Attenzione! siamo a livelli di dissociazione dalla realtà che cominciano a divenire allarmanti...
Di fatto non è altro che un modo di sperperare denaro pubblico analogo a quanto avviene nei confronti delle ormai fiorenti organizzazioni di "accoglienza" a spese dei cittadini, molti dei quali allo stremo per effetto della crisi ormai endemica. Ma davvero c'è una logica (perversa) in questa follia! (MG)
Di fatto non è altro che un modo di sperperare denaro pubblico analogo a quanto avviene nei confronti delle ormai fiorenti organizzazioni di "accoglienza" a spese dei cittadini, molti dei quali allo stremo per effetto della crisi ormai endemica. Ma davvero c'è una logica (perversa) in questa follia! (MG)
Prelevo da QN un articolo degno di menzione di Luca Bolognini. Avrei preferito continuare a riflettere su questioni cristiane, ma trovo in questo pezzo elementi che stridono.
Ora uno studioso propone percorsi di riabilitazione per terroristi (ancora l'idea che il terrorista è un compagno che sbaglia, un esaurito da aiutare senza una precisa volontà derivata da un'impostazione religiosa ben definita, forse anche un malato da curare, MA da punire mai?).
Il punto che eleva la notizia a qualcosa in più dell'opinione: è già pronta una proposta di Legge, e solo questo articolo ce ne informa, e comprende in alcuni casi anche "fornire casa e lavoro" ai jihadisti riabilitati (con un 60-70% di successi).
Dobbiamo fornire casa e lavoro ai terroristi conclamati? È un fatto differente, ma mi viene in mente un'analogia. Qui in pratica si parla di percorsi di disintossicazione, quasi come nel caso dei tossicodipendenti. Sappiamo anche che nel doloroso percorso dei tossicodipendenti che ne vogliono uscire, molte sono le cadute e non sempre totali i successi, colpa anche non solo della volontà, ma della violentissima soggezione fisico-chimica alle sostanze psicotrope. Ora il caso dei "jihadisti da riabilitare" sarebbe uguale? E quando alla fine del percorso di riabilitazione antijihadista, si fornirà casa e lavoro, sarà alle spese di chi? Mi sembra di conoscere già la risposta: a spese della collettività che ha subìto gli stessi attentati terroristici. Nel frattempo si delineano già anche figure istituzionali esperte, e forse statali o almeno incaricate, più o meno musulmane, addette al percorso di recupero per il più radicalizzato. Il meno radicale e più inquadrato dovrà curare il più radicale e jihadista. (Josh)
Un'Italia sempre più suicida... ma ci hanno preceduto altri paesi [qui - qui]
Isis, l'Italia pensa a centri di recupero per malati di jihad
L'esperto: costano meno degli 007. Pronto un disegno di legge, verrà discusso il prossimo autunno
Roma, 13 agosto 2016 - «NON ESISTE una formula magica, ogni caso va trattato singolarmente. Ma recuperare un aspirante jihadista – fa notare Lorenzo Vidino, direttore del programma sull’estremismo alla George Washington University e che negli anni è stato incaricato da diversi governi di studiare percorsi di riabilitazione per terroristi – costa decisamente meno che fermarlo con attività di monitoraggio e intelligence, che restano comunque fondamentali».
Vidino, è davvero possibile disintossicarsi dall’Isis?
«Sì, le esperienze lo provano. Nessuno nasce terrorista: c’è un processo attraverso il quale lo si diventa che può essere prevenuto o capovolto a seconda dei casi. È chiaro che non funziona sempre, non è come deprogrammare un robot».
Qual è il percorso da seguire nella deradicalizzazione?
«Non c’è uno standard. Ci sono diversi approcci che cambiano a seconda degli obiettivi e della cultura di riferimento. Il programma della Danimarca, come si può immaginare, è diverso da quello dell’Arabia Saudita. Così com’è diverso recuperare un tredicenne radicalizzato sul web e chi è già andato in carcere per crimini legati all’estremismo di matrice islamica. Ci sono percorsi che si concentrano di più su ideologia e religione e altri che prediligono un atteggiamento più materiale, ad esempio fornendo casa o lavoro».
Partecipare deve essere una libera scelta?
«Alcuni Paesi mediorientali obbligano l’aspirante jihadista a frequentare questi programmi. In Europa non è così. Molti di questi percorsi sono modellati su quelli pensati negli anni Novanta per gli skinhead. Ma mentre per i neonazisti la volontà di cambiare partiva dall’individuo coinvolto, per quanto riguarda l’estremismo islamico è quasi sempre la famiglia, che ha un ruolo centrale soprattutto tra i più giovani, a rivolgersi ai centri».
Che qualità deve avere il partner di chi vuole abbandonare il radicalismo?
«Deve essere una persona in grado di esercitare un forte ascendente sul soggetto che partecipa al programma. Bisogna sostituire l’offerta che prima veniva soddisfatta dall’ideologia jihadista con un’altra che deve sembrare migliore. Si deve cercare la molla giusta da far scattare».
Questa figura è meglio che sia di religione islamica?
«Sì, anche perché difficilmente un aspirante terrorista accetterà di essere seguito da qualcuno che lui considera un infedele. Bisogna trovare una persona autorevole e capace di attirare l’attenzione. Molto spesso sono proprio gli ex jihadisti i mentori migliori. Hanno vissuto un percorso simile e, proprio per il loro passato, sono apprezzati da chi si sta riabilitando».
È facile ottenere la collaborazione delle comunità musulmane per questo tipo di programmi?
«Non proprio, c’è una certa reticenza a lavorare con i governi anche se qualcosa sta lentamente cambiando. La decisione di non collaborare spesso nasce dal fatto di sentirsi stigmatizzati e di non voler sembrare la longa manus delle forze dell’ordine».
Qual è il tasso di recidiva?
«I dati sono molto difficili da reperire. Il Regno Unito dichiara che il 60-70% dei partecipanti a Channel, un’iniziativa di de-radicalizzazione che coinvolge un migliaio di persone all’anno, abbandona la jihad. Ma sono cifre da prendere con le pinze».
Perché in Italia non esistono questi programmi?
«In autunno, in realtà, verrà discusso un disegno di legge proprio per introdurli anche nel nostro Paese. C’è da dire che da noi il problema non è così grande e gli strumenti esistenti, come le espulsioni, si sono rivelati molto efficienti e poi, purtroppo, non è nel dna dell’Italia pensare alla prevenzione. Si muoverà qualcosa solo quando scatterà l’emergenza».
Vidino, è davvero possibile disintossicarsi dall’Isis?
«Sì, le esperienze lo provano. Nessuno nasce terrorista: c’è un processo attraverso il quale lo si diventa che può essere prevenuto o capovolto a seconda dei casi. È chiaro che non funziona sempre, non è come deprogrammare un robot».
Qual è il percorso da seguire nella deradicalizzazione?
«Non c’è uno standard. Ci sono diversi approcci che cambiano a seconda degli obiettivi e della cultura di riferimento. Il programma della Danimarca, come si può immaginare, è diverso da quello dell’Arabia Saudita. Così com’è diverso recuperare un tredicenne radicalizzato sul web e chi è già andato in carcere per crimini legati all’estremismo di matrice islamica. Ci sono percorsi che si concentrano di più su ideologia e religione e altri che prediligono un atteggiamento più materiale, ad esempio fornendo casa o lavoro».
Partecipare deve essere una libera scelta?
«Alcuni Paesi mediorientali obbligano l’aspirante jihadista a frequentare questi programmi. In Europa non è così. Molti di questi percorsi sono modellati su quelli pensati negli anni Novanta per gli skinhead. Ma mentre per i neonazisti la volontà di cambiare partiva dall’individuo coinvolto, per quanto riguarda l’estremismo islamico è quasi sempre la famiglia, che ha un ruolo centrale soprattutto tra i più giovani, a rivolgersi ai centri».
Che qualità deve avere il partner di chi vuole abbandonare il radicalismo?
«Deve essere una persona in grado di esercitare un forte ascendente sul soggetto che partecipa al programma. Bisogna sostituire l’offerta che prima veniva soddisfatta dall’ideologia jihadista con un’altra che deve sembrare migliore. Si deve cercare la molla giusta da far scattare».
Questa figura è meglio che sia di religione islamica?
«Sì, anche perché difficilmente un aspirante terrorista accetterà di essere seguito da qualcuno che lui considera un infedele. Bisogna trovare una persona autorevole e capace di attirare l’attenzione. Molto spesso sono proprio gli ex jihadisti i mentori migliori. Hanno vissuto un percorso simile e, proprio per il loro passato, sono apprezzati da chi si sta riabilitando».
È facile ottenere la collaborazione delle comunità musulmane per questo tipo di programmi?
«Non proprio, c’è una certa reticenza a lavorare con i governi anche se qualcosa sta lentamente cambiando. La decisione di non collaborare spesso nasce dal fatto di sentirsi stigmatizzati e di non voler sembrare la longa manus delle forze dell’ordine».
Qual è il tasso di recidiva?
«I dati sono molto difficili da reperire. Il Regno Unito dichiara che il 60-70% dei partecipanti a Channel, un’iniziativa di de-radicalizzazione che coinvolge un migliaio di persone all’anno, abbandona la jihad. Ma sono cifre da prendere con le pinze».
Perché in Italia non esistono questi programmi?
«In autunno, in realtà, verrà discusso un disegno di legge proprio per introdurli anche nel nostro Paese. C’è da dire che da noi il problema non è così grande e gli strumenti esistenti, come le espulsioni, si sono rivelati molto efficienti e poi, purtroppo, non è nel dna dell’Italia pensare alla prevenzione. Si muoverà qualcosa solo quando scatterà l’emergenza».
18 commenti:
13 agosto: Beato Marco d'Aviano
Il santo dei nostri giorni
Credo che non molti conoscano veramente la straordinaria storia e opera di questo straordinario uomo.
Uno dei più grandi santi di tutti i tempi.
Uno dei massimi direttori spirituali di tutti i tempi.
Forse il più grande taumaturgo di tutti i tempi.
Certamente il più grande crociato di tutti i tempi.
A lui tutti noi dobbiamo la salvezza della nostra fede e della nostra libertà, e non è un modo di dire.
Credetemi, io ho potuto scrivere un saggio su di lui consultando direttamente la Positio per ll processo di beatificazione: se c'è un uomo che oggi dobbiamo pregare per la salvezza dall'invasione islamica, questo è il beato Marco d'Aviano, di cui oggi ricorre la memoria liturgica.
Ha guarito miracolosamente centinaia e centinaia di persone con il solo tocco della mano,e tutto è certificato da notai, perfino protestanti!
E' stato padre spirituale dell'Imperatore e dell'Imperatrice del Sacro Romano Impero, del Duca di Lorena, del duca di Baviera e di tante persone umili.
Ha vissuto venti anni girando per l'Italia e l'Impero, tra conventi isolati e regge imperiali, ma ovunque ha magiato ogni giorno un poco di insalata e della frutta e ha dormito per terra nelle cantine.
Ha scritto bellissime opere di spiritualità cappuccina.
Ha sollevato l'Europa cristiana contro l'islam invasore ed è stato l'anima spirituale dell'immensa vittoria della Cristianità a Vienna, l'11 e 12 settembre 1683! La vittoria che ha segnato di fatto la sconfitta dell'Islam dopo 1000 anni di jihad.
E per altri 17 anni, fino alla morte, ogni anno è andato sul campo di battaglia a guidare spiritualmente gli eserciti cristiani.
Le sue spoglie mortali riposano nella Kapuzinerkirche di Vienna, ovvero nel pantheon degli Asburgo: lui solo tra tutti gli Asburgo! Onore supremo al salvatore dell'Impero e della Cristianità.
Umilissimo, di spiritualità penitente e controriformista, taumaturgo, padre spirituale di sovrani cattolici, combattente crociato e salvatore della Cristianità.
Davvero non riesco a immaginare un santo più sgradito al clero odierno. Pertanto, un santo più adatto ai nostri giorni di Marco d'Aviano!
Massimo Viglione
Grazie per avercelo ricordato.
Stimo molto Marco d'Aviano e lo ritengo un esempio inarrivabile.
Bisognerebbe conoscerlo di più.
Anni fa un amico dedicò un breve post, nell'occasione delle riprese di un film su di lui
http://esperidi.blogspot.it/2009/10/marco-daviano-santo-ed-eroe-dimenticato.html
il processo di beatificazione è durato....300 anni.
Grazie Josh,
ho aggiunto un'immagine e un paio di link, perché una rapida ricerca mi ha fatto conoscere che il fenomeno ci precede nonché una piccola nota introduttiva sufficientemente allarmata...
E' anche graficamente perfetto....Non fosse per la notizia plumbea e orwelliana
plumbeo e orwelliano sono proprio due termini molto calzanti...
da Asianews
http://www.asianews.it/notizie-it/I-migranti-visti-sempre-pi%C3%B9-con-sospetto,-il-40-delle-persone-vuole-chiudere-i-confini-38279.html
Per restare in ambito strettamente orwelliano l'Italia e la Chiesa Cattolica sono già schierati con chi crea, arma e usa i tagliagole per scardinare intere nazioni come Iraq, Siria e Libia. I notiziari di Radio Vaticana sulla Siria sono agghiaccianti in quanto ad appoggio ai "ribelli" che hanno distrutto quel Paese e i cristiani lì presenti contemporaneamente l'etichetta di "cattivi" è rifilata al Governo siriano e ai russi evidentemente colpevoli di difendersi e non lasciar vincere i tagliagole "ribelli".
Miles
Intanto in Germania. Inaudito! Anche perchè inevitabilmente seguiranno ricadute in tutta Europa.
....
"La cancelliera vuole convincere le aziende ad offrire più posti di lavoro ai profughi”, scrive il quotidiano tedesco, che ricorda come anche il ministro dell’Economia, il socialdemocratico Sigmar Gabriel, avesse lamentato la scarsa offerta di posti di lavoro per i profughi. Ad un migliore accesso dei rifugiati al mercato del lavoro provvederà anche la nuova legge per l’integrazione: il cosiddetto “diritto di precedenza” per le persone con passaporto europeo sarà sospeso in molti Laender per almeno tre anni.
L'ISLAM IN 14 SECOLI, HA FATTO 270 MILIONI DI VITTIME (PIU' DI NAZISMO E COMUNISMO MESSI INSIEME)
Intanto Salah Abdeslam*, il terrorista sopravvissuto agli attentati di Parigi, vive in una cella personale di tre stanze con palestra, tv satellitare, libri e giornali, riceve posta ed anche visite (VIDEO: Gheddafi spiega come si conquista l'Europa)
di Antonio Socci
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4305
* evidentemente il suo padrone e' assai temuto...
http://www.imolaoggi.it/2016/08/13/armando-manocchia-fa-male-vedere-milano-e-italia-ridotte-cosi/
E il PD nel frattempo che fa?
Fa venire il Capitano Kirk alla Festa dell'Unità!
Sì, sì, proprio lui, William Shatner, il Capitano Kirk dell'Enterprise, l'idolo vintage di Star Trek. Coi problemi che abbiamo, mi sembra di sognare.
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/08/09/news/pd_la_festa_dell_unita_celebra_star_trek_e_il_capitano_kirk_sara_a_bologna-145685713/
alla festa di Rifondazione mi aspetto Maya e la Dott.ssa Russell di Spazio 1999, però eh.
Una donna brucia il burqa, una soldatessa bacia un anziano in lacrime, un ragazzo ride mentre un uomo gli taglia la barba, una donna velata tiene un soldato prigioniero in un abbraccio, madri ingabbiate in vestiti neri stringono i loro figli e piangono perché il loro volto è finalmente scoperto. Le cartoline dall’inferno di Manbij sembrano confermare che a ottanta chilometri da Aleppo, guardando verso nord est, i jihadisti sono in fuga. Le forze curde e siriane hanno liberato la città martirizzata prima dal terrore dei miliziani di Daesh e poi dai bombardamenti della coalizione anti Isis perché tappa cruciale per i collegamenti tra Aleppo e il confine turco. Ci sono voluti però 73 giorni di scontri e tanti raid aerei che non hanno risparmiato le vite di civili: 438, di cui 205 uccisi dai bombardamenti della Coalizione internazionale a guida americana secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) solo nella fase finale.
ad Amburgo, in Germania, c'è per la città la polizia abusiva della sharia che fa le ronde
http://www.express.co.uk/news/world/699524/Sharia-police-hamburg-germany-islamic-state-ISIS-refugees-migrants
stato nello stato.
Ancora "depressi"?
http://www.zerohedge.com/news/2016-07-08/how-george-soros-singlehandedly-created-european-refugee-crisis-and-why
trad.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16652
mi azzardo a scrivere una previsione che spero non si realizzi.
Perchè tutto questo? Quale lo scopo?
Non ci arrivo certamente da solo. Penso al libro di Huntington, che in parte non accetto. Ho l'impressione che l'immigrazione, sicuramente manovrata e pilotata, arriverà a frotte, bisognosi ben misti a delinquenti, avventurieri, jihadisti e criminali, selezionati apposta, finchè il nostro mondo sarà del tutto ingovernabile, islamismo irriducibile in testa, ed esploderà o simili.
E' ovvio che ci sia un piano ben congegnato da tempo. Kalergi o altri modelli affini, il risultato non cambia.
Arrivati al punto più insostenibile, a quel punto, gli "alleati" o qualche similare organismo sovranazionale (in fondo parente degli stessi che hanno causato la stessa situazione), ci "libereranno" dell'islamismo, del terrorismo e similia,
ma data la morfologia, a quel punto, troppo mista dell'ex continente europeo, verrà eliminato anche l'Occidente ex cristiano.
Il pretesto sarà liberarci dal vero problema, ma nella liberazione patiranno anche le poche restanti vestigia dell'Occidente cristiano. Et voilà, 2 piccioni con una fava, liberati dell'islamismo più ingovernabile,
ma liberati anche del pensiero, dell'arte, delle tracce di NS Gesù Cristo nella nostra civiltà, liberati anche dalla "pericolosa" Tradizione (la stessa con cui Dio ci ricorda "poco meno degli Angeli l'uomo è stato fatto, a mia immagine e somiglianza" e per questo da decenni ci hanno cassato il pensiero della dignità sacra dell'uomo)
pronti per il passo successivo e progressivamente più abbruttente del NWO.
A meno che in alto nei cieli non si voglia diversamente, e si ponga un freno soprannaturale. Ma la tattica umana credo proprio sia questa.
Concordo, Josh: più sicurezza, in teoria, in realtà meno libertà per i non allineati. Guerra al fanatismo, prima islamico,npoi " cristiano". Un'unica religione " civile", con alcuni dogmi ben particolari, ma via tutto il resto. GADU uber alles.
Scenari davvero inquietanti. Auxilium christianorum, ora pro nobis!
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