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lunedì 18 agosto 2025

Europa senza visione: L’irrilevanza alla corte di Trump

Per rimanere aggiornati. I nostri governanti si comportano come se l'incontro di Trump e Putin ad Anchorage non avesse segnato la fine del globalismo e posto le basi di un nuovo assetto multipolare...

Europa senza visione: L’irrilevanza alla corte di Trump

Il viaggio dei leaders europei alla Casa Bianca, subito dopo il vertice di Anchorage tra Donald Trump e Vladimir Putin, mostra nella forma più chiara la crisi dell’Unione Europea: un continente che un tempo fu centro di civiltà e di diritto, ridotto oggi a recitare il ruolo di comparsa deferente, senza strategia, senza forza, senza respiro politico.
L’Europa, con la Gran Bretagna, arriva a Washington non per proporre soluzioni, bensì per confermare la propria subordinazione, portando in dote l’ennesima litania di sanzioni e condanne, formule ripetute con ostinazione meccanica, prive di effetto reale e lontane da qualsiasi prospettiva di pace.
Il Trattato di Lisbona del 2007, con l’art. 29 TUE e l’art. 215 TFUE, autorizza formalmente il ricorso a misure restrittive contro Stati e soggetti esterni. Questa possibilità, che nelle intenzioni avrebbe dovuto garantire uno strumento di pressione politica, si è rivelata del tutto inutile. 
Dopo più di tre anni di embargo, la Russia non è stata indebolita in modo decisivo, ha diversificato i mercati, ha consolidato i rapporti con la Repubblica Popolare Cinese e India, mentre l’Europa ha pagato il prezzo più alto: inflazione energetica, perdita di competitività industriale, dipendenza crescente dagli Stati Uniti. Uno strumento nato come leva politica si è trasformato in un boomerang che colpisce i popoli europei, confermando che il diritto, quando si separa dalla realtà, diventa simulacro inefficace e persino nocivo.
Anche sul piano del diritto internazionale pubblico, la contraddizione è evidente. La Carta ONU fonda la pace sulla cooperazione e sull’uguaglianza sovrana tra gli Stati, non sull’imposizione unilaterale di misure coercitive che frammentano l’ordine delle genti. L’Unione, tuttavia, insiste su questa strada, continuando a evocare valori universali mentre tradisce il loro fondamento reale.
La pace, secondo la tradizione giusnaturalistica, è ordine giusto, armonia stabile tra i popoli, equilibrio tra potere e diritto radicato nel bene comune. Ridotta a un formalismo normativo, essa perde il suo significato e diventa slogan burocratico, incapace di incidere sugli eventi.
Il risultato è che l’Europa vive come un’enclave separata dalla realtà geopolitica. Le grandi decisioni si prendono tra Washington, Mosca e Pechino; Bruxelles rimane spettatrice, priva di peso.
Politicamente, sta sacrificando gli interessi dei cittadini su altari ideologici che non hanno più presa sulla concretezza. Filosoficamente, ha abbandonato l’orizzonte classico dell’ordine e della giustizia, sostituendolo con la sterile retorica di "valori" (mai che si parli di principi) che nessuno riconosce perché imbevuti di falsitá e ideologia.
La visita a Washington non è, dunque, un atto di alta diplomazia, quanto la certificazione della marginalità europea. È il gesto di chi non ha più visione e si presenta al cospetto del potere per ricevere istruzioni. L’Unione, infatti, non legge la realtà, la subisce. Non costruisce la pace, ne prolunga l’assenza. Non governa, ma amministra un vuoto politico che condanna i popoli europei a pagare prezzi crescenti senza trarne alcun beneficio.
Continuando a insistere su sanzioni inutili e retoriche consunte, l’Europa conferma la sua irrilevanza e la sua incapacità di orientare l’ordine delle genti. Oggi, più che mai, appare come un continente senza visione, che parla di pace senza conoscerne il senso e che ripete formule astratte mentre il mondo si ridisegna senza di lei.
Daniele Trabucco

5 commenti:

Intanto nell'Italia di oggi ha detto...

... E poi arrivano gli altri. Altri stranieri, alcuni con bottiglie di birra in mano, che circondano l’auto, insultano, fanno gestacci. Due di loro bloccano fisicamente il padre, impedendogli di rientrare in macchina. I bambini, di 5 e 8 anni, urlano di terrore.
La madre, in preda al panico, chiama cinque volte il 112. La risposta?
*”Non ci sono pattuglie disponibili.”*

Anonimo ha detto...

Appunto, vuolsi così...e tutto quel che ne consegue.

Anonimo ha detto...

So di ripetermi, ma non mi trattengo: abbiate pazienza.
L’Unione Europea è nemica del popolo italiano. Non bisogna aver paura di uscirne, ma di restarci un minuto di più.

Anonimo ha detto...

Vien da piangere.

Anonimo ha detto...

L' irrilevanza dell' Europa.
L ' Europa si è suicidata con due guerre mondiali. Ma a ben vedere l'entità Europa era più culturale che politica. Prima del 1914 esisteva l'impero britannico, al tempo la più grande potenza mondiale, che controllava la gran parte del commercio per mare con le sue flotte mercantili. A questo impero si contrappose quello tedesco, che iniziò una competizione economico-commerciale con quello inglese su tutto il globo. L ' Europa cristiana cioè cattolica si dissolse con l'eresia protestante e le guerre di religione, che alla fine portarono alla laicizzazione dello Stato. Nel 1914 c'era poi l'impero austro-ungarico, che mantenva le posizioni ma doveva affrontare l'aggressività della Serbia, sostenuta dalla Russia, nel conflitto iniziatosi con la dissoluzione della parte balcanica dell'impero ottomano, considerato "il malato d'Europa". Russi e austriaci non riuscirono a mettersi d'accordo nella spartizione dei Balcani ex-turchi. Era poi nata la questione del petrolio, da quando la Royal Navy aveva inaugurato motori a nafta per le sue navi. La lotta per le fonti del petrolio (Mesopotamia e Persia, poi Irak e Iran, il primo provincia ottomana) fu una delle cause della Grande Guerra.
Insomma, rinfreschiamoci la memoria: si parla di un'Europa quale entità unitaria, che avrebbe avuto non solo un'anima ma anche una politica comune, ispirata ai principi del cristianesimo (del cattolicesimo, perché l'Oriente cristiano si era separato da quel dì ed anzi vedeva l'Europa casttolica come una nemica), allorché quest'Europa unitaria ispirata a principi cristiani non esiste da secoli e bisogna anzi chiedersi se sia mai esistita come forza politica e militare effettiva - è esistita in momenti particolari, p.e. nell'unione (provvisoria) provocata dalle guerre contro l'islam invasore. Anche al suo interno, nonostante i comuni principi morali e religiosi, l'Europa cristiana soffrì di profonde divisioni, alcune delle quali alla fine letali, come quella tra papato e impero, in lotta reciproca per la supremazia spirituale e politica.
Politicus