Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 16 novembre 2023

La musica e il canto nella comunità delle Clarisse

Qui l'indice degli articoli su Musica sacra e Gregoriano. Precedenti interessanti sulla sorte della vita contemplativa a partire da qui.
La musica e il canto nella comunità delle Clarisse

Considerato nel Medioevo come “la lode unanime”, il canto liturgico ricopre un ruolo fondamentale in ambito monastico, poiché ha la capacità di rendere la gloria a Dio ed elevare l’anima di chi gli rende gloria.

Ancora oggi, questo rientra nelle attività quotidiane dei monasteri, affiancandosi alla lettura, allo studio e ad altre attività intellettuali. È il caso, per esempio, delle Clarisse in Valle Santa, che nel loro Coro pregano con il canto la Liturgia delle Ore e la S. Messa.

Percorri la storia secolare del canto liturgico nella tradizione monastica e scopri cosa rappresenta il canto per le Clarisse in Valle Santa.

Il canto liturgico nella tradizione monastica I canti liturgici rappresentano un elemento molto importante della storia monastica. Come ricordano gli studiosi, si tratta di una tradizione antichissima, in quanto lo stesso Gesù con i suoi apostoli era abituato a unire un testo sacro a una melodia espressiva. A questo proposito il Vangelo di Marco al capitolo 14 racconta che Gesù con i Dodici “dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi”.

La prima manifestazione di queste preghiere accompagnate dalla musica risiede nei Salmi contenuti nelle Scritture, che hanno raggiunto le comunità cristiane di tutto il mondo e che conservano ancora oggi la loro forma originaria. Il canto dei Salmi è stato poi affiancato da altre melodie con cui venivano celebrati gli inni sacri che si sono adattati gradualmente ai luoghi e alla sensibilità popolare di un determinato periodo storico.

A partire dal IV secolo, l’Occidente ha visto un’evoluzione dei canti liturgici, che si è tradotta prima nel canto ambrosiano che prende il nome da Sant’Ambrogio vescovo di Milano, a cui viene attribuito il merito di aver introdotto l’inno dalla Chiesa d’Oriente in Occidente, e poi tra l’VIII e il XIII secolo il canto carolingio commissionato da Carlo Magno si sviluppò in quello che oggi conosciamo come canto gregoriano, il cui nome deriva dal benedettino Gregorio Magno papa dal 590 al 604 d.C. e dottore della Chiesa.

Proprio il canto gregoriano è oggi considerato un’arte universale, un’arte missionaria e popolare, che esprime la tensione alla santificazione di ogni anima alla ricerca di Dio.

Clarisse in Valle Santa: la musica come pratica di preghiera quotidiana 
Insieme alla lettura, alla preghiera e allo studio, il canto rientra nelle attività quotidiane delle Clarisse in Valle Santa. Nel loro Coro, infatti, le Sorelle si riuniscono e intonano laudi e inni sacri. Come dice un detto attribuito a Sant’Agostino, “chi canta prega due volte”, anche se il vescovo di Ippona aveva scritto più precisamente che “il cantare è proprio di chi ama”.

Per questa comunità di donne dedite al lavoro e all’amore di Dio, il canto è una parte essenziale della vita di tutti i giorni ed è un’arte che insegna la pace e l’armonia tra le Sorelle. Le Clarisse si dedicano allo studio del canto e della musica sia dal punto di vista teorico sia da quello pratico. Per esempio, studiano il canto gregoriano, il solfeggio, la musicologia e allo stesso tempo si esercitano per suonare il pianoforte e studiare il ritmo con le percussioni.

A ciò si aggiunge inoltre l’arte della direzione di coro, in quanto senza un direttore non può esserci un coro e senza un coro da dirigere non può esistere un direttore. Inoltre, proprio nel monastero di Rieti sono presenti alcuni scritti che appartengono alla musica tradizionale liturgica.

A incoraggiare l’armonia tra le Sorelle sono anche le attività manuali che svolgono ogni giorno, come per esempio la cura dell’orto, i lavori di sartoria e ricamo nel laboratorio di ricamo del Monastero, la lavorazione della cera, la realizzazione di coroncine di Rosario e la scrittura delle icone sacre. Nell’ultimo anno, poi, le Clarisse hanno iniziato anche a dedicarsi allo studio delle immagini per decorare le ceramiche Deruta della loro collezione. Collaborando con un noto laboratorio ceramista del borgo di Deruta, le Sorelle hanno infatti dato vita a una raccolta di manufatti in ceramica unici nel loro genere.

Gli articoli della collezione seguono due linee decorative e sono adatti sia come oggetti di uso comune sia come ornamenti per la casa. Selezionando un manufatto in ceramica dal negozio online delle Clarisse, gli utenti contribuiscono ai lavori di recupero del Monastero di Santa Chiara a Rieti e sostengono le attività delle Clarisse che si dedicano ogni giorno alla comunità sociale ed ecclesiale. - Fonte

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Questi esempi sono essenziali anche per i non consacrati, per i laici come si dice, invece di buttare il tempo e l anima nelle vacuità che il mondo propone, bisognerebbe dedicarsi alle opere necessarie al prossimo, al creato, all anima con la preghiera, lo studio e l arte, strumento di perfezionamento di se stessi e di gioia per chi ne riceve i frutti. Questi articoli irrobustiscono la nostra volontà nel bene, nel vero, nel bello.

Dall'IBP di Roma - Casa San Clemente - ricevo e trasmetto: ha detto...

Sia lodato Gesu' Cristo!
La salma di Sua Eccellenza Mons.Bacque' e' esposta nella Chiesa di S.Stefano degli Abissini nello Stato della Citta' del Vaticano oggi, da ora - ore 11:30 fino alle 15h, chi vuole rendergli un ultimo omaggio lo potra' fare in questo arco di tempo. Anche la gente che non abbia accesso abituale allo Stato del Vaticano puo' recarvisi entrando dal Petriano, ingresso del Vaticano a Piazza S.Offizio seguendo le indicazioni della Guardia Svizzera e della Gendarmeria Vaticana.

Ricordiamo inoltre che oggi oltre alla S.Messa delle 12h presso la Casa San Clemente ci sara' anche l'Adorazione Eucaristica dalle 17h30 alle 18h30 con la Benedizione Eucaristica e seguìta dalla S.Messa.
Deo gratias!

Contro i progetti di eutanasìa in Veneto. ha detto...

TeleRadioKolbe la Voce di Maria Regina dell'Amore
Ecco il link per seguire in diretta stasera alle 20.30 su Radio Kolbe il Santo Rosario per la Vita dal Cenacolo di Schio ore 20.30 [16/11/2023]
https://www.youtube.com/watch?v=ulOow1IJQsI

Anonimo ha detto...

«L’abbandono del latino, che il Concilio stesso non auspicava, fu di fatto promosso da molti liturgisti e così tutto il repertorio tradizionale di canto gregoriano e polifonia e di conseguenza le Scholae Cantorum furono additati come la causa di ogni male. Il motto era diventato quello di andare al popolo, senza capire le gravi conseguenze di questa banalizzazione dei riti e della liturgia. Io a questo mi sono sempre opposto e ho sempre sostenuto la necessità della grande arte in chiesa a nutrimento e beneficio proprio del popolo. Si è pensato che partecipare volesse dire cantare o leggere qualche cosa e così si è disattesa la sapiente pedagogia del passato. Paradossalmente anche tutto il repertorio di canti devozionali che il popolo sapeva e cantava è scomparso. Anni fa, ad esempio, quando il popolo assisteva a una Messa da morto, sapeva cantare con devozione il Dies Irae e ricordo che tutti si univano per cantare il Te Deum o le antifone alla Madonna. Oggi a stento si trova qualcuno in grado di farlo».

Card. Domenico Bartolucci (1917 - 2013), Direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina dal 1956 al 1997