Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 4 maggio 2015

12 maggio Teramo. Il messaggio di Fatima e la teoria monetaria auritiana


12 commenti:

Rafminimi@infinito.it ha detto...

OT, per il Professor Pasqualucci:

http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:E98oMzCeJwoJ:https://www.facebook.com/unistico/posts/10201499780751093+&cd=14&hl=it&ct=clnk&gl=it&lr=lang_it&client=opera

Josh ha detto...

interessante abbinamento tra Fatima, il mondo falsato in cui viviamo, e il prof. Giacinto Auriti

Anonimo ha detto...

OT per Rr ed anglofoni http://www.breitbart.com/national-security/2015/05/02/highest-ranking-cold-war-defector-the-kgb-invented-liberation-theology/.Anonymous.

Anonimo ha detto...

Non so se avete visto il logo dell'anno santo della misericordia, fa pietà; un nuovo edificante esempio di laicité dall'illuminata (o fulminata) Francia, un giudice impone di rimuovere una statua di GP2 da una piazza in quanto in contrasto con la laicissima proibizione di esporre simboli religiosi......vale anche per le moschee con la mezzaluna e le scritte in arabo tutt'altro che amichevoli? Non penso proprio, a forza di calare braghe l'Europa sta offrendo uno spettacolo di sé indecente, ad essere eufemistici, e non gioiscano gli uuarini, quando saremo un unico califfato islamico, saranno sgozzati anche loro e con maggiore disprezzo, o non ci arrivano????

Rr ha detto...

Gli uaroni sono talmente accecati dall'odio per Gesù e la Sua Chiesa da non capire il pericolo islamico. Oppure sono talmente arroganti da pensate di poterlo vincere.Illusi!
Rr

Rr ha detto...

Anonymous,
grazie per la segnalazione. Nulla di nuovo sotto il sole. Tipica strategia e tattica bolscevica, dal1917 in poi.
NB: 1958, Kruscev, 1968, Medellín .In mezzo il CVII inaugurato da chi sappiamo e proseguito da chi conosciamo. E non si parli di coincidenze, di sentire del tempo, di spirito del tempo. Queste sono baggianate che non incantano più manco un ragazzino. Furono invece delle vere e proprie infiltrazioni, connivenze e tradimenti.
Come scriveva il medico epidemiologo tedesco di Konigsberg, il bolscevismo ( il comunismo) e' come una malattia epidemica, che rischia di contagiare ed uccidere anche chi lo studia per combatterlo. Bisogna far terra bruciata, bruciare tutto ciò che può essere venuto in contatto, adoperare i disinfettanti più forti a disposizione. E pregare.
Ma come tutte le malattie epidemiche, ad un certo punto, passa e scompare. Qquando? Quando gli organismi più deboli sono morti, e sono rimasti i più forti e vaccinati. Che non si ammaleranno mai più.
Ci vorrà ancora tempo, ma alla fine anche quest'altra epidemia sparirà'. Anche dalla Chiesa.
Rr

Silente ha detto...

Il pensiero politico-economico del Prof. Giacinto Auriti è purtroppo poco conosciuto. Eppure le sue teorie monetarie hanno precedenti illustri, da Silvio Gesell a Ezra Pound. Andrebbero studiate con ben maggiore attenzione. Interessante: l'editore Solfanelli lo definisce "Tradizionalista e cattolico".
Per un'introduzione al pensiero di Giacinto Auriti, consiglio il suo breve testo: Il Paese dell'utopia, Tabula fati, Chieti 2010.
Riprende la visione classico-aristotelica della moneta quale "misura del valore".
Dal suo testo, riprendo un interessante aforisma di Ezra Pound: "Ai liberali (che non sono tutti usurai) domandiamo: perché gli usurai sono tutti liberali?".

Vorrei un maggiore interesse, da parte del tradizionalismo cattolico, nei confronti dell'economia. Giacinto Auriti potrebbe essere una buona guida e un buon maestro per evitare gli opposti estremi dell'ultra liberismo alla Novak, da un lato, e del catto-comunismo e della malvagia eeologia della liberazione, dall'altro.

Una maggiore conoscenza, anche in ambiente cattolico-tradizionalista, del pensiero di Auriti potrebbe essere una buona guida, in questo.

Anonimo ha detto...

Non serve conoscere a fondo l'economia. Un'infarinata superficiale basta e avanza. Nessun grande pensatore classico e nessun grande genio del passato, incluso Aristotele, ha mai perso molto tempo dietro all'economia. Il vizio di mettere l'economia al centro del mondo è una malattia tutta moderna. Studiamo teologia piuttosto!

mic ha detto...

Per qualcuno può essere interessante non contentarsi di un'infarinata, visto che è al centro delle scelte attuali. Il che non impedisce di studiare anche altro.

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
Non serve conoscere a fondo l'economia. Un'infarinata superficiale basta e avanza. Nessun grande pensatore classico e nessun grande genio del passato, incluso Aristotele, ha mai perso molto tempo dietro all'economia. Il vizio di mettere l'economia al centro del mondo è una malattia tutta moderna. Studiamo teologia piuttosto!
Caro Anonimo,
(a parte che anche circa i pensatori classici, mi risulta ben diversamente) lo sa cosa hanno in comune anarchici (non si scandalizzi per il paragone) e catto-tradizionalisti? Molto più di ciò che poterebbe sembrare. In particolare il fatto che, le volte in cui hanno avuto occasione di occuparsi della realizzazione di qualche cosa di concreto, che vada oltre il riordino della propria stanza, si contano sulle dita delle mani di un MONCO. Poniamo il caso che,
se, per una "civetteria" della storia, o per un miracolo della Provvidenza, faccia Lei, lEi proprio, caro signor anonimo, dovesse prendere il potere (facciamola semplice) a San Marino, e si dovesse confrontare con i problemi concreti, da dove comincerebbe? Certamente dall'Angelus. Ma poi?

Silente ha detto...

Caro anonimo delle 21:22, ci andrei piano con i paragoni tra tradizionalisti cattolici e gli anarchici e con l'accusa ai primi di "incapacità di realizzazione di qualche cosa di concreto".
Così, anche solo per una questione di buon gusto e di rispetto nei confronti dei partecipanti di questo sito moltissimi dei quali, sicuramente, hanno dimostrato capacità realizzative. Anche di tipo economico e finanziario. Mi creda.

lister ha detto...

..anche perché (riprendo dall'epilogo di Silente) qualche partecipante (io) a questo blog potrebbe tranquillamente o ferocemente (io) mandarla a quel Paese di cui cantava Alberto Sordi.