Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 21 febbraio 2018

L'interdetto precede la scomunica?

Segnalazioni dei lettori:
"I papolatri americani - fonte LifeSiteNews - chiedono il supporto del noto pretoriano papale, padre Spadaro, per tappare la bocca di Raymond Arroyo, noto anchorman del network cattolico anglofono più conosciuto, EWTN.
Viene chiesto che su EWTN sia proclamato l'interdetto1 se non licenzieranno Arroyo, notoriamente critico verso Cupich e Amoris Laetitia.
Come sempre, in questi ultimi cinque anni, "misericordia" è sinonimo di "ghigliottina"." ___________________
1. L'interdetto (dal latino interdicere = ordinare, vietare) è un decreto di proibizione, una pena canonica che ha l'effetto di impedire l'accesso a tutte o a gran parte delle sacre funzioni della Chiesa in un luogo particolare. 

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Se sono così contenti di procedere a passo spedito verso l'Inferno, prego, facciano pure!

Anonimo ha detto...


Di un eventuale "interdetto", ce ne freghiamo.
Ma chi fa questa proposta persecutoria, ce l'ha il senso
del ridicolo?
PP

Anonimo ha detto...

Ma l'interdetto non era stato ABOLITO? Credo che il Codice di diritto canonico del 1983, no ne parli più. Quando conviene a loro, sanno essere super-tridentini.

Anonimo ha detto...

OT Nel frattempo, da noi, altro comizio del PD in una chiesa:

http://www.ilgiornale.it/news/politica/pd-fa-comizio-chiesa-i-superstiti-rigopiano-sullaltare-1497084.html

Sacerdos quidam ha detto...

La pena dell'interdetto non è stata abolita dal Codice del 1983, è prevista dai canoni 1370, 1373 e 1374.
Il fatto è che, come ogni altra pena canonica, viene usata dai neomodernisti conciliari al potere per colpire ingiustamente i cattolici fedeli (vedasi la 'scomunica' nei confronti di Mons. Marcel Lefebvre nel 1988).
Gli effetti dell'irrogazione di una pena comminata ingiustamente sono nulli davanti a Dio. Ergo...

Anonimo ha detto...

«Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo».

Era il 7 maggio 2005. Benedetto XVI, eletto papa il 19 aprile, diceva così nell’omelia per la messa nel giorno dell’insediamento sulla cattedra del vescovo di Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano.

Oggi, nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa della Cattedra di San Pietro, quelle parole risuonano nelle menti e nei cuori come un richiamo del quale fare tesoro.

Anonimo ha detto...

https://remnantnewspaper.com/web/index.php?option=com_k2&view=item&id=3743:pope-s-advisor-would-like-to-fire-raymond-arroyo