Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 20 novembre 2023

Il male esiste, e non si sbianchetta con quattro slogan contro il patriarcato o con un'educazione ideologica di stato.

Segnalazioni dei lettori. Sul terribile fatto di cronaca che ci ha accompagnati in questi giorni. Con la premessa che un'attenzione morbosa, necrofila e giacobina verso i fatti di cronaca nera che prevale sui nostri media è sintomo inequivocabile di povertà spirituale.

Il male esiste, e non si sbianchetta con quattro slogan
contro il patriarcato o con un'educazione ideologica di stato.

Senza Dio non esistono bravi ragazzi o brave ragazze della porta accanto. Il male esiste, e non si sbianchetta con quattro slogan contro il patriarcato o con un'educazione ideologica di stato. Lo sappiamo per esperienza e negarlo è fingere ipocritamente, portiamo tutti nel cuore una ferita inferta dal demonio da dove, se non è curata con amore e verità, può uscire veleno capace di uccidere. Se Dio non cambia il cuore tutti possiamo tutto. E Dio non lo cambia cancellando la nostra libertà. Mette i brividi, ma è così.
Per questo l'educazione autentica è quella che permette alle persone di crescere e maturare imparando ad esercitare la propria libertà orientando le scelte verso la verità, il bello, il bene e la giustizia. Ma perché questo accada occorre che le persone, e quindi i nostri figli, siano messi dinanzi alla verità e alla menzogna, al bello e al brutto, al bene e al male, alla giustizia e all'ingiustizia, senza commistioni e annacquamenti. Compito arduo in questo tempo dove domina la dittatura del relativismo per cui tutto è fluido, relativo e virtuale.
E comunque, senza il Signore non possiamo fare nulla. Senza di Lui non possiamo amare nell'unico modo in cui si ama, ovvero quello che si traduce in dono e non in possesso, in libertà e non in schiavitù, nel perdono e non nel rancore. L'amore di Dio che sperimentiamo nel modo in cui Cristo ci ama e, vivo in noi, ci dona di amare.
* * *
Notate bene!!!
Nella foto si vede la sorella di Giulia, si lascia intervistare mentre indossa una felpa con un simbolo satanico, ed era solita postare foto in cui sfoggia i tipici simboli del satanismo (una croce rovesciata sulla fronte).
Dal profilo Instagram della sorella di Giulia. "Satana è luce", scrive.
Due sorelle molto diverse, a quanto pare. Ovviamente non si giudica dalle apparenze ma tutto ciò è davvero inquietante ...
E rende l'idea di come sta la nostra gioventù, spesso.
Preghiamo per l' anima di Giulia, per la sua famiglia, ma anche per questa ragazza, che sembra davvero persa nelle tenebre. Non considera l'omicida un mostro, responsabile personalmente, ma un "figlio della società patriarcale" che lei (e purtroppo non solo lei ma la cultura sinistrorsa dominante) detesta e contesta...
Le sette sataniche, purtroppo sono una realtà.
Vigilate sui giovani!!
Tutto immergiamo nel Sangue di Gesù.
PREGHIERA
Signore, Ti preghiamo di far scorrere sulle nostre anime il tuo Preziosissimo Sangue per fortificarle e liberarle per sempre.
Che ogni impedimento alla loro liberazione venga legato per l’eternità ai piedi della croce di Gesù.
Ti preghiamo anche, Signore, di far scorrere su tutti i fattucchieri, gli stregoni, i massoni, i mafiosi ed gli adepti di Satana il tuo Preziosissimo Sangue per renderli sempre più impotenti, e sul demonio per sterminarlo. Amen!

63 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma la chiesa 2.0 è tutta preoccupata dell'ecologismo altro che del peccato originale.

Anonimo ha detto...

L'allontanamento dalla fede e il crescente interesse per nuovi culti e filosofie, per l’esoterismo e il satanismo, per la magia e gli oroscopi si vanno intensificandosi nel nostro presente( San Paolo scrive nella prima lettera a Timoteo (4,1): "Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall'ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza"). Poi vedi la sorella della povera Giulia che indossa simboli satanici, quali croci al contrario, bafometto, pentacoli, fa dichiarazioni preconfezionate per rieducare gli uomini e molte porte restano aperte, come la manipolazione mentale o la possessione.

Anonimo ha detto...

«Bruciate tutto!»

Dunque, è solo una ragazza che segue una discutibile moda? Che predilige un certo genere musicale? Si presenta in televisione con una felpa con impressi stella capovolta e capro, proprio nel giorno del ritrovamento della sorella morta. E questo è già un messaggio per il pubblico. Che cosa dice? «Il mostro non è Filippo ma il patriarcato», «bruciate tutto!». Un nesso? Così sembrerebbe, se si considera che il patriarcato è la struttura stessa della Santissima Trinità e che Dio è Padre del Figlio. «Bruciate tutto!». É un programma, non un discorso funebre.

Anonimo ha detto...

Purtroppo se questi ragazzi/e non vengono subito ripescati, convertiti, sarà realmente un inferno per loro e per chi resta.

Anonimo ha detto...

Una società sana può tollerare una piccola minoranza deviata, ma una società deviata perseguiterà e schiaccerà una minoranza sana.

Anonimo ha detto...

Premesso di non essere ne psico-analista né criminologo bensì soltanto un vecchio che ha studiato e che possiede l'esperienza derivante dall'età, dopo aver udito da ieri -con riferimento all'ennesimo omicidio passionale- pseudo-esperti, politicanti, giudici, ministri e ulteriori ciarlatani tirare in ballo DI TUTTO ( la Costituzione / gli stipendi degli insegnanti / il patriarcato / la cultura dello stupro / le colpe collettive e ineludibili del genere maschile / l'insegnamento dell'affettività / l'educazione sessuale a bambini di 6 anni / et al. , neppure ideologie ma cascami delle stesse) e con poche rare eccezioni (e.g. Crepet), mi permetterei di dire quanto segue: 1) per similarità rispetto a casi consimili, la latitanza era DA SUBITO indice del fatto omicidiario, con l'assassino che vagava perso con un cadavere nel bagagliaio; 2) questo omicidio, come tipo-genere-specie, è indicativo di personalità immatura, liminare e disturbata, di egoismo patologico fino all'assassinio, nota e citata da sempre negli studi criminologici, ove il parossismo premeditato conferma la lucidità omicidiaria ( il figlio qualche elemento segnalativo l'aveva pur già manifestato, no? ); 3) in tesi generale (Crepet vi ha accennato semplicemente ma con esempi parlanti) ciò dipende dalla sub-cultura concessiva, permissiva, lassista, oggettivamente sinistrorsa diffusa negli ultimi decenni nella società, nella scuola, ma soprattutto in molte generazioni di genitori a seconda dei casi distratti-assenti-svogliati-deboli, e talora pure inesistenti o drogati; 4) aggiunto non di rado il praticato libertinaggio frutto dell'edonismo, dell'incredulità, dell'irreligiosità, e talora del propagandato ateismo, dunque in tesi generale della mancanza di ancoraggi valoriali oltre di quella educativa citata sopra. 5) Lascio infine i suggerimenti risolutivi ai veri filosofi sociali, conscio come tutti noi siamo della complessità del problema, e sperandolo tuttavia trattato in futuro da competenti e libero da ideologie ( e inoltre da interessi politico-partitici !).
Cit. Arnaldo T. Maria Canziani

Anonimo ha detto...

L'autorità paterna distrutta
dalle logge è una delle mostruosità
della società moderna.

Anonimo ha detto...

Per capire l'importanza del (mis)fatto, il risalto che se ne vuol dare, bisogna pensare alla strategia rivoluzionaria tesa a riplasmare l'essere umano in forma androgina.
Ecco che tutta la stampa di regime, le televisioni e i vari "esperti" scesi in campo vogliono all'unisono mettere fine al c.d. "patriarcato" (che già e' pressoché defunto), ma più ancora e soprattutto all'obiettivo ultimo, cioè la distinzione tra uomo e donna.
Si arriva sempre alla promozione dell'aberrante ideologia gender.
E qui, destra e sinistra, come dimostra la politica di alcuni governatori leghisti, pari sono, tranne la minoranza cattolica (quella apostolica romana soprattutto), che però non ha più il sostegno della gerarchia ecclesiastica.
E' un inferno, in sintesi, quello che stanno costruendo.

Gz

Anonimo ha detto...

la sorella è manovrata probabilmente (vedi articolo di Sallusti sul Giornale di oggi); temo che tenterà di seguire la strada politica della sorella di Cucchi (a sx ovviamente)

Clesinger 63 ha detto...

La ragazza uccisa e il fidanzato omicida avevano avuto una relazione "more uxorio". Non l'avessero avuta, avessero condotto un casto fidanzamento, tutto questo non sarebbe successo

Anonimo ha detto...


Nella presentazione dell'articolo si dice: "un'attenzione morbosa, necrofila, giacobina..".
Non capisco cosa c'entri il "giacobina". Un riferimento al giacobinismo storico sembra qui del tutto fuori posto.
A proposito di delitti passionali, che sempre ci saranno, è inutile illudersi. E sempre saranno condannati dalle leggi. Allora perché ogni volta questa levata di scudi in nome della retorica del "femminicidio"?
Le danno mai statistiche aggiornate? Risulta dalle statistiche che ci sia un'epidemia di "femminicidi" come si vorrebbe far credere?
Il discorso di fondo non lo fa comunque nessuno e cioè che questi delitti maturano anche nel clima torbido e corrotto delle nostre società, segnate dal morbo della "trasgressione", ostentata soprattutto dalle donne, nei loro prevalenti atteggiamenti.

Anonimo ha detto...

Uno della lega, un nome particolare che non ricordo, ha messo in evidenza l'attegiamento errato della sorella, ed è stato subito attaccato. Cosa centrino con l'omicidio, le cavolate che sul caso tocca subire, dall'accusa al patriarcato, all'intervento di Zan ... mahhh???

Silente ha detto...

Osservate l'abilità dei liberal-progressisti nel corrompere il linguaggio per usarlo come un'arma per modificare il senso delle parole, distorcere i significati, o inventarne di nuovi e quindi cambiare le mentalità, perché noi pensiamo con le parole e tendiamo ad accettare il senso che il mainstream impone alle parole stesse e quindi a noi. Ecco la miserabile espressione "mascolinità tossica", ecco la negativizzazione di un nobile concetto storico-sociologico come "patriarcato" (istituzione su cui, tra l'altro, si sono sviluppate le civiltà europee, le nostre civiltà europee), ecco l'immarcescibile e falsificante termine "femminicidio", inventato solo due decine di anni fa circa, obbrobrio lessicale, grammaticale e sociologico-penale, che ha lo scopo precipuo di demonizzare il grande nemico dei tempi moderni, il Grande Satana del Politicamente Corretto: l’Uomo Bianco, Europeo, Eterosessuale, Cristiano.
Parole ed espressioni che si aggiungono ad altre, come "maschilismo", "islamofobia", "omofobia", "gay", "migranti", "sessismo", "specismo" e molte altre inventate da "loro".
Se le usiamo, diamo ai nostri avversari un vantaggio perché accettiamo la loro imposizione di disvalori, la loro negazione dell'ordine naturale. Non dimentichiamo quello che scriveva Nicolás Gómez Dávila: “Chi accetta il lessico del nemico si arrende senza saperlo”.
Silente

Anonimo ha detto...


La prassi del vivere more uxorio da parte di coppie giovani sembra molto diffusa nelle nostre società.
Succede anche che la coppia, ognuno con il suo lavoro, viva nella casa dei genitori di uno dei due, come se fossero marito e moglie. Invece sono solo dei concubini, che copulano con gli anticoncezionali a meno che non decidano di avere un figlio, che sarà lo Stato a mantenere, con corteo di bonuses di tutti i tipi.
Si può immaginare un modo di vivere più immorale di questo?
E tutti questi genitori che fanno buon viso a cattivo gioco.
Anche da questo lato si degrada l'immagine della donna.
Donne che non hanno nessun rispetto per la verginità, che apertamente disprezzano, e quindi nemmeno per il senso del pudore e la decenza. Basta vedere come vanno in giro, seminude, quando arriva l'estate.
Magari ritornasse il patriarcato, quello vero, quello che riconosceva alla donna la sua autorità nell'ambito suo proprio, quello della famiglia ma giustamente non voleva donne tra i piedi nella società, nei traffici, negli eserciti...
La vera difesa delle donne consiste soprattutto nel fare le donne, come in passato: marito regolare, famiglia e figli. Come madre e moglie la donna viene ad esser protetta, anzitutto sul piano del costume. Certo, se le donne oggi vogliono vivere all'insegna della "trasgressione", cosa si aspettano?
Ma la di là dei discorsi, quali sono le statistiche effettive dei "femminicidi"? Ce le vogliono dare?
Secondo me un incremento di omicidi di donne non c'è.

Anonimo ha detto...

Quando un "caso" occupa tutti i notiziari per giorni, c'é dell'altro.
Sempre.

Anonimo ha detto...

Comunque, mentre noi ci distraiamo con cronaca nera e discussioni di costume, in Israele l'operazione di pulizia etnica continua.
Parzialmente fuori dai riflettori è quello che succede in Cisgiordania.
Mentre Israele utilizza le donazioni dei filantropi americani per radere al suolo Gaza, con la cruciale giustificazione che li si annida Hamas, nelle città di Jenin, Nablus, Tulkarem, ecc., dove Hamas non c'è, raid e incursioni si succedono ininterrottamente.
Si tratta di operazioni di sabotaggio di infrastrutture e strade, assassinio di civili, campagne di arresti, demolizione delle case, picchiaggio dei fedeli che cercano di pregare ad Al-Aqsa, ma soprattutto c'è il via libera della polizia agli attacchi notturni dei coloni.
L'obiettivo manifesto è di rendere la vita impossibile anche agli insediamenti in Cisgiordania, spingendo le persone ad emigrare, completando così l'operazione di pulizia etnica in corso nella striscia di Gaza.
E così mentre in Cisgiordania assistiamo a scenari quotidiani che fanno sembrare la "Notte dei Cristalli" nella Germania nazista una passeggiata, mentre a Gaza, con il sostegno del nostro paese e del giardino occidentale, abbiamo raggiunto i 13.000 morti​ (5.000 bambini), noi qui stiamo seriamente a proporre lezioni di "affettività e rispetto".
Quando la menzogna, l'incoerenza, il "bispensiero", l'ipocrisia sono diventati seconda natura, è finita, non c'è più niente da salvare.
Andrea Zhok

Stollerante ha detto...

Purtroppo l'ideologia annebbia le menti.
Il delitto dell'uccisione di Giulia è stato definito come omicidio di stato, ma omicidio di stato è l'aborto e l'eutanasia, che sono permessi e promossi.
Se poi si vuole incolpare di ogni cosa una fantomatica società patriarcale, intesa come una società che si baserebbe sul dispotismo dei padri padroni, siamo alla follia, perché non solo il termine patriarcato non significa quello che ci vogliono far credere, ma anche perché i padri di oggi spesso sono della consistenza delle lumache e non incidono sui figli, e le madri, per contro, spesso vogliono occupare anche gli spazi dei padri, riuscendo a fare male sia la madre, che il padre.
Al massimo si può parlare di maschilismo, che però si riduce a un vago senso di superiorità e a qualche battuta da caserma, ma anche le donne spesso dicono che i maschi non capiscono e fanno battute su di loro. La manipolazione, poi, esiste sia al maschile che al femminile. Siamo al delirio, ma questa è l'ideologia

Anonimo ha detto...

La cosa più triste è di vedere che nessuna potenza si oppone alla pulizia etnica, nessuna potenza alza un dito per contrastarla.

Anonimo ha detto...


Le cifre sui morti arabi di Gaza (13.000 di cui 5000 bambini) qualcuno le ha verificate? La fonte di queste cifre è Hamas,notoriamente non attendibile.
Gli Israeliani hanno scoperto sotto il famoso ospedale occupato un tunnel lungo 50 metri circa e profondo sino a 10 m. Non certo costruito per le esigenze dell'ospedale. Hanno mostrato le immagini.
Hamas nega, dice che si tratta di propaganda sionista.
La si può chiamare "pulizia etnica" se si vuole ma dopo l'attacco terroristico dell'Ottobre scorso, particolarmente feroce e devastante, Israele deve eliminare completamente Hamas, se vuole sopravvivere come Stato. Si tratta di un'esigenza militare imprescindibile.
Ma con i musulmani si tratta solo di tregue. Loro si considerano in guerra perenne (da condursi con tutti i mezzi, leciti ed illeciti) contro il resto del mondo, non musulmano. L'unica soluzione valida è quella della separazione completa tra noi e loro, è un suicidio lasciar sviluppare forti comunità musulmane all'interno delle nostre società.
Ma a Gaza gli arabi ci stavano da secoli. Giusto. Hanno ottenuto il diritto di esser considerati uno Stato. Ma perché hanno trasformato la striscia in una base permanente di attacchi terroristici su vasta scala contro Israele invece di viverci in pace?

Anonimo ha detto...


Giovane donna barbaramente uccisa dall'ex fidanzato, dunque.
Ma perché usare sempre in modo improprio il termine "fidanzato/a"?
Non era il fidanzato, l'assassino, bensì l'amante, con il quale la sventurata vittima aveva anche convissuto, secondo lo stile di vita corrotto dei nostri tempi. Il fidanzato, nel senso vero del termine, è una cosa, l'amante un'altra.
Sarebbe ora di reagire all'abuso di certi termini. I media usano il termine "fidanzato/a" anche in riferimento alle relazioni contro natura. Vedi come siamo caduti in basso.
Il fidanzamento era un tempo una cosa seria, fase di preparazione al matrimonio, con impegni anche formali.
Su questo recente delitto, si è pronunciato, leggiamo, anche l'allenatore della Nazionale di calcio, Spalletti, in senso ovviamente politicamente corretto. Ma perché non si occupa solo di calcio? Quello è il campo di sua competenza.


Anonimo ha detto...

Bisogna decidere se Israele può esistere o non deve esistere.Tutto il resto è guerra e propaganda.Se può esistere allora deve difendersi con ogni mezzo e con tutte le armi a sua disposizione .Se invece non deve esistere lasciamo fare agli arabi che son maestri nell'occupare territori ed a ridurli alla fame ,alla violenza ed all'ignoranza .Tutte cose che i nostri giovani universitari corrotti da idee stupide e pericolose e fiaccati da droghe e promiscuità sessuale auspicano per il futuro del nostro paese.

Anonimo ha detto...

l'obnubilamento delle capacità analitiche è più che comprensibile e giustificabile in una persona ferita profondamente dal dolore, non lo è in coloro che si impancano a maestri senza alcuna cognizione della realtà del passato remoto e prossimo nonché di quella presente. L’assassinio di Giulia non è colpa del patriarcato, come ripetono i giornali. È frutto del presente, della fragilità, dipendenza, solitudine e insicurezza dei ragazzi e degli adulti di oggi: il mondo crolla loro addosso se si sentono abbandonati

Catholicus.2 ha detto...

“Con sconcertante semplicità, asportiamo l’organo e pretendiamo la funzione.
Facciamo uomini senza cuore e ci aspettiamo da loro virtù e intraprendenza.
Ridiamo dell’onore e inorridiamo nel trovare traditori in mezzo a noi.
Castriamo e vogliamo che il castrato sia fertile”

C.S. Lewis, “L’abolizione dell’uomo” (Regno Unito, 1943)

Anonimo ha detto...

Infatti, di quel che accade in Cisgiordania non se ne parla. Condivido con tutto il cuore il suo commento.

Da Fb ha detto...

"Da questa idea, che l'uomo è buono per natura ed è colpa della Società che lo corrompe, capite qual è l'anello mancante del ragionamento? Che se io cambio la Società renderò l'uomo felice. Creerò il Paradiso sulla Terra. Basta cambiare la Società, basta avere un sistema educativo efficiente e finalmente daremo la Pace al mondo. Da questo principio, applicato, sono venuti i disastri del '900. Quando vuoi fare con questi presupposti il Paradiso sulla Terra inizia l'inferno [...]
Ignorare che l'uomo (non la Società) ha una natura Ferita, incline al male, è causa di Gravi errori nel campo dell'educazione, della Politica, dell'azione Sociale e dei Costumi"

Cit. "Nati guasti" di Maurizio Botta

Affatto strano che quello stesso bias disastroso si ritrovi alla base del pensiero attuale, come di quello novecentesco, e che continui a causare disastri che andiamo attribuendo a questo o quel modello di Società invece che alla sua vera causa, ovvero una ferita nella natura umana che solo in un modo o in un Incontro trova lenimento.

Anonimo ha detto...

La Cisgiordania interessa a nessuno, e nessuno si azzarda a dire qualcosa contro l'operato bellico israeliano, i morti pare siano più di 20.000, in poco tempo hanno superato le morti di civili in UA, la giornalista che aveva gridato 'Macellai taglia teste' ha ritrattato, i bambini erano sì morti in azioni di guerra, ma erano interi, degli Yemeniti, Armeni, Birmani, Siriani, Libanesi et alii, massacrati, cacciati a forza dalle loro case, frega niente a nessuno, quanto alla povera Giulia, riposi in pace, i femminicidi in Italia sono molti di meno di quelli che avvengono in Nordeuropa nei cosiddetti paesi 'civili' e negli USA, pare siano lo 0.38% degli omicidi, solo Lussemburgo ne annovera di meno, è tutta una messa in scena per sviare l'attenzione dalla spaventosa crisi economica e politica che fra poco ci travolgerà, estote parati.

Anonimo ha detto...

"Bisogna decidere se Israele può esistere o non deve esistere.Tutto il resto è guerra e propaganda.Se può esistere allora deve difendersi con ogni mezzo e con tutte le armi a sua disposizione "

Passaggi come questo, fanno emergere il succo del discorso: l'ecccezionalismo proiettato sullo stato di Israele. Ciò viene fatto non solo dai sionisti, ma anche dai Cristiani (di solito di impronta evangelica). Si noti che discorsi come questi non vengono fatti con una tale veemenza quando si tratta di altri stati. Per Israele valgono strutturalmente altre regole.
Qui, in realtà, vengono proiettate su una realtà umana troppo umana, desideri ed ansie di carattere escatologico. C'è da avere paura...In ogni caso non è la posizione tradizionale.

Roberto

Anonimo ha detto...

Titolo del Corriere: "Meloni contro Gruber: «Io espressione di una cultura patriarcale? La mia è una famiglia di donne»"

Diciamoci la verità, Meloni è allineata in tutto.... A volte mi chiedo se il suo successo così esplosivo sia stato pilotato...

Roberto

Anonimo ha detto...

Sto cercando di leggere i libri storici del Vecchio Testamento, impressione superficiale: nei fatti, non sembra che sia cambiato molto da allora, violenza e violenza, le armi sono diverse, gli effetti uguali, morti in abbondanza. Ho sempre ritenuto la violenza, ogni violenza anche la mia personale, una malattia, personale appunto. La violenza è una impotenza interiore. Molti anni fa assistetti ad un piccolo scontro tra due macchine, i due autisti uscirono, ognuno dal suo abitacolo, inviperiti, urlanti e gesticolanti, il traffico si fermò ed i passanti anche, tutti ammutoliti impietriti, i due cominciavano a spintonarsi nel gelido silenzio degli astanti, quando dalla porta posteriore di un taxi uscì un signore che si diresse verso i due litiganti, calmo, non so cosa disse loro, vidi le sue mani posarsi con garbo sulla spalla dell uno e dell altro ora i tre parlavano come vecchi conoscenti, ognuno ritornó nella sua macchina, il capannello di persone si sciolse, il traffico delle auto riprese il suo ritmo mentre i due si scambiavano i reciproci dati. L unico, interiormente realmente, forte fu il signore che scese dal taxi tutti ne restammo, in silenzio, ammirati.

Anonimo ha detto...

Con il, conosci te stesso, dovrebbe essere segnata l adolescenza, se si facesse con calma la filosofia, senza correre, puntando all apertura della mente piuttosto che affastellarvi il troppo o non nutrendola affatto. Gli errori pedagogici gli adulti iniziano a farli con il neonato. Bisognerebbe insegnare ad essere marito ad essere moglie, ad essere padre ad essere madre. Invece si va alla ventura. Perché non ci sono gli esempi. E la donna fuori casa si è rivelata essere una iattura. Un amica terapeuta mi ha detto che la donna che sta a casa deve prepararsi ad essere tradita... mah! Può essere vero anche il contrario. Il fatto è che la goduria è stata posta al primo posto e Gesù Cristo fuori della porta. Possiamo scrivere all infinito,ma se non c è Lui tutto è vano.

Anonimo ha detto...

I nostri travisamenti: l'erezione maschile è manifestazione legata in modo preponderante al sistema nervoso, paura, imbarazzo per i motivi più vari possono esserne la causa, anche nei bambini.Sono gli adulti che fanno commenti impropri, mettendo in risalto situazioni che dovrebbero passare inosservate. Una mamma era in bagno con suo figlio, lo stava sgridando, si accorse della erezione e disse al figlio: tira giù! E il poverino rispose: Non ci riesco. Trovo questi commenti di critica, come quelli di lode sulla sessualità veramente invadenti. Irrispettosi. Non sappiamo se, cosa, come ricorderà il bambino. Siamo noi adulti che non capiamo quando è tempo di parlare e quando di tacere.

Anonimo ha detto...

Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.
Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis,
Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen.

Anonimo ha detto...

Per la povera Saman nessuno scese in piazza e lì il patriarcato (un patriarcato selvaggio, però) c'entrava, eccome!
Femminicidi di serie A e femminicidi di serie B

Anonimo ha detto...

Una chiave di lettura alternativa rispetto alla solita:

«La patologia di chi ha ucciso Giulia Cecchettin non si chiama patriarcato. Il problema è molto più serio». I “mea culpa” degli uomini, le leggi, i corsi a scuola «non sono risposte feconde di cambiamento, si ha paura di andare a fondo della questione: il rapporto senza alterità. Sempre più grave e diffuso».

Alcuni stralci dell’intervista di Caterina Giojelli a Vittoria Maioli Sanese da oltre cinquant’anni cintura nera di relazioni uomo-donna e genitori-figli

«Mi ha colpito la totale difesa dei genitori del ragazzo, il "nostro bravo ragazzo", che ripetevano "non capiamo come possa essere successa una cosa del genere", "non aveva dato mai nessun problema". Perché era evidente fin dall’inizio che il loro ragazzo era l’autore di un delitto. Questa impossibilità di affrontare la verità dice che per anni i genitori hanno censurato, o non sono stati capaci di vedere, tutti i segnali che probabilmente il ragazzo mandava, oppure che li hanno visti senza capirne la pericolosità. Ma per arrivare a un omicidio significa che è in corso una patologia molto importante».

D: Sui giornali è stato dato un nome a questa “patologia”: Filippo ha ucciso perché è un uomo, lo dicono gli uomini stessi.

Allora gli uomini, e coloro che scrivono che il problema sono gli uomini, ancora una volta non hanno capito il problema. Non hanno capito che l’uccisione di Giulia e quella di altre donne prima di lei costringe a rispondere a domande di fondo. E cioè: cosa vuol dire essere uomini? Dove si esprime la nostra mascolinità? Chi è la donna per noi? In questo clima saturo di prese di posizione sul femminicidio iniziano a comparire delle domande molto serie, ma se vengono sistemate con i «non capiamo come possa essere successo» o i «mea culpa» generalizzati, come se tutti gli uomini potessero diventare un Filippo, allora non cambierà nulla. Perché queste non sono risposte feconde di cambiamento. Sono risposte che accomodano le coscienze invece di portare a guardare il nocciolo della questione: come stiamo trattando il nostro “umano” oggi.

D: Lei pensa che l’annuncio immediato di una legge, l’inasprimento delle pene, la guida per riconoscere “i segnali spia”, i corsi su affettività e sessualità cambieranno la situazione?

Io penso che gli annunci siano la conferma di come andiamo alla ricerca di soluzioni immediate e mai prese dal “dentro di sé”. Mi riferisco alle soluzioni demandate a Stato, politica, magistratura. Possiamo fare tutte le leggi del mondo, ma se manca il passaggio dentro di sé, il cambiamento della persona, non succederà nulla di significativo. Perché trovare la risposta chiude la persona, trovare le soluzioni chiude, chiude sempre. Il cambiamento nasce dal mantenere viva la domanda, dalla ricerca, dall’andare a fondo. Sembra che oggi in Italia si abbia paura di andare a fondo del problema, che ci si accontenti di come viene “letto” il problema. Un problema molto più serio di quanto lo percepiamo se crediamo bastino i corsi a scuola per affrontarlo.

Anonimo ha detto...

...segue
D: Perché la protezione non è un sentimento genitoriale?

Perché comunica al figlio una falsità totale: a te, figlio, non deve succedere nulla. Non deve succedere una sgridata degli insegnanti, non deve succedere che una ragazza ti dica di no. Devi stare bene. Sicuramente è molto pericoloso che la famiglia sia diventata il luogo del benessere mentre la tecnologia, la rete, i nuovi media si sono impossessati del potere di dire al ragazzo chi è, e chi sarà l’uomo che deve diventare. Ogni rapporto porta con sé la domanda: chi sei tu per me? Soprattutto quello uomo-donna. Ma la risposta per le nuove generazioni è stata appaltata e affidata a internet. A una “intelligenza artificiale” deturpante l’umano. Io mi stupisco sempre di come i genitori non si accorgano di questo, travolti dalla paura di far sentire i propri figli diversi dagli altri, che possiedano meno degli altri, che debbano affrontare più dolore o fatica degli altri. Questo dice molto dell’incapacità dei genitori di affrontare la sconfitta e la frustrazione. Ma la protezione è un velo che nasconde tutto ciò che lievita prepotentemente dentro il cuore e la mente di un ragazzo. Fino a diventare patologia.

D: Molti stanno invitando i genitori di figli maschi ad educarli, rieducarli, al rispetto delle donne, propongono linee guida, letture.

Io mi rifiuto di dire ai genitori che cosa devono fare, perché l’educazione non si fa con i princìpi, ma dentro un rapporto vivo. Siamo abituati a ritenere il nostro pensiero e il nostro giudizio assoluto, senza ricercare un punto di riferimento e di confronto, senza sentire l’esigenza di dialettizzarlo con qualcuno. E la scomparsa di questa esigenza di confronto credo sia uno dei frutti del narcisismo di cui parlavamo prima. Certamente dovremmo rispondere a questa domanda: nella nostra famiglia si esercita la dignità? Si ha la coscienza della propria dignità? Questa è una domanda fondamentale. Perché io vedo nella sparizione di un’esperienza di dignità in famiglia l’impossibilità per i ragazzi di riconoscerla. Ogni intervento fatto a scuola, o nell’adolescenza, resterà un intervento intellettuale se la dignità non si è fatta esperienza e carne quotidiana in famiglia. A cosa serve “capire” che si devono rispettare le donne se non si è fatta esperienza di questo rispetto? Il cambiamento non può che essere dato dall’unità di mente e cuore con la vita quotidiana: in una parola, dall’esperienza di un altro accanto a noi.

Anonimo ha detto...

L'odio per il patriarcato è l'odio mascherato verso Dio Padre. La follia di questa società che, eliminando Dio padre e con lui il padre, pretende di instaurare una fraternità di rivoluzionaria memoria, libera ed egalitaria. Ma senza Dio Padre gli uomini si trasformano in fratellastri di menzogna, senza identità, orfani condannati a mendicare vita gli uni dagli altri, senza mai saziare la fame inestinguibile d'amore.

È questa una generazione che sorge dalla più grave delle mancanze, figlia del taglio violento con il proprio Padre, fonte unica di vita e amore.

Solo l'annuncio della riconciliazione con Lui realizzata sulla Croce da Gesù suo figlio salverà gli orfani di questa generazione.

Solo partecipando di questa riconciliazione torneranno di nuovo ad essere adottati come figli, finalmente liberi per amare i propri fratelli.

Anonimo ha detto...


"Non si difende con veemenza il diritto all'esistenza degli altri Stati", lo si fa solo con Israele.

Ma nel caso degli altri Stati, nessuno ne nega il diritto all'esistenza. Invece nel caso di Israele la gran maggioranza dei Paesi musulmani negano questo diritto e vorrebbero distruggerlo. C'è una differenza, no?
Non è questa la posizione "tradizionale", si legge? Che significa? Quale sarebbe la "posizione tradizionale", di quale tradizione? quella di un ben noto antisemitismo, che vorrebbe veder sparire lo Stato di Israele?
I critici della politica e della condotta di guerra israeliana non notano mai le colpe di Hamas in tutto questo: il modo subdolo e vile di combattere di questi terroristi, che occultano le loro basi in mezzo alla popolazione civile, coinvolgendola inevitabilmente nelle rappresaglie del nemico.
Con l'ebreo un modus vivendi l'abbiamo trovato per tanti secoli, per quanto difficile sia il rapporto tra noi e loro, anche sul piano umano.
Con il musulmano la cosa si è rivelata impossibile. Quando i normanni presero la Sicilia un gran numero di arabi siculi fuggì in Tunisia, una parte consistente rimase e organizzò all'interno della Sicilia una guerriglia che durò a lungo. Alla fine Federico II di Svevia, imperatore, vi pose fine trasferendoli a Lucera e inquadrandoli nel suo esercito. Rimasero sempre musulmani e dopo la morte di Federico furono sterminati dai locali.
Lo stesso per i moriscos di Spagna. Molti fuggirono in Africa, molti rimasero e si convertirono (all'esterno) ma rimasero collegati con in confratelli in Africa del Nord, grazie alla pirateria musulmana che ifnestava anche le coste spagnole. Era una quinta colonna che attendeva lo sbarco dei turchi e dei barbareschi per insorgere. Questa strategia di ampia portata fu rovinata dalla resistenza di Malta, rivelatasi imprendibile (1566), che i turchi e barbareschi dovevano prendere, per potersi espandere nel Mediterraneo Occidentale. I moriscos furono poi cacciati dalla Spagna.
Visti gli ultimi assalti omicidi musulmani a Lione?
Invece di augurarsi l'estinzione di Israele, pensiamo a come respingere l'invasione musulmana.

Anonimo ha detto...

VIVA IL PATRIARCATO! (Quello vero)
Io, si può dire, sono cresciuto nel patriarcato: mio papà era patriarcale e i miei nonni erano patriarcali. Anche mia mamma e le mie nonne, si può dire che avessero questa mentalità. Ciò che io ho assorbito da questa educazione è il rispetto: rispetto per i genitori, per i più anziani, per la donna, la protezione per la famiglia, i bambini, i deboli, malati, disabili. Ogni brutta parola era uno scappellotto, ogni mancanza di rispetto un sonoro rimprovero.
Quando davano notizie del genere, infatti, la prima cosa che mio padre diceva era: «Ma quisti sire nu ne tenenu?» (ma questi un padre non ce l'hanno? - perché padre in leccese si dice sire, proprio come il re). Indicando con questa frase che l'educazione ricevuta da questi nelle loro famiglie fosse stata carente e i padri assenti. Mio padre non lo avrebbe detto in questi termini così "alti", ma il concetto lo aveva ben chiaro in testa, come lo avevano ben chiaro i nostri vecchi.
A questi criminali, dunque, è proprio il patriarcato (quello vero e genuino, non la caricatura di cui si parla in questi giorni), che è mancato. Questi criminali sono stati educati dai media, dai giornali, dai film: è questa la realtà. Sono stati educati a pensare che ogni capriccio è diritto, che è bello essere guidati unicamente dal ventre e dai genitali. Un esempio celebre è quello di Alessandro Serenelli che uccise S. Maria Goretti: quando molti anni dopo l'evento funesto ebbe cambiato realmente vita e uscì dal carcere, fu egli stesso ad ammettere che furono i cattivi giornali e i cattivi libri ad averlo abbrutito fino al punto di arrivare ad accoltellare una bambina che non si piegava a ai suoi insani desideri.
Quindi, cari amici giornalisti, registi, attori e strimpellatori d'ogni genere, non colpevolizzate il patriarcato, perché i colpevoli siete voi.
Io non sono Filippo Turetta, perché Filippo Turetta è opera vostra.

Anonimo ha detto...


Meloni integrata al sistema perché ha detto che la sua è stata una famiglia di sole donne?
Non faceva propaganda alle madri singole, si limitava ai fatti dal momento che suo padre non si comportò come avrebbe dovuto, abbandonò tutti e la famiglia fu tenuta in piedi dalla madre.
La vittoria di Meloni sarebbe stata "pilotata"? E da chi, di grazia?
Meloni non ha vinto da sola, ha vinto una coalizione di CD nella quale c'era anche il suo partito, come partito principale.
Sempre la mania di spiegare tutto con i complotti.
Quasi mai un'analisi politica degna di questo nome.

Anonimo ha detto...


Educare e rieducare chi?
Dicono, lo dicono ad ogni delitto passionale:
i maschi, i giovani devono essere educati al rispetto delle donne.
Giusto. Ma di quali donne? Come si fa a rispettare donne che, per restare all'estetica, ad ogni estate sciamano per le città con l'ombellico di fuori e adesso anche calzoncini assai corti di lastex, come quelli dei ciclisti professionisti, aderentissimi in modo da mettere nel massimo rilievo le natiche e il pube...
Rispetto, voi dite? Certamente, dobbiamo rispettare tutti, anche le svergognate che infestano le nostre città o invadono instagram con le loro foto più o meno discinte cercando appuntamenti con sconosciuti...
Ma la rieducazione cominciamo a farla a tutta questa popolazione femminile, sempre più via di testa. Rieducazione al senso della modestia e del pudore, tanto per cominciare.
Incidentalmente: in questi delitti, l'assassino non avrà agito anche sotto l'effetto di qualche droga? Questo è un aspetto del quale non si parla quasi mai.
I costumi sicuramente migliorerebbero se si cominciassero a colpire duramente gli spacciatori di droga.
Ed infine, che ci diano statistiche veritiere sugli omicidi di donne.

Anonimo ha detto...

Educare all’affettività? Si educa alla responsabilità, all’impegno, al sacrificio, al dovere, al rispetto, alla rinuncia, al dolore, alla vita come alla morte. Si educa che nulla è dovuto, che l’erba voglio non cresce neanche nel giardino del re. Si educa ad affrontare le difficoltà non a sfuggirle, si educa a mangiare ciò che c’è in tavola non solo ciò che piace, ad applicarsi con metodo e disciplina, si educa il corpo ma anche la mente perché un corpo sano in una mente debole è solo un contenitore vuoto e fragile. Si educa ad aspettare con pazienza il proprio turno, a capire che non siamo “solo noi”, che tutti siamo importanti ma nessuno indispensabile, a concepire il proprio prossimo non un trampolino di lancio ma un’occasione di crescita. Si educa a subire disfatte, brutti voti, disavventure, separazioni, disgrazie ma anche a vivere eventi lieti. Si educa a non considerarsi il reuccio o la regina di casa, a capire che il mondo non gira intorno a se stessi. Si educa a fare silenzio quando è necessario, a non masticare la gomma quando si entra in chiesa, a rispondere alle domande che arrivano, a non rispondere quando non serve, in ogni caso aspettando che maturi la giusta riflessione. Si educa a portare rispetto per le persone anziane, a curarle, a non farle sentire sole, a non abbandonarle in case di riposo. Si educa ad aiutare chi è in difficoltà, ad ascoltare con attenzione perché c’è sempre qualcosa da imparare anche quando non si è d’accordo. Si educa al coraggio, che la vita non è un pranzo di gala, a non considerare diritto la genitorialità ma un dono un grande dono, a lasciar perdere il cellulare quando si è con altri, a chieder scusa quando è necessario. Si educa a sopportare il dolore, quello fisico e quello morale, a pensare che non esiste il diritto alla felicità, a non pensarsi onnipotenti, a capire che si ha valore per ciò sappiamo dare non per quello che prendiamo. Si educa a non pretendere, a lottare contro ogni sopraffazione, a combattere con audacia il potere che opprime, a non frignare per ogni piccolo graffio o dispiacere, a fare anche ciò che non piace, a mandare giù il boccone amaro quando non se ne può fare a meno. Si educa a considerare normale che ci sia un papà e ci sia una mamma, a pensare che non sia normale che un maschio possa essere femmina e viceversa, a considerare il sesso non come divertimento ma incontro di due corpi che si amano. Si educa il maschio a essere virile e che non tocchi una donna neanche con un fiore, la femmina a non imitare il maschio perché maschio e femmina sono mondi diversi anche se complementari. Si educa a riconoscere la menzogna anche quando si traveste di verità, a riconoscere il lupo anche quando si mostra nelle sembianze della pecora, a riconoscere le infinite risorse che sono dentro di noi. Si educa al buon senso non al senso comune.
Cit. Antonio Catalano

Anonimo ha detto...

Sono orgoglioso di essere maschio, bianco, cattolico, sessualmente normale.
Peggiori delle femministe ci sono soltanto gli ominicchi che come i Tajani e i Pelù chiedono scusa di essere maschi.
Il femminismo, nel suo delirio di evirazione del maschio e di mascolinizzazione della femmina, è uno dei peggiori veleni ideologici prodotti dalla modernità.
Bisogna insegnare ai giovani maschi ad essere veri uomini. E quindi ad essere leali, coraggiosi, responsabili, onesti, disinteressati, sempre rispettosi verso la donna. Invece il pensiero unico li vuole fluidi, sottomessi, conformisti, viziosi, capricciosi e codardi. Dei vili, proprio come quelli che le donne le ammazzano.
Se il "patriarcato" è il ritorno alle virtù del cavaliere cristiano, onesto, coraggioso e indomito, allora evviva il "patriarcato".
Lo rivogliamo, lo pretendiamo.
I veri uomini non si vergognano mai, come Tajani e Pelù , di quello che sono. Si può chiedere scusa di quello che si fa, quando si sbaglia, mai di quello che si è.
Insegniamo ai nostri giovani l'orgoglio di essere veri uomini e vere donne. Cioè il contrario di ciò che insegna l'idologia dominante.
Martino Mora

mic ha detto...

La famiglia è la base del progetto del Signore e le forze del male stanno concentrando tutto il loro potenziale per distruggerla perché sanno che distruggendo la famiglia verranno scosse le basi del progetto divino.
La guerra del Maligno contro il Signore è la sua guerra contro la famiglia, e la guerra del Maligno contro la famiglia è il fulcro della sua guerra contro il Signore, perché la famiglia è l’immagine di Dio, dall’inizio della creazione di questo universo.
Il Maligno si sta concentrando sulla distruzione della famiglia, la base del progetto di Dio.
Custodite le vostre famiglie e tenetele lontane dagli schemi del Maligno attraverso la presenza di Dio in loro. Proteggetele e custoditele mediante la preghiera e il dialogo, la comprensione e il perdono reciproco, l’onestà e la fedeltà, e soprattutto l’ascolto.
Ascoltatevi con le orecchie, con gli occhi, con il cuore, con la bocca e con i palmi delle mani e tenete il fragore del rumore del mondo lontano da casa vostra perché è come una tempesta furiosa e un’onda violenta – una volta entrate in casa spazzeranno via tutto e disperderanno chiunque. Preservate il calore della famiglia, perché quello del mondo intero non può compensarlo.

S. Charbel Makhlouf

Anonimo ha detto...

Inutile giraci intorno, con uscite come quelle del corriere, Meloni mostra chiaramente di condividere l'analisi presentata. Il patriarcato è il problema, solo, lei se ne chiama fuori in virtù del suo esser donna ed essere cresciuta con donne. In questo modo cementa il problema.

Roberto

Anonimo ha detto...

Nessuno qui è pro-Hamas ma la guerra d'Israele non è la nostra guerra.Israele non è l'avanposto della Cristianità. Faccio inoltre notare che l'azione di Israele potrebbe causare una valanga di profughi in direzione Europa.

Roberto

Anonimo ha detto...

Giuliano Guzzo
Ci dicevano che il Male e Bene non esistono - ci sarebbero solo il male e il bene «secondo me»; che devi fare «ciò che ti senti» - doveri, questi sconosciuti; che bisogna spassarsela - e basta vincoli e regole morali: bleah, robaccia borghese, vade retro.

Però oggi ci spiegano tutti preoccupati che qualcosa occorre fare, perché tira una brutta aria e c'è una gran emergenza educativa.
Ma dai.

Anonimo ha detto...

Francesco Agnoli
Ci vogliono più PADRI, non meno

Tutte le indagini fatte per decenni nelle carceri americane indicano che i violentatori e i violenti per lo più sono senza padre, con un padre assente o con un padre violento.
Il famoso paradosso nordico ci ricorda che nei paesi nordici, dove maggiori sono la disgregazione familiare e sociale, così come i corsi ideologici sulla sessualità (forse come tentativo, vano, di ovviare alla disgregazione), le violenze e gli stupri sono di più che nei paesi mediterranei di cultura, un tempo, cattolica.
Al di là delle paroline come "patriarcato" che permettono all' ideologia di creare un nemico tanto invisibile quanto pervasivo, ciò di cui abbiamo bisogno, concretamente, è di più padri: di padri che sappiano dare il buon esempio, che mettano la famiglia davanti al lavoro, che sappiano educare, che sappiano dire di sì ma anche di no, che insegnino ai figli rispetto, responsabilità, fedeltà al dovere, capacità di accettare le sconfitte ecc.

Catholicus.2 ha detto...

Edonismo, individualismo, violenza, pornografia,
Altro che patriarcato!

Anonimo ha detto...


# Roberto

Che Meloni condivida certe idee del femminismo, non lo scopriamo oggi.
"Patriarcato", come simbolo di mentalità retriva e misogina, è diventato oggi una specie di parola d'ordine, una delle tante imposte dal politicamente corretto (e non da oggi, a ben vedere). Tutti si affrettano a dire che non appartengono ad una famiglia patriarcale, oggi. (Oggi il modello è la famiglia matriarcale ma senza figli, a sfondo saffico o single mother riccamente mantenuta dallo Stato, vedi un po' che bellezza).
Però, nel caso concreto suo, che è stato quello di una famiglia lasciata dal padre uccel di bosco in gestione alla sola madre, per così dire, non aveva torto (di fronte all'accusa ridicola di essere "patriarcale") di ricordare che era cresciuta in una famiglia di sole donne (madre e parenti femminili varie, suppongo).
Circa il voto a Meloni supposto "pilotato", si tratta di una constatazione palesemente assurda.

Anonimo ha detto...


# La guerra di Israele non è la nostra guerra.

Ai critici di Israele per partito preso : ma dopo un assalto devastante e crudele come quello portato da Hamas il 7 ottobre, Israele cosa doveva fare? Porgere l'altra guancia?
Si cerchi di dare una risposta onesta a questa domanda, per favore.

Circa la possibile connessione tra l'esistenza dell'attuale Israele e i tempi finali. Che ci sia un significato escatologico in quest'esistenza, la cosa viene in genere liquidata, in ambito cattolico, come una fantasia tipica di certe sette protestanti, soprattutto americane.
Di sicuro, Israele combatte per se stesso e non ha nessuna particolare simpatia per i cristiani; anzi, le autorità israeliane devono in qualche modo tenere a freno gli ultraortodossi, che sembrano sempre più ostili ai cristiani.
Tuttavia, la questione non è così semplice. Quando san Paolo ci rivela il grande mistero della conversione di Israele, lo si è sempre inteso il fatto come conversione finale di "tutto Israele". Logico pensare che gli ebrei avrebbero in qualche modo (ri)costituito una società o uno Stato ebraico. La frase disan Paolo va messa in relazione alla profezia di Cristo sulla fine di Gerusalemme, quale castigo per il suo rifiuto del Messia. La città sarebbe stata distrutta, i suoi abitanti massacrati e condotti schiavi in mezzo a tutte le nazioni "e Gerusalemme sarà calpestata dai Gentili, finché i tempi dei Gentili non siano compiuti" (Lc 21, 23-24).
Come intendere quest'ultima riga? Sembra logico in questo senso: una volta "compiuti" i tempi dei Gentili, G. non sarebbe più stata calpestata da loro. Sarebbe dunque tornata agli ebrei, ancorché tutt'altro che convertiti a Cristo?
Insomma: sappiamo che la Chiesa lascia liberi nell'interpretazione delle profezie contenute nei Testi Sacri. Questo testo, come quasi tutte le profezie, non è facile. Se l'interpretazione qui proposta come annuncio indiretto del ritorno futuro di G agli ebrei, non è giusta, qual'è allora l'interpretazione giusta?
Suggeritene una voi. Intanto, che può significare "compimento dei tempi dei Gentili"? Si riferisce solo al dominio materiale dei Gentili (turchi e arabi inclusi) su Gerusalemme o in senso più largo alla predicazione del Vangelo su tutta la terra, cosa ormai compiuta?

Anonimo ha detto...

Della lotta contro la famiglia si è già detto, ma nello specifico bisogna guardare la femmilinizzazione del maschio e la mascolinizzazione della femmina, sono queste due figure che devono essere snaturate, in quanto uomo e donna sono portatori di forze primigenie che devono essere depotenziate per entrare nel recinto della mandria umana richiesta dalla agenda 2030. È come se si volesse sterilizzare il corpo, l anima, lo spirito di entrambi affinché non diano più i frutti del corpo, dell anima dello spirito di ciascuno di loro, del maschio e della femmina. Questo lungo percorso di sterilizzazione, di ibridizzazione, di abbattimento delle bestia umana probabilmente è nato in paesi usi ad ibridare le razze animali, a sterilizzarle, a sopprimerle. Purtroppo penso alla Gran Bretagna, che tanto ama gli animali, ma che forse li ha studiati troppo e nella maniera sbagliata e con fini sbagliati. Non dimentichiamo che la Massoneria è nell UK una potenza che ha plasmato sia gran parte della classe alta e media sia ha ispirato tante leggi liberalissime e non per interessi diversi. Quindi maschio e femmina Dio li creò, ma l essere umano scientista li osserva li studia, li usa come cavalli a cui mettere il morso, da portare in battaglia, all ippodromo, oppure come stallone e fattrice, o da sterilizzare se da tiro oppure da abbattere e portare in tavola in bistecche. Qualcosa di simile attende il maschio e la femmina Creature che Dio creò, prima di tutto confondere la loro mente, annacquare il loro cuore ed ibridare il loro sesso.

Anonimo ha detto...

E' mancata , meglio e' stata deficitaria, la formazione morale e spirituale della persona.

Anonimo ha detto...

Il vero problema non è l'eccesso di mascolinità ma proprio l'opposto: ce n'è troppo poca. A furia di fare ponti d'oro a tutti i castrati effeminati, oggi ci ritroviamo senza i veri maschi. Di cui c'è sempre stato, c'è sempre e ci sarà sempre bisogno.

Anonimo ha detto...

Mercoledì 22 novembre 2023 – ore 9.55

È davvero insopportabile la strumentalità della gestione della recente nota vicenda di cronaca nera. Sembra che le truppe cammellate del pensiero globalista a trazione arcobalenica non aspettassero altro e così via al profluvio di banali quanto inconsistenti interventi tesi a illuminare che ci troviamo nel pieno di un’emergenza tardo patriarcale in costante minaccia esistenziale del mondo femminile. Salvo poi scoprire grazie a fonti statistiche per niente di parte che guarda caso la nostra disprezzata Italia è all’ultimo posto nella triste graduatoria degli omicidi femminili, ampiamente superata dai quei paesi nordici nei quali vige ormai da tempo la cosiddetta educazione sessuale. Sorge quindi il legittimo dubbio che tutta questa cagnara voglia sfruttare la ben pilotata onda emotiva (quando mai serve la razionalità per analizzare fatti di costume per non parlare di fatti politici) per introdurre dalla finestra quello che si era cacciato dalla porta: la cosiddetta educazione all’affettività in marca ellegibitì che, nonostante non sia stata approvata la proposta di legge Zan, in molte realtà scolastiche è comunque purtroppo attiva. Possiamo fare ampi e dotti ragionamenti, per esempio provare a far riflettere che qui non c’entra nulla il caro estinto patriarcato, che semmai le forme della violenza criminosa appartengono a una contemporaneità fatta di sfilacciamento sociale, di degradazione di ogni forma di vita associativa solidaristica, di annientamento della famiglia “tradizionale” dipinta come il luogo peggiore che si possa immaginare, insomma della riduzione dell’individuo a cellula isolata sulla quale catapultare modelli di vita globalizzati e iper moderni, no non serve a niente se non a dare ancora più spago ai servi del pensiero globalizzato per farsi definire retrogradi difensori di un passato colpevole. Solo per inciso, perché il tema meriterebbe ampia trattazione, come mai tanta cagnara non si è alzata per esempio sull’efferato crimine di Saman rea di non volersi sposare col proprio cugino? Evidentemente in quel caso, come in tanti altri casi del genere, andavano in corto circuito le categorie proprie di un pensiero talmente debole quanto infido. Il fatto davvero triste è che l’uomo contemporaneo di questa decadente parte del mondo si trova sempre di più a vivere in una disperante bolla di fragile solitudine. Ieri sera ho visto il bel film “Il mio amico Eric” di Ken Loach, nel quale la forza collettiva della comunità di appartenenza (lavoratori delle poste e tifosi del Manchester) riesce a dare forza a un uomo distrutto dalla crisi coniugale per mettere a tacere la violenta prepotenza di un losco figuro. Ecco, tutte queste menate non nascono dal giusto sentimento di rafforzare la capacità di resistenza alle prepotenze ma solo dall’intenzione di sfasciare ancora di più quel poco che rimane. E intanto a Gaza i morti sono arrivati a oltre 20mila, di cui la metà bambini, tragedia figlia del moderno e inclusivo Occidente che per un po' di giorni ci distrae da questi fatti con un patriarcato inesistente.
Cit. Antonio Catalano

Anonimo ha detto...

La nostra guerra dovremo combatterla da noi. (E siamo on pochi). Però se Israele perde la sua guerra, dovremo essere molto veloci.

Anonimo ha detto...


Educare all'affettività lo sappiamo cosa significa: educare i maschi a diventare effemminati, se poi anche pervertiti tanto meglio.
L'affettività : rancido pseudovalore del nostro tempo.
L'educazione dovrebbe tornare ai valori tradizionali, per uomini e donne. Per le donne, ricominciare dal senso del pudore, della modestia, etc. Per gli uomini, dal senso del dovere, degli imperativi etici...
Non si saprebbe dove mettere le mani, tale è ormai il degrado.
Ma nessuna educazione potrà riuscire se non mira a realizzare un valore comune, condiviso da tutti, super partes. Mi riferisco all'idea di Patria, con la P maiuscola. Oggi dileggiata, come tutto il resto.
La Patria rappresenta il senso di appartenenza di un popolo ma anche il senso del dovere, lo spirito di sacrificio, il superamento dell'egoismo individuale, l'accettazione della morte per il bene comune.
Oggi manca l'idea di Patria. Da un lato, superata nella c.d. patria europea, che è una patria falsa, anche perché votata ad imporre ai popoli la rivoluzione sessuale ossia a suicidarli. Una cosa abnorme.
Dall'altro sostituita dalla patria locale, regionale, dal microcosmo del particulare, dal regno delle "autonomie". Una scomposizione che impedisce di pensare in grande, sempre sul piano dei valori, voglio dire.
La solidarietà è anch'essa un ideale freddo, rancido, che non scalda nessun cuore e viene anzi usato per giustificare l'accoglienza indiscriminata a chi ci invade.

Patriarcato? Chi era costui? ha detto...

Come respingere l'ideologia del feminismo? Di Gianni Toffali

La verità è che Il femminismo, nel suo delirio di evirazione del maschio e di mascolinizzazione della femmina, è uno dei peggiori veleni ideologici prodotti dalla modernità.

Per converso, sul versante maschile, non è che vada tutto bene.

Il pensiero unico veicolato da certi media mainstream, ha purtroppo sfornato generazioni di maschietti fluidi, sottomessi, conformisti, viziosi, capricciosi e codardi. Gli stessi vili che poi ammazzano le donne.
https://gloria.tv/post/8MhSQZ2vgabhBAr6PuME1ujrp

Anonimo ha detto...

Mancano gli esempi di: maschio e femmina Dio li creò, che trovano il loro prototipo eterno nella Sacra Famiglia.

Anonimo ha detto...

Patriarcato?

Ammetto che mi sento a disagio nel parlare di un fatto di cronaca tanto mediatizzato come l’omicidio della povera Giulia Cecchettin. Leggo di demenziali psicoanalisi fatte a distanza su una nota dell’Ansa o su un articolo del Gazzettino Veneto. Leggo di analisi un tanto al chilo, come quella del “collega” psicanalista televisivo Recalcati, che parla della estirpazione del maschilista, o del fascista, che sarebbe in noi (in noi chi?). Sento di accuse come quella della sorella della vittima , la quale, tanto per fare un po’ di propaganda ideologica, e quando mai avrà un’altra occasione per farla? parla, a proposito dell’omicida, di “figlio del patriarcato”. E dove sarebbe oggi il patriarcato? E a quale titolo la ragazza parla di patriarcato? Semmai, se proprio volessimo fare un commento alla grezza, dovremmo puntare il dito sul matriarcato.
Insomma, sull’onda dei media e di video ossessivamente ripetuti, come se spiegassero qualcosa, ciascuno si sente in dovere di fornire pubblicamente il suo personale giudizio morale e di richiedere l’ergastolo o la ghigliottina o, meglio ancora, la castrazione preventiva dei maschi, così ci togliamo il problema di torno e non se ne parla più. La cattiva notizia per costoro è che da tempo si richiede la castrazione collettiva del maschio, e più il gridare va avanti, più aumentano le violenze contro le donne. Di questo ho già parlato e non voglio ripetermi.
Quindi non tratterò del caso Giulia Cecchettin, né farò psicanalisi a distanza, perché non conosco né i fatti, né le persone, a parte ciò che leggo sul Gazzettino Veneto o sul Corriere della Sera, che è onestamente un po’ poco. Quello che invece farò è domandarmi perché sembrano in aumento le violenze sulle donne e la violenza in genere.
Parto dal Principio di autorità e arrivo suo contrario speculare: la Lotta per la sopravvivenza (Sigmund Freud riteneva che il contrario del Principio di Autorità fosse il Principio di piacere, ma qui noi facciamo quello che ci pare). Comincio, anzi, dalla seconda: la Lotta per la sopravvivenza. Che funziona così. Ciascun animale, ciascun essere vivente, compresi i microbi e i virus, è provvisto dalla Natura di un istinto di sopravvivenza che lo spinge ad uccidere gli altri animali per mangiarli ma, prima ancora, per annientarli, perfino per umiliarli e per violentarli sessualmente. Succede agli esseri umani, succede ai pinguini, succede alle scimmie, succede ai bufali e così via. Mi spiace per gli animalisti, ma questo è quello che ci mette a disposizione la Natura, che non è affatto buona, né gentile, come la nostra tradizione romantica ci insegna. Si tratta piuttosto di quella che Friedrich Nietszche chiamava Die Wille zur Macht, la Volontà di potenza, che potete trovare persino nei virus, i quali, non a caso, si espandono nel vostro sangue uccidendo i vostri globuli bianchi.
Dall’altra parte c’è il Principio di autorità, che comincia molto presto nella storia umana occidentale. Nel Pentateuco noi vediamo che Dio si preoccupa di dare all’uomo una Legge, la quale, già all’art. 6 recita: non uccidere! E all’art. 7, dice: non tradire tua moglie! E all’art. 8: non rubare! E all’art. 9: non mentire! Ma soprattutto, direi, per tornare a noi, la Legge prescrive all’art. 4: onora tuo padre e tua madre.

Anonimo ha detto...

...segue
Se l’Autorità si è scomodata per dare all’essere umano una Legge, vorrà dire che egli era ben avvezzo ad uccidere, a rubare, a tradire e a mentire, altrimenti Dio poteva starsene tranquillo a casa sua in cielo. Di più: il Nuovo testamento ci porta ancora più avanti. Quando Gesù in Mc 12, 31 dice: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”, egli fa scendere la Legge tra di noi e la fa cominciare dal basso. Trasforma l’autorità in autorevolezza. Con questo eccellente bagaglio, che altri popoli non hanno, noi abbiamo cominciato ottimamente la nostra storia occidentale. Siamo passati per Kant, per la sua autorità morale introiettata, ed abbiamo fatto passi da gigante anche nella giustizia sociale.
Ora però vediamo che la legge si sgretola. L’autorità morale, così come l’autorevolezza sociale e familiare, si sciolgono come neve al sole. Quella che Melanie Klain chiamava la “Autorità genitoriale buona”, quella cioè che, attraverso l’amore familiare, permette al bambino di vincere le frustrazioni e di liberarsi dall’ansia, viene ridicolizzata e messa nel calderone del grande banchetto totemico, nel quale il padre è divorato e a cui partecipano donne gridanti, buonisti autoflagellanti, psicologi che estirpano il fascista che è in loro e via discorrendo.
Lo scenario, lo aveva previsto un sottovalutato psicanalista tedesco, Alexandre Mitscherlich, il quale, in suo libro del 1963, Auf dem Weg zur vaterlosen Gesellschaft, Sulla via verso una società senza padre, aveva parlato appunto della scomparsa della autorevolezza paterna e dell’avvento di una “società fraterna”, che però di fraterno ha poco, perché in essa vivono esclusivamente degli “automi sociali acriticamente asserviti alle pulsioni”.
Siamo all’oggi. Gli automi sociali acriticamente asserviti alle pulsioni non onorano più il padre e la madre, si riappropriano della menzogna, del tradimento e dell’omicidio. Mancando di una “autorità genitoriale buona”, non superano l’ansia, non tollerano le frustrazioni e dirigono la loro aggressione o verso se stessi, o verso gli altri componenti della “società fraterna”.
Mauro Montanari, Ph. D. Articolo scritto per Alessandria Today

Anonimo ha detto...

L’educazione sentimentale e altre amenità idiote dei nuovi Esperti di massa. Scriveva Pasolini:

«Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta, alla sua gestione, all'umanità che ne scaturisce; a costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati; a non divenire uno sgomitatore sociale; a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare.
A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde.
E' un esercizio che mi riesce bene e mi riconcilia con il mio sacro poco».

Anonimo ha detto...

Rispetto non significa semplicemente, come vorrebbe il mondo, "accetto che oggi mi vuoi e domani non mi vuoi più", è qualcosa di più profondo che parte dal fatto che il corpo dell'altro è sacro, la vita dell'altro è sacra e anche il mio stesso corpo e la mia stessa vita lo sono.
Dal riconoscimento della reciproca sacralità deriva una responsabilità nel trattare noi stessi, l'altro e la relazione stessa. Questa è l'unica educazione di cui tutti abbiamo bisogno. I famosi "corsi all'affettività" di cui si parla sono momenti in cui il parametro è il proprio piacere, fino a che si continuerà a proporre il libertinaggio spinto staccato da qualunque tipo di responsabilità, fino a che conta l'emozione del momento, fino a che l'altro è utile solo se nutre il mio piacere e il mio benessere, fino a che normalizzeremo la pornografie e Onlyfans, fino a che diremo che un maschio può diventare femmina, una femmina un maschio o anche niente, o ancora tutto insieme, come potremo stupirci se le relazioni saranno violente e se le persone saranno violente?
La Chiesa è sempre stata attaccata quando ha parlato di castità, perché essa è sempre stata vista come la castrazione di una libertà, eppure solo uno sguardo casto è davvero libero dal possesso. Perché entra nell'ottica del dono da custodire, da preservare, da proteggere, da curare, far fiorire. Solo questo sguardo consente di uscire dalla sterile battaglia tra maschi e femmine per stabilire un'alleanza feconda. Ma questo certamente non è un'argomentazione che troverà spazio nei grandi media, e meno che meno verrà rilanciata. Eppure resta vera.

Anonimo ha detto...

"Si possono accettare tante cose. Ma se si chiede di introdurre l'educazione affettiva nelle scuole, vuol dire che non si ha la minima idea di cosa sia la Scuola.

Ed è singolare notare che, spesso, coloro che chiedono questa idiozia siano gli stessi che hanno benedetto l'introduzione dell'alternanza scuola-lavoro e di altre cose simili nelle istituzioni scolastiche. Magari perché ce lo chiedeva il mercato, o l'Europa, o l'ultimo degli editorialisti progressisti de noantri.

Quelli, cioè, a cui se gli si diceva che la Scuola deve formare Persone e non lavoratori o consumatori, ti rispondevano - e ti rispondono - 'eh sì, certo, bella la poesia, bella la letteratura, ma poi il lavoro come lo trovi? Con Leopardi, con Kant, con Quasimodo? Con Montale?'

Ecco, gli stessi soggetti, magari, chiedono ora l'educazione affettiva... E secondo loro, Leopardi, Kant, Quasimodo, Montale a cosa caspita 'servivano', e servono?! La Scuola, se lasciata nelle mani giuste, fa educazione affettiva, cognitiva, critica e formativa. E forma le Persone. Persone a 360 gradi.

Che conoscano la sconfitta, il negativo, il rifiuto, l'abbandono, lo struggimento (perché glielo hanno insegnato la poesia, l'arte, la filosofia...), senza pensare a uccidere chi ne sarebbe responsabile. Che conoscano la dimensione tragica della vita e ne siano immuni, grazie ai greci e all'immenso patrimonio della cultura occidentale.

Si faccia di tutto per farla lavorare serenamente, la Scuola, senza partorire altre bestialità politically correct, buone solo a soddisfare pancia, richiesta di consenso ed emotività mediatica... E basta."
Cit. Cesare Natoli