Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 14 ottobre 2014

Alessandro Gnocchi intervista il cardinale Raymond Leo Burke. La fede non si decide ai voti.

Grati ad Alessandro Gnocchi per il testo integrale della sua intervista, pubblicata da Il Foglio di oggi.

Il cardinale Burke contro la “manipolazione” informativa sul Sinodo. E molto netto sul resto.
Piace poco o nulla al mondo, il cardinale Raymond Leo Burke. E, se possibile, piace ancora meno alla chiesa che piace al mondo. D’altra parte, questo americano di sessantasei anni di Richland Center, Wisconsin, ha fatto di tutto per riuscire cattolicamente nell’intento di ustionare le coscienze cristiane troppo inclini alla tiepidezza. Partecipa alle marce per la vita, dice che non va data la comunione ai politici che sostengono leggi abortiste, denuncia il rapido progredire dell’agenda omosessualista, fa sapere a papa Francesco che la difesa dei principi non negoziabili non è una moda sottoposta agli umori dei pontefici, sostiene la messa in rito tradizionale. Recentemente ha firmato il libro collettivo “Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica”, scritto in aperta polemica con le misericordiose aperture del cardinale Walter Kasper su famiglia e comunione ai divorziati risposati. Nulla di strano, quindi, se il rimpasto curiale pensato da Bergoglio prevede che, da prefetto della Segnatura Apostolica, ora venga esiliato alla carica di cardinale patrono del Sovrano Ordine di Malta. Ma intanto, al Sinodo sulla famiglia, questo finissimo canonista figlio dell’America rurale ha assunto il ruolo di oppositore, verrebbe da dire di katechon, al cospetto della svolta attribuita, senza smentite, alla mens papale. Come recita l’antica “Bibbia poliglotta” aperta sul leggìo del suo studio alla pagina dell’Ecclesiaste, “Ogni cosa ha il suo tempo (…) c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare”.

D. Cosa si vede oltre la cortina mediatica che avvolge il Sinodo?
R. Emerge una tendenza preoccupante perché alcuni sostengono la possibilità di adottare una prassi che si discosta dalla verità della fede. Anche se dovrebbe essere evidente che non si può procedere in questo senso, molti incoraggiano per esempio pericolose aperture sulla questione della comunione concessa ai divorziati risposati. Non vedo come si possa conciliare il concetto irreformabile dell’indissolubilità del matrimonio con la possibilità di ammettere alla comunione chi vive una situazione irregolare. Qui si mette direttamente in discussione ciò che ci ha detto Nostro Signore quando insegnava che chi divorzia da sua moglie e sposa un’altra donna commette adulterio.

D. Secondo i riformatori questo insegnamento è diventato troppo duro.
R. Dimenticano che il Signore assicura l’aiuto della grazia a coloro che sono chiamati a vivere il matrimonio. Questo non significa che non ci saranno difficoltà e sofferenze, ma che ci sarà sempre un aiuto divino per affrontarle ed essere fedeli sino alla fine.

D. Sembra che la sua sia una posizione minoritaria…
R. Qualche giorno fa ho visto una trasmissione in cui il cardinale Kasper ha detto che si sta camminando nella direzione giusta verso le aperture. In poche parole, i 5.700.000 italiani che hanno seguito quella trasmissione, hanno ricavato l’idea che tutto il Sinodo marci su quella linea, che la Chiesa sia sul punto di mutare la sua dottrina sul matrimonio. Ma questo, semplicemente, non è possibile. Molti vescovi intervengono per dire che non si possono ammettere cambiamenti.

D. Però non emerge dal briefing quotidiano della Sala stampa vaticana. Lo ha lamentato anche il cardinale Müller.
R. Io non so come sia concepito il briefing, ma mi pare che qualcosa non funzioni bene se l’informazione viene manipolata in modo da dare rilievo solo a una tesi invece che riportare fedelmente le varie posizioni esposte. Questo mi preoccupa molto perché un numero consistente di vescovi non accetta le idee di apertura, ma pochi lo sanno. Si parla solo della necessità che la chiesa si apra alle istanze del mondo enunciata a febbraio dal cardinale Kasper. In realtà, la sua tesi sui temi della famiglia e su una nuova disciplina per la comunione ai divorziati risposati non è nuova, è già stata discussa trent’anni fa. Poi da febbraio ha ripreso vigore ed è stata colpevolmente lasciata crescere. Ma tutto questo deve finire perché provoca un grave danno per la fede. Vescovi e sacerdoti mi dicono che ora tanti divorziati risposati chiedono di essere ammessi alla comunione poiché lo vuole Papa Francesco. In realtà, prendo atto che, invece, finora non si è espresso sulla questione.

D. Però sembra evidente che il cardinale Kasper e quanti sono sulla sua linea parlino con il sostegno del Papa.
R. Questo sì. Il Papa ha nominato il cardinale Kasper al Sinodo e ha lasciato che il dibattito proseguisse su questi binari. Ma, come ha detto un altro cardinale, il Papa non si è ancora pronunciato. Io sto aspettando un suo pronunciamento, che può essere solo in continuità con l’insegnamento dato dalla Chiesa in tutta la sua storia. Un insegnamento che non è mai mutato perché non può mutare.

D. Alcuni prelati che sostengono la dottrina tradizionale dicono che se il Papa dovesse portare dei cambiamenti li accetterebbero. Non è una contraddizione?
R. Sì, è una contraddizione, perché il Pontefice è il Vicario di Cristo sulla terra e perciò il primo servitore della verità della fede. Conoscendo l’insegnamento di Cristo, non vedo come si possa deviare da quell’insegnamento con una dichiarazione dottrinale o con una prassi pastorale che ignorino la verità.

D. L’accento posto dal Pontefice sulla misericordia come la più importante, se non l’unica, idea guida della Chiesa, non contribuisce sostenere l’illusione che si possa praticare una pastorale sganciata dalla dottrina?
R. Si diffonde l’idea che possa esistere una Chiesa misericordiosa che non rispetta la verità. Ma mi offende nel profondo l’idea che, fino a oggi, i vescovi e i sacerdoti non sarebbero stati misericordiosi. Io sono cresciuto in una zona rurale degli Stati Uniti e ricordo che, quando ero bambino, nella nostra parrocchia c’era una coppia di una fattoria vicina alla nostra che veniva in chiesa a Messa, ma non faceva mai la comunione. Crescendo, chiesi il perché a mio papà e lui, con naturalezza, mi spiegò che vivevano in una condizione irregolare e accettavano di non accedere alla comunione. Il parroco era molto gentile con loro, molto misericordioso e applicava la sua misericordia nell’operare perché la coppia tornasse a una vita consona alla fede cattolica. Senza verità non può esserci vera misericordia. I miei genitori mi hanno sempre insegnato che, se noi amiamo i peccatori, dobbiamo odiare il peccato e dobbiamo fare di tutto per strappare i peccatori dal male nel quale vivono.

D. Nel suo studio c’è una statua del Sacro Cuore, nella sua cappella, sopra l’altare, c’è un’altra immagine del Cuore di Gesù, il suo motto episcopale è “Secundum Cor Tuum”. Allora, un vescovo può tenere unite misericordia e dottrina…
R. Sì, è presso la fonte inesauribile e incessante della verità e della carità, cioè dal glorioso trapassato Cuore di Gesù, che il sacerdote trova la sapienza e la forza di guidare il gregge secondo la verità e in carità. Il Curato di Ars definiva il sacerdote come l’amore dal Sacro Cuore di Gesù. Il sacerdote unito al Sacro Cuore non soccomberà alla tentazione di dire al gregge parole diverse da quelle di Cristo indefettibilmente trasmesseci nella Chiesa, non cadrà nella tentazione di sostituire alle parole della sana dottrina un linguaggio confuso e facilmente erroneo.

D. Ma i riformatori sostengono che la carità, per la chiesa, consista nel rincorrere il mondo.
R. Questo è il cardine dei ragionamenti di chi vuole mutare la dottrina o la disciplina. Mi preoccupa molto. Si dice che i tempi sono tanto cambiati, che non si può più parlare di diritto naturale, dell’indissolubilità del matrimonio… Ma l’uomo non è cambiato, continua a essere come Dio l’ha voluto. Certo, il mondo si è secolarizzato, ma questo è un motivo in più per dire in modo chiaro e forte la verità. E’ nostro dovere, ma per farlo, come ha insegnato San Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae, bisogna chiamare le cose con il loro nome, non possiamo usare un linguaggio quanto meno ambiguo per piacere al mondo.

D. La chiarezza non sembra essere una priorità dei riformatori se, per esempio, non si sentono in contraddizione quando sostengono che i divorziati risposati possono accedere alla comunione a condizione di riconoscere l’indissolubilità del matrimonio.
R. Se uno ribadisce sinceramente l’indissolubilità del matrimonio può solo rettificare lo stato irregolare nel quale si trova o astenersi dalla comunione. Non ci sono vie di mezzo.

D. Neanche quella del cosiddetto “divorzio ortodosso”?
R. La prassi ortodossa dell’economia o del secondo o terzo matrimonio penitenziale è storicamente e attualmente molto complessa. In ogni caso, la chiesa cattolica, che sa di questa prassi da secoli, non l’ha mai adottata, in virtù delle parole del Signore ricordate nel Vangelo secondo San Matteo (19, 9).

D. Non pensa che, se di dovesse concedere questa apertura, ne seguiranno tante altre?
R. Certamente. Ora si dice che questo verrà concesso solo in alcuni casi. Ma chi conosce un po’ gli uomini sa che, quando si cede in un caso, si cede in tutti gli altri. Se verrà ammessa come lecita l’unione tra divorziati risposati, verranno aperte le porte a tutte le unioni che non sono secondo la legge di Dio perché sarà stato eliminato il baluardo concettuale che preserva la buona dottrina e la buona pastorale che ne discende.

D. I riformatori parlano spesso di un Gesù disposto a tollerare il peccato per poter andare incontro agli uomini. Ma era così?
R. Un Gesù simile è un’invenzione che non ha riscontro nei Vangeli. Basti pensare allo scontro con il mondo nel Vangelo di San Giovanni. Gesù è stato il più grande oppositore del suo tempo e lo è anche al tempo di oggi. Penso a quanto disse alla donna sorpresa in flagrante adulterio: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più” (Gv 8, 11).

D. Ammettere alla comunione i divorziati risposati mina il  sacramento del matrimonio, ma anche quello dell’eucaristia. Non le sembra una deriva che tocca il cuore della chiesa?
R. Nella Prima Lettera ai Corinzi, al capitolo 11, San Paolo insegna che chi riceve l’eucaristia in stato di peccato mangia la propria condanna. Accedere all’eucaristia significa essere in comunione con Cristo, essere conformi a lui. Molti oppongono l’idea che l’eucaristia non è il sacramento dei perfetti, ma questo è un falso argomento. Nessun uomo è perfetto e l’eucaristia è il sacramento di coloro che stanno combattendo per essere perfetti, secondo quando chiede Gesù stesso: di esserlo come il Nostro Padre che è in cielo (Mt 5, 48). Anche chi combatte per raggiungere la perfezione pecca, certo, e se è in stato di peccato mortale non può comunicarsi. Per poterlo fare deve confessare il suo peccato con pentimento e con il proposito di non commetterlo più: questo vale per tutti, compresi i divorziati risposati.

D. Oggi, la partecipazione all’eucaristia non viene quasi più visto come un atto sacramentale, ma come una pratica sociale. Non significa più comunione con Dio, ma accettazione da parte di una comunità. Non sta qui la radice del problema?
R. E’ vero, si sta diffondendo sempre di più questa idea protestante. E non vale solo per i divorziati risposati. Si sente spesso dire che, in momenti particolari come la prima comunione, la cresima dei figli o in occasione dei matrimoni, anche i non cattolici possono essere ammessi all’eucaristia. Ma questo, ancora una volta, è contro la fede, è contro la verità stessa dell’eucaristia.

D. Invece che un dibattito su questi temi, che cosa dovrebbe produrre il Sinodo.
R. Il Sinodo non è un’assemblea democratica dove i vescovi si radunano per cambiare la dottrina cattolica a seconda della maggioranza. Io vorrei che diventasse l’occasione per dare il sostegno dei pastori a tutte le famiglie che intendono vivere al meglio la loro fede e la loro vocazione, per sostenere quegli uomini e quelle donne che, pur tra molte difficoltà, non vogliono staccarsi da ciò che insegna il Vangelo. Questo dovrebbe fare un Sinodo sulla famiglia, invece che perdersi in inutili discussioni su argomenti che non possono essere discussi nel tentativo di cambiare verità che non possono essere cambiate. A mio avviso, sarebbe stato meglio togliere questi temi dal tavolo perché non sono disponibili. Si parli piuttosto di come aiutare i fedeli a vivere la verità del matrimonio. Si parli della formazione dei ragazzi e dei giovani che arrivano al matrimonio senza conoscere gli elementi fondamentali della fede e poi cadono alle prime difficoltà.

D. I riformatori non pensano a quei cattolici che hanno tenuto insieme la loro famiglia anche in situazioni drammatiche rinunciando a rifarsi una vita?
R. Tante persone che hanno fatto questa fatica mi chiedono ora se hanno sbagliato tutto. Chiedono se hanno buttato via la loro vita tra inutili sacrifici. Non è accettabile tutto questo, è un tradimento.

D. Non pensa che la crisi della morale sia legata alla crisi liturgica?
R. Certamente. Nel postconcilio si è verificata una caduta della vita di fede e della disciplina ecclesiale evidenziata specialmente dalla crisi della liturgia. La liturgia è diventata un’attività antropocentrica, ha finito per rispecchiare le idee dell’uomo invece che il diritto di Dio di essere adorato come Lui stesso chiede. Da qui, discende anche nel campo morale l’attenzione quasi esclusiva ai bisogni e ai desideri degli uomini, invece che a quanto il Creatore ha scritto nei cuori delle creature. La lex orandi è sempre legata alla lex credendi. Se l’uomo non prega bene, allora non crede bene e quindi non si comporta bene. Quando vado a celebrare la Messa tradizionale, per esempio, vedo tante belle famiglie giovani, con tanti bambini. Non credo che queste famiglie non abbiano problemi, ma è evidente che hanno più forza per affrontarli. Tutto questo vorrà pur dire qualcosa. La liturgia è l’espressione più perfetta, più completa della nostra vita in Cristo e quando tutto questo diminuisce o viene tradito ogni aspetto della vita dei fedeli viene ferito.

D. Che cosa può dire un pastore al cattolico che si sente smarrito davanti a questi venti di cambiamento?
R. I fedeli devono prendere coraggio perché il Signore non abbandonerà mai la sua Chiesa. Pensiamo come il Signore ha placato il mare in tempesta e le sue parole ai discepoli: “Perché avete paura, gente di poca fede?” (Mt 8, 26). Se questo periodo di confusione sembra mettere a rischio la loro fede, devono solo impegnarsi con più forza in una vita veramente cattolica. Ma mi rendo conto che vivere di questi tempi dà una grande sofferenza.

D. Riesce difficile non pensare a un castigo.
R. Questo lo penso prima di tutto per me stesso. Se io sto soffrendo adesso per la situazione della chiesa, penso che il Signore mi sta dicendo che ho bisogno di una purificazione. E penso anche che, se la sofferenza è così diffusa, ciò significa che c’è una purificazione di cui tutta la Chiesa ha bisogno. Ma ciò non dipende da un Dio che aspetta solo di punirci, dipende dai nostri peccati. Se in qualche modo abbiamo tradito la dottrina, la morale o la liturgia, segue inevitabilmente una sofferenza che ci purifica per riportarci sulla via stretta.

114 commenti:

mic ha detto...

Semplice e dritto al cuore!

Anonimo ha detto...

Sante, sante parole!
Burke locuto... speriamo altri buoni vescovi e cardinali siano altrettanto cristallini.
Siamo al "non possumus". Che lo si dica chiaro!
humilitas

Josh ha detto...

un sant'uomo con le idee chiare.

RIC ha detto...

GRANDE!! finalmente qualcuno che ha il coraggio di esprimere NON le proprie idee ma la propria fede

Anonimo ha detto...

Parole meravigliose. E' bello sapere che alcuni vescovi, spero siano in tanti, seguono ancora ciò che Cristo ha insegnato.
Tabata

il maccabeo ha detto...

Che bello! finalmente un pastore che sa quel che deve credere e difendere per amore del Sacratissimo Cuore di Gesù. Uno squarcio di sole nel clima più che cupo del sinodo.
Ottimo poi lo Gnocchi che invita il card. Burke a mettere in relazione la crisi della fede con quella liturgica.
Peccato non sia stato precisato cosa manca alla nuova liturgia post-conciliare rispetto a quella della messa di sempre. Manca una sola cosa, ma capitale: il sacrificio!
E´stato già detto milioni di volte, ma occorre sempre ripeterlo: da un Concilio e dalla Messa che celebra il solo Gesù Risorto, campione di un'umanità ormai definitivamente e assolutamente liberata e libera, per escludere il Gesù morto per i nostri peccati sull'altare della Croce, non può che scaturire una teologia “ à la carte” accomodata e accomodante all'entusiasmo che il mondo ha nel rivoltarsi e nel compiacersi delle sue peggiori sconfitte morali e autenticamente umane, come la rinuncia alla fedeltà e alla responsabilità tanto nel matrimonio come in ogni altro ambito sociale e umano.
“L'obbedienza non è più una virtù” gridava negli anni 60 il disobbediente Don Milani al Card. Florit. A quanto pare la fedeltà richiesta del matrimonio cosi come dal buon senso, nonché la purezza richiesta da Samn Paolo per ricevere degnamente l'Eucaristia ed evitare di “mangiare e bere la propria condanna” non sono piú virtù neppure loro.
Tutto ciò mentre gli stessi negatori della fedeltà al magistero perenne si autoproclamano campioni di fedeltà al Papa regnante.

Anonimo ha detto...

Dal Cuore Sacratissimo di Gesù, trafitto per i nostri peccati, al cuore del peccatore pentito e penitente. Che meravigliosa misericordia! E che grand'uomo il Cardinale!

Cesare Baronio ha detto...

Dai che tra pochi giorni beatificano Montini, per suggellare con i loro santi e beati il loro concilio della loro chiesa. Bisognerebbe capire che vi è una inquietante coerenza tra il Sinodo, il Vaticano II e i papi che quel concilio vollero, presiedettero e cui parteciparono, elevandolo a idolo intoccabile.

Italo ardito ha detto...

Parole semplici e vere. Grazie, Eminenza.

Maso

Anonimo ha detto...

L'assenza totale della affermazione dell'obbligo del credente per rigettare la dottrina falsa!


Ho grande timore per il Cardinale!

Sembra che egli sta per tirare alla chiesa dell'Anticristo!


Romano

bernardino ha detto...

E questi saranno i Vescovi della Vera Chiesa cattolica del Piccolo gregge, i grandi guardiani della Dottrina bimillenaria infallibile perchè voluta da NSGC.
Il Signore non ci lascia in balia delle onde, ma ci affiderà a questi pochi o molti che siano Vescovi della Sua Santa chiesa, la Una Santa Cattolica Apostolica Romana, e toglierà di mezzo il marciume che ha fatto il patto col nemico di Dio, il demonio, - Dio, Cristo Signore ce l'ha promesso che non ci abbandonerà fino all'ultimo giorno; e noi, coloro che hanno fede crediamo in Lui ed obbediamo solo ai veri Vescovi Cattolici.
Pregheremo di aver pietà per coloro che di nuovo l'hanno tradito ancora per i trenta denari.-- Lunga vita al Card.Burke e a tutti gli altri vescovi come Lui - a Loro dobbiamo obbedienza verso Nostro Signore.

mic ha detto...

Romano,
Il cardinale è stato molto chiaro. Al momento, in mancanza di parole dirette e definitive del papa, ha semplicemente detto che egli NON PUÒ cambiare la dottrina e ha riaffermato con ferma chiarezza i principi..
Ovvie le conseguenze di non adesione, qualora - e Dio non voglia - dovesse farlo, sia pure con prassi fumose com'è temibile.

Felice ha detto...

Un pastore dalla schiena dritta. Grande Burke. Ha tutta la mia stima e gli assicuro la mia preghiera. Mi sento protetto se nella Chiesa si incontrano ancora pastori di questo spessore!

Anonimo ha detto...

Grazie eminenza, grazie alessandro e grazie a te mic.in periodi come questi piene di confusione queste parole riscaldano il cuore: non tutti hanno ceduto e, come dice il cardinale, il Signore verrà a placare la tempesta
John

mic ha detto...

Ciò che impensierisce è il deja vu del martellamento delle peggiori derive vaticansecondiste. È con queste che vanno fatti i conti. Se restano come premesse intoccabili e indiscutibili non è facile neutralizzarle, solo ribadendo principi che rischiano di essere oltrepassati dalla prassi fumosa senza essere smentiti de iure. Bisogna riconoscere e denunciare la radice del male, per estirparla.

Cesare Baronio ha detto...

Un'osservazione a margine.

Ricordate com'è stata introdotta la riforma liturgica? Con delle deroghe, approvando temporaneamente dei riti ad experimentum.

Come è stato soppresso il colore nero nelle esequie? Col permettere anche il violaceo, ricordando che il colore nero era quello normale.

E com'è stata introdotta la Comunione in mano? Come rarissima eccezione per quelle nazioni in cui, quei gruppi che ecc.

Com'è stato diffuso il clergyman al posto della talare? Sempre con delle deroghe, dicendo che si sarebbe trattato di casi isolati e per azioni assolutamente profane come prendere l'aereo o fare escursioni alpine.

E i diaconi permanenti al posto dei sacerdoti? Casi eccezionali e rarissimi.

Ogni volta che si permette qualcosa di proibito, limitandola a casi eccezionali, puntualmente la deroga diviene norma e la norma è abrogata al passo successivo.

Pensate a cosa accadrebbe se si autorizzasse la Comunione ai divorziati anche solo per quegli ipotetici cari rarissimi affidati alla responsabilità del Vescovo. Nel giro di tre anni diventerebbe una pratica comune.

Il metodo è sempre lo stesso, e visto che ha dimostrato ampiamente di funzionare a dispetto delle (apparenti) buone intenzioni iniziali, non stupisce che i novatori vogliano ricorrervi anche in questa occasione.

Anonimo ha detto...

MIC MIC ATTENZIONE : ho letto da diverse parti una cosa che se fosse vera spiegherebbe moltissime altre cose, si riferisce ai FI,pare che il kommissariamento e la persecuzione, se così si può dire, siano opera, anzi, ordine della potentissima loggia framassonica fiorentina, infatti a Firenze, Lanzetta e Siano che hanno scritto 2 testi sulla massoneria, hanno tenuto 2 conferenze tendenti a dimostrare che massoneria e CC sono incompatibili, la cosa ha dato molto fastidio al numero 131 della suddetta loggia,tra l'altro molto amico di famosi cardinaloni, il quale avrebbe in definitiva chiesto la testa dei frati e della loro congregazione, le fonti sono diverse,documentate,poi il beneficio d'inventario....penso sia una cosa da lasciare inter nos, il blog è già abbastanza monitorato....io t'ho detto niente,ma.....Anonymous.

mic ha detto...

Comunione sì, comunione no.
E' stato ribadito il principio ed è stata ribadita anche la necessità di un insegnamento serio e della pregnanza della liturgia.

Ciò che colpisce è che il card. Burke ha nominato la grazia, termine (che poi è l'opera del Signore nel cuore del credente) che nessun relatore sembra aver usato... perché hanno messo l'uomo al centro....

Luís Luiz ha detto...

Dura analisi della relatio da parte del padre Iraburu, conservatore e difensore di Jorge Bergoglio, su infocatolica:
http://infocatolica.com/blog/reforma.php/1410141056-286-2-la-relatio-posterior-al-1#more26754

Interessante che il blog del direttore di infocatolica, il normalista à outrance e conservatore Luis Fernando Pérez Bustamante, pubblica un post disperato e apocalittico, con commenti non permessi:
http://infocatolica.com/blog/coradcor.php/1410130819-ay-de-los-que-al-mal-llaman-b

Per lo meno le cose diventano chiare.

mic ha detto...

Anonymous, la sua segnalazione non mi sorprende. Quelli che lei dice sono fatti. Le conclusioni che qualcuno del resto aveva già tratto ci stanno tutte. Semplicemente non le avevamo sottolineate, considerando questo dato come uno dei vari fattori in campo, perché ci eravamo soffermati soprattutto su altri concomitanti elementi.

Stefano78 ha detto...

Framassoni...un flagello.

Visto quanto sono diffusi nella Chiesa, e viste le dichiarazioni all'elezione di Bergoglio, l'ipotesi è più che plausibile

mic ha detto...

Caro Luiz,
anche altri "normalisti", oltre quello da te citato, come Socci ad esempio ed altri ancora, di fronte a scostamenti così forti dalla dottrina come quelli di Kasper, Forte et similes, non possono far finta di niente e pescano nel magistero oltrepassato, persino postconciliare, le ragioni del loro sconcerto.
Cosa che noi stiamo facendo da anni, con l'individuare ciò che già più o meno "in nuce" ha preparato tutto questo.
E così i nodi che stanno venendo al pettine dimostrano che, se ci vedevamo costretti a denunciare discrepanze, non era per divertirci a criticare i papi (o i pastori), ma per difendere la Verità e la nostra Chiesa che la custodisce...
Ma, come dicevo prima, bisogna essere in grado di risalire alle cause di quanto sta avvenendo e di intervenire lì.

In fondo cos'è che ha tentato di fare la FSSPX con i colloqui interrotti nel 2012 e col ribadire il suo diritto alla critica rispettosa e motivata?

E cos'è che abbiamo cercato noi per anni se non un confronto ostinatamente rifiutato con ragioni fumose? Non è altro che il "discorso mancato" e "Alle radici di un equivoco" su cui si è così sapientemente espresso mons. Gherardini...

Se questi Pastori, pur mostrandosi retti in questa situazione non controbattono non solo affermando i principi - come va fatto e come stanno facendo il card. Burke e altri - ma anche neutralizzando quei "punti controversi" individuati da tempo, che sono la fabbrica delle fumoserie, come si fa a combatterle?
Esempio: i semina verbi oltre i confini visibili (equivocando il senso dato dai Padri ai semi dal Verbo); la gradualità del piano salvifico; la comunione imperfetta et alia... Sono cose buttate lì peraltro a sproposito, che non hanno fondamento e servono solo a costruire castelli di carta... Ma intanto stanno de-formando la chiesa visibile e la fede e le anime ignare.

Anonimo ha detto...

Mic, sull'eliminazione dei fi per volere della massoneria si era espresso anche l'ex vice-sindaco di la pira, cattolico di sinistra ma onesto
John

edoardo ha detto...

OT ma non troppo:

Sul sito della Santa Sede è apparsa la "Sintesi non ufficiale degli interventi liberi in Aula" (http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2014/10/14/0754/03039.html):

Della battaglia campale riportata da Magister quasi nessuna traccia, anche se si può notare un lieve tono di correzione.

Anonimo ha detto...

OT Bianchi e Borghesi sulla Nuova bussola quotidiana.

bernardino ha detto...

@ Stefano 78 - 15,57

Visto quanto sono diffusi nella chiesa....

Dunque ritornando al discorso di Socci dove parla di schede in più, di quarte e quinte votazioni (eliminando la Universi Domini Gregis) -(insomma, forse di brogli, schede bruciate pur di arrivare al nome prefisso, dimissioni o abdicazione discutibile e incompleta (o quello che volete).
Ma in che modo ce lo devono far capire?
Siamo sotto la lente d'ingrandimento continua-
Stefano! comandano loro, hanno in mano tutte le leve del potere, e tutti i giornali e TV a loro disposizione che fanno propaganda per loro a tutte le ore.
Pio XII aveva parlato a chiare lettere, si sà che dopo di Lui aveva chiesto fosse eletto uno di sicura fede Cattolica, Siri, uno che non arrivava a compromessi - è andata al rovescio, ed ha vinto il partito della rivoluzione; e così da cinquant'anni è successo tutto quello che Fatima e la Emmerich avevavo predetto. (veramente aveva avvisato la Vergine SS.ma)
Scusa stefano, da Pio X era nell'aria il modernismo - La Pascendi ci aveva messo in allarme; ha sempre vinto la fazione del disastro. Ora speriamo che il nostro Dio trinitario si stanchi e ripareggi la Verità; a Lui i mezzi non mancano. Quante volte ha dovuto alzare la mano sull'uomo? basta leggersi qua e la il Vecchio e Nuovo Testamento, per vedere quante volte Dio è dovuto intervenire per far capire chi è Dio e chi è l'uomo, anche se questi hanno rovesciato la medaglia.

F. Colafemmina in questi giorni ha detto...

La Chiesa è viva quando è ai margini della società, quando vive le ferite, le persecuzioni che nascono dal rifiuto del mondo, dall’odio del mondo. Al contrario la Chiesa diventa simile a Giuda perché cerca soltanto il compromesso col mondo, non vive la gloria del martirio, ma l’ebrezza degli applausi.

Questa, signori miei, altro non è che l’apostasia. Una mamma che non ricorda al proprio figlio di mettere il cappotto quando fa freddo o che non lo rimprovera quando si accinge a intraprendere un gioco pericoloso è una mamma che non ama il proprio figlio, che è indifferente alla sua creatura, per quanto questa possa rifiutarsi di seguire i consigli della mamma. Allo stesso modo una Chiesa capace di dire sempre di sì, utilizzando il comodo stratagemma della misericordia, accidia di chi sospende il giudizio perché rifugge le responsabilità, è una Chiesa che da madre trascende al livello di meretrice. Si vende sulla strada per un briciolo di notorietà e di consenso mondano. Non sarà più una buona madre perché smette di dire i suoi no con chiarezza e decisione. E’ una chiesa-burocratica che non ama i suoi fedeli, ma solo se stessa. Ma lasciatemi tornare al tema della responsabilità: è questo il punto centrale. Se nella nostra società tutti rifuggono dalle responsabilità e dalla conseguente coerenza negli stili di vita e nell’azione quotidiana, così anche la Chiesa non vorrà più assumersi responsabilità per paura di essere aggredita, giudicata, vilipesa, per l’evidente incoerenza dei membri della sua gerarchia.
.....
Questa chiesa che apostatizza e viene portata in trionfo dal mondo dei media è la manifestazione istituzionale di una enorme, colossale cloaca d’impurità. L’impurità di chi passa con disinvoltura dall’esaltazione della Verginità di Maria alla piaggeria verso i doni degli omosessuali o le ricchezze delle coppie conviventi. Ma Maria potrà forse osservare con letizia quanto accade nelle ovattate stanze del Vaticano? Non piange forse la Vergine dinanzi al trionfo dell’apostasia?
......
“I Sacerdoti, ministri di mio Figlio, i sacerdoti con la loro cattiva vita, con la loro irriverenza ed empietà nella celebrazione dei Santi Misteri, con l’amore per i soldi, con l’amore per l’onore ed i piaceri, i sacerdoti sono diventati delle cloache d’impurità. I sacerdoti domandano vendetta, e la vendetta è sospesa sulle loro teste. Guai ai preti e alle persone consacrate a Dio, che con la loro infedeltà e la loro cattiva vita, crocifiggono di nuovo mio Figlio! I peccati delle persone consacrate a Dio, gridano verso il cielo e richiedono vendetta, ed ecco che la vendetta è alla loro porta, non vi è infatti più alcuno che implori misericordia e perdono per il popolo; non vi sono più anime generose, non vi è più nessuno degno di offrire la Vittima senza macchia all’Eterno in favore del mondo. Dio colpirà in modo senza pari! (Maria SS.ma a La Salette)

mic ha detto...

Bianchi e Borghesi sulla Nuova bussola quotidiana

Di Bianchi non mi stupisco. Del resto lo liquida senza mezzi termini mons, Livi: "... Curioso che chi di mestiere fa il fabbricatore di fantasiose «ipotesi ecclesiastiche» se la prenda con chi si richiama, appunto, all’«oggettività della grande tradizione cattolica». Ma poi, conoscendo Bianchi, si capisce che egli vuol riferirsi alla tradizione del modernismo teologico, dove il primato non è, come lui dice, quello del Vangelo ma quello dell’ecumenismo storicistico insegnato dal suo maestro Hans Küng."

Sono delusa da Borghesi che è stato un mio docente che stimavo. Ma da anni non riesco a condividere i suoi contenuti. L'ultimo, nei confronti di Benedetto XVI, si distingue per una visione del tutto arbitraria e assurda collegata al discorso di Ratisbona.
E' sufficiente questa notazione iniziale di Cascioli:
"...È incredibile come certi intellettuali, per accreditarsi come fedelissimi di papa Francesco sentano il bisogno di sparare sui papi precedenti, contribuendo ad accreditare l’idea che sia iniziata una nuova epoca nella Chiesa - più libera, più vera, più attaccata alla fede in Gesù Cristo - in rottura con la precedente - ovviamente oscurantista, chiusa, intransigente, arroccata sui valori, incapace di incontrare gli altri -"

Troppa confusione nella Chiesa, ed è per questo che la faziosità prende il posto del confronto e del dibattito sereno. La tifoseria papista diventata oggi a senso unico prevale sull'obbiettività e in definitiva sulla verità.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Ho davanti a me l'intervista di Caffarra a il Foglio di sabato 15 marzo di quest'anno e ho appena terminato di leggere quella di Burke. Si tratta di due interviste date un ex ante sinodo e l'altra durante il sinodo. Necessariamente quella di Caffarra e' più argomentata teologicamente essendo egli un moralista. Quella di Burke descrive fra le righe quello che al sinodo mai e poi mai doveva accadere. Entrambi hanno parlato chiarissimamente e sono entrambi due prelati da stimare, da ammirare e da ringraziare perché hanno detto pane al pane e vino al vino. Ed anche perché hanno reso un grandissimo servizio alla Verità del Vangelo. Comunque per il bene della Chiesa e' positivo che i vescovi eretici (non trovo un'altra parola perché il cristiano che rinnega una verità contenuta nel Vangelo non può che esserlo) siano venuti allo scoperto. Finalmente i modernisti sembrano giocare a carte scoperte. Onore al coraggio del card. Burke!

mic ha detto...

Bisognerà vedere come andrà a finire il Sinodo e come potrà incanalarsi e concretizzarsi in maniera efficace la posizione dei veri pastori di fronte ai falsi profeti...

Alessandro Mirabelli ha detto...

Mic, per favore, un po' di fiducia nella Provvidenza.

mic ha detto...

Mic, per favore, un po' di fiducia nella Provvidenza.

Alessandro, non ho dato niente per scontato. Non sai quanti messaggi censuro proprio per questo ;)
Mi sono posta in attesa e ho formulato un interrogativo che meriterebbe di essere approfondito. E, soprattutto vedrei un maggior contatto non solo virtuale tra "popolo" e pastori. Il "discorso mancato" che bisognerebbe riprendere"...
Ovvio che tutto è in un orizzonte di preghiera e di fiducia nella Provvidenza, anche se non l'ho detto, non ho mancato di esprimerlo altre volte.
In ogni caso, è vero che le maschere cadute servono alla verità e fanno cadere ogni remora sulle posizione di prendere.

mic ha detto...

Socci non fa altro che riprendere dal Timone il comunicato dei vescovi polacchi linkato nel nostro aggiornamento e aggiunge l'intervista a Burke.

Che comincino ad esprimersi i vescovi e i cardinali non può che esserci di conforto e di speranza.

Rr ha detto...

Peccato che in TV ed in Radio si senta Forte - ma chi lo ha nominato vescovo ? - e non Burke o Caffarra.
Temo che l' unico modo per attirare l' attenzione dei media sia organizzare una protesta rumorosa in P.zza S.Pietro.
Rr

Rr ha detto...

Siamo a " pizzinni". Sec. Tosatti, ripreso da Rorate ( l' ira dei bloggers americani si sente fin da qui) il VdR comunica ai suoi con bigliettini di carta (" tiny little paper pieces").
Ma non era di origine piemontese ?
Rr

Anonimo ha detto...

Tosatti:

E’ un desiderio purtroppo irrealizzabile, ma pagherei non poco per sapere che cosa c’era scritto nei bigliettini che papa Francesco, nell’aula del Sinodo, scriveva e poi mandava al segretario generale del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisseri.

Il cardinale Baldisseri leggeva, prendeva nota e poi rendeva la missiva al Papa, che se la metteva in tasca. E’ un fenomeno che si è ripetuto molte volte nei giorni di assemblea generale del Sinodo, e che è stato notato da diversi partecipanti. E ha fatto nascere l’impressione che il Papa desse disposizioni al segretario generale.

Da ieri i Padri sono nelle Commissioni linguistiche. Ma fra i Padri sinodali c’è un diffuso malessere, per la gestione globale del Sinodo, e per il fatto che molti non si riconoscono nel documento, a firma del cardinale Erdo ma scritto da altri, che ha segnato la fine della prima fase assembleare.

Lo stesso Erdo ha sottolineato la sua parziale estraneità, indicando l’arcivescovo Bruno Forte come autore del brano relativo all’omosessualità.

E’ un malessere presente in parecchie personalità di rilievo, a cui ha dato voce con chiarezza il presidente della Conferenza Episcopale polacca, mons. Gadecki.

In un’intervista alla Radio Vaticana il presule ha affermato senza mezzi termini che la “Relatio” presentata ieri è "inaccettabile per molti vescovi, si distanzia dall’insegnamento dei Papi precedenti, contiene tracce di ideologia antimatrimoniale e mostra una mancanza di visione chiara da parte dell’assemblea sinodale". Nella sua intervista mons. Gadecki rileva che “il punto che tratta della possibilità che le coppie omosessuali abbiano dei minori a loro carico si presenta come qualche cosa di accettabile. E’ uno degli errori del testo, che invece di incentivare la fedeltà e i valori familiari accetta le cose come si presentano. Si dà l’impressione che l’insegnamento della Chiesa sia stato implacabile, mentre ora si comincia a insegnare la misericordia”.

http://www.lastampa.it/Page/Id/2.1.1377544963

mic ha detto...

Dalle note di Rorate:

Un documento di 6.000 parole, rese disponibili nell'originale italiano, e in ottimo inglese, francese, tedesco, spagnolo con traduzioni che subito Lunedi mattina presto "riassumono" il punto di vista della prima settimana del Sinodo che si era concluso il Venerdì sera, con dettagli pubblicate Sabato mattina? Così, in un giorno intero, Domenica (o in 2 giorni, 48 ore, se tutte le ore del Sabato sono incluse, senza tempo per i pasti o il sonno), il relatore e i suoi segretari hanno scritto e tradotto questo rapporto di 6000 parole? Il Vaticano è improvvisamente diventato la burocrazia più efficiente nella storia dell'universo?
O era tutto preparato in modo semplice e tradotto in anticipo, per creare "fatti compiuti" che non possono essere rettificati e hanno creato pressione sui Padri sinodali durante questa seconda settimana ?

... La maggioranza conservatrice e wojtyliana che si può chiaramente vedere al lavoro di tutti i Padri sinodali e il cui numero non è stato affatto rappresentato nel documento manipolato preparato in anticipo, deve essere estremamente attenta nel proteggere la fede cattolica nelle prossime votazioni, soprattutto nelle schede che portano la votazione finale del 18 ottobre votazione sulla relazione finale.
A proposito, dal momento che del Sinodo segreto censurato è disponibile solo ciò che i Maestri e il pianista-Kingmaker permettono sia pubblicato, sentiamo solo di fatti curiosi attraverso fughe di notizie. Marco Tosatti dice come, per mezzo di piccole note di carta, Francesco guida la Segreteria del Sinodo. I Padri sinodali lo vedono, senza capire tutto ciò che sta succedendo dietro le quinte.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Grave caduta di stile del vdr. Ora si mette a mandare pizzini? Ma queste cose si fanno nelle sordide aule parlamentari, quando si mercanteggia fra deputati e/o membri del governo. Oltre che grave caduta di stile, e' la prova che il giocattolino sinodo gli è in parte o forse quasi completamente sfuggito di mano.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Cum Petro et sub Petro. Vero ma ... prima viene
Sub Christo.

Rr ha detto...

Per chi non abbia letto Rorate, il Kingmaket sarebbe un Cardinale, presente sia in Conclave, sia al Sinodo che, secondo un racconto di Tosatti, avrebbe apertamente descritto durante una cena svoltasi recentemente a Roma come si manipola l' uno e l' altro consesso.
Kingmaker e' il termine he gli Inglesi han sempre usato, credo dal basso Mmedioevo, per indicare il nobile ministro o consigliere reale che trama per far sedere sul trono l' erede a lui preferito. Ora si usa per il burattinaio che " fa" primi ministri, presidenti di repubblica, ecc.
Rr
.
Rr

viandante ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
viandante ha detto...

Su quanto avviene al sinodo si può leggere molto. Alcune prese di posizione (come l'intervista di questo articolo) sono istruttive e aiutano pure a rafforzare la nostra fede.
Dunque cardinali contro cardinali.
Temo però che queste opposizioni si diffonderanno anche nelle parrocchie. Anzi presto questi scontri potrebbero veramente tramutarsi in scontri fisici: vedi quel che succede alle sentinelle in piedi.
Chiaramente se scontri ci saranno è perché vi saranno fedeli che non accetteranno di mutare la loro fede.
Ma penso che prima o poi, finora le ha sempre viste tutte giuste, potremmo assistere anche alla realizzazione di un'altra visione della Emmerich, quando dice: "Vidi una forte opposizione tra due papi...".

La grande battaglia è sempre più vicina. Prendiamo esempio da Gesù che prima del suo arresto si ritirò a pregare. La preghiera è l'arma più potente di cui disponiamo.

Cattolico ha detto...

La Chiesa della misericordia:
Evviva la chiesa di Papa Francesco, il papa che aveva l’ambizione di attuare completamente il CV II (parole sue); qui ci si può trovare facilmente a proprio agio, e fare anche una luminosa carriera, basta calpestare apertamente la dottrina ed il magistero bimillenari della Chiesa Cattolica, mettere in dubbio i dogmi, richiederne “l’aggiornamento”, considerare i Vangeli delle cose “astratte”, suscettibili quindi di interpretazione soggettiva.
Come essere invece perseguitati, emarginati, combattuti ed additati al pubblico disprezzo come integralisti, gente senza misericordia e che semina divisione tra gli uomini (dividendoli, appunto, in buoni e cattivi, mentre sono solo sani e feriti…) : basta difendere apertamente la dottrina ed il magistero preconciliari, fino a Pio XII: VAE VICTIS !! guai a chi ci prova: non è bastato l’esempio dei FFI, dei card. Piacenza, Burke, del vescovo Rogelio Livieres e dei giornalisti e scrittori cattolico tradizionalisti?

Cesare Baronio ha detto...

...certo che tradurre in più lingue e in poche ore un documento così esteso, suscita davvero sconcerto, specialmente considerando il tempo che c'è voluto per pubblicare le traduzioni del Motu Proprio Summorum Pontificum, giusto per fare un esempio...

tralcio ha detto...

La fede cristiana non si può decidere ai voti... Infatti non si vota: ma si decide. Hanno già deciso non della fede", ma di come essa sia da interpretare per "piacere al mondo" e "piacersi". In fondo siamo nell'epoca della psicologia: a contare è "come mi sento". Mi sento "discriminato" anche se nessuno mi discrimina. Mi sento "aperto" anche se sono tetragono a ogni dialogo... Mi "sento cristiano". E in fondo, "mi sento a posto con la coscienza": se la coscienza viene disturbata da un catechismo, subito "mi sento libero" da quel fastidioso pezzo di carta, eccessivamente rigido e incapace di cogliere il mio dolore, che soffro ma non offro, dato che Gesù è "il risorto", è "un valore", è "un maestro", è "un mio amico", ma non è il crocifisso che morendo in croce mi ha fatto Suo. In fondo "io sono io", "io sono mio" e "io sono dio"...
La fede psicologica è liturgia (il sentirci "noi", popolo, uniti, capaci di fare tante belle cose) ed è catechesi (quella dei priori di bose e dei vari propalatori di idoli & cose, da fare), facendosi anche carità ("ci fa sentire bene", ci fa "sentire utili", ci fa sentire "migliori").
La fede teologica è dono di Dio, per servi inutili, adoratori del Mistero, istruiti dall'esperienza di Dio che si rivela e si manifesta, chiedendoci di fare comunione orante con Lui, protesi nell'eterno, malgrado si sia peccatori, facendo i conti con il nostro peccato e disposti a convertirci a Lui che ci attende.
Se la mia volontà deve seguire ciò che mi sento, essendo un pover'uomo pieno di peccati, difficilmente sarà la Sua Volontà. Invece se io voglio fare la Sua Volontà, la cosa non necessariamente coincide con il "sentirmi bene", ma coincide con la Verità.
Chi l'ha detto che la fede sia sempre felicità? Qualche amante della psicologia, abile venditore di fumo, piazzista di bufale epocali...
La fede è sacrificio e lotta con noi stessi contro le tentazioni: chi persevererà sarà salvo. Siate perfetti come il Padre vostro che è nei cieli, dice Gesù. "Siate" è un invito. "Siete" sarebbe una bugia.
Oggi molti bugiardi dicono che "va bene così" in molti casi in cui "non va bene". E accusano chi non la pensa come loro: diceva Gesù che l'unico ad accusare è il diavolo. Parole sante...

RAOUL DE GERRX ha detto...

Pour reprendre l'excellente comparaison d'Osko sur "Radio Cristiandad", ce à quoi nous assistons, au synode, n'est qu'une lutte entre "Menchévêques" et "Bolchévêques", Burke étant, pour l'instant, la figure de proue des "Menchévêques", c'est-à-dire des révolutionnaires modérés.

Il n'a en effet jamais désapprouvé la révolution liturgique, défendant à son propos les mêmes positions que Ratzinger, qui, dans son “Summorum Pontificum” a définitivement consacré la "supériorité" du NO sur le VO, l’un étant classé “ordinaire” (c’est-à-dire premier), l’autre étant classé “extraordinaire”, c’est-à-dire secondaire ou accessoire et subordonné, dans l’ordre, au premier. C'est tout dire.

La vérité est que Burke, pas plus que les autres "conservateurs" — modernistes modérés, comme Livieres —, ne voit et ne comprend que la révolution liturgique, imposée aux fidèles par la violence et les persécutions (c'est-à-dire par la terreur), a été et reste, parce qu'elle conditionne directement la vie des fidèles, le principal instrument de l'autodestruction de l'Église.

Mgr Lefebvre, lui, l’avait tout de suite compris.

http://radiocristiandad.wordpress.com/2014/10/13/osko-mencheveques-vs-bolcheveques/#more-33889

Marco Marchesini ha detto...

Ottimo card. Burke.

Prego Dio che a questo punto faccia il passo ulteriore e riconoscere che i rivoluzionari, da lui giustamente combattuti, non fanno altro che portare avanti la rivoluzione del concilio vaticano. E' da lì che vengono tutti i problemi.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Burke: un combattente, un leader, un vescovo virilmente dotato a differenza di colui che, per carità di Patria non faccio il nome, ieri ha illustrato i valori della omosessualità. S. Paolo, prega per lui. Per lui l'eretico.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Negli anni passati più volte mons. Forte era stato invitato a parlare a radio Maria la domenica sera. Ma epurator Fanzaga non se ne era accorto?

mic ha detto...

Proprio così, caro Marco, come ricordavo anche sopra....
Ma quello del concilio è il discrimine invalicabile (ricordi Muller con la FSSPX e Braz de Aviz con i FI?) anche se non lo si rinnega ma se ne respingono alcuni elementi di 'rottura'.
In fondo non basta più il Credo.
Hanno aggiunto un nuovo articolo: credo nel concilio...

Silente ha detto...

Sì, caro Marchesini, è dal cvii che vengono tutti i problemi. E' stata l'evocazione e la cristallizzazione, poi dogmatizzata anticanonicamente, delle eresie moderniste forse non sufficientemente represse negli anni precedenti. E il tentativo "giustificatorio", forse generoso, forse obbligato, di Benedetto XVI ("l'ermeneutica della continuità") dimostra oggi, alla luce dei fatti, tutta la sua fallacia. I frutti dell'albero conciliare li vediamo. Sono frutti necessari e obbligati: dato quest'albero, non potevamo averne altri. Di qui l'inanità delle tesi dei "conservatori", che gridano al "tradimento" del post-concilio per salvare il concilio: un errore logico, ancora prima che teologico.

mic ha detto...

Non a caso i punti citati nella relatio sono Lumen Gentium 8 e Gaudium et Spes 22...

Mi spiace che non ho tempo di approfondire ora. Lo farò appena riesco.

Alessandro Mirabelli ha detto...

E' da li' che vengono tutti i problemi ...
Sono nato alcuni mesi dopo la morte di Pio XII. Verosimilmente il fuoco covava sotto la cenere già sotto il suo pontificato. Pio XII ebbe il coraggio di non convocare il concilio. C'era forse qualche impellente questione teologica da risolvere come nei primi sette concili o nel Tridentino? No. Allora se non c'era alcuna questione teologica dibattuta che dovesse essere risolta, perché che convocarlo? Per la pruderie di tenere una sorta di assemblea condominiale? Soprattutto, per andare verso dove? Nella mens del Papa convocante mancava un finalismo, lacuna non da poco.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Lumen gentium, documento conciliare a sola valenza sociologica. In quella costituzione si parla di tutto e del contrario di tutto. Non compare mai la parola comunismo. Non compare grazie all'infame accordo di Metz dell'estate 1962.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Un prete conciliarista conservatore - che amministra un sito abbastanza seguito - ha più volte sostenuto che il Vaticano II non può essere indicato come la causa del tracollo verticale delle vocazioni, dell'abbandono del sacerdozio da parte di tantissimi preti e della sempre minore frequenza alla Messa. Siccome siamo nel campo della c.d pastorale e non della chimica, della fisica e della biologia ammettiamo pure che non è facilmente dimostrabile il nesso di causalita' fra l'assise conciliare e i fenomeni (guasti) che ho indicato. Però se il Vaticano II non ne è stata la causa, sicuramente non è stato il rimedio adatto ad arginare codesto crollo della fede.

RAOUL DE GERRX ha detto...

"Nella mens del Papa convocante mancava un finalismo, lacuna non da poco" (A. Mirabelli).

Pas d'accord.
GXXIII savait parfaitement ce qu'il voulait : ouvrir — il l'a redit cent fois — l'Église aux idées du monde moderne (Ratzinger précisera : le monde moderne tel qu'il est sorti de la Révolution).
Il ne voulait absolument pas voir que les idées dominantes du monde moderne sont des idées anti-chrétiennes, au point qu'on peut dire que la modernité se confond avec l'antichristianisme, et cela, sans doute, comme l'a montré Mgr Delassus, depuis le XVe siècle…
Sans parler de la mortelle hostilité du judaisme, depuis 2000 ans… Avec lequel GXXIII a aussi cru possible de se réconcilier !

mic ha detto...

Però se il Vaticano II non ne è stata la causa, sicuramente non è stato il rimedio adatto ad arginare codesto crollo della fede.

Quel prete dovrebbe dimostrare qual è la causa - se non le innovazioni conciliari veicolate dalla 'pastorale' - del fatto che a distanza di qualche decennio abbiamo una generazione di "diversamente credenti"... e stiamo percorrendo una china piuttosto rovinosa (spiritualmente).

RAOUL DE GERRX ha detto...

Exactement, Mic. L'autodestruction par la "pastorale" — à quoi bon, en effet, perdre son temps à discuter le dogme, "cette mise en forme conceptuelle d'une mythologie désuète" ? — et par la révolution liturgique qui a systématiquement détruit dans le peuple chrétien le sen du sacré et de l'adoration due à Dieu.

Rr ha detto...

Alessandro, quando si confrontano i dati- numero di vocaIoni, seminaristi diventati preti, frati e suore e monaci e monache di nuova consacrazione, frequenza alal S.Messa ed ai sacramenti, nuove chiese costruite, numero di scuole eduniversita' cattoliche - prima e dopo il CVII, le differenze sono talmente marcate, gia' nel primo decennio, che non e' necessario fare un test statistico di significativita. Spiego: se l' ebola uccide il 40% dei colpiti ed unfarmaco riduce la mortalita' al 5%, non c'e' bisogno di calcolare il " chi quadro" per sapere che la differenza in mortalita' e' statisticamente, e clinicamente, significativa, cioe' non e' dovuta al caso.
Quindi non e' il caso ad aver provocato il calo di vocazioni, lo svuotamento delle chiese, la scars frequenzaalla Messa ed ai sacramenti.
Forse non c' e' un rapporto di causa-effetto in senso microbiologico, ma una forte correlazione esiste senz'altro, sec.me sicuramente significativa statisticamente.
rr


Dubium ha detto...

Ha ragione la Falasca o Gądecki?

Rr ha detto...

Burke, in un' intervista ad un sito cattolico importante USA, ha dichiarato che e' ora che il Vicario di Cristo si esprimi chiaramente riafffermando la dottrina di Cristo e della Chiesa. E questo momento e' secondo lui, "long overdue", conclude. CIoe' il tempo, per lui, che il VdR doveva parlare, e' abbondantemente passato.
Che Burke, ora che e' stato " fired", ci riservi sorprese ?
Rr

viandante ha detto...

"Indegno, vergognoso, completamente sbagliato", queste le parole che secondo Rorate Coeli il cardinal Gerhard Müller ha usato per commentare il documento di ieri.

Vedo che (finalmente!) c'è chi inizia ad alzare la voce e con forza. Credo che a questo punto la situazione rischia veramente di fuggire di mano al pontefice.

Rr ha detto...

Beh, si vocifera che Forte dovrebbe sostituirlo, e lui se ne tornerebbe nach Deutschland.
Se persino Mueller, con i suoi dubbi su Nostra Signora, comincia a parlare cosi...forse ha pura di finire come Kerenaki.
Rr

Rr ha detto...

Si vocifera che Forte sostituirebbe Mueller, che se ne tornerebbe nach Deutschland.
Forse Mueller ha paura di finire come Kerensky.
Rr

mic ha detto...

Beh, se chi inizia ad alzare la voce con forza, poi se ne va, addio roba nostra!

Anonimo ha detto...

http://www.repubblica.it/esteri/2014/10/14/news/sinodo_mueller_critiche-98111405/?ref=HREC1-10.

"Indegna, vergognosa, completamente sbagliata."

Speriamo che l'abbia detto davvero, e che non arrivi la smentita o la correzione di tiro.

Maso

Miserere ha detto...

Grazie, eminenza card. Burke! Le sue parole chiare e precise, come quelle di mons. Livieres ed altri, aiutano a molti di noi ad andare avanti, a non sentirci più soli! Sono certa che, se succede qualcosa di terribile per la Chiesa, potremo fidarci di questi pastori coraggiosi e fedeli che sapranno condurci per le vie della Verità. Prego per voi!

Miserere ha detto...

Che delusione la Falasca! Lei è la curatrice della Positio di Papa Luciani che verrà consegnata a novembre. Ho paura di come avrà presentato la sua figura nel documento. Spero di sbagliarmi!

Noè ha detto...

Sono lieto di aver letto tante condivisioni che stimano le verità esposte da Leo Burke.Purtroppo siamo pochi ad aver le idee chiare in questo tempo di seduzione e aimè sedotti dal principe della menzogna!Frequentando giornalmente la Chiesa di Cristo noto un tiepidino interessamento a tali disastri in corso d'opera,ma tanti abindolati da questa falsa misericordia connivente al peccato mortale mascherato all'acqua di rose.Il Signore senza dubbio abiterà coloro che credono nel Suo Santo Vangelo e lotteranno per riaffermarlo a qualunque costo.Dio vi benedica fratelli e sorelle.

Anonimo ha detto...

Penso che, se si vogliono introdurre sdoganamenti all'adulterio e alla sodomia citando i documenti del concilio, bisogna prendere atto che i problemi vengono da lì, è inutile far finta di non vedere, lo dico in primis a me stesso, perché ha cercato di difendere l'ermeneutica della riforma nella continuità. Certo, finché c'erano i papi precedenti gli argini antropologici erano forti, il coraggio di opporsi al mondo c'era, ma anche loro, pur ottimi papi su molte questioni, non hanno voluto e saputo opporsi al mito del concilio. Da ammiratore quale sono e resto del pontefice tedesco lo devo ammettere
John

mic ha detto...

Per John,
I 'bachi' conciliaristi del papato precedente sono stati tutti individuati e motivati; ma almeno un residuo di "romanità", antirelativismo e attenzione ai principi non negoziabili, c'era. Ma oggi siamo in piena dissoluzione. E i segnali ci sono stati fin da quel dissacratorio primo Giovedì Santo quando Gesù Signore, IL CRISTO, è stato messo sullo stesso piano degli "unti" d'Israele e nella stessa omelia del giorno dedicato alla istituzione del sacerdozio è stato magnificato il sacerdozio di Aronne, come non fosse definitivamente sostituito da quello di Cristo... A me è bastato questo, poi è venuto fuori il resto di cui questo blog è il diario in diretta. E lo è attraverso argomenti teologici fondati sul Magistero, ma nemmeno certi sacerdoti se ne curano. O sorvolano o minimizzano. Che dire? C'è persino chi la butta in politica, che in alcuni casi può entrarci. Ma chi fa un discorso da credente, prima guarda le questioni di fede e poi i possibili risvolti politici, ai quali tuttavia personalmente sono totalmente estranea.

PetrusLXXVII ha detto...

Non sono d'accordo con questa demonizzazione senza appello del Concilio.. i suoi pronunciamenti hanno la finalità di esprimere con un linguaggio comprensibile alla modernità i punti fermi e immutabili della nostra fede cattolica. Purtroppo lo stile dialogico espone i documenti conciliari all'interpretabilità, ma questo non significa che i fraintendimenti dissonanti con la natura della fede esprimano i reali propositi del CV-II. Del resto se pastori diversi traggono conclusioni differenti dalle medesime parole significa che qualcuno dei due sbaglia.. la giusta misura per servire la Chiesa é nel saper leggere quei documenti lasciandosi guidare dallo Spirito Santo e non dallo spirito del mondo.
Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno offerto letture dei pronunciamenti conciliari, conformi alla fede della Chiesa.. é questo vergognoso sinodo che ne distorce il senso!
PetrusLXXVII

mic ha detto...

Da un punto di vista credente, però, non posso fare a meno di stigmatizzare anche certe sottolineature sociologiche e ideologiche, mutuate dalla TdL - peraltro condannata dai papi precedenti - al posto di quelle teologali... Visuale totalmente "periferica", che a certi livelli andrebbe superata. Manca l'universalità propria de La Catholica...
E, se il Tevere era già stato inquinato dal Reno, ("scuola romana" scalzata in quel del concilio dalla "scuola renana" etc.) oggi rischia di esser invaso dal Rio della Plata con annessi e connessi...

Annarè ha detto...

ora vediamo le tremende conseguenze che hanno portato i documenti del CVII dove si apre alla libertà religiosa. Se la sposa di Cristo non è più esclusivamente la Chiesa, anche il matrimonio tra uomo e donna non è più esclusivo e per sempre, se persino la liturgia tradizionale o VO come si usa dire, diviene, nonostante tanti secoli di felice matrimonio, la sposa extra ordinaria, mentre l'amante, cioè la nuova Messa diviene la messa ordinaria, anche le seconde nozze tra uomo e donna saranno considerate ordinarie e la prima e vera sposa o il primo e vero sposo extra ordinari. Non sapevano che sarebbe andato così, aprendo ad errori mostruosi?

Josh ha detto...

ancora note sulle parole del card. Burke

-commovente per me il suo culto per il Sacro Cuore di Gesù

-dal post
"Nella Prima Lettera ai Corinzi, al capitolo 11, San Paolo insegna che chi riceve l’eucaristia in stato di peccato mangia la propria condanna. Accedere all’eucaristia significa essere in comunione con Cristo, essere conformi a lui. Molti oppongono l’idea che l’eucaristia non è il sacramento dei perfetti, ma questo è un falso argomento. Nessun uomo è perfetto e l’eucaristia è il sacramento di coloro che stanno combattendo per essere perfetti, secondo quando chiede Gesù stesso: di esserlo come il Nostro Padre che è in cielo (Mt 5, 48). Anche chi combatte per raggiungere la perfezione pecca, certo, e se è in stato di peccato mortale non può comunicarsi. Per poterlo fare deve confessare il suo peccato con pentimento e con il proposito di non commetterlo più: questo vale per tutti, compresi i divorziati risposati."

assolutamente vero.
Aggiungo banalmente che anche a me è stato detto da un prete kasperiano, su questo argomento, che la Comunione è il sacramento non dei perfetti, ma dei perfettibili o di "coloro che sono in cammino".

Farei davvero attenzione ai termini per non finire in un Sacrilegio Continuato: “i perfetti” è termine deformato nella storia anche in maniera calvinista in questa ottica…ma S. Paolo comunque parlava dei suoi fratelli presenti come di già santi, di già compiuti, di resi perfetti dall'opera di Cristo.

Rimane ovvio che per accedere alla Comunione degnamente bisogna emendarsi di peccati, smettere di farli, pentirsene, cambiare. Non sarà solo il Sacramento dei perfetti, degli "arrivati al massimo grado di santità", ma non è nemmeno il Sacramento dei “Rigettati”. Non è il sacramento, di sicuro, di chi vive in Peccato Mortale continuato e ha intenzione di continuare a rimanerci.

Se ora si dice che il tutto è cambiato, è molto grave, non è un'assemblea che può mutare questa dottrina di sempre. S. Paolo diceva di investigare se stessi se si è degni di accedere all’Eucarestia. E si può essere degni di bere al calice se si vive in una situazione di peccato mortale continuato? La soluzione non è sicuramente dire che il peccato mortale continuato in cui si vive non è più peccato…..

Anonimo ha detto...

Mi preme sottolineare 2 cose, la prima è che anche sotto Pio XII già strisciavano i primi segnali della rivoluzione, Bugnini era un pacelliano, il papa se n'era accorto, ma ormai anche lui non avrebbe potuto fare granché, tradito e disobbedito anche lui, G XXIII è più facile da inquadrare per via dei suoi trascorsi e non vado oltre, Paolo VI non era adatto a fare il papa e si è trovato sommerso dallo tsunami del vat2, i cui documenti,è bene precisare, quasi nessuno ha letto per intero, e studiato a fondo, bypassando il tutto e facendo del vat2 un totem da adorare e da non criticare, la 'distruzione' o decostruzione dell'impianto liturgico era stata iniziata fin dagli inizi degli anni '50,portata avanti con pazienza e feroce determinazione fino ad arrivare ad essere un muro di cemento che impediva ogni tentativo di discussione......il resto l'hanno fatto i mass-media, in primis la tv, entrata prepotentemente nelle case degli italiani, con subdoli intenti, di fatto imponendo mode,costumi,pensieri dettati da ben determinati potentati, adesso hanno tutto in mano,poteri e cervelli, ormai il danno è fatto, se i nostri figli si rincoglioniscono per più di 10 ore al giorno coi cellulari e se sono uscite fuori le ludopatie che un tempo non si sapeva neanche potessero esistere,un motivo ci sarà, 'la gente senza cervello è più facile da controllare' Ende scripsit, ormai è tardi, si salvi chi può, si rispolveri il Dies irae, invito rivolto anche alle alte gerarchie, non c'è bisogno che lo dicano in latino.....Anonymous.

mic ha detto...

PetrusLXXVII,
raccolgo la sua affermazione, non senza pensare di dover aggiustare il tiro.
Ritengo anch'io che il concilio abbia i suoi pregi. Devo tuttavia ricorrere a qui "ma" o "ma anche" che hanno reso ambigui diversi documenti e possibili tante applicazioni di rottura mascherata da pastorale di cui stiamo vedendo (o meglio subendo) i frutti (avvelenati).

Comincio con alcuni pregi che mi vengono in mente, infiocchettati da tutti i miei "ma".

1. La promozione dell’ecumenismo, tenendo conto che la Chiesa è naturaliter ecumenica (ma non senza il reditus). Il perché è nel successivo punto 4, quello delle "deviazioni".

2. la promozione del dialogo interreligioso (anche se è assodato che le fedi non possono dialogare perché tutte hanno dei fondamenti imprescindibili). Possono, invece, dialogare le culture che le fedi pongono in essere, ai fini di garantire una convivenza civile, soprattutto in un'epoca di globalizzazione come questa.

3. L'attenzione al ruolo dei laici, ma senza clericalizzare i laici e laicizzare il clero, come avviene in un movimento e non solo

4. L'incoraggiamento agli studi storici ed esegetici ed una maggiore frequentazione delle scritture, ma senza cadere nella demitizzazione o nei tanti ismi che vi si sono infilati, comprese le interpretazioni soggettiviste.

5. La fioritura di studi teologici, che possono dare grandi frutti di approfondimento, ma non senza ricondurli nell'alveo del discernimento e del munus magiteriale che appartiene ai pastori.

Personalmente potrei accettare il concilio, nel quale sono confluite molte deviazioni già presenti persino nei secoli precedenti. Ma esso andrebbe depurato

1. dallo storicismo,
2. dall'antropocentrismo,
3. dall'ottimismo ingenuo e aprioristico sull'uomo e sul mondo, con tutte le deriva dissacratorie che arrivano fino all'estromissione del Soprannaturale con l'obliterazione del Santo Sacrificio sostituito dal convivio fraterno onnicomprensivo,

4. dal malinteso senso di libertà religiosa che dà alle false religioni la stessa dignità della Rivelazione Apostolica mettendo in secondo piano l'opera Unica redentrice e rigeneratrice di Cristo

5. dal falso ecumenismo che vede la Chiesa non più custode della Verità in essa Presente fino alla fine dei tempi, ma in ricerca, insieme agli altri, di una verità posta in un punto omega al di fuori di essa, impegnata non più ad insegnare (esercitando il munus docendi) ma a dialogare con tutti tranne che con la sua Tradizione.

Non è ciò che è successo negli ultimi decenni ? Ce lo dobbiamo tenere così, o possiamo dire che c'è qualcosa che non quadra?

Quel che ho qui solo accennato l'ho sviluppato individuando i punti specifici dei documenti e le relative implicazioni fondandomi sul Magistero perenne [se le interessa alcuni documenti li può trovare sulla colonna di destra del blog], peraltro alla scuola di grandi studiosi e in sintonia di cuore e di spirito con la loro visione de La Catholica nel senso Agostiniano del termine (anche questo ampiamente illustrato)

mic ha detto...

Il mio commento delle 11:01 era anch'esso riferito a John

mic ha detto...

Josh,
grazie per le tue note, che ci aprono sempre degli usci nuovi... :)

mic ha detto...

Annarè, il tuo paragone è calzante al 100%

Josh ha detto...

grazie Mic, come sempre troppo buona!


"Erit enim tempus cum sanam doctrinam non sustinebunt, sed ad sua desideria coacervabunt sibi magistros prurientes auribus, et a veritate quidem auditum avertent, ad fabulas autem convertentur."(Epistula secunda ad Timotheum)

edoardo ha detto...

OT, per ridere un pò...

"Cari amici,
voi sapete che Radio Maria svolge un servizio in comunione con la Chiesa e i suoi Pastori. Lo abbiamo fatto fin dall’inizio, accompagnando Giovanni Paolo II nel suo lungo pontificato; poi Benedetto XVI, che ci ha ricevuto per ben tre volte, dandoci il suo incoraggiamento, e infine Papa Francesco, che conosce bene Radio Maria e che ci ha aiutato a diffonderla in tutta la sua grande Diocesi di Buenos Aires.
Sostenere il Papa nel suo apostolato è l’impegno di tutte le Radio Maria del mondo. In questo modo operiamo per l’unità della Chiesa e il bene delle anime.
In questo ultimo anno dei gruppi di contestatori del Papa e della Chiesa, che sono arrivati persino a delegittimare il Conclave che ha eletto Papa Francesco, seminando zizzania e creando scompiglio nella Chiesa, hanno sferrato un attacco a Radio Maria, accusandola (incredibile a dirsi) di sostenere il Papa ed esortando, con campagne attraverso internet, a non inviare più offerte.
Tale bassezza si commenta da sola. Vergogna! Vergogna! Vergogna!
Invitiamo i nostri ascoltatori ad essere vigilanti nei confronti dei seminatori di veleni contro i Pastori, verso i quali la Regina della Pace ci esorta ad avere fiducia.

In particolare in questi momenti difficili invitiamo tutti a sostenere con generosità questo meraviglioso strumento di Radio Maria che la Madonna ci ha donato per il bene delle nostre anime.


Vostro Padre Livio
"

Che rovesciamento dei termini: ci sono "gruppi di contestatori del Papa e della Chiesa, che sono arrivati persino a delegittimare il Conclave che ha eletto Papa Francesco, seminando zizzania e creando scompiglio nella Chiesa". Ah sì, loro , i contestatori seminano zizzania e creano scompiglio. Già!

Anonimo ha detto...

Cos'è, una barzelletta?

Amicus ha detto...

"Petrus LXXVII ha detto... Non sono d'accordo con questa demonizzazione senza appello del Concilio.. i suoi pronunciamenti hanno la finalità di esprimere con un linguaggio comprensibile alla modernità i punti fermi e immutabili della nostra fede cattolica..."

Caro Petrus LXXVII, assomigli agli ultimi biologi del XIX secolo strenui sostenitori della generazione spontanea...

Josh ha detto...

in realtà Petrus, molti, troppi pronunciamenti del concilio hanno la finalità di esprimere, con un linguaggio spesso fumoso, ambiguo e foriero di duplici-triplici ermeneutiche, concetti mutuati da modernismo e nouvelle theologie (eresie condannate), facendo esplodere ed oltrepassando in troppi temi i punti fermi e immutabili della nostra fede cattolica...

PetrusLXXVII ha detto...

Signor Amicus.. sarà, però é un fatto che l'enciclica Humanae vitae di Paolo VI e le esortazioni apostoliche Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II e Sacramentum Caritatis di Benedetto XVI (in particolare ai num. 27-28-29), attestino la retta dottrina pur nascendo in un contesto conciliare. Evidentemente, per dare così buoni frutti, l'elbero non dev'essere poi così cattivo, no trova?!
Riconosco che nelle espressioni conciliari possono esservi delle falle argomentative, ma dubito della malafede intrinseca ai documenti che da più parti si presuppone.. penso sia più un problema legato ad una insufficienza e ad una inadeguatezza espressiva di tali pronunciamenti, che in tal senso andrebbero modificati ad un indirizzo più congeniale alla fede della Chiesa, sottraendoli alla strumentalizzazione operata dal mondo!
Al di la di questo mio conservatorismo conciliare, sono pienamente in sintonia con tutti voi circa lo scempio modernista che si sta consumando in questo momento drammatico per la nostra Chiesa!

ilfocohadaardere ha detto...

@Mic: "I 'bachi' conciliaristi del papato precedente sono stati tutti individuati e motivati; ma almeno un residuo di "romanità", antirelativismo e attenzione ai principi non negoziabili, c'era. Ma oggi siamo in piena dissoluzione". Un riconoscimento,Mic, secondo me un po' troppo avaro e scarno, per Benedetto XVI.Credo che bisogna distinguere tra Ratzinger teologo (giovane e ..vecchio) e Ratzinger papa. In lui, la "grazia di Stato", eccome se si è vista ed apprezzata. Ponendo come presupposto che nessuno è perfetto e immune da errori (tranne che, per il Papa,un piccolo "recinto" di infallibilità),direi che Benedetto XVI ha svolto il suo ruolo di "ostacolo" e di "pietra d'inciampo" in nome ed in rappresentanza di cristo, con grande qualità e quantità.Signori,questi sono i tempi in cui si è trovato ad operare come Vicario di Cristo,e per me, l'ha fatto.Vi è dell'escatologico nella sua rinuncia, e nella situazione di "esasperata verità oggettiva" dei fatti (e di visione della reale condizione della Chiesa) che subito, ne è derivata.Non poniamo noi limiti (povere creaturine miserrime che siamo) alla provvidenza di Dio.Gli errori? Li giudicherà Dio. Non credo che possiamo trovare tratti di Magistero formale di Benedetto XVI che siano ammorbati da evidenti errori o contraddizioni con il Vangelo e la Tradizione.E' un dottore della Chiesa che ha avuto un evidente cammino di maturazione,via via spogliandosi di alcuni orpelli e di qualche dottorale "presunzione giovanile" di quando era entusiasta perito del Vat.II (sempre fedele ai fondamentali, sempre, a differenza dei Kasper, Rahner, Kung, etc, i quali, non a caso, ha lasciato "andare per la loro strada").Ha dato tanti, tanti LUMI per noi oggi preziosi riferimenti.Credo comunque che sia vero, vi sono delle ambiguità in alcuni documenti del vatII,che possono essere (e sono state abbondantemente!) interpretate come rottura col "precedente" assetto; ma credo che se fossero stati applicati ed interpretatis econdo BUONA FEDE, oggi avremmo una Chiesa più bella e più sana a e forte dell'ante Concilio.Ne sono convinto.Così non è stato.Così,gravemente, non è stato!Un esempio,su tutti: se la Sacrosantum Concilium fosse stata applicata ed attuata secondo ild ettato di tale documento, oggi avremmo una bellsisima Messa ripiena e risplendente di TUTTI i suoi indefettibili significati, con magari delle letture della Parola in lingua volgare, ed il "resto"(p.c.d.) tutto in latino.Avremmo una S.Messa quasi identica a quella del Messale di Giov.XXIII,orientata a Dio, solo "ritoccata" del tutto intelligentemente e legittimamente.Il contrario di ciò che è stato fatto dalla Commissione nel 1969!Come negare che questi NON sono affatto "frutti diretti" DEL Concilio,ma ditorsioni,disapplicazioni assurde e fallaci,direi un "golpe"?Tutto attuato distanziandosi assolutamente dalla ratio e dalla filosofia del Documento ufficiale sulla Liturgia licenziato dal Vat.II?Semmai il problema è stato,almeno in questa materia,la carenza di polso e di direzione da parte del Vertice,sulla Commissione...Sono proprio totalmente "fuori strada",Mic?Accetto correzioni,perchè La stimo.

ilfocohadaardere ha detto...

errata corrige: Cristo, con maiuscola. Un errore che di questi tempi specialmente, non sopporto.

mic ha detto...

sarà, però é un fatto che l'enciclica Humanae vitae di Paolo VI e le esortazioni apostoliche Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II e Sacramentum Caritatis di Benedetto XVI (in particolare ai num. 27-28-29), attestino la retta dottrina pur nascendo in un contesto conciliare. Evidentemente, per dare così buoni frutti, l'elbero non dev'essere poi così cattivo, no trova?!

Petrus,
Mons. Gherardini, lo stesso mons. Schneider e molti illustri studiosi, riconoscono nei documenti del concilio vai livelli interpretativi.
Molte espressioni dei documenti conciliari sono da accogliere de fide, per il semplice fatto che sono il armonia con la dottrina perenne perché la riaffermano o la esplicitano meglio. E così dicasi per i documenti conciliari da lei citati (nei quali, tuttavia: penso alla Sacramentum caritatis n.10, il baco c'è e sta nell'Offertorio trasformato nella berakah ebraica... le implicazioni non sono affatto banali come può sembrare ad osservatori disattenti).

Riconosco che nelle espressioni conciliari possono esservi delle falle argomentative, ma dubito della malafede intrinseca ai documenti che da più parti si presuppone..

Era possibile pensarlo finché non si è verificato che, guarda caso, le applicazioni post conciliari in rottura (individuate e non elencate qui per ora) non sono state proprio basate su quegli elementi di evidente "rottura"...

penso sia più un problema legato ad una insufficienza e ad una inadeguatezza espressiva di tali pronunciamenti, che in tal senso andrebbero modificati ad un indirizzo più congeniale alla fede della Chiesa, sottraendoli alla strumentalizzazione operata dal mondo!

In alcuni casi può darsi. Ma coloro cui è demandato il compito di vigilare (episcopoi) e guidare il gregge, avrebbero dovuto e dovrebbero rettificare e non assecondare, come sta avvenendo nel sinodo - e proprio con citazioni esplicite e ricreando il "clima" conciliare - la strumentalizzazione operata dal mondo.

Al di la di questo mio conservatorismo conciliare, sono pienamente in sintonia con tutti voi circa lo scempio modernista che si sta consumando in questo momento drammatico per la nostra Chiesa!

Compremndo e condivido il suo conservatorismo conciliare, ma limitatamente a quel che di buono è da tenere, non in quel che di deviante è da rifiutare...

Non a caso Romano Amerio parla di necessità di "ripareggiare" la verità; Mons. Gherardini, supplicava di sanare le falle ben individuate; Mons. Schneider parlava della necessità di un nuovo Sillabo che stabilisse autoritativamente un'autentica (e non solo proclamata) lettura in continuità dei documenti conciliari...

Finora, si è trattato di "un discorso mancato" in relazione "alle radici di un equivoco". Ho costruito la frase con due testi corposi e pertinenti proprio di Mons. Gherardini...

Chi vuol vedere, vede. Chi non vuol vedere continuerà a dire che bei vestiti ha l'imperatore...

mic ha detto...

Ilfocohadaardere,
la ringrazio delle sue osservazioni e della fiducia. E' tutto importante per approfondire. Le risponderò appena riesco

ilfocohadaardere ha detto...

La stima deriva dal fatto che davvero tanti suoi documenti (stralci di suoi libri, interventi,etc.) che ho scoperto qui su questo sito (che ringrazio Dio di avere scoperto),mi hanno aiutato a comprendere meglio molti aspetti che avevo in forma di domanda nel mio animo.Il discorso sul "credere nello stesso Dio" tra noi,ebrei e musulmani; l'ecumenismo irenista;la sostituzione della Sinagoga e la via parallela di salvezza:tutto illuminante per me.Ho letto il libro di Gherardini "alle radici di un equivoco":non si può non riflettere sulla sua tesi che tanta noia ha dato, e dà:lui si discosta da Benedetto XVI per un solo aspetto (che è tanto, e poco insieme):egli,che è Teologo e non Papa,può dire (con minore peso sulle spalle,ovviamente)che il problema non è solo nell'ermeneutica, ma insito,per alcunia speti, proprio nel linguaggio di alcuni Documenti conciliari.Chi può escluderlo?Da quando ho "incontrato" Gherardini, e conosciuto Benedetto XVI (meglio, dopo la sua rinuncia, paradossalmente), ho sempre avuto un sogno; un dibattito tra questi due dottori,con Gherardini che lancia il sasso,e Ratzinger che risponde.Per come vedo io le cose,sono CERTO (non so come e perchè) che le loro due posizioni troverebbero una illuminante SINTESI.Perchè entrambi, sono per la Verità.Con "menti" diverse,forse, ma stessa Dottrina.Ne son certo!E ne crescerebbe la nostra comprensione ed armonia interiore.Ma la realtà non consente la realizzazione di siffatti sogni, non adesso. P.s. risponda se e quando vuole, in questi giorni è ben altra la carne al fuoco.Ma prego tutti di non "approfittarsi" delle difficoltà presenti per fare forzature,tipo buttare tutto(Concilio,post-concilio,spirito del concilio, mondo, demonio,menzogna,sinodo) in un unico,inaccettabile calderone.Troppo facile.Troppo poco serio.Non degno della dignità e bellezza del lavoro fatto in questo sito.

mic ha detto...

Son d'accordo col npn buttar tutto in un calderone.
Il problema è che non è facile ogni volta far tutti i distinguo, che magari io do' per scontati e forse tanti lettori occasionali no.

ilfocohadaardere ha detto...

No no, non parlo e non mi riferisco a pedissequi e formalistici continui "distinguo", che sarebbero pretesa assurda. Io mi riferisco alla necessità di evitare al massimo (sin ch'è possibile) quegli ondeggiamenti o scostamenti di pensiero e di atteggiamento (fenomeno che, in parte,che può essere anche fisiologico, perché conseguenza della nostra stessa natura, soggetta a dubbio, scoraggiamento,ripensamento,ed anche tentazione negativa) e di allontanamento, in nome dell'emotività,da una precedente, sofferta,meditata, posizione di equilibrio (non equilibrismo...), di prudenza ed umiltà, ed anche di fortezza e coraggio: credo infatti che una posizione realmente CATTOLICA, e non emotiva,o, di "protesta",o di reazione,o d'insofferenza sterile, deve necessariamente esser figlia di tutte queste realtà...il che è tutto men che facile, almeno non per me! Dunque,se qualcuno dice, come fatto qui,che ogni allontanamento (manifesto) dalla verità e dalla Dottrina, per il solo fatto di esser stato ammantato (nella Relatio, od altrove) da dirette citazioni al Concilio Vat.II od a suoi documenti, dimostrerebbe (addirittura!!) che l'origine e la causa di tutti i presenti mali, ed anche delle presenti "eresie", è del Concilio...beh, mi pare operazione: 1.risibile; 2. banale; 3. contraria a buon senso e a logica aletica (per citare Livi. Mi apre, in definitiva, che a volte, da parte di qualche sprovveduto, vi sia una sorta di "compiacimento" temerario nell'osservare l'attuale situazione, al fine di sentirsi legittimati a fare di tutta l'erba un fascio, per poter finalmente gettare al macero tutti i Documenti conciliari,indistintamente (il che, basta leggere Lanzetta, è assurdo e impensabile). L'idea e proposta di un intervento dottrinale diretto del Magistero (tipo Sillabo) per chiarire ed interpretare autenticamente tutto (La Congregaz. Dottr.Fede del card. Ratzinger, e Benedetto XVI, qualcosa ha pur fatto),sarebbe ovviamente cosa auspicabile e splendida....

mic ha detto...

dalla verità e dalla Dottrina, per il solo fatto di esser stato ammantato (nella Relatio, od altrove) da dirette citazioni al Concilio Vat.II od a suoi documenti, dimostrerebbe (addirittura!!) che l'origine e la causa di tutti i presenti mali, ed anche delle presenti "eresie", è del Concilio...beh, mi pare operazione: 1.risibile; 2. banale; 3. contraria a buon senso e a logica aletica (per citare Livi. Mi apre, in definitiva, che a volte, da parte di qualche sprovveduto, vi sia una sorta di "compiacimento" temerario nell'osservare l'attuale situazione, al fine di sentirsi legittimati a fare di tutta l'erba un fascio, per poter finalmente gettare al macero tutti i Documenti conciliari,indistintamente

Prendo molto sul serio questa valutazione. E' un rischio da non correre.
Ancora grazie e le risponderò appena posso anche tenendo conto di queste ultime osservazioni, più che opportune.

Amicus ha detto...

"Dunque,se qualcuno dice, come fatto qui,che ogni allontanamento (manifesto) dalla verità e dalla Dottrina, per il solo fatto di esser stato ammantato (nella Relatio, od altrove) da dirette citazioni al Concilio Vat.II od a suoi documenti, dimostrerebbe (addirittura!!) che l'origine e la causa di tutti i presenti mali, ed anche delle presenti "eresie", è del Concilio...beh, mi pare operazione: 1.risibile; 2. banale; 3. contraria a buon senso e a logica aletica ... Mi apre, in definitiva, che a volte, da parte di qualche sprovveduto, vi sia una sorta di "compiacimento" temerario nell'osservare l'attuale situazione, al fine di sentirsi legittimati a fare di tutta l'erba un fascio, per poter finalmente gettare al macero tutti i Documenti conciliari,indistintamente".

Lo "sprovveduto" ritiene che le macerie fumanti della compagine ecclesiale che abbiamo davanti agli occhi, e che erano tali anche prima dell'avvento di 'Francesco', siano sufficienti a dimostrare la fondatezza delle accuse al Vaticano II nelle sue 'novità', portate avanti ostinatamente dai Papi 'conciliari'.

-Il Novus Ordo Missae protestantizzato l'ha promulgato lo "sprovveduto" o Paolo VI?
-Le ammucchiate di Assisi le ha convocate e magnificate lo "sprovveduto" o Giovanni Paolo II e Benedetto XVI?
-Gli elogi a Lutero li ha fatti lo "sprovveduto" o Papa Ratzinger?

Caro 'Ilfocohadaardere', non l'hanno forse fatto in nome del Vaticano II e delle sue nefaste 'novità'?

Comunque sei padronissimo di continuare seguire la politica dello struzzo. Auguri.

Amicus ha detto...


A proposito: 'Ilfocohadaardere' come il mitico don Ferrante del Manzoni? E' sufficiente sostituire la parola "peste" con "Vaticano II"...

Da “I promessi sposi”, capitolo 37 :

“ Dice adunque che, al primo parlar che si fece di peste, don Ferrante fu uno de' più risoluti a negarla, e che sostenne costantemente fino all'ultimo, quell'opinione; non già con ischiamazzi, come il popolo; ma con ragionamenti, ai quali nessuno potrà dire almeno che mancasse la concatenazione.
- In rerum natura, - diceva, - non ci son che due generi di cose: sostanze e accidenti; e se io provo che il contagio non può esser né l'uno né l'altro, avrò provato che non esiste, che è una chimera. …

- La c'è pur troppo la vera cagione, - diceva; - e son costretti a riconoscerla anche quelli che sostengono poi quell'altra così in aria... La neghino un poco, se possono, quella fatale congiunzione di Saturno con Giove. E quando mai s'è sentito dire che l'influenze si propaghino...?

E lor signori mi vorranno negar l'influenze? Mi negheranno che ci sian degli astri? O mi vorranno dire che stian lassù a far nulla, come tante capocchie di spilli ficcati in un guancialino?... Ma quel che non mi può entrare, è di questi signori medici; confessare che ci troviamo sotto una congiunzione così maligna, e poi venirci a dire, con faccia tosta: non toccate qui, non toccate là, e sarete sicuri! Come se questo schivare il contatto materiale de' corpi terreni, potesse impedir l'effetto virtuale de' corpi celesti! E tanto affannarsi a bruciar de' cenci! Povera gente! brucerete Giove? brucerete Saturno?

His fretus, vale a dire su questi bei fondamenti, non prese nessuna precauzione contro la peste; gli s'attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle.

E quella sua famosa libreria? È forse ancora dispersa su per i muriccioli.”

:)))

mic ha detto...

Amicus,
nei confronti di persone in evidente buona fede preferirei evitare il condimento di commenti caustici, che a volte sono appropriati con le "cape toste" che non mancano...

Amicus ha detto...

Cara Mic, va bene... :)

Rr ha detto...

Beh, Mic, e' stato pur sempre posto un paragone con Don Ferrante, animo nobile e colto, ma poco ferrato nel metodo galileiano. Sarebbe stato peggio porre un paragone con Gervasio.
E' che a volte, di fronte a chi si ostina a negare l' evidenza appunto, e' difficile, molto difficile, umanamente parlando, non perdere la pazienza.
Rr
PS: se ci fai un ripassino sulla berakah ebraica, grazie.


mic ha detto...

Rosa,
quando ho scritto non era stato ancora inserito.
Mi sono riferita a questo
Comunque sei padronissimo di continuare seguire la politica dello struzzo. Auguri.

E' solo una battuta, ma ho la tendenza a risparmiare anche le piccole sberle alle persone che riconosco in buona fede.
E so che Amicus mi capisce :)

ilfocohadaardere ha detto...

Amicus: a volte, la ostentata assoluta certezza di conoscere,anzi nel suo caso, di possedere,indefettibilmente, l'esatta chiave interpretativa, è corrispondente e rivelativa del naturale bisogno dell'uomo(specie di quello che non ha il coraggio e la forza di ammettere la propria fallibilità e debolezza; ché l'"assoluto" e "il senza possibilità d'errore" è un piano che sì esiste,ma appartiene solo a Dio:qui non si sta discutendo del S.Vangelo,il che sarebbe lecito solo entro certi limiti da accettare e non certo da porre autonomamente;ma di un'interpretazione e di una giusta lettura da dare a documenti la cui reale natura è dibattuta da studiosi certamente più fini di lei e di me...).Fatta questa premessa,ringrazio Mic per la sua cortesia di ospite corretta.Transeat su accostamenti personali e processi alle intenzioni o ai comportamenti pretesamente "struzzeschi".De minimis non curat praetor.La realtà della Chiesa,dell'approccio con essa, ed anche con il Concilio della discordia,è tanto complessa,tanto delicata:l'accetta che molti tirano fuori appena possono,non credo sia la chiave giusta per trattar di cose così ontologicamente delicate,e preziose."Nel Vaticano II come rapporto diadico di “concilio-mistero” non si insinua il modernismo. Sarebbe blasfemo il solo pensarlo. Questo magari era presente in alcuni periti e teologi, ma il Concilio è cattolico, convocato e approvato dal Romano Pontefice, i suoi documenti rimangono, natura sui, un insegnamento magisteriale obbligante" (P.S.Lanzetta,Conv.sulVat.II,roma 2010- cfr. http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2011/01/convegno-di-roma-sul-concilio-p.html ). Che io sia accostabile o meno al Don Ferrante,oppure, seguendo chi le fa da "sponda"- nel tono stucchevolmente paternalistico,proprio dei "sicuri" e degli "astuti" di questo mondo (quando si trovano di fronte ai "tardi" ed ai "poco scientifici",che "fan perdere la pazienza"...sic!), al Gervasio,che dire,preferisco accostare la mia opinione di semplice,ignorante fedele della Cattolica alle parole e riflessioni di un P.Lanzetta (docente,insieme prudente e coraggioso,di Teologia Dogmatica- che anche per quelle parole un certo Soviet pone all'esilio...),a quelle,un po' più "facili",di voialtri,sorridenti elargitori di facili etichette(manzoniane o meno).Mic mostra un livello ben diverso di confronto,che apprezzo e che sommessamente la invito a preservare dalle facili "soluzioni"-verso cui altri sicuramente la spingono e sempre la spingeranno.

mic ha detto...

Il focohadaardere
devo prendermi altro tempo per rispondere, ma sarei molto grata se continuassimo a discutere sulle questioni e non beccandovi tra persone...

mic ha detto...

Aggiungo che Amicus esprime delle convinzioni che motiva molto bene e con le quali sono in sintonia.

Lei ha manifestato perplessità che prendo sul serio e la sua ultima comunicazione mi dà qualche spunto in più.

Io tendo a non assolutizzare nulla e nessuno, neppure padre Lanzetta, che conosco di persona e stimo; ma che è stato costretto ad esprimersi con la massima prudenza possibile e lo ha fatto in maniera magistrale, soprattutto nel suo ultimo lavoro che aveva una finalità tutta particolare. Ma non ha mancato di porre i suoi distinguo. Magari molto tra le righe e bisogna saperli riconoscere.

Ci son cose che non va bene improvvisare e occorrono anni di studio per esprimerle con la necessaria parresìa.

A me occorre un po' di tempo che non ho per fare alcune meditate puntualizzazioni. Che farò ben volentieri.

arbara albanese ha detto...

Personalmente sono molto dispiaciuta dall' atteggiamento di alcuni cristiani, alcuni dei quali, una buona parte, purtroppo, come dice Kierkegaard "gioca al cristianesimo", ignorando per superficialita' o per questione di comodo le sue reali esigenze, talvolta dure e dunque scomode; questo cristianesimo che vive secondo il mondo, annacquato fino ad essere irriconoscibile e mimetico con le esigenze de mondo, è il "sale senza sapore" di cui parlava Cristo, quel cristianesimo dove non c'è più nulla da perseguitare, sempre per citare Kierkegaard, perché è ormai inutile; dall'!altra, e confesso che sono forse questi gli atteggiamenti che mi addolorano di più, il numero esiguo di coloro che, forti di un impegno più serio nel vivere le esigenze reali della fede, vivono il cristianesimo come un club esclusivo, un circolo elitario, gonfi di orgoglio per la propria rigorosita' nei confronti della legge morale, ma lontani anni luce dal risultato a cui tale fedeltà dovrebbe portare, l'amore per il prossimo. Sguardi duri e implacabili incapaci di cogliere l 'infinita bellezza presente in ogni anima, persino nella più coperta di fango e ferite, e dunque incapaci di aiutare, attraverso l'accoglienza fraterna, di aiutare queste anime a sanare le proprie ferite. Chiunque abbia un poco di esperienza di vita ecclesiale sa bene che, purtroppo, al di la della buona volontà di singoli Sacerdoti e laici, l'accoglienza di coloro che si trovano spesso loro malgrado in situazioni dolorose è ancora molto, troppo scarsa. C'è una barriera invisibile, in troppi ambiti cristiani, tra coloro che si sentono "a posto" e coloro che vivono una situazione di difficoltà morale, esistenziale, umana. Non voglio entrare nel merito delle decisioni che verranno prese: preferisco pregare con fiducia per i Vescovi e il Papa: il mio è solo un invito a non aver paura , a non chiudersi né arroccarsi , e soprattutto, un invito a difendere la fede e la Chiesa non con dispute, ma facendoci carico con amore dei pesi dei nostri fratelli, sentendo come fatte nella nostra carne le loro ferite profonde: il cristianesimo si difende sforzandoci di essere, nella nostra indegnità, immagini visibili dell' amore di Cristo. Il che non vuol dire una sanatoria per la morale, ma il doveroso problematizzarsi facendoci carico delle sofferenze morali altrui. Altrimenti corriamo il rischio di far riecheggiare in noi l'orgogliosa preghiera del fariseo che, gonfio di sé, non trovava niente di megluo da fare xhe ringraziare Dio per la propria supposta perfezione morale:ma sappiamo bene come la sua preghiera non fosse gradita al Signore. Pagava le decime della menta e della ruta, ma non sapeva amare. Vogliamo riportare il cristianesimo alla purezza originaria? Sforziamoci di crescere nell'amore, che, senza farci diventare "sale senza sapore", ossia cristiani relativisti, deve aprirci alle ferite del prossimi e aiutarci a scoprire la profonda bellezza che c'è nelle loro anime ferite. Solo chi è amato può scoprire il Volto di Cristo, Amore incarnato, morale ma non moralista, inflessibile contro coloro che si presumevano perfetti e capace di uno sguardo d'amore verso il peccatore: perché quello sguardo è lavia maestra per la conversione del cuore. Che Dio possa concedercelo e donarci un cuore coraggiosamente aperto al dolore altrui.

ilfocohadaardere ha detto...

Amicus dice: "Il Novus Ordo Missae protestantizzato l'ha promulgato lo "sprovveduto" o Paolo VI?
-Le ammucchiate di Assisi le ha convocate e magnificate lo "sprovveduto" o Giovanni Paolo II e Benedetto XVI?
-Gli elogi a Lutero li ha fatti lo "sprovveduto" o Papa Ratzinger?"
La risposta è così semplice da apparire banale: questa è pura confusione (in senso tecnico) tra Concilio, e Post Concilio.Questi sono gli argomenti "ben motivati"? Che porterebbero, "cattolicamente"(?), non a superare l'errata e a volte infedele e colpevolmente distorta applicazione del Concilio (id est: dei documenti),ma a "disfarsene" una buona volta? Perché a ciò, a questo estremismo, mi riferivo, nella mia critica. Mi permetta di dire,Mic,che attribuire a Lanzetta significati sostanzialmente diversi od ulteriori (ma non ancora detti...) da ciò che egli (con ormai PIENO e non dimezzato coraggio,e parresia)ha scritto erga omnes, beh, non è esercizio che brilli per solidità e coerenza argomentativa (a meno che, nell'ultimo libro 2014 Cantagalli,non abbia davevro mutato dire;nel qual caso,sarei pronto ovviamente a prenderne atto:ma mi pare strano e difficoltoso.).Io qui non sono a negare (basterebbe leggere bene ciò che ho scritto:il che non posso riconoscere ad Amicus) che ci siano delle carenze di chiarezza semantica in alcune impostazioni e documenti conciliari: ciò ormai è noto.Ma che il compromesso in alcuni casi appaia, non giustifica affatto, ex se,quasi fosse scontata ed automatica conseguenza, l'erronea applicazione e distorsione che dei documenti conciliari è stata fatta nella Prassi!Questo è un'enormità,volerlo sostenere, e per me, è semplcemente FALSO!Viera, è evidente,una matrice di rivoluzione nella Chiesa, e nella teologia,che ha partecipato al concilio,ottenendo dei risultati, in termini di qualche pericolosa ambiguità.Non nella proclamazione formale erronea,o eretica, a livello dottrinale e men che meno dogmatico!Concordo con Lanzetta,perchè è il più convincente quando afefrma-reiteratamente (non credo abbia mutato idea)- che l'essenziale è intendersi sul valore e sulla "forza" (semplice asserzione teologica, o affermazione "mutata" dottrinale?) dei punti oggetto di "perplessità".La sua risposta è chiara. Io l'ho capita così, in estrema e volgare sintesi:Nulla è stato mutato nell'essenza,solo è stato concesso uno spazio (per probabile mala fede di una parte, ed ingenuità dell'altra parte) di troppo a tesi teologiche che non sono e non possono essere "materia ed oggetto di Fede da credere ed accettare senza eccezione":spazi abilmente e pienamente sfruttati nel corso del post Concilio e del suo falso "spirito". Spazi che saranno infine interdetti e revocati,solo laddove si faccia quel che si doveva fare da tempo,e cioè un intervento di Magistero solenne, e non frammentario ed episodico,che infine sgombri,possibilmente con formulazione di anatemi,il campo da dubbi e ambiguità e veri e propri errori.Affermare che in un "locus" di Magistero autentico e solenne,com'è il Concilio ratificato dal Papa, si è inserito apertamente e pienamente l'ERRORE di Dottrina,è affermare qualcosa che non è cattolico.Non a caso,Lanzetta distingue e veicola il concetto che laddove si è veicolato l"errore",il campo NON è affatto dogmatico,ma puramente "pastorale",da interpretare e "correggere", se necessario (e lo è!) alla luce del Magistero di sempre.La differenza non è di poco conto!E' ontologica, e permette di rimanere cattolici,pur esigendo che la Verità sia proclamata senza ambiguità.

mic ha detto...

Ilfocohadaardere,
vedo che lei ha più certezze di me e non ha la pazienza di aspettare le mie argomentazioni.
Quel che ho detto lo motiverò.

ilfocohadaardere ha detto...

Touché! :)) Rispondevo, nel merito, ad Amicus, che evidentemente considero mio buon mio contraddittore, altrimenti l'avrei ignorato!Certezze io? Solo quelle che ogni (vero) cattolico deve può condividere con gli altri suoi (veri) fratelli nella fede! Se rimaniamo nel lecito spazio del confronto, all'interno dei rigorosi limiti della nostra medesima Fede, e di una certa carità ed umiltà,tutto sarà a Gloria di Dio, e per la Salus della nostra e delle altrui anime...Mi fermo dunque qui. Buone cose a tutti.

Amicus ha detto...

Gli esempi che ho portato circa gli exploits ecumenici di tre Papi 'conciliari' - solo tre in mezzo a decine e decine che avrei potuto riportare - stanno a dimostrare che quelle sono le conseguenze logiche degli errori presenti nei documenti conciliari.
Se neppure quei Papi, che furono tutti Padri o periti conciliari (mons. Wojtyla è uno degli autori della Gaudium et spes), sono interpreti credibili, ufficiali ed 'autorizzati' del significato dei documenti del Vaticano II, chi mai potrà mai esserlo?

Sono proprio gli atti ed i discorsi di quei Pontefici, successivi al superconcilio, la prova provata dei 'bachi' presenti nel Vaticano II.
A volte poi lo hanno indicato anche esplicitamente, come Giovanni Paolo II circa 'Assisi 1986':

"Vorrei che questo fatto [la preghiera interreligiosa] sia visto e interpretato ... alla luce del Concilio Vaticano II e dei suoi insegnamenti." (allocuzione del 22-10-1986, ne l'Osservatore Romano del giorno successivo).

Sono degli "sprovveduti" anche i Papi conciliari?

Anonimo ha detto...

alla sig.ra albanese vorrei chiedere un es. pratico: qual'è la sofferenza di due amanti battezzati, cattolici, che liberamente convivono senza essere sposati nè coltivano alcun desiderio di contrarre il matrimonio sacramento ? in che modo dovremmo farci carico delle "loro ferite" senza essere farisei, con uno sguardo d'amore che risulti una bacchetta magica per la loro conversione, ammesso che si debbano convertire, visto che in loro non esiste peccato, ma solo "libero amore" ?

mic ha detto...

Sguardi duri e implacabili incapaci di cogliere l 'infinita bellezza presente in ogni anima,

Stralcio solo questa frase per dire che "gli sguardi duri e implacabili" sono dei moralisti, non della Chiesa che DEVE condannare il peccato e accogliere il peccatore pentito o favorirne la conversione.

L'infinita bellezza presente in ogni anima è oscurata dal peccato e solo la grazia del Signore può farla risplendere.

Si possono dire tante belle parole ma con esse oscurare la Bellezza della Verità.

Rr ha detto...

Forse vivo in un altro mondo, ma conosco benissimo molte coppie conviventi, che, pur provenendo da famiglie cattoliche ed avendo ricevuto un' educazione cattolica, non soffrono affatto il loro stato di peccato in quanto concubini. Anzi, fanno battezzare e comunicare i figli, senza che questo porti loro a riflettere sul loro status. Ne' la Chiesa, intesa come parroco e catechista, fa pesare loro la situazione.
Conosco anche divorziati e risposati civilmente- cioe' adulteri e concubini- che, semplicemente, non hanno più alcun interesse nella Chiesa e nel cattolicesimo,
altrimenti probabilmente il loro primo matrimonio sarebbe ancora in piedi.
Sugli omo che conosco, preferisco stendere un pietoso velo.
Mi sembra tutta quanta un' ipocrisia, tra quelli che, come dicono gli Americani, vogliono il loro dolce e
mangiarselo come piace a loro, ed i pastori che, con la scusa di andare loro incontro, si arrangiano la dottrina per coprire le loro porcate.
Tutti colpevoli, nessuno colpevole, tutti peccatori, nessun peccato.
Rr

luigi ha detto...

Cara signora Albanese, le posso assicurare che, quando mi abbandono al peccato, nel mio animo non c'è proprio nessuna bellezza e glielo dico col cuore in mano :-(

ilfocohadaardere ha detto...

@Barbara Albanese- Un discorso come il suo, signora, è IN SE corretto ed ineccepibile, perché muove senza dubbio da un'esigenza di testimoniare la carità (verso Dio e verso il prossimo),che è il primo dei comandamenti di Gesù. C'è tuttavia un "però". Bisogna infatti contestualizzare il discorso nell'attuale situazione ecclesiale e sociale.Signora, i circoli o circoletti di "tradizionalisti" (ogni Cattolico, è e deve, e non può non essere, attaccato e fedele alla Tradizione!) che interpretino tale loro sensibilità (in sé senza dubbio positiva),come "club", come auto-elezione a "unici veri fedeli", e tutto il mondo "fuori", beh, farebbero un cattivo servizio a sé, ed alla Chiesa che dicono di amare.Ma,se questo è un rischio che vale per i fedeli alla "Tradizione di sempre" (spesso banale reazione alla perdita di fede e di riferimenti certi nel mondo cattolico), beh, vi è tutto un mondo, molto più diffuso ed enormemente più grande e pericoloso, di "cattolici fai da te", "pret a porter", che di fatto o "di diritto"(spinti od "autorizzati"- sine titulo-a far ciò, impudentemente, da appartenenti alla Gerarchia ed al clero) credono ed affermano (e vivono!) la "serena" possibilità di dichiararsi credenti e catotlici,pur ritenendo superati: 1.comandamenti;2. Magistero e Dottrina; 3. catechismo della Chiesa cattolica. Vi è cioè, di fatto, uno "scisma silenzioso", che appare gravissimo e diffuso: si mette eprsino in dubbio il netto, catotlico discrimine tra "Bene" e "male",tra "lecito" ed "illecito": ed anche l'accesso alla Santa Eucaristia è divenuto preda dell'"auto-coscienza" non illuminata dalla retta Dottrina e dai Comandamenti: ognuno si regola per conto suo. QUESTO, signorsa, mi apre il vero, attuale dramma della Chiesa, ed i frutti nefasti di tale apostasia sono evidenti nel mondo, che va alla deriva,e rinnega ogni legge naturale ed umana.Abbiamo timore della danazione, o pensiamo che l'Inferno sia stato abolito, magari che so io, dal Concilio Vaticano II?No perché, a sentir parlar e scrivere tanti sedicenti "Pastori" della Chiesa (Kasper,Forte,Galantino,Mogavero,Ravasi,Maradiaga, citati a puro titolo d'esempio),che appaiono essere tanto cari ed ascoltati dal Papa, il dubbio che non si tratti (nella loro bocca e soprattutto, nella loro mente) della stessa "fede cattolica" del Catechismo, sorge spontanea!O sbaglio?Signora, ma il Figlio dell'Uomo, quando tornerà sulla terra, troverà ancora la Fede?

Unknown ha detto...


provate a PENSARE SE INVECE DI QUESTO FIUNE DI PAROLE AVESSIMO SOLO PREGATO NOSTRO SIGNORE.
.
QUANTO TEMPO RISPARMIATO E QUANTO MAGGIOR EFFICACIA....