Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 3 luglio 2023

Bergoglio nomina prefetto della dottrina cattolica, il suo sostenitore di lunga data e estensore dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia

Nella nostra traduzione da Lifesitenews riflessioni sulla nomina da parte di Papa Francesco di mons. Victor Manuel Fernández come nuovo prefetto della dottrina della fede, suo sostenitore di lunga data e ghostwriter dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia e non solo. Mons.Fernández (Tucho, qui - qui) esordisce dichiarando: "Voi sapete che, per molti secoli, la Chiesa è andata in un'altra direzione. Senza rendersene conto, ha sviluppato un'intera filosofia e morale piena di classificazioni, per classificare le persone, per mettere loro delle etichette. Questo è... Questo è così, questo è cosà. Questo può ricevere la comunione, questo non può riceverla. Questo può essere perdonato, questo no. È terribile che questo sia accaduto a noi nella Chiesa. Grazie a Dio, Papa Francesco ci sta aiutando a liberarci da questi schemi". Non ci sono più parole...

Papa Francesco nomina a capo della dottrina cattolica, il suo sostenitore di lunga data e estensore dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia

Papa Francesco ha nominato mons. Victor Manuel Fernández, controverso Arcivescovo di La Plata, nuovo Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, teologo noto per il suo ruolo di amico di lunga data del Papa, nonché ghostwriter di numerosi testi papali tra cui l’esortazione apostolica postsinodale Amoris Laetitia.

La Sala Stampa della Santa Sede ne ha dato notizia il 1º luglio dichiarando che papa Francesco ha chiamato mons. Victor Manuel Fernández a succedere all’uscente card. Luis Francisco Ladaria Ferrer S.I., giunto alla «conclusione del mandato», dopo aver ricoperto l’incarico dal 2017.
Mons. Victor Manuel Fernández, 69 anni, è Argentino come papa Francesco ed è stato elevato all'Arcivescovato il 13 maggio 2013, a soli due mesi dall’inizio del nuovo Pontificato. Il loro stretto rapporto risale al periodo in cui l’allora card. Jorge Mario Bergoglio, prelato in Argentina, dava a mons. Fernandez consigli sulle sue scelte di carriera clericale.

Questo ha fatto sì che il card. Bergoglio portasse mons. Fernández alla Quinta Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano del 2007 come peritus, esperto.

Nel 2009 è stato nominato dal card. Jorge Mario Bergoglio Rettore della Pontificia Universidad Católica Argentina Santa María de los Buenos Aires, ma ha ottenuto l’incarico solo nel 2011, dopo aver completato l’interrogatorio e risposto alle obiezioni della Congregazione per la dottrina della fede. Il trattamento riservato dalla CDF a mons. Victor Manuel Fernández avrebbe provocato l'ira dell'allora card. Bergoglio.

A dicembre e gennaio erano emerse molte speculazioni sulla possibile nomina a nuovo Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, di Heiner Wilmer S.C.I., eterodosso Vescovo di Hildesheim, che Papa Francesco aveva in effetti preso in considerazione; ma è stato bloccato da diversi Cardinali intervenuti presso il Vaticano perché la nomina non fosse effettuata.

Mons. Victor Manuel Fernández assumerà ora il suo nuovo ruolo di Prefetto dell’organo dottrinale della Chiesa a metà settembre. Con mons. Fernández ora a capo del Dicastero per la dottrina della fede, la sua agenda comprende, come approfondito nella citazione che segue:
  • promozione e difesa accanita dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, che apre la porta alla Comunione per i divorziati e «risposati»;
  • promozione pubblica di baci e azioni erotiche;
  • sminuire la necessità di opporsi al matrimonio omosessuale;
  • affermazione di essere più progressista del Papa su alcune questioni.
Alleato prezioso del papa e ghostwriter
La carriera di mons. Victor Manuel Fernández è stata a lungo pilotata da papa Francesco, sia prima che dopo la sua ascesa al soglio pontificio. Un legame intimo cresciuto dal 13 marzo 2013, quando mons. Fernández è stato riconosciuto come «principale ghostwriter» e «teologo di fiducia» di papa Francesco.

Ciò include la sua ghost-writing dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium [qui], della lettera enciclica Laudato si’ [qui - qui - qui ] e della molto controversa esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia [qui - qui].

Il suo ruolo nella stesura dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia non era improvvisato: infatti, papa Francesco aveva già affidato a mons. Victor Manuel Fernández ruoli chiave nella gestione della III Assemblea generale straordinaria (ottobre 2014) e della XIV Assemblea generale ordinaria (ottobre 2015) del Sinodo dei Vescovi che ha portato alla controversa esortazione apostolica postsinodale.

L’ormai famigerato capitolo 8 dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia ha aperto la porta alla possibilità per i divorziati «risposati» di ricevere la Santa Comunione. Papa Francesco ha subito risposto alle domande dicendo che non c’è «nessun’altra interpretazione» di Amoris laetitia se non quella fornita dai Vescovi di Buenos Aires che permette la Comunione ai divorziati e risposati [quiqui].

Successivamente è stato chiesto a papa Francesco se l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia contenesse un «cambiamento nella disciplina che regola l’accesso ai sacramenti» per i cattolici divorziati e «risposati». Ha risposto: «Posso dire di sì, punto». Nel giro di pochi mesi, un gruppo di studiosi cattolici ha inviato una lettera a tutti i Cardinali e Patriarchi, avvertendo che Amoris laetitia conteneva «pericoli per la fede» [qui].

Si ritiene che mons. Victor Manuel Fernández sia il principale responsabile delle righe che hanno suscitato tanta costernazione tra i fedeli cattolici. Tanto che il veterano vaticanista Sandro Magister ha evidenziato come i passaggi più controversi del testo rispecchiassero in realtà molto da vicino gli scritti dello stesso mons. Fernández degli anni precedenti, quando era in Argentina.

Nella sua personale difesa dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, mons. Victor Manuel Fernández ha sostenuto che:
È lecito anche chiedersi se gli atti di convivenza more uxorio [cioè avere rapporti sessuali] debbano sempre rientrare, nel loro significato integrale, nel precetto negativo di «fornicazione»… ci può essere un cammino di discernimento aperto alla possibilità di ricevere il cibo dell’Eucaristia… Dico «nel loro significato integrale», perché non si può sostenere che quegli atti siano in ogni caso gravemente corrotti in senso soggettivo.
La «grande innovazione di papa Francesco consiste nel permettere che un discernimento pastorale nell’ambito del foro interno abbia conseguenze pratiche nel modo di applicare la disciplina», ha scritto mons. Victor Manuel Fernández.

Il benvenuto di papa Francesco
In una lettera di benvenuto al nuovo Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, papa Francesco lo ha salutato come «fratello», scrivendo che «lo scopo centrale del Dicastero per la dottrina della fede è quello di custodire l’insegnamento che scaturisce dalla fede per “dare una ragione alla nostra speranza, ma non come nemici che additano e condannano”».

Papa Francesco ha condannato il Dicastero per la dottrina della fede, dicendo che «in altri tempi [esso] è arrivato a usare metodi immorali. Erano tempi in cui, invece di promuovere la conoscenza teologica, si perseguitavano possibili errori dottrinali. Quello che mi aspetto da voi è certamente qualcosa di molto diverso».

Citando l’esortazione apostolica Evangelii gaudium, papa Francesco ha esortato mons. Victor Manuel Fernández a riconoscere che la Chiesa «ha bisogno di crescere nella sua interpretazione della Parola rivelata e nella sua comprensione della verità», aggiungendo:
Abbiamo bisogno di un modo di pensare che possa presentare in modo convincente un Dio che ama, che perdona, che salva, che libera, che promuove le persone e le chiama al servizio fraterno.
Solo ieri mons. Victor Manuel Fernández aveva postato online una foto a fianco di papa Francesco, lodando il Pontefice per la sua etica del lavoro dopo aver trascorso «una settimana» con lui.

Mons. Victor Manuel Fernández e papa Francesco spingono insieme contro la dottrina.
Nel 2015, mons. Victor Manuel Fernández ha elogiato il Pontificato di papa Francesco, sostenendo che «No, non si torna indietro» dal suo corso di azioni. «Per esempio, il Papa è convinto che le cose che ha già scritto o detto non possono essere condannate come un errore. Pertanto, in futuro chiunque potrà ripetere quelle cose senza temere di essere sanzionato», ha dichiarato.

Separatamente, mons. Victor Manuel Fernández ha detto:
Il Papa procede con cautela perché vuol essere sicuro che i cambiamenti abbiano un impatto profondo. La lentezza è necessaria per garantire l’efficacia dei cambiamenti… Bisogna rendersi conto che sta puntando a una riforma irreversibile. Se un giorno dovesse percepire che il tempo a sua disposizione sta per scadere e che non ha abbastanza tempo per fare ciò che lo Spirito gli chiede, potete star certi che accelererà.
mons. Victor Manuel Fernández ha persino dichiarato apertamente: «in molte questioni sono molto più progressista del Papa».

In effetti, il ruolo di mons. Victor Manuel Fernández nella stesura dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia è ora più attuale che mai. Solo pochi giorni fa è stato pubblicato l’ultimo documento destinato a guidare la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2023). [qui]

Pur promuovendo pesantemente le questioni e l’ideologia LGBT, il documento (Instrumentum laboris) spinge l’interpretazione ampiamente accettata, e approvata da papa Francesco, dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia che consente ai divorziati e «risposati» di accedere alla Santa Comunione come una questione già definita. Il documento afferma che:
Alcuni interrogativi emersi dalla consultazione del Popolo di Dio riguardano questioni su cui già esiste uno sviluppo magisteriale e teologico a cui fare riferimento: per limitarci a due esempi, basta pensare all’accoglienza dei divorziati risposati, tema trattato nell’Esortazione Apostolica Post-Sinodale Amoris laetitia, o all’inculturazione della liturgia, oggetto dell’Istruzione Varietates legitimae (1994) della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Il fatto che su punti di questo tipo continuino a emergere domande non può essere liquidato sbrigativamente, ma deve essere oggetto di discernimento e l’Assemblea sinodale è un ambito privilegiato per farlo.
Nel corso delle sue numerose tappe finora, il Sinodo sulla sinodalità è stato coerente nella sua spinta verso la necessità di «accogliere» i «divorziati e risposati, le persone in matrimonio poligamico o le persone LGBTQ+». Ora, il suo ultimo documento promuove l’insegnamento anticattolico dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, permettendo ai divorziati e «risposati» di ricevere la Comunione, nel momento in cui l’autore del documento assumerà una delle più alte cariche della Chiesa cattolica, come Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede.

Inoltre, alcune settimane fa, un autorevole Cardinale vaticano ha rivelato che il Vaticano sta elaborando un documento sui divorziati e «risposati» in linea con i desideri di papa Francesco. Il card. Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, ha dichiarato ad aprile che «il Dicastero sta lavorando alla preparazione di un testo che riguardi specificamente – come Lei desiderava, Santità – uomini e donne che, avendo alle spalle il fallimento del matrimonio, vivono in nuove unioni».

Il card. Kevin Joseph Farrell è stato anche un coerente e ardente promotore dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, affermando che «credo fermamente che [Amoris laetitia] sia insegnamento della Chiesa. È un documento pastorale che ci dice come dobbiamo procedere. Credo che dovremmo prenderlo così com’è».

Al contrario, l’esortazione apostolica Familiaris consortio di Giovanni Paolo II ha sostenuto l’insegnamento di lunga data della Chiesa cattolica secondo cui i divorziati e risposati, le cui precedenti unioni non sono state dichiarate nulle dalla Chiesa, non possono ricevere la Santa Comunione. Giovanni Paolo II ha scritto:
La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell’unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall'Eucaristia. C’è inoltre un altro peculiare motivo pastorale: se si ammettessero queste persone all’Eucaristia, i fedeli rimarrebbero indotti in errore e confusione circa la dottrina della Chiesa sull'indissolubilità del matrimonio.
L’«arte del bacio» e il «matrimonio» omosessuale
Mentre la Sala Stampa della Santa Sede ha elencato numerosi libri e opere scritte di mons. Victor Manuel Fernández, mancava in particolare la sua opera del 1995 «Guariscimi con la tua bocca: L’arte del bacio». Difendendo il libro, mons. Fernández ha dichiarato:
[In] queste pagine voglio sintetizzare il sentimento popolare, ciò che la gente prova quando pensa a un bacio, ciò che sperimenta quando bacia… Così, cercando di sintetizzare l’immensa ricchezza della vita, queste pagine sono emerse a favore del bacio. Spero che vi aiutino a baciare meglio, che vi motivino a liberare il meglio di voi stessi in un bacio.
Tuttavia, come riportato in precedenza da LifeSiteNews, sebbene mons. Victor Manuel Fernández abbia difeso il libro come un’analisi del bacio con la pretesa di essere un’opera spirituale e teologica, esso è inequivocabilmente erotico e spesso allusivo a relazioni sessuali ambigue senza la specificazione di genere dei partecipanti. Il libro contiene anche diverse foto di statue e opere d’arte che ritraggono persone che si baciano e si abbracciano appassionatamente in posizioni intime ed erotiche.

Oltre a poesie e versi erotici sul bacio, il libro contiene consigli su come rendere il proprio corpo più attraente per l’altro quando ci si impegna in un bacio intimo.

Le opinioni eterodosse di mons. Victor Manuel Fernández non si limitano tuttavia alla promozione di letteratura esplicita. Nel 2014 ha dichiarato pubblicamente di aver minimizzato la necessità di opporsi al «matrimonio» tra persone dello stesso sesso:
… occorre anche fare riferimento a un contesto vicino a noi, che sia sempre positivo alla luce di ciò che si sta considerando o proponendo. Ad esempio, non serve opporsi al matrimonio omosessuale perché la gente tende a vederci come un gruppo di individui risentiti, crudeli, insensibili, persino esagerati. Tutt’altra cosa è parlare della bellezza del matrimonio e dell’armonia delle differenze che fanno parte dell’alleanza tra un uomo e una donna. Questo contesto positivo parla da solo quando si tratta di dimostrare che l’uso dello stesso termine «matrimonio» per descrivere le unioni omosessuali non è adatto.
Resta ora da vedere quale impatto avrà sulla vita dei cattolici di tutto il mondo la promozione pubblica e coerente dell’insegnamento anticattolico di mons. Victor Manuel Fernández.
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39 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo voi V. M. Fernández è cattolico? Secondo me no.

Anonimo ha detto...

Monsignor Salvatore Joseph Cordileone:

“Non solo coloro che vivono in uno stato che viola gli insegnamenti morali della chiesa non sono in grado di ricevere la Santa comunione, ma anche quanti dissentono dall’insegnamento divino della chiesa”

“È fondamentalmente una questione di integrità: ricevere il Santissimo Sacramento nella liturgia cattolica significa sposare pubblicamente la fede e gli insegnamenti morali della Chiesa Cattolica e desiderare di vivere di conseguenza”. “Non siamo tutti all’altezza in vari modi, ma c’è una grande differenza tra lottare per vivere secondo gli insegnamenti della Chiesa e rifiutare quegli insegnamenti”.

Correndo contenti verso l'inferno ha detto...

Quale impatto avrà... l'insegnamento anticattolico di mons. Victor Manuel Fernández?
I "cattolici" saranno contenti, nel senso che sarà più facile essere "cattolici"; anche se, per la verità, a pochi importa di fregiarsi di questo titolo.

mic ha detto...

Prefetto della fede senza fede in Gesù Cristo?

Continuando il processo di degrado e putrefazione della Chiesa istituzionale, il nostro vescovo connazionale di Roma ha nominato come nuovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede l’arcivescovo di La Plata (Argentina), e amico intimo del pontefice, monsignor Víctor Manuel Fernández, considerato uno degli autori dei testi pontificali di Francesco.

Dobbiamo riconoscere che Papa Bergoglio continua a essere abile nel “tirare fuori i conigli dal cilindro”, abilità dimostrata nella sorprendente e inaspettata nomina dell’arcivescovo di La Plata, monsignor Víctor Manuel Fernández, a capo della tutela della fede cattolica per la Chiesa universale. Soprattutto ha attirato l’attenzione perché il grande contributo teologico del prescelto è stato quello di proporre la salvezza dell’uomo attraverso il bacio, non la predicazione del nome di Gesù Cristo e la sua accettazione attraverso la fede.
...
https://www.marcotosatti.com/2023/07/03/un-prefetto-della-fede-senza-fede-in-gesu-cristo-quarracino/

Anonimo ha detto...


# Questo mons. Fernandez ha il supronnome di "Tucho". Così si è letto.
Che vuol dire "Tucho" in spagnolo? Significa qualcosa?
Grazie per la risposta.

Anonimo ha detto...

Il nuovo prefetto per la dottrina delle fede e' ad immagine ed somiglianza di Bergoglio. Senza piu' papa Benedetto (il Katechon) Bergoglio e' senza freno, si scatenera' l'inferno

Anonimo ha detto...

La lettera del papa a Tucho è semplicemente agghiacciante!

Catholicus.2 ha detto...

Tucho, il Besuqueiro (lo sbaciucchiatore) sarà anche presidente della Pontificia commissione biblica e della Commissione teologica internazionale. Prosit.

Ego sum Pastor Bonus ha detto...

Tucho il Besuqueiro può essere nominato presidente di tutto quello che si vuole: io non lo riconosco, la sua voce non è quella del Buon Pastore, ma quella di un mercenario.

Sulla sinodalità ha detto...

Leggo sul sito di Aldo Maria Valli una interessantissima

Lettera dall'Austria

di Elena

max ha detto...

Per l'Anonimo che chiedeva cosa significa tucho, significa, "tocco". E direi che è perfetto come soprannome per il nuovo Prefetto della Dottrina della Fede.

MAX 75.

Gian ha detto...

Quella di Bergoglio non è la Chiesa cattolica. Come si fa a non capirlo?

Anonimo ha detto...

A flagello modernistarum, libera nos, Domine! Ilicet.

Anonimo ha detto...

Strettissimo collaboratore e amico di Bergoglio, nonché suo ghost wtriter e ispiratore, Fernández è la negazione stessa della dottrina cattolica.

Arcivescovo di La Plata voluto da Francesco al posto del conservatore Aguer e già rettore della Universidad Católica di Buenos Aires, confidente di Jorge Mario Bergoglio, suo teologo di fiducia e principale estensore dei suoi maggiori documenti, dalla Evangelii gaudium alla Amoris laetitia (nella quale ci sono interi brani prelevati di peso da articoli scritti da lui stesso), Fernández, detto Tucho, secondo nostri informatori argentini si segnala per una caratteristica: è una solenne nullità. E, come tutte le nullità, ha un’altissima considerazione di sé. Inoltre odia la curia romana e soprattutto il dicastero del quale ora è stato messo a capo. Il che si può dire anche di Bergoglio.

In un’intervista del 2015 Fernández sentenziò che “la curia vaticana non è una struttura essenziale” e poi si scagliò contro il cardinale Gerhard L. Müller, che all’epoca era il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, sostenendo che il papa e la Chiesa non hanno bisogno di “bussole sicure” che impediscano di cadere nel “pensiero light”. In ogni caso, disse, “bisogna sapere che lui [Bergoglio] punta a riforme irreversibili” e “indietro non si torna”.
...

Siamo messi male. Ma male male male.... ha detto...


"La mossa rivoluzionaria di papa Francesco che chiude l’era Wojtyla-Ratzinger

A dieci anni dalla sua nomina papa Francesco cala l’asso nominando mons. Victor Manuel Fernández a capo del Dicastero per la Dottrina della Fede. È l’atto più audace del pontificato, la vera mossa che chiude un’era e può far scattare la “revolución” tanto attesa da molti nella Chiesa".
( di Miguel Cuartero Samperi )

"Con la nomina di mons. Victor Manuel “Tucho” Fernandez a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede (ora “Dicastero”) si chiude per la Chiesa un’epoca storica. Quella wojtyliana e ratzingeriana secondo alcuni, quella cattolica secondo i più malevoli. Sta di fatto che la notizia rappresenta una vera e propria svolta. A differenza di quanto si possa pensare, si tratta forse della prima vera svolta dell’era Francesco, la più incisiva e rappresentativa, la più radicale.

Per molti osservatori se la scelta di Fernández a capo della CDF non rappresenta il colpo finale, è sicuramente un bel colpo sferrato alla Chiesa cattolica. Per il giornalista argentino Sergio Rubín (biografo e amico del Bergoglio) si tratta della mossa più audace del Papa in tutto il suo pontificato: aver messo a capo del più importante dicastero vaticano (sic!) il più “fedele interprete della rivoluzione culturale” portata avanti nella Chiesa per “un cattolicesimo più aperto (al mondo? Ndr) e meno condannatorio“.

Dopo i cardinali Ratzinger, Levada, Muller (non confermato e lasciato senza incarico dopo il primo quinquennio) e Ladaria arriva a capo della CDF un vescovo – scrive il giornalista Matzuzzi su Il Foglio – dal “curriculum povero (una licenza in teologia alla Gregoriana, un dottorato in patria, poche pubblicazioni per lo più di carattere pastorale e spirituale) e dalle idee innovatrici.

Pupillo di papa Francesco, Fernández è diventato rettore dell’Università Cattolica di Buenos Aires nel 2009 su proposta dell’allora cardinale Bergoglio (mentre il Vaticano aveva bloccato la nomina a causa delle sue posizioni progressiste e delle poche pubblicazioni) ed è stato uno dei primi vescovi nominati da Francesco appena salito al soglio pontificio a maggio del 2013. Si dice sia il vero autore dell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia ma anche di Evangelii Gaudium e di Querida Amazonia.

È vero anche che la Congregazione è stata progressivamente depotenziata, prima nella pratica (ad esempio con decisioni prese senza prima consultarla) e poi in maniera formale (con la rivoluzionaria riforma della Curia Romana regolata dalla Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium) tuttavia, tenendo conto che il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ricopre allo stesso tempo il ruolo di Presidente della Commissione Teologica Internazionale e della Pontificia Commissione Biblica, si capisce quanto sia fondamentale che chi ricopre quel ruolo deve essere un teologo di alto rango e di indubbia ortodossia.

La nomina ha destato grande sorpresa e scalpore soprattutto a causa del curriculum dell’eletto in una posizione ricoperta in passato da eminenti teologi di altissimo spessore e di fama internazionale. Se è vero che papa Francesco ha da sempre trattato in maniera rude i teologi di professione e gli accademici cattolici accusandoli spesso di eccessivo formalismo e mettendo in guardia dall’auto compiacimento accademico non aveva fin’ora toccato il cuore pulsante della teologia cattolica, ossia la congregazione chiamata a vigilare sull’ortodossia e a conservare il depositum fidei.

Siamo messi male ma molto male ha detto...

... segue/1
Ora a capo del Dicastero per la Dottrina della fede Francesco mette un suo fedelissimo che si definisce “vescovo, teologo e poeta“. Si può dire che, dopo il cardinale Tolentino Mendonça (a capo del Dicastero per la Cultura) la Curia può contare ora su un secondo capo di dicastero dalla vena poetica.

Molta poesia, infatti, condisce le sue pubblicazioni, tra le quali desta curiosità quella intitolata “Guariscimi con la tua bocca. L’arte del bacio”. Un libro del 1995 ormai esaurito che, precisa l’autore, non nasce dall’esperienza personale ma “dalla vita della gente che bacia” e da numerose conversazioni avute con “gente esperta sull’argomento”. L’autore si pone come obbiettivo quello di sintetizzare ciò che la gente pensa e sperimenta mentre bacia al fine di far “baciare meglio” i lettori.

Per ovvio senso del pudore il libro non viene riportato nella bibliografia del nuovo Prefetto dell’ex Sant’Uffizio ed è imbarazzante il confronto con il manuale di Teologia Dogmatica del card. Muller, quello di Teologia Trinitaria del card Ladaria o di Introduzione al Cristianesimo del card. Ratzinger, testi che hanno formato intere generazioni di sacerdoti e vescovi in tutto il mondo.

Ma al netto di tutto, e considerando ammissibile che un pastore possa anche essere un buon pastore pur non essendo un ottimo teologo (non per scelta ma per indole, percorso accademico o capacità intellettuali), ciò che più desta scalpore è la lettera con cui il papa ha dato l’incarico a Fernández, una sorta di road map per il nuovo Prefetto. Una lettera che esprime in maniera inequivocabile il cambio di passo che Francesco vuole dare al Dicastero per la Dottrina della Fede e alla teologia in generale. Ne ha parlato chiaramente, e in maniera molto dura, il professore Leonardo Lugaresi in un articolo pubblicato sul suo (ottimo) blog in cui emerge chiaramente la gravità di alcune affermazioni.

Francesco chiede a Fernández di iniziare in nuovo corso che si discosti da ciò che è stato fatto finora (dalla linea marcata Ratzinger, Muller, Ladaria). Una rottura con una tradizione considerata troppo rigorosa e dura, troppo attenta all’ortodossia e persino – cito testualmente – con meccanismi di controllo guidati da “metodi immorali”. È chiaro il riferimento alla Inquisizione ma anche alle numerose “note” che nell’immediato post-concilio la CDF ha emesso contro teologi o correnti teologiche che si allontanavano dall’ortodossia e dalla morale cattolica per proporre dottrine non supportate dalla tradizione e pericolose per il mantenimento dell’unità della fede, la sua trasmissione e la salvezza delle anime.

Così come le scomuniche comminate o i responsum su quesiti riguardanti teologia o la morale. Fernández è ora chiamato dal papa ad inaugurare un nuovo corso in cui la Chiesa accolga la ricchezza e la diversità delle diverse proposte teologiche senza condannare né redarguire nessuno.

Siamo messi male ma molto male ha detto...

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È dunque probabile che nel tempo si arrivi a cambiamenti radicali anche nella dottrina e nella morale. Basti pensare, ad esempio, alla fermezza con cui la CDF ha affrontato il tema delle unioni omosessuali, della comunione ai fedeli divorziati e ai politici che sostengono l’aborto nei loro programmi o del sacerdozio femminile. Per citare solo alcuni temi caldi e sensibili che dipendono dai pronunciamenti di tale dicastero vaticano e che ora sono in discussione nel processo sinodale (il Sinodo sulla sinodalità) in atto nella Chiesa per volontà di Francesco.

A marzo il neo-prefetto aveva dichiarato: «Senza rendersene conto [la Chiesa] ha tessuto tutta una filosofia e una morale piena di classificazioni, per classificare la gente, per mettere le etichette: questo è così e questo cosà, questo può ricevere la Comunione e quest’altro no, a questo si può perdonare e a quest’altro no». Questo passato della Chiesa è stato, ha detto, «terribile», ma «grazie a Dio, Papa Francesco ci ha liberati da questo schema». Dopo la sua nomina ha scritto sul suo account Facebook «Ho accettato con gioia anche se avrò molti contro: ci sono persone che preferiscono un modo di pensare più rigido, strutturato, in guerra con il mondo».

È evidente che una tale nomina non poteva essere fatta fino ad oggi perché inopportuna. Sarebbe stata considerata uno schiaffo o per lo meno un duro colpo a Benedetto XVI, papa emerito, ancora vivente in Vaticano. Una mancanza di rispetto verso chi ha guidato con devozione e impegno la Congregazione per la Fede per ben ventiquattro anni prima della sua elezione a Papa. Per questo la grande svolta attesa da molti fin da marzo del 2013 entra solo ora nel vivo.

Molti – tra cui molti cardinali – si rallegrano che la “revolución” tanto annunciata sia finalmente cominciata (o forse, invece, portata a compimento). Altri – tra cui molti cardinali – si guardano attorno alla ricerca di un candidato forte per il prossimo Conclave. Un Conclave che a molti osservatori non sembra più così lontano e in cui (ha appena sessant’anni) “Tucho” Fernandez può (probabile una imminente nomina cardinalizia) presentarsi come candidato dell’ala più progressista, cardinale papabile per la prosecuzione del progetto-Francesco.

Un segno di speranza viene dalla Parola di Dio. Oggi, nella festa di San Tommaso Apostolo, l’Ufficio delle Letture propone un brano di San Paolo ai Corinzi (1 Cor. cap. 4) che invita a lasciare il giudizio al Signore. Nel frattempo, sarà giusto e necessario pregare molto per la sua Chiesa.

Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio".

Dalla pagina Facebook "Veni sancte spiritus"

mic ha detto...

La completa distruzione della visione cattolica e anche di un umanesimo religioso razionale poiché l'idea di ente e di non ente, di vero e falso, bene e male, sono inevitabili per la mente umana, anche per quella di questo fernandez che appunto applica senza accorgersene ma erroneamente il concetto tradizionale di giusto alla sua nuova concezione gnoseologica e di sbagliato a quella di due passati millenni cattolici.
Siamo alla frutta del contraddittorio relativismo
Cit. Fabrizio Fabbri

mic ha detto...

È come se Papa Bergoglio avesse deciso di togliere tutti i veli tradizionali con cui faceva accettare il suo Magistero in realtà di rottura, rivoluzionario e ora ponesse tutti di fronte alla intera visione sua del nuovo cattolicesimo che intende imporre a milioni di cattolici.
Io penso che di fronte alle parole sue e di questo Fernandez tutti i cattolici del mondo dovrebbero ribellarsi, disobbedire in tutte le diocesi. Smettere la paura e far sentire il totale dissenso
Cit. Fabrizio Fabbri

Anonimo ha detto...

La Chiesa Cattolica diventerà come molte altre chiese cristiane, come altre religioni, ognuno avrà il suo gruppo di riferimento, più o meno eretico poetan te. È bene ora definirsi con parole chiare e definire gli altri parimenti con concetti chiari. Noi siamo i Cattolici Apostolici Romani, loro sono i cattolici vaticansecondisti, divisi in molteplici sottosette, tutte entro il modernismo sintesi di tutte le eresie.

Anonimo ha detto...

Non solo tutto i fedeli si dovrebbero opporre ma soprattutto i cardinali n particolar modo di nomina ratzingeriana. E ora di dire basta a questo dittatore che stravolge la Chiesa cattolica. I dubbi che non sia il vero Papa sono fortissimi Benedetto XVI era il vero Papa? Ma anche se lo fosse occorre che i cardinali si oppongono a Bergoglio Co.e San Paolo contro San Pietro... ne va là salvezza eterna delle anime ed un possibile Castigo di Dio sugli stessi Pastori.

San Paolo intercedete pro eis . ha detto...

O Eterno Divin Padre, per i meriti di Gesù e di Maria, degnateVi di concederci la gra­zia che imploriamo e che gia' deste a San Paolo quando improvvisamente una luce dal cielo l’avvolse e cadendo udì una voce che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?".

Saulo rimase senza vista e brancolando, e per tre giorni restò in attesa di qualcuno, digiuno e sconvolto da quanto gli era capitato; da quel momento, si può dire, nacque Paolo, l’apostolo delle Genti: egli decise di ritirarsi nel deserto, per porre ordine nei suoi pensieri e meditare più a fondo il dono ricevuto, e qui trascorse tre anni in assoluto raccoglimento.

Anonimo ha detto...

Santa Elisabetta del Portogallo e tutti gli altri santi di questo giorno intercedete per loro. Amen!

M.Angheran ha detto...

Non ha senso parlare di era Wojtyla-Ratzinger specie dopo il 2013, vorrebbe dire che questi dieci anni sono trascorsi nel sodalizio felice tra la curia wojtyliana e il tentativo di restaurazione operato da Benedetto XVI. Così non è, e sarebbe bene uscire dall'ambiguità. Bergoglio deve tutto alla curia wojtyliana che lo designò quale alternativa di segno "conservatore" all'opera di Benedetto XVI, ma sempre appunto alternativa, rispetto al mal sopportato partito del 'Sale della Terra'. Bergoglio prosegue l'opera di cancellazione di tutti gli elementi caratteristici del pontificato precedente, attaccando senza ritegno il ruolo stesso
svolto negli anni dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
Pensate seriamente che chi ha fatto spallucce alla demolizione della CDF iniziata con il benservito a Muller sia seriamente preoccupato per la nuova nomina? A loro stavano a cuore altre cose, i movimenti , il circo di Medjugorje ecc. Certo qualche cardinale si sarà pentito - si spera - ma non si sono sentite molte voci finora dai collaboratori di GPII.

Anonimo ha detto...

Bergoglio e Fernández sono solo la punta dell'iceberg. La rivoluzione nella Chiesa è incominciata sotto Pio XII con le riforme liturgiche. Però è soltanto con Roncalli che è nata la vera e propria chiesa conciliare, che non bisogna assolutamente seguire.

Anonimo ha detto...


Il "tucho" al potere.

Dunque tucho significa "tocco" in pratica "via di testa" o "suonato".
La cosa appare confermata dalle dichiarazioni a lui attribuite
sulla necessità di far piazza pulita della vera morale cattolica.
Da quanti anni siamo governati da "tuchos", nella Chiesa visibile, a tutti i livelli?
Domanda imbarazzante.
Questo "tucho" assomiglia a Kamala Harris, la vicepresidente degli Stati Uniti, che finora si è fatta notare per la sua nullità. Quando apre bocca, nelle rare occasioni nelle quali la mandano in giro, è uno "scompiscio", avrebbe detto il principe De Curtis, meglio noto come Totò, il famoso attore comico napoletano.
Se non fossero tragiche, quanto alle loro conseguenze, le dichiarazioni che il Tucho avrebbe fatto sul modo di insegnare la morale e la dottrina nella Chiesa del passato, sono infatti comiche. Come lo sono quelle sul modo nel quale si deve procedere alla bisogna in base alle direttive di Bergoglio.
Speriamo, almeno, di essere alla comica finale.

Circa un papato sempre più eretico ed in modo sempre più aperto: forse, dico forse, è mancata finora l'audacia intellettuale, da parte di chi è rimasto fedele alla Chiesa di sempre, nel trovare una soluzione di tipo teologico-canonistico al problema del "papa eretico". Cioè: trovare un modo di costringere il suddetto papa ad andarsene senza dover ricorrere ad una deposizione in senso proprio.
Insomma, un modo per aggirare l'errore c.d. "conciliarista" e il dogma "il papa non può essere giudicato da nessuno".
Che fine ha fatto il prosieguo della frase, ritenuto validamente per secoli: "..a meno che non devii dalla fede", lasciato cadere dal Codice di diritto canonico del 1917 e ovviamente non ripreso dal quello del 1984?
Scrollarsi da certe consunte categorie mentali (che ricordano quelle del positivismo giuridico di un tempo) non significa cadere nel sedevacantismo.
T.

Anonimo ha detto...

Il Papa sta ora pubblicamente sostenendo assieme a Fernandez nuovo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede l'erroneita' di tutta la storia dottrinale della Chiesa .
Non si era mai giunti a tanto

LETTERINA APERTA ha detto...

ECCELLENZA REV.MA MONS. VÍCTOR MANUEL FERNÁNDEZ, se tutta la morale cattolica degli ultimi duemila anni fosse sbagliata, o addirittura “terribile” (sono parole sue), allora Lei non avrebbe alcuna ragione di esistere. È come affermare che il fondamento della Chiesa non è la Verità, ovvero Cristo stesso, ma piuttosto l’errore, il “padre della menzogna”. Vorrebbe dire che la Chiesa non è stata mai assistista dallo Spirito Santo, che non è mai esistita, che è stata tutta una bufala. In Verità, “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!” (Ebrei 13:8), ed è Lui stesso “l'origine del ministero nella Chiesa. Egli l'ha istituita, le ha dato autorità e missione, orientamento e fine” (Cat. Chiesa Catt. 874), e stia pur certo che “portae inferi non praevalebunt adversum eam” (Mt 16:18). Con buona pace dei suoi vecchi amici! Saluti a tutti!!
(Domenico Condito)

Anonimo ha detto...

Pio XII è stato un grande e santo Papà, al netto dell'eventuale errore sulla liturgia della settimana Santa.
Lui ha difeso la dottrina cattolica fino in fondo.
Romano Amerio ha definito la sua enciclica il terzo sillabo.
Ha combattuto, come i suoi predecessori, per difendere la Chiesa dai suoi nemici.
Dopo di lui, e con il concilio, si è aperta la strada al modernismo e al progressismo di matrice gnostica.
Bergoglio è purtroppo il frutto maturo e avvelenato di questo processo.
Gravi le responsabilità di tutti i Papi conciliari e poso conciliari.
Certe realtà sono presenti in molti paesi, Germania, Austria, Olanda in testa.
Il tutto attraverso la "teologia" della prassi.
Il salto di qualità bergogliano consiste nel passaggio dalla prassi alla dottrina.
Certi documenti, come Amoris e Letizia, quello di Abu Dhabi e la "correzione" del CCC sulla pena di morte hanno preparato la strada al Sinodo che ratificherà la "nuova chiesa".
Antonio

tralcio ha detto...

C'è contezza di strani e tollerati movimenti al confine italo-francese, permettendo l'afflusso presso i cugini di personaggi atti a produrre caos e leggi speciali a contrasto.
Manfrine già note, organizzate dai soliti manfrinari per trarne un vantaggio.

Ora più che mai traspare la sapienza del vangelo, con l'elogio della mitezza e la beatitudine di coloro che erediteranno la terra a imitazione di Gesù mite e umile di cuore.

Che cosa sconfessa maggiormente i manfrinari?
Il non prendere in considerazione le loro manfrine. Il non considerarli manco di striscio.
Stanno sull'orlo del burrone e giustificano la loro esistenza solo agitandosi.
Possono sopravvivere soltanto agitando, traendo vita da agitazione, rabbia e paure.

Il nulla del male si alimenta di chi viene risucchiato nel suo buco nero di "soluzioni".
Al contrario di chi sta nella luce del Bene, affidandosi a ben altra speranza.
Ci sono persone tocche e rintronate, ma c'è la possibilità d'essere toccati dalla Grazia.
Da certi tocchi è meglio starsene alla larga. Al solo volgersi verso si resta di sale.
Viceversa il Signore sa placare le peggiori tempeste nel mare della storia.
La barca era ricoperta dalle onde, ma il Signore, a bordo, dormiva.
Lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!».
Ed egli: «Perché avete paura, uomini di poca fede?»
Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia.
«Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?»

La grazia e la provvidenza hanno un potere fortissimo, al contrario dei manfrinari.
Qui a volte c'è chi scrive per magnificare la loro potenza: solo apparenza senza sostanza.

Anonimo ha detto...

Tucho in slang argentino significa anche idraulico, per i manfrinari, saranno pure sull'orlo del burrone, ma fanno ca*ino eccome, aiutati dai soliti noti, intanto oggi La Stampa spiaccica in prima un articolo scritto nienepopodimenoche da VZ 'Io, VZ vi libererò dalla tirannide di VP', azzzz........non ci ero arrivato, su Tiktok appaiono alcune immagini dell'incontro dei familiari di Julian Assange con JMB, sfido chiunque a trovare la notizia sui giornaloni, unica consolazione il calo inarrestabile delle vendite dei quotidiani, una vera ecatombe, ma le tv continuano nell'opera distruttiva della disinformatija.

Anonimo ha detto...

Fabrizio Fabbri
Quelli al potere della Chiesa ora stanno tentando esplicitamente e non più velatamente, non più nascostamente, di cambiare radicalmente, sempre con parole melliflue, suadenti, umanitarie, con ipocrita tenerezza, la religione di Cristo di 2000 anni.
Questo è il fenomeno più grave del nostro tempo.
Un abuso enorme di autorità
È come se degli imam si mettessero a scrivere un nuovo Corano e i capi ebrei cambiassero Genesi ed Esodo.
Follie totali
Cosa aspettano i vescovi delle diocesi di tutto il mondo a riunirsi e finalmente condannare le parole del Papa e di questo Fernandez???
Qui si è oltrepassata ogni misura

Anonimo ha detto...


Allora "tucho" è modo di dire rioplatense.
Idraulico, anche significa? Non sembra calzare al personaggio.
Come tradurlo in inglese? Forse con "crazy"?
Che significa matto, pazzo ma non nel senso del
pazzo furioso (lunatic, insane).
"Cavallo pazzo" era un famoso capo indiano dei
Sioux, di madre bianca, rapita da bambina dagli
indiani e poi rimasta con loro, moglie di un capo.
Cavallo pazzo ossia "Crazy Horse". Che ai meno
giovani può ricordare un celebre night club di
Parigi (non so se esiste ancora), famoso per
le sue scultoree ballerine spogliarelliste.

"Crazy" è troppo forte? Ma il libro scritto dal
suddetto monsignore sul bacio non è forse "crazy"?
Come altrimenti definirlo?
E sarebbe sicuramente un aggettivo leggero.



Anonimo ha detto...


La controffensiva ucraina

Tra un po' è quasi un mese che è cominciata e gli ucraini affermano di aver conquistato 36 km, ma non in profondità bensì quadrati.
E sono arrivati alla prima linea russa? Ossia ad intaccare in qualche modo le molteplici linee difensive costruite dai russi in tutti questi mesi? Non si sa. Non si direbbe, a giudicare dal tono generale.
Non si sa nulla di preciso su questa guerra, la propaganda prevale nettamente e non si spreca in informazioni, che probabilmente non esistono, nel senso voluto.
Resta ambiguo il tentato ammutinamento da parte della famosa "Wagner".
Non ci si capisce molto. I russi hanno una logica tutta loro , peculiare a loro.
L'unica cosa chiara è sempre la stessa, quella che nessuno vuole fare in Occidente: dare la parola alla diplomazia per chiudere finalmente questa sciagurata guerra, un disastro su tutta la linea.
Miles

Anonimo ha detto...

Secondo quanto affermano alcuni generali ed ex generali Italiani che hanno servito nella NATO, il fronte è lungo 80 km. i Russi hanno costruito linee di difesa di ogni tipo, il territorio è minato e pieno di insidie, se VP ha ordinato il ritiro dei militari a guardia della centrale di Zaporizhya, significa una cosa sola, che è stata imbottita di esplosivi e che se venisse fatta saltare sarebbe un'altra Chernobyl, alcune noterelle 'leggere' che ci fanno tutti questi ex presidenti USA rigorosamente Dem in Italia? A mangiare Carbonara e Amatriciana? GM non fa bene i compiti? Ah, saperlo........

Anonimo ha detto...

Non so bene, GM sembra aver tradito tutto di sé, oltre la prontezza di spirito, che forse non le manca, qui occorrerebbe una scaltrezza eroica, quella dei grandi diplomatici.

Anonimo ha detto...

Ultimissima

JMB ha ricevuto in forma privata l'ex presidente USA Bill Clinton, fra i membri della famiglia anche Jack Soros, la cosa è saltata fuori perché qualcuno ha pubblicato alcune foto......domande?

Anonimo ha detto...

Ma era chiarissimo già anni fa dal discorso della di lui moglie, la quale si spertico, su cenni di un suggeritore fuori scena, in saluti e baci per Bergie, che Bergie era del giro. Evidentemente quelli dello stato profondo stanno alla frutta e si aggrappano ai loro simili della chiesa profonda.

Anonimo ha detto...

Certo…un incontro così segreto che hanno fatto pure un servizio al telegiornale della RAI. Ma poi: problemi? Il Papa deve chiedere permesso a voi prima di incontrare qualcuno?