Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 17 giugno 2018

Se è un banchiere a riscoprire il crocifisso

Ci salveranno i nuovi banchieri? Come le vecchie zie di Leo Longanesi, alle cui borghesi virtù il piccolo grande romagnolo affidava l'Italia post-bellica, saranno i family banker a salvare la presenza pubblica del cattolicesimo ambrosiano? Le vie del Signore sono notoriamente infinite.

Lo dimostra la notizia dell'inaugurazione di una nuova sede Mediolanum in centro a Milano (e dove, se no): c'era anche l'arciprete del Duomo, fatto non scontato, che ha benedetto un crocifisso da appendere al muro, fatto meno scontato ancora. Terza singolarità, la recita collettiva del Padre Nostro da parte dei presenti. Fra l'altro il religioso oggetto era tenuto in mano da una bella ragazza, ulteriore dimostrazione che il sacro non cancella il profano ma anzi lo valorizza (San Tommaso ricorda che la bellezza fisica discende da Dio così come quella spirituale...). Può darsi che ai banchieri sia affidato il compito di colmare il vuoto religioso lasciato da certi cardinali. Poche settimane fa in Baviera, la regione più cattolica della Germania, terra natale di Papa Ratzinger, è entrata in vigore una legge che impone la presenza del crocifisso negli uffici pubblici. Come regolarmente accade in questi casi, qualcuno ha protestato. Un imam? Un induista? Un ateista? Magari: è stato il cardinale Marx, locale arcivescovo, oltre che capo della Conferenza episcopale tedesca. Tralasciando troppo facili ironie sul cognome del personaggio mi limito a ricavarne che ormai è proprio il clero a mostrarsi meno attento a quei simboli cristiani a cui invece si aggrappano tanti semplici devoti, tante persone che vanno a messa oppure non ci vanno ma che tuttavia hanno bisogno di conforto e sete di assoluto. 
È abbastanza comprensibile che un banchiere o un bancario, un qualsivoglia operatore della finanza e del risparmio, senta ogni tanto il bisogno di alzare lo sguardo, di guardare oltre i suoi schermi. I numeri sono tanto ma non sono tutto. Chi idolatra il Toro, l'animale che simboleggia il rialzo borsistico, fatalmente verrà incornato. Adesso ovviamente spunteranno i critici, non il cardinale Marx che grazie a Dio non si occupa di questioni italiane e nemmeno, immagino, il superiore dell'arciprete benedicente ossia l'arcivescovo di Milano monsignore Delpini. Penso invece a qualche cattolico del filone pauperista e catacombale, di quelli che apprezzano le nuove chiese che sembrano garage, perfettamente mimetizzate nell'anonimato dell'edilizia periferica, senza né croci né campanili, e con gli interni bianchi quasi senza immagini, in stile ospedaliero. A costoro bisogna ricordare che Cristo non era nemico di chi maneggiava i soldi, a cominciare da San Matteo, patrono appunto dei banchieri, che di mestiere faceva addirittura l'esattore. E che la famosa parabola dei Talenti contiene un giudizio implicitamente positivo verso chi è capace di far fruttare il denaro altrui, evitando che rimanga inoperoso. E che, infine, all'origine del sistema bancario italiano ci sono i Monti di pietà, fondati nel Quattrocento dai frati francescani.

Non saranno direttamente i banchieri a salvarci, ovvio, sarà il crocefisso a farlo: ma se non ci fosse nessuno disposto a esporlo, nessuno saprebbe a chi chiedere soccorso. 
Camillo Langone - Fonte

15 commenti:

irina ha detto...

Speriamo nelle buone intenzioni.

Pietro C. ha detto...

Traduzione italiana dell'interessantissima recensione:

http://traditioliturgica.blogspot.com/2018/06/recensione-guillaume-cuchet-come-il.html

Grazie per l'attenzione.

Aloisius ha detto...

Non so se l'avete già evidenziato in altri post,
ma Bergoglio ... Ha detto cose cattoliche!!!

http://www.ilgiornale.it/news/parole-sante-ritardo-1541910.html

Repubblica riporta la cronaca secca, senza commenti, non se l'aspettava, un papa divenuto beniamino della sinistra ha un rigurgito di cattolicesimo:

Il Papa: "Famiglia immagine di Dio è solo uomo-donna. Aborto selettivo come nazismo. Infedeltà, mogli siate pazienti"

Affermazioni normali sono diventate eccezionali!
Alla seconda affermazione analoga - se ci sarà - i sinistri inizieranno il trattamento rieducativo.

Forse i bombardamenti di preghiere stanno portando frutti?
Forse sarà lo stimolo del ministro Fontana, che fa sentire il papa più sicuro?
(se così fosse, pensa che a che livello saremmo arrrivati...)

Fatto sta che tra Salvini e Fontana si sta finalmente cambiando l'aria puzzolente della palude cattocomunista, portatrice di infezioni e malattie dell'anima e della mente.

Speriamo bene e preghiamo 'a tappeto'.

Aloisius ha detto...

Credo che nel discorso si sia riferito anche alle infedeltà femminili, di certo non infrequenti, e correlativa necessità di pazienza maritale...

Anonimo ha detto...

ITALIANI, AVETE PERSO IL LAVORO, I BENI, LA CASA, NON AVETE PROSPETTIVE PER IL FUTURO? DROGATEVI.........
DEL RESTO, "VUOLSI' COSI' DOVE SI PUOTE": VALE A DIRE NEGLI ANTRI DEL NEO-SCHIAVISMO PROSSIMO VENTURO.......

Saviano promuove la droga libera in prima serata sulla RAI.

Anonimo ha detto...

La riflessione di Giorgio Cavalli, docente milanese, sulla legalizzazione della cannabis e sulla performance antiproibizionista di Saviano.

Saviano da molto tempo ormai si mostra funzionale al monopensiero dominante, che nutre e si nutre di ciò che critica. Il serial televisivo Gomorra, da lui firmato in supervisione, nella visione disperatamente chiusa sul mondo camorrista si presenta ai giovani emarginati napoletani come un grande spot pro-camorra, dove i soli eroi sono gli anti-eroi dei clan di quartiere.
Ora questo ricco e coccolato intellettuale entra, con la complicità della Rai (cioè dello stato!), nella scuola di stato, con l'aura di super-intellettuale che lo pone in cattedra per un solo giorno, a rovinare e annientare la lotta che quotidianamente noi insegnanti (quelli veri e malpagati) conduciamo tutti i giorni nelle scuole di periferia per spingere i giovani a coltivare la cultura piuttosto che a consegnarsi ai terminali delle mafie che assediano letteralmente le nostre scuole con lo spaccio, che vi entrano pure, con l'effetto di produrre la rovina di una grande fetta di un'intera generazione. Noi vediamo gli effetti della Cannabis di oggi, che resterebbero tali anche e ancor di più dopo la legalizzazione: ragazzi che improvvisamente si addormentano sui banchi, che improvvisamente diventano nervosi e aggressivi, che perdono concentrazione e attenzione, che non reggono più l'impegno quotidiano, che chiedono di uscire di classe ogni mezz'ora, che perdono tutti gli interessi della vita per cercare un sonno della ragione. Le droghe sono armi leggere a pesanti di una nuova prima guerra mondiale, che sta perdendo un'intera generazione di giovani. È una nuova prima guerra mondiale con i suoi retori, i suoi nuovi "Vati" di stato.
È scandaloso che una scuola consenta l'ingresso di una propaganda alla cannabis libera senza che questo sia almeno discusso tra genitori e professori e senza che questi possano esprimere un contradditorio alla pari.
Ormai la riflessione critica è troppo spesso sostituita nella scuola dalla propaganda autoritaria e dalla burocrazia. Con buona pace dell'educazione alla critica sociale e alla cittadinanza.

Se potesse parlare a quegli stessi ragazzi sottoposti al mantra pro-legalizzazione di Saviano, il biologo Pennetta descriverebbe “i danni fisici della cannabis e l’irrilevanza della legalizzazione nella lotta alle mafie” e “mi soffermerei - aggiunge - sul fatto che con la legalizzazione il vero prodotto in vendita diventerebbero loro stessi”.

irina ha detto...

Questo libro di Saviano fu proposto, fin dalla sua uscita, dagli insegnanti de sinistra ai ragazzi. La tv arriva dopo. Sono anni che nella scuola entra la droga e molti insegnanti si girano dall'altra parte. Sono anni che alcuni studenti di fine corso diventano all'interno della scuola, venditori e rifornitori di droga. Sono talmente tanti anni che ora sono i genitori ad insegnare ai figli come si usa la droga, da chi servirsi e altre accortezze di cui non so nello specifico. Certo meglio svegliarsi tardi che mai. Uscire dal tunnel non sarà facile.Meglio prevenire la caduta che curarla. Nel particolare un viziato richiede forze morali integerrime per poter lasciare definitivamente il vizio. Non scordiamoci che un omone come Muccioli, che aveva fatto sua la missione di aiutare i tossicodipendenti, a San Patrignano, era costretto ad usare misure estreme durante crisi acute di astinenza. Per togliere questo vizio diffusissimo, occorrono genitori ed insegnanti credibili, cioè coerenti, che siano in grado di proporre nei fatti esempi di virtù e coerenza. Ha fatto comodo a tutti, genitori ed insegnanti, avere figli ed alunni mezzi svegli e mezzi addormenti. Risvegliamoli, come è giusto fare, ma ricordiamo che la sveglia dobbiamo darla prima a noi stessi e chiederci perchè ha fatto comodo anche a noi averli accanto assopiti. Senza contare che molti genitori ed insegnanti devono prima disintossicarsi dai loro vizi, altrimenti non capiranno mai che cosa significa per i loro figli ed allievi fare a meno della droga. E noi da che cosa siamo intossicati? Dalle illusioni, dalle ideologie, dal fumo, dall'alcool, dal denaro, dall'erotismo, dal potere, dalla superbia, dall'accidia, dall'esaltazione e dalla depressione, tanto per restare sulle generali. Partiamo inoltre svantaggiatissimi perchè non abbiamo che pochissimi sacerdoti che possano darci una dritta e sorreggere tutta la nostra famiglia nel bisogno, infatti oggi anche i sacerdoti sono in una maniera o nell'altra dei drogati. Nei fatti si tratta di una disintossicazione nazional- popolare, qualcuno in famiglia ricominci a pregare, l'esame di coscienza serale, la confessione, cominci da qualche parte nel punto più alto, da Dio, Uno e Trino, con pazienza e con la faccia a terra, poi NSGC, cammin facendo, insegnerà come procedere. Se si è onesti, l'aiuto arriva.

Anonimo ha detto...

"Portate i vostri cuori sul corporale santo che sorregge il Mio Corpo; tuffatevi in quel Calice divino che contiene il Mio Sangue. È lì che l’Amore stringerà il Creatore, il Redentore, la vostra Vittima ai vostri spiriti; è lì che celebrerete la gloria Mia nell’umiliazione infinita di Me stesso. Venite all’Altare, guardate Me, pensate intensamente a Me”.

(Gesù a Padre Pio)

Anonimo ha detto...

voi pensate che sia un clero "meno attento" ?
veramente mi pare piuttosto un dilagante rifiuto programmatico di devozione, di rispetto minimo dovuto ai sacri simboli, per non parlare della crescente irriverenza e appoggio alle profanazioni della SS.ma Eucaristia, in vista dell'intercomunione (?), il tutto a causa del pauroso declino della Fede.
Si avverano le parole di Maria SS.ma a Fatima che (come riferito da P. J. Alonso) predisse tra l'altro "l'apostasia a partire dai vertici" e "la grave negligenza pastorale della gerarchia superiore, che avrebbe così favorito quel disorientamento diabolico nella Chiesa, il cui risultato è quella "crisi della Fede che si è insinuata a tutti i livelli".
Sta accadendo ad es. in una parrocchia di Ancona qualcosa di terribile riguardo alla Eucaristia: un parroco obbliga con la forza i fedeli a ricevere la Comunione sulle mani, vietando di riceverla in bocca. E a quelli che vorrebbero evitare il sacrilegio, la impone con modi sgarbatissimi, schiacciando (!) con violenza la Sacre Specie sulle mani dei fedeli sbalorditi..... come resistere a tutto ciò ?

http://blog.messainlatino.it/2018/05/ancona-comunione-sulle-mani.html
http://www.lanuovabq.it/it/luxuria-la-comunione-di-ancona-e-il-diritto-del-piu-forte

Latinista ha detto...

A costoro bisogna ricordare che Cristo non era nemico di chi maneggiava i soldi, a cominciare da San Matteo, patrono appunto dei banchieri, che di mestiere faceva addirittura l'esattore.

Cristo non era nemico di nessuno, ma non per questo approvava ciò che i suoi amici e discepoli facevano prima di incontrarlo. Perché in quest'ottica allora anche Maria Maddalena... Ad ogni modo altro è l'esattore delle tasse, contro cui Cristo non aveva niente ("Date a Cesare..."), altro è il banchiere, su cui si veda oltre.

E che la famosa parabola dei Talenti contiene un giudizio implicitamente positivo verso chi è capace di far fruttare il denaro altrui, evitando che rimanga inoperoso.

Allo stesso modo si può dire anche che contiene un giudizio ancora più espressamente positivo verso chi ha degli schiavi, come del resto tante altre parabole; e anche su chi, come il padrone del racconto, "miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso": praticamente un ladro e un prepotente. Ma forse il senso della parabola non è quello di legittimare certe usanze della società in cui è ambientata.

E che, infine, all'origine del sistema bancario italiano ci sono i Monti di pietà, fondati nel Quattrocento dai frati francescani.

All'origine del sistema bancario, italiano e non, molto prima dei francescani c'è la figura antichissima dell'usuraio, di cui l'odierno banchiere non è che una versione calmierata. E un tempo la Chiesa condannava l'usura - intesa come prestito a interesse, a prescindere dall'entità dell'interesse - "sub divinæ maledictionis interminatione", privando gli usurai manifesti dei sacramenti e della sepoltura religiosa (così ad es. i Concilii Lateranense II e Lugdunense II). Qualcuno sopra ha citato Dante: per lui "usura offende la divina bontade", e gli usurai sono associati nel suo Inferno nientemeno che ai sodomiti. Certo, poi sono arrivati i francescani e la dottrina morale è cambiata.

Tutto questo si può dire, e a mio parere va detto, senza perciò essere pauperista e catacombale, di quelli che apprezzano le nuove chiese che sembrano garage, perfettamente mimetizzate nell'anonimato dell'edilizia periferica, senza né croci né campanili, e con gli interni bianchi quasi senza immagini, in stile ospedaliero.

Anonimo ha detto...

Una piccolissima osservazione: perché Bergoglio non ha detto queste cose alla vigilia del referendum sull'aborto in Irlanda? Sarò duro di cuore e di cervice ma non credo molto nel suo "ravvedimento". Spero di sbagliarmi,naturalmente. Aspettiamo!
Antonio

Aloisius ha detto...

Hai ragione Antonio, sicuramente c'è un motivo opportunistico, politico.
Infatti lo ha detto dopo le affermazioni di Fontana, che secondo me hanno pesato e lo hanno confortato per sa di avere consenso dell'attuale Cesare..
Sotto il governo PD non lo ha mai affermato, altrimenti avrebbe perso il consenso del Cesarino di allora.
E come da te notato, ha sternato dopo il referendum irlandese.
L'avesse fatto prima sarebbe entrato in conflitto con i poteri e le masse laicisti.

Balla il tango, dopo tanti passi avanti ora tocca al passo indietro, purché non disturbi troppo.

Anonimo ha detto...


All'inizio del sistema bancario italiano ci sono i banchieri medievali, soprattutto fiorentini e lombardi.
Ancora in epoca elisabettiana "lombard" stava per banchiere e a Londra c'è ancora Lombard Street, la strada dove (anticamente) si trovavano i banchieri. Il capitalismo in senso (pre)moderno ha cominciato a svilupparsi proprio in Italia, prima dei Monti di Pietà, che nacquero per sottrarre il popolo al cappio degli usurai.

Anonimo ha detto...

voi pensate che sia un clero "meno attento" ? : ma chi ci va a fare la comunione da questi sciagurati? ma che li mandassero a quel paese. Certo che se fossero in molti a essere disgustati da questo comportamento del prete, potrebbero anche cacciarlo fuori di chiesa a furor di popolo, ché la Chiesa non è di loro proprietà, ma di Dio (le chiese, poi, sono state costruite con i soldi del popolo, per la sua fede, e non per la profanazione di questi indemoniati). Fuori i barbari !!!

fabrizio giudici ha detto...

Mi scusi, latinista, ma ho letto molte volte critiche al prestito con interesse simili alla sua: il problema è che non tengono in considerazione alcuni fatti:

1. Rispetto al Medioevo, i nostri sistemi economici sono soggetti a tassi di inflazione più o meno alti (l'attuale periodo di bassissima inflazione, come sappiamo, è una "droga" del mercato da parte della BCE dovuta alle fissazioni tedesche). Se presto soldi in un sistema soggetto ad inflazione, una parte del tasso di interesse serve ad evitare che io vada in perdita, e da nessuna parte del Magistero sta scritto che dobbiamo prestare in perdita (semmai allora si tratterebbe di fare la carità).

2. I nostri sistemi sono più complicati di quelli di un tempo e l'erogazione del prestito da parte di una banca ha dei costi di gestione che vanno coperti.

3. Non mi pare che il Magistero abbia mai condannato la ricchezza in sé (e qui non parliamo di grandi ricchezze, ma della capacità di un singolo, mediante il lavoro, di migliorare la sua situazione economica). L'interpretazione dei talenti che fa Langone non mi pare forzata nello specifico, anche se è vero, come dice lei, che non bisogna prendere alla lettera il "contorno" delle parabole: dunque, è legittimo che io lavori, investendo un capitale, non per mantenerlo costante, ma per incrementarlo. Ora, se io ho 1000 € e li investo nel mio lavoro, posso farli fruttare e in un anno ottenere 1100€. Se invece li presto, anche se me li restituiscono tutti interi e con la compensazione dell'inflazione, perdo il mio potenziale guadagno. Di nuovo, si tratta di capire che questo è un prestito e non la carità. Dunque, trovo assolutamente legittimo che una banca guadagni qualcosa nella sua attività di prestatrice - dunque c'è differenza tra usura e tasso legittimo di interesse.

Tornando al pezzo di Langone, mi pare più che altro una delle sue provocazioni letterarie, in questo caso abbastanza a vuoto: il punto principale è che ha mescolato i banchieri con i bancari, perché quello che ha fatto benedire la filiale della banca è un bancario, non un banchiere.