Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 6 dicembre 2024

Il caso di un uomo semplice per la tradizione. Capitolo 4: La fede e la prassi

Nella nostra traduzione da OnePeterFive continuiamo la pubblicazione in serie del nuovo libro del dott. Edward Schaefer A Simple Man's Case for Tradition. Si tratta di un'eccellente introduzione al mondo Tradizionale e fornisce un modo semplice di presentarlo ai confratelli cattolici che cercano risposte più profonde alla crisi e alle domande odierne. Negli USA, i proventi della vendita del libro aiutano anche a promuovere il Collegium Sanctorum Angelorum, uno dei soli due college cattolici tradizionali. I nostri amici nordamericani sono molto attivi. Sarà di grande utilità anche per noi.

Leggi l'Introduzione
Cap. 4 - La fede e la prassi
Cap. 5 - Una Santa Cattolica Apostolica

Capitolo 4: La fede e la prassi
Edward Schaefer 30 novembre 2024

Siamo nella primavera del 1966. Frequento il 9° anno in una scuola superiore cattolica maschile e seguo un corso d’arte. ‘'insegnante è un prete, un oblato di San Francesco di Sales. In una delle lezioni, sorge un dibattito sulla purezza sessuale. Non ho idea di come possa venir fuori questo argomento in una lezione d’arte, ma succede. Forse è stato innescato da un dipinto che stavamo studiando. Nel dibattito, il sacerdote afferma che la masturbazione non è peccaminosa.

Questo è stato un momento significativo per diversi motivi. Innanzitutto, il Concilio Vaticano II si era appena concluso. TUTTO stava cambiando, TUTTO! Qualunque cosa dicessero i vari documenti del Concilio era irrilevante. Lo Spirito del Concilio governava e lo Spirito soffiava venti di cambiamento, un cambiamento che, guarda caso, cavalcava la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta.

In secondo luogo, come potete immaginare, questo argomento avrebbe potuto essere piuttosto delicato e persino imbarazzante per un ragazzo di quattordici anni. Sarebbe stato più appropriato affrontarlo in una discussione privata tra un ragazzo e il suo confessore, il suo pastore, forse il suo insegnante di teologia, non tra un ragazzo e il suo insegnante d’arte in una classe di venti ragazzi. Ci sono voluti anni prima che mi rendessi conto di cosa stava succedendo in quella classe. L’insegnante era uno dei tre preti che hanno cercato di adescarmi o di sedurmi apertamente durante quel decennio. È stato un periodo di orribile corruzione sessuale nella Chiesa.

In terzo luogo — il fatto più importante — questo è un esempio di un processo, tipico di quel periodo, che ha iniziato a cambiare la pratica pur sostenendo che gli insegnamenti/le credenze della Chiesa non stavano cambiando. In questo caso, la “versione ufficiale” era che la castità e la purezza sessuale erano ancora l’insegnamento della Chiesa, ma che alcune questioni sessuali dovevano essere considerate più come funzioni biologiche naturali che come peccati contro la purezza.

Era una strategia magistrale e straordinariamente subdola del diavolo. Durante quei primi anni post-Concilio, tutto fu “riformulato”. Ecco solo alcuni esempi:
  • Osservare la santità del giorno del Signore era, ovviamente, importante, ma ciò non significava necessariamente andare a messa la domenica. Poteva essere anche il sabato. Infatti, negli anni Settanta si dibatté l’idea​ di rendere obbligatorio qualsiasi giorno a scelta. Ma non siamo andati così lontano.
  • Il digiuno, la penitenza, l’astinenza continuarono a essere importanti, ma ciò non significava astenersi dalla carne il venerdì. Li si poteva praticare in qualsiasi modo. Di conseguenza, le pratiche relative al digiuno e all’astinenza sono quasi del tutto scomparse.
  • Sì, il matrimonio è un legame che dura tutta la vita, ma ciò non significa che gli annullamenti debbano essere così difficili da ottenere. (Tra il 1952 e il 1956, furono concessi 392 annullamenti in tutto il mondo. [1] Nel 1968, furono concessi 338 annullamenti solo negli Stati Uniti. Nel 1990, il numero di annullamenti concessi negli Stati Uniti è salito a 62.824.) [2] La Chiesa non insegna il divorzio, ma lo pratichiamo. [3]
  • Le credenze/insegnamenti attorno al Santo Sacrificio della Messa sono rimasti gli stessi, ma la pratica della Messa è cambiata radicalmente. Di conseguenza, il modo in cui i cattolici vedono la Messa (un pasto condiviso e non più il sacrificio del Calvario), la ricezione della Comunione (tutti sono benvenuti alla tavola) e la Presenza Reale (2/3 dei cattolici non credono nella presenza reale), [4] sono tutti cambiati anche se l’insegnamento ufficiale non è cambiato.
Questo processo di cambiamento della prassi fingendo che essa non influenzi o cambi la fede/l’insegnamento della Chiesa non solo è persistito, ma si è anche espanso. Nell’attuale pontificato, abbiamo visto la spinta a cambiare la prassi intorno a
  • Matrimonio, divorzio, secondo matrimonio e ricezione della comunione; [5]
  • Contraccezione o pianificazione familiare naturale con una mentalità contraccettiva; [6]
  • Matrimonio come legame tra un uomo e una donna (con benedizioni ora approvate per le persone in unioni “irregolari”, cioè omosessuali). [7]
In effetti, il velo è stato finalmente sollevato, e ora stiamo assistendo a tentativi aperti di cambiare l’insegnamento della Chiesa:
  • Riguardo alla legittimità della pena di morte; [8]
  • E, naturalmente, ora riguardo alla legittimità della Messa tradizionale in latino. [9]
La Messa tradizionale in latino sembra essere l’ostacolo finale alla distruzione della “vecchia” Chiesa e alla costruzione di una “nuova” Chiesa molto diversa.

Fede e prassi sono interconnesse
La Chiesa sa da tempo che fede e prassi sono interconnesse. Nel V secolo, il concetto di Prospero d’Aquitania secondo cui ut legem credendi lex statuat supplicandi (l’ordine della supplica determina la regola della fede) [10] era, secondo Nicholas A. Jesson, generalmente accettato nel senso che “il contenuto della preghiera è sinonimo della fede di chi prega”. [11]

Tuttavia, Prospero non credeva che la preghiera potesse effettivamente determinare le verità della fede, ma piuttosto che potesse esprimere quelle verità in modi che alla fine si sviluppano nel codice dottrinale della Chiesa. Inoltre, Prospero insisteva sul fatto che la preghiera può assumere questo ruolo solo nella misura in cui è “fondata sulla Scrittura e attestata dalla Tradizione”. [12] C’è una particolare subordinazione della lex orandi alle verità ultime della rivelazione, che Prospero presume siano contenute nella dottrina della Chiesa, o lex credendi.

A metà del ventesimo secolo, Papa Pio XII, nella sua enciclica Mediator Dei (1947), sviluppò l'assunto di Prosper invertendo di fatto la formulazione dell’adagio: “La sacra liturgia… non decide o determina in modo indipendente e di per sé ciò che appartiene alla fede cattolica… Se si desidera differenziare e descrivere la relazione tra fede e sacra liturgia in termini assoluti e generali, è perfettamente corretto dire, ‘Lex credendi legem statuat supplicandi’ — che la regola della fede determini la regola della preghiera”. [13]

In netto contrasto con la Mediator Dei, gli scrittori postconciliari hanno identificato nella prassi liturgica, cioè la lex orandi, la fonte della teologia, e non viceversa. Aiden Kavanaugh “osserva che: ‘ciò che risulta in prima istanza dall’esperienza [liturgica] è un profondo cambiamento nelle vite stesse di coloro che partecipano all’atto liturgico. E questo profondo cambiamento influenzerà il loro atto liturgico successivo, anche solo leggermente”. “Questo aggiustamento fa sì che l’atto liturgico successivo sia in qualche modo diverso dall’anteriore perché coloro che lo compiono sono stati cambiati in modo inalterabile”. “È l'aggiustamento che è teologico in tutto questo. Sostengo che è la teologia che nasce, la teologia in prima istanza. È ciò che la Tradizione ha definito theologica prima”. [14]

Yves Congar afferma che “sono i sacramenti a costituire e strutturare la Chiesa, e di conseguenza la liturgia costituisce una delle fonti del diritto della Chiesa”. [15] Analogamente, afferma: “La liturgia è il luogo privilegiato della Tradizione, non solo dal punto di vista della conservazione e della preservazione, ma anche da quello del progresso e dello sviluppo”. [16]

Nathan Mitchel osserva inoltre: “Per la maggior parte dei quarant’anni trascorsi dall’inizio del Concilio Vaticano II, ci siamo spesso (e giustamente) rivolti alla liturgia come nostro principale agente di evangelizzazione. Nel fare ciò, stavamo agendo su una verità molto affidabile e molto tradizionale della nostra tradizione cristiana: Lex orandi, lex credendi, la dossologia determina le dottrine (non viceversa); la preghiera e la lode regolano la fede; impariamo come e cosa credere imparando prima come e cosa adorare”. [17]

Tuttavia, in risposta a questo approccio allo sviluppo teologico, la Sacra Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, nell’istruzione Inaestimabile donum, avverte che “le sperimentazioni indebite, i cambiamenti e la creatività disorientano i fedeli. L’uso di testi non autorizzati significa una perdita della necessaria connessione tra la lex orandi e la lex credendi”. [18] Qui la Congregazione ci riporta all’affermazione di Prospero secondo cui la lex orandi deve essere “fondata sulla Scrittura e attestata dalla tradizione” [19] perché sia una fonte legittima della lex credendi.

Nonostante i disaccordi che questi vari teologi hanno riguardo a questo assioma, tutti dimostrano che esiste una relazione simbiotica tra preghiera, o prassi, e fede. Alcuni di questi teologi, in particolare quelli dell’era postconciliare, si sono concentrati sulla prassi liturgica/devota come fonte primaria di sviluppo dottrinale, apparentemente perché sanno che la dottrina può essere imposta attraverso la manipolazione della prassi liturgica/devota. [20] In effetti, questo è stato il loro intento fin dall’inizio e hanno avuto molto successo nel cambiare gli insegnamenti/le credenze della Chiesa cambiando la prassi della Chiesa.

Conclusione: prassi, verità e tradizione
Ma mentre è possibile cambiare le credenze manipolando la prassi, non è possibile cambiare la verità. Gesù ha detto: “Io Sono la Via, la Verità e la Vita”. Dio è Verità. Pertanto, poiché Dio non può cambiare, la Verità non può cambiare. Gli insegnamenti fondamentali della Chiesa sulla dottrina, radicati nella Scrittura e nella Rivelazione Divina, non possono cambiare. Nella sua saggezza, essa ha rivestito questi insegnamenti con pratiche — in particolar modo col suo culto, cioè la Messa tradizionale in latino — che non sono cambiate in modo significativo. In particolare, la natura immutabile del suo culto (la Messa tradizionale in latino) rafforza la nostra comprensione della natura immutabile di Dio e delle verità che Egli ha rivelato attraverso la Scrittura e gli Apostoli e che abbiamo preservato attraverso la Sua Chiesa.

Queste pratiche immutabili ci aiutano a inculcare, a interiorizzare le verità della santa Parola di Dio e della rivelazione divina. Sono il modo migliore che abbiamo nella nostra condizione fragile e decaduta per mantenerci vicini alla Verità immutabile, cioè a Dio.

Continua la prossima settimana.
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[1] Vescovo Mark A. Pivarunas, CMRI, “Annulments in the Conciliar Church”, The Religious Congregation of Mary Immaculate Queen (7 October 1997), consultato il 19 febbraio 2024, www.cmri.org/articles-on-the-traditional-catholic-faith/annulments-in-the-conciliar-church/
[2] Rev. William Saunders, “Explaining an Annulment,” Arlington Catholic Herald (2003); citato sul sito del Catholic Education Resource Center, consultato il 10 febbraio 2024, www.catholiceducation.org/en/culture/catholic-contributions/explaining-an-annulment.html
[3] Ciò non significa che gli annullamenti non siano validi o che non vi siano buone ragioni per gli annullamenti. Si tratta semplicemente di sottolineare che ora vengono concessi così liberamente che sono ormai considerati una sorta di “divorzio” approvato dalla Chiesa.
[4] Vedi “Pew Survey shows majority of Catholics don’t believe in ‘Real Presence’”, National Catholic Reporter (8 August 2019), consultato il 15 gennaio 2024, www.ncronline.org/spirituality/pew-survey-shows-majority-catholics-dont-believe-real-presence
[5] Papa Francesco, Esortazione Apostolica postsinodale ‘Amoris laetitia’ (Roma, 19 Marzo 2016), Capitolo 8, consultato il 17 febbraio 2024, www.vatican.va/content/dam/francesco/pdf/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20160319_amoris-laetitia_en.pdf
[6] Papa Francesco: “I buoni cattolici romani non hanno bisogno di riprodursi come conigli, ma dovrebbero invece praticare una genitorialità responsabile”. Riportato da BBC News il 19 gennaio 2015, consultato il 15 gennaio 2024, www.bbc.com/news/world-asia-30890989
[7] Dicastero per la Dottrina della Fede, Dichiarazione ‘Fiducia Supplicans’ (Roma, 18 dicembre 2023), consultato il 15 gennaio 2024, www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_ddf_doc_20231218_fiducia-supplicans_en.html.
[8] Vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica riveduto, par. 2267 su www.usccb.org/sites/default/files/flipbooks/catechism/548/, consultato il 16 gennaio 2024. Vedi anche David Gibson, “Pope Francis takes a dim view of the death penalty, but not all Catholics are conviction” National Catholic Reporter (24 marzo 2015), consultato il 16 gennaio 2024,
[9] Cfr. Papa Francesco, motu proprio ‘Traditionis Custodes’, (Roma, 16 luglio 2021), visitato il 16 gennaio 2024, www.vatican.va/content/francesco/en/motu_proprio/documents/20210716-motu-proprio-traditionis-custodes.html.
[10] Tuttavia, De Clerk suggerisce sia Agostino che Cipriano di Cartagine come fonti per l’adagio di Prospero. Vedi Paul De Clerk, “‘Lex orandi, lex credendi:’ The original sense and historical avatars of an equivocal adage”, Studia Liturgica 24 (1994), 178-200, citato in Nicholas A. Jesson, “Lex orandi, lex credendi : Towards a liturgical theology”, documento presentato all’Università del St. Michael's College, Toronto, novembre 2001.
[11] Jesson, “Lex orandi, lex credendi”, 7.
[12] De Clerck, “Lex orandi, lex credendi’, citato in Nicholas A. Jesson, “Lex orandi, lex credendi”, 9.
[13] Pio XII, Enciclica sulla Sacra Liturgia Mediator Dei (20 novembre 1943), n. 48, consultata il 16 gennaio 2024, www.vatican.va/content/pius-xii/en/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_20111947_mediator-dei.html.
[14] Corsivo mio. Jesson, 16. Vedi anche David Fagerberg, Theologica Prima: What Is Liturgical Theology? (Chicago/Mundelein, IL, Hillenbrand Books, 2004) per una discussione approfondita sui rapporti tra l’assioma lex orandi, lex credendi e la teologia liturgica.
[15] Thomas Richstatter, O.F.M., Liturgical Law Today: New Style, New Spirit (Chicago, Franciscan Herald Press, 1977), 69. Richstatter nota anche che “a questo proposito, Congar cita San Tommaso: ‘La fonte di ogni legge si trova nei sacramenti’”.
[16] Corsivo mio. Yves Congar, O.P., Tradition and Traditions (New York, MacMillan, 1966), 429.
[17] Nathan Mitchell, “The Amen Corner,” Worship 76, 1 (gennaio 2002), 74.
[18] Sacra Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, Inaestimabile Donum (Istruzione circa il culto del mistero eucaristico) (17 aprile 1980), prefazione.
[19] De Clerck, “Lex orandi, lex credendi”, citato in Nicholas A. Jesson, “Lex orandi, lex credendi”, 9.
[20] Vedi Geoffrey Wainright, Doxology: The Praise of God in Worship, doctrine and life: A Systemic Theology (New York, Oxford University Press, 1980), 238-239 (e nota 582) riguardo ai predecessori di Papa Pio IX che introdussero la dottrina mariana dell’Immacolata Concezione nella prefazione della Messa in modo che “la legge della fede potesse essere stabilita dalla legge della preghiera”. Inoltre, riguardo all’uso della dottrina per determinare la pratica liturgica, Jesson, “Lex orandi, lex credendi”, 13, sostiene: “Questo è esattamente l’approccio successivamente adottato dalle riforme della liturgia del Concilio Vaticano II, come da varie riforme liturgiche e sviluppi nel corso della storia. Un esempio particolare citato in Mediator Dei è la riforma del sacramento della penitenza. Mentre la comprensione teologica del peccato e del perdono cambiava, la chiesa medievale primitiva iniziò a esplorare modelli liturgici che riflettevano la nuova comprensione”.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

6 DICEMBRE
SAN NICOLA, VESCOVO DI MIRA E CONFESSORE

Per rendere onore al Messia pontefice, la suprema sapienza ha moltiplicato i pontefici sulla strada che conduce a lui. Due papi, san Melchiade e san Damaso; due dottori, san Pietro Crisologo e sant’Ambrogio; due vescovi e l’amore del loro gregge, san Nicola e sant’Eusebio: ecco i gloriosi pontefici che hanno ricevuto la missione di preparare, con la loro intercessione, la via del popolo fedele verso colui che è il sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchisedech. Spiegheremo in seguito i loro titoli, per i quali fanno parte di questa nobile corte. Oggi, la Chiesa celebra con gioia la memoria dell’illustre taumaturgo Nicola, famoso nell’Oriente al pari di san Martino nell’Occidente, e onorato da quasi mille anni dalla Chiesa latina. Rendiamo omaggio al supremo potere che Dio gli aveva dato sulla natura, ma rendiamogli soprattutto lode per essere stato del numero dei trecentodiciotto vescovi che proclamarono a Nicea il Verbo consustanziale al Padre. Egli non fu scandalizzato dalle umiliazioni del figlio di Dio; né la bassezza della carne, che il sommo Signore di tutte le cose rivestì nel seno della Vergine, né l’umiltà della mangiatoia gli impedirono di proclamare figlio di Dio, uguale a Dio, il figlio di Maria; per questo egli è stato glorificato e ha ricevuto l’incarico di ottenere ogni anno, per il popolo cristiano, la grazia di andare incontro al Verbo di vita, con fede semplice e ardente amore.

VITA

La celebrità di san Nicola, già grande presso i Greci nel VI secolo, non fece che crescere in Oriente e in Occidente. La “Vita” più antica che abbiamo di lui porta il nome di Praxis de Strafelate, ma non possediamo alcuna vita contemporanea e le vite più recenti non meritano affatto credito. Inoltre, si è attribuita a san Nicola di Mira una gran parte della vita di un altro Nicola, chiamato il Sionita, il quale nel VI secolo fondò il monastero di Sion, non lontano da Mira, e divenne vescovo di Pinara nella Licia (oggi Minara). E così non conosciamo nulla di sicuro sul taumaturgo. Il suo culto apparve in Occidente fin dall'XI secolo e crebbe soprattutto dopo la traslazione delle sue reliquie a Bari nel 1087.

Anonimo ha detto...

Segue
San Nicola vescovo, come è grande la tua gloria nella Chiesa di Dio! Tu hai confessato Gesù Cristo davanti ai proconsoli e hai sopportato la persecuzione per il suo nome. Sei stato in seguito testimone delle meraviglie del Signore, quando egli rese la pace alla sua Chiesa; e poco dopo, la tua bocca si apriva nell’assemblea dei trecentodiciotto Padri, per confessare, con irrefragabile autorità, la divinità del Salvatore Gesù Cristo, per il quale tante migliaia di martiri avevano versato il proprio sangue. Ricevi gli omaggi del popolo cristiano, che in tutta la terra trasalisce di gioia al tuo dolce ricordo; e sii a noi propizio, in questi giorni in cui aspettiamo la venuta di colui che tu hai proclamato consustanziale al Padre. Degnati di aiutare la nostra fede e di assecondare il nostro amore. Tu lo vedi ora faccia a faccia, quel Verbo per il quale tutte le cose sono state fatte e restaurate; chiedigli che si degni di lasciarsi avvicinare dalla nostra indegnità. Sii il mediatore tra lui e noi. Tu l’hai fatto conoscere al nostro intelletto come il Dio sommo ed eterno; rivelalo al nostro cuore, come il supremo benefattore dei figli di Adamo. In lui, o caritatevole pontefice, tu hai attinto quella tenera compassione per tutte le miserie che fa sì che tutti i tuoi miracoli siano altrettanti benefìci. Continua, da ll’alto del cielo, a soccorrere il popolo cristiano.

Rianima e aumenta la fede delle genti nel Salvatore che Dio ha loro inviato. Che per effetto delle tue preghiere il Verbo divino cessi di essere misconosciuto e dimenticato nel mondo che egli ha riscattato con il suo sangue. Chiedi, per i pastori della Chiesa, lo spirito di carità che risplende così luminoso in te, quello spirito che li rende imitatori di Gesù Cristo e conquista loro il cuore del gregge.

Ricordati anche, o santo pontefice, della Chiesa d’Oriente che ti serba ancora una così viva tenerezza. Il tuo potere sulla Terra si estendeva fino a risuscitare i morti; prega aflînché la vera vita, quella che è nella fede e nell’unità, ritorni ad animare quell’immenso cadavere. Con le tue suppliche presso Dio, ottieni che il sacrificio dell’Agnello che aspettiamo sia di nuovo e presto celebrato sotto le cupole di Santa Sofia. Restituisci all’unità i santuari di Kiev e di Mosca, affinché non vi sia più scita né barbaro, ma un solo pastore.

***

Consideriamo ancora lo stato del mondo nei giorni che precedono l’arrivo del Messia. Tutto testimonia che le profezie che lo annunciavano hanno avuto il loro compimento.

Non solo lo scettro è stato tolto a Giuda, ma le settimane di Daniele sono giunte al termine. Le altre predizioni della Scrittura, sull’avvenire del mondo, si sono avverate l’una dopo l’altra. A volta a volta sono caduti gli imperi degli Assiri, dei Medi, dei Persiani e dei Greci; quello dei Romani è giunto all’apogeo della sua forza: è tempo che ceda il posto all’impero eterno del Messia. Questo progresso è stato predetto ed è giunta l’ora in cui sarà vibrato l’ultimo colpo. Anche il Signore ha detto, per bocca di uno dei suoi profeti: «Ancora un poco e rimuoverò il cielo e la terra e scuoterò tutte le genti: quindi verrà il desiderato di tutti i popoli». Così dunque, o Verbo eterno, discendi. Tutto è consumato. Le miserie del mondo sono giunte al colmo; i delitti dell’umanità sono saliti fino al cielo; il genere umano è stato sconvolto fin dalle fondamenta; sfinito, non ha possibilità di riaversi se non in te, che invoca senza conoscere. Vieni dunque: tutte le predizioni che dovevano rappresentare agli uomini i caratteri del Redentore sono fatte e promulgate. Non vi è più alcun profeta in Israele; tacciono gli oracoli della Gentilità. Vieni a realizzare ogni cosa: poiché è giunta la pienezza dei tempi.

Di Dom Prosper Guéranger
Da "l'anno liturgico"

Anonimo ha detto...

Lo dice il card. Sarah nel suo ultimo libro: “Il progetto di cancellare definitivamente la messa tradizionale tridentina, e cioè un rito che risale a san Gregorio Magno, una liturgia che ha 1600 anni, una messa che ha fatto tanti Santi e che è stata celebrata da tanti Santi, se è reale, mi sembra un insulto alla storia della Chiesa e alla Santa Tradizione, un progetto diabolico che vorrebbe rompere con la Chiesa di Cristo, degli Apostoli e dei Santi”.