Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 28 settembre 2025

Una distinzione cruciale: la santa tradizione di Dio e le tradizioni ipocrite degli uomini Una risposta ai critici (neo)protestanti

Nella nostra traduzione da Substack.com. Ne abbiamo scritto a più riprese (ad esempio qui); ma giova riprendere l'argomento da tutte le angolazioni che i nostri amici d'oltreoceano ci offrono in abbondanza.

Una distinzione cruciale:
la santa tradizione di Dio e le tradizioni ipocrite degli uomini

Una risposta ai critici (neo)protestanti

Pietro Perugino (1448–1523), Nostro Signore Gesù Cristo consegna le chiavi a San Pietro - Affreschi nella Cappella Sistina

Nel contesto di un forum in cui si discuteva di un'argomentazione contro la dottrina della "sola Scriptura", mi sono imbattuto in uno dei passi biblici più frequentemente citati dai credenti protestanti per respingere la Tradizione sostenuta dai cattolici. Sebbene esistano diversi passi simili nel Nuovo Testamento, il primo di essi, e probabilmente il più frequentemente citato, compare nel capitolo 15 del Vangelo secondo Matteo. Data la sua importanza, lo citerò per intero:
In quel tempo vennero a Gesù da Gerusalemme alcuni farisei e alcuni scribi e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo!». Ed egli rispose loro: «Perché voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? Dio ha detto: Onora il padre e la madre e inoltre: Chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Invece voi asserite: Chiunque dice al padre o alla madre: Ciò con cui ti dovrei aiutare è offerto a Dio, non è più tenuto a onorare suo padre o sua madre. Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione. Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini».» (Matteo 15:1-9).
Uno dei commentatori (protestanti) che ha citato questo passaggio ha aggiunto quanto segue:
Gesù affronta il tema delle tradizioni. La Scrittura afferma che si mettono alla prova le tradizioni con la Parola di Dio, non si mette alla prova la Parola di Dio con la tradizione. Ora, qual è l'autorità superiore? La tradizione della Chiesa o la Parola di Dio?
La premessa nascosta si basa sul fatto che, come si vede nel brano citato, nostro Signore Gesù Cristo rifiuta le tradizioni ipocrite degli scribi e dei farisei a favore dei comandamenti divini contenuti nei testi sacri della Bibbia, redatti da Dio stesso. Attraverso una generalizzazione affrettata, basata su questo brano di Matteo e su altri brani simili ( Marco 7:3 e 7:8-9; Colossesi 2:8, ecc.), si conclude che qualsiasi cosa chiamata "tradizione" è sempre sinonimo di ciò che Cristo Salvatore condanna: la "tradizione degli uomini" ( Marco 7:8; Colossesi 2:8) o la "tradizione degli anziani" ( Marco 7:3 e 7:5). In altre parole, da questi brani si deduce che Dio ha stabilito un'opposizione irriducibile tra "tradizione" e "i comandamenti di Dio" come si trovano nella Sacra Scrittura. Ciò è assolutamente errato.

Se esaminiamo attentamente i testi del Nuovo Testamento, troveremo un passo altrettanto importante in cui, al contrario, la fedeltà alla "tradizione" è esplicitamente raccomandata. Questo passo, che presenterò tra poco, ci mostra che esistono effettivamente due tipi di tradizione irriducibili: la Santa Tradizione di Dio e le tradizioni ipocrite di coloro che cercano di giustificare la propria ignoranza, la mancanza di pietà e, soprattutto, i propri peccati con argomenti religiosi.

Durante la mia ricerca sulla Sacra Scrittura, ho immediatamente identificato il termine greco usato per la parola "tradizione": παράδοσις. Sebbene appaia più spesso in contesti con connotazioni peggiorative, c'è un passo in cui ha connotazioni positive. Questo passo si trova nel capitolo finale della Seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalonicesi:
E vi ordiniamo, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta disordinatamente e non secondo la tradizione (τὴν παράδοσιν) che ha ricevuto da noi (II Tessalonicesi 3:6).
Pertanto, in un testo ispirato della Sacra Scrittura, la "tradizione" non solo non viene condannata, ma, al contrario, viene raccomandata ai membri della prima comunità cristiana di Tessalonica di rispettarla e seguirla. Chiaramente, la "tradizione" a cui si riferisce l'apostolo non ha nulla a che vedere con le "tradizioni degli uomini" o con le "tradizioni degli antichi" menzionate nei passi citati in precedenza. Nello specifico, si tratta di due "tradizioni" antagoniste: quella ipocrita, creata dagli uomini per giustificare le loro azioni contrarie alla Legge di Dio, e la tradizione di Dio, che, attraverso i suoi apostoli, ci insegna come vivere da veri cristiani. Pertanto, una prima conclusione si presenta immediatamente: dal punto di vista dei testi della Sacra Scrittura, è inaccettabile rifiutare completamente tutto ciò che porta il nome di "tradizione".

Ciò che ci viene richiesto in realtà è un atto di discernimento con cui distinguere le false tradizioni, le pseudo-tradizioni, dalla vera tradizione di Dio. Ma qual è il fondamento di tale atto di discernimento? Il testo di San Paolo ci offre anche la risposta a questa domanda: si tratta di indicare quegli individui dotati di autorità divina che possono insegnarci l'autentico contenuto della Tradizione di Dio. Questi individui sono i primi gerarchi (cioè i vescovi) della Chiesa, gli apostoli. Ma perché?

Prima di rispondere a questa domanda, ne formuliamo una correlata molto suggestiva: se qualcuno afferma di avere la Bibbia come criterio supremo di discernimento, senza il coinvolgimento di alcuna altra autorità religiosa, chi garantisce che tale persona stia effettivamente usando la Bibbia canonica? Come fa a sapere di non usare una Bibbia falsificata o che contiene testi apocrifi? Sulla base di questa domanda, spero che la risposta conseguente sia chiara: è impossibile accettare il canone biblico senza che qualcuno con autorità divina ne garantisca. Altrimenti, si verificherebbe un caos totale, in cui ogni nuovo convertito cristiano dovrebbe determinare da solo quali siano i libri canonici e ispirati dei testi sacri.

Questo è simile all'accettazione dei nostri genitori biologici: confidiamo che coloro che si presentano come nostri genitori siano effettivamente chi affermano di essere in relazione a noi. Altrimenti, come potremmo sapere chi sono i nostri genitori? Nessun neonato ha ricordi del momento della nascita che gli permetterebbero di sapere chi è la propria madre.

La Sacra Scrittura stessa ci mostra che è impossibile per qualcuno comprendere i testi rivelati interamente da solo, senza essere guidato da qualcuno veramente guidato dallo Spirito Santo. Ciò è reso abbondantemente chiaro in un noto passo degli Atti degli Apostoli. Qui, al capitolo 8, si narra di come un alto funzionario della regina Candace d'Etiopia stesse leggendo il libro del profeta Isaia dall'Antico Testamento durante il viaggio di ritorno da Gerusalemme. Sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, l'apostolo Filippo si avvicinò al carro di colui che stava leggendo. Il loro dialogo è straordinariamente rilevante:
Filippo corse là e lo udì leggere il profeta Isaia. E disse: «Pensi forse di capire quello che leggi?». Egli rispose: «E come potrei capirlo, se nessuno me lo spiega?». E invitò Filippo a salire e a sedersi accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: «Come una pecora fu condotto al macello; e come un agnello senza voce di fronte a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nell'umiltà il suo giudizio gli è stato negato. Chi potrà annunziarlo alla sua generazione? Perché la sua vita sarà tolta dalla terra?». L'eunuco, rispondendo a Filippo, disse: «Ti prego, di chi dice questo il profeta? Di se stesso o di qualche altro?». Allora Filippo, aperta la bocca e cominciando da questo passo della Scrittura, gli annunziò Gesù (Atti 8:30-35).
Ecco, dunque! Nella Sacra Scrittura stessa, abbiamo un caso chiarissimo in cui qualcuno, leggendo un testo biblico da solo, riconosce che non è intuitivamente ovvio. Ancor di più: l'eunuco della regina Candace afferma di aver bisogno di qualcuno – una persona saggia – che gli interpreti il testo di Isaia. In quel caso, per grazia di Dio, quel qualcuno era San Filippo Apostolo. Proprio come nel testo della Seconda Lettera ai Tessalonicesi di San Paolo Apostolo, lo "strumento" dell'autentica Tradizione era un apostolo.

Chiaramente, con questo non intendo in alcun modo affermare che gli apostoli siano la fonte dell'insegnamento divino. Niente affatto. La fonte è, categoricamente, Dio stesso.
Tuttavia, alcuni dei Suoi rappresentanti, come gli scribi e i farisei criticati da Cristo Salvatore per le loro "tradizioni" arbitrarie, hanno falsificato la vera Tradizione di Dio, invece di rimanerne veri araldi.

Non affronterò qui la difficile discussione su chi e come si possa verificare la correttezza della Tradizione quando coloro che sono rappresentanti di Dio (siano essi sacerdoti, vescovi, cardinali o Papi) si smarriscono e fanno ciò che fecero coloro che furono rimproverati dal Signore Gesù Cristo. Tuttavia, sottolineo che esiste una Tradizione autentica e divina, categoricamente opposta alle false tradizioni. Pertanto, è sbagliato rifiutare la nozione stessa di Tradizione basandosi su citazioni come quella di Matteo (15,1-9).

La vera Tradizione divina contiene tutto ciò che Dio ci insegna, sia attraverso gli insegnamenti scritti nei testi sacri, sia attraverso i Suoi insegnamenti non scritti. In realtà, la sacra Tradizione stessa può essere scritta o non scritta. Comunque, per rendere le cose il più chiare possibile, proporrò due esempi. Il primo si riferisce a come uno dei comandamenti del Decalogo è stato tradizionalmente inteso:
Non commettere adulterio (Esodo, 20:14) .
Il sesto comandamento sembra parlare solo di quei peccati sessuali estremi: fornicazione, adulterio. In realtà, la Tradizione autentica ha sempre ritenuto che questo comandamento comprenda tutte quelle numerose categorie di peccati che distruggono la purezza della sessualità umana, creata da Dio esclusivamente per la trasmissione della vita e la manifestazione dell'amore coniugale all'interno della monogamia assoluta del matrimonio. Se, tuttavia, ignorando l'interpretazione data dalla millenaria Tradizione giudaico-cristiana di questo comandamento, qualcuno affermasse che il sesto comandamento si riferisce solo all'adulterio e alla fornicazione, ma non alla masturbazione e alla contraccezione, allora ovviamente tale persona sbaglierebbe profondamente e completamente.

Un altro esempio, molto meno noto, riguarda i principi dell'architettura sacra manifestati nella costruzione delle chiese cristiane tradizionali. Senza eccezioni, qualsiasi conoscitore – cristiano o non cristiano – di questi principi può dimostrare che la loro origine è una rivelazione ricevuta dal re Davide (1 Cronache 28:19). Dio, quindi, è colui che ha mostrato direttamente all'autore dei Salmi come costruire sia il tempio che quanto conteneva. Sulla base di questa rivelazione codificata nella costruzione del tempio, nonché delle proporzioni rivelate nella descrizione della Gerusalemme celeste nel Libro dell'Apocalisse, gli architetti cristiani medievali crearono le magnifiche chiese gotiche. Se volete convincervene, potete guardare uno dei documentari più affascinanti presentati dal Public Broadcasting Service (PBS): "Costruire le grandi cattedrali. Come hanno fatto gli ingegneri medievali a costruire magnifici grattacieli di vetro e pietra?"(1) Se non l'avete visto, vi assicuro che rimarrete stupiti da tutto ciò che imparerete da questo film eccezionale. Pertanto, le regole di costruzione per le chiese autentiche appartengono a un'autentica tradizione sacra. Sebbene non abbiano la stessa importanza di quelle riguardanti l'interpretazione del sesto comandamento del Decalogo o di quelle riguardanti i Sacramenti della Chiesa e il modo in cui devono essere celebrati, appartengono comunque alla Santa Tradizione.

Se vogliamo prendere sul serio sia le critiche rivolte a nostro Signore Gesù Cristo nel capitolo 15 del Vangelo di Matteo, sia seguire allo stesso tempo il consiglio di san Paolo in II Tessalonicesi 3,6, non dobbiamo rifiutare tutto ciò che porta il nome di "tradizione". Al contrario, dovremmo imparare dai santi maestri dell'ermeneutica sacra come discernere tra la vera Tradizione di Dio e le ipocrite tradizioni degli uomini. Sono convinto che questa sia una sfida a cui tutti noi, cattolici o protestanti, siamo oggi più che mai invitati da Dio stesso.
Robert Lazu Kmita, 23 settembre
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1. Il trailer del documentario è disponibile online qui: https://www.pbs.org/wgbh/nova/video/building-the-great-cathedrals/ [Consultato il: 23 settembre 2025].

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono venuto ad abolire ma a perfezionare. Lo scriba tira fuori cose nuove e cose vecchie. Tuttavia oggi il problema sono le guide cieche o corrotte.

Anonimo ha detto...

Guidami, luce gentile, attraverso l’oscurità che mi avvolge,
guidami tu!
La notte è buia e sono lontano da casa,
guidami tu!
Sorreggi i miei piedi; non chiedo di vedere
tanto lontano – mi basta un passo.
Io non ero così, né pregavo
che tu mi guidassi.
Mi piaceva scegliere guardare la mia strada, ma ora
guidami tu!
Mi piaceva il giorno abbagliante, e, malgrado le paure,
l’orgoglio dominava la mia mente.
Non ricordare gli anni passati.
A lungo la tua forza mi ha benedetto, sicuro
mi guiderà ancora,
per brughiere e paludi, forre e torrenti,
finché passi la notte
e con il mattino apparirà il sorriso
di quei visi angelici che ho tanto amato
e per un attimo ho perduto.

Cardinale Newman
Sarà proclamato Dottore della Chiesa il primo novembre!