Oggi celebriamo Cristo, universorum Rex. Riattualizzo una vecchia pagina per riproporla all'attenzione di tutti. anche dei nuovi lettori.
Nell'Anno Liturgico dell'Ordo Antiquus, e a coronamento di esso, la Festa cade oggi, ultima Domenica prima della Festa di Tutti i Santi, che tali sono in virtù di Lui.
Chi vuol ulteriormente approfondire può ritrovare [qui] il testo integrale della Quas primas, l'enciclica di Pio XI sulla Regalità di Cristo.
Inserisco, in fondo, l'Inno Te sæculórum Príncipem, indicando qui di seguito le strofe inopinatamente soppresse (nel Mattutino e nelle Lodi) e quindi non più né pregate né meditate sui nuovi breviari... Poi dicono che non è cambiato nulla? [vedi anche]
Nel Breviario non riformato, l'inno dei Vespri afferma: "Te nationum praesides / Honore tollant publico, / Colant magistri, iudices, / Leges et artes exprimant. // Submissa regum fulgeant / Tibi dicata insignia: / Mitique sceptro patriam / Domosque subde civium". "Te i governanti delle nazioni esaltino con pubblici onori, te onorino i maestri, i giudici, te esprimano le leggi e le arti. Risplendano, a te dedicate e sottomesse, le insegne dei re: sottometti al tuo mite scettro la patria e le dimore dei cittadini").Nell'inno del Mattutino si legge: "Cui iure sceptrum gentium / Pater supremum credidit" ("A te [Redentore] il Padre ha consegnato, per diritto, lo scettro dei popoli"). E ancora "Iesu, tibi sit gloria, qui sceptra mundi temperas" ("A te, o Gesù, sia gloria, che regoli gli scettri [= le autorità] del mondo").Stessi concetti ribaditi dall'inno delle Lodi: "O ter beata civitas / Cui rite Christus imperat, / Quae iussa pergit exsequi / Edicta mundo caelitus!" ("O tre volte beata la società, cui Cristo legittimamente comanda, che esegue gli ordini che il cielo ha impartito al mondo!").
La festa di Cristo Re fu istituita da Pio XI l'11 dicembre 1925 mediante l'enciclica Quas primas. Se la festa è di nuova istituzione non è per nulla nuova l'idea della regalità attribuita alla figura di Cristo, che non soltanto la Scrittura, i Padri e i teologi, ma anche l'arte sacra e il senso comune dei fedeli concordemente affermano. L'istituzione di una ricorrenza specifica dedicata a questo mistero, risulta chiara dal testo dell'enciclica:
[...] "Se comandiamo che Cristo Re venga venerato da tutti i cattolici del mondo, con ciò Noi provvederemo alle necessità dei tempi presenti, apportando un rimedio efficacissimo a quella peste che pervade l'umana società". Papa Pio IX si riferisce al laicismo (non alla laicità): "La peste della età nostra è il così detto laicismo coi suoi errori e i suoi empi incentivi; e voi sapete, o Venerabili Fratelli, che tale empietà non maturò in un solo giorno ma da gran tempo covava nelle viscere della società. Infatti si cominciò a negare l'impero di Cristo su tutte le genti; si negò alla Chiesa il diritto — che scaturisce dal diritto di Gesù Cristo — di ammaestrare, cioè, le genti, di far leggi, di governare i popoli per condurli alla eterna felicità. E a poco a poco la religione cristiana fu uguagliata con altre religioni false e indecorosamente abbassata al livello di queste [...]
Te sæculórum Príncipem, Te, Christe, Regem Géntium, Te méntium te córdium Unum fatémur árbitrum. Scelésta turba clámitat : Regnáre Christum nólumus : Te nos ovántes ómnium Regem suprémum dícimus.(soppressa!) O Christe, Princeps Pácifer, Mentes rebélles súbjice: Tuóque amóre dévios, Ovíle in unum cóngrega. (soppressa!) Ad hoc cruénta ab árbore Pendes apértis bráchiis, Diráque fossum cúspide Cor igne flagrans éxhibes. Ad hoc in aris ábderis Vini dapísque imágine, Fundens salútem fíliis Transverberáto péctore. Te natiónum Præsides Honóre tollant público, Colant magístri, júdices, Leges et artes éxprimant. (soppressa!) Submíssa regum fúlgeant ibi dicáta insígnia: Mitíque sceptro pátriam Domósque subde cívium.(soppressa!) Jesu tibi sit glória, Qui sceptra mundi témperas, Cum Patre, et almo Spíritu, In sempitérna sæcula. Amen. | Te, Principe dei secoli Te, Cristo, Re delle genti Te, delle menti, Te dei cuori, confessiamo unico Sovrano. La turba scellerata urla: «Non vogliamo che Cristo regni» Ma noi, acclamando, di ogni cosa Ti dichiariamo Re supremo. Cristo, Principe Portatore di pace, assoggetta le anime ribelli; e, con il tuo amore, gli erranti raduna in un solo ovile. Per questo dall'albero sanguinante pendi con le braccia stese, e, dalla crudele punta perforato, il cuore, di fuoco flagrante, manifesti. Per questo sugli altari ti tieni nascosto di vino e di cibo nell'immagine effondendo la salvezza sui figli dal petto transverberato. Te delle nazioni i principi manifestino [Re] con pubblico onore [Te] adorino i maestri, i giudici [Te] le leggi e le arti esprimano. Le sottomesse insegne dei re [a Te] dedicate vi rifulgano: e con mite scettro la Patria e le case dei cittadini assoggetta. Gesù, a Te sia gloria, che reggi gli scettri del mondo, con il Padre, e l'almo Spirito per i secoli sempiterni. Amen. |
15 commenti:
Per essere realisti, oggi la Chiesa non può trasformare gli stati moderni in stati confessionali.
Le resta tuttavia il compito di rimanere ferma sui principi, orientando i cattolici a comportarsi secondo questi principi nella vita pubblica, continuando a coniugare la storia personale e collettiva al Soprannaturale.
Se i principi non vengono riaffermati, si affievoliscono e alla fine cadono nel dimenticatoio
e vengono disapplicati.
Intanto cominciamo da noi, dalla nostra preghiera e da quel po' che riusciamo a dire e a fare.
Papa Pio XI si riferisce al laicismo (non alla laicità).
Credo proprio che non avrebbe fatto questa distinzione, del tutto estranea all'impostazione dell'enciclica (e di tutto il magistero precedente).
La Chiesa, nel mentre prende atto che oggi Stati confessionali Cattolici non esistono, non può esimersi dal ritenere tale situazione NON OTTIMALE. E deve considerare parte dei suoi doveri, tanto come istituzione, quanto come singoli membri fedeli, il pregare ed operare affinché giunga presto il giorno in cui, tali Stati (e ciò prima o poi avverrà, salvo che non siamo in tempi direttamente escatologici, allora ciò è anche meglio CRISTO divverrà esplicitamente il BASILEUS di tutto) RISORGANO.
Il laicismo.
Oggi la Chiesa ci fa riflettere sulle conseguenze della chiamata Universale
alla Fede in Cristo. Le Nazioni si sono Convertite nel complesso al Signore,
che con le Conoscenze Soprannaturali ha portato loro i Benefici di una
Civiltà sempre ignorata dal mondo antico. Purtroppo, ormai da due Secoli, un
errore perniciosissimo tutte le rovina e in modo particolare rovina la
Francia: Il Laicismo. Consiste nella negazione dei Diritti di Dio e di
Nostro Signore Gesù Cristo sulla Società Umana, sia Privata e Familiare che
Sociale e Politica. Gli apostoli della nuova eresia hanno ripreso il grido
dei Giudei Deicidi: Non vogliamo che Costui Regni sopra di noi. Con
l'abilità, la tenacia e l'audacia dei figli delle tenebre si sono sforzati
di cacciare Cristo da ogni luogo, hanno dichiarata immorale la Vita
Religiosa, hanno espulso i Religiosi, hanno tentato, sebbene invano, di
imporre una costituzione scismatica alla Chiesa, hanno separato la Chiesa
dallo Stato, negato alla Società Civile il dovere di aiutare gli uomini a
Conquistare i Beni Eterni, scardinato la Famiglia con la legge del divorzio,
tolto il Crocifisso dai Tribunali, dagli Ospedali, dalle Scuole e hanno
infine dichiarato intangibili le loro leggi, facendo dello Stato un dio.
Scopo della Festa.
Di fronte a "questa peste dei nostri tempi", i Papi hanno alzata la loro
Voce. Ma continuando la marea a crescere, Papa Pio XI approfittò dell'Anno
Giubilare, per ricordare in Modo Solenne al mondo, con l'enciclica Quas
Primas del Giorno 11 Dicembre 1925, il Pieno e Totale Potere di Cristo,
Figlio di Dio, Re Immortale dei Secoli, su tutti gli uomini e tutti i
Popoli, in tutti i tempi. Perché l'Insegnamento tanto necessario non fosse
troppo presto dimenticato il Papa Istituì, in Onore della Universale
Regalità di Cristo, una Festa Liturgica, che fu ad un Tempo Solenne
Ammonimento e Riparazione per l'apostasia delle nazioni e degli individui,
che all'insegna del laicismo tende a manifestarsi nella Dottrina e nella
vita. In tale Festa, per disposizione del Sommo Pontefice, si rinnova la
Consacrazione del genere umano al Sacro Cuore.
Consacrazione del genere umano al Sacratissimo Cuore di Gesù da recitarsi ogni anno all’ultima domenica di ottobre
O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, riguardate a noi umilmente prostrati innanzi al vostro altare. Noi siamo vostri, e vostri vogliamo essere; e per vivere a voi più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi, oggi spontaneamente si consacra al vostro sacratissimo Cuore. Molti, purtroppo, non vi conobbero mai; molti, disprezzando i vostri comandamenti, vi ripudiarono. O benignissimo Gesù, abbi misericordia e degli uni e degli altri e tutti quanti attira al vostro Sacratissimo Cuore. O Signore, siate il Re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da voi, ma anche dì quei figli prodighi che vi abbandonarono; fate che questi, quanto prima, ritornino alla casa paterna, per non morire di miseria e di fame. Siate il Re di coloro che vivono nell’inganno e dell’errore, o per discordia da voi separati; richiamateli al porto della verità, all’unità della fede, affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore. Siate il re finalmente di tutti quelli che sono avvolti nelle superstizioni dell’Idolatria e dell’Islamismo; e non ricusate di trarli tutti al lume e al regno vostro. Riguardate finalmente con occhio di misericordia i figli di quel popolo che un giorno fu il prediletto; scenda anche sopra di loro, lavacro di redenzione di vita, il sangue già sopra essi invocato. Elargite, o Signore, incolumità e libertà sicura al la vostra Chiesa, largite a tutti i popoli la tranquillità dell’ordine. Fate che da un capo all’altro della terra risuoni quest’unica voce: Sia lode a quel Cuore divino da cui venne la nostra salute; a lui si canti gloria e onore nei secoli dei secoli. Così sia.
Nel 18 luglio 1959 Giovanni XXIII fece omettere le seguenti parti: “Siate il re finalmente di tutti quelli che sono avvolti nelle superstizioni dell’Idolatria e dell’Islamismo; e non ricusate di trarli tutti al lume e al regno vostro. Riguardate finalmente con occhio di misericordia i figli di quel popolo che un giorno fu il prediletto; scenda anche sopra di loro, lavacro di redenzione di vita, il sangue già sopra essi invocato”.
Nel 18 luglio 1959 Giovanni XXIII fece omettere le seguenti parti:
Applicazione conciliarista ante litteram!
Scritta da S.Alfonso M.de' Liguori.
Nel mio vecchio libro di preghiere scritto da padre Pellettieri fondatore dei FI, ci sono le frase poi eliminate.
Testualmente:"ancora avvolti nelle tenebre dell'idolatria e dell'Islamismo..."
Credo sia ormai noto che "inviati" di GXXIII (cardinal Bea) s' incontrarono in gran segreto in Francia, ben prima del Concilio, con alti rappresentanti rabbinici.
Forse e' vero che Roncalli sperav in un riavvicinamento con gli ortodossi, ma quel che avvenne non fu una" grecizzazione" della Chiesa- ne' men che meno il reditus degli Ortodossi - ma una protestatizzazione ed un' " ebraicizzazione" ( scusate il termine) del Ccattolicesimo. Perché?
Rr
Grazie, Anonimo, per la Consacrazione, da custodire nella sua versione integra...
ebraicizzazione" ( scusate il termine) del Ccattolicesimo. Perché?
In ambito ebraico era tutto già prefigurato da Benamozegh e chissà da quanto... Nella mia riflessione su "sostituzione" e "alleanze parallele" è accennato.
"Per essere realisti, oggi la Chiesa non può trasformare gli stati moderni in stati confessionali."
Ad essere realisti, no. Confidando nel Re dell'universo, sì!
"Forse e' vero che Roncalli sperav in un riavvicinamento con gli ortodossi, ma quel che avvenne non fu una" grecizzazione" della Chiesa- ne' men che meno il reditus degli Ortodossi - ma una protestatizzazione ed un' " ebraicizzazione" ( scusate il termine) del Ccattolicesimo. Perché?
Rr"
La 'grecizzazione' ossia l'assimilazione delle eresie degli pseudo-ortodossi circa il Papato e delle loro aberrazioni morali con l'autorizzazione ad unioni adultere di coniugati divorziati con tanto di benedizione del pope e sacrilegi eucaristici, sta avvenendo soprattutto ora, con gli exploits sinodali bergogliano-kasperiani.
Ma la 'grecizzazione' è solo la prima tappa nel piano di distruzione, o più precisamente trasformazione della Chiesa Cattolica, che nel lungo periodo i falsi ebrei vorrebbero ridurre a setta ebraizzante di infimo piano, ovviamente al loro servizio.
Consiglio il seguente link ad un articolo di don Curzio Nitoglia sul piano diabolico del già citato (da Mic) Elia Benamozegh per gli scopi suddetti:
http://www.doncurzionitoglia.com/EliaBenamozegh.htm
Viva Cristo Re!
Ripeto: perche ? Any idea ?
Rr
sul post:
Pezzo magnifico e per me di grande importanza,
perchè mette in evidenza "come doveva essere"
e come è adesso,
facendo notare tutto quello che si rischia di perdere, e che la maggior parte dei fedeli non coglie perchè ne è precluso l'accesso:
non sono cose da censurare come hanno fatto, ma ricchezze della fede.
Smussando tutto nella "nuova maniera", vengono poi a mancare quelle definizioni complete che in ambito spirituale anche queste significando causant.
Nelle novità "arrotondate" e sottratte di senso, se ne contempla invece l'assenza, è come che mancasse cibo spirituale, cibo solido
Per il resto, sono io che sono fuso :-)
Buona settimana
CARO Amicus,
forse Rosa si riferiva alla possibilità di una grecizzazione "liturgica". Io non ho mai nascosto di esserne un convinto assertore. Esisteva nella prima metà del '900, un movimento liturgico che voleva il ripristino (almeno parziale) del greco nella Messa Romana. In particolare riguardo l'Ultimo Vangelo. Ho avuto l'onore di andare qualche volta a Messa da uno dei pochi superstiti di tale movimento. Quando dice Messa in forma strettamente privata, forse compie un piccolo "abuso"; forse fa il "creativo". Non credo che abbia mai avuto "indulti" in proposito. PERò Sentire l'Ultimo Vangelo nella lingua in cui fu scritto, è una emozione che non solo non ha prezzo, (come dice una famosa pubblicità), ma gli fa perdonare tutto.
http://video.repubblica.it/divertimento/tip-tap-sul-tavolo-lo-show-dei-seminaristi-in-vaticano/181307/180110?ref=HRESS-14
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