Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 22 febbraio 2018

La civiltà della vita e la secolarizzazione del diritto. Conferenza dell’arcivescovo Giampaolo Crepaldi a Milano

Lunedì 19 febbraio l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste e presidente dell’Osservatorio cardinale Van Thuân, ha tenuto a Milano una conferenza su invito del Centro Studi Livatino sul tema “Civiltà della vita e legislazioni che la minacciano” (Qui il testo della relazione). Di seguito la sintesi di Stefano Fontana.

Il Relatore ha subito evidenziato la “svolta” che si è dovuta registrare in questi ultimi tempi nel campo della legislazione contro la vita: «La prima e fondamentale conclusione è che nelle leggi sul diritto alla vita c’è stata una svolta molto significativa quando è stato proclamato il “diritto” a questi nuovi diritti. Per una lunga fase la legislazione in materia aveva tollerato alcuni comportamenti contrari al rispetto della vita nascente con leggi che prevedevano l’aborto solo in casi particolari ed eccezionali. Nei fatti, l’applicazione delle leggi sull’aborto fu fin da subito molto più ampia di quanto la lettera del testo legislativo  permettesse. Va comunque riconosciuto che fino ad un certo stadio della sua evoluzione, il diritto alla vita veniva addirittura proclamato nei primi articoli dei testi di legge sulla disciplina dell’aborto volontario per poi passare a prevedere la possibilità di alcune eccezioni».

Ora l’aborto è considerato un diritto, non una eccezione e questo – ha affermato mons. Crepaldi – «cambia completamente il quadro. Se l’aborto è un diritto umano e lo Stato protegge e sviluppa i diritti umani, allora lo Stato deve promuovere l’aborto per dare realizzazione ad un diritto umano, deve favorirne l’accesso, deve perfino educare ad esso le nuove generazioni e l’obiezione di coscienza diventa inammissibile».

Il Relatore ha ricordato altre leggi che in questi ultimi anni hanno realizzato questa “svolta” negativa: la sentenza della Corte suprema americana sul “matrimonio omosessuale”, la legge Taubira sul “matrimonio per tutti” in Francia, la sentenza della Corte Costituzionale italiana sulla fecondazione artificiale eterologa e il “diritto al figlio”, la legge Cirinnà sul riconoscimento delle unioni civili anche tra persone dello stesso sesso fino alla recente legge cosiddetta sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento.

«In tutti questi casi – ha detto mons. Crepaldi – si è superata una soglia: lo Stato non solo tollera comportamenti contro la vita, ma li fa propri e li impone».

Tenendo presente questo quadro preoccupante, l’arcivescovo ha approfondito la problematica dell’autorità e della legge.

Dapprima egli è risalito alla “fonte moderna” della neutralità dello Stato (e del legislatore) nei confronti dei contenuti e dei valori. Egli ha individuato questa fonte nel pensiero di Hobbes, così come magistralmente ricostruito dal giurista tedesco Carl Schmitt. Per Hobbes la società nasce da un patto: »questo patto non concerne una collettività già data, creata da Dio, e neppure un ordine naturale preesistente; piuttosto lo Stato – come ordine e come collettività – è il risultato dell’intelletto umano e dell’umana capacità creativa, e solo dal patto trae la propria origine». Secondo Hobbes anche nello stato di natura si potevano fare patti, ma sarebbero stati anarchici patti sociali, mentre il Leviatano si origina oltre questi patti, non viene a costituirsi tramite l’accordo ma al di là di esso e quindi è qualcosa di incomparabilmente superiore. Per questa superiorità, il Leviatano è come un Dio in terra, data la sua artificialità funzionale esso è una macchina, e siccome Cartesio aveva detto che l’uomo è un “intelletto in una macchina”, il Leviatano di Hobbes è il grande uomo che coincide con la grande macchina.

«Se lo Stato è magnun artificium, – ha concluso Crepaldi –  allora esso è uno strumento tecnico-neutrale il cui valore sta nell’essere una buona macchina “indipendente da ogni contenuto di fini o di convincimenti politici, e acquisisce la neutralità rispetto ai valori e alla verità propria di uno strumento tecnico».

Lo Stato-macchina procede oggi formalmente in modo neutro rispetto ai valori e impedisce l’obiezione di coscienza così come, per Hobbes, non poteva esistere un diritto di resistenza verso lo Stato.

Questa idea del Leviatano transita anche nello Stato di diritto, parlamentare e democratico. Mons. Crepaldi ha spiegato che «ogni legge che fosse frutto della volontà popolare espressa dal Parlamento ebbe l’autorità e la dignità che le derivava dal suo rapporto col diritto. Arriviamo così alla attuale nozione di legge: “La legge in una democrazia è la volontà contingente del popolo di volta in volta dato, cioè in pratica la volontà di quella che di volta in volta è la maggioranza dei cittadini elettori”».

Fino a questo punto l’arcivescovo Crepaldi ha spiegato come si sia potuto formare lo Stato-macchina, in cui auctoritas e potestas coincidono. Non ha ancora spiegato però come si sia passati dallo Stato “neutrale” verso i contenuti e i valori allo Stato che fa propri i disvalori e che impone una contro-natura e una contro-morale tramite le sue leggi e le sue istituzioni: «Oggi lo Stato pone come obbligatori i principi contrari a quelli naturali, ossia quelli innaturali. Ad essere non negoziabile oggi è il diritto all’aborto, o il diritto al matrimonio per tutti, o il diritto al figlio tramite la fecondazione artificiale. E’ evidente che non si tratta più di semplice neutralità».

Questo passaggio viene spiegato da mons. Crepaldi commentando la nota formula di Böckenförde secondo cui «lo Stato liberale secolarizzato vive di presupposti che non può garantire». Così dicendo il grande giurista tedesco accetta la secolarizzazione della politica e del diritto e invita politica e diritto ad organizzarsi come se Dio non fosse: «Böckenförde pone il problema della secolarizzazione del diritto, ma pensa che ad un certo punto – non si sa per quale motivo – lo Stato secolarizzato dovrebbe ravvedersi,  e considerando gli effetti devastanti della secolarizzazione, darsi il compito di vivere come se Dio fosse, recuperando non il fondamento, ma l’ipotesi condivisa, e quindi convenzionale, del fondamento».

Questa visione della secolarizzazione è insostenibile e a dichiararla tale è proprio il passaggio dallo Stato neutrale rispetto alla natura umana allo Stato impegnato in prima persona nella distruzione della natura umana. Così si è espresso il Relatore: «Bisogna comprendere che la fase della “neutralità” preludeva alla fase successiva della sistematicità e istituzionalizzazione del male. Dapprima il pensiero politico fa a meno di Dio, ma poi lo combatte per eliminarlo; dapprima fa a meno della natura, ma poi la combatte per eliminarla e riplasmarla». «Nella secolarizzazione – ha aggiunto – c’è quindi un’anima coerente e inarrestabile che, senza l’azione frenante di un Kathecon, tende alla soluzione finale. Anche la disperazione ha una logica a cui non si sfugge».

Da qui è venuto naturale il passaggio alla visione del diritto di Benedetto XVI. Concentrandosi soprattutto sul discorso di Papa Benedetto al Bundestag tedesco del settembre 2011 [qui], il Relatore ha così concluso: «il terreno della giustizia è prima di tutto quello del diritto naturale, ma si aggiunge subito dopo che ciò non è in grado di stare in piedi da solo senza il fondamento trascendente in Dio creatore. E non può essere sufficiente fondare il diritto naturale sulla ipotesi del Dio creatore – etsi Deus daretur – mentre è possibile attraverso il riconoscimento dell’esistenza del diritto naturale recuperare il suo fondamento in Dio creatore, come garanzia della stessa laicità del diritto naturale. Con il che il processo di secolarizzazione viene combattuto fino infondo».

Mons. Crepaldi ha potuto così concludere il lungo percorso nel pensiero giuridico moderno visto nei suoi rapporti con la teologia cattolica: «La secolarizzazione ha dapprima prodotto la neutralità dello Stato, poi però ha fatto dello Stato il primo soggetto impegnato nell’imporre una contro-verità. La risposta deve essere quella di ribadire il valore universale e puramente razionale del diritto naturale[1] ma come via per un recupero anche del suo fondamento trascendente, senza del quale anche il diritto naturale viene concepito come neutrale e, quindi, incapace di reggere e sempre incline ad essere manipolato nella contro-natura».
Stefano Fontana - Fonte
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[1] Benedetto XVI lo ha fatto in moltissime occasioni. Se ne veda una raccolta in: Benedetto XVI, Il posto di Dio nel mondo. Potere, politica, legge, a cura di S. Fontana, Cantagalli 2013.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Premetto che non conosco Mons. Crepaldi. Trovò molto interessante e lodevole il suo intervento nella summenzionata conferenza. È certamente un tema molto importante sul quale bisognerebbe dibattere di più. Mi chiedo,però, fermo restando la premessa, cosa fa e dice il vescovo di Trieste, quotidianamente, nel combattere una deriva,relativamente ai rapporti tra stato e diritto, oramai affermatasi dentro la stessa Chiesa.
È relativamente facile fare un intervento del genere, più difficile contrastare apertamente i suoi "colleghi" vascovi riguardo il principio di secolarizzazione.
Che dire,per ora accontentiamoci ma...
Antonio

irina ha detto...

"... mentre è possibile attraverso il riconoscimento dell’esistenza del diritto naturale recuperare il suo fondamento in Dio creatore, come garanzia della stessa laicità del diritto naturale..."

Nel bambino è naturale il senso religioso. Il bambino nasce con questo senso. Tutti nasciamo con questo senso. Senso che subito, purtroppo, tutti, genitori, famiglia, ambiente soffocano. Soffocano per non aver concorrenti nel loro potere personale, di coppia, di famiglia, di ambiente sul nuovo membro della loro comunità. Nuovo membro che deve solo essere sotto la loro esclusiva autorità.

Quei tondi, piccoli volti, che fanno capolino dalle carrozzine o sotto il copricapo invernale e che muovono a tenerezza anche le pietre, quei volti guardano ancora il Cielo da dove vengono. Fare questa piccola osservazione, alla portata delle moltitudini, consente di partire dalla realtà dei fatti: nessuno fa un figlio, il figlio viene cercato, mandato, accolto o rifiutato, curato o negletto, educato o manipolato.

Prima del bambino, prima della copula tra maschio e femmina, prima delle scariche ormonali fuori controllo, prima c'è Dio, Uno e Trino. Prima della legge naturale c'è Dio che la legge naturale ha posto in essere. Questo il bambino lo sa, non può ancora esprimerlo in concetti, sta a noi saper guardare il suo sguardo e comprendere che è teso ad un 'oltre' che noi vediamo solo attraverso lo specchio dei suoi occhi, del fiore che sboccia, del mare in tempesta, delle silenziose cime innevate.

Quindi il diritto, per essere tale, deve partire da Dio, Uno e Trino, solo partendo da lì, porta la vita e non la morte, porta l'armonia e non la confusione, porta il rispetto dell'altro e non la sua sopraffazione. Per partire da Dio bisogna solo volere e sapere osservare, con devozione quegli sguardi in carrozzina.

Anonimo ha detto...

Mons.Crepaldi,Mons,Schneider,Mons.Burke ,Mons.Sarah....fanno quello che possono , che altro dovrebbe fare rovesciare i tavoli ?
E' bello vedere che nella Chiesa Cattolica si prendono a pesci in faccia ?
Guardi che esempio ! Che bel lavoro sinergico tra Centro Studi Livatino e Osservatorio Card.Van Thuan : Grazie a Dio tutti e due guardano verso la stessa direzione e non se le danno di santa ragione . Gli altri Vescovi colleghi hanno avuto tutti il Battesimo , la Cresima, l'Ordine , il dono della vita , un cervello raziocinante , se usano tutti questi doni in malo modo di chi e' la colpa ? Forse non hanno piu' intimita' con Dio ? Forse non hanno piu' coscienza della loro grave responsabilita' ? Ecco perche' la Vergine Madre non si stanca di dirci di pregare e sacrificarci per i fratelli in "difficolta'" perche' fino alla fine siamo a rischio .

In tema : ha detto...

Il mese di San Giuseppe.
Meditazioni per ogni giorno del mese di marzo
di Padre Stefano M. Manelli
http://www.casamarianaeditrice.it/scheda.asp?idp=85&idm=86&idsez=93&idssez=106&id=638
tel.0825444415

Un nuovo libretto sul mese di marzo dedicato a san Giuseppe. Si tratta in realtà di un lavoro di vecchia data, già in programma da tempo. Esauriti gli altri libretti sullo stesso tema editi dalla Casa Mariana Editrice, si è pensato finalmente di pubblicare questo volumetto.

È l'ora di dire: finalmente! Perché? Per due motivi concreti...

Il primo motivo è che da tempo in qua si è piuttosto arrestato l’arrivo di libri su san Giuseppe. E ciò non è affatto buon segno, pensando all’importanza di questo Santo glorioso per la nostra vita spirituale e temporale.

Il secondo motivo è che, per quanto numerosi siano e saranno i libri su san Giuseppe, la sua grandezza è tale che non basterebbe neppure un numero immenso di libri e di scritti per capire, scoprire e celebrare adeguatamente la grandezza sublime dell’amore paterno di san Giuseppe verso Gesù, verso la Madonna e verso di noi, affidati anche a lui.

C’è solo da animarsi, per questo, a scrivere un altro mese di marzo su san Giuseppe per cercare di far conoscere, venerare, amare e imitare di più questo Santo glorioso e ineguagliabile in ogni tempo, per il bene nostro, per il bene della Santa Chiesa, per il bene dell’umanità intera.

Non hanno forse fatto così tutti i santi più devoti di san Giuseppe? Da san Giustino e sant’Ireneo, a partire dal II secolo, a sant’Efrem e san Girolamo, a sant’Ambrogio e sant’Agostino, a san Giovanni Crisostomo e san Basilio, a san Giovanni Damasceno e sant’Ildefonso da Toledo, per l’intera Patristica.

E poi gli altri santi più devoti di san Giuseppe: da san Pier Damiani a san Bernardo abate, da santa Margherita da Cortona a san Bernardino da Siena, da santa Geltrude e santa Brigida di Svezia a santa Teresa d’Avila; da san Francesco di Sales a san Leonardo da Porto Maurizio e sant’Alfonso M. de’ Liguori; e più vicini a noi, san Giuseppe Marello, san Leonardo Murialdo, san Luigi Guanella, sant’Annibale di Francia.

L’incoraggiamento migliore, del resto, viene da san Pio da Pietrelcina, il quale per tutta la vita fu un fedele devotissimo di san Giuseppe, affermando, giustamente, che «san Giuseppe e Maria sono le persone più care al Cuore di Dio». E tutto ciò è più che sufficiente per farci amare san Giuseppe al di sopra di tutti gli altri santi.

Attacchiamoci tutti al carissimo e grandissimo san Giuseppe, dunque, e sperimenteremo sempre quanto sia caritatevole la sua paternità verso di noi suoi “figli in Gesù”, dando così gioia anche alla sua santissima sposa Maria, dolce mamma di Gesu' e nostra .

Anonimo ha detto...

Siamo alla vigilia della tornata elettorale, la prima dopo un commissariamento di fatto lungo quasi sette anni.
Nel novembre 2011, per una crisi pilotata a motivo del debito sovrano, il presidente del Consiglio in carica fu sostituito dal tecnico Mario Monti che varò delle riforme apprezzate dall'Unione europea e dai mercati.
Nel dicembre del 2012 una parte dei partiti coinvolti nel sostegno a Monti ritirò l'appoggio al governo e determinò lo scioglimento delle Camere. Si tornava così a votare SENZA aver modificato la “porcata” di Calderoli e così fu nel 2013.

Fior di esperti del diritto hanno trattato dell’incostituzionalità del sistema di voto di allora e il Rosatellum ha peggiorato le cose. Ma mentre di fatto tutta la politica è risultata commissariata, chi ha avuto il potere di legiferare lo ha fatto, impallinando la vita.

Ora il togliere vita è considerato un diritto, non un’eccezione e questo cambia completamente il quadro.
E di diritto in diritto si è proceduto verso il baratro, non permettendo, ma imponendo.
Oggi la nostra Italia appare una nazione spolpata economicamente, demograficamente invecchiata, forzosamente accogliente risorse dequalificate e del tutto passiva mentre le proprie eccellenze se ne vanno altrove.

Siamo al Leviatano, all’attuale nozione di legge: “La legge in una democrazia è la volontà contingente del popolo di volta in volta dato, cioè in pratica la volontà di quella che di volta in volta è la maggioranza dei cittadini elettori”». Lo Stato-macchina, in cui auctoritas e potestas coincidono. Oggi lo Stato pone come obbligatori i principi contrari a quelli naturali, ossia quelli innaturali. Ad essere non negoziabile oggi è il diritto all’aborto, o il diritto al matrimonio per tutti, o il diritto al figlio tramite la fecondazione artificiale. E’ evidente che non si tratta più di semplice neutralità.

Oggi, festa della Cattedra di San Pietro, non è possibile non rilevare che due eminenze grigie di questo processo (Napolitano e Bonino) siano elogiate pubblicamente dalla stessa Santa Sede che fino a un lustro fa ci predicava ben altri valori non negoziabili.

Chiaro Mons. Crepaldi: Bisogna comprendere che la fase della “neutralità” preludeva alla fase successiva della sistematicità e istituzionalizzazione del male. Dapprima il pensiero politico fa a meno di Dio, ma poi lo combatte per eliminarlo; dapprima fa a meno della natura, ma poi la combatte per eliminarla e riplasmarla. Nella secolarizzazione c’è quindi un’anima coerente e inarrestabile che, senza l’azione frenante di un Kathecon, tende alla soluzione finale. Anche la disperazione ha una logica a cui non si sfugge.

Capite che anche il futuro non alimenta (politicamente) soverchie speranze.
Speriamo almeno che chi ha capito il gioco al massacro cessi di assecondarlo.
Qualcuno, più di altri, va -elettoralmente- punito.
Magra consolazione? Si fa quel che si può.

Anonimo ha detto...

“L’unica Via, l’unica Verità e l’unica Vita” (cf. Gv 14,6):solo Gesù Cristo , per sempre , per ogni uomo , per ogni tempo .

La rivoluzione gentile della verità, dell’amore, della grazia divina. Prof. Paolo Risso
http://www.settimanaleppio.it/dinamico.asp?idsez=10&id=1495

Gesu' non e' un capopopolo , un tribuno , non e' a capo della TdL , ammonisce :
"Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata ! " Vangelo di Matteo 15:13.
E' questa la rivoluzione indicata da Gesu' ad ogni uomo : la conversione del cuore . E' la rivoluzione gentile da fare ogni giorno per tutti i giorni della vita . L'unica rivoluzione . Purificare e rinnovare il cuore dell'uomo , il proprio cuore , aderendo a Lui Gesu' unica Verita' e Giustizia .

Anonimo ha detto...

Gli alberi che Dio ha seminato ( i figli di Dio seminati nel mondo) dovranno portare frutto perche' nella stagione stabilita il Padre celeste vagliera' la raccolta .

Anonimo ha detto...

https://gloria.tv/video/6MKTNdELggKM1ApTuGryNSNjA

due risate fan bene al cuore...

e poi dicono ai cattolici di impegnarsi in politica.