Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 27 maggio 2015

Danilo Quinto, Gridiamo dalle terrazze.

Spettacolare, incosciente tripudio...
«Una sfida per la Chiesa». “L’Osservatore Romano” titola così l’editoriale che commenta il «sì» dell’Irlanda alla legalizzazione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. Si afferma: «Gran parte dei commenti del mondo ecclesiastico analizzano con lucidità l’esito della consultazione popolare riconoscendo la realtà dei fatti nonché la distanza, in certe materie, fra la società e la Chiesa. Del resto, troppo ampio il margine fra i (1.201.607), pari al 62,1 per cento, e i no (734.300), per non accettare la “sconfitta”. Un risultato frutto, anche, dell’alta affluenza alle urne (60,5 per cento) e della grande partecipazione dei giovani».

La «lucidità», quindi, legge la distanza fra la società – «il mondo» – e la Chiesa. Da duemila anni, da quando il Figlio di Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi, ha predicato la Sua Parola, è stato percosso, seviziato, deriso e messo in Croce, conosciamo la distanza tra «il mondo» e Gesù. In senso opposto a quello che vuole fare intendere il giornale della Santa Sede, che si presta ad un’operazione mistificatoria e vergognosa. Riporta quanto dice una delle sue firme, Lucetta Scaraffia, che su «Il Messaggero», rileva una connessione «fra l’assurda pratica repressiva nei confronti degli omosessuali in anni ancora recenti — atteggiamento che ha caratterizzato soprattutto i Paesi protestanti — e la rapida apertura al matrimonio gay oggi». Una spiegazione di carattere sociologico, quelle che tanto vanno di moda nella Chiesa post-conciliare, dove la maggioranza dei sacerdoti non si occupa delle anime, ma disserta sul problema della raccolta dei rifiuti, sulle discariche, sulla disoccupazione, sulla corruzione o sulla povertà. Come se Gesù fosse venuto al mondo per salvare i poveri. Leggete il Vangelo – Signore e Signori - e capirete di quali poveri si tratta. Si tratta di Voi, poveri di spirito e intrisi di quello spirito del mondo che non ha timore di Dio e non Lo ama e, non amandoLo, non è di conseguenza amato da Suo Figlio, che dice questo in maniera chiarissima nel Vangelo di Giovanni. Gesù ama solo coloro che amano Suo Padre. Non ama «il mondo», che è nelle mani delle fauci di Satana. Le «istanze», i desideri del mondo sono quelli di Satana.

Le dichiarazioni dell’Arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin («La Chiesa faccia i conti con la realtà») o quelle del segretario della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Nunzio Galantino («Percorriamo insieme la stessa strada per arrivare a una soluzione che sia in linea con il bene comune nel rispetto dei diritti di ciascuno» in un «confronto libero da forzature ideologiche») dimostrano una sola cosa: questi Signori non credono a Satana. Lo spiegò il cardinale Camillo Ruini, con la sua solita maestria, qualche tempo fa nella trasmissione di Fabio Fazio. Alla domanda «Che cos’è per lei il male?», rispose: «Un mistero». È certamente un mistero che Dio consenta che il male si verifichi. Non è affatto un mistero l’esistenza del «principe di questo mondo»: una presenza fisica e spirituale che s’insinua dentro di noi e attorno a noi, con la quale, l’essere umano – che nel principio del mondo ha disobbedito alla legge di Dio – deve fare i conti non una volta nella vita, ma tutti i giorni della sua vita, istante dopo istante. Se per decenni, quando si allude al demonio, nel tentativo di demitizzarlo, lo si considera solo un’idea originaria di male, si colpisce l’intera opera di Gesù e il Suo messaggio di salvezza.

È quello che sta accadendo nella Chiesa con le aperture nei confronti delle persone omosessuali e, nello stesso verso, con quelle che riguardano i divorziati risposati. Se si distribuiscono questionari al «mondo» su questi due temi – proprio oggi, Bergoglio e la segreteria del Sinodo si è riunita per valutarli – quali potranno mai essere le risposte? Quelle della Sacra Scrittura, che non viene neanche più commentata o della prassi di dare la Sacra Eucarestia a chi è in peccato mortale come i divorziati risposati o come gli omosessuali che consumano l’atto sessuale? D’altra parte, quando il Presidente della Cei dà il corpo di Gesù a Vladimir Luxuria, durante la Messa che celebrava il funerale di Don Andrea Gallo, ha ricevuto una reprimenda pubblica? Ha fatto una dichiarazione – tra le tante che fa, su temi che nulla centrano con il suo mandato – scusandosi per l’errore commesso e per lo scandalo che ha dato a coloro che credono? Per questa Chiesa è meglio – e fa più comodo, perché al «mondo» piace – rispettare omosessuali e transgender, piuttosto che coloro che recitano i rosari davanti agli ospedali dove si praticano gli aborti. «Io non mi identifico con i loro visi inespressivi», ha dichiarato il segretario dell’organizzazione dei Vescovi italiani, quello che ora parla di «diritti degli omosessuali».

Quali diritti? Ha scritto il cardinale Giacomo Biffi in «Memorie e digressioni di un italiano cardinale": «Riguardo al problema oggi emergente dell’omosessualità,la concezione cristiana ci dice che bisogna sempre distinguere il rispetto dovuto alle persone, che comporta il rifiuto di ogni loro emarginazione sociale e politica (salva la natura inderogabile della realtà matrimoniale e familiare), dal rifiuto di ogni esaltata ‘ideologia dell’omosessualità’, che è doveroso. La parola di Dio, come la conosciamo in una pagina della lettera ai Romani dell’apostolo Paolo, ci offre anzi un’interpretazione teologica del fenomeno della dilagante aberrazione culturale in questa materia: “tale aberrazione”, afferma il testo sacro, “è al tempo stesso la prova e il risultato dell’esclusione di Dio dall’attenzione collettiva e dalla vita sociale, e della renitenza a dargli la gloria che gli spetta (1, 21)”. E aggiunge: «San Paolo si premura di osservare che l’abiezione estrema si ha quando “gli autori di tali cose… non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa” (Rm, 1, 32)». All’ideologia omosessuale, definita da Biffi «aggressiva» e «vincente» - finalmente un ecclesiastico che non si occupa dei desideri mondani, ma dei diritti di Dio e non ha paura di testimoniare la propria fede, costi anche l’emarginazione - occorre contrapporre quel che la Chiesa ha sempre insegnato: «la caduta comportamentale e teorica nella più completa dissolutezza in conseguenza di un accecamento intellettuale», senza restare intimiditi dalla «persecuzione promossa dagli omosessuali faziosi e dai loro complici ideologici», tacitate dalle accuse di «omofobia». al punto da «passare sotto silenzio» quel brano della Lettera di san Paolo ai Romani dove la «passione infame» è descritta come «retribuzione dovuta al traviamento», cioè come giusta pena per aver abbandonato Dio. Nello stesso testo, Biffi ricorda ai divorziati, che sono «in antitesi alla volontà di Cristo» e dunque è meglio che «la smettano di sollecitare pubblicamente la Chiesa» e si acconcino a sopportare «in silenzio sofferto» la loro condizione, «implorando con umiltà la divina misericordia». Che – chiosiamo – esige il pentimento e non sarà data a tutti – come afferma Bergoglio, ma solo a coloro che la imploreranno, pentendosi.

Non bastano più le parole, gli articoli, i convegni, le manifestazioni, per opporsi a quanto sta avvenendo. Non basta più la resistenza. Chi sente di appartenere a Gesù, deve agire liberamente e per la Verità. Non c’è altra via. Nulla, neanche il rispetto per il Papa – che non ha detto una sola parola su quel che è accaduto in Irlanda – può sottrarre all’uomo il bene più grande che ha ricevuto con la grazia. Sant’Ambrogio scriveva in una sua lettera: ‘Dove c’è la fede, lì c’è la libertà’ (Ep. 65,5: ‘ubi fides ibi libertas’)”. È un’omissione gravissima non mettere in pratica, in questo tempo storico, questo principio fondamentale, che è parte essenziale dell’antropologia cristiana.
Danilo Quinto

39 commenti:

Mazzarino ha detto...

E' una chiesa da vomito. Direi che siamo pronti per ascoltare, dopo Adinolfi, anche Scalfari e la Bonino su Radio Maria. Questi pastori venduti grondano arroganza, presunzione, e con la protervia che ne consegue procedono a testa bassa dietro a Bergoglio verso l'agognata autodistruzione. Ma sono nervosi, sanno che una scintilla potrebbe mandare tutto a monte, cercano così di sterilizzare tutti, minacciando, promettendo e comprando. Non temono alcun vescovo, o cardinale. Sanno in 60 anni di Concilio la castrazione chimica della gerarchia ha ottenuto risultati decisivi. Hanno solo paura che quattro irriducibili parroci di campagna si mettano in marcia sul vaticano e che il popolo cattolico pian piano li segua cantando "Noi vogliam Dio" e, giunto a Roma, spedisca tutti quanti in Patagonia a forza di calci "non figurati" nel sedere. Sono arrivati i tempi per ascoltare in Piazza San Pietro i cori "Francesco" "Francesco" v. f. c." Ovviamente cara Mic "modera" l'ultima frase, S.Francesco non la merita.

Franco ha detto...

Per capire chi è il cardinale Camillo Ruini penso basti il titolo di un libro che pubblicò quarantenne nel 1971: "LA TRASCENDENZA DELLA GRAZIA nella teologia di SAN TOMMASO D'AQUINO". Un generale di Stato Maggiore abilissimo, oltre che convinto della bontà della Causa, molto manovriero ma con un esercito scalcinato.
Quanto al cardinale Biffi, va detto che non ha avuto bisogno di andare nelle periferie... perchè ci è nato, precisamente in una casa di ringhiera; assolutamente milanese, nel senso della Milano tradizionale, "col cuore in mano", in quanto cattolica o rispettosa dei valori cattolici ( vedasi il grande e TENERO romanziere Emilio De Marchi, secondo solo a Manzoni nella sua apparente modestia ). Tant'e vero che porta lo stesso cognome di Paolo Biffi, fondatore nel 1867 dello storico ristorante frequentato dai grandi della città come Verdi e Toscanini. Giacomo Biffi, grande comunicatore in una serie di conferenze diffuse anni fa da Radio Maria, unisce un approccio semplice e sapientemente autoironico a un estrema sottigliezza teologica, che ne fa un autore assolutamente in linea con la tradizione dottrinale cattolica... un vero teologo DOC. Qualcuno ha detto che si sarebbe giocato il cardinalato per una battuta.
Il card. Biffi, come riporta Wikipedia, nel 2000 in una conferenza a Bologna riportò alcune idee del grande pensatore russo Vladimir Soloviev sull'Anticristo, il quale "sarebbe un prominente filantropo che promuove le idee dell'ecumenismo, del vegetarianesimo e del pacifismo" ( relata refero... anche se ho sentito questo discorso su Radio Maria ). Nel 2000 destò scalpore, affermando che i governi europei avrebbero dovuto privilegiare l'ingresso degli immigrati cattolici, mentre lanciava l'allarme contro l'immigrazione degli islamici, a suo parere pericolosissima.
Per questo e per altri consimili motivi si beccò delle denunce che superò felicemente.
Su Wikipedia viene riportato il discorso ufficioso di un cardinale conclavista nel 2005, secondo cui all'ultima votazione avrebbe dichiarato di voler prendere a schiaffi l'unico che si ostinava a votare per lui. Quell'unico risultò essere... Ratzinger!

Luisa ha detto...

Dò personalmente un`estrema importanza a quel che è stato detto e fatto a Roma il 25 scorso perchè quell`incontro avrà, ne son certa, un`influenza sul corso dei dibattiti al prossimo Sinodo, si tratta della nostra Fede.
Ho già messo nei post precedenti alcuni stralci di quel che è stato detto, affermazioni allucinanti di sacerdoti che sembrano essere stati formati alla scuola freudiana e si rallegrano di poter finalmente parlare così in libertà, leggere per credere.
Coraggiosi ma non temerari, in effetti è stato imposto al giornalista presente di non riportare il nome degli autori di quelle farneticazioni.

L`incontro essendo uscito dal segreto in cui doveva svolgersi, sul sito della Conferenza episcopale tedesca è pubblicato un comunicato, disponibile anche in francese.
Essendo Marx il presidente di quella Conferenza è facile capire in che senso e con quale obiettivo si è svolto l`incontro, il comunicato non fa che confermarlo.

Ecco alcuni stralci, non possiamo che temere quando vediamo l`interpretazione biblica delle parole di Gesù sul divorzio lasciata in mano a chi vuole piegarle e metterle sotto i piedi delle loro ideologie, e non dubitiamo, ahinoi, quali siano le "nuove proposte" che aspetta la "teologia dell`amore" che "stringe un dialogo intenso fra la teologia morale tradizionale e i migliori apporti dell`antropologia contemporanea e delle scienze umane"(!).


"Le premier temps de la journée a été consacré à l’interprétation biblique
catholique des paroles de Jésus sur le divorce: comment comprendre les
paroles de Jésus en elles-mêmes, et dans le contexte global de l’annonce du Royaume de Dieu et de la Tradition de l’Eglise?
Selon la constitution Dei Verbum du Concile Vatican II (n°8), la compréhension chrétienne de la tradition se développe dans l’histoire, sur la base du discernement des réalités spirituelles par les fidèles et à travers l’enseignement du Magistère"

"Un second temps a pris en compte les données d’une théologie de l’amour,
réfléchissant notamment à la sexualité comme langage de l’amour et don précieux de Dieu. Cette théologie est en attente de propositions nouvelles, qui noue un dialogue intense entre la théologie morale traditionnelle et les meilleurs apports de l’anthropologie contemporaine et des sciences humaines."



http://www.dbk.de/fileadmin/redaktion/diverse_downloads/presse_2015/2015-088a-Studientag-in-Rom_franz.pdf

Josh ha detto...

Franco, Biffi su Solov'ev:

_Solov'ev
http://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/wp-content/uploads/2014/07/IL-RACCONTO-DELL-ANTICRISTO-V.Soloviev.pdf

_Biffi
http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=article&sid=205

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/32418

http://www.loccidentale.it/node/478

il resto naturalmente è nei suoi libri.

(p.s. Franco, non è importante, ma ho letto e studiato l'opera omnia di De Marchi:
in certi passaggi è un narratore enorme, commovente, un conoscitore dell'interiorità. Quel Demetrio Pianelli...)

Annarè ha detto...

come sempre quando la Chiesa nei suoi uomini va in crisi e entrano le eresie, poi la società crolla. Non è il contrario, prima c'è sempre il tradimento degli uomini di Chiesa e poi iniziano le rivoluzioni. Come è stato poi per il "68: Concilio Vaticano II e di conseguenza la rivoluzione sessantottina. Oggi dal CVII e i suoi errori(che alcuni chiamano frutti) di apertura al mondo, cioè ai dettami di Satana, abbiamo anche questi frutti. Ormai come dice Danilo Quinto non c'è altro da fare che metterci con santa pazienza a ricostruire, nel nostro piccolo, educando i giovani (per questo l'importanza di buone scuole che i cattolici purtroppo non costruiscono in massa), fortificandoci con letture buone e buoni sacramenti, oggi più che mai bisogna rifiutare la Messa nuova portatrice di disastro e promuovere quella di sempre. Inoltre prepararci, perchè forse ci sarà chiesto il martirio, anzi sicuramente ci è chiesto, visto che le anime che vogliono amare Gesù e la sua Chiesa sono 50 anni che soffrono atrocemente nell'anima. Sodoma e Gomorra sappiamo come andò a finire e l'Europa sbandierando bandiere multicolor va felicemente verso il baratro. Quante anime vanno all'inferno ridendo e ballando? E quale atroce responsabilità hanno quei sacerdoti, vescovi, cardinali e il Papa stesso(più di tutti), difronte a Dio quando chiederà loro come hanno badato alle sue peccorelle? Poveri stolti, credono di aver vinto invece hanno perso.

Franco ha detto...

@ Josh. De Marchi presentò con trepidante rispetto personaggi rispondenti a un tipo umano che oggi si va perdendo: le ANIME BELLE ( esempio in versione cattolica Teresa di Lisieux ed Elisabetta della Trinità, quella della preghiera "Dio mio, Trinità che adoro"; in versione laica Anna Frank ). Gente pulita di dentro, capace di sacrificarsi senza un lamento, al massimo sospirando, come Demetrio Pianelli, Arabella, Giacomo l'idealista ( i due primi dell'elenco sono disponibili on-line su Wikisource )... gente ispirata più o meno direttamente dalla Beatitudini. Di "Arabella" esiste una versione sceneggista RAI del 1980, per la quale ogni elogio è insufficiente, interpretata in modo magnifico da Maddalena Crippa ( Arabella ) Tino Carraro ( Tonino Maccagno ) Lina Volonghi ( Colomba ). L'ambiente urbano e morale della Milano tardo-ottocentesca è ricostruito mirabilmente.

@ Luisa. Quanto alla teologia dell'amore, assolutamente ferrato nel presentarla in senso tradizionale e pacelliano fu il grande e santo "vescovo televisivo" Fulton J. Sheen ( 1895 - 1979 ) con titoli come "La pace dell'anima", " Tre per sposarsi" ( tre nel senso di lui, lei e Dio ). La sua particolarità era di non girare al largo dalle opere degli autori laico-agnostici come Freud, ma di esaminarle minutamente per smontarle e utilizzarne i pezzi a pro del discorso cattolico. Sheen aveva studiato a Lovanio ed univa una grande ferratura culturale a una notevolissima capacità divulgativa. I suoi libri, lasciati nell'oblio, dovrebbero essere ristampati a furor di popolo cattolico perchè tali da fornire una educazione sentimentale e sessuale non impressionistica ma rigorosa. Sembra ispirato almeno parzialmente a lui il romanzo "Il cardinale" di Henry Morton Robinson, da cui il commovente film di Otto Preminger con Tom Tryon, Romy Schneider e John Huston, che mi colpì enormemente. Eppure nella pellicola, uscita nel 1943, con modifiche significative rispetto al romanzo, già si evidenziavano incrinature di dubbi etici rispetto alla dottrina tradizionale. Io ne fui trascinato e commosso. Ne possiedo una copia in DVD; come pure ho rastrellato sulle bancarelle buona parte dei libri di Fulton Sheen.
.

Luisa ha detto...

Il fatto è, Franco, che sembrano aver bevuto il latte freudiano, si esprimono come potrebbe farlo un membro di quella cappella, non ne parlano per smontarlo, ma per far loro le analisi e "scoperte" di Freud.
Non leggono Freud e altri con l`occhio, la coscienza e la mente cattolici, per informarsi, a titolo di conoscenza, per poi poterne discutere se bisogno, ma se ne ispirano, copiano e ripetono, come delle pecore belanti.


Luisa ha detto...

....hanno una specie di complesso di inferiorità.

Danilo Quinto ha detto...

Oggi, su “La Nuova Bussola Quotidiana” c’è un articolo intitolato «Riforma della Curia? Ci pensano i giudici di Terni». Si legge: «Un avviso di garanzia per monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, emesso dai giudici di Terni. È l’indiscrezione – che attende una conferma ufficiale - che si è diffusa nella tarda serata di ieri nel capoluogo umbro dove monsignor Paglia, uomo di punta della Comunità di S. Egidio, è stato vescovo dal marzo 2000 al febbraio 2013. E proprio a questo periodo si riferiscono le indagini della magistratura. Come si ricorderà infatti con il passaggio di Paglia alla guida del Dicastero vaticano è emerso a Terni lo stato di bancarotta in cui il vescovo aveva lasciato le casse diocesane: 35 milioni di euro di debito, secondo le ultime stime, un record assoluto mondiale in rapporto ai fedeli della diocesi (156mila battezzati), finiti non si sa dove. Da subito sono partite le inchieste, che hanno già portato all’arresto e all’incriminazione dei vari tecnici e collaboratori della diocesi, ma finora il vescovo era riuscito a sfuggire all’inchiesta».
E’ solo un avviso di garanzia e il Vescovo avrà modo di difendersi davanti alla giustizia terrena. Poi ci sarà quella di Dio, per lui come per tutti. Di che cosa dovrà rispondere Paglia davanti a Dio? Di una cosa certa, documentata. L’ho raccontata in modo circostanziato in uno dei miei libri. Il 26 aprile 2014 - dopo la telefonata di Bergoglio a Marco Pannella, nella quale il Vicario di Cristo incoraggia Pannella ad andare avanti nella sua battaglia sulla giustizia – Paglia va a trovare in ospedale il leader radicale. Un colloquio di sette minuti, mano nella mano. L’ho trascritto fedelmente ed è tutto da leggere. Si conclude con Paglia che dice: «Marco, sono felicissimo di esserti venuto a trovare…». Pannella: «A proposito del Papa… Ieri l’ho trovato drammaticamente felice. Il dramma della purezza, del concepimento, della povertà, della gioia: ho trovato questo ed ho ritrovato una cosa che trovo con te. Perché è vero che tu sei spesso drammaticamente felice». Paglia: «Grazie Marco, per l’amicizia e per questo». Pannella: «Guarda che abbiamo grande bisogno, nelle prossime 24 ore, del tuo aiuto operoso e non facile». Paglia: «Ti do un abbraccio, di cuore e ricordati che tutti, tutti abbiamo bisogno di te».
Anche per Paglia, come per Bergoglio, Pannella non ha bisogno di alcun pentimento e di alcuna conversione. Si può conversare con lui amabilmente, soavemente, delicatamente. Come si fa con gli amici. Questi, per Gesù - che sembra venuto sulla terra invano per Paglia, Bergoglio e molti altri – sono solo coloro che amano Suo Padre che è nei cieli. E’ proprio quell’amore che Pannella ha coltivato e coltiva nelle sue battaglie, che i suoi interlocutori legittimano. Rispetto a questo, 35 milioni di buco finanziario, non contano veramente nulla.

Anonimo ha detto...

Ma ormai dichiarare la Verità tutta intera, le parole di Cristo che "non passeranno" nemmeno quando saranno passati "il cielo e la terra" sarebbe una forzatura ideologica, significherebbe non voler andare incontro ai "diritti" reclamati a gran voce dal mondo di oggi? Ma chi è che scrive oggi sulla stampa cattolica, ufficiale della Chiesa? ma cvi rendete conto della capitolazione di questa gente di fronte al male, al peccato, alla protervia dei peccatori impenitenti ed arroganti? Dev'essere proprio immensa la misericordia di NSGC, altrimenti ci avrebbe già spazzato via dalla faccia della terra, per fortuna che la Sua SS.ma Madre gli tiene il braccio e fa rinfoderare la spada di fuoco a S. Michele Arcangelo ! Dico sempre: ma a che punto siamo arrivati se, per rimanere cattolico, sono dovuto diventare anticlericale? come erano più chiare le cosa ai tempi di Peppone e don Camillo, di Togliatti e Pio XII ! O Maria, sine labe originali concepta, ora pro nobis Deo !

Anonimo ha detto...

Annarè, io capisco bene i suoi sentimenti, ma non credo che abbandonare del tutti la Messa NO sia una soluzione. Non renderemmo un buon servizio alla Verità, almeno quelli di noi che per un motivo o per l'altro rimangono quasi sempre nella loro Parrocchia criptoluterana.
Credo invece che una possibile soluzione sia convincere con delicatezza e rispetto i sacerdoti che conosciamo a ricordarsi del motivo per il quale sono stati ordinati tali. Offrire il Sacrificio sull'altare, agire come alter Christus. Non fare l'attore su un presbiterio che sembra un palcoscenico.
Ma bisogna dirlo, con dolcezza, senza polemiche, facendo capire che è per amore di Cristo: chiediamo spazi di silenzio durante la Consacrazione (che orrore la fretta, in quei momenti!) e dopo la distribuzione della Comunione, chiediamo di non fare canzonette da stracciai, chiediamo di ricordare dal pulpito, almeno ogni tanto, quali sono le condizioni per comunicarsi sacramentalmente, quali i gesti opportuni e quali inopportuni. Salviamo i bimbi delle nostre Parrocchie dalla Comunione sulla mano.
Non sarebbe poco, sarebbe moltissimo...
humilitas

Anonimo ha detto...

Parole testuali di Biffi 'Chi è quel cretino che continua a votare per me?' sapevo e credevo che i conclavi dovevano restare segreti intra moenia....il film è del 1963, bellissimo, con consulenze per quel che riguardava liturgie ed abiti liturgici, del prof. di teologia dogmatica all'università di Tubingen, Joseph Ratzinger che Preminger, austriaco di nascita, conosceva molto bene.....

Franco ha detto...

@ Le piaghe della Santa Chiesa ( Rosmini ) d'oggi forse non corrispondono esattamente, anche se la piaga della soggezione al potere dei laici può essere messa in corrispondenza con l'attuale soggezione ai poteri mediatici, comprese manifestazioni di pessimo gusto, come il rotocalco per pie vecchiette "IL MIO PAPA" , contro il quale non mi sembra si siano levate proteste dall'alto, o meglio dal basso, visto che Casa Santa Marta sarà sì e no di tre piani ( se sbaglio mi corriggerete ).
Una vistosissima piaga che rimane è l'INSUFFICIENTE ISTRUZIONE DEL CLERO. Un tempo gli istruitissimi erano i Gesuiti, come il grande umanista trentino ( di Moena ) padre Guido Sommavilla, traduttore di Von Balthasar, i cui alunni del Leone XIII a Milano in filosofia rendevano il doppio del normale; un colloquio di mezz'ora con lui, agganciato al termine di una conferenza su Anna Katharina Emmerich e della casa della Madonna sopra Efeso, mi diede una svolta fondamentale. Oggi quanto a primato negli studi non saprei dire. Temo che molti tra i sacerdoti, di provenienza per lo più popolare ( diploma tecnico, il Latino è un illustre sconosciuto - o forse esagero? ) il che di per sè non è affatto un male, non abbiano i mezzi per rispondere alla sfida del criticismo razionalista. Probabilmente questo mancato radicamento culturale li espone a crisi che determinano l'abbandono... quanti di loro saprebbero rispondere adeguatamente a Vito Mancuso, che sarà modernista ma non può passare per fesso?

Silente ha detto...

C'è un tema che vedo poco considerato nelle varie reazioni cattoliche, ecclesiali e no, all'abominio irlandese. Questo tema è l'accettabilità, di più, la legittimità dell'uso di uno strumento "democratico", quale il referendum, nelle decisioni che concernono verità di diritto naturale.
Non voglio riferirmi qui, in generale, al legittimo e giustificato sospetto con cui la Chiesa preconciliare ha sempre guardato la democrazia, ma, nello specifico, al rapporto tra etica e democrazia e, ancora più in particolare, alla "sindacabilità" dei principi di etica naturale da parte di "maggioranze" puramente quantitative e, in quanto tali, transitorie, fallibili e manipolabili. In proposito, le affermazioni del Magistero recente in merito sono molteplici.
Ad esempio, Pio XII: "Ciò che non corrisponde alla verità e alla norma morale non ha oggettivamente alcun diritto né all'esistenza, né alla propaganda" (Discorso al V Congresso dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani, 6 dicembre 1953).
Ma persino nel Magistero post-conciliare troviamo affermazioni chiare, se non perentorie. Giovanni Paolo II denunciava il rischio che presenta l': "alleanza fra democrazia e relativismo etico, che toglie alla convivenza civile ogni sicuro punto di riferimento" (Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor, agosto 1993, n. 101).
Joseph Ratzinger così si esprimeva in un testo scritto con Juergen Habermas: "il principio di maggioranza lascia sempre aperta la questione che porta a chiederci se non esista qualcosa che non può mai diventare diritto e, viceversa, se non esista anche quanto, per sua essenza, è diritto immutabile, precedente a ogni decisione di maggioranza e che da essa deve essere rispettato" (Juergen Habermas, Joseph Ratzinger, Etica, religione e stato liberale, Morcelliana, Brescia 2004, pag. 42-44). Poi Ratzinger, come Benedetto XVI, incluse la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna tra i "valori non negoziabili" (ad esempio in Benedetto XVI, Discorso al Presidente della Repubblica italiana del 30 maggio 2005).

Due considerazioni finali:
1) il risultato (qualsiasi risultato) di un referendum (qualsiasi referendum) non può e non deve modificare "di uno iota" la Dottrina di sempre;
2) sono chiaramente inaccettabili le tentennanti e ambigue dichiarazioni di alcuni presuli che vorrebbero "tenere in considerazione" (a quali fini? in quali ambiti?) i risultati del referendum.

Anonimo ha detto...

Bè, Franco, lei ha ragione, però anche chi non è molto istruito - ma solo a patto che sia santo - può essere ugualmente un esempio molto luminoso, come il curato d'Ars...
Certo, in generale, se i pretifici tornassero ad essere dei seminari dove si semina qualcosa, il pastore medio non cadrebbe sotto i morsi del lupo di turno, a cui oggi tendenzialmente apre il recinto delle pecore dicendo "faccia come crede, in coscienza, io la rispetto".
humilitas

Annarè ha detto...

Anonimo, abbiamo visto nella storia che ogni volta che gli uomini di Chiesa hanno stravolto la liturgia (basti pensare alla riforma protestante, allo scisma anglicano etc..) la gente piano, piano ha iniziato a perdere la fede e così è successo oggi con la riforma della liturgia dove un massone di nome Bugnini assieme a 6 protestanti con l'intento palese ed espresso pure senza ritegno, anche da Paolo VI, ha voluto togliere ogni ostacolo che turbasse i "fratelli" separati, insomma si è voluto creare una messa nuova che non rispetta nemmeno più il canone trasmessoci da Gesù e dagli apostoli, per fini ecumenici.Non si parla più di transustanziazione. I gesti poi sono importanti, manca spesso l'adorazione,il silenzio, le genuflessioni. Per questo è portatrice di errori e demolitrice della fede. E poi che frutti può dare una messa che non onora come è opportuno Dio? Sarà gradita a Dio come quella veramente cattolica detta fino 5o anni fa? Secondo lei Anonimo, perchè ci siamo ridotti così? Mons. Bugnini disse esplicitamente:"...l'immagine della liturgia data dal CVII è completamente differente da quella che la Chiesa cattolica ha avuto finora". In Inghilterra sotto Cramner la fede del popolo non venne modificata da sermoni o dispute, il popolo da fervente cattolico si ritrovò protestante grazie alla riforma liturgica. Io sinceramente sconsiglio la messa nuova, certo se per certi obblighi di carità bisogna andarci meglio dirsi un rosario. Però uno della propria fede può fare ciò che vuole, ma non si può pensare che la messa nuova (nuova appunto) sia la stessa messa della Chiesa cattolica, più propriamente ha lo spirito della nuova chiesa che di cattolico non ha più nulla se non il nome e spesso nemmeno più quello, perchè a volte si parla di chiesa conciliare. Sa cosa disse un pastore protestante di Taizè dopo la riforma liturgica post concilio?:" uno dei frutti del nuovo ordo missae sarà che delle comunità non cattoliche potranno celebrare la santa cena con le stesse preghiere della Chiesa cattolica". Siamo diventati protestanti, non si vede per caso? Un ultima cosa Humilitas, è che non dobbiamo dimenticarci di essere uomini deboli ed è più facile che invece di riportare la verità nelle parrocchie protestantizzate, siano loro a farci capitolare, lentamente, prima magari concediamo una cosa per non essere troppo duri, poi un'altra per non ferire un amico, poi per rispetto del sacerdote che ci deve sempre essere scivoliamo un altro po' ed eccoci protestanti pure noi. Credo, ma posso sbagliarmi ( ognuno conosce la propria forza)che mettersi in stato di pericolo grave per la fede, sia sempre un azzardo, almeno se è possibile bisogna a mio parere starne lontani. Le persone si possono avvicinare in altre occasioni fuori dalla messa. Comunque parlo più a me che agli altri, nel senso che conosco la mia debolezza e appunto se posso li evito, certo c'è sempre da valutare con chi si ha a che fare, ad esempio non sarà certo la stessa cosa frequentare una parrocchia qualsiasi presieduta da un sacerdote un po' figlio dei fiori o ad esempio i FFI che cercano di fare del loro meglio per riportare la fede. Insomma dico che a mio parere la messa nuova va evitata, poi uno fa come gli pare.

Anonimo ha detto...

@ "Rifiuto di ogni emarginazione sociale e politica" degli omosessuali, dice il cardinale, tranne che nel caso del matrimonio, of course.

"Rifiuto", per rispettare la loro dignita' di persone? Anche quando ostentano loro grande peccato e se ne vantano? Al Castello di Dublino, durante la kermesse delirante seguita alla grande vittoria nel referendum, dicono che si sentiva gridare: "questo e' solo l'inizio!". Eminenza Ruini: cosa fa lei quando trova una mela marcia nel cesto delle mele, la lascia o la toglie subito, prima che infetti tutte le altre? SCOTUS

Anonimo ha detto...

Un espediente può essere, cara Annarè, quello a cui sono ricorso io, anche per motivi di allergie e intolleranze respiratore: in chiesa scelgo sempre un posto isolato, lontano da tutti, però con l'inginocchiatoio, e lì mi inginocchio, faccio la mia adorazione, prego mentalmente, specialmente durante l'omelia, vado a ricevere l'Eucaristia in bocca facendo prima un genuflessione (talvolta vedo sorpreso e un po' nervoso il sacerdote di turno). Ma non potrei mai perdere la messa, mai restare senza la Comunione; con il cuore sono con chi celebra il VOM, fisicamente purtroppo debbo seguire il NOM (anche perché sono divenuto intollerante ai vapori d'incenso, causa malattia).

Franco ha detto...

@ Anonimo 14.41. Io sono da molti anni un fan del Santo Curato d'Ars, che aveva grosse difficoltà col Latino... ma che cosa importa, rispetto alla sua altissima vita spirituale ( tale da farne un taumaturgo e un curatore di anime a cui si accorreva da tutta la Francia, ma anche da attirargli le vessazioni del Demonio) ? La cultura è solo uno strumento, che non è da snobbare quando si rende utile o indispensabile, come ai tempi riteneva sant'Ignazio di Lojola. Si racconta che san Tommaso d'Aquino, poco prima di morire, ebbe una visione celestiale; ritornato in sè, disse che in confronto a
quello che aveva visto, i suoi scritti erano "come paglia"... ed era il grande maestro della Scolastica!
Quanto all'Irlanda, la situazione evidenziata dal voto dispiace molto, perche è noto che proprio il monachesimo irlandese salvò la civiltà classico-cristiana nei secoli più bu
Su Youtube ci sono "Sermones excogidos del Santo cura de Ars" letti in spagnolo comprensibilissimo. Lo dico perchè
le artiglierie per servire a qualche cosa devono essere rifornite di munizioni...

Anonimo ha detto...

Annarè, certo, è anche questione di carattere, ciascuno si deve misurare con le proprie forze. Io ce la posso fare, più frequento la mia Parrocchia, più sento e vedo le mancanze. E le sottolineo, da brava rompi.
Però non sgrano rosari durante la Messa NO... dico qualche preghiera in latino qua e là per salvare il salvabile, il Domine non sum dignus etc. etc., ma la Messa la seguo. E alla Consacrazione chiudo gli occhi, non voglio vedere la faccia del sacerdote...
humilitas

Silente ha detto...

Riguardo all'abominio irlandese, oltre al tema della relazione tra etica e democrazia, su cui mi sono espresso sopra, ve ne è un altro, forse conseguente, di cui si parla poco: quello del totalitarismo democratico. In Irlanda tutti i partiti, tutti i sindacati, tutti i mass media, tutti gli opinion leader si sono massicciamente espressi per il sì al matrimonio sodomita. Come ben sappiamo la Chiesa, intimidita o forse collusa, ha taciuto.
I pochi cattolici conservatori e tradizionalisti che si sono espressi per il no sono stati intimiditi, insultati, minacciati, privati della parola. I loro manifesti sono stati sistematicamente stracciati. Alberghi sono stati negati per le loro riunioni.
Cosa ha determinato questo vero e proprio pervertimento di un'opinione pubblica che, fino a vent'anni fa, era esemplarmente cattolica?. Abbozziamo qualche risposta:
1) la Chiesa conciliare e post-conciliare. In Irlanda una Chiesa dichiaratamente modernista e che quindi non poteva non vedere con favore la perversione ossimorica del matrimonio omosessualista;
2) la sistemica occupazione liberal dei mass media, delle scuole, delle università, dei luoghi che fanno opinione e quindi di una pluri-decennale, e comunque di lungo periodo, opera di "convincimento", spesso non priva di violenza coercitiva, nei confronti di un'opinione pubblica per sua natura manipolabile;
3) l'opera, palese e sotterranea, delle lobby. Non solo di quella omosessualista e pedofila, ricca e potente, ma anche di quelle à la Soros che vogliono distruggere le radici storiche, culturali, civili della nostra civiltà cristiana ed europea, per favorire un mondo omologato, orwelliano, meticcio, fatto di consumatori pauperizzati e privi di consapevolezza civile e, ovviamente, scristianizzati. Queste lobby, spesso violente e finanziatrici di violenti, le abbiamo viste all'opera nell'est europeo, in Georgia, poi in Ucraina, poi, in questi giorni, in Macedonia. In Russia, il presidente Putin ha ordinato un ulteriore "giro di vite" nei confronti di presunte ONG straniere, il cui scopo è l'attuazione di un mondialismo sfrenato attraverso la sovversione interna. Il caso delle "Femen" insegna. Saggia decisione, quella di Putin. Riguardo all'Irlanda, numerosi commentatori hanno denunciato gli scandalosi finanziamenti dall'estero alla soverchiante propaganda omosessualista. Ma non si hanno dati e pochi ne parlano.

Rimane ancora aperto, tuttavia, il tema che sollevavo nel mio post precedente: nessun strumento democratico è legittimato a modificare un principio di legge naturale. E la Dottrina della Chiesa, immutabile perché di origine divina, non può e non deve cambiare "di un solo iota", a causa di un referendum. Checché ne pensino gli illuministi e i democratici, l'uomo non può cambiare ciò che Dio ha stabilito. Non è solo apostasia, è sacrilegio.

Anonimo ha detto...

Abbiamo capito da tempo dove ci vogliono condurre , piu' chiaro di così ! Qui ci vuole l'esorcista :
http://www.iltimone.org/33165,News.html

Annarè ha detto...

Caro Anonimo delle 15,59, io credo solo che bisogna volersi bene, nel senso che abbiamo bisogno di cose buone, non un po' meno cattive, dunque perchè andare ad una messa nuova se è possibile andare a quella cattolica? Insomma la nostra anima va nutrita non avvilita.
E poi se si ama Dio per lui si vuole solo ciò che lo onora pienamente. A volte si crede di offrire un sacrificio (perchè senz'altro è una tortura andare alla messa nuova)sopportando la messa nuova pur di andare a messa, mentre si potrebbe offrire un sacrificio magari facendo qualche km in più per qualcosa di buono. Dio non ci obbliga a frequentare luoghi pericolosi, ma a frequentare cose buone per salvarci. Il fine è sempre la santità. La nuova messa santifica? Ci fa assolvere al precetto della Chiesa?
Boh! Ho qualche dubbio serio. Si assolve al precetto domenicale ad andare ad una messa che ti fa perdere lentamente la fede? Perchè mi sono accorta che nonostante uno si creda forte, si senta cattolico a tutti gli effetti, qualche scivolamento, qualche impercettibile deviazione dei nostri modi di pensare c'è stata per tutti anche evitando luoghi palesemente eretici. Siamo molto più deboli anonimo di come potevano essere i cattolici 100 anni fa e mi dico: se i cattolici 100 anni fa, quando la società era in qualche modo più credente, avevano direttori spirituali ad assisterli, avevano la buona messa, avevano i sacramenti fatti come si deve, un Papa che diceva cose cattoliche, una scuola migliore, cioè se i cattolici di un tempo pur avendo una società più retta per non perdersi cercavano tutte le cose buone sopra elencate, come possiamo noi pensare che in una società perversa, dove è difficilissimo trovare un direttore spirituale dotto e santo, dove la scuola devia le menti, dove il papa dice scioccheze quotidiane, dove Dio è offeso quotidianamente senza pudore e timore, potremo salvarci se non rifiutiamo con cura ogni cosa che può danneggiare la nostra fede? Dovremmo cercare con ancora più foga dei nostri antenati le cose buone, i sacerdoti buoni i buoni sacramenti. Caspita è la nostra anima in gioco. Diciamo che ci siamo un po' seduti, anche noi che crediamo di essere sulla retta via. Una volta che avevano, si può dire la grazia a portata di mano facevano più sacrifici, oggi che siamo privati della visibilità della Chiesa, ci accomodiamo nella parrocchia più comoda, invece di avere cura massima della nostra molto fragile fede. Sai che dicevano i nemici della Chiesa e ancora dicono: menti menti menti qualcosa rimarrà, pertanto a forza di sentire corbellerie anche in fondo ad una chiesa inginocchiati, qualcosa di non cattolico entra. Comunque speriamo sempre nella grazia di Dio.

Leo ha detto...

Concordo con sig.Franco ore 13:59 . Bisogna essere ben ferrati per contrastare il pensiero dominante e la Chiesa deve
dare una bella virata di bordo e tornare ad educare . Ben detto !
Benedetti figli novelli Sacerdoti , sveglia , cos'e' questa mollezza ! Come scriveva mons.Escriva': siate uomini ! Imparate il latino , imparate a ben celebrare la S.Messa . Genuflessioni , preghiere , sacrifici sono niente in confronto ai patimenti di NSGC per riscattarci dal peccato originale ! Pensateci .

Annarè ha detto...

Cara humilitas, a me sembra un constrosenso andare ad una messa che poi si critica, nel senso che a messa si va non per vederne le mancanze, ma per onorare Dio, per propiziare la sua misericordia, per placare la sua giustizia, per offrire assieme al divino sacramento le nostre povere miserie, per santificarci nutrendoci del corpo e sangue di Gesù. Perchè spapolarsi il fegato? Ci vogliamo punire? vogliamo far vedere agli altri che siamo migliori? Ci crediamo veramente forti? Siamo ardenti soldati che vogliono mettere alla prova il proprio valore sfidando il nemico? Siamo convinti che la messa nuova porti le stesse grazie di quella di sempre? Crediamo di fare la volontà di Dio? pensiamo evventualmente che andare a messa dalla FSSPX sia peccato? Mi chiedo quale sia la ragione concreta per andare alla messa nuova quando possiamo andare a quella "tradizionale". Boh! Misteri della fede.

Annarè ha detto...

Dio non può chiederci di adererire ad una cosa intrinsecamente cattiva. Una messa che fa perdere la fede non è buona.

Anonimo ha detto...

Io credo, Annarè, che il Sacrificio sia Sacrificio, perfino nella Messa NO e anche se il 90% di chi è in chiesa non ci crede e ragiona come se fosse a una Cena luterana.
Ma Cristo è lì, a redimerci, nel NO come nel NO: su questo di dubbi non ne ho.
E, non vorrei sembrare presuntuosa, ma senza di me certi bambini del catechismo non saprebbero cos'è, veramente, l'Eucaristia e non avrebbero mai sentito nominare la Transustanziazione. A inginocchiarsi hanno imparato da me. Non posso abbandonarli. Magari posso convincerli, quando crescono, a venire con me a qualche Messa VO. Per capire. Io sto con Ratzinger, se ben celebrate le due forme si arricchiscono reciprocamente.
La fede che ho mi è costata (metaforicamente) la carne e il sangue, non me la porta via nessuno. Neanche un prete in braghe corte e polo che celebra verso il popolo.
Io voglio combattere, non ritirarmi a vita privata.
Comunque la capisco...
humilitas

PS: A una Messa della FSSPX ci andrei senza problemi di coscienza, ci mancherebbe!

Josh ha detto...

@Annare

capisco le sue motivazioni, ma non sono da meno le motivazioni, pur consapevoli, dell'amica Humilitas.
Vorrei anche far notare che nello spiegare le sue motivazioni, sacrosante, Humilitas evita sempre di essere aggressiva.

per il resto
"Mi chiedo quale sia la ragione concreta per andare alla messa nuova quando possiamo andare a quella "tradizionale". Boh! Misteri della fede."

per esempio, nel mio caso posso andare alla VO raramente, perchè posso muovermi di molto poco da casa e dagli immediati paraggi. Quando trovo una soluzione valida e costante a badare 3 invalidi 24 hr su 24, e non nella stessa casa, allora ci andrò.
Mistero della fede chiarito.

Per il resto, è vero che la NO ha contenuti spuri.
Come dice, Dio non può chiederci di aderire ad una cosa intrinsecamente cattiva.
Dio però non ci giudica unicamente sul tema: a quale Messa andiamo?; ma se realizziamo ciò che Lui ha chiaramente chiesto nella ns. vita, in complesso.
E' sulla ns. vita che dovremo rendere conto, non solo della frequentazione di quale Messa. Senza sminuire il tema, e il peso delle questioni in gioco, spero che anche questo sia chiaro.

Anonimo ha detto...

padre Guido Sommavilla, il sostenitore delle pratiche medianiche?

Josh ha detto...

non so che c'entri ora Sommavilla. Sosteneva pure le pratiche medianiche? mammamia! e in che contesto l'avrebbe affermato?

Qui un art. con cui però concordo.

http://archiviostorico.corriere.it/1993/ottobre/28/Eco_Vattimo_Severino_Tutta_farina_co_0_9310287728.shtml

Annarè ha detto...

Humilitas, il sacrificio è il sacrificio tu dici, certo, ma sai che il sacrificio può avenire anche dentro una messa nera se un sacerdote ha l'intenzione di consacrare? E' dunque buona una messa nera? Porta buoni frutti? Sai che anche gli ortodossi hanno il sacrificio, allora ci è lecito andare ad una messa nera o ad una messa ortodossa, perchè c'è il sacrificio?
A parte questo sappiamo benissimo come oggi vengono preparati i sacerdoti nei seminari e dunque mi viene il dubbio: a cosa credono? credono ancora nella transustanziazione? Sanno cosa vuole la Chiesa in verità? pronunceranno corettamente le parole della consacrazione o vanno dove li porta il vento conciliare?
Comunque Humilitas, io esprimo la mia paura, che è quella di farmi fagocitare dal modernismo, poi uno se crede di fare cosa buona ad andare alla messa nuova farà ciò che la sua coscienza gli dice. Quanto meno mi pare assurdo andarvi se si può andare a quella di sempre. Almeno spero che chi seglie (per me a rischio e pericolo) di andare alla messa nuova, vada da sacerdoti retti a cui manca non la dottrina, ma solo il coraggio di dire finalmente la messa cattolica. Cara Humilitas, concordo con te che bisogna aiutare gli altri a conoscere la fede, sicuramente stai facendo tanto bene, ma c'è a mio parere un ma: l'esempio non è anche questo fattore di insegnamento? Far vedere che si seglie di non partecipare ad una messa banale, ma che si va ad una che esprime a pieno la nostra fede e la presenza di Gesù nel sacramento, non è insegnare il buono? Si può fare catechismo e poi dire, scusate ma non posso per cosienza venire alla messa nuova perchè non esprime la mia fede, potete venire anche voi a quella di sempre, non è insegnare? Magari non ti seguirà nessuno, ma forse qualcuno ci penserà. E poi insisto nel pensare che se noi stessi non ci nutriamo alla fonte della santità, potremo far poco anche per gli altri. E' un po' come dire: l'importante è sapere cosa è buono, ma poi possiamo anche partecipare al non buono. Non cresciamo dei giovani che invece di lottare per avere di nuovo una liturgia che sia l'espressione vivente della nostra fede, diventino solo dei criticoni che però si adeguano alla comodità di una messa cattiva, ma a portata di mano? In stile Adinolfi intendo, che scrive e dice cose giustissime, ma poi vive come un ateo.

Annarè ha detto...

Josh concordo con te che saremo giudicati sulle notre opere, ma io senza il nutrimento dei buoni sacramenti non saprei fare nessuna opera buona. Bisogna andare alla fonte delle grazie per poter fare qualcosa di buono e spesso cadiamo comunque.

Josh ha detto...

_suppongo che Humilitas quando sostiene che "il sacrificio è il sacrificio" intenda solo il Sacrificio di Cristo nella Messa cattolica, non il sacrificio secondo una messa nera, e nulla in ciò che Humilitas dice ci autorizza a pensare malamente in quel senso.

_si potrebbe disquisire se di fatto il sacrificio nella VO è presentato allo stesso modo che nella NO, il blog se n'è occupato a più riprese: quando è celebrato con retta intenzione forse; e per Humilitas è lo stesso in entrambe le Messe; non tiene in considerazione, mi pare ovvio, la messa nera;

_nelle formule tra le 2 forme cattoliche VO e NO il sacrificio non pare esattamente la stessa cosa; c'è il Sacrificio di Lode ma non c'è più il Sacrificio di Espiazione; non si nomina nettamente la Transustanziazione e molti celebranti non la credono; Memoria e actio non sono uguali; dirlo Cena oppure ancora Sacrificio sono due cose diverse; ripetizione o revival della Cena e riattualizzazione del Sacrificio sono due cose diverse. L'Eucaristia non ripete la Cena ma riattualizza il sacrificio del Calvario.

_non è detto che TUTTI quelli che vanno al NO amino o condividano il modernismo.

_"E poi insisto nel pensare che se noi stessi non ci nutriamo alla fonte della santità, potremo far poco anche per gli altri."

è vero, dobbiamo nutrirci alla fonte della santità, che è prima di tutto la Persona di Cristo.
La S. Messa VO, con i Sacramenti è fonte di santità. la Persona di Cristo la si incontra però poi anche in Preghiera, in Adorazione. Come in molte altre cose, tra cui l'osservanza dei comandi divini nella propria vita; la meditazione di testi tradizionali; la meditazione e lo studio delle S. Scritture. Esiste anche l'opera dello SS. che rigenera e santifica le persone.

Nulla ci dice che Humilitas o altri che per vari motivi vanno anche alla NO, siano privi dei requisiti suddetti nella loro vita.
No, perchè se si conosce bene la natura umana, uno può andare anche alla S. Messa VO e appena esce fare il delinquente.

_"In stile Adinolfi intendo, che scrive e dice cose giustissime, ma poi vive come un ateo."

nulla ci autorizza a credere che TUTTI quelli che prendono parte alla NO siano gente che predica bene e razzola male, o che vive come gli atei, tantomeno Humilitas.
I bambini della parrocchia di Humilitas sono in una parrocchia NO. Non potrebbe occuparsi di loro, e insieme non prendere parte a nessuna Messa NO nella sua parrocchia, perchè la farebbero smettere di fare la catechista. "Mi sono fatto tutto a tutti per salvarne almeno alcuni" diceva S. Paolo.
Non ci possiamo sostituire a Dio. Comunque pare che salvati saranno pochi, se approfondiamo bene le S. Scritture. La questione VO NO è parte del problema, ma non è certo l'unico.
Il fine di Cristo è salvare anime, portarci alla vita eterna. "Convertirsi e credere nel vangelo"
e mettere in pratica. La liturgia e i valori da essa veicolati sono fondamentali. Ma, ripeto, non saremo giudicati solo sulla Liturgia.

Anonimo ha detto...

Josh, lei ha interpretato correttamente il mio pensiero, grazie.
humilitas

Anonimo ha detto...

PS rispetto al commento di Josh.
Quando dico che per me il Sacrificio è Sacrificio sia nel VO che nel VO non intendo proprio dire che è "lo stesso": e concordo con la spiegazione che Josh ha dato sul punto specifico.
humilitas

Josh ha detto...

@Annarè, non avevo letto il suo breve delle 10.22

"senza il nutrimento dei buoni sacramenti non saprei fare nessuna opera buona."

Sono guida, sostentamento e medicina, la stessa vita sacra in noi, e lo sperimentiamo sempre di più.
E' proprio la concezione di S. Tommaso, secondo la quale i S. Sacramenti "significando causant"

Prelevo da un testo di Maria.
"....nessun documento conciliare autorizzava a operare tagli selvaggi all'Offertorio, sostituendo all'Hostia (vittima) pura santa e immacolata il “frutto della terra e del nostro lavoro”, trasformando così l'Offerta di Cristo, alla quale uniamo la nostra offerta al Padre, in una berakah ebraica (preghiera di lode e benedizione), che il Signore ha certamente pronunciato, ma che non è il punto focale della sua Azione, del Novum che egli ha introdotto nell'Ultima Cena."

@Humilitas: sono periodi difficili per tutti, in un'ottica di fede, e si cammina sul fil di lana, se osserviamo in un'ottica solo degli uomini. Se ho interpretato correttamente alcuni suoi passaggi è solo perchè sono stati e sono anche miei. Ma sono anche convinto che è tutto in mano a Cristo. Noi sforziamoci nella Comunione con Lui, molto farà Lui stesso.
"Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?" (Rm 8,32)

Anonimo ha detto...

Ringrazio Josh per la pazienza con cui spiega con annessi riferimenti evangelici i vari argomenti che si affrontano in questo blog, poi, non vorrei sembrare invasivo, ma vista la sua situazione familiare e personale. è eroico da parte sua impegnarsi anche qui, ciò detto, ad Humilitas, che rispecchia fedelmente nel nick la sua umiltà nel porsi davanti a misteri insolubili, dico che la capisco fino in fondo e che ognuno fa come meglio può, spesso vado in chiesa, quando non c'è nessuno e prego, spero sempre, prima di entrare nelle poche chiese aperte, di trovarvi il SS. Sacramento esposto, a mio modesto parere Dio è dappertutto, incurante della fedeltà o meno, e della fede dei suoi ministri e di noi laici, se così non fosse non si spiegherebbe il perché di Giuda Iscariota......per fortuna il Signore non misura col sistema umano m.d. sennò staremmo freschi tutti quanti.Se ben ho capito Humilitas conosce l'inglese, le passo un link https://harvestingthefruit.com.Judgingthematterofchristianunity. Anonymous.

Anonimo ha detto...

Grazie Anonymous. Non conoscevo quel sito, e facendoci un giro ho visto che lo stile di Verrecchio è un po' arrogantuccio per la mia sensibilità (un po' come Voris, su un fronte più nazional-popolare: da prendere a piccole dosi): io sono più da Fr Z's...
Però è interessante.
Non voglio finire OT e quindi evito commenti lunghi, come meriterebbe il tema... certo che ne ha dette, il vdR...
Dico solo questo: certo che la mancanza di unità tra i Cristiani è una ferita, ma la soluzione è curare la piaga (che tutti tornino alla Catholica), non fare dell'intero corpo una piaga unica (diventando tutti più o meno Protestanti)...!
I Protestanti uccisi con il nome di Cristo sulle labbra se si salvano è NONOSTANTE siano Protestanti: li possiamo comunque ammirare (si presume che siano personalmente in buona fede, anche in errore) e dobbiamo pregare per loro, ma non possiamo certo additarli come santi!!!
Siamo proprio conciati.
humilitas

Anonimo ha detto...

Gotcha! Anche io preferisco father Z, ci sarebbe anche fr. Longenecker che è molto pacato, credo conosca lifesite.news. fromromewordpress. monday di gagliarducci che nonostante il nome italiano scrive in ameringlish......gli americani sono spocchiosi di loro, ma ogni tanto sfornano belle cose; chiedo scusa al blogmaster per le divagazioni. We're in dire straits, dear humility, to be frank. Anonymous.