le istanze della società secolarizzata e “democratica” accogliendo in seno alla Chiesa concetti quali la collegialità e la sinodalità che le sono ontologicamente estranei, stravolgendo così la natura monarchica della Chiesa voluta dal suo divino Fondatore. Lascia certamente interdetti e immensamente addolorati vedere con quanto zelo la Gerarchia conciliare e sinodale si sia fatta promotrice della sovversione in seno alla Chiesa Cattolica. Una sequenza di riforme, norme e pratiche pastorali da oltre sessant’anni demoliscono sistematicamente ciò che sino a prima del Vaticano II era considerato intangibile e irriformabile.
Va anche ricordato che la Rinunzia di Benedetto XVI non è stata seguita da un normale Conclave, nel quale gli Elettori hanno scelto serenamente il candidato alla successione sul Soglio di Pietro; ma da un vero e proprio colpo di stato compiuto ex professo dalla Mafia di San Gallo – ossia dalla componente eversiva infiltratasi nella Chiesa nel corso dei decenni precedenti – mediante la manomissione e violazione del regolare processo elettivo e il ricorso a ricatti e pressioni sul Collegio Cardinalizio. Non dimentichiamo che un eminente Prelato ha confidato a conoscenti che ciò a cui aveva personalmente assistito in Conclave poteva pregiudicare la validità dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio. Anche in questo caso, incomprensibilmente, il bene della Chiesa e la salvezza delle anime sono stati messi da parte, in nome di una farisaica osservanza del segreto pontificio, forse non del tutto scevra da ricatti e minacce.
Vi è un’evidente contraddizione tra lo scopo che Benedetto si prefiggeva (cioè: rinunciare al Papato) e il mezzo che egli ha scelto per farlo (basato sull’invenzione del Papato emerito). Questa contraddizione, in cui soggettivamente Benedetto si è dimesso ma oggettivamente ha prodotto un monstrum canonico, costituisce un atto così sovversivo da rendere nulla e invalida la Rinunzia. A suo tempo questa contraddizione dovrà essere sanata da un pronunciamento autoritativo, ma rimane il fatto ineludibile che la forma in cui è stata posta la Rinunzia non toglie le successive irregolarità che hanno portato Bergoglio ad usurpare il Soglio di Pietro con la complicità della deep church e del deep state. Né è possibile pensare che la Rinunzia non debba essere letta alla luce del piano eversivo che mirava ad estromettere Benedetto XVI per sostituirlo con un emissario dell’élite globalista.
Il castello di menzogne cui cooperano laici, sacerdoti e prelati, anche in buona fede, rimane una gabbia nella quale essi si sono imprigionati. Nella drammatizzazione mediatica, gli attori Ratzinger e Bergoglio ci sono stati presentati come portatori di teologie antitetiche, quando in realtà essi rappresentano due stadi successivi del medesimo processo rivoluzionario. Ma l’apparenza, il simulacro su cui si basa la comunicazione di massa non può sostituire la sostanza di Verità cui è indefettibilmente tenuta la Chiesa Cattolica per mandato divino.
Conclusione
Ai tantissimi fedeli scandalizzati, ai molti sacerdoti e religiosi confusi e indignati, ai pochi – almeno per ora – che levano la voce per denunciare il golpe perpetrato ai danni della Santa Chiesa dai suoi stessi Ministri, rivolgo il mio incoraggiamento a perseverare nella fedeltà a Nostro Signore, Sommo ed Eterno Sacerdote, Capo del Corpo Mistico. Resistete forti nella fede, ci ammonisce il Principe degli Apostoli (1 Pt 5, 9), sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le vostre stesse sofferenze. Il sonno nel quale il Salvatore sembra ignorarci mentre la Barca di Pietro è sconquassata dalla tempesta, deve essere per noi uno sprone ad invocare il Suo aiuto, perché solo nel momento in cui ci rivolgeremo a Lui, lasciando da parte rispetti umani, teorie inconsistenti e calcoli politici, Lo vedremo destarSi e comandare ai venti e al mare di placarsi. Resistere nella fede richiama il combattimento per rimanere fedeli a ciò che il Signore ha insegnato e comandato, proprio nel momento in cui molti, soprattutto ai vertici della Gerarchia, Lo abbandonano, Lo rinnegano e Lo tradiscono. Resistere nella fede implica il non venir meno nel momento della prova, sapendo attingere in Lui la forza per superarla vittoriosi. Resistere nella fede significa infine saper guardare in faccia la realtà della passio Ecclesiæ e del mysterium iniquitatis, senza cercare di dissimulare l’inganno dietro il quale si nascondono i nemici di Cristo. Questo è il senso delle parole del Salvatore: Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi (Gv 8, 32).
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo30 Novembre 2024, S. Andreæ Apostoli
67 commenti:
https://www.avvenire.it/famiglia/pagine/divorziati-risposati-conviventi-la-chiesa-apre-la-porta-a-tutti
Papa. «Divorziati, risposati, conviventi. La Chiesa spalanca la porta a tutti»
Dov'è più La Catholica?
Magnifique lucidité de Mgr Viganò ! Puisse-t-elle ouvrir les yeux de ceux qui ne veulent pas voir et les oreilles de ceux qui ne veulent pas entendre ! Merci, Excellence !
"Nella visione ratzingeriana, la tesi del Vetus Ordo e l’antitesi del Novus Ordo si compongono nella sintesi di Summorum Pontificum, grazie all’escamotage di un unico rito in due forme. Ma questa “coesistenza pacifica” è il prodotto dell’idealismo tedesco; ed è falsa perché si fonda sulla negazione dell’incompatibilità tra due modi di concepire la Chiesa, uno sancito da duemila anni di Cattolicità, l’altro impostosi con il Concilio Vaticano II grazie all’operato di eretici fino ad allora condannati dai Romani Pontefici."
Uno dei tanti passi ineccepibili...
English: The “Disassembled” Papacy. Emeritus, Munus, Ministerium
Français: La Papauté «déstructurée». Emeritus, Munus et Ministerium
Español: El Papado “descompuesto”. Emérito, Munus, Ministerium
Due perplessità:
1. Non dimentichiamo che un eminente Prelato ha confidato a conoscenti che ciò a cui aveva personalmente assistito in Conclave poteva pregiudicare
Purtroppo argomenti del genere lasciano il tempo che trovano in quanto non costituiscono 'prove' provate...
2. Quanto al 'monstrum', se non ricordo male Bergoglio lo ha rinnegato... ora cerco il link
Eccolo: https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/07/bergoglio-e-la-riforma-del-titolo-papa.html?m=1
Condivido pienamente questo lucido e ispirato articolo. Ciò che mi lascia molto perplesso di mons. Viganò é la sua pressoché totale e, a mio avviso, alquanto acritica adesione a Trump e ai teocon. Un conto è considerarli il male minore, che è pur sempre un male, altro ritenere che essi non siano parte del nuovo ordine mondiale, ovvero l' altra faccia della medaglia ebraico-mondialista.
Antonio
Certo che per risanare il tutto possiamo solo metterci nelle mani di Dio, secondo il 'Resistite fortes in fide' (da 1Pt) di cui slla conclusione!
Papa. «Divorziati, risposati, conviventi. La Chiesa spalanca la porta a tutti»
Dov'è più La Catholica?
Nulla di nuovo sotto il sole. Della Catholica oramai è rimasto il nome e poco altro. Naturalmente mi riferisco alla neochiesa massonica e alla nuova religione gnostica e mondialista. La vera Chiesa c'è sempre, santa, immacolata e senza rughe.
Antonio
Dal monte Athos oggi hanno scritto a questo monastero chiedendo quale valore abbiano nel cattolicesimo gli antichi canoni dei santi Padri. Questo monastero ha risposto che oggi nel cattolicesimo tutto è relativo, e certe antiche sentenze che ancora nel 1580 pure Gregorio XIII diceva dovevano assolutamente rispettarsi, oggi sono considerate scadute. Come i prodotti del supermercato. Solo l'ultimo concilio è intoccabile, infallibile, immutabile, eterno, unico "superdogma" (J. Ratzinger) che tutto ingloba, fagocita ed annulla. Il cattolicesimo oggi ha il concilio, quello " più importante pure di Nicea" (Paolo VI) e non ha bisogno di altro. Se si va avanti così neppure del vangelo.
Siano ringraziati il Signore e Mons. C. M. Viganò per questo ottimo intervento, del quale ho gustato anche l'esilarante rievocazione delle "vedove Montini".
La vera Chiesa è nella diaspira, caro Antonio, enarginata, dileggiata, additata al pubblico ludibrio, se non peggio. Fondamentalisti, duri di cuore, indietristi, facce di sottaceto : può un vero papa parlare cosi? ai posteri l'ardua sentenza... ma noi dobbiamo tenere duro, non mollare, costi quel che costi. Ho letto che il card.Sarah ha fatto un appello ai cattolici tradizionalisti, che vanno alla messa in latino, dicendo "uscite dal ghetto, siete cattolici, cone lo siamo io e papa Francesco"...a questo punto direi che sarebbero meglio le catacombe...
In ogni caso il 'monstrum', pur rinnegato, è lì e rischia di produrre gli effetti temuti...
Non mancano, oggi, le "vedove Ratzinger"...
https://letturine.blogspot.com/2024/11/altri-articoli-e-notizie-varie.html
Alle scuole superiori molti di voi avevano studiato la dialettica hegeliana, nevvero?
E poi quando viene usata contro di voi non la sapete riconoscere?
Eppure belavate a comando "tesi-antìtesi-sintesi!", e prendevate pure bei voti...
Metodo per spezzare il fil di ferro:
- piegarlo molto a destra
- piegarlo molto a sinistra
- ripetere finché non si spezzerà da solo.
Tesi: Summorum Pontificum
Antitesi: Traditionis Custodes
Sintesi: fra non molto vedremo che qualcosina della TC verrà annullato, qualcosina del SP verrà riproposto, e alla fine della fiera ci saremo andati a perdere rispetto al briciolo di libertà che avemmo fra il 7-7-2007 e il 14 settembre successivo.
Tesi: "Ratzinger-santosubbito".
Antitesi: "Bergoglio"
Sintesi: il prossimo Papa sarà mediamente "conservatore" e voi ingenui tirerete un sospiro di sollievo. Correggerà una quantità di bergogliate ma lascerà sedimentare e consolidare tutto il resto, rendendo felici i "normalisti" e la tifoseria del "Ratzinger-santosubbito".
E così, a poco a poco, la goccia scava la roccia.
Errore dopo errore, si allarga la rivoluzione vaticansecondista, la sostituzione dall'interno dei contenuti della fede con le boiate moderniste, la dogmatizzazione del Concilio Pastorale.
Come dicevano gli agenti di influenza sovietici: siamo disposti a dare anche l'ottanta per cento di vero per coprire un venti per cento di falso, purché alla fine un singolo punto falso venga da tutti ritenuto vero.
(E così abbiamo il fenomeno dei cattolici che -per esempio- accettano la "comunione sulle mani" perché "da me la facciamo tutti con grande devozione"...)
A proposito dell'uso ironico del termine "Santosubito": pur grati per il Summorum Pontificum, non possiamo non ricordare che già due mesi dopo ne cominciava la diminuzione (nella Universae Ecclesiae i sette sacramenti divennero sei: non era contemplata l'ordinazione sacerdotale in rito antico...), e appena quattordici anni dopo arrivava la stangata del Traditionis Custodes.
E ricordiamo anche che l'autore del Summorum Pontificum si è ben guardato dal celebrare anche solo una Messa tridentina, anche solo in privato, anche solo per una singola foto, anche dopo che non aveva più nulla da perdere essendosi autoproclamato "emerito". Eh già, perché una tal foto avrebbe reso la vita alquanto più difficile alla pubblicazione di un Traditionis Custodes.
Allora, su, esercitatevi:
- tesi: "Ratzinger-santosubbito".
- antitesi: "Bergoglio"
- sintesi: il prossimo Papa sarà mediamente "conservatore" e voi ingenui tirerete un sospiro di sollievo. Correggerà una quantità di bergogliate ma lascerà sedimentare e consolidare tutto il resto, rendendo felici i "normalisti" e la tifoseria del "Ratzinger-santosubbito".
E ricordiamo anche che l'autore del Summorum Pontificum si è ben guardato dal celebrare anche solo una Messa tridentina, anche solo in privato, anche solo per una singola foto, anche dopo che non aveva più nulla da perdere essendosi autoproclamato "emerito". Eh già, perché una tal foto avrebbe reso la vita alquanto più difficile alla pubblicazione di un Traditionis Custodes.
Da cardinale almeno una volta, in visita a Le Barroux ha celebrato un pontificale .
Siete penosi.
Sapete solo eludere il problema.
Altro che tomismo e razionalità, fides et ratio, logos e dispute medioevali.
Solo finti tonti che cambiano discorso in cento modi.
E pure poco furbi: l'hanno capito tutti, tranne voi che vi date ragione l'un l'altro.
Fatevi un bell'esame di coscienza. E' tempo d'Avvento.
Un intervento, quello di mons. Viganò, indubbiamente interessante anche se, a mio avviso, non del tutto convincente su alcuni punti.
1. il voler fare di Ratzinger un "hegeliano" a tutti i costi. A leggere la sua biografia, non sembra che Ratzinger avesse una conoscenza approfondita di Hegel. La sua adesione alla dialettica del dialogo non ha nulla della dialettica hegeliana, si fonda sul pensiero di Martin Buber, pensatore tedesco israelita, che l'ha tra i primi elaborata: un pensatore dedito all'utopia, con tendenze forse gnostiche.
2. Come notava anche mic, si indicano quali cause di possibili gravi irregolarità nell'elezione di Bergoglio voci e dicerie che finora non sono state provate. Si resta quindi nel "si dice" e non si viene a capo di nulla. Ritenere invalida l'elezione di Bergoglio solo su questa base è impossibile. Ci vorrebbe qualcosa di più concreto, p.e. la prova dell'azione in Conclave di certi gruppi di pressione.
3. La questione dell'antitesi munus-ministerium resta oscura, almeno a me. Non vedo come la (apparente) convinzione di Ratzinger di conservare un munus pontificio puramente spirituale e simbolico, da esercitarsi nel "recinto di S. Pietro" con la preghiera e lo studio, senza più governare in alcun modo la Chiesa, possa render invalida la sua abdicazione. Quest'ultima è un atto giuridico cioè un atto posto in essere da un individuo razionale, capace di produrre effetti giuridici. Per esser valido, tale atto, deve possedere i requisiti indicati dal Codice di diritto canonico, quelli attinenti alla "sostanza dell'atto" affinché possa produrre i suoi effetti. Tali requisiti sono due: "Nel caso il R. Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente [rite] manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti" (CIC, c. 332, par. 2). In pratica, sono i criteri che valgono per qualsiasi atto di rinuncia, a parte l'ovvia eliminazione dell'accettazione da parte di un superiore: la rinuncia deve esser libera e non coatta + deve esser fatta nelle forme prescritte dal diritto.
Ora, questi criteri sembrano pienamente presenti nella rinuncia di Benedetto XVI : non risulta che sia stato costretto con la forza, ha sempre agito in piena libertà + ha adempiuto le prescrizioni di legge, dichiarando regolarmente aperta la Vacanza della Sede Apostolica, dalle ore 20 del 13 febbrario 2013.
Affermare che la sua convinzione di poter mantenere il munus papale (se autentica) sia un elemento tale da invalidare la rinuncia, cioè l'espressa sua volontà di render vacante la Sede, non regge: le convinzioni personali del rinunciante sono ininfluenti rispetto alla validità della rinuncia. All'ordinamento giuridico, qui canonico, importa che chi rinuncia lo faccia del tutto liberamente e nelle forme prescritte dalle leggi, non importa il perché e il per come. I motivi personali per i quali si rinuncia restano personali e non influiscono sulla capacità dell'atto di rinuncia, posto in essere secondo i requisiti del Codice, di produrre i suoi effetti giuridici. Bisogna ribadire: "De internis non curat Ecclesia", massima già presente nel diritto romano, nel definire l'attività del praetor.
Tra l'altro la questione del "munus" inteso come sorta di consacrazione che si mantiene per sempre nel papa, è complicata anche dal fatto che si finirebbe col fare del papato un Sacramento, cosa che non è e non è mai stata.
4. Giustamente mons. Viganò fa rilevare che gli errori di papa Francesco sono solo un aggravamento degli errori precedenti, risalenti in ultima analisi al Concilio. Meno convincente il continuo richiamo al Deep State quale organizzazione tenebrosa che impartirebbe ordini eversivi ai suoi accoliti, papi compresi. Il concetto di Deep State, entrato ampiamente nell'uso nella polemica politica attuale, andrebbe meglio precisato, dato che appare di per sè sfuggente.
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30 novembre 1969 - 30 novembre 2024: 55 anni di Novus Ordo Missae
Smentito mons. Schneider " Potestas che Cristo Re e Sommo Pontefice conferisce all'eletto"... Non già un incarico umano da dare e togliere a piacere secondo come mi gira...
" Il fine della Chiesa ed il bene delle anime sono state messe da parte in nome di un farisaico.." si puó adattare anche alla necessità di validità delle nomine... citando mons. Schneider?
Tralcio, 19,06:
"Siete penosi.
Sapete solo eludere il problema.
Altro che tomismo e razionalità, fides et ratio, logos e dispute medioevali.
Solo finti tonti che cambiano discorso in cento modi.
E pure poco furbi: l'hanno capito tutti, tranne voi che vi date ragione l'un l'altro.
Fatevi un bell'esame di coscienza. E' tempo d'Avvento."
Necessaria una "parafrasi”: che voleva dire!? A chi era rivolta!?
Io mi trovo bene alla Novus Ordo Missae. Quella fatta nel mio paese non ha abusi e quando faccio l Eucarestia mi sento bene ,oltre che a prestare attenzione a tutta la funzione.
Sulla messa NO se ne dicono di tutti i colori. Sta di fatto che è una messa VALIDA che se fatta con devozione soddisfa il Terzo Comandamento.
L'ideale della società cristiana è Cesare subordinato a Pietro.
Da questo si può capire che succede quando "Pietro" è subordinato non a Cesare ma a Satana.
Inevitabile chiedersi: Petrus es tu?
Amico del 30/11/2024 alle 16:41
Per fortuna in questo articolo (ho usato la funzione "trova nella pagina") Trump non viene citato. Tuttavia sono perplesso pure io di fronte a molti che vedono la salvezza della Chiesa Cattolica, se non un "cripto-cattolico" in un evangelical solo perchè ha fatto degli auguri festivi a dei cattolici. Se io salutassi di sabato un ebreo dicendogli Shabbat Shalom, questo non farebbe di me un ebreo!
Ricordo che c'era qualcuno che vedeva in Trump uno dei due katechon, due perchè (me lo sono fatto spiegare, non ho mai studiato greco, ho due diplomi ma sono magistrale quinquennale e ragioneria) una volta è usato il maschile, ossia si indica un uomo, e molti in ambiente cattolico lo identifcano ancora con Benedetto XVI, ma nell'altro punto in cui si nomina il katechon è usato invece il neutro, come ad indicare una forza, e questa "forza che trattiene" è stata talora identificata in Trump, quasi uno fosse la mente e l'altro il braccio.
La tesi di Trump-Katechon è più presente in ambiente protestante, ma non mancano casi di cattolici che l'hanno fatta propria, specie dopo la scomparsa di Benedetto XVI.
Non credo però che mons. Viganò abbia fatto a sua volta propria questa tesi.
La confusione attuale sulla situazione papale è dovuto alla verità che molti ( al vertice) conoscono ma ...tacciono per paura delle reazioni che avrebbe rivelare la verità a tutti. Quindi... ci sono verità taciute. Questo dice monsignor Viganó. Certamente viene da pensare al conclave del 1958 che farebbe il paio con quelli del 2005 e 2013. Cosa successe nel 1958?... tanto che Roncalli prese il nome di uno del passato dichiarato antipapa, per cui potè riprenderne il numero XXIII, poi Montini prese il nome di Paolo e guarda caso, quasi a sottolineare che dal '58 era nata una nuova chiesa, nientemeno che 2 presero un doppio nome ( mai successo ) e che nomi? Giovanni e Paolo, gli iniziatori della nuova rivelazione di cui Bergoglio è l'ultimo? Poi viene in mente anche il segreto di Fatima anche qui taciuto perchè rivela qualcosa di grave che non vogliono si sappia, e sono senza dubbio in diversi a sapere. Si è oscurato il segreto fino al 2000 e poi viene detto ... in parte: viene letta la visione avuta da suor Lucia ma... le Parole della Vergine ancora non ce l'hanno dette oggi. Riguarda loro: il vaticano e cosa dica si arguisce da Akita , da La Salette, da quel che succede dal 2013 in poi, ecc. . È diventato il segreto di Pulcinella: l'anticristo farà il papa? Ma sarebbe ora di parlare proprio per la salus animarum, fine di ogni Magistero nella Chiesa. Tanto la verità sta venendo fuori.
"..un passato di connivenze silenzi complicità"
"..un castello di menzogne ed inganni"
qualche commentatore sembra aver perso il senso della misura.
Z.
Deep state e deep church: sono coloro che, consci di ció che fanno, ( peccato ct lo Spirito Santo), adorano Satana e combattono Iddio, da Caino a Babilonia al sinedrio con Caifa ed Anna, a Giuda, Cerulario e Lutero, agli eresiarchi odierni. Se io dunque combatto la Chiesa vera cosa faccio? La perseguito e uccido i suoi migliori. Oppure mi infiltro e cerco di farne parte ( Simon mago , gli ebraicizzanti citati nel NT, la sinagoga, o chiesa oggi, di Satana che fin dagli inizi lo fece: sono usciti da noi ma non sono dei nostri) . Nel momento in cui
mi rivelo se qualcuno mi combatte, sono anatemizzato, scomunicato. Se nessuno mi combatte e scomunica allora salgo sulla cattedra al posto dei veri Ministri, e detto legge a tutti come maestro universale ( di menzogna ma tanto pare non importare a nessuno, alla maggioranza interessa la lettera e non lo spirito). Quindi è assolutamente normale parlare di deep state per la politica e deep church per la Chiesa, il lavoro nemico è vincitore qui e là oggi.
Cesare subordinato a Pietro.
Nello spirituale poiché Cesare dovrebbe praticare e far rispettare la religione e la morale cattoliche. Nel rispetto della Chiesa come istituzione e dei suoi legittimi diritti.
Nel temporale suo specifico Cesare è però autonomo, salvi gli evidenti limiti appena indicati qui sopra. Tant'è vero che il Bellarmino, dopo secoli di impostazioni di tipo "teocratico", teorizzò la "potestas indirecta" del papa nel temporale (che non è la potestas della quale gode il papa nei confronti del suo proprio dominio temporale, quella è diretta).
Bisogna dunque distinguere, nel modo giusto, senza arrivare a postulare "separazioni" tra i due poteri che non ci possono essere, come se uno potesse essere indifferente all'altro (tesi dei liberali), e senza, d'altro canto, riproporre concezioni teocratiche, che farebbero del papa un governante diretto degli Stati e un distributore di regni e principati (come in passato), coinvolgendolo pesantemente ed erroneamente nella politica spicciola e corrente, con tutte le conseguenze negative del caso.
Politicus
La volontà da Paolo VI a Benedetto XVI di ridefinire il papato in chiave collegiale ed ecumenica ... leggo... facendosene beffe della Divina Istituzione dello stesso? Questo errore mi pare sia entrato nell'ottica di quei tradizionalisti e prelati ( mons. Schneider ad es.) che lo definiscono un semplice incarico umano .
La sospensione del sistema SWIFT come ricatto era uscita già come notizia, ora mons. Viganó la conferma pure lui. Sospensione cessata appena pronunciata la rinuncia, anzi declaratio con annuncio di futura rinuncia di ministerium mentre si resta papi oranti nel recinto di Pietro, essendo il pontificato per sempre. Futura rinuncia che non fu dichiarata all'ora vigesima del fatidico giorno. Il ricatto con lo ior ci fu e questa è la libera pseudorinuncia.
" rinunzia del tutto inedita e stramba mai avvenuta prima nella storia della Chiesa" ?
Per quanto riguarda il Deep State, che sempre torna nei riferimenti di Mons. Viganò, non credo di affermare l'inverosimile dicendo che le élites europee e quelle occidentali siano da illo tempore profondamente ostili al Cristianesimo. Gli ultimi due/tre secoli almeno hanno visto il tripudio del peggior idealismo anticristiano, della volontà di annientamento dei cattolici ad opera delle élites. Possiamo vedere come la Chiesa cattolica stia subendo l'arroganza laica oggi come non mai, perché i suoi stati maggiori hanno perso gran parte di quella fede rocciosa che nel passato riusciva a spostare i monti.
E oggi non è più la Chiesa che plasma il mondo, ma è essa stessa che si fa plasmare dal mondo.
Imperterriti, molti commentatori continuano ad argomentare come se il papato fosse un Sacramento. Si vuole continuare ad ignorare l'evidenza. Se fosse un Sacramento, le sue modalità di assunzione sarebbero diverse, ci sarebbe una vera e propria consacrazione dell'eletto da parte, poniamo, del Decano del Collegio dei Cardinali. E una consacrazione richiede una cerimonia religiosa ad hoc, come sappiamo.
Ma nulla di tutto questo è mai avvenuto. La suprema potestà di giurisdizione su tutta la Chiesa il neo-eletto la acquista immediatamente nel momento in cui accetta l'elezione. Il Codice del 1917 era molto chiaro in proposito: c. 219 : "Romanus Pontifex, legitime electus, statim ab acceptata electione, obtinet, iure divino, plenam supremae iurisdictionis potestatem"". L ' ottiene "immediatamente dall'accettazione dell'elezione". E come l'ottiene? "Iure divino", "per diritto divino", ma senza bisogno di esser consacrato come papa. Possiamo dire che ciò accada in analogia con quanto ha fatto Cristo risorto quando ha eletto Pietro a suo successore in terra davanti a tutti gli apostoli: Pietro ha ottenuto il suo potere su tutta la Chiesa "per diritto divino". Cristo stesso l'aveva scelto. Ciò non poteva più accadere con i suoi successori ma restava il fatto che il sommo potere del papa doveva ritenersi di diritto divino, proveniente cioè sempre dal Cristo risorto e da allora glorioso.
Il Codice attuale (c. 331 e 332) è meno chiaro del precedente poiché vuole vedere il papa in collegamento sin dall'inizio con il colllegio dei vescovi. Risulta comunque che il potere di Pietro è di diritto divino ("Il Vescovo della Chiesa di Roma, in cui permane l'ufficio [munus] concesso dal Signore singolarmente a Pietro, primo degli Apostoli, etc"). Con l'elezione legittima e accettata l'eletto ottiene la consacrazione episcopale. Se è già vescovo, ottiene la summa potestas "dal momento dell'accettazione"; se non lo è, deve esser "immediatamente ordinato vescovo" (c. 332, par. 1). Ordinato vescovo non ordinato papa, ufficio che non abbisogna di alcuna "ordinazione".
pp
Sintetizzando alcune frasi. Monstrum canonico nullo ( altro che rinuncia valida e conclave valido!). Rinuncia nulla e conclave nullo. Mostro (bicefalo) ... x approvare le aberrazioni bergogliane onde destrutturare il Papato in chiave conciliarecumenicosinodale, voluto da entrambi i papi. E pure dai precedenti da GXXIII in poi. Sul papato almeno da Paolo VI. L'emerito è un mostrum per il Papato ma pure per i Vescovi: contro il mandato Apostolico. Serve a distruggere il papato e a silenziate voci tradizionali dissidenti dal nuovo evangelo falsato. Idem per i cardinali ottantenni che non possono entrare in conclave e votano quelli dei seminari di nuovo conio conciliareretico. Pure le cei servono a limitare i Vescovi. Episcopato emerito = ingravescentem aetatem = monstrum canonico ( diritto canonico fallibile). Se il papa è primo tra pari, logico trattarlo come semplice vescovo = invenzione papa emerito e mostro bicefalo. (Logico quindi affermare che è un incarico solo umano che si dà e ci si toglie a piacere come un vestito ,nel caso non se n'è trovato peró uno da vescovo). Sintesi della contraddizione: sono biancovestito ma non esercito. (IL papa è uno solo ma quale ? )Non esiste divisione tra munus e ministero (ma io sono Papa per sempre.) Resto papa, ma non faccio più il papa? Separazione artificiale del papato ( i fatti sono fatti). Questo monstrum rende invalida la rinuncia (nulla quindi). Bergoglio usurpatore fa il papa senza esserlo mentre il papa non esercita. Soggettivamente Benedetto si è dimesso, oggettivamente no: scissione papato. 2013 conclave anomalo: colpo di stato della mafia ( lo ha scritto pure il segretario) con manomissione violazione e ricatti( x cui conclave nullo).È stata stravolta la natura monarchica della Chiesa voluta da Gesù ( dove il Re non è primo tra pari , nè pari ai Principi nè a conti e duchi). Complotto iniziato nel 1958 per desacralizzare. Ció che è avvenuto in futuro dovrà essere sanato ( come già in passato ma oggi non lo è). Siamo dentro un castello di menzogne... in cui alcuni ci stanno pure in buona fede, in una gabbia di cui sono prigionieri. È stato un golpe nella Chiesa operato dai propri ministri, a suo danno. Pochi purtroppo denunciano la verità.
Beh, a ben vedere è bello essere fondamentalisti e integralisti se con ciò si intende restare attaccati ai fondamenti della Fede Cattolica e a viverlo integralmente giorno per giorno.
Ottimo commento, caro amico, siamo davvero " dentro un castello di menzogne", diffuse da un esercito di commedianti, affiancatisi al clero traditore, eretico ed apostata, che dal 1958 ha occupato i posti di comando nella Chiesa di NSGC. Molte anime semplici, purtroppo, credono in buona fede a queste menzogne e si trovano involontariamente coinvolte nel misterium iniquitatis come semplici pedine di un gioco al massacro, spiritualmente parlando. Bisogna pregare per loro, affinché aprano gli occhi e la mente, rendendosi conto di chi li ha ingannati e continua ad ingannarli; per gli altri, i perfidi, imalvagi, i collaborazionisti, gli opportunisti, i pavidi, che hanno capito ma proseguino impenitenti, umanamente non c'è nulla che si possa fare, solo un miracolo può ricondurli alla Verità.
Nessuno dice che sia un Sacramento l'acquisizione del Primato di Pietro che egli acquista non da uomini (impossibile ricevere da inferiori o pari) ma direttamente da Dio, da Gesù Cristo Sommo Pontefice, suo Superiore,per diritto Divino. La Chiesa vera è Divina o non è. Che sia un' aggiunta di Potere è peró innegabile e quindi puó rientrare nel Sacramento degli Ordini che non sono conferiti insieme ma per gradi. Inutile dire che ció è impossibile, ció è smentito da affermazioni di Papi, ultimo il "per sempre" ratzingeriano. Non da uomini ma da Dio, sorgente unica della validità divina della Grazia, impossibile ricevere da altri. Non quindi un incarico qualunque di primato tra pari, ma Primato di superiorità ontologica : è solo se e quando quel Diritto Divino viene concesso che uno assume l'Autorità Suprema. Non basta l'elezione, non basta l'accettazione esterna ed interna, non basta l'Ordine Episcopale, ci vogliono tutte queste condizioni e solo quando ci sono Dio concede, il che non coincide nè con l'elezione, nè con l'accettazione a meno che uno sia nelle condizioni necessarie. Se Gesù non dà nessuno puó avere. E se è Dio a dare un Potere assoluto di legare e slegare ( chiavi) non è cosa da poco, per cui sono vecchio e mi dimetto e poi resto lucido e autonomo fino a 95 anni. Se neanche un Vescovo è giustificato davanti a Dio di andare in pensione, quanto lo è un Papa? E quell'Autorità data da Dio va tolta da Dio.
Dov'è l'errore? Nel sostenere che il papa riceva un "primato di superiorità ontologica" rispetto a tutti gli altri consacrati. Niente affatto. Riceve il primato della giurisdizione su tutta la Chiesa ovvero il potere di governarla, nei suoi vari aspetti, potere del quale risponde soprattutto a Dio che glielo concede.
Non c'è un superiorità ontologica del papa in quanto papa, rispetto agli altri sacerdoti. Se mi confesso dal papa, la sua assoluzione vale quanto quella di un qualsiasi parroco.
Superiorità "ontologica" è qui un termine ambiguo.
Da notare, inoltre, che il potere di "sciogliere e legare" Cristo l'ha concesso a tutti gli apostoli, quando cominciò a mandarli in missione. È vero o no? Era in sostanza un'ordinazione, quella che ricevevano, uguale per tutti. Il potere che il Beato Pietro ricevette dal Cristo risorto era solo quello di governo sulla Chiesa, primato di suprema giurisdizione, un potere che non rendeva Pietro "ontologicamente" superiore agli altri apostoli, restava sempre uguale a loro, quanto alla sua natura di persona consacrata (dal Signore in persona).
Bisogna recuperare le giuste distinzioni, confuse dalla concezione contraddittoria del papato ("allargato", con il solo munus senza l'officium etc) alla fine diffusa da Benedetto XVI e dai suoi seguaci. La confusione nasce, tra le altre cose, dal non aver voluto più distinguere tra la sfera della giurisdizione e quella sacramentale, dall'aver voluto includere la prima nella seconda, come risulta dal nuovo e non accettabile concetto della collegialità episcopale, sanzionato dal Concilio.
pp
Non ho un codice canonico ma è online: in esso non si parla di "Ordine" al singolare ma di "Ordini", al plurale. Quindi il sacramento è uno ma ricevibile in diverse forme?
Infatti si parla di ordinazione diaconale e presbiteriale (e siamo a due), non è che anche la consacrazione episcopale sia un livello dell'Ordine? Forse anche quindi l'elevazione arcivescovile potrebbe essere un altro livello? E la creazione a Cardinale? Ormai sono stati elevati al Cardinalato diverso che non potevano avere diritto di voto in Conclave (mi ricordo Ersilio Tonini, se proprio vogliamo tenere fuori quelli nominati dall'attuale Pontefice). Se l'Ordine è "graduabile" (ma allora perchè solo diaconi e presbiteri sono definiti "ordinati" e gli altri gradi della Gerarchia no?), non potrebbe esserci un grado supremo destinato ad una sola persona alla volta? Servirebbe un vero esperto per chiarire se la consacrazione di un Pontefice sia un grado del sacramento dell'Ordine.
Un simile esperto c'è?
Citando il Vaticano II (Lumen Gentium, 21), esso insegna che “la pienezza del sacramento degli Ordini Sacri è conferita dalla consacrazione episcopale” (vedi CC 1557). Poiché è la consacrazione episcopale a conferire la pienezza del sacramento, ne consegue che l’elezione al papato non è uno stadio degli Ordini Sacri, ovvero che non esiste un “munus pontificio sacramentale”.
CC 1554
1554 « Il ministero ecclesiastico di istituzione divina viene esercitato in diversi ordini da quelli che già anticamente sono chiamati Vescovi, presbiteri, diaconi ». 169 La dottrina cattolica, espressa nella liturgia, nel Magistero e nella pratica costante della Chiesa, riconosce che esistono due gradi di partecipazione ministeriale al sacerdozio di Cristo: l'Episcopato e il presbiterato. Il diaconato è finalizzato al loro aiuto e al loro servizio. Per questo il termine « sacerdos » – sacerdote – designa, nell'uso attuale, i Vescovi e i presbiteri, ma non i diaconi. Tuttavia, la dottrina cattolica insegna che i gradi di partecipazione sacerdotale (Episcopato e presbiterato) e il grado di servizio (diaconato) sono tutti e tre conferiti da un atto sacramentale chiamato « ordinazione », cioè dal sacramento dell'Ordine:
Mons. Schneider si preoccupa di dover avere un Papa obbligatoriamente per non avere nomine episcopali e cardinalizie nulle. Cioè non tiene conto delle profezie bibliche e mariane che hanno annunciato il nostro tempo. SecBergoglio non è Papa la Chiesa è alla fine perchè diventa nulla davanti a Dio. Ma ció non implica che Bergoglio sia valido, e Benedetto è mancato al 31.12.2022. Di tempo ne resta, per non avere una chiesa nulla si tratta di esaminare piuttosto chi sia Bergoglio e ció proprio per non avere una chiesa nulla, cioè esiste il rischio di avere ció che si paventa per non voler appurare i fatti ed anche rassicurare il popolo. Quanto al Primato di Pietro vediamo i vari gradi acquisiti dagli Apostoli per dono di Gesù Cristo. Prima della Sua morte essi hanno avuto il grado di Ordine di esorcisti e predicatori, nonchè dei miracoli. Nell'ultima Cena hanno ricevuto l'Ordine di Vescovi. Dopo la risurrezione hanno ricevuto il Potere di confessare ( ricevete lo Spirito Santo, a chi rimetterete..) , a Pentecoste hanno ricevuto lo Spirito Santo che li potenzia, ma erano già Vescovi. E poi Pietro riceve il mandato " pasci pecore e agnelli". Quindi pur essendo Vescovi hanno ricevuto tutti dopo la Risurrezione ulteriori poteri e pienezza di Ordine. Compreso Pietro che riceve in più, unico. Questo li cambia ontologicamente tutti e Pietro in particolare oltre gli altri.
La giurisdizione generale ( particolare è giudiziaria) comprende il potere legislativo, esecutivo, giudiziario, di legiferare, amministrare e conferire, santificare, giudicare. Comprende anche la validità e legittimità della Chiesa . Senza il Papa la Chiesa resta monca, la Chiesa scismatica non è vera Chiesa. Se Bergoglio non è Papa siamo fritti e ci friggiamo per sempre se non si vuole valutare, giudicare, annunciare al popolo di Dio, se è in un modo o in un altro. Non è bene far finta che tutto è regolare, si rischia la morte della Chiesa. Monsignor Viganó sopra scrive di una rinuncia nulla e di un conclave nullo, e non è uno qualsiasi lui.
all'ex studente di Giurisprudenza.
La precisazione di Mic dovrebbe aver già chiarito la questione. L ' arcivescovato comunque è un titolo onorifico non un grado dell'Ordine. Atteniamoci alla dottrina di sempre della Chiesa: come ha ricordato Mic, "i gradi di partecipazione sacerdotale (Episc e presb) e il grado di servizio (diaconato) sono tutti e tre conferiti da un atto sacramentale chiamato 'ordinazione', cioè dal Sacramento dell'Ordine. I gradi di partecipazione sacerdotale sono quindi tre, il papato non ha a che vedere con questa "partecipazione".
Da notare come l'ordinazione sacerdotale (l'Ordine come Sacramento) sia attaccata da più lati.
1. Dalla subdola campagna volta ad istituire le diaconesse, di fatto appoggiata dal papa.
2. Dal voler attribuire al papa un carattere indelebile in quanto papa, una sorta di ordinazione che non è un'ordinazione, cercando di dare al suo munus un significato "ontologico": confusione somma, che porterebbe ad ammettere quattro gradi dell'Ordine invece dei tre validi da sempre, il quarto dei quali peraltro indefinibile nella sua vera natura, che resta confusa.
pp
Com' era prevedibile è sceso in campo anche Tralcio a difesa di Benedetto XVI in primis e, come sempre, per attaccare a livello personale, cercando di inoculare un senso di colpa in chi lo critica, dall' alto della sua "spiritualità". Come sempre senza entrare nel merito, ovviamente, visto che non ci sono argomenti validi per poterlo fare.
Ho provato anche in passato a stanarlo, elecando gran parte delle nefandezze di tutti i Papi del concilioe e postconcilio, sulla base di gesti, atti, dichiarazioni e documenti che le accertano in maniera inconfutabile, ma inutilmente.
Tanto,per lui, la soluzione è semplice, Bergoglio non è certamente papà, dunque attaccabile, gli altri certamente si, dunque infallibili sempre e comunque.
Farebbe bene a leggersi l' ottimo libero del compianto Don Andrea Mancinella, che spiega molto bene i limiti dell' infallibilità papale e tutto il resto ma, forse, sarebbe comunque inutile.
Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire...(Nemmeno prove)
Antonio
Va anche ricordato che il Cardinalato non è un grado dell'Ordine. Tant'è vero che in passato per secoli ci furono casi di cardinali che non erano nemmeno preti. Il più famoso fu Mazzarino, semplice impiegato civile della Curia papale, richiesto dal re di Francia e dal cardinale Richelieu come aiuto e successore del cardinale, per via delle sue notevolissime qualità di diplomatico.
Questa cattiva abitudine la Chiesa la lasciò ad un certo punto cadere. I cardinali sono i collaboratori del papa nel governo della Chiesa, furono istituiti se non erro nel 1049 quale collegio da cui trarre l'indicazione del papa, al fine di sottrarla alle pressioni spesso opprimenti dei poteri civili. Le pressioni poi ci furono lo stesso, in specie da parte dei grandi monarchi cattolici, che in genere miravano ad un papa favorevole alle loro politiche.
Ma l'esser cardinale non imprime alcun carattere indelebile nel prescelto. Si tratta soprattutto di una posizione di governo, sotto il papa, nei modi consoni ad un'istituzione particolare come la Chiesa cattolica. Si può rinunciare alla berretta senza problemi. Famose furono negli anni Venti le dimissioni del cardinale francese Billot, uno dei migliori teologi della Chiesa, per protestare contro il modo, per la verità inconsulto, con il quale Pio XI aveva condannato l'Action Francaise di Maurras (mi manca la lettera ad hoc).
pp
https://www.marcotosatti.com/2024/12/02/frutti-malefici-da-radici-avvelenate-nella-chiesa-benedetta-de-vito/ . Se mi si lascia esprimere ( preciso che in ogni mio intervento non c'è mai la minima intenzione offensiva o di mancanza di rispetto per chicchessia, professore o analfabeta, per cui la censura mi sorprende e mi addolora, vabbè) vorrei dire che io preferisco l' argomentare semplce, cristallino, candido, della cara Benedetta De Vito, alle dotte, professorali (e difficilmente comprensibili a tutti) argomentazioni giuridiche basate su codici, commi, codicilli et similia, che non hanno mai salvato nessuno. Non per niente Nostro Signore pedicava con patabole, semplici e immediate, che arrivano al cuore e lo conquistano, convertendolo.
Intanto la Francia sprofonda......siamo alle battute finali delle luminarie macroniane...
Bene per i chiarimenti di diritto canonico. Credo anche adesso, ma quando ho seguito io a Canonico a Giurisprudenza si metteva l'accento (il tempo per il corso è quel che è) sugli aspetti che influivano sulla gente comune, come e soprattutto nullità di matrimoni e trattamento dei figli illegittimi.
Ora faccio un piccolo chiarimento io: come ho detto tante volte (anche se forse con presunzione mi sono paragonato a Dante con Bonifacio VIII), io ritengo Francesco Papa legittimo, anche se non ho mancato di criticare certi suoi atteggiamenti. Se un giorno i cardinali volessero rimuoverlo dare un successore a lui perchè quel che avrebbe fatto avrebbe passato qualche limite e per questo sarebbe decaduto da Pontefice, lo accetterei, ma non se questa rimozione fosse invece messa in atto "per dare successione a Benedetto XVI", questa motivazione non potrei accettarla.
Anche molti di quelli che ascoltavano le parabole del Signore non si sono salvati. Basta con la retorica del "cuore" contrapposto alla "cultura", un "cuore" capace di credere alle costruzioni concettuali più incredibili e sgangherate, solo perché soddisfano i suoi desideri.
https://tg24.sky.it/mondo/2024/12/02/crisi-governo-francia
Sono senz'altro d'accordo con lei e ritengo che non sia mai il caso di impelagarsi in questioni giuridiche, che detesto per natura in sommo grado. Ho appena letto il bellissimo scritto della Signora Benedetta De Vito.
LS News sta dedicando ampio spazio alla questione della validità del papato di Bergoglio e quindi ai problemi posti dalla rinuncia di Ratzinger con l'invenzione del papato "emerito". L ' ultimo articolo traduce in inglese un lungo intervento del canonista italiano prof. Patruno, il quale sostiene esser stata la costruzione del "papato emerito" un errore. Ma qui cito questo articolo soprattutto perché da esso ho appreso che la tesi assurda del papato quale quarto grado dell'Ordine, fornito quindi di un carattere indelebile, ha cominciato a diffonderla Karl Rahner, il noto gesuita infarcito di ambiguità ed eresie. L 'ha elaborata in anni lontani quando il più giovane Ratzinger sembrava condividerne diverse impostazioni. Questa tesi farlocca non poteva provenire che dalla neo-modernistica Nuova Teologia.
pp
"non bisogna impelagarsi in questioni giuridiche, che detesto in sommo grado.."
Un atteggiamento che sembra diffuso, fra i tradizionalisti, che peraltro non si impelagano nemmeno in questioni teologiche, a quanto sembra. Lasciano così campo libero alle elucubrazioni e ai vaneggiamenti dei nemici della retta dottrina e pastorale della Chiesa.
Ora, le questioni giuridiche sono spesso complesse, come quelle teologiche. Ma ci sono appunto quelli che cercano di spiegarne l'essenziale in modo da renderlo comprensibile anche a chi non è della materia. Del resto, tutta la questione del "papato emerito" si basa su questioni giuridiche, cioè sulla validità o meno della rinuncia di Benedetto XVI. Bisogna quindi andare a vedere cosa dicono i codici, i giurisperiti e anche i teologi, se si vuole fare un discorso serio.
Tuttavia, la questione giuridica della rinuncia di Benedetto non è affatto incomprensibile, ridotta all'essenziale. Come ogni rinuncia ad un incarico pubblico e ufficiale, essa deve essere del tutto libera e manifestarsi nelle forme prescritte dal diritto ( r i t e). È chiaro che ciò che interessa all'ordinamento è l'esistenza di una volontà razionale che liberamente rinuncia ad un ufficio e nei modi imposti dalla procedura. Dei motivi per i quali si rinuncia il Codice non si occupa, essi possono essere i più vari. Come ho ricordato più volte: De internis non curat Ecclesia.
Nel caso del papa c'è un altro aspetto: la sua rinuncia non può essere accettata da alcuno, non esistendo un'istanza superiore al papato. Invece, per fare un esempio, se un professore universitario va in pensione anticipatamente, deve scrivere una lettera al suo Rettore, che, dopo averlo ascoltato, potrebbe rifiutargli il congedo anticipato - ma sarebbe in genere un rifiuto per motivi obbiettivi, quali ad esempio l'interesse della materia, che non vuole privarsi di un valido insegnante, senza indagare sui motivi soggettivi che possano aver spinto alle dimissioni. Il Rettore accerta soprattutto che il dimissionario agisca liberamente e coscientemente, che non sia costretto da alcuno con la forza.
Idem nel caso delle rinuncie papali. La rinuncia di Benedetto è avvenuta secondo la fattispecie prevista nel Codice di dir canonico? Se sì, allora è valida. Su questo bisognerebbe discutere. All'apparenza, è validissima, Benedetto ha fatto tutto secondo il codice. Poi però se ne è venuto fuori con la novità del papato emerito, che ha creato un'enorme confusione, cercando qualcuno di introdurre anche la nozione di "papato allargato", ma in senso solo spirituale, nella figura del papa emerito orante per l'aiuto divino alla Chiesa!!
Tuttavia, se la Chiesa non si cura delle intenzioni e non fa i processi alle intenzioni, allora il fatto che Benedetto si sia dimesso pensando di mettersi a fare l'Emerito non incide sulla validità delle sue dimissioni, che valgono in quanto dimostrino una effettiva, libera, proceduralmente corretta volontà di sgombrare il campo e non per i fini soggettivi altri eventualmente perseguiti dal dimissionario.
I ragionamenti qui esposti sono forse troppo difficili, da azzeccagarbugli, difficilmente comprensibili da parte dei non addetti ai lavori? Non mi sembra. Nemmeno io sono un addetto ai lavori, mi fondo sui miei passati studi. Naturalmente, non è obbligatorio esser d'accordo. Ma la contestazione andrebbe fatta in modo razionale, argomentando, non con il "cuore" cioè su quel piano emotivo che si sostanzia in genere di dichiarazioni di tipo oracolare.
Alla superbia della scienza, "che gonfia", san Paolo oppone l'umiltà della carità, non l'ignoranza. Nemmeno l'ignoranza ci procura la salvezza.
pp
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La Verità si fa riconoscere:
Alla superbia della scienza, "che gonfia", san Paolo oppone l'umiltà della carità, non l'ignoranza. Nemmeno l'ignoranza ci procura la salvezza.
Sul Papato per sempre Socci citava nel suo primo libro su questo (anti allora per lui) papa, un Papa di secoli or sono, nulla a che fare dunque con Rhaner.
Vanno benissimo le norme per le dimissioni, su cui non si disquisisce. Si valuta piuttosto la non normalità del testo ( inconfutabile ció). E la non normalità del papa orante, se non sei papa fai il vescovo orante e .. trovi un vestito da vescovo senza difficoltà.
"3. La questione dell'antitesi munus-ministerium resta oscura, almeno a me. Non vedo come la (apparente) convinzione di Ratzinger di conservare un munus pontificio puramente spirituale e simbolico, da esercitarsi nel "recinto di S. Pietro" con la preghiera e lo studio, senza più governare in alcun modo la Chiesa, possa render invalida la sua abdicazione".
Professore, la vedo allo stesso modo. Il grosso problema è il seguente:
Su quali basi Benedetto XVI si dimette dal ministerium e mantiene il munus? Qual è il fondamento canonico e teologico di questa decisione?
Undici anni dopo, l'unica base per una simile decisione è la volontà stessa di Ratzinger. In questo senso sorge un’altra domanda:
Può un Papa di sua spontanea volontà (ex nihilo) creare il papato emerito?
La separazione tra munus e ministerium nel papato, analogamente, sarebbe equivalente alla separazione tra intelligenza e volontà. Per me Benedetto XVI/Ratzinger, rassegnandosi, ha inferto un colpo molto peggiore di tutti quelli inferti dal Concilio fino ad oggi nella Chiesa.
L'atto di rinuncia di Benedetto XVI è ripugnante, non è un atto eroico come dipingono i bentovacantisti.
Non credo esistano formulari per le dichiarazioni di rinuncia, a pena di nullità. Basta che la dichiarazione di rinuncia esprima chiaramente la rinuncia stessa e soddisfi altri requisiti, se necessari, quali p.e. la vacanza della Sede. La supposta "anormalità" del testo di rinuncia di Benedetto è perfettamente confutabile.
"Il ruolo di Benedetto XVI come Emerito ha avuto la funzione di affiancare una sorta di Papato conservatore (munus) che vigilasse sul Papato progressista di Bergoglio (ministerium), in modo da tenere insieme la componente moderatamente conservatrice ratzingeriana e quella violentemente progressista bergogliana, favorendo la percezione di una continuità tra il “papa emerito” e il “papa regnante”".
L'immagine conservatrice di Benedetto XVI è crollata con le sue dimissioni rivoluzionarie. Sarebbe dovuto bastare il più grande atto progressista, dalla fine del Concilio fino ad allora, per mettere fine a questa immagine. Il Ratzinger/Benedetto XVI conservatore, è una creazine dei mass media.
Ora se è crollata questa immagine di tradizionalista di BXVI ... se ne deduce che ha fatto qualcosa di assolutamente nuovo inedito assurdo per la Tradizione, quindi...
"Ora se è crollata questa immagine di tradizionalista di BXVI..."
Per te che cosa è il papato emerito?
Ratzinger/BXVI non è mai stato un tradizionalista:
La risposta di Don Joseph Ratzinger
(poi Benedetto XVI) al Prof. Michael Schmaus e le sue conseguenze - http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV5963_Falcometa_Risposta_di_Ratzinger_a_Schmaus.html
Bravo Gederson, ottima risposta : Ratzinger non è mai stato tradizionalista, né quando era perito del Cardinal Frings al CV II, né da cardinale né da papa ( la sua ultima esternazione modernista, decisa e quasi risentita : " gli ebrei non hanno bisogno di convertirsi a Cristo per salvarsi, lAntica Alleanza non è stata sostituita dalla Nuova Alleanza"
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