Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 21 maggio 2016

Don Elia. Il modernista

Chiaro, limpido, senza sconti.

La disgustosa farsa cui assistiamo da almeno cinquant’anni si avvia verso l’epilogo. Il modernismo, pur con le sue fasi successive, contiene in se stesso il principio della propria dissoluzione. La sua essenza, infatti, va individuata nello scetticismo radicale di chi nega a priori la possibilità di conoscere la realtà – soprattutto quella divina – e ripiega quindi sull’esperienza e sulla prassi. La fede non è più intesa, in questo contesto, come adesione della coscienza alla verità oggettiva rivelata da Dio, ma come sentimento irrazionale o come opzione puramente volontaristica. La Chiesa si identifica con il proprio divenire storico e non può affatto, di conseguenza, fissarsi nelle sue dottrine e nei suoi riti: in questa visione tutto deve necessariamente evolversi senza posa in conformità allo spirito del tempo. In poche parole, è il cristianesimo reinterpretato con la chiave della gnosi contemporanea, ovvero il suo auto-annullamento.

Inutile dire che le teorie moderniste si confutano da sé a partire dalle loro stesse premesse. Perché bisognerebbe oggi accettare una tesi che domani sarà inevitabilmente superata – e questo non per motivi accidentali, ma per principio? Se oggi non si può più affermare che una determinata condotta oggettivamente contraria alla Legge divina è peccato mortale (mentre lo si è potuto fare fino a ieri), chi ci garantisce che domani non lo si possa più dire di un’altra condotta attualmente condannata, per esempio della pederastia? Ma che cosa si può esigere più dalle persone, a partire da presupposti simili? Per quale ragione bisogna biasimare – altro esempio a caso – chi si oppone all’immigrazione selvaggia, ovvero all’invasione pianificata dell’Europa? Nell’odierno contesto culturale ciò è stigmatizzato come un crimine imperdonabile, ma in futuro la percezione socio-politica di questo atteggiamento potrebbe mutare. Non rimane più nulla di moralmente certo, per il semplice motivo che non ci sono più princìpi.

L’esito finale del modernismo, tuttavia, è ancora più radicale. Esso non si limita infatti a svuotare la conoscenza e la morale, ma è intrinsecamente ateo e nichilista. In questo atteggiamento dello spirito Dio è coerentemente ridotto ad opinione o sentimento, la grazia ad effetto sensibile, la vita a un susseguirsi disarticolato di singole esperienze più o meno soddisfacenti. Ogni aspirazione umana si appiattisce disperatamente sull’orizzonte terreno, dato che non si ha più alcuna nozione di un oltre. Poiché la storia contiene in sé il proprio principio come il proprio fine, sparisce dalle coscienze la salutare attesa del giudizio finale; i comportamenti attualmente ritenuti inaccettabili possono essere sanzionati unicamente da mutevoli ordinamenti legislativi tanto più cavillosi quanto meno efficaci, che finiscono col penalizzare gli onesti e premiare i delinquenti. In una simile temperie ideologica, la disperazione attanaglia i cuori e l’esistenza si trasforma in una spaventosa prigione da cui fuggire.

L’ateismo e il nichilismo modernisti, fino a mezzo secolo fa, erano peraltro limitati ad ambienti molto circoscritti; il popolo ne era complessivamente preservato dall’opera della Chiesa. Da quando però una manciata di ecclesiastici rivoluzionari prese surrettiziamente il controllo dell’ultimo Concilio, riuscendo così ad introdurne nei testi i germi letali, gli argini che fino a quel momento ne avevano preservato il popolo cristiano sono rovinosamente crollati e una marea di fango ha travolto con esso l’intera società moderna. Non è stata la cosiddetta secolarizzazione – come ci hanno ripetuto fino alla nausea durante gli studi teologici – a provocare la crisi di fede, ma lo snaturamento della fede a spegnerla nei cuori di moltissimi uomini che credevano con semplicità, fidandosi dei preti e della Chiesa. È ovvio che la propaganda dei nemici di Dio, a quel punto, non ha più trovato ostacoli; anzi, si è potuta avvalere della collaborazione di coloro che, fino allora, erano stati suoi avversari.

Ma i paradossi, purtroppo, non finiscono qui. I modernisti hanno dato la scalata ai più alti vertici della Chiesa Cattolica e li hanno raggiunti; dobbiamo se non altro ammirarne la perseveranza e l’avvedutezza. Con calma e precisione, poi, senza che le masse dei credenti se ne avvedessero, hanno radicalmente trasformato il cristianesimo dando l’impressione che nella sostanza non cambiasse nulla. Oggi un prete, un catechista, un insegnante di religione innamorato del supremo Pastore può essere convinto in totale buona fede di essere un perfetto cristiano: basta avere le sue stesse idee e ripeterne macchinalmente gli slogan. Nella predicazione e nella catechesi non si è mai citato tanto il Pontefice regnante; la stampa non ne ha mai raccolto ogni quotidiana esternazione con altrettanta attenzione e premura. Quei pochi che hanno occhi aperti e orecchie tese gridano allarmati all’eresia; il fatto è che qui – ahimé – siamo ben oltre: il modernismo, come lo qualificò san Pio X, è la sentina di tutte le eresie, la cloaca di tutti gli errori, lo scolo di tutte le aberrazioni, perché è, in una parola, intrinsecamente irreligioso e irrazionale.

La teologia del passato ha ammesso e discusso l’ipotesi di un papa eretico; non ha nemmeno immaginato quella di un modernista che, anziché guidare i fedeli al culto di Dio, li inciti al culto dell’uomo e della terra… Come può essere assistito dalla grazia connessa all’ufficio chi le opponga un insormontabile ostacolo? Più radicalmente ancora, come può detenere nella Chiesa un ufficio legittimo chi di fatto ne rinneghi la fede? Certo, sono questioni gravissime, ma, nostro malgrado, siamo obbligati a porcele dalla nostra coscienza. Preferiremmo illuderci come gli altri che tutto vada a meraviglia, ma non ci è permesso. Con l’aiuto dello Spirito Santo, abbiamo aderito – e perseveriamo nell’aderire – alla verità oggettiva rivelata da Dio e riconosciuta dalla ragione, sforzandoci di ottemperare, sostenuti dalla Sua grazia, ai Suoi immutabili Comandamenti di vita eterna. La nostra fede non è un’interpretazione provvisoria, ma quella trasmessa dagli Apostoli una volta per tutte e professata dai Martiri e dai Santi di ogni tempo e cultura. La nostra mèta non si trova in questo mondo, ma ci attende al di là di esso, se ne saremo giudicati degni.

Tutto il resto è una squallida messa in scena che, avendo ormai raggiunto il culmine, ha già cominciato a implodere. Un “cristianesimo” che, secondo il programma della massoneria, si è lasciato aiutare a cambiare, a evolversi con la storia, a diventare qualcos’altro per essere accetto a quanti militano per Lucifero è una ridicola e insignificante parodia che deve estinguersi per sua stessa natura, lasciando il campo a quei pochi che, per grazia di Dio, hanno conservato una fede autentica. Certo, ci sarà ancora da combattere duramente; ma, per chi vede dentro i fenomeni, la commedia è finita.

22 commenti:

mic ha detto...

Smentita di Ratzinger da Comunicato Stampa vaticano.

Alcuni articoli apparsi recentemente hanno riportato dichiarazioni attribuite al Prof. Ingo Dollinger, secondo cui il Card. Ratzinger, dopo la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima (avvenuta nel giugno 2000), gli avrebbe confidato che tale pubblicazione non è stata completa.
A tale proposito, il Papa emerito Benedetto XVI comunica “di non aver mai parlato col prof. Dollinger circa Fatima”, afferma chiaramente che le esternazioni attribuite al prof. Dollinger su questo tema “sono pure invenzioni, assolutamente non vere” e conferma decisamente: “la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima è completa”.

[00855-IT.01] [Testo originale: Italiano]

mic ha detto...

Smentita di Ratzinger da Comunicato Stampa vaticano.

Alcuni articoli apparsi recentemente hanno riportato dichiarazioni attribuite al Prof. Ingo Dollinger, secondo cui il Card. Ratzinger, dopo la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima (avvenuta nel giugno 2000), gli avrebbe confidato che tale pubblicazione non è stata completa.
A tale proposito, il Papa emerito Benedetto XVI comunica “di non aver mai parlato col prof. Dollinger circa Fatima”, afferma chiaramente che le esternazioni attribuite al prof. Dollinger su questo tema “sono pure invenzioni, assolutamente non vere” e conferma decisamente: “la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima è completa”.

[00855-IT.01] [Testo originale: Italiano]

gianlub ha detto...

Padre Elia, ecco un Pastore come dovrebbe esprimersi di questi tempi, altro che i vari Mons Schneider, Card Burke e i cosidetti Pastori legati alla "Tradizione", questi si esprimono in termini troppo "all'acqua di rose" ed in ciò che dicono non danno esattamente l'idea precisa della situazione catastrofica in cui versa la Chiesa (naturalmente la parte umana della Chiesa).

gianlub ha detto...

A questa frase del Comunicato Stampa vaticano "A tale proposito, il Papa emerito Benedetto XVI comunica “di non aver mai parlato col prof. Dollinger circa Fatima”, afferma chiaramente che le esternazioni attribuite al prof. Dollinger su questo tema “sono pure invenzioni, assolutamente non vere” e conferma decisamente: “la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima è completa”, và sostituita la seguente: "gli organismi vaticani hanno fatto dire a Benedetto XVI di non aver mai parlato col prof......ecc..................." così si comprende la realtà.

Anonimo ha detto...

OT
Delusione enorme riguardo a mons.Negri! Non si capisce se è in atto un'operazione drastica di 'richiamo all'ordine' (vedi anche smentita di Ratzinger) o se l'epidemia modernista stia dilagando, senza più alcun freno, anche fra i pochi rimasti finora - apparentemente - indenni.

Conferenza dell'Arcivescovo di Ferrara sull'Amoris Laetitia:
https://youtu.be/d0Wk5ze5VO4

Anonimo ha detto...

Ringrazio con tutto il cuore Don Elia, per questo articolo cosi bello e profondo, tanto che si rischia di rovinarlo commentandolo.
La mia unica perplessità è sulla totale buona fede di chi concorda col supremo pastore.
La risposta a questa perplessità la da proprio Don Elia:
"Con l’aiuto dello Spirito Santo, abbiamo aderito – e perseveriamo nell’aderire – alla verità oggettiva rivelata da Dio e riconosciuta dalla ragione". Appunto.
Abbiamo,tutti, gli strumenti della ragione e della fede per poter operare un sano discernimento.
Il fatto è che molti già la pensavano così ed oggi hanno la conferma dai vertici della gerarchia. Come quelli che si sceglievano i sacerdoti a loro gusto, che "pastoralmente" e "misericordiosamente" gli accompagnavano nelle loro scelte contrarie alla legge naturale.
C'è malizia in tutto questo.

Anonimo ha detto...

Segnalo:

http://www.riscossacristiana.it/dalla-pusillanimita-allapostasia-di-mons-marcel-lefebvre/

Sacerdos Hyacinthus ha detto...

Dixit. Ma su altre questioni gravi - tacet... (??)

Anonimo ha detto...

Fatima è annodata alla Passione attuale della Chiesa, causata, principalmente da due rivoluzioni, una pastorale e l’altra liturgica: il Concilio Vaticano II e la Santa Messa. Non dimentichiamo che l’Angelo del Portogallo apparve ai veggenti (1915-1916) quale preludio all’arrivo della Madonna e diede la Santa Ostia a Lucia, mentre il Sangue di Cristo, contenuto in un Calice, lo divise fra Giacinta e Francesco, affermando:
«Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati! Fate riparazione per i loro crimini e consolate il vostro Dio (…) Rinnovando il sacrificio della Passione e Morte di Gesù, la Santa Messa è cosa tanto grande da bastare a trattenere la Divina Giustizia» (Fatima e la Passione della Chiesa, Sugarco, Milano 2012, p. 80).
La Santa Messa è stata cambiata, è stata oltraggiata al fine di porre al centro dell’attenzione non più Nostro Signore e il Suo Sacrificio, ma l’assemblea, così facendo la Fede, sia nel clero che nei fedeli, ha perso consistenza e significato e le grazie si sono diradate, mentre le chiese si sono svuotate, così come i seminari.
....
È un caso che sia Benedetto XVI prima, sia Papa Francesco adesso desiderino riappacificarsi con la Fraternità sacerdotale fondata dal Vescovo Monsignor Marcel Lefebvre? Un caso o tutto rientra nelle loro conoscenze su ciò che la Madonna disse a Fatima?

Le risposte a tali quesiti e, nel contempo, al panorama disastroso di questa dolorosa vigilia del centenario delle apparizioni, sono nel terzo segreto di Fatima: la chiave per aprire la porta della reviviscenza della Chiesa.

(Cristina Siccardi)
etc.

http://www.corrispondenzaromana.it/fatima-la-clamorosa-conversazione-di-benedetto-xvi-con-padre-ingo-dollinger/

Anonimo ha detto...

Non ci credo, è stato costretto a farlo,basti pensare per esempio,a ciò che ha detto in un intervista in America.
Il messaggio di Fatima richiede evidentemente qualcosa che attualmente manca e da tutto ciò che è trapelato da chi lo conosceva integralmente, fa intendere qualcosa di diverso o incompleto.
l'attualità confermerebbe.

Luisa ha detto...



" Dixit. Ma su altre questioni gravi - tacet... (??)


Benedetto XVI "dixit" in questo caso perchè è a lui che sono state riferite certe frasi, strumentalizzate, commentate, ecc, è più che normale e logico, che abbia deciso di dire la sua e smentire, che ciò gli sia stato caldamente suggerito non è impossibile, comunque se ero personalmente molto scettica sulla veridicità di quelle frasi, continuo a non escludere che forse non tutto è stato rivelato, e se non è stato pubblicato è probabilmente perchè il suo contenuto è una potenziale dinamite.

Su altri temi invece, come le cavalcate fuori pista del suo successore, la confusione e il caos che suscitano, non vedremo mai intervenire Benedetto XVI che ha promesso obbedienza al suo successore, chiunque egli sarebbe stato, immaginare di vedere Benedetto fare la lezione e correggere in pubblico Bergoglio, rimproverargli di non farlo, è ridicolo, quel che si dicono in privato lo sanno solo loro due.

Anonimo ha detto...

Nella posizione in cui è, quando viene chiamato in causa non può che smentire o sua sponte o perché costretto dalle circostanze, e comunque, vera o no che fosse la notizia, Dollinger o come si chiama, doveva starsene zitto, il 2017 è dietro l'angolo, vedremo l'evoluzione delle cose, stiamo sulla riva del fiume come dice Rosa, prima o poi qualcosa passerà e comunque non è lui che deve riprendere Bergoglio, casomai vescovi e cardinali in carica, che il vdr offende in ogni modo, dicono che se solo uno si fosse alzato dopo gli insulti pesanti al discorso natalizio, tutti lo avrebbero fatto, che diamine, alzino i tacchi, non hanno coscienza delle grosse responsabilità che hanno in quanto pastori? Tutte pecore o tutti lupi? Anonymous.

Luisa ha detto...

E che dire dei teologi che Bergoglio bastona un giorno sì e l`altro pure?
Decisamente la ferita di orgoglio dovuta al fallimento del suo tentativo di ottenere in Germania il dottorato in teologia sembra bruciare ancora, non ha forse Bergoglio "importato" gran parte della sua tesi nell`EG? Non avete riconosciuto i miei meriti e la mia competenza ora che sono papa "mi vendico" a modo mio e faccio passare come, dove e quando voglio le mie tesi.
L`ultima carezza ai teologi:

Da un lato, ecco quindi il ritratto di "quel piccolo gruppetto di farisei, sadducei, dottori della legge che sempre si avvicinavano a Gesù con cattive intenzioni", quel solito "piccolo gruppetto di teologi illuminati che credevano di avere tutta la scienza e la saggezza" sul matrimonio, ma che "a forza di cucinare la loro teologia, erano caduti nella casistica e non potevano uscire da quella trappola". Tanto da ripetere continuamente: "Non si può, non si può!"."


http://www.antoniosocci.com/lo-principe-novi-farisei-inf-xxvii-85/#more-4421

Anonimo ha detto...


"Benedetto XVI che ha promesso obbedienza al suo successore"

E' a Dio che bisogna promettere obbedienza e mantenerla fino in fondo, a qualunque costo.
Viene prima l'obbedienza a Dio e poi al papa.
Prendere posizione pubblicamente non sarebbe ridicolo ma estremamente coraggioso, oltre che doveroso.
Ma oramai il "rispetto" umano viene prima di tutto.

Anonimo ha detto...

Probabilmente è saltato un commento in cui ringraziavo Don Elia e manifestavo dubbi sulla implosione del modernismo: questo mi sembra più saldo, incontrastato e al comando che mai. E senza qualche evento di rilievo, al momento non ipotizzabile, lo rimarrà molto a lungo.
Quanto al Card. Ratzinger e il Terzo Segreto non credo di essere l'unico a trovare totalmente incongruo e poco plausibile il lungo periodo di secretazione col contenuto allegorico del Segreto per come è stato pubblicato. Allora con questo criterio l'Apocalisse di San Giovanni, infinitamente più dirompente e terrorizzante, dovrebbe essere ancora secretata adesso. In ogni caso la smentita su questa questione sembra un trascurabile accessorio rispetto al cataclisma provocato da Benedetto XVI con le sue dimissioni.
Miles

Anonimo ha detto...

La smentita di Ratzinger desta più sospetto che sollievo.
L'arrampicata sugli specchi della Siccardi per giustificare e celebrare le iniziative di Ratzinger e di Bergoglio sono ancora più buffe e patetiche: pochi ne sono veramente convinti.
TEOFILATTO

Anonimo ha detto...

Miles, hai ragione, neanche io credo molto alla implosione del modernismo.
Si continuerà su questa china fino all'orlo del precipizio, poi ci penserà il Signore, ma non credo in modo indolore.

mic ha detto...

Forse con la sua abdicazione (non uso di proposito il termine dimissioni), più che provocare la catastrofe, Ratzinger ha fatto scoppiare il bubbone.

Rr ha detto...

Mic,
quando scoppia il bubbone, la malattia si diffonde a tutto l'organismo ed ai vicini del malato. A meno che il bubbone non sia inciso da un bravo cerusico ( uso il termine per riferirmi ai tempi della peste e dei suoi bubboni).
BXVI è stato un bravo cerusico ?

Anonimo ha detto...


@ Bell'articolo, anche se un'osservazione si impone

1.Giustamente l'Autore ricorda che una manciata di teologi progressisti e' riuscita a impadronirsi surrettiziamente della direzione del Concilio. In questo frangente, il Papa
dov'era? Che faceva? Non se ne era accorto, Giovanni XXIII, di quello che stava succedendo?
Domande retoriche per dire che l'Autore non ha voluto qui ricordare la grave responsabilita' del Papa regnante (di due Papi, Roncalli e Montini) nell'alterazione dei testi del Concilio. Si dovrebbe anzi parlare di colpe vere e proprie. L'analisi dei colpi di mano procedurali iniziali attuati dai protettori dei teologi neomodernisti (tra i quali c'era anche il giovane e ambizioso Ratzinger) dimostra che costoro non avrebbero potuto far niente senza la complicita' attiva del Pontefice. Perche' ci si ostina a non andare a fondo, nella critica?

2. Nei testi del Concilio, comunque, a saper guardare non e' che certe erronee tesi ed impostazioni non si vedano. Le mutazioni non sono state solo un fatto della prassi. PP

genderless ha detto...

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-spagna-il-cleroanti-genderandra-alla-sbarra-16253.htm

Anonimo ha detto...

Radicati nella fede :
https://www.youtube.com/watch?v=IabMdqs-khg