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martedì 12 maggio 2015

Francia, le biblioteche ignorano la religione

Riprendo da Avvenire. È uno degli aspetti, insieme all'inconoclastia diffusa, con cui la Francia sembra tornare al nefasto '89 dei lumi. Mi sono ricordata che anni fa, quando dirigevo la Biblioteca del Ministero delle Comunicazioni, avevo parafrasato la Yourcenar, nel motto che accompagnava tutti i nostri progetti:
«Fondare biblioteche è un po' come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire alle nostre porte». 
Per questo, nella nuova struttura in corso di programmazione per la sistematizzazione dei nostri contenuti e l'inserimento di nuove rubriche, pensavamo di costruire anche una Biblioteca contenente alcuni dei principali testi cattolici a nostra disposizione che al momento risultano introvabili persino nelle librerie cattoliche.

Nelle città francesi, le biblioteche municipali e pubbliche sono considerate istituzioni fondamentali, anche in termini di risorse investite. È il frutto di una concezione diffusa della 'cultura per tutti' lontanamente erede del progetto politico illuministico. Ma curiosando fra gli scaffali liberamente accessibili, nasce spesso l’impressione che la 'cultura per tutti' non sia tutta la cultura, data soprattutto la limitata attenzione al fatto religioso.
[...] la Chiesa francese ha preso aperta posizione. Monsignor Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia e presidente della Conferenza episcopale, si è appena espresso davanti all’Osservatorio della laicità, sottolineando che «le sezioni religiose nelle biblioteche o mediateche offrono spesso opere senza consistenza e per nulla fondamentali». Secondo il quotidiano cattolico
La Croix, «per mancanza di formazione e paura di fare del proselitismo, la maggioranza delle strutture esita ad acquistare libri di questo tipo». E quando è il caso, i criteri posso divergere da un facile accesso per tutti: «Se il cristianesimo è quantitativamente ben rappresentato, i libri proposti sono spesso poco adatti al grande pubblico».
Non di rado, per ammissione pure di bibliotecari critici verso il fenomeno, una miscela d’ignoranza sul fatto religioso, di 'fastidio' o di chiari riflessi antireligiosi spinge le strutture a limitarsi al "servizio minimo", o a enfatizzare la dimensione più misteriosa delle religioni, con sconfinamenti nell’esoterismo. Anche per rimediare a simili confusioni e derive, certi teologi e studiosi avvertono nuovamente il bisogno di spiegare le definizioni fondamentali di ciò che è religioso in volumi semplici ma rigorosi come Religioni. Le parole per parlarne, di F. Boespflug, T. Legrand e A.-L. Zwilling. Sperando di giungere, prima o poi, pure negli scaffali delle biblioteche.

10 commenti:

Josh ha detto...

Se si dichiara che

"il proselitismo è una solenne sciocchezza",

il fatto religioso e sacro cattolico vorrà dire che andrà coltivato sempre più nel silenzio, nel privato,
ed è chiaro che circoleranno sempre meno i veri libri cattolici.
Alla faccia di Chi diceva di gridare dai tetti la sua Verità.

C'è piuttosto chi vuol rimetterci tutti nelle catacombe.

rr ha detto...

Ignorano la religione, ma in compenso c'è tutto sul gender.
RR

Anonimo ha detto...

Per fortuna da noi è diverso

http://vigiliaealexandrinae.blogspot.it/2015/04/vita-pensiero-il-declino-secolarista-di.html

Anonimo ha detto...

E come potrebbe essere diversamente? Con un Pannella che dichiara candidamente: "Solo Francesco mi capisce.".....

Silente ha detto...

Già, perché stupirsi di quanto accade nelle biblioteche francesi (perché in quelle italiane, invece...)? E' nella logica malvagia dell'illuminismo, inopinatamente difeso da un recente Pontefice. L'illuminismo porta, di per sé, al laicismo, alla dittatura del relativismo e quindi al Terrore. E' un percorso obbligato. E ciò senza capziose distinzioni tra illuminismo francese e "anglo-scozzese": entrambi furono ferocemente anticattolici.

Riguardo ai libri, certo sarebbe obbligatorio per una biblioteca pubblica avere un'ampia sezione dedicata ai classici del Cattolicesimo. Ma riguardo alla produzione cattolica più recente e contemporanea, lo scenario è desolante: ecumenismo, testi semi-eretici, progressismo più spinto, vago e ambiguo spiritualismo à la New Age. Basta entrare alle Paoline per uscirne disgustati.

Per fortuna resistono editori "di nicchia", ancora, almeno in parte, fedeli alla Tradizione cattolica: i Lindau, i Solfanelli, gli EFFEDIEFFE, i Fede e Cultura, le Edizioni Spada e pochi altri.
Ma, come Mic ben sa, la loro "potenza di fuoco", in termini di produzione, marketing e distribuzione è limitata. La loro capacità di raggiungere capillarmente le librerie è modesta. E se poi le poche librerie "di Destra" disponibili a tenere questi testi e a venderli vengono incendiate dai centri sociali, come è recentemente capitato a Milano, nel silenzio ipocrita e colpevole della stampa e degli intellettuali "difensori della cultura", ecco che i canali si restringono ancor di più.

Infine, un ultimo, triste tema: quanto leggono i cattolici tradizionalisti? Per quanto ne so, poco, molto poco, troppo poco. Se anche gli scafali della biblioteche pubbliche traboccassero di testi "nostri", quanti verrebbero letti?. Occorrerebbero più presentazioni pubbliche, più mostre-mercato (che oggi non ci sono), più recensioni, anche on line.
Insomma, una nuova "Crociata della Buona Stampa". Per non parlare poi della penosa situazione delle pubblicazioni periodiche tradizionaliste: non più di due/tre testate, distribuite esclusivamente per abbonamento.

irina ha detto...

Questo è un problema serio e grave. Tanto più serio e grave, quanto più si ignora quali testi dovrebbero essere presenti in una biblioteca cattolica, in una biblioteca scolastica cattolica, in una biblioteca universitaria cattolica. Discorso serio. serissimo. Qui necessita la buona volontà di schiere di cattolici preparati che, come viandati esploratori, dedichino la loro vita, da oggi in poi, a riempire questa vuota voragine dove le nuove generazioni rischiano di venir risucchiate.

Carissimo Silente ha detto...

Aggiungiamo a tutti i mali che Lei ha ben analizzato anche un altro. fINO A non molto tempo fa, gli editori di nicchia (in generale) più che alla diffusione, miravano a "spennare" i pochi lettori sicuri.

Rr ha detto...

A questo proposito, bisogna utilizzare molto di più l' eBook.
A me piacciono molto i libri stampati, col loro profumo, le loro belle copertine, le illustrazioni a colori...ma quando si cominciano ad avere problemi di vista, e oltre ad una certa dimensione dei caratteri non si riesce a leggere, l' eBook, ingrandito a piacere, diventa quasi una necessità.
Inoltre gli ebooks possono costare meno, in un "lettore" cene stanno tanti, e si è più liberi di fruirne in molte circostanze.
Ora purtroppo alcuni editori citati da Silente non offrono eBook, e questo è un ulteriore handicap,
tanto più per piccole case editrici.
Infine non è che i cattolici tradizionalisti non leggono. In generale in Italis non si legge. E non capisco perché.
Rr

Josh ha detto...

nel frattempo, nuove proposte di insegnamento:

http://www.imolaoggi.it/2015/05/13/scuola-pisa-obbligatoria-lora-di-cultura-rom/

Rr ha detto...

Sull' ora di cultura zingara c'è solo da ridere. Si mi sa a al pena chi siano e da dove vengono, parlano una lingua fatta da parole derivate da tutti i posti dove vivono, non si sa ben neanche che religione seguano, vivono comm vivono, ...ma quale cultura si può insegnare ? Probabilmente in un' ora, massimo due, l' argomento è esausto. Mi auguro che i genitori NONA. Turino fuori un centesimo per si,ile cazz...te, fatte solo per trovare un posto di lavoro a qualche semi deficienze amico degli amici e cona la tessera del Pf in tasca!
Non se ne può veramente più.
Rr