Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 23 febbraio 2018

Il Convegno di aprile su Caffarra e i limiti dell'autorità papale. E della libertà di Newman

Riprendiamo da Stilum Curiae la riflessione (ma anche qualche notizia in più) sul Convegno che si svolgerà a Roma, il 7 aprile, a ricordo del card. Caffarra e per discutere, oltre che della confusione nella Chiesa, anche dei limiti dell’infallibilità papale. E di quel grande uomo che fu il beato Newman; tanto più prezioso nei nostri tempi. L'autore della riflessione è un "ex di Avvenire, ex del Movimento per la Vita, ex di un sacco di altre cose, ma non ex cattolico".
A proposito del fatto che che uno dei cardinali presenti parlerà di alcuni aspetti del pensiero del cardinal John Henry Newman, ricordiamo qui il ponderoso intervento del card. Gerhard Müller da noi appena tradotto da Catholic thing.

Vengo a sapere dagli organizzatori del convegno intitolato “Chiesa dove vai?Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione” (Card. Carlo Caffarra)”, che si terrà il 7 aprile a Roma (The Curch Village (sala La Rambla), Via di Torre Rossa 94, ore 15), che uno dei cardinali presenti parlerà di alcuni aspetti del pensiero del cardinal John Henry Newman (1801-1890) beatificato da Benedetto XVI nel 2010, cioè solo 8 anni orsono.

Ho trovato questa scelta particolarmente opportuna e felice. Newman infatti è stato un gigante del pensiero, che forse la Provvidenza ha voluto darci in preparazione a questi tempi così confusi. Perchè? Proverò a dirlo in estrema sintesi: Newman è anzitutto un convertito, essendo passato dalla fede anglicana alla fede cattolica. Ebbe ad esclamare, infatti, che “a studiare la storia si smette di essere protestanti e si diventa cattolici”.

Otto anni fa Newman veniva beatificato, e nello stesso periodo, grazie alla Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus [vedi anche], gruppi di ministri e fedeli anglicani lasciavano un’opera umana, la chiesa fondata dal re Enrico VIII, per tornare alla Chiesa di Roma, riconoscendo in essa la vera sposa di Cristo.

Otto anni dopo, la sola idea che dei protestanti o degli anglicani possano convertirsi a Roma, sembra quasi incredibile: la recente celebrazione in ambito vaticano di Martin Lutero e del suo scisma, preliminare a quello del sovrano inglese citato, ha reso molti fedeli del tutto convinti della superiorità del protestantesimo sul cattolicesimo oppure ha spento in loro il vero ecumenismo, che aspira all’unità in un solo ovile e sotto lo stesso pastore.

Inoltre sono venuti a cadere sia i motivi dello scisma di Enrico (che oggi otterrebbe, alla luce di Amoris laetitia, al massimo un buffetto dal suo confessore, nonostante le 6 mogli), sia il motivo del rientro degli anglicani, che dovrebbero sentirsi un po’ beffati vedendo che il loro abbraccio con la Chiesa cattolica, riconosciuta per la sua secolare fermezza dottrinale, ha coinciso con un apparente sgretolamento del suo edificio dottrinale. A tal proposito si dovrebbe ricordare che il vescovo Steven Lopes, alla guida del ramo americano dell’Ordinariato che raccoglie gli ex anglicani, è tra quanti, pur non avendo sottoscritto formalmente i Dubia, li ha condivisi e compresi (qui).

Tornare a Newman può essere molto opportuno anche per la sua lettura del dogma dell’infallibilità pontificia: dovendolo presentare agli inglesi, del tutto antipapisti, Newman si sforzò di evitare che il dogma definito dal Vaticano I venisse letto in modo “estremista” e determinasse una semplificazione: “se lo dice il papa, è per forza e sempre così”.

Newman arrivò a scontrarsi con quei cattolici che, nello sforzo apologetico, pur lodevole, dilatavano all’inverosimile l’infallibilità del pontefice: la realtà, diceva il cardinale ai tanti perplessi, che volevano sapere limiti e circostanze di questa infallibilità, è più complessa. E per spiegarlo illustrava, storicamente, i tanti errori dei pontefici, da san Pietro in poi, per concludere, in alcune lettere, che “l’infallibilità non è un modo di essere del papa, né uno stato mentale” e che “di certo il papa non è infallibile oltre il deposito della fede data in origine”. Il che significa che il papa “non ha un insito dono di divina conoscenza, ma quando parla ex cathedra, che dica poco o molto, è semplicemente protetto da dire il falso”.

C’è un ultimo motivo che rende la scelta di parlare di Newman in un convegno in memoria di Caffarra del tutto adeguato: l’amore del cardinale di Bologna per il suo omologo inglese, lodato per aver “legato la coscienza alla verità, a Dio” e per aver “radicato la verità morale e religiosa dentro la coscienza”.

Forse non è un caso che l’ultimo discorso di Caffarra, scritto ma mai pronunciato, avrebbe dovuto avvenire il 21 ottobre 2017 a Londra, proprio in un convegno su Newman. La conferenza di Caffarra si concludeva alludendo chiaramente ad una drammatica domanda: il liberalismo, cioè il principio antidogmatico, che Newman considerava il male della modernità, è oggi entrato anche nella Chiesa, in una predicazione che scinde coscienza e verità oggettiva e confonde misericordia e relativismo?

Questo la conclusione di Caffarra, il cardinale fermo e mansueto, consultato per decenni dai papi, ed emarginato duramente alla fine dei suoi giorni, nell’ “anno V della misericordia”:

«Di fronte a questa contraffazione della coscienza che cosa dobbiamo fare? La risposta di Newman è la seguente. «Troppe volte ormai il cristianesimo si è trovato in quello che sembrava un pericolo mortale; perché ora dobbiamo spaventarci di fronte a questa nuova prova? Questo è assolutamente certo. Ciò che invece è incerto, ed in queste grandi sfide solitamente lo è, e rappresenta solitamente una grande sorpresa per tutti, è il modo in cui di volta in volta la Provvidenza protegge e salva i suoi Eletti. Normalmente la Chiesa non deve fare altro che continuare a fare ciò che deve fare: “Mansueti hereditabunt terram et delectabuntur in multitudine pacis”».

8 commenti:

irina ha detto...

Le conferenze saranno già state stabilite nei contenuti ed assegnate ai relatori.
Ecco quello che amerei imparare se potessi essere presente:
1) Un sintetico panorama del pensiero occidentale che ne indichi, in particolare, le vette,i baratri ed il ruolo che ha avuto in essi il Cattolicesimo;
2) La Grazia che cosa è, cosa la distingue dalla Provvidenza;
3) La Religione e le religioni; religioni che nella Scrittura sono definite prostituzioni.

Così per me sarebbe già tantissimo. Naturalmente non è farina del mio sacco. Leggendo Romano Amerio, Stat Veritas, questi pochi argomenti mi sembrano essere dentro gran parte dei nostri dolori.

Rimboccarsi le maniche ? ha detto...

La campagna del vescovo di Parigi sulla bioetica:
“La chiesa deve parlare. Se noi non ne parliamo, le pietre grideranno, dice Gesù. Abbiamo sentito, non abbiamo sentito… non potremo essere accusati di non aver detto niente”, ha risposto.
https://www.ilfoglio.it/chiesa/2018/02/23/news/la-campagna-del-vescovo-di-parigi-sulla-bioetica-la-chiesa-deve-parlare-180360/

Aupetit troppo lontano dal profilo “sociale” che pure in tanti, soprattutto nel vasto mondo laicale, auspicavano, benché lui abbia deciso di celebrare ogni domenica la messa in una delle parrocchie parigine, da quelle vuote del centro a quelle complicate delle periferie.

Anonimo ha detto...

Chi saranno i cardinali che partecipano alla conferenza?

mic ha detto...

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/02/24/nuovo-appello-di-padre-weinandy-al-papa-con-questa-falsa-misericordia-si-distrugge-la-chiesa/

Anonimo ha detto...

Un giudice cita papa Francesco per giustificare la fine del piccolo Alfie
https://www.lifesitenews.com/blogs/judge-cites-pope-francis-to-justify-ending-babys-life-against-parents-wishe

Anonimo ha detto...

https://www.avvenire.it/papa/pagine/papa-esercizi-spirituali-conclusione

La Chiesa non può essere «una gabbia per lo Spirito Santo» perché «lo Spirito vola anche fuori e lavora fuori» della comunità ecclesiale. E tocca i “lontani”, coloro che sono in ricerca. Papa Francesco conclude gli Esercizi spirituali per la Curia Romana a cui anche lui ha preso parte inviando «ad aprirci senza paure, senza rigidità» e a non essere «mummificati nelle nostre strutture che ci chiudono».

Anonimo ha detto...

UN VESCOVO CATTOLICO PROIBISCE AD UN SENATORE STATUNITENSE PRO-ABORTO DI RICEVERE LA COMMUNIONE A MENO CHE SI PENTA.
https://aleteia.org/blogs/deacon-greg-kandra/springfield-bishop-paprocki-senator-durbin-is-not-to-be-admitted-to-holy-communion/

irina ha detto...

"...«mummificati nelle nostre strutture che ci chiudono»."

Stanca.
Se solo spiegasse cosa intende per le 'strutture che ci chiudono'.
Cosa sono queste strutture? Chi sono questi 'ci'? Chiudono cosa, chiudono dove, chiudono quando, chiudono come? Dovrebbe svolgere i pensieri gnostico-massonici, che ha fatto suoi, ed illuminarci meglio.