No a una economia di guerra. Serve un piano Marshall per risollevare l’Ucraina. L’Europa ritrovi sé stessa e le sue classi dirigenti siano di nuovo artefici di pace e di progresso. L’intervento di Benedetto Delle Site, presidente nazionale Movimento Giovani Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) e di Roberto Mezzaroma, architetto, imprenditore nel settore delle costruzioni e già deputato al Parlamento europeo.
Qui l'indice degli articoli sulla guerra in Ucraina.
Europa al bivio tra economia di vita o di guerra.
Di Benedetto Della Site e Roberto Mezzaroma
Come persone d’impresa e come cattolici, non possiamo restare silenti di fronte al tentativo di instradare l’Europa verso una corsa al riarmo, allontanando pericolosamente le due sponde dell’Atlantico. Non è un’economia di guerra ciò di cui ha bisogno oggi l’Europa bensì, come ci ha insegnato il Santo Padre Francesco a cui restiamo uniti spiritualmente anche in queste ore difficili, una economia della vita, che la difenda in tutte le sue fasi e dimensioni. Una economia di pace.
La grande forza morale dell’Europa risiede precisamente nel binomio fra pace e sviluppo, secondo i principi dell’economia sociale di mercato e della dottrina sociale della Chiesa, abbracciati dai padri fondatori, i quali fedeli a questa ispirazione hanno garantito mezzo secolo di assenza di conflitti nel Vecchio Continente.
Al ritorno dell’incubo hobbesiano dell’“homo homini lupus” e di una protervia delle burocrazie statuali, facciamo nostra la visione dell’abate Antonio Genovesi, padre della prima cattedra di economia in Europa: “Homo homini natura amicus”. Crediamo infatti che da un solido rilancio del commercio internazionale, animato da un ritorno alle regole dell’arte della mercatura, possano venire le migliori condizioni per scongiurare la follia della guerra mondiale.
Per questo chiediamo al governo italiano di attivarsi per correggere la rotta europea proponendo di convertire il piano di riarmo annunciato in un nuovo piano Marshall per la ricostruzione dell’Ucraina, che convogli gli investimenti europei e occidentali verso un Paese in macerie martoriato dalla guerra ma che, con il suo coraggio e la sua voglia di riscatto, ha tutte le carte in regola per risollevarsi.
È altresì necessario, vista anche l’iniziativa degli Stati Uniti nello stesso senso, aprire un tavolo diplomatico con la Federazione Russa allo scopo di negoziare una sicurezza comune. Gli investimenti italiani ed europei nella difesa puntino soprattutto alla crescita e al rafforzamento della forza diplomatica e dell’intelligence per prevenire e risolvere pacificamente i conflitti.
Infine, in questa nuova traiettoria l’Europa può e deve farsi capofila di un piano di conversione degli arsenali atomici mondiali in energia di pace (nucleare ad uso civile), un segnale non solo di distensione ma anche un ulteriore investimento contro l’innalzamento dei costi energetici che gravano su famiglie e imprese. Questa iniziativa perseguirebbe anche lo scopo di diversificare le fonti di approvvigionamento in favore di fonti non inquinanti.
L’Europa ritrovi sé stessa, sia sé stessa, con le parole di San Giovanni Paolo II, e diradata la coltre di cenere torni a respirare con i suoi due polmoni: l’est e l’ovest. Le sue classi dirigenti siano di nuovo artefici di pace e di progresso. Di fronte ai partigiani della guerra le piazze del mondo piene di persone comuni che invocano la pace rappresentano il vero mediatore, è il “potere dei senza potere” che chiede ai cosiddetti potenti della terra di mettere fine alla guerra.
I credenti che hanno fornito la linfa vitale alla civiltà e all’unità politica europea, mettendovi al centro la persona e la famiglia, il lavoro e lo sviluppo, non abdichino alle proprie responsabilità, che richiedono la preghiera – è più che mai necessaria una rete di preghiera mondiale per i “sapienti di questo mondo, affinché non guerreggino e non impediscano la propagazione del Suo regno” (San Pio da Pietrelcina) – e l’azione, attraverso un audace protagonismo nella politica, nell’amministrazione pubblica, nell’impresa e in tutti i settori della vita civile senza timore di vivere questi impegni con coerenza e unità di vita, operando insieme a tutti coloro che perseguono la via della pace e dello sviluppo.
07/03/2025 - Fonte
13 commenti:
Si vuole riconvertire l'industria dell'automobile tedesca in industria militare, dopo il disastro del green deal? Lo si dica chiaramente, evitando di vendere fumo.
Articolo utopistico, in relazione all'incancrenita situazione militare e politica attuale.
Tra l'altro, i 50 anni di assenza di guerre in Europa non sono il frutto dell'azione positiva degli imprenditori fedeli allo spirito cattolico quanto dell'equilibrio del terrore (atomico) e del fronteggiarsi di due imponenti schieramenti militari, Nato e Patto di Varsavia, che però, per via del potenziale pericolo atomico, non osavano affrontarsi apertamente con la guerra.
Giusta l'idea di un Piano Marshall per l'Ucraina. Ma per quale Ucraina? Solo quella che fosse riuscita a sopravvivere alla presente guerra, come Stato ancora indipendente pur se mutilato di alcuni territori. Siamo lontani da una simile conclusione.
C'è anche l'impressione che Trump stia sbagliando politica. Per portare i russi al tavolo dei negoziati di pace non servono le sanzioni, che al Cremlino fanno un baffo, oltre ad offendere l'umbratile orgoglio moscovita. Serve che l'Ucraina si dimostri impossibile da conquistare interamente, che insomma non crolli militarmente.
Pertanto, sbaglia Trump col diminuire le capacità difensive dell'Ucraina, azzerando il contributo dell'intelligence militare USA (fondamentale per la difesa aerea) e sospendendo gli aiuti americani in toto, come sembra. Rendere l'Ucraina più debole sul campo favorisce di fatto l'avanzata russa. Pertanto, i russi, vedendo gli USA indebolire l'Ucraina a loro vantaggio, perché dovrebbero sedersi al tavolo a negoziare? Si convincerebbero, piuttosto, che il vantaggio a loro offerto da Trump su un piatto d'argento, sarebbe tale da farli perseverare nella guerra fino al crollo dell'avversario.
Putin ha sempre detto che la Russia continuerà la guerra sino al perseguimento di tutti i suoi obbiettivi. Quali siano tutti gli obbiettivi, però, non mi sembra che l'abbia detto.
Insomma, la politica di Trump, volta a penalizzare l'Ucraina indebolendone le capacità difensive, rischia seriamente di prolungare la guerra sino alla vittoria russa sul campo; rischia di dar vita a risultati opposti a quelli cui aspira Trump.
Un'eventuale occupazione russa di tutta l'Ucraina renderebbe indispesabile agli occhi di molti il mantenimento della Nato e il programma di riarmo dell'Europa occidentale. Ovviamente, sempre a scopo difensivo non per attaccare la Russia.
Negli anni scorsi l'idea assurda che gli ucraini potessero vincere i russi l'hanno tirata fuori gli americani soprattutto.
Il no alla guerra deve esser ponderato non irrazionale. Ricordiamoci: "si vis pacem para bellum".
Miles
Nella Europa e nell'Occidente si è privilegiata la finanza sopra la religione, la cultura, l'economia, la politica. Meglio la religione, la cultura, l'economia, la politica, in due parole il 'bene comune' è stato piegato alla finanza, che lo ha corrotto in ogni sua diramazione affinché illudesse, plagiasse i popoli, cioè nel far loro credere che stavano progredendo, mentre li facevano regredire nello spirito, nell'anima, nel corpo, salute intelligenza, volontà. I vizi sono stati equiparati a diritti, le virtù indietriste, non più al passo dei tempi, sono state buttate nel fosso. Non tutti ovviamente sono caduti nella manipolazione magna della finanza, in ogni Stato parte della popolazione non è caduta nella grande trappola. Notizia recente, il mondo ribaltato sta istigando i manipolati doc a denunciare quanti non sono caduti nella manipolazione magna. Questo significa che, all'interno di ogni Stato l'alta finanza sta mettendo gli uni contro gli altri. Forse la guerra che vorrebbero apparecchiare è proprio quella fratricida. Se così fosse che siano doppiamente maledetti in eterno!
m.a.
Leggo da un post di Francesco Giubilei la conferma che in Romania è stata appena formalmente respinta la candidatura alle presidenziali del candidato della destra Calin Georgescu in Romania. Cioè dopo aver annullato la prima tornata delle elezioni presidenziali ora vietano al candidato che ha ricevuto più voti di ricandidarsi, agghiacciante (indifferentemente il soggetto che piaccia o meno si viene a negare ogni valore democratico).
Con questo gesto la UE ha compiuto l’errore più grande, giacchè di certo non sarebbe accaduto senza supporti da Bruxelles.
E contemporaneamente si sente parlare di togliere il diritto di voto all’Ungheria che continua ad opporsi alla volontà della Baronessa Von Der Leyen, un loro diritto giusto o sbagliato che sia.
Questo accade in un grande silenzio delle principali testate di comunicazione europee, imbarazzante.
Sono ora certo di una cosa, ASSOLUTAMENTE CONTRARIO a un esercito europeo fuori dal controllo del Governo Italiano, che un giorno ove la TecnoCasta di Bruxelles lo volesse e decidesse di annullare le votazioni in Italia poi potrebbe venire a imporre “l’ordine con la forza”.
Preciso che non mi permetto mai di esprimere giudizi sull’esercizio della democrazia in un paese che non sia il mio e in cui voto è che quindi per me questo candidato avrebbe potuto vincere o perdere a seconda della decisione del suo popolo è non mi sarei permesso di esprimere posizioni, ma di certo è preoccupante che a qualcuno che abbia ricevuto una così elevata percentuale dei voti pari a milioni di persone venga vietato di esercitare il suo diritto elettorale attivo.
La situazione è estremamente grave, ma assolutamente non seria.
Per completare la disamina dell'anonimo delle 20:47, si può dire che la UE ha gettato la maschera. Chi ancora si ostina a considerare questa creatura come un baluardo contro tutti gli autoritarismi, ora ha di che ricredersi. L'esperimento COVID è servito a testare il terreno. E ricordiamoci che una certa magistratura è la spalla ideale del mostro burocratico europeo.
Quali valori dovremmo difendere di questa Europa? La dittatura del woke? Il green deal? Il gender? I diritti che sono il trionfo del male (aborto in primis)? L'indebitamento degli Stati? Il neoliberismo dal Maastricht ad oggi? Vergogna!!!
Dobbiamo ribellarci a tutti questi non-valori. La salvezza non può certo venire dalle milizie asiatiche e caucasiche di Putin. Dobbiamo ribellarci noi, come ha fatto la parte sana degli americani.
Ma se non riusciamo neanche a denunciare il tradimento della fede messo in atto da tanti anni dalla Chiesa cattolica, cosa vogliamo? Nella Chiesa domina l'omertà, anche tra i fedeli: accanto al cover-up arcobaleno c'è il cover-up teologico - guai a voler far aprire il dibattito sul Vaticano II, a portare alla luce le eresie in esso contenute, a mettere in dubbio l'ortodossia di papi neomodernisti anch'essi come Giovani Paolo II e Benedetto XVI.
GEORGESCU E GLI URSULIANI
L'Europeismo Reale è una forma sempre più conclamata e sempre meno morbida di autoritarismo. Il rigetto della candidatura di Călin Georgescu alle elezioni presidenziali della Romania è una svolta golpista che anticipa il modello di gestione del potere su tutto il continente.
Quelli che per anni hanno soffiato il fuoco sulla categoria inventata dei "putiniani" ciecamente fedeli a Putin volevano in realtà nascondere l'instaurazione del regime degli "ursuliani" ciecamente allineati a Ursula von der Leyen. Chi oggi puntella l'Unione Europea è un "ursuliano", ossia uno che contribuisce ad affossare la democrazia nel nostro secolo.
Massima solidarietà al popolo rumeno, derubato della propria sovranità da un regime che ha rotto ogni freno, un regime che non c'è solo in Romania e ha testa nelle capitali europee del nuovo avventurismo bellico.
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Il conflitto in Ucraina è figlio “dell’arroganza statunitense”, per Jeffrey Sachs: un “tragico errore” frutto di 30 anni di politiche fallimentari che miravano all’espansione della Nato a est.
Ma ora che l’America di Trump ha deciso di chiudere la ferita, la leadership europea sembra in preda alla coazione a ripetere e persiste su “posizioni massimaliste” che tendono a prolungare lo scontro.
Arrivando fino a evocare lo spettro della deterrenza nucleare: “L’Europa e la Russia non hanno alcun motivo per farsi la guerra – spiega l’economista della Columbia – se non il bellicismo di una certa leadership europea, residuo della strategia di allargamento della Nato voluta dagli Stati Uniti tra il 1994 e il 2024”.
SCACCO MATTO DI PUTIN: FINE DEI GIOCHI
Il "pericoloso dittatore" che conquista i territori europei per depredarli e sottomettere le popolazioni al suo pugno di ferro ha, ancora una volta, mostrato un segno di apertura verso gli Stati Uniti.
Ricordiamo che questa guerra per procura è stata scatenata dagli Stati Uniti. È stata la Cia a prendere possesso dell'Ucraina ed a dirigerne le operazioni, influenzando i Governi o rovesciando quelli scomodi.
Sono le armi degli Stati Uniti, date da Joe Biden a Zelensky, che hanno ammazzato un sacco di soldati russi in questa Operazione Z.
Quindi al di là del Presidente in carica, Putin avrebbe tutte le sue Buone ragioni per avercela a morte con gli States. Eppure, dopo tutto questo, riesce ancora a perdonare e fare passi di apertura, se la controparte (Trump) si mostra conciliante. Questa è la diplomazia del futuro, non penetrante ed aggressiva (maschile) ma conciliante ed accogliente (femminile).
Trump ha capito che doveva togliere gli aiuti militari all'Ucraina per fermare questa guerra.
Putin ha capito che Trump vuole indietro i soldi delle armi date da Joe all'Ucraina tramite lo sfruttamento dei giacimenti minerari.
L'IMPERO Britannico per non fermare questa guerra ha firmato un accordo semi-segreto con Zelensky, per sottrarre le Terre Rare a Trump.
Putin ha compreso il Piano ed ha deciso di cedere i minerali dei territori ucraini conquistati a Trump. L'unico che vuole davvero fermare questa guerra.
COORDINAMENTO PERFETTO:
PUTIN OFFRE AGLI STATI UNITI MINERALI RARI
"La Russia ha molto di più, e non lo sottolinieró mai abbastanza, risorse più grandi dell'Ucraina. Saremmo aperti alla cooperazione con i nostri partner americani, cioè con le aziende governative, amministrative e anche private. Lo sviluppo di queste risorse richiede un significativo investimento di capitale".
VLADIMIR PUTIN
'Visto che i nostri rifornimenti sono inutili, li interrompiamo del tutto'. Sarebbe bello sentire questa risposta, ma sicuramente il governo "patriottico", addomesticato dalla UE e sotto la vigile bacchetta del loro fedele servitore e nostro PdR, che rigira la storia a suo piacimento, porgerà le nostre scuse con altri baci & abbracci, levando soldi al popolo italiano per sostenere la gloriosa resistenza ucraina. Quella ispirata dalle strepitose vittorie del nazi-battaglione Azov e dall'eroe nazista Stephan Bandera, anima nera dell' Ucraina. Mica come i russi, che somigliano al terzo Reich.
https://www.treccani.it/enciclopedia/eol-bandera-stepan-andrijovic/
E per concludere in bellezza con la democrazia targata UE, la commissione elettorale rumena ha respinto la candidatura del candidato presidenziale Calin Georgescu.
Le elezioni si dovrebbero svolgere il 4 maggio dopo che le ultime, vinte proprio da Georgescu, sono state annullate prima del ballottaggio dell'8 dicembre dalla Corte Costituzionale Romena. Per continuare al meglio la buffonata, qualche giorno fa Georgescu è stato anche arrestato in un chiaro atto di intimidazione.
L'accusa è di ingerenze Russe, di bot Russi su Tik Tok, insomma, è colpa della Russia. Ma a sostegno di queste tesi non è mai stata fornita mezza prova che sia mezza. Anche ieri, dopo l'esclusione dalla corsa elettorale, non si è capito bene con quale motivazione abbiano escluso Georgescu. È bastato solamente raccontare all'opinione pubblica che è un filorusso.
Alla fine quando estrometti un candidato che non piace a Bruxelles, non servono prove. Ti credono sulla parola perché qui da noi, che ovviamente siamo democratici, va bene tutto ma al potere ci deve andare solo chi piace ai porci di Bruxelles. E va bene anche tenere a piede libero gente che decide di spendere 800 miliardi di euro così di punta in bianco senza coinvolgere i Parlamenti. Ricapitolando: fai carte false per portare un continente in guerra dopo averlo portato alla fame e tutto va bene. Vuoi candidarti alle elezioni ma siccome non va bene ai porci di Bruxelles, allora ti annullano prima la vittoria, poi ti arrestano e infine ti dicono che non puoi più candidarti. Il tutto senza uno straccio di prova.
Capite perché vogliono difendere questa democrazia e sono disposti anche a farlo con le armi?
P.S: Georgescu è nei sondaggi al 38%. Ben 22 punti sopra rispetto al secondo candidato dato appena al 16%.
T.me/GiuseppeSalamone
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