Un lettore ci segnala il testo che segue, che riprendo per commemorare l'evento che ricorre oggi, V anniversario della notizia dell'abdicazione di Benedetto XVI propedeutica al suo allontanamento dal Soglio [11 febbraio qui - 28 febbraio qui - qui - qui].
Il testo è toccante, ma restano le perplessità connesse col motivo dell'abdicazione, tutto incentrato sui limiti umani, come se nell'esercizio della sua alta funzione, d'istituzione divina, il Papa non fosse assistito dal Soprannaturale. Tra l'altro questo dato apre la porta a una serie di conseguenze che purtroppo si stanno già rivelando. Il vero e serio problema che si evidenzia è proprio il vulnus del primato petrino e della sua integrità, comunque messa in discussione proprio da una interpretazione progressista e 'moderna' dell'atto di rinuncia dalla potestà primaziale, che non è una qualunque funzione amministrativa... Il nocciolo della questione nasce dalla tesi, quanto meno ardita, del munus petrino 'dimidiato' per effetto della impropria e improvvida scissione del Ministero attivo da quello contemplativo esercitato nel 'recinto di Pietro' che così non è tanto un 'luogo' geografico quanto un luogo teologico dal quale Benedetto XVI continuerebbe ad esercitare il Ministero spirituale, mentre ha deposto la potestà di governo universale. Il tutto ha provocato una congerie di dubbi tuttora irrisolti e di riflessioni consultabili negli articoli pubblicati sul blog [indice qui], che mostrano in diretta il dipanarsi dell'inedita vicenda dei 'due Papi' con tutte le anomalie all'insegna dell'ambiguità nonché della carenza di motivazioni teologiche e canoniche in rapporto alla figura del 'papa emerito'. (M. G.)
Un legame misterioso tra Bernadette e RatzingerIl testo è toccante, ma restano le perplessità connesse col motivo dell'abdicazione, tutto incentrato sui limiti umani, come se nell'esercizio della sua alta funzione, d'istituzione divina, il Papa non fosse assistito dal Soprannaturale. Tra l'altro questo dato apre la porta a una serie di conseguenze che purtroppo si stanno già rivelando. Il vero e serio problema che si evidenzia è proprio il vulnus del primato petrino e della sua integrità, comunque messa in discussione proprio da una interpretazione progressista e 'moderna' dell'atto di rinuncia dalla potestà primaziale, che non è una qualunque funzione amministrativa... Il nocciolo della questione nasce dalla tesi, quanto meno ardita, del munus petrino 'dimidiato' per effetto della impropria e improvvida scissione del Ministero attivo da quello contemplativo esercitato nel 'recinto di Pietro' che così non è tanto un 'luogo' geografico quanto un luogo teologico dal quale Benedetto XVI continuerebbe ad esercitare il Ministero spirituale, mentre ha deposto la potestà di governo universale. Il tutto ha provocato una congerie di dubbi tuttora irrisolti e di riflessioni consultabili negli articoli pubblicati sul blog [indice qui], che mostrano in diretta il dipanarsi dell'inedita vicenda dei 'due Papi' con tutte le anomalie all'insegna dell'ambiguità nonché della carenza di motivazioni teologiche e canoniche in rapporto alla figura del 'papa emerito'. (M. G.)
"Posso solo dire a riguardo che, nel lento scemare delle forze fisiche, interiormente sono in pellegrinaggio verso Casa". (citazione dalla Lettera a La Repubblica di cui all'immagine a lato)
Poco tempo e spazio per meditare queste brevi parole che hanno commosso tanti, scritte da colui che - misteriosamente - ha detto di sé stesso di essere 'l'ultimo papa del vecchio mondo' e, contestualmente, il 'primo del nuovo'. [relazione mons. Georg Ganswein qui ; nostre considerazioni qui - qui]
Cinque anni dopo la 'rinuncia' all'esercizio del Ministero di Pietro -altra sfumatura sottile e misteriosa- continuiamo a chiederci il senso profondo di quel passo dietro le quinte della storia, di quel appartarsi, pur rimanendo dentro il recinto vaticano...
Un senso, mi pare, stia nella data scelta: l'11 febbraio, che evoca Lourdes e, sopratutto, la sua protagonista. Che evoca il dolore della malattia che martirizzò la veggente dei Pirenei, Bernadette.
Il suo giorno, nel canone dei santi, è quel 16 aprile che ha visto i natali di Joseph Ratzinger: ed il filo rosso appare così evidente, chiaro.
Quella santa, dopo l'esposizione 'mediatica' e pubblica delle apparizioni, decise anche lei di 'sparire' al mondo. Decise di essere una presenza diversa: disse di sé 'voglio essere come una scopa, che, una volta usata, si posa dietro a porta'. E, intanto, soffriva per le malattie terribili e dolorosissime che la devastavano; pativa il disprezzo della sua superiora e delle molte consorelle del suo convento di Nevers; subiva e pregava con gli occhi aperti non più verso il Cielo che l'aveva investita con la Luce della sua Regina, ma verso il buio del patimento.
Riecheggiava, in lei, la promessa di Aquerò: sarebbe stata felice, sì, ma non in questa vita, bensì nell'altra. La memoria di quelle parole la sorreggeva; e - pensiamo - della carie ossea che l'ha devastata, non è rimasta traccia nel suo corpo dolce, intonso, della châsse di Nevers.
La serenità dello spirito ha finito per informare l'infermità del corpo.
Mi pare di poter dire così di Benedetto XVI: il quale comincia a scorgere la Casa, anche lui -pensiamo, speriamo - in 'preda' ad una 'promessa', a quell'unica 'promessa' che ci fa rimanere fermi, in trincea, fra i marosi del tempo e dello spirito.
Fermi e fiduciosi, nonostante tutto, nel suo adempimento. (Sebastiano Mallia)
30 commenti:
5 anni senza il Papa delle certezze
Roma, 10 febbraio 2018 - i cinque anni, e sembra un’altra epoca. Era una mattina come un’altra in una Roma assorta, come adesso distratta da una campagna elettorale agguerrita e all’improvviso una notizia giunta dal Vaticano sconvolse il mondo. Il papa si era dimesso. Undici febbraio 2013. Era la prima volta, e quella fu la prima di tante prime volte: le prime dimissioni 'moderne' di un papa, il primo ex papa, i primi due papi insieme, il primo papa sudamericano e chissà quante altre. Da quel giorno Joseph Ratzinger visse “nascosto al mondo”, come ebbe a promettere, ma il mondo non l’ha dimenticato. E dopo cinque anni la notizia è proprio questa: c’è una gran parte del popolo cattolico per cui Benedetto XVI è ancora “il” papa. C’è addirittura chi lo definisce l’ultimo e l’unico “papa legittimo”. Forse è la distanza siderale che lo divide dal successore in termini di pastorale, stile di governo, agenda ad aver accresciuto nel tempo il rimpianto che in tanti nutrono ancora per questo signore ultranovantenne, timido e rigido custode dell’ortodossia e della fede, a torto etichettato come «tradizionalista» avendo compiuto la più grande riforma del papato nei suoi duemila anni di vita.
Eppure Benedetto non fa niente per esercitare alcun ruolo, men che mai quello del controcanto al pontefice regnante. Qualche giorno fa ha scritto al 'Corriere della sera' spiegando con parole semplici e dolcissime di aver intrapreso il pellegrinaggio che lo riporterà "a Casa", accennando al “lento declinare delle forze”. All’interno del monastero Mater ecclesiae proprio dietro alla basilica di San Pietro il papa emerito legge, si riposa, quando ne ha le forze suona il piano, riceve anche qualcuno che va a fargli visita ma mai ha fatto in modo che anche involontariamente qualcuno lo potesse identificare come un antipapa vivente. Ha limitato al minimo, specie nell’ultimo anno, le uscite pubbliche che invece nel primo anno di pontificato di Francesco c’erano state. Anche per le condizioni di salute che nell’ultimo periodo si sono fatte più precarie, adesso è veramente nascosto al mondo.
E allora perché il perdurare di questo 'mito', che non offusca certo la popolarità mondiale della 'star' Francesco, ma che comunque esiste? Il web è pieno di siti e gruppi di cattolici tradizionalisti che si richiamano espressamente al magistero dell’ex prefetto di quello che fu il Sant’Uffizio. In tanti rimpiangono la sua chiarezza di pensiero, la sua fermezza dottrinale che non possono non rimandare alla memoria il “chi sono io per giudicare un gay” di Bergoglio e le aperture su più fronti che Francesco ha apportato. E più procede il pontificato argentino, più frequenti si fanno le domande: che cosa avrebbe detto adesso Benedetto? Che cosa avrebbe fatto?...
https://www.quotidiano.net/cronaca/papa-ratzinger-1.3717792
"In pellegrinaggio verso la Casa"
Nel titolo c'è un refuso: Bernerdette invece di Bernardette, va rimessa la - a.
Invece non è frutto di un errore di stampa la dichiarazione dell'ex Papa di essere "in pellegrinaggio verso Casa". E come lo sa lui che andrà nella Casa del Signore, crede di poter anticipare il giudizio di Cristo Giudice nei suoi confronti? Per esser corretto dal punto di vista teologico non avrebbe dovuto dire: mi sto preparando al giudizio, chiedendo perdono a Dio per i miei peccati, come del resto dovrebbe fare ognuno di noi all'avvicinarsi dell'ora della morte? Siamo dunque sempre alla diffusione strisciante dell'errore della "salvezza garantita a tutti", errore che risulta dalla scomparsa di ogni menzione del giudizio individuale cui la nostra anima viene immediatamente sottoposta dal Signore, subito dopo la morte, come ci insegna il dogma della fede, per deciderne il destino eterno.
Da quanti decenni la pastorale della Chiesa non nomina più l'esistenza del giudizio immediato, individuale cui l'anima di ciascuno di noi è sottoposta appena il nostro corpo muore? La situazione è talmente degenerata che se un sacerdote per caso nomina il giudizio individuale e la certezza della dannazione eterna per chi muore in peccato mortale, scoppia subito la rivolta tra i fedeli. Già l'idea del "giudizio" cui essi debbano esser sottoposti li manda su tutte le furie, tanta è la superbia dominante.
X.
"Un legame misterioso tra Bernerdette e Ratzinger"
Capisco l'affetto straripante per l'ex Papa e il dispiacere tuttora vivo di molti per la sua abdicazione (mi ci metto anch'io al tempo in cui ciò avvenne).
Ma questa è prevalentemente la voce del cuore, dove il raziocinio risulta avere veramente scarso spazio.
Vi prego, nessuno la prenda come un'offesa personale o come una mancanza di rispetto... e perciò ripeto, capisco empaticamente la reazione emotiva, ma lasciatemi dire, mi sia concesso dire sommessamente che riguardo a questo titolo e a quel che segue a me sembra piuttosto si tratti di un legame tirato per i capelli tra Bernadette e Ratzinger, dove l'unica coincidenza ravvisabile sta nella data.
È stata una tragedia , dopo 5 anni la Chiesa è ridotta ai minimi termini. Non capiró mai la decisione di BenedettoXVI comunque sia andata veramente ha creato un danno enorme.
Mi dispiace dirlo, ma Benedetto XVI non avrebbe dovuto dimettersi, scappando alla vista dei lupi.
"...Eppure Benedetto non fa niente per esercitare alcun ruolo..."
Di lui si parla, di tanto in tanto un messaggio arriva attraverso una persona, spesso imprevedibile. Ultimo un corriere della sera,il signor Massimo Franco. Attraverso di lui sappiamo tutti che le sue forze fisiche scemano, che interiormente è in pellegrinaggio verso Casa(!?), che il percorso al momento è faticoso, che l'amore e la bontà di tanti lo circondano e che l'interesse dei lettori del signor Massimo Franco è un accompagnamento in questo tratto di strada, infine ringrazia tutti e assicura la sua preghiera per tutti.
Infine il legame misterioso con Bernadette, della quale ci viene ricordato 'il dolore della malattia che martirizzò la veggente dei Pirenei'...Bernadette che '... decise anche lei di 'sparire' al mondo. Decise di essere una presenza diversa: disse di sé 'voglio essere come una scopa, che, una volta usata, si posa dietro a porta'. E, intanto, soffriva per le malattie terribili e dolorosissime che la devastavano...
La serenità dello spirito ha finito per informare l'infermità del corpo...'
Ci sono poi le date da verificare, le coincidenze da scoprire.
Quindi Benedetto non fa niente, prega; gli altri fanno. E cercano di interpretare.
E non dimentichiamoci che i lupi sono improvvisamente spariti!
Prima lo circonadavo, e pregava di non scappare dinanzi a loro, ora "... l'amore e la bontà di tanti lo circondano".
Altro mistero...
Cara Mic, con tutto il cuore io la invito a provare a cambiare prospettiva di analisi, a fare un ragionamento diverso, a guardare con altra lente, altra prospettiva, altra angolazione. Cerco di darle un'altra chiave interpretativa. Non pretendo che lei ed altri mi seguiate nè che quello che dico sia indiscutibile o assolutamente vero. Dico solo che voi ragionate con certi paradigmi e che il punto di osservazione suo e di altri dovrebbe/potrebbe essere ribaltato.
Ora le spiego cosa intendo dire:
Partiamo dalla sua affermazione: " Il vero e serio problema che si evidenzia è proprio il vulnus del primato petrino e della sua integrità, comunque messa in discussione proprio da una interpretazione progressista e 'moderna' dell'atto di rinuncia dalla potestà primaziale, che non è una qualunque funzione amministrativa...
Da questa frase si capisce che la sua ottica è quella "scontata e banale, sin troppo" di vedere nella scelta di BXVI, l'ennesima interpretazione modernista e progressista delle fondamenta della nostra Santa Religione, incluso l'istituzione Papato. In questo si svela anche un malcelato pregiudizio verso Sua Santità BXVI, frutto certo anche delle problematiche conciliari e post conciliari, alle quali oartecipò anche Ratzinger, che a chi scrive non sfuggono e che non vuole negare.
Tuttavia io ragionerei in quest'altro modo, ribaltando completamente il ragionamento logico. La prego mi segua. Schematizzo lo schema logico per semplicità: 1) Assumiamo che BXVI non ha inteso neppure per un istante intaccare l'istituto Petrino, essendo Papa, e conoscendo che ciò non sarebbe possibile. 2) Riconosciamo che BXVI conosce meglio di noi le ragioni che hanno portato alle sue dimissioni, come lei dice assurde nella motivazione. Pertanto, sempre a difesa del Papa fino a prova contraria, occorre ipotizzare che dietro queste "assurde dimissioni" ci sia altro non detto, altrimenti si da dell'assurdo al Papa o del "vigliacco" o del "distruttore del Papato", cosa che io non mi sento di fare; 3) Si deve invece pensare che la scelta di BXVI, non affatto casuale, ma voluta, pensata, sofferta meditata e, direi anche ispirata, avesse lo scopo di introdurre, come lo chiama lei un "Vulnus". Ma a cosa? Al Papato Vero? Questo è il punto! 4) occorre cioè chiedersi, senza tuttavia avere i soliti pregiudizi verso BXVI, perchè BXVI abbia voluto di fatto, è così è introdurre un vulnus con il "munus petrino dimidiato". 5) ciò non è affatto casuale ma voluto.
La mia risposta a tale domanda, ribaltando il punto di osservazione è questa: noi non sappiamo COSA nè CHI, nè quali forze anticristiche abbiano portato alle dimissioni di BXVI e alle decisioni del Conclave, non certo ispirate dal Cielo. Ma, dando per scontato, fino a prova contraria, la fedeltà di BXVI alla Chiesa Cattolica e a Cristo, dobbiamo credere che la sua scelta abbia l'obiettivo di salvare il Papato e la Chiesa e non di distruggerli.
Pertanto occorre concludere che "eventuale Papato dimidiato" sia solo un escamotage per non permettere alle forze anticristiche di occupare legittimamente il Soglio Petrino. Mi rendo conto tuttavia che questo mio ragionamento presuppone l'apertura mentale e di cuore a ipotizzare, anche sulla base di numerosissimi indizi, vizi nelle dimissioni, vizi nella elezione valida di Bergoglio, che Bergoglio non sia mai stato eletto validamente Papa.
Ma solo così la scelta di BXVI avrebbe un senso pieno e rispettoso della Istituzione Papato e rispettoso anche di Sua Santità.
Un gesto estremo è capito da pochi per salvare la Chiesa ed il papato dalle forze anticristiche. Sia Lodato Gesù Cristo
I presunti vizi nelle dimissioni e quelli dell'elezione non sono mai stati dimostrati autorevolmente e solo ipotizzati da alcuni (es. Socci) ma mai confermati da chi potrebbe e dovrebbe se non si trattasse di ipotesi...
Alex,
Nel mio incipit sono stata essenziale perché argomenti e motivazioni sono stati ampiamente sviluppati negli articoli di cui ho fatto la fatica di raccogliere l'indice. E chi frequenta il blog li conosce bene.
Inoltre, quando si definisce un'affermazione scontata e banale bisogna almeno dimostrare il perché con argomenti di ragione e non con sentimenti.
Lei non vuole ammettere che la lettura modernista e progressista è una delle letture possibili proprio grazie all'ambiguità e alla carenza di motivazioni teologiche e canonistiche ampiamente e ripetutamente spiegate.
Tutti torneremo alla casa del Padre, ma solo per essere giudicati di fronte a Lui e poi essere mandati dove ci siamo meritati di andare coi nostri peccati commessi durante tutta la nostra vita terrena. Solo Dio e Ratzinger sanno il perché di un atto così spiazzante e rivoluzionario allo stesso tempo, inutile ricamarci su senza uno straccio evidente di prove valide, vizi o no di forma che siano, forse un giorno sapremo, ma Bergoglio è il papa inflittoci perché si vede che ce lo meritiamo tutto. no comment.
Sono almeno tre le novità che con questo papa caratterizzano le Giornate Mondiali della Gioventù: gli spazi di silenzio, l'età giovanissima, la passione di testimoniare la fede nel mondo .
di Sandro Magister
Benedetto XVI vede le Giornate Mondiali della Gioventù come un momento saliente della sua missione di successore di Pietro.
A una semplice osservazione esterna, questi ultimi raduni mondiali manifestano almeno tre caratteri distintivi e nuovi, che a Madrid sono apparsi con particolare visibilità.
Il primo è il silenzio. Un silenzio prolungato, intensissimo, che cala nei momenti chiave, in una marea di giovani che fino a subito prima esplodevano di gioia festante.
La Via Crucis è uno di questi momenti. Un altro, ancor più impressionante, è quello dell'adorazione dell'ostia santa durante la veglia notturna. Un terzo è stato quello della comunione durante la messa conclusiva.
L'adorazione silenziosa dell'ostia santa è un'innovazione introdotta nelle Giornate Mondiali della Gioventù da Benedetto XVI. Il papa si inginocchia e con lui si inginocchiano sulla nuda terra centinaia di migliaia di giovani. Tutti protesi non al papa ma a quel "nostro pane quotidiano" che è Gesù.
Il violento scroscio temporalesco che a Madrid ha preceduto l'adorazione eucaristica, creando notevole scompiglio, ha reso ancor più impressionante l'irrompere di tale silenzio. E altrettanto è accaduto la mattina dopo, nella messa. L'inaspettata cancellazione della distribuzione della comunione – per non chiarite ragioni di sicurezza – non ha prodotto disordine e distrazione nella distesa sterminata dei giovani ma, al contrario, un silenzio di compostezza e intensità sorprendenti, una "comunione spirituale" di massa di cui non si ricordano precedenti.
Un secondo carattere distintivo di quest'ultima Giornata Mondiale della Gioventù è l'età media molto bassa dei convenuti, 22 anni.
Questo significa che molti di essi vi hanno preso parte per la prima volta. Il loro papa è Benedetto XVI, non Giovanni Paolo II, che hanno conosciuto solo da bambini. Essi sono parte di una generazione di giovani e giovanissimi molto esposta a una cultura secolarizzata. Ma sono nello stesso tempo il segnale che le domande su Dio e i destini ultimi sono vive e presenti anche in questa generazione. E ciò che muove questi giovani sono proprio queste domande, alle quali un papa come Benedetto XVI offre risposte semplici eppure potentemente impegnative e attrattive.
I veterani delle Giornate Mondiali della Gioventù c'erano, a Madrid. Ma soprattutto tra le decine di migliaia di volontari che si sono prestati per l'organizzazione. O tra i numerosi sacerdoti e religiose che hanno accompagnato i giovani, e le cui vocazioni sono sbocciate proprio in precedenti Giornate Mondiali della Gioventù. È ormai assodato che questi appuntamenti sono un vivaio per le future leadership delle comunità cattoliche nel mondo.
Un terzo carattere distintivo è la proiezione "ad extra" di questi giovani. A loro non interessano affatto le battaglie interne alla Chiesa per un suo ammodernamento al passo con i tempi. Sono lontani anni luce dal "cahier de doléances" di certi loro fratelli maggiori: per i preti sposati, per le donne prete, per la comunione ai divorziati risposati, per l'elezione popolare dei vescovi, per la democrazia nella Chiesa, eccetera eccetera.
Per loro, tutto questo è irrilevante. A loro basta essere cattolici come papa Benedetto fa vedere e capire. Senza diversivi, senza sconti. Se alto è il prezzo con il quale siamo stati salvati, il sangue di Cristo, alta dev'essere anche l'offerta di vita dei veri cristiani.
Non è la riorganizzazione interna della Chiesa, ma la passione di testimoniare la fede nel mondo a muovere questi giovani. Il papa glielo stava per dire con queste parole, nel discorso interrotto dal temporale:
"Cari amici, non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza. Il Signore vi ha concesso di vivere in questo momento della storia, perché grazie alla vostra fede continui a risuonare il Suo Nome in tutta la terra".
QUARANTORE
Solenne Esposizione del SS. Sacramento
da Domenica 11 Febbraio ore 13:00
a Martedì 13 Febbraio ore 7:00
Chiesa della SS.Trinita' dei Pellegrini
Nella Sacrestia della Parrocchia e' disponibile il foglio per la prenotazione della tua Ora di Adorazione
GMG Madrid, Benedetto XVI presiede l'Adorazione Eucaristica
mentre imperversa il maltempo
https://www.youtube.com/watch?v=PTQoh-L9HiE
In ginocchio prostrati temiamo Dio .
Da segno di maledizione, la Croce è stata trasformata in segno di benedizione, da simbolo di morte in simbolo per eccellenza dell'Amore che vince l'odio e la violenza e genera la vita immortale. "O Crux, ave spes unica! O croce, unica speranza!".
Così canta la liturgia .
Ai piedi della Croce stava Maria (cfr Gv 19, 25-27). Il suo dolore forma un tutt'uno con quello del Figlio. È un dolore pieno di fede e di amore. La Vergine sul Calvario partecipa alla potenza salvifica del dolore di Cristo, congiungendo il suo "fiat", il suo "sì", a quello del Figlio. Cari fratelli e sorelle, spiritualmente uniti alla Madonna Addolorata, rinnoviamo anche noi il nostro "sì" al Dio che ha scelto la via della Croce per salvarci. Si tratta di un grande mistero che è ancora in atto, fino alla fine del mondo, e che chiede anche la nostra collaborazione. Ci aiuti Maria a prendere ogni giorno la nostra croce e a seguire fedelmente Gesù sulla via dell'obbedienza, del sacrificio e dell'amore.
da Angelus 17 settembre 2006
In occasione dei novant’anni del Papa Emerito Benedetto XVI Rai Cultura propone “Benedetto XVI un rivoluzionario incompreso”, uno Speciale firmato da Antonia Pillosio, in onda martedì 11 aprile alle 21.10 su Rai Storia.
Per capire il papato di Joseph Ratzinger il racconto del documentario parte dal gesto rivoluzionario delle sue dimissioni, a lungo meditate e annunciate dopo l’inizio dell’anno della fede. Perché Benedetto XVI fece un simile annuncio l’11 febbraio, giorno della memoria della Vergine Maria a Lourdes, dedicato dalla Chiesa ai malati? Perché in una riunione di routine di cardinali? E perché la decisione di ritirarsi a vivere nel monastero di clausura all’interno del Vaticano?
Nel documentario, che utilizza anche materiale delle Teche Rai, ne parlano gli storici Elio Guerriero, Andrea Riccardi e Don Roberto Regoli, dai vaticanisti Andrea Tornielli e Sandro Magister, dai Cardinali Gerard Ludwig Muller e Gianfranco Ravasi, da Padre Federico Lombardi e Antonio Paolucci.
Quelle dimissioni non furono un moto di ribellione, né un passo indolore, ma un gesto profetico: “Per lui – sottolinea Elio Guerriero - è stata una cosa veramente naturale. Lui mi dice: mi sono anche un po’ sorpreso, avevo sottovalutato l’impatto che poteva avere un gesto simile, forse è stato eccessivo”.
Con la sua rinuncia Benedetto XVI affida al successore Francesco l’eredità del suo impulso riformatore. “Lui ha scommesso sul Papa futuro, una persona in grado di affrontare il governo della Chiesa - sottolinea Sandro Magister - che è qualcosa di tremendamente impegnativo tanto che lui non si è sentito più in forza di poterlo fare.”
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Segue
Ma nel documentario c’è anche il “vecchio” Joseph Ratzinger, brillante teologo, professore in quattro università tedesche, Arcivescovo di Monaco e per ventitre anni è Prefetto della Congregazione per la Fede, prima di diventare Papa Benedetto XVI. “Lui ha servito Giovanni Paolo II – sostiene Andrea Tornielli - non faceva interviste pubbliche prendendo le distanze dal Papa. Ha sempre sostenuto il pontificato, anche nei momenti in cui non c’era perfetta identità di visione.”
Il 19 Aprile 2005 con l’elezione di un papa teologo tedesco i cardinali elettori hanno lanciato un messaggio: è prima di tutto qui in Europa che la Chiesa deve ritrovare se stessa. “Lui dà due spiegazioni per la scelta del suo nome Benedetto - afferma Don Roberto Regoli - perché si è rifatto a Benedetto XV il Papa della Prima Guerra Mondiale, colui che si preoccupò della Pace, e poi si è rifatto a San Benedetto da Norcia, il padre della cultura medievale tramite la rete dei monasteri benedettini. E qui c’è tutto il riferimento della questione delle radici culturali dell’Europa”.
Il centro di tutto il pontificato di Benedetto XVI è la problematica della fede e insiste sulla centralità e la bellezza della fede in Cristo, scrivendo tre libri sulla sua vita. “E un caso originale e straordinario, che il Papa stesso abbia scritto una Cristologia - spiega Card Gerard Muller - ma non solo una classica cristologia, si è concentrato sulla persona di Gesù come appare nella testimonianza biblica.”
Nei suoi otto anni di pontificato, anche se tra luci e ombre, Benedetto XVI ha insegnato e indicato vie importanti per tutti, credenti e non credenti. Ma ci sono state anche incomprensioni e momenti difficili: con coraggio e determinazione il Papa ha affrontato il dossier degli abusi sui minori da parte del clero, senza farsi sopraffare dalle critiche dei media e dalle inadempienze episcopali: “Benedetto XVI ha seguito una strada molto coerente – afferma P. Hans Zollner S. J. del Center for Child Protection- ha dato via libera per fare tutti processi possibili, per condannare i rei e ha incontrato di persona le vittime degli abusi”. “E questa fu una delle vicende del pontificato , che ritengo alla lunga uno dei grandi meriti storici di Benedetto XVI. È stato un tempo difficile – aggiunge Padre Federico Lombardi – ma un tempo in cui ha dato un contributo imprescindibile per la storia della Chiesa in questi decenni.”
Al documentario hanno collaborato la Kto, télévision cattolique, il Cortile dei Gentili, il Centro Televisivo Vaticano, la Biblioteca Ratzinger e la Fondazione Joseph Ratzinger Benedetto XVI, l’Archivio de L’Osservatore Romano mettendo a disposizione diverso materiale preso dai loro archivi.
http://www.raistoria.rai.it/articoli/benedetto-xvi-un-rivoluzionario-incompreso/36908/default.aspx
@mic: “I presunti vizi nelle dimissioni e quelli dell'elezione non sono mai stati dimostrati autorevolmente e solo ipotizzati da alcuni (es. Socci) ma mai confermati”.
Esattamente.
Estenuanti ed infruttuosi sono stati i tentativi di ricondurre i proponenti del Socci pensiero sul piano della riflessione razionale.
Aggiungo che l’ipotesi di Socci ha causato disordine, originando rivoli ermeneutici svianti. Di fatto ha reso impossibile focalizzare l’attenzione sui veri problemi di fondo della chiesa conciliare (quella che si è giustapposta alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana): l’omissione omertosa delle verità di fede e delle norme morali che fossero anche solo potenzialmente di ostacolo all’ecumenismo e all’unificazione delle religioni, lo stravolgimento della liturgia, la desacralizzazione dei sacramenti, l’immoralismo del clero, ecc.
OS
@Mic 10:02.
La ringrazio per la risposta. Non volevo essere offensivo con "il banale e scontato", solo affermare che è la cosa più immediata è lampante che viene a tutti, quella di dire: "ecco anche il Papato ha toccato, ha creato il Papato emerito, c'è solo un papa, così si genera confusione" capisco queste argomentazioni, ma come ho detto, sono le più immediate e nascondono un malcelato pregiudizio verso BXVI, ritenuto, modernista, o al massimo conservatore...io fino a quando non mi sarà dimostrato che BXVI ha voluto scientemente "vulnerare" il Papato, non aderisco a questa ipotesi.
Quanto proprio a questa ipotesi ultima, non è che io non la voglia prendere in considerazione. L'ho considerata perchè è giusto considerarla, , ma in questo momento non ritengo ci siano elementi per dire che BXVI abbia voluto realmente sdoppiare il Papato come dice il Violi. La ringrazio in ogni caso per aver dato spazio alle farneticazioni di questo povero fedele che, immagino come voi tutti, soffre per questa situazione davvero terribile che stiamo vivendo.
Volevo ancora ricordare, per chi volesse, che tutt'a oggi, inclusa la notte e fino a domani tarda mattinata continueranno le 40 ORE di Adorazione Eucaristica continua, giorno e notte, presso la Santissima Trinità dei Pellegrini a Roma. Il Santissimo è esposto in alto sull'altare maggiore. È una occasione per pregare insieme per la Chiesa il Papa, incardinali, i sacerdoti. Sia Lodato Gesù Cristo
Concordo con Anonimo 23:20
La ringrazio per la risposta. Non volevo essere offensivo con "il banale e scontato"
Io non l'ho presa come un'offesa, ma come un'ostinazione a voler vedere solo un aspetto della realtà, anomala inedita complessa e su alcuni aspetti oscura...
@Alex
Posso condividere alcune impostazioni del commento sopra. Tuttavia, la cosa da sottolineare è una sola: stiamo tutti brancolando nel buio. Nessuno ha basi solide per sostenere le proprie tesi. Per questo è tutto un fiorire di letture forzate (condivido il commento di marius sopra). Tutto questo è normale? No, perché non facciamo parte di una religione esoterica. Ci sarà qualche ragione, che ora non siamo in grado di comprendere? E facciamo pure di sì. Però ora sono passati cinque anni, e non è che questa situazione può andare avanti a lungo.
Tre domande: Ci si può dimettere da Sommo Pontefice? Seconda questione? Era davvero cosi malato, il S.Padre, da non poter portare avanti un giorno di più il Ministero Petrino? Terzo dubbio: Perché Benedetto non è MAI PIÙ uscito dalla cinta delle Mura Vaticane?
Mi pongo le stesse domande dell'Anonimo delle 15:59
Non mi hanno mai convinta le spiegazioni date, fin dal primo minuto, non mi sembravano credibili 5 anni fa e non mi sembrano razionali oggi, mentre BXVI è ancora(fortunatamente)tra noi. Non posso credere che se ne sia andato perchè debole e anziano!!!!!
La situazione della Chiesa, nel frattempo, è peggiorata fino all'inimmaginabile. Da non crederci! Per forza mi faccio domande, chiedendomi a chi giova tutto ciò....Non mi si chieda di accettare tutto mandando all'ammasso quel poco di cervello che mi ritrovo!
Le ipotesi avanzate, compresa quella di Socci sull'elezione di Francesco, mi sembrano lecite proprio perchè le dimissioni di un papa non possono essere accettate come naturali e non c'è bisogno di essere complottisti per avere il fondato sospetto che nascondano qualcosa di oscuro.
Spesso, però, invece del tentativo di capire cosa è successo, superando disquisizioni inutili almeno in questo momento, mi sembra di vedere emergere antiche divisioni e discussioni senza fine che gettano ancora più nello sconforto i semplici fedeli.
L'unica cosa che posso fare è chiedere a Dio di abbreviare questo tempo che sembra non finire più.
La Giornata MOndiale della Gioventù, una bufala pazzesca
Una "bufala" sì, perché i giovani animati sinceramente dalla fede che vi partecipano quanti sono in realtà? Un gran numero ci va tanto per fare un'esperienza e per divertirsi. Si è sentito dire a più riprese che di notte nelle "tendopoli" promiscue che accolgono la balda gioventù ne succedono di tutti i colori.
Tale "giornata" è uno dei tanti spettacoli da circo cui ci ha abituati la Chiesa uscita dalle "riforme" conciliari, la Chiesa da spettacolo, che nelle liturgie degenerate di certe "Messe" NO diventa addirittura da avanspettacolo (danze, contorcimenti, tamburi, palloncini colorati, battimani, etc.).
Invece di affrontare le questioni dottrinale serie, ereditate dal Concilio, si continua poi a perder tempo con sterili ed infinite discussioni sulla supposta invalidità delle dimissioni di Benedetto XVI. Avrebbero un senso se ci fossero degli indizi certi di coartazioni, pressioni, violenze nei suoi confronti. Ma dove sono? Non l'ha detto lui stesso che è stata una decisione a lungo meditata? Formalmente la procedura mi sembra sia stata ineccepibile, avendo Benedetto XVI dichiarato lui stesso, se ben mi ricordo, la vacanza della Sede Apostolica.
La costruzione a dir poco singolare della figura del "Papa emerito" non ha nulla a che vedere con la validità dell'abdicazione.
PP
Riporto segnalazione da altro articolo qui: "Oggi inizia il tempo di Quaresima: una palestra per l'anima e per il corpo"
http://www.lastampa.it/2018/02/14/vaticaninsider/ita/vaticano/mio-fratello-joseph-ha-una-malattia-paralizzante-6WuLEPSjzgBxfB9mJnuM4J/pagina.html
Benedetto XVI non ha una malattia neurologica
Chi è vicino al Papa emerito afferma che le voci diffuse ieri sono infondate
https://t.co/ywxufLGXP3
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