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mercoledì 26 giugno 2019

Soffocare la Chiesa cinese con ‘l’indipendenza’, mentre si applaude all’accordo Cina-Vaticano

Indice dei precedenti testi sulla questione cinese, in calce al messaggio del card. Joseph Zen Ze-kiun

Un documento diffuso dalle autorità del Fujian esige da parroci e personale religioso di proibire l’ingresso in chiesa e l’istruzione ai minori; di rifiutare rapporti con cattolici stranieri; di frenare ogni slancio di evangelizzazione. Intanto il "Global Times" esalta la Mostra dei Musei vaticani e alcune conferenze su “papa Francesco” e sulla “amicizia” fra Cina e Vaticano. Per Pechino gli accordi con la Santa Sede vanno in parallelo con il soffocamento della Chiesa.
Roma (AsiaNews) – Mentre si diffondono notizie entusiaste sulla “prima volta” di una mostra dei Musei Vaticani a Pechino (fino al 7 luglio), o sulla “prima volta” di una conferenza su papa Francesco all’università di Pechino, ad AsiaNews giungono notizie di un soffocamento lento e inesorabile della Chiesa cinese, sia ufficiale che sotterranea. Il nucleo di questo soffocamento è il termine “indipendenza” a cui vescovi e preti ufficiali devono sottostare e a cui devono aderire anche i non ufficiali, se vogliono esercitare il loro ministero.
Per il governo cinese, “indipendenza” implica il rifiuto dell’influenza di “potenze straniere”, compresa la Santa Sede (o come loro dicono: il Vaticano) e la sottomissione ai regolamenti statali sulle attività religiose, anche se questi danno ordini contrari al Vangelo. In questo modo, sacerdoti e vescovi, ufficiali o sotterranei, vengono ad essere isolati dalla Chiesa cattolica universale e incatenati al carro del Partito, che pur elargendo una minima libertà di culto (controllata!), toglie loro ogni slancio di evangelizzazione.
L’esempio viene da un documento giuntoci dal Fujian, dal titolo “Lettera di impegno per i responsabili dei luoghi di culto e per le persone consacrate”. Se si firma questo documento, il sacerdote potrà essere parroco ed esercitare il suo ministero, nei limiti previsti, altrimenti rimarrà disoccupato e potrà essere rispedito a casa sua. Lo stesso per le suore, le “persone consacrate” (in Cina il governo non permette la vita religiosa maschile).
Fra le cose che fanno più impressione vi sono:
  1. L’aderire al fatto che si deve “proibire l’ingresso nella Chiesa ai minorenni”, o “non organizzare corsi di formazioni per i minorenni”. Come la coscienza di un parroco possa ubbidire a tale ordine è un mistero. Nel Vangelo Gesù dice ai suoi discepoli “Lasciate che i bambini vengano a me” (Matteo 19,14). Inoltre, quell’ordine è contrario anche alla costituzione cinese che garantisce la libertà religiosa senza porre alcun limite di età.
  2. In nome dell’indipendenza, “boicottare consapevolmente gli interventi degli stranieri; non contattare potenze straniere, non accogliere gli stranieri, non accettare interviste, formazioni o invito di convegni all’estero”. In pratica: rimanere isolati e non condividere la fede con altri cattolici sparsi nel mondo. Anche questo contravviene alle Convenzioni Onu in materia di libertà religiosa e diritti civili, che pure Pechino ha firmato il 5 ottobre 1998, ma che non ha mai ratificato.
  3. Una serie di limiti all’evangelizzazione: non si può cantare senza permesso; non si possono esporre – a casa propria! – “manifesti e insegne” a “fini evangelici”; non si possono postare online argomenti religiosi…
Quanto avviene nel Fujan, succede anche nell’Henan, nell’Hubei, nel Zhejiang. E’ proprio a causa di questa pressione sulla “indipendenza” - che è annientamento sotto il controllo dell’Associazione patriottica – che mons. Guo Xijin, vescovo ausiliare di Mindong, ha ritirato la sua domanda di riconoscimento dal governo: essere riconosciuto, significa far morire la Chiesa.

Tutto ciò avviene mentre in Italia e in Cina si applaude all’accordo fra Cina e Vaticano, che sembra conquistare nuovi spazi. Il “Global Times” (19/06/2019), giornale legato all’organo ufficiale del Partito comunista cinese, esalta che per la “prima volta”, i Musei Vaticani abbiano esposto degli oggetti in una mostra a Pechino, che dura fino al 7 luglio. Per “la prima volta”, si è tenuta una conferenza “su papa Francesco e la sua visione” all’università di Pechino, seguita da 40 persone, a cura del gesuita Benoit Vermander; per “la prima volta” all’Accademia delle scienze sociali della capitale cinese si è tenuta una conferenza su “Crescere in amicizia – Una prospettiva sulle relazioni Sino-Vaticane”, a cura di Antonio Spadaro, gesuita, direttore della “Civiltà cattolica”.

L’impressione è che per la Cina i rapporti col Vaticano e il controllo della Chiesa vadano su due piste parallele: una non interroga l’altra. E’ possibile applaudire “all’amicizia con papa Francesco” e nello stesso tempo soffocare e eliminare la Chiesa locale, “indipendente” dal Vaticano, ma preda morente dei regolamenti cinesi.


Riportiamo qui sotto la traduzione integrale del documento del Fujian (traduzione a cura di AsiaNews).

Lettera di impegno per i responsabili dei luoghi di culto e per le persone consacrate

Secondo i “Regolamenti per gli affari religiosi” e altre leggi relative, la “Lista delle responsabilità ricoperte dai responsabili del Comitato Amministrativo dei luoghi religiosi e dalle persone consacrate” e la “Lista negativa dei responsabili del Comitato Amministrativo dei luoghi religiosi e le persone consacrate», in qualità di responsabile (persone consacrate) di ………., prometto di impegnarmi:
  1. amare la Patria e amare la religione, studiare e seguire consapevolmente le politiche sugli affari religiosi del Partito e le leggi e i regolamenti dello Stato, svolgere consapevolmente le attività secondo le leggi e regolamenti, proibire l’ingresso nella Chiesa ai minorenni.
  2. In nome dell’indipendenza, autonomia e autogestione, boicottare consapevolmente gli interventi degli stranieri; non contattare le potenze straniere, non accogliere gli stranieri, non accettare nessun delega dalle comunità o istituzioni religiose straniere, non accettare interviste, formazioni o invito di convegni all’estero, non violare i regolamenti dello stato accettando le donazioni nazionali e internazionali.
  3. Non commercializzare e né distribuire gli stampati religiosi senza codice seriale.
  4. Accettare consapevolmente l’ispezione e il controllo dei superiori e pubblicare consapevolmente i bilanci mensili.
  5. Insistere sulla sinicizzazione, praticare consapevolmente i valori fondamentali del socialismo; rispettare le culture e le tradizioni locali, promuovere le culture e tradizioni nazionali, non diffondere le ideologie che sostengono l’estremismo, non finanziare le attività degli estremisti.
  6. Non organizzare corsi di formazioni per i minorenni, non svolgere le attività religiose online, promuovendo le vocazioni o inoltrando i contenuti che violano le leggi.
  7. Non intervenire nell’amministrazione degli affari del villaggio né politici, non intervenire nella vita privata e personale del popolo.
  8. In assenza di permessi, le comunità come il gruppo pastorale, il coro e la band non possono tenere gli eventi pubblici, né possono, con il pretesto di visitare i malati, evangelizzare in luoghi pubblici come ospedale.
  9. Non affiggere manifesti e insegne nell’esterno e nei tetti a fini evangelici.
  10. Non installare gli altoparlanti all’esterno, e quelli interni non devono a loro disturbare gli abitanti, in caso di violazione, accettare volontariamente le sanzioni da parte dell’Ufficio per gli affari religiosi.
Bernardo Cervellera

19 commenti:

viandante ha detto...

La gravità di quello che succede con la Chiesa cinese, ma in generale tutto quello che avviene nella Chiesa cattolica, è sicuramente una gravissima responsabilità per Francesco. Ma col passare del tempo è evidente che la responsabilità e complicità di ciò che accade è sempre più da distribuire a tutta l'alta gerarchia che non fa nulla per arginare, frenare, rallentare od ostacolare il papa. Invochiamo il Signore.

Anonimo ha detto...

@ viandante
Per forza avviene questo. La gerarchia che non fa nulla è quella che lo ha eletto, che prepara l'ennesima rivoluzione in Amazzonia. Cosa può fare Burke da solo con magari uno o due vescovi al seguito?

fabrizio giudici ha detto...

Non dimentichiamoci che le responsabilità sono anche del popolo che non reagisce, anzi si fa andare bene tutto.

fabrizio giudici ha detto...

Nel frattempo, A. M. Valli ha pubblicato la lettera di un collega con un paio di passaggi interessanti:

Ecco, concludo: troppo spesso ci scandalizziamo dei frutti, ma non ci accorgiamo di quando viene gettato il seme. È quello il momento di intervenire e dire no! Dopo è troppo tardi. È quando, per fare un esempio, in Nostra aetate viene scritto (testuale): “La Chiesa guarda con stima i musulmani che adorano l’unico Dio vivente e sussistente…”, che dobbiamo gridare inorriditi: no! Non è lo stesso Dio! Il loro è unico, il nostro è trinitario! Il nostro è Padre, Figlio e Spirito Santo! E infatti loro, i musulmani, ci ritengono sacrileghi e politeisti e considerano la Trinità una follia!

Pian piano, la consapevolezza di dove sta il seme si fa avanti...

Anonimo ha detto...

@ Fabrizio Giudici
Non è vero che il popolo non reagisce. Il popolo non conta un tubo. Io parlerei di laici più che di popolo. Cosa può fare un gruppo di laici se il vescovo non concede la Santa Messa VO per esempio? Se dice di no è no. Quando i laici possono esprimersi come alle recenti elezioni la cosa è diversa. Il risultato della lega è un diretto messaggio a Bassetti. Per il resto contiamo meno di zero, anche se i vaticanosecondisti da 50 anni dicono il contrario. I laici nella Chiesa contano come gli operai nei regimi comunisti: zero.
Per questo Bergoglio Kasper e compagni se la ridono allegramente.

viandante ha detto...

La gerarchia che non fa nulla è quella che lo ha eletto

Questo è vero, ma ci dovrebbe anche essere la minoranza che non lo ha eletto o che comunque inizia a conoscerlo: non credo proprio che tutti coloro che lo hanno eletto si immaginassero cosa avrebbe fatto.
Al Concilio Vaticano II, dopo le prime avvisaglie, mons. Lefèbre intuì che ci si doveva organizzare e così un gruppo di vescovi cercò di mettere un freno al dilagare dei modernisti. Adesso quei pochi che qualcosa di buono dicono, procedono in modo isolato, sparso e troppo timoroso. Se poi penso che adirittura un card. Zen, sulla cui integrità non voglio dubitare, sembra dare la colpa solo a quelli che stanno attorno a Francesco...

fabrizio giudici ha detto...

Cosa può fare un gruppo di laici se il vescovo non concede la Santa Messa VO per esempio? Se dice di no è no.

Mettiamo un attimo da parte la questione della Messa... pensiamo alle eresie diffuse ormai sfacciatamente da qualche anno e appoggiate da vescovi compiacenti o vigliacchi. Vediamo qualche comitato coraggioso che dà testimonianza, ma io non vedo p.es. folle oceaniche che, garbatamente e con il giusto rispetto per l'abito, protestano davanti alle diocesi. Eppure se si muovesse solo un decimo dei cattolici praticanti, si vedrebbe, eccome.

fabrizio giudici ha detto...

Io credo che Zen faccia quello che fanno Burke, Mueller, Sarah, Schneider... Evitano di dire una parola di troppo per non scatenare uno scisma. Schneider l'ha spiegato chiaramente che ritiene uno scisma peggio di un papa pestifero.

Ora, il problema è quello che dibattevano pochi giorni fa due commentatori: certo che nessuno di noi vuole lo scisma, ma lo scisma c'è di fatto, andrebbe solo riconosciuto. Evidentemente i prelati citati non ritengono opportuno farlo ora. Se facciano bene o male, non lo so.

Catholicus ha detto...

“ci dovrebbe anche essere la minoranza che non lo ha eletto”: ci sarà sicuramente, ma se quelli che lo hanno messo lì (su ordine delle logge massoniche giudaico americane, Obama, Clinton, B’nai B’rith…) sono “creature del male” http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/7666-sono-creature-del-male) questa minoranza potrà fare ben poco; lui stesso potrebbe essere costretto a non indugiare nel completare velocemente il compito affidatogli dai suoi committenti (e men che mai a fare marcia indietro), pena gravi sanzioni (alla “papa Luciani", dice Lamendola, ponendosi la retorica domanda “perché lo fa?” e rispondendosi “perché lo hanno eletto per questo”…http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/7689-perche-lo-fa )

Anonimo ha detto...

. Cosa può fare un gruppo di laici se il vescovo non concede la Santa Messa VO per esempio?
Quello che hanno fatto in tanti, da mezzo secolo a questa parte. Trovano un prete disposto e si dice Messa dove si può, se necessario anche case private. A casa mia, il 13 XII 1990, ci sono state alcune PRIME COMUNIONI . Il celebrante era un prete della FSSPX .

irina ha detto...

Da quello che mi hanno detto Siri rifiutò il papato causa minacce mortali alla sua famiglia.

fabrizio giudici ha detto...

@Irina
Su Siri e sulla "mancata elezione" girano voci incontrollate. Ci sono stretti collaboratori di Siri ancora in vita, alcuni scrivono anche pezzi per riviste cattoliche. Non mi risulta abbiano mai affrontato l'argomento, tantomeno per confermarlo.

irina ha detto...

Ero certa fosse tema conosciuto. Aspettiamo in pace la verità.

viandante ha detto...

Cosa può fare un gruppo di laici se il vescovo non concede la Santa Messa VO per esempio?

Il Concilio tridentino dà ad ogni sacerdote la facoltà di dire la Messa secondo il rito romano detto appunto tridentino. Se non erro è un decreto con validità "in aeternum". Ora non ho tempo, ma cercando su internet si trova certamente che nemmeno la Messa, secondo tale Concilio, poteva essere modificata. Quindi...

Catholicus ha detto...

@ Irina : "Siri rifiutò il papato causa minacce mortali alla sua famiglia" : non solo, ma anche minacce di morte per il clero in Urss, e addirittura una bomba sporca in Vaticano (così narra don Luigi Villa, l'agente segreto che Padre Pio inviò Vaticano per scoprire gli infiltrati massoni in Curia, e che Pio XII appoggiò con piacere, ma che poi Roncalli e Montini perseguitarono ferocemente). Si possono leggere gli scritti di don Villa pubblicati da Editrice Civiltà, Brescia, ed anche "1962 - Rivoluzione nella Chiesa", di don Andrea Mancinella.

irina ha detto...

@ Catholicus,

grazie.

fabrizio giudici ha detto...

Cioè l'URSS avrebbe minacciato persino una bomba sporca nel 1958 o nel 1963, e Siri sarebbe stato così vigliacco da ritirarsi per far eleggere un cospiratore o un debole; ma non nel 1978? Oppure anche nel 1978 minacciarono Siri, ma si dimenticarono di minacciare Wojtyła? Oppure lo minacciarono e lui tirò dritto? E allora perché la bomba non esplose? Nel 1978 l'URSS era in piena forma e certo Wojtyła lo odiavano, tanto che poi tentarono veramente di farlo fuori.

Catholicus ha detto...

Si, è vero, caro Giudici, ma ricordo che, a CGI gli chiese perché non facesse la consacrazione della Russia, Wojtyla rispose "se la faccio, mi uccidono e mettono un comunista al mio posto" (forse Casaroli). Sicuramente anche GP II dovette sottostare al clero massone (Marcinkus e soci), anche perché gli finanziarono a rivta in Polonia

Anonimo ha detto...


Tutta la saga intorno a Siri Papa mancato non è credibile.
E'difficile distinguervi il vero dal falso.
Di sicuro, c'e` solo la pubblicazione astuta di una sua incauta intervista
che lo mise in cattiva luce presso la maggioranza c.d. "moderata" dei
cardinali.