Mala tempora per i sacerdoti che non si piegano ad applicare la 'pastorale' del concilio e riaffermano le verità cattoliche. Il problema è che anche la maggior parte dei vescovi, mentre accolgono todos todos todos, sono intolleranti nei confronti della Tradizione e di tutto ciò che è a disagio con le innovazioni conciliari e con la Messa riformata e il suo depauperamento quando non stravolgimento della retta fede. Di seguito una riflessione interessante sul caso di don Leonardo Pompei, che ha suscitato molto scalpore anche sui media.
La prova dell'obbedienza nella fedeltà alla verità
Un sacerdote che, per fedeltà alla Tradizione, rifiuti di obbedire a prassi o direttive che ritiene contrarie alla verità del Vangelo e alla costante dottrina della Chiesa, può incorrere in provvedimenti disciplinari da parte del proprio Ordinario, fino ad arrivare alla sospensione dall’esercizio del ministero.
È questa una delle situazioni più drammatiche che la vita ecclesiale conosca, poiché mette il ministro ordinato dinanzi a una lacerazione interiore: da un lato la coscienza, che lo obbliga a non compiere ciò che giudica peccaminoso o contrario alla fede, dall’altro l’obbedienza gerarchica, che è dimensione costitutiva del sacerdozio cattolico.
Il principio da cui partire non può che essere quello espresso dall’Apostolo Pietro: "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini (At 5,29). Questo non significa sostituire l’arbitrio personale alla disciplina della Chiesa, ma riconoscere che l’autorità ecclesiastica è autentica nella misura in cui rimane strumento della Verità divina, non quando si pone in contrasto con essa.
Così come san Tommaso afferma che l’obbedienza non è assoluta, ma ordinata al bene supremo, allo stesso modo il sacerdote è moralmente tenuto a resistere quando gli si impone ciò che contraddice il deposito della fede.
Sul piano canonico, il sacerdote che riceve un provvedimento disciplinare ha anzitutto la possibilità e il diritto di ricorrere, secondo le norme del Codex iuris canonici vigente del 1983 (canoni 1732-1739), alle istanze superiori fino alla Sede Apostolica. Questo rimedio giuridico, lungi dall’essere un atto di ribellione, manifesta la volontà di rimanere nella Chiesa e di chiedere che sia fatta giustizia secondo il diritto, nella consapevolezza che la Chiesa non è proprietà dei singoli Vescovi ma corpo di Cristo retto da una legge superiore alla volontà di ciascuno.
Sul piano pastorale, tuttavia, il sacerdote sospeso si trova in una condizione di sofferenza acuta, poiché privato della possibilità di esercitare pubblicamente il proprio ministero. In questa situazione, la sua fedeltà si manifesta nella capacità di vivere la prova come partecipazione alla croce di Cristo. Non si tratta di rinunciare alla verità, né di accettare passivamente l’ingiustizia, ma di continuare a servire i fedeli, per quanto possibile, attraverso la testimonianza personale, la preghiera, la predicazione non ufficiale e l’accompagnamento spirituale.
La sospensione, in questo senso, può diventare occasione di purificazione, mostrando che il sacerdozio non è potere di governo, ma oblazione di sé per la verità e per la salvezza delle anime. Pastoralmente, il sacerdote fedele alla Tradizione non deve lasciarsi vincere né dalla solitudine, né dal risentimento. La comunione con altri confratelli, il sostegno dei fedeli laici che riconoscono la verità e, soprattutto, il riferimento costante al Magistero perenne, diventano i rimedi più efficaci contro la tentazione dello scoraggiamento o della rottura.
Non deve mai assumere atteggiamenti scismatici, poiché la sua battaglia non è contro la Chiesa, ma contro le derive che in un determinato tempo storico possono affliggerla. La sua resistenza è, pertanto, interna alla Chiesa e per la Chiesa, non contro di essa.
In ultima analisi, il sacerdote sospeso per fedeltà alla verità non è chiamato a scegliere tra obbedienza e tradizione, quanto a mostrare che l’autentica obbedienza è quella che rimane saldo alla Tradizione viva. I rimedi canonici gli offrono uno strumento di difesa, i rimedi pastorali lo invitano a continuare la sua missione anche in forme non ufficiali, ma soprattutto il rimedio spirituale consiste nel conformarsi a Cristo obbediente fino alla morte, mostrando che l’ultima parola non appartiene al potere disciplinare degli uomini, bensì alla sola Verità che libera.
Daniele Trabucco
37 commenti:
Buongiorno. Grazie al dott. Trabucco per la sua consueta chiarezza e precisione. Pongo questa domanda. Un sacerdote che decidesse di non celebrare “ una cum”, prendendo le distanze dagli scostamenti e dalle derive rispetto al Magistero perenne (che sempre più vengono imposte dai superiori) é separato dall’unità della Chiesa? Consacra validamente? Le sue preghiere hanno efficacia per chi partecipa alla santa Messa? …Oppure “diventa scismatico”? Avviene che un sacerdote amico abbia fatto questa scelta ponendoci nella nella sofferta condizione di scegliere di non partecipare più alla Messa da lui celebrata. Si soffre come pecore senza pastore… o con pastori allo sbando. Grazie mille
A proposito di don Leonardo Pompei c'è chi ha invocato il caso di Padre Pio senza conoscerne la vita reale; il che è un grave errore. Padre Pio obbedì quando gli furono imposte pene personali, ma non tacque mai sulla fede né smise di difendere la Messa, l’Eucaristia e la retta dottrina. Non piegò mai la testa davanti all’errore.
San Tommaso insegna che l’obbedienza è virtù solo se ordinata a Dio (Summa Theol. II-II, q.104). Obbedire ciecamente quando è in gioco la fede non è santità: è servilismo.
Don Leonardo non ha rifiutato il Papa né la Chiesa; ha fatto ciò che ogni sacerdote deve fare quando i fedeli rischiano di essere ingannati: ha parlato. Questo è stato di necessità, e il diritto stesso lo riconosce (can. 1323, 1752 CIC).
Chi riduce tutto a “deve tacere e lasciare fare a Dio” non difende la Chiesa, ma consegna le anime al silenzio e alla confusione.
✝️ Salus animarum suprema lex.
Un caso che ferisce: cosa possiamo imparare dalla sospensione di don Leonardo Pompei.
Di Luciano Tovaglieri
La vicenda di don Leonardo Maria Pompei, parroco di Sermoneta sospeso a divinis dal vescovo Mariano Crociata, ha toccato tante coscienze. Da un lato, molti fedeli hanno trovato nelle sue dirette online una catechesi chiara, una spiritualità intensa, un richiamo esigente alla tradizione. Dall’altro, la scelta di contrapporsi pubblicamente al proprio vescovo e alla gerarchia ha aperto una ferita nella comunione ecclesiale. Il decreto di sospensione è stato firmato il 4 settembre e gli vieta l’esercizio del ministero, chiedendogli anche di non presentarsi pubblicamente come sacerdote: un atto grave, ma previsto dal diritto canonico quando viene meno l’obbedienza dovuta.
Cosa c’era di buono nel suo messaggio
È giusto riconoscerlo. Don Pompei ha:
• coltivato una presenza pastorale sul web, raggiungendo persone lontane dalle parrocchie;
• insistito su dottrina, sacramenti, vita di preghiera, suscitando conversioni personali;
• dato voce a una sensibilità tradizionale che chiede bellezza liturgica, chiarezza e rigore morale.
Queste istanze non sono “nemiche” della Chiesa: la Chiesa ha bisogno di chi domanda santità, sobrietà, verità. Ma lo chiede con i toni del dialogo e nella comunione — mai come contrapposizione.
Dove è nata la frattura
I fatti, ricostruiti dalle fonti ufficiali e giornalistiche, sono chiari. Il 2 settembre il vescovo ha emesso un precetto penale che, “sotto pena di sospensione”, intimava al sacerdote di non convocare incontri né attività sui social. La sera del 3 settembre, don Pompei ha comunque tenuto una diretta pubblica su YouTube, dichiarando di non sentirsi più in comunione con il vescovo e con la gerarchia e di non voler più celebrare la Messa secondo la liturgia del Concilio Vaticano II. Il 4 settembre è arrivato il decreto di sospensione. La diocesi parla di un periodo di confronto precedente e di due lettere del sacerdote (29 agosto e 3 settembre) con le quali annunciava le dimissioni da parroco e la rottura della comunione; ora la valutazione dottrinale delle sue affermazioni è stata rimessa al Dicastero per la Dottrina della Fede.
In breve: non è stata punita un’ “opinione teologica” in quanto tale, ma un atto pubblico di disobbedienza che ha reso impossibile al vescovo custodire l’unità della comunità.
Perché uno scontro “politico” non è compito di un sacerdote
Un presbitero può e deve proporre con franchezza (parresia) la verità del Vangelo. Ma il suo modo è sacramentale e pastorale, non politico. Quando un sacerdote trasforma il dissenso in mobilitazione contro i vertici ecclesiali, sposta il baricentro: dalla conversione dei cuori alla conquista di schieramenti. Il risultato sono fratture tra i fedeli, smarrimento, contrapposizioni che finiscono per ferire proprio chi si voleva proteggere.
La storia recente insegna che, dove si è arrivati a dichiarare persino “non valide” le Messe celebrate in comunione col Papa, molti fedeli — confusi e feriti — si sono allontanati dai sacramenti. È un avvertimento serio: il bene delle anime, almeno nella Chiesa, si difende costruendo ponti di dialogo e magari anche di confronto duro, ma all’interno delle sedi appropriate e lontano dai riflettori, non trincee di una guerra pubblica che dia scandalo e disorienti e divida i fedeli.
Perché non si è trovata una “convivenza”
La “convivenza” diventa impraticabile quando si verificano insieme tre elementi:
1. Rottura dichiarata della comunione con il vescovo (atto pubblico, non solo interiore).
2. Disobbedienza formale a un precetto canonico, comunicato con chiarezza e in tempi ravvicinati.
3. Amplificazione mediatica della rottura davanti a migliaia di persone, con eco nazionale.
In queste condizioni il vescovo, cui spetta custodire l’unità, non ha più spazi praticabili per soluzioni morbide. Da qui un provvedimento che, pur doloroso, tutela la comunione e prevenire ulteriori scandali.
Segue
Cosa resta da salvare e come portare avanti le istanze legittime
Le istanze buone restano: devozione, dottrina, bellezza liturgica, chiarezza morale. Ma si difendono così:
• Prudenza e obbedienza: il canone fondamentale del ministero è la comunione col proprio Ordinario. Se c’è sofferenza, si lavora “dentro” l’obbedienza, non fuori.
• Dialogo perseverante: presentare richieste e perplessità per iscritto, con argomenti teologici, evitando i palchi mediatici che polarizzano.
• Preghiera e penitenza: senza di esse, la verità perde carità e la carità perde verità.
.Distinguere gusto liturgico e dottrina: amare la forma tradizionale è legittimo; negare la validità della Messa riformata è un’altra cosa.
Custodire i piccoli: ogni parola pubblica va pesata pensando a chi è fragile nella fede.
Conclusione: verità con carità, unità senza ambiguità
Si può difendere la sensibilità religiosa che molti hanno trovato feconda in don Pompei: fame di cielo, sete di preghiera, desiderio di liturgia bella. Ma — proprio per il bene dei fedeli — un sacerdote non deve rompere con la gerarchia né ingaggiare uno scontro politico con la Chiesa. La strada evangelica è un’altra: moderazione, dialogo, obbedienza, preghiera. Le divisioni non salvano: confondono, disordinano, allontanano dai sacramenti. Chiediamo al Signore che questa ferita si ricomponga, che il sacerdote e la diocesi ritrovino vie di riconciliazione, e che i fedeli non si smarriscano.
Guido Villa
Ultimo post sulla questione "don Pompei", perché è importante..
Il problema di chi non capisce la gravità dell'atto di don Leonardo è che è tifoso o sono attaccati (meglio sarebbe dire: appiccicati) a lui come persona, vivono per lui, respirano per lui. Non sono all'idolatria poiché, a questo livello, sarebbe un concetto eccessivo, però sono sulla buona strada di diventare idolatri.
- Nella mia vita ero guidato a Medjugorje con mia madre da fra Tomislav Vlašić, nei primi tempi davvero un santo sacerdote, quando ahimè è uscito per la tangente abbiamo tagliato subito i ponti. SUBITO!
- Seguivo con piacere all'inizio l'allora ancora "don" Minutella, ma quando mi resi conto che egli era solo l'altra faccia della medaglia di Bergoglio, al tempo in cui aveva solo perso la parrocchia ma era ancora sacerdote senza altri provvedimenti, ho cessato di seguirlo (ahimè avevo ragione anche lì).
- Adesso don Pompei... ho quasi tutte le sue registrazioni dal 2010 in poi, alcune audio, altre video, è stato il mio punto di riferimento spirituale per anni, e grazie a lui mi sono salvato da alcune situazioni spiritualmente pericolose... quindi non posso che essergli grato. Ma adesso è uscito dalla Chiesa (tale è il mancato riconoscimento della gerarchia), e dico, SUBITO e SENZA ESITAZIONE: basta! Non lo seguirò più, ascolterò le sue vecchie registrazioni, e pregherò per il suo ritorno (ha sofferto tanto, ma non dobbiamo essere indulgenti veso l'errore, anche se ha sofferto).
Il leit-motiv spirituale della mia vita è stato Cristo, per intercessione di Maria Santissima, tanto per dire, non lo sono MAI stati neppure i veggenti di Medjugorje (al contrario di altri personaggi che non nominerò qui e che fanno semplicemente pietà), oserei dire che dopo i primi cinque anni da loro non ci andavo quasi più.
Cristo è al centro, e la Chiesa, anche nella Sua componente gerarchica, anche se da molti decenni ci fa soffrire, viene resa santa e immacolata da Cristo.
Cristo è al centro, ed essendo Cristo al centro, la Chiesa vive, e al centro deve esserlo anche la Chiesa, ivi inclusa la sua componente gerarchica, da qui non si scappa. Altrimenti non si è cattolici, si è semi-luterani.
"Cristo è al centro, e la Chiesa, anche nella Sua componente gerarchica, anche se da molti decenni ci fa soffrire, viene resa santa e immacolata da Cristo."
La Chiesa, corpo mistico di Cristo, è e resta una santa immacolata; ma è tale per chi resta fedele a Cristo o per chi, pur peccando, si pente e a Lui ritorna.
Una gerarchia infedele viene resa santa non automaticamente, ma solo se riconosce i suoi errori e si pente.
Il semble que don Leonardo n'ait jamais entendu parler de Mgr Lefebvre. Je lui conseille vivement de lire ses écrits et de les méditer.
Non mi è chiaro perché sia stato vietato al sacerdote in questione di continuare la sua missione anche sul web; ha dato fastidio a qualcuno? Se fino a ieri poteva svolgere un certo apostolato e da oggi questo gli è vietato qualcosa dev'essere accaduto.
È giusto che la Chiesa rimanga una, ma è consapevole di aver stracciato, con il Concilio Vaticano Secondo ed il Modernismo prima, milioni e milioni di anime? L'ha capito o no? La guida ancora il Signore Gesù Cristo o altri? E la Gerarchia che tipo di gerarchia è? Legata a chi? Con quali valori? Ormai i sacerdoti che soffrono, dentro o fuori, sono troppi. Un esamino di coscienza è tempo che la Gerarchia lo faccia, se non altro per non restare con il cerino in mano!
Anche a me questo non e' chiaro, tant'e' che mi meraviglia che gli sia stato
permesso da sempre ed oggi non piu'. Mons.Crocita, perche'?
Forse perche' alcuni "fedeli" molto sensibili si saranno lamentati presso il Vescovo
perche' Don Leonardo insisteva troppo sulla necessaria devozione ed adorazione
della Eucarestia? Forse perche' insisteva troppo sulla purezza e quindi sul sesto
Comandamento? Forse perche' insisteva troppo sula Confessione generale e
specialmente per i moribondi prima della ultima Unzione?Forse perche' insisteva troppo verso i fidanzati nel mantenersi casti? Questi erano prevalentemente gli argomenti
su cui insisteva. Pongo di seguito un video di undici mesi orsono in cui intende
precisare alcune posizioni per cui deduco che siano quegli argomenti che alcuni
"fedeli" hanno tenuto a porre all'attenzione del Vescovo:
Alcuni chiarimenti e delucidazioni...
Don Leonardo Maria Pompei
https://www.youtube.com/watch?v=G_dGgNrQK_k
Ora io mi/vi chiedo, un Vescovo non dovrebbe far da padre o da fratello maggiore
a tutti i Preti che collaborano con lui alla salvezza delle anime in ogni piccola
Vigna Cattolica? Pertanto, faccio un esempio : se al tempo del Covid un Prete manifesta un forte disagio nel dare la Sacra Particola in mano, non dovrebbe essere un buon padre/fratello a trovare con lui il modo e la maniera piu' propria per non offendere Nostro Signore? Se il Prete ribadisce che la Comunione si deve fare in ginocchio perche'
questa e' la "norma" della Chiesa Cattolica Apostolica Romana(dato che il Vescovo si richiama alle regole) e l'altra forma e' una "permissione", perche' non appoggiarlo e
insieme educare i "fedeli". Perche'?
H
Don Leonardo nella foga aha detto che non si riconosce con questa chiesa ma
forse voleva intendere che non si riconosce con gli indirizzi di questi uomini di chiesa
e vedi caso leggo :
Leone XIV nomina Cristina Perrella direttrice della Pontificia Accademia - Promosso l'omoerotismo e i night club
https://gloria.tv/post/vMFGqwkBnd224JbkauqHoDEJc
Se persino Dagospia si Stupisce di Ciò che Pubblica l’Osservatore Romano…Benedetta De Vito.
https://www.marcotosatti.com/2025/09/06/se-persino-dagospia-si-stupisce-di-cio-che-pubblica-losservatore-romano-benedetta-de-vito/
Infine la permissione di un Giubileo penitenziale a chi non vuole fare penitenza ma intende utilizzarlo come cassa di risonanza propagandistica che fa l'interesse
soltanto di chi la promuove.Esattamente come questa :
https://lanuovabq.it/it/la-flottiglia-che-non-fa-il-bene-di-gaza
C'e'di che riflettere e pregare e digiunare.
Nomine discutibili di prelati ultramodernisti in posizioni apicali. Continue citazioni di bergoglio e del concilio. Messe ecologiste. La feroce persecuzione di questo sacerdote e di altri (vedi il caso della Val d'Intelvi) perché tradizionalisti e fedeli alla Chiesa, alla Dottrina e alla Liturgia di sempre. Silenzio sulle Sante Messe (quelle vere) perseguitate. Invertiti e pervertiti accolti nelle chiese di Roma per il Giubileo. Mi sono dimenticato qualcosa? Qualcuno si illude ancora su Leone?
Silente
Una spiegazione che danno i teologi della fsspx del fatto che nelle loro Messe Ordo Vetus hanno sempre mantenuto l'Una Cum, è la seguente, almeno così l'ho capita :
non si significa la comunione con l'individuo che è il Papa del momento bensì la comunione con il papato, con l'istituzione, mantenendo in tal modo la visibilità della Chiesa. L'Una Cum non significa approvare nel particolare quello che fa il papa, comprresi quindi gli eventuali errori dottrinali e pastorali, che vengono anzi criticati nelle opportune sedi. Significa manifestare la propria fedeltà alle istituzioni fondamentali della Chiesa, che restano al di là del mutare dei singoli che pro tempore le governino. Significa far presente che il celebrante sta officiando in comunione con l'intero Corpo Mistico in quel momento a sua volta celebrante, nella sua parte visibile, che è appunto quella della Chiesa visibile.
L Obbedienza a questa gerarchia qua ? ..ma siamo inpazziti o suicidi? Notizia dell'ultimora : Leone XIV nomina Cristina Perrella direttrice della Pontificia Accademia - Promosso l'omoerotismo e … – Gloria.tv https://share.google/k99132t4zJVR7Ku1K. Pontificia Accademia di Belle arti? si, di quelle pornografiche! ovviamente più si va su nella gerarchia e peggio è, il pesce puzza sempre dalla testa, dicono. Poi c'è stato il corteo di Lgbt in San Pietro, non certo per domandar perdono del loro vizio e cambiar vita, sia mai, solo per pretendere di portare il loro vizio in chiesa, per farsi benedire, come volevano Bergoglio e quel cardinal Tucho Fernandez ( Prefetto della Congregazione della dottrina della fede ? ha, ha verrebbe da ridere, se non fosse da piangere) Che letamaio, che schifo immenso! una vera cloaca maxima, come disse la Madonna a La Salette, nel 1846.
Oggi sabato 6 settembre, con tanto di servizio ampiamente esaustivo sul Tg1, la comunità” cattolica LGecc” ha varcato la porta Santa. Uno dei loro portavoce spiegava come l’essere praticante in campo sessuale e in campo religioso non sia una aperta contraddizione.
Il catechismo, citando un’espressione biblica, parlava di peccati che gridano vendetta in cospetto di Dio. Oggi questi stessi peccati, ben lungi dall’essere allontanati dalla vita del peccatore, fanno la loro entrata trionfale attraverso la porta santa. Se questa vi sembra la religione cattolica…
Due fedi diverse, due messe diverse, due chiese diverse. Tertium non datur.
Gay Pride al Vaticano
iacaassisi
fratel Massimo
https://www.youtube.com/watch?v=awAHQaUOm9I
E proprio nel 1° Venerdì e nel 1° Sabato del Mese di Settembre.
Sinceramente io sono rimasto basito perché ho seguito le sue catechesi e tutto avrei potuto pensare tranne che si arrivasse a questo. Purtroppo sono d'accordo con chi dice che una cosa è fare sana dottrina e un'altra è minare l'autorità del vescovo. Noi a Vittorio Veneto abbiamo subito dal vescovo una ingiustificata repressione che ha condotto non solo alla fine del rito antico nella diocesi ma anche alla dispersione del gregge. Cosa avremmo dovuto fare? 70 giorni dopo il decreto che ci ha messi alla porta il vescovo si è addormentato e non ha presenziato alla Santa Messa della Vigilia di Natale. Lui ci ha scherzato sopra l'indomani ma noi in questo abbiamo visto un segno chiaro. Il venerabile fr.Gregorio Buhl ripeteva: "Santità, santità il resto vanità, vanità".
Perché annuncia la sana dottrina della Chiesa a troppe persone
Aloisius
Anonimo 15:44-15:51
Ascolti tutto il video di Don Pompei, non le "fonti giornalistiche", che non capiscono un tubo di questioni religiose e spettegolezzano su di esse come comari di paese.
Don Pompei ha raccontato in breve tutti i travagli della sua vita sacerdotale dopo aver studiato in modo molto approfondito il CVII e le enormi difficoltà a insegnare la sana dottrina ai suoi parrocchiani, subendo denunce e bassezze di ogni tipo da fedeli e superiori.
Non è vero che abbia disobbedito, né che abbia ingaggiato "battaglie politiche", o posto in essere disobbedienze inammissibili, ecc.
Ha solo sentito il bisogno e il dovere di spiegare, in modo corretto e sincero, alle pecorelle a lui affidate, i motivi della sua scelta e le conseguenze che comporta, spiegando loro il suo stato attuale e comprendendo le loro difficoltà e turbamenti religiosi a seguirlo, invitandoli anche a rivolgersi altrove qualora avessero questi turbamenti da lui causati.
Ha inoltre detto di aver avvertito PRIMA i superiori di questo video esplicativo.
È una vittima della Chiesa rivoluzionaria che taglia teste come Robespierre per difendere la rivoluzione, che Leone sta lasciando fare.
Merita grande rispetto e preghiere, magari fossero in tanti ad avere la sua sensibilità spirituale e capacità di studiare bene i fondamenti della fede e quello che è successo con il CVII e il suo post.
Che il Signore lo assista.
Aloisius
Ciò premesso non ho capito perché don Pompei non è andato nella FSSPX o SP.
E chiedo agli amici del blog se un sacerdote può decidere di passare alla FSSPX o SP senza autorizzazione del superiore e senza incorrere in sospensioni o altre sanzioni.
Aloisius
La fedeltà non grida, non cerca la ribalta, non pretende palcoscenici. Vive di umiltà senza rinunciare alla testimonianza pubblica e nella consapevolezza della sofferenza che deve affrontare, dal momento che la Chiesa si trova da tempo nel bel mezzo di una notte buia. La vera Tradizione non si nutre di protagonismi, non chiede applausi, non si lascia sedurre dagli "osanna" di un giorno. Essa sa che ogni scelta di porsi fuori dalla comunione visibile, per quanto comprensibile e dolorosa, resta un errore, perché la Chiesa non è un’idea, né un progetto umano, ma il Corpo Mistico di Cristo, contro il quale le porte degli inferi non prevarranno. Anche quando tutto appare perduto, la vittoria appartiene al Signore. Per questo la Tradizione non ha bisogno di nuovi profeti, né di nuovi messia che cercano di affermare se stessi attraverso la Tradizione: ha bisogno, invece, di Cristo, e solo di Lui, posto al centro della sua Chiesa. Ancora una volta il Signore, come ai discepoli, ci chiede di vegliare con Lui e di non abbandonarlo nell'Orto degli Ulivi nonostante molti cerchino strade alternative.
(Daniele Trabucco)
Sì bisogna stare attenti a quello che si dice. E lo dico, innanzitutto, a me stesso.
Però invocando l'Unità, come vuole San Tommaso d'Aquino, non possiamo slegarla dalla VERITÀ.
Solo così l'Unità diviene "bene supremo".
Perché l'Unità nella Torre di Babele di oggi, mi inizia a suonare molto, molto male.
Di fronte ad una gerarchia in gran parte progressista e, diciamolo pure, pessima, c'è innanzitutto il dilemma terribile:
Questa Gente ha la Fede Cattolica?
Se ci avviciniamo alla risposta negativa, beh il dramma è al suo acme
Stefano Gizzi
Sofferenza e preghiera, dal giorno 8 settembre, Natività della Santa Beata Vergine Maria, nei Cenacoli di Preghiera inizieremo la Maternità spirituale, adozione dei Sacerdoti nella Preghiera, in tutto, iniziativa che era nata nel 2007 con Benedetto XVI e sospinta dalla Congregazione per il Clero ma che, purtroppo, non trovò affatto molta accoglienza... La riproponeremo affidandola a Maria Bambina... e come diceva santa Caterina proprio al Papa: issate, issiamo il VESSILLO DELLA CROCE quella è l'unica nostra bandiera....
Dorotea Lancellotti (Cooperatores Veritatis)
Sono don Leonardo Maria Pompei. Un sincero e doveroso grazie di cuore al professor Trabucco. Ha capito esattamente il mio dramma, le mie sofferenze, le mie scelte. Dio la benedica professore. Grazie ancora. Ho provato a commentare facendo accesso all’account Google ma mi ha restituito come anonimo. Questo commento tuttavia è scritto personalmente da me.
Il prof. Trabucco ha ragione, ma c'è un ma.....che mi sembra non venga ben focalizzato nel suo intervento, ed è quello dei fedeli che rimangono orfani di sane guide spirituali. Unità, certo, ma nella Verità. Sottolineo ancora una volta quella che mi sembra rassegnata accettazione del tempo presente, confidando nella misericordia e giustizia divina. Serve un battito d'ali, meno parole, più fatti, perché, e l'evento scandaloso di ieri in Roma lo conferma, stiamo oltrepassando tutte le linee rosse in apparente normalità.
Il peccato non fa più scandalo, quei pochi che lo percepiscono e lo denunciano sembrano fanatici fuori dal tempo.
Sta passando l'equazione tradizione uguale fondamentalismo.
Così rischiamo di trovarci tutti o quasi concordi, obtorto collo, su una nuova religione universale in pace, fratellanza, uguaglianza. Ma Cristo non è venuto a portare la pace, ricordiamolo a chi di dovere.
¥¥¥
Chapeau, caro Silente, chapeau! ma non si riscaldi troppo, non ne vale la pena, i conservatori conciliaristi non li smuove neppure il terremoto..." anche se uno tornasse dal regno dei morti..." dice il Signire, " non crederebbero", sono totalmente accecati dalla papolatria, dall'inganno diabolico dei modernisti, il famoso " capolavoro di Satana" come lo definisce mons Lefebvre, cioè l'obbedienza a falsi pastori, infiltrati, corrotti o venduti.
Semplicemente non ha detto dove andrà quindi non c'è niente da capire.
Evvaiiiii...un altro paletto e' stato abbattutto nei due giorni in cui si ricordano
i Sacri Cuori di Gesu' e di Maria ! Da ora in poi chi nascera' sara' catalogato:
maschio,femmina,elle, gi,pi,ti,queer,+ ++++++++porte aperte senza tanti
sacrifici,anzi senza sacrificio alcunoooo
Copioincollo il commento di un anonimo che
usa questo pseudonimo: Suor Clotilde
11 minuti fa (Canonizzazioni di Acutis e Frassati)
Ma che senso ha la canonizzazione di Santi nella chiesa sinodalbergoglianprevostiana, dopo ciò che abbiamo visto ieri e oggi? È un oltraggio agli stessi Santi, celebrati mentre a Roma, nella sede di Pietro,si consuma l'Abominio della Desolazione con l'intronizzazione di SODOMA E GOMORRA.
Massììì, ma quali regole e regole, ma che sacrifici e sacrifici per cercare
di passare per la porta stretta e piacere a Dio, ma nooo... passiamo agevolmente
per la porta larga, anzi se la allarghiamo di piu' e' ancora meglio. Leggere ed
imitare i Santi? Macche'..del doman non c'e' certezza...
Caro papa, dopo il "via col vento in vaticano" con tanto di scritte
"devote" in inglese (perche' fa cool), per me, potete darvi al crochet (uncinetto).
Dio abbia pieta'!
https://blog.messainlatino.it/2025/09/news-questi-erano-i-pellegrini-gay-al.html
Firmare per annullare la partecipazione di Karol G al concerto in Vaticano?
https://blog.messainlatino.it/2025/09/annullare-la-partecipazione-di-karol-g.html
Ma no, andate fino in fondo..
Qualcuno ha notato quanto sia dimagrito don Leonardo.in questo anno? Digiuno? Non é facile una scelta del genere ma quanti di noi un giorno sì ed un altro giorno anche non cessano di interrogarsi: ma questa chiesa é ancora la Chiesa? Quando oltre ai riti modernisti si aggiungono eresie dai pulpiti? Quando sfilano i lgbtq+ in san Pietro mentre 5-6 anni fa al corteo pro vita non fu permesso accedervi? Dove sta la Chiesa oggi? Con papa Leone XIV o coi mons.Viganò e don Pompei? San Atanasio ci faccia capire cosa è giusto fare. Io non so giudicare, non ci capisco più molto....ed è poco poacevole.
Ieri ho avuto modo di ascoltare in internet lo shorts di un Sacerdote
"collega" di Don Leonardo Maria Pompei il quale stigmatizzando la
sua scelta e soffermandosi sulla "Comunione sulla mano" ha
formulato queste parole :" Io la Comunione la do' in bocca o sulla
mano come i fedeli preferiscono, la Chiesa lo permette".
Considerazione mia: Beh, così e' piu' facile, non spreca il fiato, non
si fa il sangue amaro ad insegnare le regole della C.C.; della
serie fate un po' come volete, ma allora che ci sta a fare il Prete se
non insegna che il primo interesse del cristiano e' Dio?
Secondo me il punto e' tutto lì, ed e' spiegato magistralmente
nella magnifica omelìa di Don Secci: Gesu' Cristo e' il tuo interesse?
Per Don Leonardo evidentemente Gesu' Cristo e' l'interesse
della sua vita, solo Lui vuole amare, far adorare, riconoscere!
https://www.youtube.com/watch?v=ToaBNPsybbk&t=1s
Sia lodato Gesu' Cristo!
P.S.Domanda a Don Leonardo (perdoni questa mia familiarita'):
Piuttosto che farsi sospendere a divinis, poteva prendere un tempo
di aspettativa e poi semmai passare altrove? SLGC!
Coraggio don Leonardo che è nelle mie e penso nostre preghiere. Grazie per le sue catechesi, per la sua capacità di trasmettere la sana dottrina. Purtroppo le umane bassezze sono all'ordine del giorno ma pensi al bene fatto e che lei probabilmente non può sapere del tutto in quanto ha raggiunto moltissime persone nell'anonimato di internet. Io però non mi faccio illusioni in quanto il modernismo impregna non solo molte menti degli ecclesiastici ma purtroppo molte dei fedeli. Il cristianesimo richiede un impegno che i più non vogliono mettere in atto e costoro cosa fanno? Piuttosto che ammettere i propri limiti vanno a modificare il cristianesimo per cambiare i paletti...
Sembra di sentire l'odore di quello del "non serviam"!
Dal min 7 al 9 più o meno:
https://youtu.be/-H60OAybDc4?si=a9Kl26uhm2zar6KE
Don Leonardo Pompei qualche anno fa....
Alla fine è stato sospeso per aver disubbidito, non per le posizioni scomode.
.....o semplicemente perché è ingaggiata una crociata contro ogni forma che ricordi una Chiesa che deve essere dimenticata.... in vescovo crociata avrà avuto qualche "caloroso invito" ad ammansire don Pompei, in Italia, e che Italia cattolica!, faceva troppo rumore.
Guido Villa
Ascoltate gli ultimi tre minuti dell'omelia di don Alberto Secci di stamattina. Il riferimento è abbastanza chiaro.
Ecco la parte più importante:
«Se tu hai la fede i sacramenti producono la grazia.
Attenti, ma sono segno di un'altra cosa, che tu non puoi staccarti da quel luogo
che ha generato in te il pentimento e dove hai trovato la grazia. Come si chiama quel luogo dove si è generato il pentimento per te e la grazia?
Si chiama Chiesa cattolica.
Chiesa cattolica che è una cosa chiara, visibile, organizzata gerarchicamente, ma che è venuta incontro a te attraverso delle persone. ...
Allora, condizione perché la grazia produca è che tu non ti stacchi da “quella gente lì”».
Dedicato non solo al reverendo don Pompei, ma atutti coloro, tra i miei lettori, che non credono più nella "cosa chiara, visibile, organizzata gerarchicamente": la Chiesa cattolica.
Vi siete staccati dalla fonte della grazia.
Vi invito a tornare a casa!
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