Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 28 luglio 2024

Mons. Strickland : « Pregate la preghiera di «San Michele Arcangelo»

Mons. Strickland : « Pregate la preghiera di « San Michele Arcangelo » per allontanare i cattivi spiriti che oggi girano così apertamente nel mondo e in riparazione e in espiazione per le bestemmie contro Dio Onnipotente. »


San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia contro le malvagità e le insidie del diavolo, sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi ! E Tu, Principe della milizia celeste con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime.
Amen
Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude.
Amen.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Giusto l'invito continuo alla preghiera e alle pratiche devote da parte dei vescovi e sacerdoti rimasti fedeli al Deposito della Fede, che per la verità non sembrano molti, di fronte al continuo aumentare delle aggressioni fisiche e mediatiche, blasfeme e non, nei confronti della nostra santa religione.
Pregare però non basta.
Bisogna cominciare a reagire. Usando anche la forza. Mi spiego. La valanga woke che sta sommergendo l'Occidente non si ferma né con le preghiere né con le elezioni. Anche se le vince lo schieramento opposto ai woke, poco o nulla cambia. Ormai costoro hanno realizzato una egemonia per così dire strutturale nella società, una rete di istituzioni e centri di potere che può esser scalzata solo con la forza.
Ma quando è legittimo l'uso della forza? Qui non si tratta della forza rivoluzionaria, secondo lo schema marxista-leninista, artefice di un uso ideologico della forza, prevista da una visione fondata sul determinismo storico, che programmava l'uso della forza quale supposto passaggio necessario alla fondazione (utopistica) della società senza classi.
Qui si tratta invece della forza che verrebbe usata dai popoli per ribellarsi a governi che li stanno conducendo al suicidio: in senso letterale, estinzione fisica del popolo, di nazioni di lunga tradizione e civiltà, grazie agli aborti, alla Rivoluzione Sessuale, all'immigrazione indiscriminata, alla distruzione di tutta la tradizione culturale dell'Occidente, all'azzeramento della sua economia. E tutto questo con la complicità attiva della presente Gerarchia vaticana, incredibile ma vero.
Ma l'uso della forza, un uso che sarebbe comunque legittimo perché imposto dal gravissimo stato di necessità attuale che legittima ad abundantiam la legittima difesa dei popoli oltre che degli individui, non può esser affidato al caso o all'umore del momento, agli scoppi isolati ed erratici, che diventano quasi sempre controproducenti.
Quest'uso deve esser teorizzato. Dobbiamo darci una teoria sull'uso legittimo della forza da parte dei popoli in pericolo di morte.
Da che parte iniziare? Propongo, possibilmente per studiosi più giovani di me, di esplorare questa prospettiva.
Noi viviamo in uno Stato che sulla carta è uno Stato di diritto, fondato su una costituzione scritta. Dovrebbe regnare sempre la legge, non l'arbitrio. Lo Stato di diritto sotto l'impero della legge, piaccia o meno, è stato storicamente una conquista delle rivoluzioni borghesi del passato, da quella inglese a quella americana a quella francese. Quanti di quelli che leggono questo blog sarebbero disposti a rinunziare a questo tipo di Stato? L'attuale deriva eversiva e woke ha fatto strame dello Stato di diritto.
Ora, uno dei teorici principali dello Stato di diritto, in origine liberale, è stato John Locke, 1632-1704, uno dei grandi del pensiero moderno, padre dell'empirismo filosofico, corrente antimetafisica e tuttavia importante nel quadro culturale occidentale. Nel secondo dei suoi Trattati sul governo, Locke sembra ad un certo punto teorizzare il diritto del popolo alla ribellione. Si tratta del cap. XIX, "Della dissoluzione del governo". Tale diritto si eserciterebbe quando il governo porta esso stesso la società alla dissoluzione, venendo meno in modo grave ai suoi compiti itituzionali. Lo schema di Locke è contrattualistico, ma questo incide poco sull'impianto del discorso.
Sarebbe quindi utile, credo, riprendere in mano questo classico del liberalismo politico per vedere quali dei suoi argomenti possano esser utilizzati, come punto di partenza, per costruire un diritto dei popoli a ribellarsi finalmente a questi governanti indegni che ci stanno suicidando.
Per il testo, cito la vecchia edizione dei classici UTET della politica: John Locke, Due Trattati sul Governo, con Il Patriarca di Robert Filmer, a cura di Luigi Pareyson, UTET, 1960, pp. 411-441, per il capitolo citato.
pp

Anonimo ha detto...

IGNORANTI
Apro la tv su Rete 4 e trovo direttori e vice direttori di quatrro importanti quotidiani italiani a commentare la cerimonia sacrilega delle Olimpiadi di Parigi. Tra loro anche il direttore del Corriere e de La Repubblica: i peggiori.
E' stata la fiera della banalità. Credo che se al loro posto ci fossero stati i miei allievi di terza liceo la discussione sarebbe stata molto meno noiosa e superficiale.
Questa gente fa carriera nel gioralismo, ma non sa nulla di religione, di sacro, di sociologia, di filosofia, di storia, di antropologia. Per loro esistono solo i "diritti" e la "destra e la sinistra".
Fuori dal questo schema, il dirittismo e l'eterno scontro simulato tra destra (anzi centrodestra) e sinistra (anzi centrosinistra) non colgono nulla,
L'unica lettura del sacro capovolto, del culto dionisiaco, di ciò che è oppure non è sacrilegio, per loro è la seguente: ci sono i diritti "queer", la sinistra è a favore e la destra contro. Fine della spiegazione.
Nemmeno i ragazzini delle medie sono così terra terra.

Mai abbiamo avuto ai vertici, anche nel giornalismo, persone tanto mediocri ed ignoranti. Oltre che prive di valori etici.
Incapaci di andare oltre la superficie. Incapaci di uscire dalla più sconsolante mediocrità intellettuale. Incapaci di capire un minimo di quel mondo che in teoria dovrebbero spiegare.
Quindi incapaci e basta.
Credo li selezionino proprio per questo. Più sono ignoranti e meglio ubbidiscono.
E siccome sono ignorantissimi, ubbidiscono alla perfezione. .
Martino Mora

Anonimo ha detto...

Attenzione a non offendere nessuno.

Anonimo ha detto...

Professore, dobbiamo veramente concordare con lei che questo sembra il tempo dei "mediocri" o peggio degli "scarsi " ai vertici (piu' o meno) in tutti i campi dello scibile

Anonimo ha detto...

Neanche Giuliano l'Apostata l'avrebbe approvata...
Certamente no, non l'avrebbe mai permessa. Detestava il cristinianesimo, fors'anche perché sopravvissuto alla oscura strage della famiglia imperiale ordinata da Costantino, ma era pieno di
qualità come imperatore, secondo uno storico pagano serio come Ammiano Marcellino, e non avrrebbe mai permesso il dileggio di una religione vigente nell'impero, per quanto da lui ristretta.
Secondo un articolo di LSNews, il registo dell'osceno spettacolo è gay.