Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 18 maggio 2018

Il card. Müller sull'omofobia e sul gender

Costanza Miriano intervista il card. Gerhard Ludwig Müller, già prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia.

Vostra Eminenza, partiamo dall’attualità: domani è la giornata mondiale contro l’omofobia. Sappiamo che la parola è stata inventata in America nel 1971, ma sappiamo anche che le persone che provano attrazione verso lo stesso sesso a volte davvero vivono nella sofferenza. Noi cristiani, chiamati ad amare tutti, come dobbiamo comportarci su questo tema?

L’omofobia, semplicemente non esiste, è chiaramente un’invenzione, uno strumento del dominio totalitario sulla mente degli altri. Al movimento omosessualista mancano gli argomenti scientifici, per questo hanno costruito un’ideologia che vuole dominare, cercando di costruire una sua realtà. E’ lo schema marxista, secondo cui non è la realtà a costruire il pensiero, ma il pensiero che costruisce la realtà. Quindi, chi non accetta questa realtà deve essere considerato malato. Come se, tra l’altro, si potesse agire sulla malattia con la polizia o con i tribunali. D’altra parte in Unione Sovietica i cristiani venivano chiusi nei manicomi: sono i mezzi dei regimi totalitari come il nazionalsocialismo e il comunismo. Oggi in Nord Corea la stessa sorte tocca a chi non accetta il pensiero dominante.

Ci sono alcuni vescovi che hanno appoggiato veglie o altre iniziative “cattoliche” contro l’omofobia. Alcuni ne conosco personalmente e sono per quello che posso capire molto aderenti alla dottrina. Perché secondo lei accettano di stare a questo gioco, perché già accettare la parola omofobia significa accogliere una certa visione ideologica?

Alcuni vescovi oggi non hanno il coraggio di dire la verità e si lasciano intimidire: non capiscono che l’omofobia è un inganno che serve a minacciare la gente. Ma noi cristiani non dobbiamo avere paura delle minacce: nei primi secoli i seguaci di Cristo venivano gettati in carcere, o fatti dilaniare dalle belve. Oggi si dilania la gente con lo psicoterrorismo, approfittando dell’ignoranza. Però da un vescovo, un sacerdote possiamo aspettarci che sia in grado di non andare dietro a queste ideologie. Noi siamo quelli che cercano, con la grazia di Dio, di amare tutte le persone, comprese quelle che provano attrazione verso lo stesso sesso, ma deve essere chiaro che amare non è obbedire alla propaganda genderista.

Il libro di Mattson dedica un ampio capitolo proprio a smontare le parole della propaganda, a cominciare dal titolo: perché non mi definisco gay. Lei sarà presente alla presentazione del volume a Roma, con l’autore. Cosa ne pensa?

Mattson è un uomo che basa le sue parole sulla sua propria esperienza, e questo vale più di tutte le ideologie. La sua storia mostra anzi come queste ideologie siano forti ed esercitano una oppressione nei confronti di tutti coloro che hanno problemi con la propria sessualità. Si possono avere problemi per diverse cause, ma la realtà è che si è solo o uomo o donna. Esistono due sessi, questa è la realtà.  Il resto sono interpretazioni. Papa Francesco viene molto frequentemente citato nella sua intervista rilasciata in aereo, quel famoso “chi sono io per giudicare…?”. Ma il Papa ha detto la stessa cosa che è nel Catechismo: ogni persona merita rispetto perché è a immagine di Dio, e noi non possiamo usare le persone per nessuno scopo. Ma nello stesso momento Francesco ha parlato di lobby gay. Ed è vero, purtroppo. (…) Una persona è sempre molto più di questo. Noi siamo creature che grazie alla redenzione abbiamo la vocazione alla vita eterna. E chi vive questa attrazione deve vivere in castità, cosa a cui sono chiamati tutti i cristiani che non vivano in un valido e vero matrimonio.

Perché questo tema occupa i primi posti delle agende politiche dell’Occidente? Sembra che sia la priorità di tutti i governi?

I nostri politici in Europa devono occuparsi di tante persone che sono senza lavoro, della denatalità, delle famiglie, di tanti problemi seri, e invece si preoccupano di trasformare le nostre democrazie in sistemi totalitari. Le ideologie in sé sono violente. Come può un Parlamento stabilire cosa è vero e cosa no? Come può affermare che due più due fa cinque?

Uno dei tanti passaggi interessanti del libro mette in correlazione la diffusione in massa della contraccezione e l’affermarsi della ideologia genderista. Ne approfitto per farle una domanda su un tema che mi sta molto a cuore. Lei sa meglio di me come nella Chiesa ci siano forze avverse alla Humanae Vitae, che ne chiedono una revisione. Che ne pensa? Come spiega questo fenomeno?

Lo spiego con la mondanizzazione della Chiesa: per alcuni dei pastori la Chiesa è solo materiale per fare politica, per piacere. Per loro il rispetto delle masse vale più del rispetto della Parola di Dio. Sono contro la creazione. Io paragono chi vuol rivedere HV per compiacere le masse con chi ha fatto i compromessi durante i regimi totalitari. Invece i testimoni hanno la responsabilità della verità rivelata. L’Humanae Vitae è stata profetica, tutti i pericoli che prevedeva si sono realizzati e sono entrati nella vita moderna: il nichilismo, il materialismo. Manca il senso superiore dell’esistenza umana e quindi dietro le facciate c’è il vuoto. Invece il vero piacere è ogni parola che viene dalla bocca di Dio, e se noi smettiamo di annunciare dove è il vero piacere, dove è la vera gioia, saremo responsabili dell’infelicità di tanta gente. Se i pastori non vigilano, vincono i lupi. Con i lupi non si possono fare compromessi, magari per salvare qualche pecora. Con l’illusione di non perdere qualcuno, si perde tutto il gregge. Non è questa la logica di Gesù. Lui per non perdere nessuna pecora ha sacrificato se stesso, non le pecore.

I pastori che aprono alla contraccezione di solito lo fanno ribadendo che è, sì, un male, ma che in casi estremi…

Questa è solo una tecnica per aprire la strada: si fa un ragionamento solo emotivo, basato su situazioni estreme. Anche in situazioni estreme un buon pastore trova una soluzione unica e particolare per preservare l’intrinseca unità tra procreazione e sessualità. Invece il trucco di teologi e vescovi che attaccano la dottrina è di emozionalizzare…Per esempio cominciano a dire che c’è un padre di quattro figli, che ha perso il lavoro, e la moglie è malata… e allora si fa una discussione sull’onda dell’emotività e del caso singolo. Ma questo non è un modo serio di affrontare le questioni.

6 commenti:

irina ha detto...

"... Invece il vero piacere è ogni parola che viene dalla bocca di Dio, e se noi smettiamo di annunciare dove è il vero piacere, dove è la vera gioia, saremo responsabili dell’infelicità di tanta gente..."

"...se noi smettiamo di annunciare dove è il vero piacere, dove è la vera gioia,..."

Mi sento di affermare che tutta la decadenza in cui viviamo deriva dall'aver smesso di annunciare la parola di Dio e dall'aver smesso di insegnare a ritrovarla nel quotidiano 'ben fare' come segno del nostro amor di Dio; come segno di auto-rispetto; come segno di aiuto e di esempio, diretto o indiretto, verso il prossimo.

Pietro C. ha detto...

Non c'entra con il post ma interesserà a qualcuno:
http://traditioliturgica.blogspot.it/2018/05/intendere-la-liturgia.html
Grazie per l'attenzione.

Anonimo ha detto...

“Ai cristiani di Palermo, Reggio Emilia e dell’Urbe: fratelli, una sola cosa vi raccomando “estote parati” (in lingua volgare “stateve accuorti guagliò”), affinché nessuno si prenda gioco di voi e della vostra fede nel Signore Gesù; ricordate ai vostri pastori, ai vostri vescovi (incluso colui che si definisce solamente “vescovo di Roma”) che “Deus non irridetur”, che non ci si prende gioco dell’Onnipotente; sappiano essi che “ca’ nisciuno è fesso”. Testimoniate senza paura la Verità tutta intera, “euntes docete”, dinanzi a chiunque vi chieda ragione della vostra fede, facendovi magari passare per pazzi, a causa della vostra dissomiglianza dalle loro folli idee”.
Chiedo venia per l’irriverente accostamento con le lettere di San Paolo, ma è opportuno dare incisività anche formale ad un accorato appello ai fratelli nella vera, sola fede, fuori dalla quale non c’è salvezza alcuna, e ciò poiché si è ormai avverata la profezia di S. Antonio abate “Verrà un tempo in cui gli uomini impazziranno, e al vedere uno che non sia pazzo, gli si avventeranno contro dicendo: “Tu sei pazzo !”, a motivo della sua dissomiglianza da loro”; quindi bisogna rispondere a tono agli insulti ed all’aggressività del clero eretico ed apostata e del suo gregge ignorante (la retta dottrina cattolica) e credulone (trangugiatore di menzogne e falsità).

Anonimo ha detto...

É vero, come per l aborto si cerca il caso estremo. Per l aborto era lo stupro della donna per esempio. Oggi quanti aborti sono per stupro? Le cifre parlano di sei milioni di aborti in Italia dall entrata in vigore della legge.
E quante persone vivono questo dramma intimamente per anni (ne ho conosciute), vittime anche loro di cattivi consigli o di una mentalità dominante che fa apparire tutto facile. Ma la realtà che quel che si ha é vita umana, questa realtà scientifica che nessuno può contrastare, é vita umana al di là di come lo vuoi chiamare (feto, bambino, prodotto del concepimento..), é vita umana e non un niente, non un grumo di cellule come fosse un organo apparso improvvisamente, tanto é vero che presto é un cuore che batte.
Se l ideologia é menzogna sulla realtà , la menzogna viene dal maligno. Deus veritas est, via, verità e vita.
Scusate il fuori tema, ma la tecnica di comunicazione é la stessa.

Gruppo di preghiera 20 maggio ha detto...

Alla luce degli ultimi avvenimenti, il nostro Gruppo desidera fare il punto della situazione fornendo nuove informazioni:

1. Il Card. Gerhard Müller ha preso le distanze dai vescovi che hanno appoggiato e deciso di presiedere le “veglie-anti-omofobia”, dichiarando che “l’omofobia semplicemente non esiste ed è chiaramente un’invenzione, uno strumento del dominio totalitario sulla mente degli altri”.

2. Ci sentiamo soddisfatti e consci di aver fatto finalmente chiarezza: la nostra diocesi ha pienamente e orgogliosamente calato la maschera. La curia reggiana ha mostrato sfacciatamente il proprio assessorato: “responsabili affari religiosi” del potere reggiano in carica.

3. La prevedibile scesa in campo del Sig. Luca Vecchi, orgoglioso paladino delle prime unioni LGBT in Italia, è una conferma di quanto appena detto. In politica funziona così: difendimi tu che poi ti difendo io.

3. Di recente, il consigliere De Lucia ha orgogliosamente pubblicato su Facebook uno studio che dimostra la fine della religione nel mondo, in particolare di quella cristiana: ha ragione! De Lucia ha avanzato, di recente, grandi apprezzamenti per il vescovo reggiano. Chi ne ha voglia, unisca i puntini.

4. Alle damigelle di corte che sono accorse a vestire il re abbiamo risposto con una “lettera a don Camillo” inviata alla stampa, anche a quella diocesana.

5. Poco tempo fa uno dei nostri attuali portavoce interpellò il vescovo per chiedere di indire una veglia di preghiera per il piccolo Alfie Evans, evidenziando la cosa come un’assoluta priorità. Ci fu risposto che “le nostre casualmente sono sempre priorità”: ora capiamo quali sono, invece, quelle del vescovo.

6. Precisiamo che la nostra battaglia non si fonda sui numeri, ma sulla Verità che si tramanda da 2000 anni, e non da 20. Quella Verità “che ci farà liberi” veramente, non rovesciata sotto i dettami di una falsa carità la quale, se non fondata sul Vero e non sull’ “ideale”, perde ogni valore. Potremo dunque essere in 3, in 5 o in 15 che non cambierà nulla: la storia cristiana insegna che quando si è pochi e si ha tutto il mondo contro, la via è quella giusta.

7. Ai cattolici vogliamo dire che è inutile andare alla “veglia anti-omofobia” presieduta da Camisasca per cercare di estrapolare i contenuti in linea con il catechismo: potrebbe esser letto anche l’intero Liber Gomorrhianus di san Pier Damiani che la cosa non cambierebbe. È il messaggio che conta: la diocesi reggiana si è tinta di colori arcobaleno e Arcigay (giustamente!) esulta. Rimandiamo ancora all’articolo del Direttore de La NbQ:
http://www.lanuovabq.it/it/da-bergamo-a-palermo-arriva-il-club-dei-vescovi-gay-friendly

8. Sabato sera saranno forniti i nomi dei portavoce per eventuali dichiarazioni dopo il Rosario di riparazione davanti al Vescovado.

Anonimo ha detto...

Non so sbaglio ma forse bisognerebbe cominciare a rispondere a tono .

Veglia anti omofobia ?
Risposta : la omofobia non esiste è un’invenzione ideologica , e' una irrealta' !