Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 22 novembre 2023

Pillole di spiritualità. La tentazione

La tentazione è un’azione di uno o più demoni volta a proporci un male sotto le false apparenze di un bene. 
Non si cade in essa, perdendo la Grazia di Dio, esclusivamente compiendo un’azione, infatti il peccato può anche sostanziarsi in un pensiero, in una parola e anche in un’omissione. 
Perché la tentazione sia andata a segno, dal punto di vista del Nemico infernale, occorre che il tentato abbia dato il proprio assenso a peccare. Ci devono essere i 3 elementi basilari: la materia deve essere grave, il consenso deve essere deliberato e ci deve essere piena avvertenza. Se manca anche uno solo di questi elementi non si pecca mortalmente. Quando la tentazione infuria non bisogna perdere la pace, il diavolo non può obbligarci a cadere. 
Spesso usa il sottile e mortifero metodo di farci credere che - vista la sanguinosa battaglia spirituale in corso - piena di insinuazioni, immagini e suggestioni terribili, si è già finiti nel peccato e tanto vale arrendersi. Falso! Una cosa è il sentire, altro l’acconsentire. Se non si vuole non si pecca. 
Ricordiamoci che l’anima è il nostro Tesoro, persa la Grazia perso il Paradiso. Sì, mi direte voi: ma esiste il pentimento e il sacramento della Penitenza... vero! Ma chi ci garantisce che avremo il tempo necessario? Il diavolo tenta, è il suo mortifero mestiere, ma se si fuggono le occasioni di peccato, non si dialoga con lui, non si smette di pregare e si meditano l’Inferno e il Purgatorio... peccare non è cosa scontata. 
Ah, dimenticavo... i santi vincevano le tentazione perché amavo Dio sopra tutto e tutti e avrebbero preferito morire mille volte pur di non offenderLo. Quando Gesù ci ha detto che per andare dietro a Lui avremmo dovuto prendere la nostra croce, ecco! Vincere il diavolo, il mondo e la carne non è forse una croce? Buona battaglia! (Roberto Bonaventura)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Alice Lattanzi
Dovessi descrivere quest'era della storia dell'umanità, lo definirei così: la lotta alla normalità, al concetto di natura, a tutto ciò che ha reso l'uomo diverso dalle bestie.