Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 6 maggio 2015

don Curzio Nitoglia. SUPERLOGGE, LOBBIES, CLUB E THINK-TANK

La novità del libro di Gioele  Magaldi

Gioele Magaldi[1] (appartenente al mondo massonico) ha scritto un libro abbastanza  interessante[2] sulle retro  o super logge massoniche[3] (che tuttavia va letto con prudenza e verificato senza prendere ogni sua affermazione come oro colato) dopo quattro anni di ricerche condotte sui documenti contenuti negli archivi segreti[4] delle logge massoniche internazionali che l’Autore asserisce di aver potuto consultare con il permesso dei massoni. 

Questa è la novità del libro in questione. Infatti molto è stato scritto e documentato sulle retro logge[5] sia da parte massonica che anti-massonica, ma di documenti così compromettenti fatti consultare da alcune retro logge non si era ancora avuto sentore, tranne che non si tratti di un nuovo “affare Léo Taxil & Diana Vaughan”[6]… Caveamus!

Questi documenti non sono stati riprodotti nel libro (e questo è un punto debole), tuttavia sono “stati depositati in vari studi legali (di Londra, Parigi e New York) con il patto esplicito di renderli pubblici in caso di contestazioni”[7]. Aspettiamo, con pazienza e con prudenza, la loro pubblicazione. Nel frattempo penso si possa riflettere prudentemente sul contenuto di questo libro.

Riflessioni su alcuni temi trattati nel libro

Lo studio è assai vasto e ben documentato ed è fornito di una ricca bibliografia[8]. Io mi limito a riprendere alcune tematiche da esso affrontate, che sono molto illuminanti su ciò che avviene nel mondo contemporaneo e sull’influsso del pensiero massonico progressista e conservatore in alcuni ambienti (ecclesiali, affaristici, filosofici, geopolitici…) che governano e dirigono le Nazioni, gli Stati e persino il Vaticano a partire dal pontificato di papa Roncalli.

Alla morte di Giovanni XXIII (3 giugno 1963) la Gran Loggia  Nazionale Francese indirizzò al Sacro Collegio Cardinalizio il seguente telegramma: “4 giugno 1963. A Sua Eminenza Reverendissima il cardinal Tisserant, Decano del Sacro Collegio dei Cardinali. Monsignore, la Gran Loggia Nazionale Francese, boulevard Bineau n. 65, in Neuilly-sur-Seine, profondamente commossa per il ritorno a Dio di Sua Santità Giovanni XXIII, si associa in unione di preghiere con tutti i credenti a questo dolore sentito dal mondo intero, e prega il Sacro Collegio dei Cardinali di voler accettare l’omaggio delle sue rispettosissime condoglianze. (Firmato) E. Van Hecke, Gran Maestro”. Il Sacro Collegio rispose con il seguente telegramma: “Il Sacro Collegio dei Cardinali assai commosso dal vostro delicato messaggio di condoglianze mi incarica di esprimervi i sentimenti della più viva gratitudine. (Firmato) Cardinal Aloisi Masella, Camerlengo ”[9]. 

La ‘massoneria progressista’ s’infiltra nella Chiesa [10]

Magaldi scrive sulla “iniziazione” dell’allora don Angelo Roncalli (poi Giovanni XXIII) alla massoneria prima a Roma in senso largo o in maniera informale, nei primi anni del Novecento, presso il seminario Apollinare ove conobbe il modernista e massone Ernesto Buonaiuti[11]; poi nel 1940 ad Istanbul, ove era Nunzio apostolico presso la Turchia, in senso stretto o formale nella super loggia Ghedullah, specializzata nello studio della cabala ebraica e delle tradizioni rosacrociane[12]; infine, essendo “arrivato a Parigi nel 1944 come Nunzio apostolico presso la Francia, nel 1949 mons. Roncalli ha ricevuto una seconda iniziazione nella potentissima super loggia progressista Montesquieu, che gli ha conferito un quarto grado di Maestro legislatore. […]. Nel 1950 Roncalli si è fatto iniziare ufficialmente come fratello rosacroce nella super loggia sovranazionale Iohannes”[13]. 

Delle frequentazioni massoniche di Roncalli ad Istanbul dal 1935 al 1944 e a Parigi dal 1944 al 1953 si era già scritto (soprattutto da parte del barone Yves Marsaudon[14]), ma per sentito dire o “ad orecchio del Gran Maestro”. Ora, se ciò che dice Magaldi corrisponde alla realtà, vi sarebbero le prove documentate negli archivi delle  retro logge turche e francesi. 

Secondo Magaldi “negli archivi della Ghedullah esiste ancora ampia documentazione della sua affiliazione come apprendista così come dei suoi passaggi di grado a compagno d’arte e poi, nel 1943, a Maestro libero muratore”[15]. Non solo. Secondo l’Autore anche Montini, Wojtyla e Bergoglio sarebbero in odore di massoneria, ma non prova ciò che dice.

Il modernismo strada aperta alla massoneria 

Un noto esoterista[16] e modernista, Tommaso Gallarati Scotti, ha influito su Roncalli e Montini. Si sa che egli stimava e conosceva il pensiero gnostico di Sabbataj Zevi, di Jacob Frank[17] e di Adam Mickiewicz (il maestro spirituale di Wojtyla) ed era ammaestrato nell’occultismo[18] da Antonio Fogazzaro (cfr. Nicola Raponi, Dizionario Storico del Movimento Cattolico in Italia 1860-1980 diretto da F. Traniello - G. Campanini, voce Gallarati Scotti, Torino, Marietti, vol. II, I Protagonisti, 1982, pp. 215-222). 

Per quanto riguarda Wojtyla e Mickiewicz basti sapere che “Giovanni Paolo II, la sera stessa della sua elezione [16 ottobre 1978], salutava Adam Mickiewicz […] testimone della fede e della libertà” (La Croix, 27 ottobre 1979). Mickiewicz “fu un uomo molto vicino al Giudaismo […] si dice che avesse origini ebraiche. In ogni caso fu un filo-semita sincero” (Actualité Juive, n. 592, 31 dicembre 1998, p. 25). Anzi egli aveva testimoniato e addirittura “profetizzato” poeticamente il fatto che gli Ebrei sarebbero stati riconosciuti in futuro e pubblicamente “Fratelli maggiori dei Cristiani” (v. Giovanni Paolo II discorso alla sinagoga di Roma del 13 aprile 1986: “Gli ebrei nostri Fratelli maggiori nella fede di Abramo”). 

All’inizio del 1907 il modernista italiano Gallarati Scotti diede vita alla rivista Il Rinnovamento, “una delle voci più autorevoli ed elevate del movimento modernista” (N. Raponi, cit., p. 218). Su tale rivista egli pubblicò alcuni articoli tra i quali colpisce “Una pagina di Mickiewicz” che riguardava la primogenitura spirituale degli Ebrei rispetto ai Cristiani” (N. Raponi, cit., p. 221). 

Adam Mickiewicz († 1885), dunque, unisce Gallarati Scotti († 1966) ed Antonio Fogazzaro († 1911) a Giovanni XXIII († 1963) a Paolo VI († 1978), dei quali Fogazzaro fu amico, e a Giovanni Paolo II († 2005). 

Per quanto riguarda Fogazzaro il padre gesuita Gioacchino Ambrosini ha scritto un libro molto interessante intitolato Occultismo e Modernismo (Bologna, Tipografia Arcivescovile, 1907) in cui dimostra come le “origini occulte del Modernismo” siano da ricercare in “certe occulte[19] attinenze all’odierno movimento quale viene espresso nel Santo di Fogazzaro” (G. Ambrosini, cit., p. 1). 

Padre Giovanni Sale su La Civiltà Cattolica (2 aprile 2011) ha messo in luce il rapporto di Fogazzaro con il Modernismo. Fogazzaro “fu tra i primi in Europa ad interessarsi della psiche umana, aprendo la strada a Bergson, a Freud e alla cosiddetta letteratura dell’interiorità [o psicoanalisi, nda]” (G. Sale, cit., p. 9).  Inoltre p. Sale mette bene in luce come la pubblicazione e l’ampia diffusione de Il Santo “confermò in molti uomini di Chiesa la convinzione che si stava preparando da parte di un gruppo di novatori radicali un attacco frontale contro la dottrina tradizionale cattolica […]. Essi erano considerati alla stregua di una ‘Massoneria cattolica’ […] volta a trasformare  dall’interno l’apparato ecclesiastico ” (G. Sale, cit.,  p. 13). 

Infatti Fogazzaro in persona aveva scritto nel suo romanzo Il Santo: “Vogliamo tutti ordinare la nostra azione. Massoneria cattolica? Sì, Massoneria delle catacombe” (A. Fogazzaro, Il Santo, Milano, Baldini & Castoldi, 1905, p. 44). 

Non a caso San Pio X aveva definito il Modernismo “clandestinum foedus” (Motu proprio, Sacrorum Antistitum, 1° settembre 1910), ossia “una sétta segreta”[20], proprio come la Massoneria[21].

Padre Ambrosini, dal canto suo,  ha scorto alla fonte degli errori modernistici di Fogazzaro la dottrina segreta ed occultistica della Teosofia, fondata da Elena Blavatsky (appartenente alla massoneria[22]) nel 1875 a New York. La Teosofia, spiega p. Ambrosini: “attinge alle fonti massoniche e specialmente all’insegnamento del noto cabalista Eliphas Levi” (G. Ambrosini, cit., p. 8). Inoltre la Blavatsky, mediante la dottrina teosofica, cabalistica e massonica, “si proponeva di fondere assieme tutte le religioni e costruire una grande fratellanza umana su tutta la terra” (G. Ambrosini, cit., p. 13). Per giungere a tale scopo, secondo Fogazzaro messosi alla scuola della Cabala e della Teosofia, “bisogna lavorare a riformare il cattolicesimo romano in senso progressista e teosofico, mediante un Papa che si lasci convincere da queste idee” (G. Ambrosini, cit., p. 22). Infine la Teosofia “addita ai Cristiani e specialmente ai Cattolici, come unica via per avviarsi ed attingere al più alto Cristianesimo, la via del Ghetto” (G. Ambrosini, cit., p. 233). 

‘Massoneria conservatrice’ e alta finanza liberista

Magaldi scrive che Edmund Burke[23] era un “massone britannico”[24]; a lui e a Joseph de Maistre[25] si rifanno le super logge conservatrici (intitolate a questi due personaggi) in contrapposizione con quelle progressiste. Henri Arvon  scrive: «anche l’anarchico socialista Max Stirner (1806-1856), riguardo alla Rivoluzione francese,  sembra paradossalmente vicino al conservatorismo controrivoluzionario di Edmund Burke (Riflessioni sulla Rivoluzione francese), di Ambroise de Bonald (Théorie du Pouvoir) e di Joseph de Maistre (Etude sur la souveranité)» (H. Arvon, Les libertariens américains. De l’anarchisme individu l’anarcho-capitalisme, Parigi, PUF, 1983, p. 23).

Il neoconservatorismo statunitense, che discende da Joseph de Maistre ed Edmund Burke e Russel Kirk, cerca di far passare l’illuminismo o il liberalismo britannico, la massoneria anglo/americana, la rivoluzione inglese[28] per un pensiero di “destra”, conservatore, sostanzialmente contrario all’ideologia di “sinistra”, progressista e socialista, alla massoneria latina, alla rivoluzione francese e al razionalismo illuministico francese. Invece tra di loro vi è solo una differenza accidentale quanto al modo o all’intensità, mentre - quanto alla sostanza - esse sono identiche, come un vino rosso, forte e corposo ed  un vino bianco, frizzante e leggero o un cavallo bianco, che trotta velocemente, ed uno nero, che galoppa velocissimamente. 

Inoltre vi sono svariate associazioni paramassoniche e mondialiste[29] che sono delle vere e proprie super logge, le quali affiancano le semplici logge e le dirigono[30].

Per esempio la Fabian Society, la Pilgrims Society, la Mont Pelerin Society, il RIIA, il CFR[31], il Bilderberg Group, la Trilateral Commission[32], il Gruppo Altiero Spinelli[33] rappresentano questo variegato mondo di super logge, lobbies o think-tank (serbatoi di cervelli pensanti) che governano il mondo politico tramite l’alta finanza e la filosofia massonico/liberale (sia conservatrice sia progressista). Anche Mario Draghi apparterrebbe alla super loggia conservatrice Edmund Burke[34].

Un’altra super loggia conservatrice e oligarchica è la Heritage Foundation di Washington, che è uno dei think-tank più influenti degli Usa, fondato nel 1973 durante la Presidenza (1968-1974) del repubblicano Richard Nixon. Essa si prefigge di “elaborare e promuovere strategie politiche basate sui principi del libero mercato, della limitazione dell’intervento statale, delle libertà dell’individuo, dei valori americani tradizionali e della difesa nazionale statunitense”[36]. La Heritage, inoltre, diffonde la rivista bimestrale di cultura politica neo-con Policy Review su cui scrivono i più illustri libertari, neo-liberali e anarco/liberisti statunitensi (v. N. Gingrich, P. Gramm, D. Armey, B. Bennett, Bill Kristol…), che sono stati gli ideologi della “guerra preventiva” del Presidente Bush jr. contro la “canna fumante” di Saddam Hussein nel 2003 con i bei risultati che tutti possono constatare oggi.

Come si vede il programma della Heritage Foundation è molto simile a quello del Bilderberg, della Trilateral della Mont Pelérin Society, e del Club di Roma.  

Magaldi pone tra le super logge conservatrici la Edmund Burke e la Joseph de Maistre, come abbiamo visto sopra, mentre tra le retro logge progressiste la Thomas Paine cui apparteneva l’economista massone[37] non anarcoide anti-statalista e filo-progressista John Maynard Keynes, secondo cui lo Stato deve essere ‘leggermente più presente’ come riteneva il liberalismo politico/filosofico classico di Benedetto Croce (polemizzando con il liberismo economico mini-archista di Luigi Einaudi). Keynes di fronte alla crisi economica del 1929 (molto simile a quella che scuote oggi il mondo a partire dagli Usa nel 2005) dovette ricorrere alla dottrina di un certo intervento, ma non eccessivo, dello Stato in campo finanziario per superare l’impasse di quegli anni[38]. Egli è l’avversario classico degli economisti liberisti puri, anarco/liberali[39] e conservatori (von Hayek, von Mises[40]…), della Mont Pelerin Society

Pierre Lemieux nel suo libro Du libéralisme à l’anarcho-capitalisme (Parigi, PUF, 1984)[41] scrive: «all’estrema “destra” libertaria, si incontra, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta, innanzitutto la famosa Scuola di Chicago e il suo leader Milton Friedman[42], premio Nobel per l’economia nel 1976. […]. Circa allo stesso indirizzo di “destra”, ma un po’ meno radicale, si trova, a partire dagli anni Quaranta, la Scuola Austriaca (nata nei primi anni del Novecento) del liberalismo classico inglese, sintetizzato e riformulato da F. von Hayek, premio Nobel in economia nel 1974, che si è formato alla scuola più filosofico/liberale che economico/liberista di Adam Smith, David Hume, Alexis de Tocqueville. […]. Un po’ più a “sinistra”, sempre appartenente alla Scuola Austriaca[43], si situa Ludwig von Mises, nato nella Vienna dell’inizio del Novecento e più tardi anche von Hayek si sposterà un poco più a “sinistra” sulle posizioni di Mises. Secondo la Scuola Austriaca ogni intervento economico dello Stato è inefficace, mentre la Scuola di Chicago sostiene in maniera più radicale che il libero mercato offre e molto più efficacemente tutto ciò che lo Stato fornisce di utilmente buono» (P. Lemieux, cit., p. 20)[44]. Gilad Atzmon conclude scrivendo che non desta meraviglia se Friedman ha influenzato a partire dagli anni Ottanta sino ad oggi (a sette anni dalla sua scomparsa), potentemente e trasversalmente, la politica (sia democratica che repubblicana) del Presidente statunitense Ronald Reagan, poi di Bill Clinton, di Bush padre e figlio e persino di Barac Obama nell’attuale congiuntura siriana; inoltre ha influenzato anche la politica europea dei Primi Ministri britannici Margaret Thatcher, Tony Blair e David Cameron rifacendosi al pensiero filosofico di Edmund Burke, Karl Raimund Popper (massone), Russel Kirk ed anche la pratica finanziaria della “Banca Centrale Americana”, alla luce del pensiero degli economisti della “Scuola di Vienna” Von Mises e Von Hayek.

Quindi «contrariamente a ciò che si pensa comunemente, esiste un’altra tradizione anarchica, che non è socialista, ma che è individualista e liberale. Il vero anarchismo è quello liberal/capitalista e non quello social/comunista» (P. Lemieux, cit., p. 19). 

La Mont Pelerin Society è una lobby o super loggia[45] liberista e conservatrice molto potente composta da economisti, filosofi ed uomini politici molto influenti, riuniti in un club, o meglio una retro loggia, per influenzare la politica interna ed estera degli Usa e GB e promuovere un mercato ed una finanza “assolutamente liberi” da ogni ingerenza dello Stato e dell’etica. La suddetta Society è nata in Svizzera, presso le terme di Mont Pelerin, da cui ha preso il nome, il 10 aprile del 1947 da 36 grandi-fratelli fondatori.  

La Mont Pelerin Society

La Mont Pelerin Society ha sempre cercato di passare agli occhi dell’opinione pubblica come un’innocua accademia di studiosi e non un think-tank (“serbatoio di cervelli pensanti” capaci di cambiare il mondo) politico/finanziario di tendenza anti cattolico-romana[46], fortemente democraticista, liberale, liberista e libertaria, quale realmente è. 

Uno dei suoi obiettivi è la creazione di un “Ordine Internazionale o Mondiale”, che salvaguardi la Libertà (intesa come un assoluto ed un fine e non come un mezzo per raggiungere il Fine ultimo), la Pace (americana) e le Relazioni Economiche Internazionali, ossia il potere dell’alta finanza mondiale, delle Banche e la globalizzazione mondialista anglo/americana.

Tra i suoi membri, oltre a Milton Friedman, figurano anche Friedrich August von Hayek, Ludwig von Mises, Karl Popper, Walter Lippman, e, per l’Italia, Luigi Einaudi, Antonio Martino, Bruno Leoni. Tra i 76 consiglieri economici del Presidente statunitense Ronald Reagan ben 22 erano della Mont Pelerin Society. 

Dalla Mont Pelerin Society è nato il pensiero neocon, che ha influenzato la politica estera e la finanza americana dagli anni Ottanta sino all’Amministrazione Bush jr (2008) e continua in maniera strisciante ancor oggi ad influenzare il Presidente statunitense Barac Obama[47], con le relative guerre geopolitiche di esportazione della democrazia contro l’Iraq e il default o fallimento della finanza mondiale grazie ai mutui ad alto rischio, concessi da Alan Greenspan Presidente della Federal Reserve (Banca Centrale) americana, che non potevano essere pagati dai “beneficiari”, i quali perdevano i risparmi e la casa. Questo default o fallimento è arrivato  sino all’Europa, che ne è stata infettata e si trova in una crisi finanziaria mai vista prima, neppure nel 1929. 

Magaldi riassume bene la questione degli opposti liberismi massonici (conservatori e progressisti): «Nel 1974, due eminenti massoni affiliati sia alla Three Eyes che alla Edmund Burke ottennero una risonanza internazionale pari a quella conquistata dai confratelli, di campo diverso, John Rawls premio Nobel per l’economia nel 1971 e Milton Friedman nel 1976. Si tratta del massone Friedrich von Hayek premio Nobel per l’economia nel 1974 e il massone Robert Nozick»[48].

Conclusione

Le cause prime della Sovversione vanno individuate proprio nella rivolta culturale scatenata dalla massoneria contro la Cristianità. Le idee e non le masse hanno cambiato il corso della storia nel bene e nel male, che non sono assoluti su questa terra, ma sempre misti a qualcosa del loro contrario.
Per esempio, il Cristianesimo ha cambiato il mondo pagano antico e lo ha perfezionato come la “grazia che non distrugge la natura, ma la presuppone e la perfeziona”   (S. Tommaso d’Aquino). Dall’altra parte il Nominalismo, l’Umanesimo e il Rinascimento cabalistici, il Luteranesimo, l’Illuminismo massonico, il Liberalismo e il Comunismo hanno depravato l’Ordine del mondo classico perfezionato dalla Rivelazione divina e cristiana. 

Le Rivoluzioni politiche sono sempre precedute e originate da errori filosofico/teologici. Infatti “si agisce conseguentemente a come si vive e a come si è”; perciò, se una civiltà abbandona i princìpi saldi e veri da cui è nata e si abbevera alle fonti avvelenate dell’errore teoretico e quindi si imbratta nella degenerazione morale, è destinata alla malattia e poi alla morte per essere rimpiazzata da un cadavere putrefatto che si chiama Sovversione effetto del complotto giudaico/massonico[49].

L’umanità a partire da Adamo ed Eva si è divisa in due parti: i figli di Abele e i figli di Caino, la chiesa e la contro-chiesa o “Sinagoga di Satana” (Ap., II, 9), ossia la giudeo/massoneria; la lotta tra di essi non sostanzialmente e principalmente è lotta di classe, ma è capitanata dagli angeli buoni o cattivi e durerà sino alla fine del mondo. 

Schierarci con la parte buona dipende dalla nostra buona volontà aiutata dalla grazia divina, che non è negata a nessuno.

San Tommaso insegna: «Mediante la volontà ci gioviamo di tutto ciò che si trova in noi. Per cui è chiamata buona non la persona intelligente, ma quella che ha la buona volontà» (S. Th., I, q. 5, a. 4, ad 3). Infatti la nostra anima mantiene la grazia infusa da Dio in forza della buona volontà (S. Th., I, q. 83, a. 2, sed contra). 

La libertà vera consiste nella scelta libera di voler amare Dio e «più amiamo Dio, più siamo liberi» (In III Sent., dist. 29, a. 8, quaestiunc. 3, n. 106, sed contra). Per cui «la vera libertà è libertà dal peccato; mentre la vera schiavitù è la schiavitù del peccato» (S. Th., II-II, q. 183, a. 4). Se l’intelligenza rende l’uomo dotto, la volontà lo fa virtuoso. Il peccato, perciò, è l’obitorio della vera libertà. Come d’altra parte insegna anche il Vangelo: è “la Verità che vi farà liberi”, poiché chi cade nell’errore è schiavo di esso. 
d. Curzio Nitoglia
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1. Già Maestro Venerabile della loggia massonica romana Monte Sion del Goi e Gran Maestro del Grande Oriente Democratico.
2. G. Magaldi, Massoni. Società a Responsabilità Illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges, Milano, Chiarelettere, 2014. Questo è il 1° volume (di circa 650 pagine) di una trilogia  sulla massoneria, che vedrà la luce nei prossimi anni.
3. R. Le Forestier, Les plus Hauts Grades de la Maçonnerie dévoilés, Parigi, Hachette, 1915; Id., La Franc-Maçonnerie occultiste au XVIIIème siècle et l’Ordre des Elus Coen, Parigi, 1928; Id., L’Occultisme et la Franc-Maçonnerie écossaise, Parigi, 1928; Id., La Franc-Maçonnerie templière et occultiste aux XVIIIème et XIXème siècles, Parigi, Ed. Montaigne, 1970 (postuma) completata da Antoine Faivre; P. Naudon, Histoire et Rituels des Hauts Grades  maçonniques, Parigi, Dervry, 1960.
4. Cfr. L. de Poncins, La Franc-Maçonnerie d’àprès ses documents secretes, Parigi, 1934; P. Copin Albancelli, La Guerre occulte. Les sociétés secretes contre les Nations, Parigi, 1925.
5. GM. Cazzaniga, Storia d’Italia. Annali 21. La Massoneria, Torino, Einaudi, 2006; M. Moramarco, Nuova Enciclopedia Massonica, Foggia, Bastogi, 3 voll., 1997-1998; P. Siano, Un manuale per conoscere la massoneria, Frigento, Casa Mariana Editrice, 2012, Id., La Massoneria tra esoterismo,  ritualità e simbolismo, Frigento, CME, 2012; L. de Poncins, La Franc-Maçonnerie d’aprés ses documents secrèts, II ed., Chiré-en-Montreuil, DPF, 1972; J. Servier (diretto da), Dictionnaire de l’Esoterisme, Parigi, PUF, 1998;  G. Di Bernardo, Filosofia della massoneria, Venezia, Marsilio, 1987; E. Saunier ( diretta da), Encyclopédie de la Franc-Maçonnerie, Parigi, LGF, 2000.
6. Leo Taxil pseudonimo di Marie-Joseph-Antoine-Gabriel Jogand (1854-1907), nella sua prima infanzia fu educato cristianamente, ma sin da giovane diciassettenne fu attratto dai princìpi rivoluzionari radicali, materialisti e garibaldini. Nel 1871 accolse festoso Garibaldi a Marsiglia e cambiò nome in Leo Taxil per non nuocere alla sua famiglia verso la fine del 1872. Nel 1880 entrò nella massoneria (Grande Oriente di Francia), ma nel 1881 ne fu espulso dato il suo carattere estremista e virulento. Nel 1885 un anno dopo la pubblicazione dell’Enciclica di Leone XIII sulla massoneria Humanum genus (1884) ritornò alla fede cattolica della sua prima infanzia e il 23 aprile del 1885 fece ammenda pubblica della sua appartenenza massonica e del suo passato rivoluzionario. Nel 1886 pubblicò Les frères trois points; Le Culte du Grand Architecte; Les soeurs maçonnes; Le Vatican  et les Franc-Maçons; Les Mystères de la Franc-Maçonnerie, tr. it., I misteri della Frammassoneria, Genova, Fassicomo, 1888. Nel 1888 conobbe don Paul Fesch, un sacerdote molto esperto nella polemica antimassonica, con cui collaborò sinceramente e amichevolmente nella lotta contro la massoneria sino al 1890 quando Taxil volle entrare in politica e si schierò (non ascoltando il consiglio di don Fesch) contro Edouard Drumont e l’ala cattolico/conservatrice che non lo seguì. Taxil fu sonoramente sconfitto e uscì da questa esperienza profondamente prostrato. Quindi pubblicò vari libri (Le Diable au XIXème siècle, 1892-1895; Mémoires d’un ex-palladiste, parfaite initiée indépendente 1895-1897, sotto il nome di Diana Vaughan; L’affaire Léo Taxil, 1897) sul culto reso a satana presso le super logge massoniche, nei quali il vero è mischiato all’immaginario e all’inventato. Durante il Congresso antimassonico di Trento nel 1896 i partecipanti iniziarono a capire che i libri di Taxil non erano del tutto attendibili, ma vi si trovava del vero mischiato al falso. Quindi Léo Taxil nel 1897 decise di rivelare, qualcuno (Antonino Romeo) pensa sotto minaccia della setta, di non essersi mai convertito, di essersi inventato tutto quanto alla sostanza e al modo e non di aver mischiato vero e falso. Don Paul Fesch (1858-1910) è sempre stato convinto della sincerità della conversione di Taxil, che avrebbe, secondo lui, ceduto moralmente e psicologicamente dopo la sconfitta nella lotta elettorale contro Edouard Drumont per mancanza di solida formazione cristiana e filosofica, essendo un neoconvertito (P. Fesch, Souvenirs d’un abbé journaliste, 1898). Don Fesch ritiene che negli scritti di Taxil vi è del vero (esattamente certificato anche da altri autori seri) da ritenere e dell’inventato da rigettare. Infatti dopo l’Enciclica di Leone XIII Humanum genus del 1884 la Massoneria si scatenò contro la Chiesa e i cattolici reagirono vivamente con vari libri ben fatti e documentati. Invece altri autori (come Taxil e forse Margiotta), ingenuamente, cercarono di presentare la realtà diabolica della Massoneria in maniera romanzata, che potesse essere letta anche dalle persone semplici. Fu ciò che fece (molto probabilmente, la questione è ancora aperta e disputata) Taxil. Ma la setta ne approfittò per screditare tutta la letteratura antimassonica come una invenzione romanzata o una “fiction” come si dice oggi, cioè la sostanza o la realtà assieme al modo di presentarla e descriverla. Anche la Chiesa aveva capito che la documentazione taxiliana era inesistente quanto al modo e nel Congresso antimassonico di Trento del 1896 p. Gruber e p. Portalié criticarono la metodologia di Taxil senza mettere in dubbio il carattere realmente sovversivo e anticristiano della Massoneria, che nelle retro logge arrivava sino al luciferismo (cfr. M. Colinon, La Massoneria e la Chiesa, Roma, Paoline, 1956; M.-F. James, Esoterisme, Occultisme, Franc-Maçonnerie et Christianisme aux XIXème et XXème siècles, Parigi, NEL, 1981, pp. 119, 247-252). Un caso analogo a quello taxiliano è quello di Domenico Margiotta, Ricordi di un Trentatré, Parigi-Lione, Delhomme et Briguet, 1895; Id., Le Palladisme. Culte de Satan-Lucifer dans les triangles maçonniques, Grenoble, Falque, 1895 (ma anche questo caso è disputato ed è  ancora aperto e vanno fatte le dovute distinzioni quanto alla sostanza reale e al modo di descriverla); cfr. P. Rosen, Satan e Compagnie, Parigi, Castermann, 1888; L. Meurin, La Franc-Maçonnerie, Synagogue de Satan, Parigi, 1893; A. Romeo, voce Satanismo, in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1953, vol. X, coll. 1953-1961; G. Fiorentino, Diavoli e frammassoni, Ravenna, Ed. Longo, 1981.
7. G. Magaldi, Massoni..., .cit., p. I, Nota dell’Editore. Le “ur-lodges” sono le super logge o retro logge come comunemente son chiamate le logge massoniche più importanti e segrete. Ora il libro è stato pubblicato nel novembre del 2014 e non ha ancora ricevuto contestazioni o querele. Sembrerebbe, quindi, che le rivelazioni contenute nel libro non siano campate in aria. Inoltre l’Autore cita una notevole bibliografia massonica e anti-massonica, possiede una buona conoscenza del tema e le affermazioni che fa, generalmente, sono verificabili e corrispondenti a quanto è stato scritto da numerosi studiosi di grande calibro.
8. Per gli Autori citati nel libro si legga la bibliografia da p. 594 a 630.
9. Alec Mellor, Dictionnaire de la Franc-Maçonnerie et des Francs-Maçons, Parigi, Belfond, 1989, p. 115.
10. Cfr. I. Ingrao, Il Concilio segreto, Casale Monferrato, Piemme, 2013; J. Berteloot, La Franc-Maçonnerie et l’Eglise catholique, 2 voll., Parigi, 1947; J.-A. Ferrer-Benimelli, Masonerie y Iglesia, Madrid, Fundacion Universitaria, 4 voll., 1977; G. Caprile, Massoni e Massoneria, Roma, La Civiltà Cattolica, 1958; C. Nitoglia, Per padre il diavolo, Cusano Milanino, SEB, 2002, cap. XXI, Infiltrazioni giudaico-massoniche nella Chiesa romana, pp. 248-276; J. Crétineau-Joly, L’Eglise romaine en face de la Révolution, Parigi, 1859, 2 voll.; E. Barbier, Infiltrations maçonniques dans l’Eglise, 1910; H. Coston, La Répubblique du Grand Orient, Parigi, Ed. Lectures françaises, 1964; J. Ploncard d’Assac, L’Eglise occupée; Chiré en Montreuil, DPF, 1977; Id., Le secret des Francs-Maçons, Chiré en Montreuil, 1979; H. Delassus, La Conjuration antichrétienne, Lilla, Desclée de Brouwer, 1910, 3 voll.; Id., Le problème de l’heure présent, Lille, Desclée, 1904, tr. it., Il problema dell’ora presente, II ed., Proceno (VT), Effedieffe, 2014-2015, 2 voll.; L. de Poncins, Infiltrations ennemies dans l’Eglise, Parigi, Documents et Témoignages, 1970; Id., Christianisme et franc-maçonnerie, Chiré en Montreuil, DPF, 1975; L. M. Caro, El misterio de la masoneria, Benos Aires, 1954; S. J. Meurin, tr. it., La Frammassoneria sinagoga di satana, Siena, [1893] 1895; M. Pinay, Complotto contro la Chiesa, Roma, 1962; P. Naudon, La Franc-Maçonnerie Chrétienne, Parigi, Dervy, 1970; R. Esposito, e grandi concordanze tra  la Chiesa cattolica e la massoneria, Firenze, Nardini, 1987, Id., Chiesa e Massoneria. Un DNA comune, Firenze, Nardini, 1999; J.-A. Ferrer-Benimelli, Les Archives sécrètes du Vatican et de la Franc-Maçonnerie : histoire d’une condamnation pontificale, Parigi, Dervry, 1989 ; J. Rousse-Lacordaire, Rome et les franc-maçons : histoire d’un conflit, Parigi, Berg International, 1996; L. Lefontaine, Eglise et Franc-Maçonnerie, Parigi, du Chalet, 1990; F. Molinari, La Massoneria cattedrale laica della Fraternità, Brescia, Queriniana, 1981 ; B. Fay, La Franc-Maçonnerie et la révolution intellectuelle du XVIIIème siècle, 1935, tr. it., Torino, Einaudi, 1939; O. Nardi, Gnosi e Rivoluzione, Milano, 1991; E. Ratier, tr. it., Misteri  e segreti del B’nai B’rith, Verrua Savoia (TO), CLS, 1995; L. Braschi, La Massoneria e la Chiesa cattolica, Firenze, Nardini, 1982; P. Siano, in Fides Catholica, Frigento, n. 2, 2011, Laicità illuministica ed Illuminismo esoterico nella Massoneria nordamericana, pp. 22-83; A. Mellor, Nos frères séparés, les franc-maçons, Parigi, Mame, 1961; Id., La franc-maçonnerie à l’heure du choix, Parigi, Mame, 1963; Id., La charte inconnue de la franc-maçonnerie crhétienne, Parigi, Mame, 1965; P. Naudon, La Franc-Maçonnerie chrétienne, Parigi, 1970.
11. G. Magaldi, cit., p. 151.
12. G. Magaldi, cit., p. 29; cfr. P. Vulliaud, Les Rose-Croix lyonnais au XVIIIème siècle, Parigi, Nourry, 1919.
13. G. Magaldi, cit., pp. 29-30.
14 Cfr. Y. Marsaudon, L’Oecumenisme vu par un Franc-maçon de tradition, Parigi, Vitiano, 1964; Id., De l’initiation maçonnique à l’orthodoxie chrétienne, Parigi, Dervry, 1965; il tema dell’iniziazione di Roncalli alla massoneria, narrato da Yves Marsaudon nei suoi due libri citati, è stato ripreso da L. Braschi, La Massoneria e la Chiesa cattolica, Firenze, Nardini, 1984, p. 80 e da R. Esposito, Le grandi concordanze tra Chiesa e Massoneria, Firenze, Nardini, 1987, p. 390;  P. Hebblethwaite, Giovanni XXIII. Il Papa del Concilio, Roma, Castelvecchi, 2013; E. Bartalini, Il monsignore e il socialista, Angelo Roncalli a Istanbul, Piombino, La Bancarella, 2010; G. Alberigo, Dalla laguna al Tevere. Angelo Giuseppe Roncalli da San Marco a San Pietro, Bologna, il Mulino, 2000.
15. Ivi.
16. Cfr. P. Siano, Il Satanismo massonico, in Immaculata Mediatrix, Frigento, n. 2, 2007, pp. 363-395; V. Longo, La Franç-Maçonnerie devant le Christianisme, in Actes du premier Congrès Antimaçonnique International, 26-30 settembre 1896 in Trento, Tournai, Desclée, 1897-1899; secondo questi autori nelle retro logge si pratica il culto di Satana. La medesima tesi è stata sostenuta da p. Giovanni Giuseppe Franco, in La Civiltà Cattolica, n. 45, 1894, pp. 31-37; ivi, pp. 411-424; ivi, pp. 544-560; cfr. G. Bataille, Le diable au XIXème siècle, Parigi-Lione, Delhomme et Briguet, 1892; A. Faivre, L’Esotérisme au XVIIIème siècle, Parigi, Seghers, 1973..
17. Jacob Frank († 1791) era un marrano apparentemente fattosi cattolico e può essere considerato un precursore del modernismo, in quanto come i modernisti non voleva uscire pubblicamente fuori dalla Chiesa, ma restare apparentemente in essa, pur non condividendone interiormente il Credo, e, quindi, cambiarla dal di dentro. Lo storico Arthur Mandel cita Frank, che scriveva così: “noi dobbiamo accettare esteriormente la religione cristiana per sembrare, in pubblico, cristiani […] tuttavia non dobbiamo mischiarci con i veri cristiani” (A. Mandel, Il Messia militante, Milano, Arché, 1984, p. 84).  A sua volta Frank era un discepolo del falso messia Shabbataj Zevi († 1676). Secondo lo studioso tedesco Gershom Scholem (La Cabala, Roma, Mediterranee, 1992, p. 359) Jacob Frank si riteneva la “reincarnazione” di Sabbataj Zevi e loro due gli “emissari incarnati” del “Grande Fratello” ossia il diavolo (ivi, p. 284). Cfr. anche G. Scholem, Sabbetay Zevi. Il messia mistico, Torno, Einaudi, 2001; Id., Du Frankisme au Jacobinisme, Parigi, 1979; Id., Les origines de la Kabbale, Parigi, 1966; Id., Kabbalah, New York, 1974; Id., Les Grands Courants de la mystique juive, Parigi, 1983; Id., La Mystique juive, Parigi, 1985; Ch. Novak, Jacob Frank le faux messie, Parigi, L’Harmattan, 2012.
18. R. Gougenot Des Mousseaux, La magie au XIXème siècle, Parigi, 1860.
19. Cfr. C. Nitoglia, L’Esoterismo, Verrua Savoia (TO), CLS, 2000.
20. Secret maçonnique et antimaçonnique, Colloquio di “Politica Hermetica”, Parigi, 18 novembre 1989, in Politica Hermetica, n. 4, 1990.
21. Cfr. Ch. Nicollaud, L’initiation dans les sociétés secrètes. L’initiation maçonnique, Parigi, 1913.
22. G. Magaldi, cit. p. 73; cfr. J. Santucci, La Società teosofica, Torino, Elledici, 1999; P. Giovetti, Helena, Blavatsky e la Società teosofica, Roma, Mediterranee, 2010; J. Godwin, L’illuminismo dei teosofi, Roma, Settimo Sigillo, 2009; A.  Faivre, Mystiques, Théosophes et illuminés au siècle des Lumières, New York, Olms, 1976.
23. Edmund Burke, grazie al suo saggio Considerazioni sulla Rivoluzione francese del 1790 influenzò Joseph de Maistre ad iniziare a scrivere nel 1791 le Serate di Pietroburgo, apparteneva alla corrente whig o conservatrice del liberalismo inglese, “nutrito di tradizione lockiana”, sostenne nel 1790  la differenza abissale tra Rivoluzione francese e inglese, “quella britannica del 1688 era così giustificata e così legittima (…), tutta sulla linea delle libertà inglesi e del protestantesimo [conservatore anglicano] e quella del 1789, effettivamente sovversiva, scopertamente iconoclasta e atea” (J. J. Chevalier, Storia del pensiero politico, vol. 3, Bologna, Il Mulino, 1986, p. 61). La critica burkeiana alla Rivoluzione francese “non voleva sconfessare il suo liberalismo whig” (Ib., p. 63). Egli “era sì un liberale, ma all’inglese”, ossia moderato e conservatore (Ivi). Tuttavia la sua dottrina politica, pur criticando giustamente l’astrattezza del razionalismo illuminista francese, era debitore di una filosofia empirista e sensista inglese, la quale svalutava eccessivamente le capacità dell’intelletto umano, riducendolo a pura conoscenza sensibile e non razionale o metafisica. Onde, se Burke è valido nella critica del 1789,  tuttavia i principi filosofici di essa, non sono compatibili con la retta ragione né con la fede rivelata. Burke aveva “l’orrore per … la  metafisica; il risvolto… era la passione per il concreto” (Ib., p. 63). Anzi “sentimenti, affetti, passioni, signoreggiano sull’animo umano e ne orientano anche gli interessi; di fatto l’uomo a questi obbedisce più che alla sua volontà cosciente e orientata dalla ragione” (Ib., p. 64).
Joseph de Maistre scrisse la sua famosa memoria, pubblicata da Emile Dermenghem nel 1923, al duca Ferdinando di Brunswick, iniziato alla Massoneria a Berlino nel 1740, che preconizzava la riconciliazione sotto l’’egida della Massoneria di tutte le confessioni cristiane. […]. Joseph de Maistre nel 1782 scrisse al duca di Brunwick un memoriale  rimasto celebre. In esso assegnava alla Massoneria il fine di realizzare l’unità trascendente di tutte le confessioni cristiane separate da Roma. Il cristianesimo al quale aderiva de Maistre in questi anni era il cristianesimo trascendentale di J.-B. Willermoz, e non quello della Chiesa cattolica. Joseph de Maistre stesso ne dà le ragioni nell’XI capitolo delle Serate di San Pietroburgo in cui parla degli Eletti Coen. Si noti che, se de Maistre dopo la Rivoluzione francese abbandonò la Massoneria, alzò le spalle con sufficienza di fronte alle critiche rivolte alla Massoneria da p. Augustin Barruel nel suo libro Mémoires pour servir à l’histoire du Jacobinisme, 5 voll., 1797-1799” (A. Mellor, Dictionnaire de la Franc-Maçonnerie, Parigi, Belfond, 1989, p. 237 e 286; cfr. R. Le Forestier, La Franc-Maçonnerie templière et occultiste aux XVIIIème et XIXème siècles, Parigi, Ed. Montaigne, 1970, postuma e completata da Antoine Faivre; E. Dermenghem, Joseph de Maistre mystique, Parigi, La Colombe, 1923; M. Riquet, Augustin Barruel. Un jésuite face aux jacobins francs-maçons, Parigi, Beauchesne, 1989; J. Rebotton, Genèse des idées sociale set politiques de Joseph de Maistre. Education, religion et Franc-Maçonnerie, Montpellier III, Univeristé, 1983).  Jean Rebotton, inoltre, scrive : « Joseph de Maistre abbandonò la Massoneria, ma non la frequentazione dei suoi fratelli massoni nel 1791 quando il suo re Vittorio Amedeo III di Savoia, al quale era legatissimo, chiuse le logge della Savoia preoccupato per le agitazioni che scuotevano la Francia rivoluzionaria non amata dal de Maistre in quanto anti-monarchica e rivoluzionaria. De Maistre si ritirò allora in esilio in Piemonte e mantenne ferma la distinzione tra ‘massoni mistici’, fedeli alla monarchia e al regno sabaudo e ‘clubisti’ rivoluzionari e preparatori del 1789. La sua concezione ‘controrivoluzionaria’ è quindi assai sui generis, infatti de Maistre si era allontanato dalla Massoneria rivoluzionaria alla francese, illuminista e progressista, mantenendo sempre una ferma speranza di un rinnovamento mistico ed ecumenico delle confessioni cristiane (il ‘Cristianesimo Trascendente’, elitario, allegorico e iniziatico, diretto dai saggi, compatibile quindi con la vera Massoneria mistica al fine di trasformare il mondo spiritualmente) e mantenendo pure una concezione liberale e massonica all’inglese. In Russia de Maistre mantenne i rapporti con la Massoneria e i massoni mistici, il Ministro Razoumovsky e il Principe Galitzine, contro i massoni razionalisti, rivoluzionari e materialisti. Infine si deve notare che a S. Pietroburgo dal 1803 al 1811 frequentò la loggia del massone Stedingk, ambasciatore della Svezia presso la Russia e proprio durante questi anni compose le opere essenziali del suo pensiero: Saggio sul principio generatore  delle costituzioni politiche, pubblicato nel 1815; Sul Papa, pubblicato nel 1819; Le Serate di San Pietroburgo, pubblicato postumo nel 1821 » (Eric Saunier, diretta da, Encyclopédie de la Franc-Maçonnerie, Parigi, Librairie Générale Française, 2000, pp. 531-533).
24. G. Magaldi, cit., p. 7.
25. Carlo Francovich conclude: «Sarebbe pittoresco... rappresentare il pensatore savoiardo come qualcuno che si è convertito veramente, essendosi accorto che ciò che ha adorato deve essere bruciato e che tutto ciò che ha bruciato deve essere adorato! Sarebbe seducente credere che Maistre, a quarant’anni, si sia accorto che tutta la sua vita era stata spesa per la cattiva causa, che non vi era che errore e peccato nelle ricerche audaci alle quali si era consacrato, e che l’“ordine” nel quale lavorava era soltanto uno strumento ipocrita e sottile di Satana. Sarebbe così uscito dalla sua esperienza passata completamente trasformato, pentito. Tuttavia in questa tesi non vi è nulla di vero. La verità è molto più sfumata e complessa. Secondo me, non c’è nella vita interiore di Maistre, conversione completa, ma solo una semplice evoluzione logica... Il Maistre russo non contraddice quello di Chambéry. Il Maistre del 1810 non rinnega, ma spiega e perfeziona quello del 1780. (...) Il primo è, forse, più audace, il secondo... è più prudente e più attaccato ai diritti dell’Autorità legittima» (C. Francovich, Storia della massoneria in Italia, Firenze, La Nuova Italia, 1989, pp. 244-246). «Nel 1811 de Maistre manteneva l’opinione che “la massoneria pura e semplice, come ancora esiste in Inghilterra, non ha nulla di cattivo in sé”» (G. Goyau, La pensée religieuse de Joseph de Maistre. D’après des documents inédits, Parigi, Perrin, 1921, p. 14). Cfr. anche G. Magaldi, cit., p. 171; E. Dermenghem, Joseph de Maistre mystique, Parigi, La Colombe, II ed., 1946.
26. G. Martin, La Franc-Maçonnerie et la préparation de la Révolution, Parigi, PUF, 1926; C. Revauger, La Franc-Maçonnerie en Grand-Bretagne et dans l’Amérique révolutionnaire, Bordeaux, Université, 1987.
27. G. Giarrizzo, Massoneria e illuminismo nell’Europa del Settecento, Venezia, Marsilio, 1994; F. Yates, tr. it., L’Illuminismo dei Rosacroce, Torino, Einaudi, 1976.
28. Cfr. Ch. Hill, tr. it., Le origini intellettuali della Rivoluzione inglese, Bologna, 1976.
29. Cfr. L. de Poncins, La societé des Nations. Super-Etat maçonnique, Parigi, Beauchesne, 1932 ; J. Bordiot, Une main cachée dirige…, Parigi, La Librairie Française, 1976; H. Coston, La Conjuration des Illuminés, Parigi, Ed. Henry Coston, 1979; Id., Les financiers qui mènent le monde, Parigi, Ed. H. Coston, 1989; Y. Moncomble, La Trilatéral et les secrets du mondialisme, Parigi, Ed. Yann Moncomble, 1980; Id., L’irrésistible expansion du Mondialisme, Parigi, Ed. Y. Moncomble, 1981; P. Virion, Bientôt un gouvernement mondial ? une super et contre-église?, Saint Céneré, Ed. Saint Michel, 1967;  Id., Les forces occultes dans le monde moderne, Parigi, Téqui, 1970; Id., Le Nouvel Ordre du Monde, Parigi, Téqui, 1974; Id., Mysterium iniquitatis, tr. it., Proceno (VT), Effedieffe, 2014.  
30. Cfr. M. Caillet, tr. it., Ero massone. Dalle  tenebre della Loggia alla luce di Cristo, Proceno (VT), Effedieffe, 2013
31. Il Royal Institute of International Affaires (RIIA) è nato a Londra nel 1919 alla fine della prima guerra mondiale con l’intento di dominare l’Europa in funzione protestantica e liberistica dopo aver abbattuto le vestigia del Sacro Romano Impero Germanico (Austria Ungheria). Il ramo statunitense del RIIA britannico è il Council of Foreign Relation (CFR), queste due associazioni sono il centro di varie correnti occulte quali lo Scozzesismo massonico, la Teosofia della  Blavatsky e l’Antroposofia di Rudolf Steiner. In Italia il RIIA e il CFR si chiamano Istituto Affari Internazionali (IAI) e Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e sono stati sponsorizzati nel 1965 dai discendenti dell’ingegner Camillo Olivetti (cui è subentrato nel 1979 l’ing. Carlo De Benedetti), da Altiero Spinelli e da Giovanni Agnelli. Cfr. E. Jouin, Bibliographie occultiste et maçonnique. J’usqu’à l’année 1717, Parigi, 1930; J. Godwin, L’illuminismo dei teosofi, Roma, Settimo Sigillo, 2009; F. Venzi, Julius Evola e la Libera Muratoria, Roma, Settimo Sigillo, 2010.
32. Yann Moncomble, La Trilatérale et les secrets du mondialisme, Parigi, Faits et Documents, 1981.
33. G. Magaldi, cit., p. 8, nota 1; per la Mont Pelerin Society v. Magaldi, cit., p. 35, 100, a p. 133 nota 7 l’Autore parla della vicinanza di Otto d’Asburgo alla paramassonica Mont Pelerin e alla organizzazione interconfessionale e paramassonica Three Faiths Forum.
34. G. Magaldi, cit., p. 25.
35. Cfr. G. Magaldi, cit., p. 210 e 215.
36. Cfr. Andrea Mancia,  http://www.ideazione.com/Cyberpolitics/cyberpolitics-siti/Heritage-Foundation.htm.
37. G. Magaldi, cit., p. 131.
38. G. Magaldi, cit., p. 23. F. A. von Hayek, come Milton Friedman e Robert Nozick, era affiliato alla super loggia Edmund Burke, v. G. Magaldi, cit., p. 210
39. Cfr. D. Guérin, Né Dio né padrone. Antologia del pensiero anarchico, tr. it., Milano, 1977; G. M. Bravo, Gli anarchici, Torino, 1971; H. Arvon, Les libertariens américains: de l’anarchisme individualiste à l’anarcho-capitalisme, Parigi, PUF, 1983 (molto interessante); Id., L’anarchisme, Parigi, PUF, 1991.
40. Cfr. L. Infantino, L. von Mises, Pola, Luiss University Press, 2007.
41. Di cui cito la versione telematica sul sito web http://www.uqac.ca/jmt-sociologue/; cfr anche i siti web http://classiques.uqac.ca/; http://bibliotheque.uqac.ca/. Sul medesimo tema cfr. P. Lemieux, L’anarcho-capitalisme, Parigi, PUF, 1988.
42. «Milton Friedman non era solo un economista, era un devoto sionista e un ebreo molto fiero di esserlo. […]. Nel 1972 Friedman parlò alla Mont Pelerin Society su “Capitalismo ed ebrei”» (G. Atzmon, L’errante. Chi?, cit. p. 112 ss.). Gilad Atzmon così riassume brevemente il succo del contenuto della conferenza di Friedman: 1°) la seconda guerra mondiale, purtroppo, ha generato un certo accentramento da  parte degli Stati sull’economia dei Paesi usciti dal conflitto; 2°) fortunatamente, vi è stata una sana reazione intellettuale liberista contro l’intervento della politica e dello Stato in materia finanziaria; 3°) il ruolo dell’ebraismo in questo scenario è stato ambivalente. Infatti, se da una parte l’ebraismo, grazie e tramite il liberismo, ha un debito enorme verso il capitalismo e la libera impresa” ed ha influito assai sulla sua genesi,  dall’altro lato si è opposto (con la Rivoluzione bolscevica ideata e guidata da un gran numeri di ebrei: Marx, Engels, Lenin, Trotzsky) ad ogni forma di capitalismo cercando di distruggere anche la piccola proprietà privata dei kulak; 4°) l’affinità dell’ebraismo riguardo al capitalismo va ricercata nello spirito di libera competizione. È da secoli che gli ebrei hanno giocato un ruolo decisivo nel settore finanziario e bancario, mentre durante la Cristianità erano trattenuti dall’avversione della Chiesa romana contro l’usura. Gli Stati autoritari, poi, hanno ripreso lo spirito della Chiesa nei riguardi della libera finanza e del prestito ad interesse elevato ed hanno favorito l’antisemitismo. Ciò nonostante, gli ebrei son riusciti a sfuggire all’isolamento poiché il mondo del commercio e della finanza internazionali son rimasti sempre aperti verso di loro, e così  son restati ognor preminenti in questi campi oltre che nel settore bancario, cinematografico e radio/televisivo. Quanto ad Israele, se da un lato è nato come forma di collettivismo o “kibbutz/ismo” di marca marxista, dall’altro lato esso è stato sempre aiutato dal mondo dell’alta finanza del capitalismo anglo/americano e del giudaismo mondiale della Diaspora; 5°) quindi, sia i Partiti Comunisti del mondo intero sono stati diretti e organizzati dagli ebrei, sia lo spirito capitalistico del libero scambio è improntato allo spirito ebraico del ‘do ut des’, che ha interpretato anche il Patto con Dio in senso materiale e terrestre; 6°) infine Friedman conclude ammettendo candidamente che da un punto di vista storico-politico la Rivoluzione francese ha favorito l’emancipazione e la piena eguaglianza socio politica dell’ebraismo in Europa, poiché laicisticamente e liberalisticamente optava per la separazione totale tra Stato e Chiesa, mentre le forze reazionarie e dette di “destra” propendevano per la mutua collaborazione gerarchizzata tra Stato e Chiesa.
43. J. Huerta de Soto, la Scuola Austriaca. Mercato e creatività imprenditoriale, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003; D. Antiseri – L. Infantino, La Scuola Austriaca di economia, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2001.
44. Nel 2005 Milton Friedman ha firmato per primo l’appello per la liberalizzazione della marijuana, sottoscritto da oltre 500 economisti statunitensi.
45. G. Atzmon, L’Errante. Chi? Un’inquietante introspezione nella psicologia ebraica, sine loco, Editore Zambon, 2012, p. 156.
46. Uno dei due pensatori principali pensatori (assieme a Charles-Alexis De Tocqueville, 1805-1859) cui si rifà la Mont Pelerin Society è lord John Emerich Edward Acton (1834-1902), un uomo politico liberale di origine inglese “convertito” al cattolicesimo, ma entrato in contatto con Döllinger a Monaco di Baviera nel 1850. Nel 1869 fu eletto alla Camera alta di Londra col titolo di lord Aldenham e venne a Roma al Concilio Vaticano I ove si schierò contro l’infallibilità pontificia; però a differenza di Ignaz von Döllinger (†1890), che si scisse da Roma nel 1871 e fondò la setta dei “Vecchi Cattolici”, lord Acton non uscì dalla Chiesa, la quale aveva pur messo numerosi suoi scritti all’Indice nel 1870-71. Nel 1870 rientrò in Inghilterra ed insegnò a Cambridge a partire dal 1895. Sono usciti postumi alcuni suoi scritti (v. Discorsi sulla Rivoluzione francese, 1906).
47. Nella sua decisione 30 agosto 2013 di bombardare la Siria.
48. G. Magaldi, cit., p. 358. Secondo Magaldi (ivi) anche Samuel Huntington l’autore de Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale, ([1996], tr. it., Milano, Garanti, 1997)  è massone e affiliato alla super loggia Edmund Burke, idem per Margaret Thatcher (Magaldi, cit., p. 360), anche lo stesso Edmund Burke era affiliato alla massoneria (Magaldi, cit., p. 359, nota 16). Da ciò si evince il lato massonico occulto e non svelato di alcuni personaggi del teoconservatorismo che «dicono di essere “cristiani”, ma non lo sono, essi sono la Sinagoga di satana» (Apoc., II, 9; III, 9).
49. Nella recensione al libro “Israele e l’umanità” comparsa sulla rivista del Grand’Oriente di Italia “Hiram” (novembre 1992) si può leggere la seguente frase del rabbino cabalista Elia Benamozegh: “Quel che è certo è che la teologia massonica corrisponde abbastanza bene a quella della Càbala” (E. Benamozegh, Israele e l’umanità, Torino, Marietti, 1990, pag. 49). Bernard Lazare, noto scrittore ebreo, afferma: «È certo [...] che vi furono degli ebrei alla culla della Massoneria, degli ebrei cabalisti, come lo provano alcuni riti conservati...» (B. Lazare, L’antisemitisme, Documents et Témoignages, Vienne, 1969, pag. 167). L’ebreo convertito, Joseph Lémann, scrive: «Che vi sia nel Giudaismo una predisposizione alla Massoneria è incontestabile. Questa predisposizione gli viene dal suo odio contro Cristo [...]. È [...] noto storicamente che [...] l’antagonismo ebraico, in cerca di una rivincita, lungi dal respingere il concorso delle società segrete, le ha sempre utilizzate secondo i propri interessi contro Gesù Cristo e la sua Chiesa» (J. Lémann, L’entrée des Israelites dans la société française, Avallon, Paris 1886, rist. 1987, p. 234). Henri Charles Puech, il grande storico (massone) delle religioni, scrive: «Spesso antisemitismo ed odio antimassonico sono andati assieme [...] la maggior parte dei nomi sacri e delle parole d’ordine dei diversi gradi massonici sono ebraici. Da sottolineare l’esoterismo cabalistico delle due Colonne, dei tre Pilastri, della stessa disposizione degli Ufficiali nel Tempio. [...] Occorre mostrare come le diverse forme della Tradizione occidentale esoterica (... Càbala giudaica, ermetismo cristico dei Templari ...) siano integrati, avviluppati nella piramide massonica» (H. C. Puech, Storia delle religioni. Esoterismo, spiritismo, massoneria, Universali Laterza, Bari 1981, pagg. 160, 163, 178). Il gran rabbino di Francia Joseph Sitruk ha affermato: “Il Giudaismo impregna tutto il mondo moderno, specialmente con la Rivoluzione francese e la dichiarazione dei diritti dell’uomo” (France-Inter, 21 dicembre 1988). Il giornale israelitico ‘The Jewish Tribune’ ha scritto: “La Massoneria è basata sul Giudaismo” (New York, 28 ottobre 1927). Mac Gowan: “La Massoneria è fondata sull’antica Legge d’Israele” (Freemason, 2 aprile 1930), che è quella talmudica e non mosaica. Rudolf Klein: “Il nostro rituale è ebreo, dall’inizio alla fine” (La logia, n. 7-8 del 1928). Anche l’autorevole rivista dei Gesuiti “La Civiltà Cattolica” riprendeva tale tesi scrivendo: “Il Giudaismo non tardò [...] ad intromettersi [nella Massoneria] e [...] ad informarla col suo spirito, ad indirizzarla ai suoi intendimenti, ad incorporarsela [...]. Per tentare l’abbattimento della Religione cristiana [...] occorreva agli ebrei lavorare sott’acqua, e dissimulatamente mandare avanti altri, e dietro loro nascondersi: insomma bisognava dare l’assalto con soldatesche non proprie [...]. Ed a questa impresa han posto mano, mettendosi a capo del mondo occulto, per mezzo della Massoneria che si son assoggettata. [...] Si tiene per certo che tutta intera la compagine della Massoneria è regolata da un sinedrio ebraico [...]. Nell’atto pratico, Giudaismo e Massoneria si confondono e s’immedesimano, come il ferro colla mano dell’assassino che lo vibra [...]. il fine ultimo al quale il Giudaismo mira per mezzo del Massonismo è il dominio universale, l’impero del mondo” (La Civiltà Cattolica, serie XIV, vol. 8, 1890, citata in R. Piperno, L’antisemitismo moderno, Universale Cappelli, Rocca San Casciano, 1964, pagg. 124-129).

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Io mi auguro che qualcuno denunzi questo Magaldi per diffamazione e lo costringa così a tirar fuori le prove (dell'appartenenza massonica di Roncalli). ormai è tempo che la verità venga a galla, con chiarezza, perché siamo al limite del baratro. Non si può più rimediare, solo arrivare in fondo e ricominciare.

RAOUL DE GERRX ha detto...

Très bon texte. La note 49 est particulièrement intéressante qui rappelle l'influence de la Kabbale et du Judaïsme (talmudique) sur la Maçonnerie. « Si tiene per certo che tutta intera la compagine della Massoneria è regolata da un sinedrio ebraico […] il fine ultimo al quale il Giudaismo mira per mezzo del Massonismo è il dominio universale, l’impero del mondo », écrivait "La Civiltà Cattolica" en… 1890.

Vatican II (Nostra Aetate) n'avait pas encore fait tous ses ravages. L'habile manipulation de la Shoah non plus…

irina ha detto...

Sempre utile una sintesi di ampio respiro.Che percentuale di verità abbia, di certo, è noto a pochi.Non è comunque campata in aria.Di queste connessioni si parla da tempo, molti a ragion veduta altri a vanvera.Pur in condizioni diverse, solo un'azione come il monachesimo potrà salvare il salvabile umano da questa manovra a tenaglia,da questa mala semina pervasiva. Tenersi uniti ora è di estrema importanza ed anche informati e sempre di nuovo reciprocamente educati nella dottrina di sempre.

MICHELE ha detto...

Ciò che dice spavaldamente Magaldi, è segno non solo del dissenso fra logge, ma soprattutto del fatto che ormai la Sinagoga di Satana si sente sicura di essere quasi arrivata al compimento del disegno mondialista. Non sono cose nuove, però sono conferme di altre già note agli specialisti e finora solo sussurrate: anzitutto l'affiliazione rosacrociana e massonica di Roncalli. Ciò che stupisce (ma non più di tanto, visto che l'amore per la verità è raro anche tra cattolici), è che non se ne tirino le debite conseguenze. Spero di non essere censurato, altrimenti sarebbe stato inutile pubblicare l'articolo senza possibilità di discutere le ipotesi conseguenti: sarebbe come tirare il sasso e nascondere la mano, o anche peggio. Grazie per l'attenzione.

Anonimo ha detto...

Mi associo con forza al primo commento. Don Nitoglia si renderà ben conto che, al di là dei minuti dettagli di cui abbonda il libro di Magaldi, esso contiene (forse per la prima volta in modo così esplicito) la affermazione netta da parte di persona che si dice bene informata del fatto che Roncalli sarebbe stato iniziato alla Massoneria prima della sua elezione al Soglio di Pietro.
Se questo fosse vero, in virtù della "Cum apostolatus officio" di Paolo IV la elezione papale del 1958 sarebbe sicuramente invalida. Ugualmente invalidi sarebbero tutti gli atti ufficiali di Giovanni XXIII (come l'indizione del Vaticano II), e tutte le sue numerosissime creazioni di cardinali. Il conclave del 1963, formato da cardinali in massima parte di invalida creazione, sarebbe invalido, e così tutti quelli successivi.
Magaldi assicura che in caso di querela è pronto a tirare fuori i documenti.
Possibile, vista la posta in gioco, che nessuno abbia modo di vedere se quest'uomo dice la verità oppure se porta avanti una azione di disinformazione?

tralcio ha detto...

Fatta salva la veridicità di certe affermazioni "personali", mi accontento del dato "generale".

D’accordo con Michele: ciò che dice spavaldamente Magaldi, è segno non solo del dissenso fra logge, ma soprattutto del fatto che ormai la sinagoga di Satana si sente sicura di essere quasi arrivata al compimento del disegno mondialista.

Evidentemente a danno di altre visioni, “diversamente massoniche”, comprese certe espressioni purtroppo interne alla Chiesa.

BUONE NOTIZIE
Mc 3, 23-26
Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi.

Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire.
Satana non riuscirà a scacciarsi da solo. Fa ottime pentole, ma mancano sempre i coperchi.
Alla fine viene fuori quel che è: un “povero diavolo”.
Fa pena: invidia il Figlio di Dio fin dall’inizio della creazione.
Si è illuso di tentarlo e di vincerlo.
Ha il “permesso” di tentare l’uomo: in realtà è Dio che lascia al libero arbitrio umano la facoltà di fare la “propria volontà”, contro quella di Dio, facendosi praticamente servo di chi non vuol servire l’amore e preferendo menzogna e inganno alla verità e la morte alla vita!

E’ comunque una partita che satana ha già perso, anche perché chi sceglie lui combatte i propri simili. Possono allearsi per un tratto di strada, ma alla fine l’orgoglio e la superbia diventano insopportabili persino per chi sta dalla stessa parte, quella sbagliata!

La storia è punteggiata di interventi divini. Stavolta sarà “bello grosso”, proporzionato alla sfida.

Rr ha detto...

Non so se è il libro di Magalli, o la recensione-sintesi che ne fa Don Nitoglia, ma come sempre, quando leggo un suo articolo NON teologico-dottrinale, ricavo un' impressione di confusione, sintesi veloce di circostanze complesse, a volte apparentemente male capite perché male tradotte, che mi fan lasciare la lettura dopo poche righe.
Sull' accusa a Roncalli, e' vecchia di almeno 50 anni. Nessuno ha mai denunciato nessuno. Perché? per rispetto ad un pontefice defunto che non può più difendersi di persona? o per evitare che vengano fuori documenti inoppugnabili?
Io non so se fosse affiliato o no. Ma se giudichiamo dal suo lascito alla Chiesa, il dubbio diventa una quasi
certezza.
Rr

lister ha detto...

Quando Don Luigi Villa affermava queste cose veniva definito "vecchio pazzo".
Guarda caso, subito dopo la sua morte, sono stati beatificati o santificati GXXIII, PVI, GPII. Di Bergoglio non c'è dubbio alcuno: http://imposturecattolicesimo.blogspot.it/2013/04/bergoglio.html#.VUoo1_ntmko

Alessandro Mirabelli ha detto...

Wojtyla massone? Mi pare una bufala. Un po' meno Roncalli. Ma come si fa con certezza ad affermare? La Massoneria italiana non brilla certo per trasparenza. A differenza di quella inglese dove non ci sono problemi a dichiararsi massone. Ecco perché in Italia si dovrebbe porre, e dovremmo essere noi cattolici per primi, la questione della separazione fra Stato e Massoneria. Basta leggere il quotidiano inglese Daily Telegraph che quasi ogni giorno pubblica necrologi massonici. Quanto a Montini si sa per certo che la famiglia di sua mamma, Alghisi, era frequentatrice di logge. Teniamo però presente che dopo più di 100 anni dalla morte di Giuseppe Verdi non si ha ancora la certezza che egli fosse stato affiliato.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Inoltre i preti ortodossi russi hanno più volte affermato, anche in tempi recentissimi, che il Patriarca ecumenico Atenagora I era affiliato alla massoneria e che fosse stato eletto a quell'ufficio grazie alla Massoneria americana. Fedeli ortodossi romeni hanno pubblicamente accusato il loro attuale Patriarca Daniel I di essere un massone. Per cui non mi meraviglierei se anche in casa nostra ..... Possibile che certe cose accadano solo fra gli ortodossi e non fra noi?

rr ha detto...

Alessandro,
anche in Francia non si peritano affatto dii dirsi massoni, anzi ne fanno quasi un punto d'onore. Almeno tre ministri attuali lo sono.
MAgaldi dovrebbe pubblicare i documenti, ma forse ha paura di far la fine di Calvi.
Comunque "dai loro frutti li riconoscerete". Se la situazione delle Chiesa non risente dell'influenza massonica oggi...E chi, se non un papa, poteva avere il potere di escludere certi documenti dal Concilio, o di attuare certe riforme ? Possibile che non si accorgessero di quello che facevano e non ne sapessero valutare le conseguenze ? Se non erano affiliati, cos'erano ? complici ? stupidi ? pusillanimi ? "utili idioti" secondo il detto leninista? ricattati ?
RR

Alessandro Mirabelli ha detto...

Quel,che mi ha sempre meravigliato di Roncalli, che fece ininterrottamente parte della diplomazia vaticana dal 1925 alla fine del 1952, era il suo atteggiamento verso i regimi comunisti. Possibile che sapesse poco di cosa il comunismo aveva fatto nell'Est? Possibile che avesse così tanta fiducia in Kruscev da dafe l'avvio, senza se è senza ma alla inutile Ost politik? Possibile che non gli giungessero informazioni che proprio durante il segretariato di Nikita veniva distrutto (raso al solo) il maggiore numero di chiese ortodosse? Numero di distruzioni maggiore persino rispetto a quelle che aveva già fatto,abbattere Stalin. Come poteva dare a così tanto credito?

MICHELE ha detto...

Non credo che Gioele Magaldi si sia esposto al rischio di essere querelato senza avere le prove dei documenti a disposizione. Sa bene però che al massimo una denuncia potrebbe venire solo da un privato, fuori dai giochi e facilmente emarginabile anche in caso di sconfitta. Ma a quale titolo un privato dovrebbe denunciarlo? La parte in causa sarebbe il Vaticano stesso, più che la famiglia Roncalli. La Santa Sede però non ha mai denunciato nessuno, neppure David Yallop che scrisse "Habemus Papam" sulla morte di Papa Luciani, attribuita alle gerarchie massoniche vaticane, sui finanziamenti di Wojtyla a Solidarnosch a danno del Banco Ambrosiano (mi sembra), con tanto di numeri e codici bancari di conti depositati in Svizzera, facilmente verificabili, se lo si fosse voluto. Così non fu. Il Vaticano snobbò il tutto tacendo. Anche i più agguerriti avversari della Chiesa, come il Partito Comunista d'allora, tacquero significativamente, dando l'impressione di essere in qualche modo coinvolti in qualche losco aspetto finanziario o politico della faccenda. A tutti i potenti del tempo, anche tra di loro contrapposti, conveniva non appurare la verità, ma fare dimenticare l'accaduto e continuare la partita. Così va il mondo. Magaldi sa quel che fa e chi vuole capire può capire, ma non si aspetti di avere l'Imprimatur da nessuno.

Rr ha detto...

Gia', Alessandro, come poteva? Come poteva, dopo le testimonianze su chi fossero e cosa facessero i comunisti date dai futuri papi Ratti e Pacelli, l' uno in Polonia e l' altro in Germania? Come poteva, dopo le denunce dei vescovi tedeschi sulle violenze subite dalle donne tedesche da parte dell' Armata Rossa? e penso che anche ai tempi dell' Holodomor i vescovi uniati fecero pervenire notizie a Roma su cosa stava succedendo.
Come poteva non sapere?
Rr

Marius ha detto...

"Se questo fosse vero, in virtù della "Cum apostolatus officio" di Paolo IV la elezione papale del 1958 sarebbe sicuramente invalida. Ugualmente invalidi sarebbero tutti gli atti ufficiali di Giovanni XXIII (come l'indizione del Vaticano II), e tutte le sue numerosissime creazioni di cardinali. Il conclave del 1963, formato da cardinali in massima parte di invalida creazione, sarebbe invalido, e così tutti quelli successivi."

A mio avviso un'ipotesi da non scartare è che questo Magaldi rimanga nascostamente un massone a tutti gli effetti e che stia facendo il doppio gioco: mettere alle corde la Chiesa e procurarne il suo quasi annullamento finale. Perché "quasi"? perché ne resterebbe una porzione talmente modesta, numericamente insignificante e culturalmente attaccabilissima da parte dell’opinione pubblica da non destare più alcuna preoccupazione.
Dopo essersi infiltrati nella Chiesa secondo i disegni del Buonaiuti fino a raggiungere il soglio pontificio, i modernisti hanno strumentalizzato e messo nel sacco la Chiesa tutta intera. L'attuale panorama con il vdr universalmente osannato ne è la dimostrazione. Ora che il sacco è pieno si passa alla fase successiva: la distruzione del sacco stesso. Infatti immaginiamo lo sbando totale della Chiesa se si potessero provare fatti che annullerebbero in un solo colpo mezzo secolo di storia! Rimarranno appunto quei pochi "specialisti del Logos" che nel sacco non ha voluto entrare, quantité négligeable, il famoso piccolo resto di cui parlano le profezie.

viandante ha detto...

Condivido in parte quanto dice Marius. C'è gente che è specializzata a fare molto di più del semplice doppio gioco.
Infatti a chi gioverebbero queste prove, oggi?
Certamente alla massoneria che mostrerebbe a tutti la sua forza. Alla maggior parte dei cattolici non interesserebbe, tanto si sono già assuefatti al mondo.
Potrebbe però essere un duro colpo per quelli che nonostante tutto credono ancora alla Chiesa, corpo mistico del Signore e alle sue parole "non prevalebunt".

Il problema nostro invece è quello di non lasciarci scandalizzare da niente (niente!) e saper offrire le nostre sofferenze alla croce di Cristo.
Anche perché qui sono tutti specialisti a dichiarare decaduti i papi e non valide le elezioni di altri papi. Ma nessuno ha mai dato una spolverata alla storia della Chiesa? Non sono poi così tanti i papi santi, a parte naturalmente gli ultimissimi, ma questo è un'altro discorso e forse poco ha a che vedere con la parola "santità".

La Chiesa e il "non prevalebunt" non sono così facili da affondare.
E anche ammettendo che un papa sia eretico (cosa per nulla impossibile) secondo alcuni non è automaticamente deposto.
Pur tuttavia in un simile caso il "non prevalebunt" ci garantirebbe che qualcuno lo terrebbe comunque d'occhio, e quel qualcuno non è di questo mondo...

MICHELE ha detto...

Caro Viandante, anch'io condivido l'ipotesi di Marius: la Chiesa è allo sbando e sembra sotto ricatti di ogni genere. Posso immaginare che la massoneria del NOM la tenga (umanamente parlando) in pugno. Da tempo anch'io temo che una rivelazione scandalistica ad orologeria del tipo Roncalli massone, o rapimento di Emanuela Orlandi, possa fare saltare in aria la credibilità della Chiesa cattolica. Colpito il pastore, il gregge si disperderebbe. Rimarrebbe un piccolo resto, appunto, facilmente controllabile o perseguitabile. Ma la faccenda del papa eretico non funziona affatto come dice lei. Il problema sta nel giudicare (giudizio di ragione, non necessariamente legale) se l'eresia sia non solo materiale (facile a vedersi), ma anche formale, cioè consapevole, voluta, notoria, ammonita e pervicace. Se è così non c'entra niente che Qualcuno di lassù lo tenga d'occhio: semplicemente non gli dà o gli toglie automaticamente, senza mediazione umana, l'Autorità. Cristo infatti non ha istituito un papato da sorvegliare, né come sacramento dal carattere indelebile, ma come ministero per la verità e per l'unità. Ora se quanto detto da Magaldi e da altri corrisponde al vero, i casi sono due soli: o la Santa Sede è vacante, o il vero Papa, eletto prima di Roncalli e fatto rinunziare, come confermato dall'FBI, è stato Giuseppe Siri e dopo la sua morte nel 1989 un suo successore incognito che vivrebbe in clandestinità e nell'impossibilità di agire apertamente fino a chissà quando. Non resta che pregare il Signore Dio perché affretti il giorno in cui riveli come stanno le cose. Se il Papa nascosto e prigioniero vive, ha certamente bisogno delle nostre preghiere.

lister ha detto...

@ Alessandro e Rosa
Sapeva, eccome se sapeva!
Ma, come tutti i comunisti sostenevano (e sostengono), quello è il comunismo gestito dagli uomini. I cento milioni di morti (V. "Il Libro nero del comunismo") sono opera di uomini, non del comunismo che "possiede una dimensione di irrinunciabilità e un’altrettanto cruciale dimensione di desiderabilità" e che "ha come fine la felicità umana" (!). E Roncalli, sicuramente, ne era convinto: anche l'Holodomor è stata opera degli uomini.
Peccato che erano comunisti... :)

Rr ha detto...

Lister,
Di chi sono le le citazioni che riporti
R.r.

lorenzo ha detto...

Da dove viene l'affermazione che il RIIA britannico e il Council of Foreign Relation (CFR)"sono il centro di varie correnti occulte quali lo Scozzesismo massonico, la Teosofia della Blavatsky e l’Antroposofia di Rudolf Steiner."? Temo però che non avrò risposta.