Il cardinale cinese Joseph Zen Ze-Kiun ha rilasciato un’interessante e polemica intervista all’organo di informazione francese “ L’Homme Nouveau ” in cui fa il punto in maniera critica sui rapporti fra Pechino e la Santa Sede.
C’è un clima migliore fra Roma e Pechino, come è stato suggerito di recente dal Segretario di Stato, il card. Parolin? “E’ una vera sorpresa per noi apprendere che Pechino vuole riallacciare con Roma –dice il cardinale salesiano–. E persino stupore nell’apprendere che le prospettive siano considerate come molto promettenti da parte del Vaticano. Forse c’è qualche segreto che non conosciamo. A guardare le cose più da vicino, non c’è nessuna ragione per essere ottimisti. Il governo cinese resta totalitario e la libertà religiosa non esiste. Di recente hanno tolto la croce da numerose chiese, e ne hanno demolite altre. Due vescovi sono ancora in prigione”.
Secondo Zen questa “ebbrezza d’ottimismo” è dovuta a una campagna di stampa: “Sono dei giornali comunisti di Hong Kong che hanno lanciato l’affare. In Cina tutto è politico”. Parlando di rapporti più caldi fra Pechino e Roma ha detto: “Come possono essere entusiasti (a Roma. N.D.A.) Non vediamo alcuna ragione per questa euforia. Non ci capiscono e non vogliono ascoltarci. Forse sono la voce che grida nel deserto, ma devo dire quello che ho da dire”. E continua: “Non dico che bisogna rifiutare il dialogo: il dialogo è necessario. Ma ci si può interrogare sulla buona volontà del governo cinese…Non siamo noi che dobbiamo cambiare, sono loro. In questi ultimi anni la Chiesa ha seguito una strategia troppo timida fatta di paura e di volontà di comporre. Il governo ne approfitta”.
Il cardinale pensa che l’accordo di cui si parla fra Roma e Pechino “non sia accettabile”, e afferma: “Purtroppo il nuovo Segretario di Stato è pieno di speranza…perché crede ancora ai miracoli dell’Ostpolitik quando questa è stata un grande fallimento?”. Uno dei problemi principali riguarda la nomina die vescovi. “Il discorso ufficiale del governo è sempre lo stesso…ci sono delle elezioni, poi le elezioni sono approvate; e infine il governo chiede al Vaticano di accettare”. Ma “non ci sono vere elezioni in Cina!”.
La Chiesa ufficiale in Cina “è completamente nelle mani del governo. Le elezioni per la nomina dei vescovi sono tutte manipolate: non ci sono regole. Poi la nomina è approvata dalla Conferenza episcopale. Ma non c’è una Conferenza Episcopale: non sono che dei nomi…La Santa Sede fa troppe concessioni e approva talvolta dei candidati non buoni”. Secondo l’accordo, per ogni sede vacante il governo proporrebbe tre nomi, e il Vaticano potrebbe scegliere. “Come può un governo ateo presentare dei nomi? Che cosa sa dei vescovi? Un vescovo non è un uomo politico, è un pastore. L’iniziativa dovrebbe venire da Roma”.
Per il cardinale Zen Ze-Kiun, la Chiesa clandestina “è ancora molto forte. E’ difficile avere delle cifre, ma si può stimare che la Chiesa si divida a metà fra Chiesa ufficiale e Chiesa clandestina…La Chiesa clandestina è stata indebolita dal Vaticano. Favorendo la Chiesa ufficiale, il Vaticano indebolisce la Chiesa clandestina: dando numerosi vescovi alla Chiesa ufficiale e molto pochi alla Chiesa clandestina. La Santa Sede chiede ai cattolici di avvicinarsi alla Chiesa ufficiale, ma come possono chiedere alla Chiesa clandestina di obbedire a un vescovo ufficiale? Noi gridiamo la nostra rivolta ma non ci capiscono”.
7 commenti:
Zen ha detto ne' più ne' meno che le stesse cose che il card. Slypi, ucraino, deceduto nel 1984, scrisse la casaroliana Ost politik. Ma come ho già scritto due giorni fa, la Segreteria di Stato e' strapieni di Casaroli's boys. E i risultati si sono già visti quando il comunismo dell'Est Europa si dissolse. Sempre gli stessi concetti di Zen furono espressi dal card. Korec, slovacco, nell'intervista a Il Giornale il 18 luglio 2000. Ma, si sa, gli uomini della Segreteria di stato sono un popolo, direi sono il popolo, dalla dura cervice.
Conservo una lettera del 2000 di mons. Luigi Bongianino, compagno di missione diplomatica di Casaroli nell'Est Europa dal 1963 al 1967. Duro il suo giudizio su Casaroli e sulla Ost politik. Indirettamente duro il giudizio sulla rimozione papale di Mindzenty. La rimozione, scrisse Bongianino, di Mindzenty era un impegno verbale preso da Casaroli con i comunisti ungheresi già nel 1964 al momento del primo parziale accordo. Ricordiamolo bene: la Segreteria di Stato non si oppose a che i vescovi ungheresi giurassero fedeltà a quella dittatura. Cosa possiamo aspettarci di buono dai nipotini di Casaroli? Svenderanno i cattolici cinesi clandestini come già fece Consalvi e Pio VII con i vescovi francesi leali a Roma. E come fece Paolo VI con Mindzenty.
l'intervista del card. Zen indirettamente dimostra che la Segreteria di Stato ed il vdr hanno messo nel cassetto o addirittura nel congelatore la lettera del 2007 di Benedetto XVI ai cattolici cinesi.
Al solito Magister non le manda a dire. Lo fa per interposta persona citando fonti e circostanze e mettendo insieme le tessere di un puzzle; e così delinea un quadro di grande problematicità ma senza soluzioni in vista.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/05/18/prima-di-accogliere-francesco-cosi-la-cei-ha-messo-la-casa-in-ordine/
Mons. luigi Bongianino morì improvvisamente nell'ottobre 2003. Da quale anno stava scrivendo le sue memorie dedicate al periodo in cui fu diplomatico Vaticano, dal 1945 al 1967. Non se ne è' mai saputo nulla di dove siano andate a finire le minute autografe.
E’ difficile avere delle cifre, ma si può stimare che la Chiesa si divida a metà fra Chiesa ufficiale e Chiesa clandestina…
Che bello se queste cifre si potessero applicare anche alle nostre realtà!
Il problema della Cina e che porta il cardinale Zen a fare queste denuncie è che anche a Roma con l'applicazione del Vaticano II e del "Suo Spirito" la Chiesa vera è stata eclissata ed é divenuta clandestina (e ogni giorno lo diviene di più). Anche a Roma la Chiesa ufficiale si presta a troppi compromessi o meglio il compromesso è diventato la normalità: col mondo, con il comunismo, e ahimè, anche col peccato! E di questo anche la Chiesa cinese ne risente.
Ma forse è ancora più facile rimanere cattolici in Cina che qui, caro cardinale Zen!
concordo con viandante, almeno a Pechino la Chiesa è in un certo senso stata "obbligata" a cedere a compromessi, ma la Chiesa a Roma chi la obbligata a tradire il suo mandato? I vicari di Cristo lo hanno fatto sotto pressioni massoniche? Lo hanno fatto perchè credevano veramente di avvicinare gli increduli. Lo hanno fatto per vanagloria personale? Chi ha obbligato i vicari di Cristo in questi 50 anni a servire il potere temporale (per giunta liberale ed anticristiano) e a sbeffeggiare i cattolici? Se la Chiesa a Pechino è punita con la persecuzione, cosa dovremo temere noi a Roma, dopo questo tradimento ancora impunito?
P.S Ancora impunito per chi persegue l'apostasia, ma la punizione è per le anime fedeli una vera agonia.
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