Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 13 giugno 2019

Da pastore protestante a cattolico

Testimonianza della mia conversione al cattolicesimo di Luis Miguel Boullón. La conversione a Cristo nella Sua Chiesa del pastore evangelico L. M. Boullon. Subì l’abbandono della sua famiglia e degli amici. Grazie alla partecipazione giudiziosa di un prete è venuto a Cristo e alla sua Chiesa senza macchia.

“Il Diavolo è un protestante”
“Una cosa che facevo era mandare i miei ragazzi in dialogo con quelli della parrocchia cattolica. Io mi approfittavo del fatto che i ragazzi cattolici erano molto male istruiti. Commentavamo così alle loro spalle: vanno in parrocchia solo per divertirsi, per distribuire cose ai poveri, e per fare azioni pratiche, ma di dottrina e delle Scritture non sanno nulla. Generalmente i cattolici hanno vergogna nel mostrare tutte le questioni che riguardano la messa e, siccome non mostrano tutto con chiarezza, è molto facile dar fuoco alle loro tende da campeggio, perché hanno i lati alquanto flosci.
Un giorno decisi di andare nella parrocchia cattolica a chiacchierare… Il sacerdote era uno di quelli che si appellano ora curati nuovi, con una chitarra tra le mani e molta voglia di avvicinarsi a me. Io cercavo di strappargli affermazioni che scandalizzassero i miei parrocchiani. Il povero curato, non comprese mai che l’ecumenismo, molte volte, serve più per sminuire i cattolici che per avvicinare i fratelli separati.
Un giorno andai in parrocchia, ma non c’era il curato di sempre. Uscì ad accogliermi un sacerdote vecchio e dallo sguardo penetrante. Lo avevano “castigato” relegandolo lì e affidandogli la cura della parrocchia del nostro piccolo paese. Negli ultimi trent’anni la popolazione era passata dall’essere in maggioranza cattolica ad una maggioranza evangelica o non praticante...
Il sacerdote mi ricevette amabilmente, ma tenendo le distanze. Gli esposi alcune questioni di interesse comune. Notai che erano stati strappati alcuni poster che noi regalavamo ogni tanto e che costituivano effettivi trofei per noi radicati in territorio nemico. Parlavamo di quasi tutto. Sulla dottrina iniziò a scalfirmi. Io iniziai a rispondergli, come d’abitudine, citando esattamente frasi bibliche a ripetizione per dimostrargli il suo errore.
Mi disse: Pastore Boullon, già sai che il demonio fu il primo evangelico. Questo mi ferì. Mi insultava a viso aperto, trattandomi da demonio. E mi disse: Ricordati che il demonio cercò di tentare Cristo con la Bibbia in mano. Andai a casa carico di rabbia. Non era possibile che la stessa Bibbia approvi due cose diverse. Questa è una bestemmia. Per forza uno doveva aver ragione e l’altro torto. Consultai vari autori evangelici. Mi feci forza e tornai al dispaccio parrocchiale. Mi ricevette amabile. Mi dilungai per mezz’ora in un discorso sulla salvezza attraverso la fede e non attraverso le opere. Conclusi con un pezzo tratto dagli Atti 16, 30-31: “Signore cosa debbo fare per salvarmi? Essi risposero: Credi nel Signore Gesù e sarai salvo tu e la tua famiglia”.
Quando ebbi terminato il sacerdote mi disse: Continui la lettura di san Paolo. Continuai con 1 Co 13, 2: “Se anche possiedo tutta la fede, sì da trasportare le montagne, ma non ho la carità, non sono niente”. Pertanto non è la fede a salvare. Forse non è l’apostolo Giacomo che dice che “anche i demoni credono e rabbrividiscono”? (Gc 2, 19). Così anche la fede, se non ha le opere, di per se stessa è senza vita. (Gc 2, 17). Quando il giovane ricco domanda a Gesù: “Cosa debbo fare per acquistare la vita eterna?” Egli risponde: “Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti” (Mt 19, 17). Non dice abbi fede e ti salverai.
Per concludere mi disse: “Cerca nella Bibbia e trova un solo testo che affermi che si debba insegnare solo ciò che è contenuto nella Bibbia”. Già vi immaginerete il risultato. Effettivamente non trovai nulla. Al contrario trovai dei passi biblici nei quali si concedeva la stessa autorità alle dottrine trasmesse per via orale o dalla tradizione. (2 Ts 2, 15; 3, 6; 1 Ts 4, 2; 2, 13; 1 Co 11, 2; 11, 23-24).
Passata una settimana mi confidai con mia moglie. Lei era stata mia confidente e compagna di sofferenze e gioie. Mi ascoltò con attenzione. Le sue parole furono tanto semplici come la sua conclusione: “Devi allontanarti immediatamente dal sacerdote cattolico e cercare di recuperare affiatamento con i tuoi parrocchiani. Abbiamo degli obblighi religiosi, e dobbiamo conservare la nostra famiglia”. Non se ne parlò più. Per lei la questione era chiusa. Io continuai a visitare di nascosto il sacerdote. Io cercavo di rispondere alle sagge domande che mi sfidavano. Come detestavo dovergli dar ragione… Ricordo perfettamente una fredda mattina, quando ricevetti una chiamata affinché lo andassi a trovare all’ospedale. Lì seppi che aveva il cancro. Decisi di render pubblica la nostra amicizia e gli facevo visita quotidianamente. La tensione arrivò a tal punto che subii aggressioni verbali e minacce di sospensione dell’incarico e ritiro del denaro… Finché non riunii i miei parrocchiani e dichiarai la mia conversione… Mia moglie mi buttò fuori casa. Da allora e poi per anni dacché mi ero convertito, non sono stato più riaccolto in casa come padre e sposo.
Oggi li visito con tanta frequenza quanto me lo permettono, ma i loro cuori sono molto induriti… Il sacerdote, prima di morire, mi parlò molto, ma ciò che più mi unì a lui fu l’offerta della sua anima per la mia salvezza. Dio ascolta le preghiere del mio buon amico nel cielo per mia moglie e i miei sei figli affinché a suo tempo vivano la vita di grazia che dona la santa fede.
Nell’aprile del 2001 fui accolto nel seno della Chiesa. Nel giugno dello stesso anno il mio amico amato offrì la sua anima al Signore e venne pianto grandemente da tutti quelli che lo conoscevano. Piansero i malati e i carcerati che visitava, i bambini ed i giovani catechisti, i poveri ed i bisognosi che consolava, i fedeli che ricorrevano a lui in cerca di consiglio e di perdono. In sua memoria ho scritto queste righe.
Ora, unito con voi, posso sostare ai piedi di Maria Santissima e chiedere che, per amore al divino sangue del suo Figlio amato, ottenga la conversione di tutti.
Tratto dal libro ”RITORNO A CASA – Cristiani, atei ed ebrei convertiti alla fede cattolica

23 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Mic per questa bella testimonianza di conversione. Molto interessante e in alcuni punti illuminante è il libro di Saverio Gaeta Il veggente. Il segreto delle Tre Fontane. Anche Cornacchiola era protestante prima che gli apparisse la Santissima Vergine. Consiglio incondizionatamente questo libro che tra l'altro costa pochissimo.
Si può leggere la recensione di Don Curzio Nitoglia sul suo blog.
https://doncurzionitoglia.wordpress.com/2016/04/20/segreto-3-fontane/

fabrizio giudici ha detto...

È bellissimo e denso di tutti i punti chiave, nonostante la brevità. D'altra parte è persino banale: affabilità personale, inflessibilità nel proclamare e difendere la sana dottrina, sacrificio personale è precisamente quanto ha fatto la Chiesa per quasi duemila anni. Poi è arrivato il Concilio.

Anonimo ha detto...

Una domanda che mi farei è come mai l'America latina è diventata in gran parte protestante. In una conferenza Mons. Livi dice che il Messico si è salvato per la grande devozione alla Madonna che ancora anima il popolo messicano. Il video si trova in rete è una conferenza su Enzo Bianchi.
Un aspetto inquietante che andrebbe studiato è il vertiginoso aumento dei pentecostali in tutto il mondo. frega qualcosa alla neo chiesa ultramodernista?
IL caso dell'America latina è di grande interesse perché mostra il disastro prodotto dal clero latinoamericano che veramente ha fatto scappare milioni di persone.
Perché un cattolico si converte al protestantesimo? Le ragioni sono molte e il fenomeno andrebbe indagato in profondità. Un pensiero che mi è venuto quando Papa Francesco ha portato una statua di Lutero in Vaticano: se Lutero era meglio di chi l'ha combattuto, perché uno dovrebbe restare cattolico? Quello che voglio dire è che
specialmente durante questo pontificato continuano sostanzialmente a dirci che lutero aveva ragione e il Concilio di Trento non ha capito nulla. Se si traggono le logiche conseguenze da questo messaggio di gran parte della gerarchia, la logica risposta pratica sembra ovvia. Quindi il problema non sono gli evangelici, che spesso sono molto più simpatici dei Cardinali e dei Vescovi ultramodernisti, ma è proprio quella parte di clero cattolico alto e basso filoprotestante. So di un prete che nega tranquillamente i dogmi mariani, nessuno gli dice nulla, qualche fedele viene ovviamente traviato. Frega qualcosa al vescovo della diocesi? Se lo sa ne dubito. Un'altra cosa che mi preme sottolineare è che talvolta i musulmani che si convertono al Cattolicesimo prima passano per le chiese evangeliche che effettivamente fanno molto proselitismo, cioè la vecchia e sana evangelizzazione, e poi in un secondo tempo trovano da soli la verità cattolica. Quindi il problema vero e fondamentale è questa terrificante neochiesa.

Anonimo ha detto...

E' incredibile come il Signore scelga i suoi missionari di punta nel campo avversario con grande semplicità.

Anonimo ha detto...

http://www.ncregister.com/blog/msgr-pope/why-i-oppose-changing-the-words-of-the-our-father#.XQAOLHy9XPQ.twitter
Nel chiedere a Dio di non indurci in tentazione, chiediamo che non ci condurrà là senza sufficienti grazie.

Lascia senza fiato Gesu'- Dio- SS.Trinita' che ubbidisce al Padre , fa quello che vuole il Padre , non commenta e tantomeno interferisce con le decisioni del Padre : " quell'ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre” (Matteo 24:36, 42). ... ! " Solo il Padre lo sa " !

Anonimo ha detto...

"Poi è arrivato il Concilio."
Il Concilio non avrebbe scalfito nulla se non avrebbe già trovato un terreno pronto a relativizzare il dogma, a deporre la tradizione, ad alterare la Liturgia. Pertanto l'attenzione più che al Concilio è da porre a COME si è preparato quel terreno, nonostante gli avvertimenti dei Pontefici. E il terreno si è preparato non solo o semplicemente con il predurare del modernismo nel Cattolicesimo ma con il trionfo del soggettivismo e della rivendicazione individuale su ogni cosa, tradizione compresa. A questo punto si pone una domanda più profonda ma che tocca il cuore del problema: se si fosse permesso alla Grazia di funzionare realmente, avremo avuto questa situazione? Sono sicuro di no. Non nego l'azione della Grazia nei sacramenti ma, a livello soggettivo e psicologico, è giusto sospettare che già da tempo erano stati posti ostacoli perché essa non funzionasse più con il conseguente tracollo del Cattolicesimo stesso. Il nodo principale, a mio avviso, è tutto qui.

tralcio ha detto...

Ritorno a casa...

Questo è il punto nodale e cruciale. Infatti passa attraverso l'essere crocifissi.

Il peccato ci ha fatto perdere l'Eden preparato da Dio per l'umanità.
Non è che non credessero che c'era Dio, ma non fecero la Sua volontà...

Da allora siamo "esuli figli di Eva"...
Molti, da saccenti, ritengono di poterne fare un paradiso in terra con leggi e diritti civili, mettendo l'uomo al centro e agendo filantropicamente...

Invece per uscire dallo status di "perduti" si sono resi necessari e indispensabili:

-la rivelazione
-l'incarnazione
-la redenzione, costata il sangue del Verbo incarnato.

Gesù ha parlato molto chiaramente sul valore dei comandamenti e su un'amicizia con lui che passa dal viverli. Gesù ha spiegato che amare i fratelli viene e va con l'amore verso Dio e che non c'è contrapposizione tra questi due amori, come non c'è tra verità e libertà e tra misericordia e giustizia.

C'è chi ha provato a "farla facile", con il peccato originale, il peccato mortale, l'inferno, la fede e la carità... In effetti il demonio è molto abile, anche come esegeta.
Resta però falsario e omicida.

L'esule, che anela alla Patria perduta, tornerà a casa dopo aver invidiato i porci e le ghiande che dà loro in pasto, come capitò al "figliol prodigo". Bisogna rientrare in sè per poter trovare la misericordia che accoglie.

Difficilmente accadrà a chi predilige l'uscita e la libera uscita, il libero esame, l'autoassoluzione attribuitasi attribuendosi fede e tante altre storture create dall'eresia.

Anonimo ha detto...

Bergoglio ai nunzi: "Mai unirsi a gruppi o a blog ostili al papa"

https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-06/papa-francesco-nunzi-decalogo.html

Anonimo ha detto...

http://blog.messainlatino.it/2019/06/a-maaloula-laramaico-la-lingua-di-gesu.html#more

Unknown ha detto...

che bella testimonianza, commovente grazie!

Anonimo ha detto...

Di cosa avrà parlato oggi Bergoglio? Di migranti e di muri. Chi lo avrebbe mai detto...

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-sui-migranti-strumentalizzati-uso-politico-1710512.html

Olivetanus ha detto...

Si può scaricare il libro a questo URL: https://gloria.tv/text/6ijeuHNBxpCBERHcme4fuCgpQ

Anonimo ha detto...

"Il Concilio non avrebbe scalfito nulla se non avrebbe già trovato un terreno pronto a relativizzare il dogma, a deporre la tradizione, ad alterare la Liturgia. Pertanto l'attenzione più che al Concilio è da porre a COME si è preparato quel terreno, nonostante gli avvertimenti dei Pontefici."

Non dimentichiamo che il Concilio ha avuto il potere di scalfire e scardinare perché per la prima volta nei documenti ecclesiastici è entrato, oltre all'ambiguità diluita nel testo, anche l'errore manifesto.

Anonimo ha detto...

Le storie sulle conversioni, compresi i ritorni alla fede cattolica, sono sempre emozionanti perché in esse si osserva l'operare della Grazia di Dio.
Recentemente ho letto una testimonianza su Gary Cooper, diventato cattolico per amore della moglie e della figlia, che già lo erano.
Uno degli attori più famosi di Hollywood, simbolo dell'American Way of life, il cowboy per antonomasia - insieme a John Wayne, convertitosi anche lui al cattolicesimo - sì ammalò di un dolorosissimo cancro allo stomaco e, durante la sua agonia, chiese di tenere sempre accanto a sé, sul cuscino, un crocifisso.
A un conoscente, giunto a fargli visita, parlò del loro comune amico Hemingway, pregandolo di recargli un messaggio poiché "so che non potrò più parlare con lui."
Ricordò quindi una conversazione che ebbe con Hemingway riguardo al suo proposito di abbracciare la fede cattolica e sui suoi dubbi in proposito.
"Sai, quella volta mi sono domandato se avessi preso la decisione giusta..."
Accostandosi il crocifisso alla guancia, concluse:
"Digli che è stata la cosa migliore che io abbia mai fatto in tutta la mia vita."

Anonimo ha detto...

Il Concilio ha avuto il potere di scalfire e scardinare NON per la sua ambiguità che ha portato all'errore manifesto ma perché oramai gli ecclesiastici erano pronti ad accettare in buona fede tutto ed erano stati in gran parte privati di quell'intuito che proviene dalla fede e dalla grazia sostituendolo con una deferenza cieca all'autorità, eccezioni a parte che, come abbiamo visto, furono poche.

Il Concilio di suo se fosse caduto in un contesto ecclesiastico sano sarebbe subito stato contestato, ridimensionato e corretto quand'anche non rigettato come nella storia è già successo per i "concili-briganti". E' il contesto che non era sano in primis per una deferenza esagerata all'autorità (quasi fosse fine se stessa) quella deferenza che vediamo in non pochi ecclesiastici odierni verso Bergoglio il quale, così, si sente libero di spararne di sempre più grosse.

Il contesto non era sano perché, inoltre, in troppi c'era un concetto meccanicistico della grazia, non sperimentale. E' vero che Dio si manifesta sempre raramente e anche in quel caso lo fa in modo da non svelare il mistero, almeno qui sulla terra, ma è pure vero che il suo manifestarsi nella Grazia dona un orientamento per riconoscere istintivamente ciò che va bene e ciò che non va bene nella Chiesa. Altrimenti che senso avrebbe la promessa del Salvatore: "Sarò con voi fino alla fine del mondo?".

Se questo viene meno domina la verbosità di eloquii autoritativi, la norma che chiede l'obbedienza, ossia una dimensione solo umana di Chiesa. Queste cose sono ben presenti anche oggi e vediamo come non bastano a mantenere la purezza della fede e, anzi, in un contesto alterato la sradicano.

Quindi: la morte di una spiritualità sana, sostenuta dalla viva azione della Grazia, il vivere soggettivamente la Grazia in un modo da bloccarne l'azione orientativa, la reverenza esagerata e cieca all'autorità ha portato il Cattolicesimo nel vicolo cieco odierno.
Così l'autorità umana è stata posta al di sopra della Tradizione, non si è mantenuto il contrario come avrebbe dovuto avvenire e questo, pian piano, ha sovvertito la tradizione stessa.

Una nota frase di Giovanni XXIII è, in tal senso, molto inquietante: "Le novità di ieri sono le tradizioni di oggi e le novità di oggi sono le tradizioni di domani", il che è stato subito interpretato come: "io sono libero di fare delle novità e di abbandonare le tradizioni di ieri". E' ciò che è avvenuto nella pressoché indifferenza generale e nell'applauso dei soliti noti che oggi applaudono Bergoglio.

Anonimo ha detto...


"Il Concilio ha avuto il potere di scalfire e scardinare NON per la sua ambiguità che ha portato all'errore manifesto" 

Concilio ha avuto il potere di scalfire e scardinare perché per la prima volta è entrato nei documenti ufficiali ecclesiastici, oltre all'ambiguità voluta diluita nel testo, anche l'errore manifesto, presentato come obbligatorio da credere per potersi considerare cattolici.
Questo è un dato di fatto.

Anonimo ha detto...

Caro amico, non ci capiamo, evidentemente! Nella storia della Chiesa sono avvenuti fatti non troppo dissimili dove, soprattutto per motivi politici, in Oriente erano convocati concilii o sinodi che scalfivano la fede con documenti ufficiali.
Ma se il contesto ecclesiale è sano essi vengono rigettati o purificati.
Quando ciò non avviene, si deve andare più a fondo e chiederci il perché.

Il perché sostanzialmente sta nel fatto che, nel caso del Vat. II, il contesto era già bacato in precedenza. Così, con una buona direzione, anche i gregari rimanevano nella buona direzione ma con una direzione ambigua pure i gregari hanno iniziato a divenire ambigui e a deviare.

Mai dissociare i documenti di un concilio dal contesto della Chiesa che li riceve e li vaglia. Nel caso del postconcilio è appunto avvenuto che il contesto, essendo oramai molto fragile e basandosi su una concezione ipertrofica dell'autorità (a tutto scapito della tradizione) ha accettato i documenti ambigui e li ha portati ad una interpretazione contraria alla tradizione della Chiesa.

Andando più a fondo ancora possiamo dedurre che tale contesto era fortemente anemizzato a causa di una non sufficiente presenza della grazia in sé, grazia senz'altro presente nei sacramenti ma ridotta a non operare (si pensi, ad esempio, alla costernazione di un Pio XII che notava come i cattolici del dopoguerra fossero più attratti dalla "dolce vita" che dall'austerità evangelica!).

Tutto si tiene e tutto spiega tutto, alla fine.

Oggi trovare la medicina adatta è indispensabile ma può divenire impossibile se non si ha bene in mente cos'è successo e perché o se si riduce la causa unicamente ad una questione isolata e contingente come quella della redazione ambigua dei testi del Vaticano II. Buona giornata!

Anonimo ha detto...

...come quella della redazione ambigua dei testi del Vaticano II.

Ambigua e contenente errori espliciti, dove l'ambiguità è voluta, e ciò non costituisce un male minore rispetto all'errore manifesto.

Gli schemi preparatori originali del Concilio furono improvvisamente sostituiti da quelli dei novatori della Nouvelle Théologie.
Per il resto concordo con la Sua analisi, soprattutto sulla concezione ipertrofica dell'autorità che contribuì a far accettare le novità a sfavore della verità.

Anonimo ha detto...

Quanto sostengo in parte è stato ventilato dal noto mons. Williamson quando parlava dello "spirito del cinquantismo" intendendo con ciò lo spirito che si respirava negli anni '50 nel Cattolicesimo (e che a suo avviso regna oggi nella Fraternità san Pio X). Uno spirito, cioè, che non combatte più, che ha riposto le armi dell'ascesi e si è adagiato. Tale spirito non accetta gli errori e sostiene ancora la verità ma non ha in sé quanto potrebbe dargli costanza e determinazione.

Sennonché l'analisi di mons. Williamson è ancora troppo limitata perché bisogna andare molto più a fondo e molto più in là per riuscire a determinare compiutamente quel contesto ecclesiale che fece proprie e radicalizzò le tesi del Vaticano II.

Se si può ipotizzare una previsione, sarà possibile uscirne solo se il "fronte" a favore della tradizione unisse le sue forze (cosa ancora lontana dall'esserci) e se si determinasse una situazione tale da favorire lo scisma e la fuoriuscita dei rivoluzionari "vaticansecondisti" dal Cattolicesimo.

irina ha detto...

@ Anonimo
14 giugno 2019 13:59

Allora sono i tradizionalisti che devono ricercare, a tutto campo, in ogni campo, le loro radici cattoliche; il solo modo questo per essere, in piena libertà, unico fronte. Risanato il corpo, le croste cadranno da sole.

N.B. radici: patrimonio dimenticato in ogni campo del pregare, del sapere, del fare.

Anonimo ha detto...


Ma qui ormai non abbiamo a che fare con "croste" sia pure purulente
ma con una spaventosa cancrena!

Aloisius ha detto...

Due leggende del cinema, sue stupende storie di conversione.
Il miglior film della loro vita, quello in cui non si recita.
Non lo sapevo, è commovente, grazie Anonimo 20.23

Catholicus ha detto...

Ma come, se i santi papi Roncalli e Montini (sic!) predicavano e consigliavano eretici e ortodossi di non convertirsi al Cattolicesimo (sei più utile lì, dicevano...). La Madonna, invece, li contraddisse, invitando il Cornacchiola a far rientro "nell'Ovile Santo"