A veritate quidem auditum avertent,
ad fabulas autem convertentur (2 Tm 4, 4).
Ci dispiace dover contraddire papa Montini in ciò che affermò nel solenne discorso di chiusura del Concilio Vaticano II, dai contenuti a dir poco scandalosi: «La religione del Dio che si è fatto Uomo s’è incontrata con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio. Che cosa è avvenuto? uno scontro, una lotta, un anatema? Poteva essere, ma non è avvenuto. L’antica storia del Samaritano è stata il paradigma della spiritualità del Concilio. Una simpatia immensa lo ha tutto pervaso. La scoperta dei bisogni umani (e tanto maggiori sono, quanto più grande si fa il figlio della terra) ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo. Dategli merito di questo almeno, voi umanisti moderni, rinunciatari alla trascendenza delle cose supreme, e riconoscerete il nostro nuovo umanesimo: anche noi, più di tutti, siamo i cultori dell’uomo».
Forse il Signore ha aspettato che arrivassimo al collasso totale per aprirci gli occhi sulla carica eversiva di queste parole; prima, vista la generale euforia, ha lasciato che ci stordissimo ben bene per cinquant’anni nell’ebbrezza del nuovo umanesimo (ebbene sì, proprio lo stesso noioso leit-motiv della CEI). Ma già allora ci si sarebbe potuti domandare come possa la religione del Dio incarnato incontrarsi con immensa simpatia con la religione dell’uomo che si fa Dio, ossia con la religione, tipicamente massonica, dell’Anticristo. «Quale intesa tra Cristo e Beliar?» (2 Cor 6, 15). È proprio la tentazione delle origini, che portò l’uomo alla sua rovinosa caduta: «Voi sarete come Dio» (cf. Gen 3, 5). Questo figlio della terra che, istigato dal diavolo, pretende di farsi “dio”, quanto più si fa grande, tanto più dilata a dismisura i bisogni del suo ego arrogante e presuntuoso – quei bisogni, appunto, che da quanto asserito avrebbero assorbito l’attenzione del Concilio.
Questo assurdo equivoco ha forse condotto gli umanisti moderni (che non rinunciano affatto alla trascendenza delle cose supreme, ma la negano e combattono) a rivedere il loro rapporto con la Chiesa e con la fede cattolica? Ponete la domanda a Eugenio Scalfari. Vi risponderà che è avvenuto l’esatto contrario: è la Chiesa che ha riveduto il suo rapporto con l’umanesimo ateo, fino ad assorbirlo in sé e ad approvarlo per bocca del suo capo, intimo amico di lui. Nel frattempo il «mondo umano moderno», rincuorato dalla «corrente di affetto e di ammirazione» che su di esso «si è riversata dal Concilio», è sprofondato in un baratro di peccato, abiezione e laidume che la storia non aveva mai conosciuto prima, fino all’irrazionale deformazione del concetto stesso di uomo, tesa a giustificare e promuovere tale disgustosa decadenza.
Nella frenetica e stolida rincorsa dietro questo mondo impazzito, anche gran parte dei vescovi, preti e fedeli sembrano aver perso la ragione, oltre alla fede; i pochi che si tengono ancora aggrappati all’una e all’altra vengono totalmente isolati, screditati e delegittimati. Perfino quanti conservano una fisionomia più “classica”, malgrado l’aspetto esteriore, sono spesso interiormente programmati in base a quella poltiglia di personalismo, egualitarismo, inclusivismo comunitario e socialeggiante con la quale, ignorando totalmente la Tradizione, si può pacificamente annullare anche la Scrittura, “riletta” in modo tale da farle dire l’opposto di ciò che di fatto afferma e che la Chiesa vi ha sempre compreso. La manipolazione delle menti è stata così fine e pervasiva che questa mistificazione onnicomprensiva passa normalmente inavvertita anche dagli intelletti più sinceri, deformati dagli studi teologici e dai cliché seminaristico-conventuali.
Con il grimaldello di una libertà di coscienza sganciata dalla verità oggettiva, il nuovo umanesimo conciliare ha forzato ogni logica, plasmando una mentalità ecclesiale secondo cui nessuno, praticamente, può essere più considerato responsabile di nulla, anzi nessun comportamento o quasi può essere più valutato come intrinsecamente cattivo: il valore di qualsiasi azione dipende dalle circostanze; se proprio non si riesce a farla passare per buona, essa non è imputabile… L’abolizione del pensiero logico-metafisico, tuttavia, non ha di certo contribuito alla tutela della dignità umana: al contrario, il sostanziale annullamento della responsabilità degrada l’uomo al rango delle bestie. C’è poi da stupirsi se la cultura contemporanea riduce l’intelligenza al livello tecnico-pratico e concepisce la conoscenza unicamente come una griglia di ipotesi utile allo sfruttamento della realtà in funzione di determinati obiettivi? In compenso, questa “scienza” che per principio rinuncia alla verità dà per scontati i “dogmi” indiscutibili del materialismo evoluzionistico…
La “fede” che oggi il mondo esige, all’opposto di quella che è dovuta a Dio, pretende un’assunzione cieca di dati e contenuti del tutto irrazionali, come l’assurda idea che un universo incredibilmente complesso e ordinato si sia determinato da solo e per caso, senza un artefice intelligente. È molto peggio dell’ipotesi che il vostro computer si sia formato casualmente, assemblandosi pezzo per pezzo in milioni di anni… o che la Divina Commedia si sia composta da sé con la casuale ricaduta dei caratteri tipografici in seguito all’esplosione di una tipografia. Anche la storiella, seppur meno pretenziosa, del signor Darwin (quella delle scimmiette immortali che, avendo a disposizione delle macchine per scrivere e un’infinita quantità di carta, potrebbero prima o poi comporre a caso il Pater noster) merita un Nobel per la logica: sul piano meramente statistico, una probabilità su miliardi è nulla ed equivale a impossibile. Per inciso: esistono scimmie immortali? e chi ha fornito loro le macchine per scrivere e l’infinita quantità di carta?
Grazie al nuovo umanesimo, che ha messo in soffitta l’apologetica, i preambula fidei e gli argomenti sulla ragionevolezza della rivelazione cristiana, in moltissime anime la fede è stata rimpiazzata da questo genere di barzellette, che provocherebbero grasse risate, se non fossero tragicamente reali. Poi come fa un bambino a credere in Dio creatore (ammesso che almeno al catechismo gliene parlino ancora), se a scuola lo indottrinano con le assurdità del Big Bang e dell’evoluzionismo? E, se non può credere in Dio creatore, come crederà in tutto il resto? Non ci prenderà piuttosto per matti tutti quanti, preti, catechisti e compagnia? Niente paura: in parrocchia ci sarà pur qualche movimento che, con le sue proposte, lo illuderà di poter saltare il problema a piè pari, perché l’importante è l’esperienza, lo Spirito, il cammino… in cui c’è tutto, senza alcun bisogno d’altro. Poi, se il vescovo gli richiederà un giorno la frequenza della locale facoltà teologica, sfangherà in qualche modo gli esami tanto per levarseli, ma non sentirà alcun bisogno degli studi. Certo, in questo momento è paradossalmente meglio così; ma quando mai scoprirà la retta fede e la sua giusta comprensione intellettuale?
Ringraziamo dunque i cultori dell’uomo che con la loro immensa simpatia hanno spalancato le porte della Chiesa e dei credenti a chi lo riduce a scimmia, a un essere incapace di verità e privo di senso morale. Ma ringraziamo soprattutto e sul serio – non mi stancherò mai di ripeterlo – il Signore, che, in questo generale oscuramento delle menti, ci ha lasciato il ben dell’intelletto e una coscienza vigile. Si soffre, indubbiamente, ma ribadisco che è buon segno: se non soffrissimo, saremmo messi male. Quindi: sursum corda! Riprendiamo il filo là dove è stato tagliato e ricominciamo a cucire. A poco a poco, il ricamo riprenderà la sua forma e mostrerà di nuovo la sua bellezza millenaria. L’antico, per il cristiano, è sempre nuovo, così come l’autenticamente nuovo è sempre antico, perché ha radici eterne e un compimento al di là del tempo.
P.S.: se qualcuno vuole approfondire, edificando sulle fondamenta del Catechismo di san Pio X, può studiarsi il Catechismo Romano o anche il Compendio di Teologia Dogmatica di Ludwig Ott. Per la filosofia cristiana, potete ordinare un’opera introduttiva di padre Cornelio Fabro (come l’Introduzione a san Tommaso); per la morale, il Dizionario di Teologia Morale diretto da Francesco Roberti. Sono ovviamente opere un po’ datate e non possono quindi contemplare i problemi più recenti, specie in ambito etico; tuttavia sono sempre valide e trasmettono la capacità di impostare correttamente una riflessione anche da sé.
36 commenti:
Pastori farneticanti e gerarchia apostatica e traditrice! :
- Non vi è lecito! Non potete fare questo! Non potete adulterare e snaturare la Parola di Cristo; non potete seminare turbamento e confusione tra fedeli,
- No: non vi è lecito, assolutamente, e dovrete renderne conto a Dio, oltre che agli uomini. La vostra colpa è gravissima: scientemente, deliberatamente, per anni, avete lavorato in maniera occulta per distruggere le basi della fede: ora venite allo scoperto, tirate i fili della vostra congiura massonica, e proclamate a voce alta delle eresie intollerabili, con la sicumera e la sfrontatezza di chi non teme d’essere contraddetto, perché sa bene di aver piazzato uomini fidati in quasi tutti i gangli vitali della Chiesa, e di aver così bene indottrinato e cloroformizzato i fedeli, che essi neanche si rendono conto del gigantesco, diabolico inganno di cui sono vittime, e del torto sacrilego che viene fatto a Gesù Cristo,
Qui c’è veramente lo zampino del demonio; qui c’è la puzza dell’infermo, e non si fa neppure troppa fatica a sentirla.
(così Francesco Lamendola in “Il Vangelo purgato”, 21 gennaio 2018, nel sito dell’Accademia Adriatica di Filosoifa, Sezione da Istituto Studi delle Venezie cfr:
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/4077-la-predicazione-del-vangelo)
Lo squilibrato di Macerata, nel mainstream, fa più rumore del Nigeriano barbaro e criminale.
IL POPULISTA "IL TEATRINO
GRANDI FESSERIE DI "GRANDI AUTORI". E LA RETE LO MASSACRA
Saviano ed il suo buco nell'acqua intellettuale
Lo scrittore napoletano strumentalizza i fatti di Macerata contro Matteo Salvini, disperdendo credibilità
di Andrea Lorusso 4 Febbraio 2018 alle 10:15
"ll mandante morale dei fatti di Macerata è Matteo Salvini. Lui e le sue parole sconsiderate sono oramai un pericolo mortale per la tenuta democratica. Chi oggi, soprattutto ai massimi livelli istituzionali, non se ne rende conto, sta ipotecando il nostro futuro".
Se ci fosse un metro di giudizio per quantificare lo spessore culturale e morale delle persone, Roberto Saviano sarebbe un nano così piccolo che manco nelle storie di Biancaneve avrebbe potuto prendere parte. E lo dico sommessamente, perché un giornalista così mediatico, uno scrittore di libri di successo, uno che crede di detenere lo scettro della saggezza, poi si cimenti in voli pindarici che sono uno schiaffo alla demenza, non trova spiegazioni sostenibili.
Un 28enne di Macerata, all’anagrafe Luca Traini, spara dalla propria autovettura colpi di pistola contro persone di colore. Pare avrebbe fatto il saluto fascista, gridato: “Viva l’Italia”, e portava sulle spalle una bandiera tricolore. Questo delinquente, prezzolato, imbecille ed esaltato, che ovviamente senza nessuna tinta politica va soltanto processato e condannato, viene usato per strumentalizzare in piena campagna elettorale la linea del Segretario della Lega.
Motivo? Alle Comunali di Corridonia (in provincia di Macerata), paesotto da 15mila abitanti, il sopracitato è stato candidato nella lista del Carroccio, senza essere stato neanche eletto. Ora, noi siamo convinti che senza loden, senza lauree in scienze criminogene, o psicoterapeutiche, chiunque riesca ad assaporare la banale ovvietà che, non c’entri nulla un Partito Nazionale, un leader, e neanche una comunità.
È il dramma isolato di una persona con disturbi mentali, sia che fosse stato gestore di una pompa di benzina, pecoraio sardo, pescatore o simpatizzante di un qualsivoglia movimento. Nulla c’entra con un sano Patriottismo, rispetto della legalità, e fenomeno dell’immigrazione incontrollata che va gestito e sanato.
Si parva licet componere magnis (s’è lecito paragonare le cose piccole, a quelle grandi) si domandava un Poeta. Forse a questo punto ci siamo arrivati, infatti stiamo discettando sul fatto che, un noto acculturato come Saviano spari boiate come un piccolo boss. La Rete se ne accorge è lo copre di insulti...
Rimango sempre colpito dalla perfettissima e opportunissma puntualità di certi accadimenti.
Come durante il referendum in Inghilterra. O come quando negli USA partono le periodiche campagne contro il porto d'armi, con le immancabili stragi nei supermercati.
Questa volta, poi, proprio a tre giorni dalla mostruosa fine della ragazza sacrificata dal Nigeriano, che tanto ha scosso l'opinione pubblica.
È così... Ora... I veri cattivi sono coloro che difendono l"ialianità e gli italiani. E non certo coloro che ci hanno regalato il Nigeriano.
E il tutto... In piena campagna elettorale.
E Minniti ha già detto che il pericolo non è finito.
E quindi i buoni devono votare PD per non far vincere i cattivi.
Certo che a volte le coincidenze opportunissime sono veramente impressionanti.
Ma noi siamo persone serie e moderate e ovviamente non cadiamo nella trappola delle opportunissime coincidenze.
(Massimo Viglione)
Ecco invece il vero culto divino. Questo video è ... non trovo parole. Tra le altre cose, è perfettamente didattico.
http://itresentieri.it/guarda-questo-video-e-capirai-cosa-avviene-nella-messa-e-perche-essa-non-debba-essere-profanata-da-abusi-chitarre-e-tamburi/
Effettivamente, per tornare all'articolo qui proposto, quello della libertà religiosa fu veramente un grimaldello. La verità oggettiva veniva accantonata e sminuita (questo è uno dei capisaldi della massoneria), tanto che oggi molti non la riconoscono nemmeno più.
Ecco cosa ne diceva Mons. Lefèbvre nel libro "Lo hanno detronizzato":
Voi sapete, è un fatto storico, pubblicato all’epoca dai giornali di New York, che il Cardinale Bea, alla vigilia del concilio, si è recato a far visita ai B’nai B’rith: i «figli dell’Alleanza», una setta massonica riservata ai soli ebrei, molto influente nel mondo occidentale (71). Nella sua qualità di Segretario del Segretariato per l’unità dei cristiani appositamente fondato da Giovanni XXIII, egli ha domandato loro: - Massoni, cosa volete? Essi gli hanno risposto: - la libertà religiosa: proclamate la libertà religiosa e avrà fine l’ostilità tra la massoneria e la Chiesa cattolica! – Ebbene, l’hanno avuta, la libertà religiosa; di conseguenza, la libertà religiosa del Vaticano II è una vittoria massonica!
A proposito di uomo...
http://www.veritatemincaritate.com/2018/02/la-difesa-della-vita/
Purtroppo dal discorso di Paolo VI emerge chiaramente che il vero motivo ispiratore del CVII non è stato quello di potenziare l'evangelizzazione, trovando nuovi modi di annunciarlo in una società profondamente cambiata, ma è stata la stanchezza di lottare, di portare avanti la lotta contro il mondo proprio quando essa è divenuta più dura e difficile.
Si è temuto che tale lotta comportasse una sconfitta e una perdita di fedeli, sul presupposto che la modernità, le scoperte scientifiche, l'illuminismo, fossero nemici troppo forti.
Bisogna cedere qualcosa, hanno pensato i 'padri conciliari', senza considerare che quel qualcosa era il tutto.
In pratica non si è avuta fede nel Signore, che invece ci ha insegnato a lottare senza sosta fino al martirio, in un mondo che non che lo ha rifiutato sin dall'inizio.
Hanno dimenticato tutti i passi del Vangelo che ben conosciamo sul punto.
Quindi si è cercato di trovare un compromesso, mascherato da motivi evangelici ed ecco che la "religione dell'uomo" diventa un viandante ferito e abbandonato da soccorrere:
"...La scoperta dei bisogni umani (e tanto maggiori sono, quanto più grande si fa il figlio della terra) ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo".
Se ne deduce che la Chiesa, per duemila anni, non ha saputo quali fossero i bisogni umani, quindi diventa anch'essa portatrice della religione dell'uomo.
E' come dire 'scusateci, non abbiamo capito niente, non ci siamo accorti che l'uomo moderno era ferito e abbandonato e siamo passati oltre, ma adesso rimediamo'...
Infatti nello stesso discorso si passa a elemosinare un riconoscimento:
"....Dategli merito di questo almeno, voi umanisti moderni, rinunciatari alla trascendenza delle cose supreme, e riconoscerete il nostro nuovo umanesimo: anche noi, più di tutti, siamo i cultori dell’uomo».
Don Elia ha evidenziato bene come risponderebbe Scalfari e aggiungo io come risponderebbe un Flores D'Arcais. Pieni di boria e livore da scoppiare, quelle parole saranno suonate come dolce musica di vittoria alle loro orecchie.
Paolo VI fece la stessa cosa con il mondo islamico, pensando che restituendo lo stendardo della gloriosa battaglia di Lepanto avrebbe ottenuto da loro chissà quale apertura e riconoscimento alla cristianità.
Comportamento autolesionista che ha portato al disastro attuale e, da come la vedo io, che presuppone una sola cosa: sfiducia nel Signore, quindi sostanziale apostasia, da cui la resa.
Poi non stupiamoci se un eroico vescovo cinese viene dato in pasto ai lupi.
E intanto il Ministro degli Interni perde tempo a indagare se un criminale psicopatico sia da considerare nazista oppure fascista. Bisognerebbe suggerirgli che il voodoo è questione concreta e attuale di ordine pubblico e che questo è soltanto l'episodio più eclatante. Nel mio piccolo qualche settimana fa ho trovato sul viale del mio giardino un piccione decapitato su un mucchietto di bacche verdi non meglio identificate. Un episodio inimmaginabile fino a poco tempo fa. Non è stato piacevole.
(Andrea Sandri)
Condivido in pieno il discorso di Paolo VI. Se l'uomo è tempio dello Spirito Santo, in questo senso bisogna avere culto dell'uomo: perchè esso sia condotto a Cristo, tutto in tutti, e sia tempio dello Spirito. Paolo VI ha sottolineato come anche la Chiesa abbia il culto dell'uomo, ma in modo diverso da quello di Lor Signori.
Ah! Dunque è normale rendere culto al tempio anziché o prima che a Dio?
Opportuno piccolo ripasso sull'antropocentrismo
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2012/12/brunero-gherardini-lantropocentrismo.html
Consiglio ulteriori approfondimenti sul tema utilizzando il motore di ricerca interno
«Tornando a casa nostra, Europa o Italia che sia, che dire del doppiopesismo nel giudicare reati uguali in modo diverso, a seconda del colore e della provenienza etnica dell'autore, grandemente in voga nei nostri media, nei nostri giudici, nei nostri giudizi politicamente corretti. Ancor peggio, il prevedere diritti e assistenze sociali differenti a seconda della pelle e provenienza, non del reddito o dello stato di necessità (casa, mantenimento, posti riservati, assunzioni dirette, incentivi economici). Grandi o piccoli che siano, sarebbero una forma di apartheid, se fatti al contrario»
V. Dirigátur, Dómine, orátio mea.
R. Sicut incénsum in conspéctu tuo.
Anonimo delle 17.40
L'uomo in grazia di Dio è tempo dello Spirito Santo.
L'uomo in peccato mortale è spiritualmente morto.
Rendiamo culto a intermittenza?
A qualcuno sì e a qualcuno no?
Per rendere culto all'uomo, se proprio, è necessario che l'uomo sia abitato da Dio.
Non basta dirci noi abitati da Dio, per diritto, ma Dio deve poter entrare in noi.
Dato che abbiamo la libertà di cacciarLo e tenerLo fuori (Dio non è un'idea, ma un Essere personale, Uno e Trino, che bussa rispettosamente alla porta del nostro cuore, attendendo senza scassinare la serratura), non vantiamoci di aver Dio in noi, se Lo rifiutiamo.
Non basta dire di aver fede, luteranamente. Non basta nemmeno aver abitudini religiose.
Rendendo culto all'uomo, siamo a forte rischio di idolatria, salvo di fronte ai santi.
I santi sono effettivamente ricolmati di Spirito santo, anche DOPO trascorsi non sempre cristallini. Ma sono santi DOPO quei trascorsi, mai durante.
Mi sembra che l'argomento dell'uomo come "tempio di Dio" dimostri innanzitutto una incapacità di fare i conti con il mistero e la soprannaturalità: evidentemente la svolta antropologica è stata fatta troppo bruscamente, sbandando e centrando in pieno l'albero della conoscenza del bene e del male. Schianto poderoso, a gran velocità, a bordo della nostra pretesa di essere come Dio, instillata da un rettile al quale crediamo sempre troppo.
Recep Tayyp Erdogan, già in Italia alla vigilia dell'incontro con Papa Francesco che si terrà domani, lunedì 5 febbraio, punta il dito dopo la sparatoria di Macerata, definito "un attacco razzista, non diverso da episodi di attacchi a moschee luoghi legati alla religione islamica. Abbiamo visto quanto accaduto in Myanmar. Dinanzi a questi episodi è obbligatorio mostrare una reazione decisa". Insomma, per il turco quanto accaduto a Macerata sarebbe un attacco contro l'islam.
Parole contro le quali si scaglia Giorgia Meloni: "Per Erdogan quello che è successo a Macerata è un ’attacco razzista contro l’Islam’. Il presidente turco è un bieco incantatore di serpenti. Finora gli unici che hanno sparato e ucciso in Europa in nome della religione sono i terroristi islamici. Il Governo e il Presidente della Repubblica pretendano le scuse dal nuovo sultano turco", ha concluso la leader di Fratelli d'Italia in una nota. E Papa Francesco che dice? [è meglio che non dica niente, altrimenti darà ragione ai mussulmani....]
http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13305847/erdogan-macerata-attacco-islam-giorgia-meloni-papa-francesco.html
IMMIGRAZIONE
Qualche settimana fa avevo raccontato di quanto fosse arrabbiato un mio amico senegalese per l'accoglienza indiscriminata che il nostro Paese riserva a chi attraversa il Mediterraneo. Mi diceva che aveva faticato tanto negli ultimi dieci anni per imparare l'italiano, avere un lavoro, mettersi in regola, integrarsi. E che ora tutto questo stava per essere vanificato da una invasione senza regole che avrebbe continuato a portare in Italia anche molti parassiti e delinquenti. Poi ho scritto del mio amico egiziano che era allarmato dal numero di malavitosi ex galeotti che dal Maghreb arrivavano in Italia, incoraggiati a fuggire dai rispettivi governi, e già in possesso di area di destinazione, contatti e sufficiente bagaglio criminale per fare del nostro Paese il loro territorio. Della mafia cinese sapevamo già, dei trafficanti di droga armi e donne dell'Est pure, delle 'pandillas' latine armate di machete ci siamo accorti a colpi di regolamenti di conti linciaggi e assalti animaleschi, non più tardi di un mese fa si sono allarmate pure 'ndrangheta mafia e camorra per l'insediamento al sud di bande armate nigeriane. Non ci facciamo mancare nulla, insomma. Ma le anime buone e disinteressate (che stanno dalla stessa parte di chi specula sullo scafismo, delle ong, della Carithas, delle coop, degli improvvisati gestori e custodi dell'immigrazione tutti sostenuti, pagati, ricompensati per il loro altruismo un tanto al chilo di naufraghi) hanno subito risposto che si trattava di allarmismo razzista e menzogne. Poche ore fa (trentasei?) sono state diffuse le foto di alcuni kalashnikov ritrovati su una spiaggia nota come punto di partenza dei barconi provenienti dalle coste africane, nel tratto di costa tunisina compreso fra Sfax e Hammamet Un caso, sicuramente... Per ulteriore informazione, mentre c'è sempre chi glissa sul terrorismo, sul traffico di nuovi schiavi e sulla scia di sangue che 'altre culture' hanno lasciato a vario titolo in terra italana e con inspiegabile crudeltà (almeno per chi non vuole spiegarsela) è di poche ore la conferma che arriva dalla Tunisia: il governo locale ha di recente concesso l'ennesimo (quinto? Sesto?) indulto. Fra luglio e settembre (da quando il traffico dalla Libia è diminuito) lungo la rotta tunisina sono sbarcate fra noi circa tremila persone e altre migliaia sono in fila in attesa di partire. Tutti prossimi fantasmi senza nome nè recapito. Tutti giovani forti e grintosi: solo il 2% sono donne (la fonte è il Ftdes, Forum tunisino per i diritti economici e sociali. Tradotto vuol dire che ogni 100 presunti profughi ben 98 sono arzilli muscolosi infoiati guerrieri e nessuno può assicurare il contrario. Fatevi i conti. L'ultimo indulto approvato da Tunisi riguarda 1600 detenuti, fra galeotti in carriera e criminali comuni, molti dei quali in odore di radicalizzazione islamica. Questi i fatti. Ora, faites vos jeux...
(Lucio Rizzica)
A forza di condannare il razzismo che non c’era, il razzismo è arrivato, come nel nostro piccolo avevamo previsto. L’accoglienza indiscriminata e continuativa di immigrati, specialmente neri, ha provocato il rigetto. Era ovvio che prima o poi qualcuno si sarebbe ribellato all’invasione degli africani. Gli imbecilli che hanno spalancato le porte agli stranieri sono stati pregati da noi di non esagerare, nel timore che nel breve il casino sarebbe scoppiato.
Non ci hanno dato retta, anzi si sono abbandonati a una serie di attacchi nei nostri confronti come se auspicassimo l’esplosione di episodi di violenza contro la gente di colore, verso la quale non nutriamo alcun sentimento negativo. Anzi, facciamo di tutto affinché riceva l’assistenza che merita. Il problema, che abbiamo sempre fatto presente ai fessi del governo e in generale della sinistra acefala di stampo boldriniano, è un altro: l’aumento degli ingressi nel nostro Paese, se non controllato, era fatale che avrebbe acceso la miccia del razzismo. Ciò in effetti è avvenuto nelle Marche come dimostra l’ultimo fatto di cronaca: un cittadino di Macerata, arbitrariamente interprete di una esasperazione diffusa, ha premuto il grilletto a casaccio contro poveri nigeriani incolpevoli, simbolicamente responsabili di aver ridotto l’Italia a ricettacolo di spacciatori di droga e di assassini capaci di uccidere e di fare a pezzi una ragazza indigena di 18 anni.Non possiamo non condannare una simile azione disgustosa; è altrettanto vero che per giudicarla occorre comprenderne il movente. Che è esattamente quello che abbiamo indicato: il sovraffollamento di extracomunitari non viene sopportato dalla massa, che pertanto si ribella anche in forme violente. Nessuno in linea di principio ce l’ha coi signori dalla pelle scura, ma se costoro si impadroniscono delle città e incrementano attività delinquenziali, fatalmente vanno incontro a reazioni da parte di nostri connazionali privi di scrupoli. Non c’è da stupirsi se i neri dilaganti nel ramo della delinquenza incrementano il razzismo, poiché i nostri concittadini si sentono assediati da uomini sconosciuti e pronti a delinquere. I quali non hanno altri mezzi che non siano criminali per sopravvivere in una società che proclama di accogliere chiunque senza poterlo fare.
Chiudere le frontiere significa evitare guai, però la nostra politica non è in grado di farlo per mancanza di coraggio e dignità. La fabbrica del razzismo ormai è aperta e tra un po’ ci azzanneremo per le strade: sarà battaglia tra bianchi e neri che non saranno razze, ma sono diversi. Basta guardarli in faccia.
Vittorio Feltri
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13305850/vittorio-feltri-macerata-immigrazione-razzismo.html
CREMONA: DOLORE E SMARRIMENTO PER LA CHIESA ODIERNA (CON UN P.S.) – di GIUSEPPE RUSCONI
Venerdì 26 gennaio un centinaio di cattolici, promotrice l’associazione ‘Quaerere Deum’, ha discusso a Cremona della situazione nella Chiesa. La cronaca della serata, nella speranza che i sordi e i muti che pullulano nelle curie, nelle parrocchie e nelle redazioni dei media ecclesiali si scuotano, ritrovando udito e favella. Nel Post Scriptum qualche annotazione su alcune reazioni turiferarie grondanti misericordia alla lettera aperta del card. Joseph Zen Ze-kiun sui rapporti Santa-Sede –Cina.
http://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/756-cremona-dolore-e-smarrimento-per-la-chiesa-odierna-con-un-p-s.html
Concordo con Tralcio che mi ha preceduto.
Comunque proseguendo con logiche deduzioni, da questo errore ormai diffuso (uomo sede dello Spirito Santo sempre e ovunque) ne deriva che appena uno muore va direttamente in Paradiso. Alternative non ve ne sono e i Novissimi hanno il loro posto nel dimenticatoio.
Non tutti, ma qualcuno "auspica" lo scoppio di episodi di violenza, quantomeno per il malsano gusto di aver avuto ragione e di essere stato un bravo "profeta"
Un non auspicante
Anonimo 8:43
Solo degli sconsiderati possono "auspicare" episodi di violenza. Piuttosto credo che ci sia chi, realisticamente, li teme!
Bene le considerazioni di Tralcio e Viandante. Hanno eliminato il peccato originale e le conseguenze le vediamo ormai conclamate.
Nessuno auspica (e se si riferisce al brano di Feltri, se ne è evidentemente travisato il senso). Mi sembra piuttosto che certi si sentono la terra franare sotto i piedi perché vedono realizzarsi punto per punto le previsioni, non auspicate, di chi è sempre stato bollato come "profeta di sventura". I fatti mostrano dove sta lo "spirito di profezia".
OT L'"Ultimo Vangelo" come esorcismo: http://www.iltimone.org/news-timone/prologo-giovanni-un-potente-esorcismo/
Aggiungo (correggendo "tempo" con "tempio" nel precedente intervento).
Per diventare delle persone spirituali -per dirla con San Paolo- si deve passare da uno svuotamento di quel "pieno" di mondo (di terra, di carne) con cui approcciamo le cose di lassù, come se fossero le stesse di quaggiù. Il Cielo è venuto sulla terra. E' venuto Lui da noi perchè è Lui a sapere benissimo in che stato siamo, di perduti: ci ama e viene a cercarci. Siccome però in questo stato ci siamo messi noi, con i nostri peccati e con la libertà di scegliere, Dio non ce la toglie. Bussa e attende una nostra risposta
Essere persone spirituali significa ospitare consapevolmente in noi la Persona divina dello Spirito santo. Nessuno può essere “tempio di Dio” se la casa non Lo ospita! E sarebbe altrettanto assurdo che la nostra casa fosse abitata da Dio e noi non lo sapessimo nemmeno!
E’ dalla relazione con tale Persona -che abita in noi- che deriva un modo di vivere che ne mostri un’evidenza. Non è come avere in casa una cosa, un televisore, un computer o un aspirapolvere, che li spengo o li butto in discarica quando voglio! Non è nemmeno il pesce rosso nel vaso o il pappagallo nella gabbia o il cane da tenere al guinzaglio, da castrare a suo tempo o da sopprimere “perché soffre”…
Essere persone spirituali chiede una relazione con Dio non limitata a materialità e psichismi: chiede una volontà, un "cuore nuovo", uno "spirito (nostro) nuovo". Una sequela.
https://it.aleteia.org/2018/02/05/insegnare-fedelta-fidanzati-gay-caro-don-gianluca-torni-ad-annunciare-cristo/
" Lei è uno zitellone. Lei non è innamorato di Cristo. Il suo cuore non è pieno di Lui. Faccia cambiare il Catechismo, oppure fondi una sua chiesa : I Carregani. In bocca al lupo."
http://blog.messainlatino.it/2018/02/sodomiti-in-ritiro-in-diocesi-di-torino.html#more
Alcune pubblicazioni hanno fornito, in questi giorni, interpretazioni diverse – spesso superficiali, a volte tendenziose – che rendono necessario chiarire le caratteristiche e i limiti del lavoro in questo ambito pastorale. Poiché si tratta di persone in ricerca, che vivono situazioni delicate e anche dolorose, è essenziale che anche l’informazione che viene pubblicata corrisponda alla verità e a una retta comprensione di quanto viene proposto, con spirito di profonda carità evangelica e in fedeltà all’insegnamento della Chiesa in materia.
Per questo ritengo, insieme con don Gianluca Carrega di cui apprezzo l’operato, che sia opportuno sospendere l’iniziativa del ritiro, al fine di effettuare un adeguato discernimento.
Mons. Cesare Nosiglia – Arcivescovo di Torino»
http://www.diocesi.torino.it/site/pastorale-degli-omosessuali-intervento-di-mons-nosiglia/
Una ritirata strategica, constatata la temerarietà dell'attacco e la sottovalutazione delle difese del nostro fortino, che però è mirata a riprovarci con una preparazione migliore. Ma intanto ringraziamo il Signore per questa piccola vittoria. Che può anche far scuola.
Visto quanto si mormorava allora, e visto quanto è emerso poi nella Chiesa ( un nome per tutti: Weakland), sarebbe stato meglio non parlare di “culto dell’uomo” in quei termini cosi esaltati, e limitarsi al semplice, si fa per dire, culto di Dio.
Siorre e siorri, ecco a voi il vescovo di Torino - o sarà un suo sosia? - che si dimena al ritmo di YMCA, noto inno degli omosessuali di tutto il mondo (via MiL):
https://www.youtube.com/watch?v=xv_ZFtzYgfg
"Alcune pubblicazioni hanno fornito, in questi giorni, interpretazioni diverse – spesso superficiali, a volte tendenziose – che rendono necessario chiarire le caratteristiche e i limiti del lavoro in questo ambito pastorale. Poiché si tratta di persone in ricerca, che vivono situazioni delicate e anche dolorose, è essenziale che anche l’informazione che viene pubblicata corrisponda alla verità e a una retta comprensione di quanto viene proposto, con spirito di profonda carità evangelica e in fedeltà all’insegnamento della Chiesa in materia.
Per questo ritengo, insieme con don Gianluca Carrega di cui apprezzo l’operato, che sia opportuno sospendere l’iniziativa del ritiro, al fine di effettuare un adeguato discernimento.":
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Anna
Se aveste un po' di coraggio , lo fareste , lo fareste veramente il discernimento , ma come lo fece S.Antonio del deserto :
nel deserto della Tebaide a pane e acqua e obbligandovi a guardare piu' volte al giorno il video di questo balletto fino a farvi comprendere che avete dato scandalo perche' avete reso ridicola la Santa Madre Chiesa Cattolica ! Lo capite o non lo capite , voi a Torino ?
S.Antonio abate aiutateli Voi , donategli un mare di lacrime !
Preghiamo per questi...forse nati prematuri .. o forse semplicemente irrealizzati .
PREGHIERA A MARIA Ausiliatrice
composta da San Giovanni Bosco
O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;
Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso!
Amen
A quanti volessero criticare, risponderanno che lo fanno per "avvicinare i giovani alla Chiesa".
E allora guardiamoli questi giovani in primo piano nel video. Alcuni parlano fra loro, altri ridacchiano, altri ancora muovono le mani quasi per educazione, come a dare un contentino a quelli che si dimenano sul palco.
Non c'è un minimo di partecipazione. Quelli sul palco, nel tentativo di fare i super giovani, sono fermi a 50 anni fa e sono già invecchiati.
Poi qualcuno di quei ragazzi in primo piano scoprirà una Messa antica, il gregoriano, la sospensione del tempo che diviene lode a Dio e troverà ciò che non soggiace a mode o tendenze.
Questi sciagurati, senza rendersene nemmeno conto, lavorano in favore della Tradizione.
Vi immaginate Pietro e Paolo , Giacomo e Giovanni e tutti gli altri Apostoli che ancheggiano e si dimenano al ritmo delle arpe e delle cetre per avvicinare i giovani di allora ?!.
Siate seri , non prendete vostre iniziative che escono dalla via tracciata dal maestro .
Grazie Signore fedele perche' nonostante il nostro obbrobrio susciti sempre nuova linfa
http://blog.messainlatino.it/2018/02/stati-uniti-la-giornata-nazionale-della.html
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