Il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana si sforza ancora una volta di blandire il mondo. Pubblichiamo qui, come spunto per un dibattito ed evidenziando qualche punto, le lettere che alcuni amici, giovani cattolici fidanzati o sposati, hanno inviato ad Avvenire, a testimonianza dell'applicazione della Dottrina della Chiesa nella loro vita quotidiana.
Esprimo tutto il mio sconcerto e la mia ira nei confronti di questo articolo da voi pubblicato:
www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/Spunti-di-santit-nei-conviventi--Noi-ne-incontriamo-ogni-giorno-.aspx
Sono un giovane Cristiano Cattolico che sta compiendo un cammino al matrimonio cristiano, con l'aiuto di amici e di un ottimo sacerdote cattolico. Trovo questo vostro articolo insultante per tutti quelli che fanno la scelta da persone adulte di non convivere e arrivare castamente a contrarre il matrimonio sacramentale.
Voi dovreste essere il quotidiano dei vescovi cattolici, dovreste mostrare e sostenere la bellezza del Sacramento e stigmatizzare l'inconsistenza e l'infantilismo di coloro che, proni allo spirito di questo tempo e incapaci di uscire dalla condizione adolescenziale, decidono di convivere more uxorio. Invece voi, proprio voi, vi trovate a sostenere forme di convivenza immorale che nulla hanno a che vedere con la Dottrina Cattolica e con la morale proclamata da Nostro Signore Gesù Cristo:
"Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.". (Matteo 5,28)
Che da una condizione di errore, sviamento, peccato, che da una condizione di male Nostro Signore possa far nascere del bene, come è vero, non significa che il male non è male. Questo è ciò che mostrate nel vostro inqualificabile articolo.
E' vergognoso, spero che vi rendiate conto dell'enormità che avete scritto! Mi pento amaramente di essere stato in passato abbonato ad Avvenire, e sono felice di non esserlo più da un po'.
Buongiorno,
mi è capitato ieri di leggere un vostro articolo su Avvenire online, intitolato "Spunti di santità nei conviventi? Noi ne incontriamo ogni giorno".
Ne sono rimasto così indispettito da chiedere a tutti i miei amici e conoscenti di disdire il loro abbonamento al Vostro giornale, qualora purtroppo ne fossero in possesso, o in alternativa di non rinnovarlo.
Mi sembra infatti impensabile che un giornale nato grazie anche alla volontà di Paolo VI possa sottoscrivere delle idee così balzane come quelle riportate nel suddetto articolo.
Forse vi è sfuggita la lettura dell'enciclica Humanae Vitae, in cui Paolo VI esprime in maniera chiara ed inequivocabile che cosa si possa ritenere per matrimonio cristiano, negando ogni possibilità modernista e malsana di convivenza prematrimoniale. Potrebbe essere utile leggerla (non rileggerla, perché la penna che ha scritto tale articolo probabilmente non ne conosce neanche l'esistenza).
L'alternativa a quanto suggeritovi è di modificare la natura e la missione del vostro giornale, rendendo esplicite le vostre nuove idee e la vostra nuova missione.
Egregio direttore,
ho letto oggi sul suo quotidiano l'interessante articolo-intervista ai coniugi Gualchi, responsabili nazionali dei Centri di Preparazione al Matrimonio.
E non riesco a trattenermi dallo scriverle le mie perplessità emerse dalla lettura.
Dal titolo e dalla presentazione degli intervistati, mi aspettavo di trovare nel seguito alcuni esempi di "spunti di santità nelle coppie conviventi"; ma non li ho trovati: né i coniugi Gualchi ne parlano, né il giornalista li sollecita in questa direzione.
Capisco che siano soddisfatti per aver sentito riconoscere in una sede importante come quella del sinodo qualcosa che loro riscontrano nell'esperienza della loro opera. Ma non capisco la risposta alla domanda sull'origine di questa soddisfazione.
Il fatto che molte coppie che si sposano siano già conviventi, non è indice di santità.
Alla domanda successiva, circa la quantità di questo "fenomeno", la risposta è chiara e semplice, ma poi aggiungono che molte coppie decidono di sposarsi perché attendono un bambino. Un bambino che viene al mondo è certamente una bella notizia, e pure un sacramento che viene celebrato lo è; ma, francamente, ritengo un movente un po' troppo "leggero" quello di sposarsi perché è in arrivo un bambino; perché non si sono sposati prima della gravidanza? cosa li tratteneva dal farlo? e non basterebbe sposarsi civilmente per dare le tutele necessarie al nascituro?
Alla domanda successiva rispondono che "non possiamo pretendere di cambiare le condizioni sociali, culturali ed economiche (che sembrerebbero essere l'unica causa per cui si convive prima di sposarsi). Ed è vero: Cristo non si è fatto uomo per cambiare le condizioni di vita dell'uomo, ma per cambiare l'uomo stesso! Le condizioni sociali, culturali ed economiche cambiano, come conseguenza del cambiamento dell'uomo, come duemila anni di storia della Chiesa ci insegnano (dai monaci benedettini che hanno costruito l'Europa sulle macerie dell'impero romano, fino ai missionari dei giorni nostri).
Quindi non si tratta di voler cambiare le condizioni di vita, ma se queste non sono giuste, non sono umane, occorre ripartire dall'uomo. Le condizioni contrarie all'uomo cambieranno come effetto collaterale (desiderato).
L'atteggiamento della Chiesa è giusto che cambi, per rispondere all'uomo lì dove l'uomo è. Ma cambiare atteggiamento non vuol dire accettare (e approvare) qualunque cosa, come invece lascia intendere l'intervista, pur senza dirlo esplicitamente.
Poi, fra le righe, si dà una definizione di santità come di un'inclinazione alla giustizia e alla verità, il che non è certo sbagliato, ma mi suona un po' lacunosa, come definizione.
E quando si chiede del cammino di fede? la risposta è "Un'accoglienza umana nel rispetto del loro passato e della loro sensibilità". Questo è certamente necessario, ma è solo una precondizione per un percorso insieme, di qualunque tipo, non è che caratterizza un percorso di fede!
"La convivenza non viene vissuta come una scelta di leggerezza morale, ma come una prassi dettata dal cambiamento dei costumi in senso globale": secondo me, fare scelte perché così fan tutti (dettato dai costumi), è una cosa piuttosto leggera e superficiale.
E poi, l'ultima frase: ma un cammino di fede è un problema di coerenza con dei principi? Che qua suonano molto come un ostacolo, un pesante fardello che bisogna alleggerire il più possibile.
E questi adulti tanto desiderosi di sposarsi, perché non lo fanno invece di andare a convivere?
Mi scuso per il tono a tratti forse troppo acceso.
Una mia amica conviveva col suo compagno, poi ha reincontrato la Chiesa, dopo averla abbandonata da adolescente ed ha fatto qualcosa per me inaudito: ha proposto al compagno di sposarsi e, riflettendo insieme al suo padre spirituale, ha deciso di interrompere l'esperienza di convivenza per prepararsi adeguatamente al matrimonio. Ed ora sono felicemente sposati e neo genitori. Questo per me è uno spunto di santità: non accontentarsi di così poco (la convivenza), ma puntare molto più in alto col sacramento del matrimonio.
Un mio conoscente si è sposato in chiesa dopo un paio d'anni di convivenza: hanno fatto due anni di prova ed hanno visto che poteva funzionare, quindi si sono sposati: naturalmente gli auguro ogni bene possibile, ma se un matrimonio si basa sulla compatibilità psicologica, sul saper vivere insieme, mi sembra francamente fragile (e nutro qualche dubbio circa la validità, ma non ho le competenze, né il ruolo per approfondire).
Un altro mio conoscente si è sposato, pure lui dopo una convivenza di un paio d'anni, ma civilmente.
Ho portato tre esempi concreti per dire questo: perché una coppia convivente decide di sposarsi? il primo caso è stato un autentico cammino di fede, che ha portato alla conversione innanzitutto degli sposi ed anche mia, grazie alla loro testimonianza; il secondo caso è stata una scelta molto alla leggera, il matrimonio si è celebrato in chiesa e non in comune semplicemente perché la cerimonia e la location sono più belle; la terza coppia ha aspettato a sposarsi, perché voleva fare una festa grandiosa (e lo è stato) e prima non aveva abbastanza soldi.
Quindi, se una coppia convivente, arriva a sposarsi, non è affatto detto che lo faccia per un cammino di fede. Ed il movente economico, che viene spesso citato nell'articolo non regge molto: per sposarsi basta una chiesa, un prete ed un paio di amici che facciano da testimoni: tutto il resto (abiti, rinfresco ...) è un di più. Le spese per la casa sono le stesse per la coppia sposata o convivente.
Mi scuso per la lunghezza, spero che possa trovare di interesse questo mio contributo; cercherò di farlo avere anche ai signori Gualchi, per conoscere meglio loro e la loro opera.
19 commenti:
Hanno aperto la stalla e ora le mucche sono ben lontane da essa!
OT:SCANDALO , SCANDALO , SCANDALO il vescovo Oliveri nel mirino di Bergoglio ,nuovo caso Livieres !!!
ma quale santità dei conviventi se vivono more uxorio?
E infatti nel post si cita la gravidanza, il bambino concepito durante la convivenza prematrimoniale, come sarebbe arrivato, dal cielo?
o non è forse cheee...puf...e beh allora la santità non c'era neh
tsse vabbò
Avvenire come fanghiglia scristiana.
Comunque non ho mai comprato nessuno dei 2.
se è questa la santità: ma è la Chiesa ora che si limita a registrare e sigillare situazioni di peccato, di fatto, senza redimere nè convertire più nessuno.
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E mi diranno: ma tu sei credente, e praticante, visto che la Chiesa funziona!
Non è così..la mia conversione è germogliata grazie alla grazia (ovviamente) giuntami oltre 20 anni fa tramite una ragazza di cui mi ero innamorato (in modo pulito) che è praticamente una santa! il tutto è stato coadiuvato da amici, tutti sante persone, sicuramente affiancatemi da Gesù stesso. Ma erano privati cittadini , diciamo.... nelle parrocchie ho sempre trovato duplicità etiche e un vuotismo impressionante.
Se non fosse germogliata in me un'attrazione incoercibile per le S. Scritture e la Tradizione, che sono state guida, (a patto di prenderle sul serio, e prenderle in parola) chissà dove sarei.
murmex, che dici?
Se fosse, non è che davvero stanno colmando la misura? E noi dobbiamo rimanere proprio inerti?
darà fastidio per riflessioni tipo queste?
http://blog.messainlatino.it/2009/08/mons-oliveri-vescovo-di-albenga-su.html
Il cavallo di Troia utilizzato dai novatores per portare avanti la loro rivoluzione con il Sinodo è stata la gestione mediatica dell'assise episcopale, in accordo con le teorie di Marshall McLuhan: il mezzo tecnologico che determina i caratteri strutturali della comunicazione produce effetti pervasivi sull'immaginario collettivo, indipendentemente dai contenuti dell'informazione di volta in volta veicolata. Di qui la sua celebre tesi secondo cui "il medium è il messaggio".
L'uso sapiente dei mezzi di comunicazione ha veicolato al grande pubblico il messaggio che la Chiesa avrebbe avuto una svolta misericordiosa, e questo messaggio è arrivato ben prima dell'inizio dei lavori (personalmente faccio partire tutto dal "chi sono io per giudicare"). A dimostrazione di questo si pensi che quanto è stato effettivamente detto durante l'assise episcopale non è dato sapersi, è stato secretato: sappiamo che c'è stata una lotta, ma non i termini esatti con i quali si è svolta. Di documenti veri e propri abbiamo la [infame, ndr] Relatio post disceptationem e la relazione finale. Se la prima è servita da un lato a confermare l'etat d'esprit creato ad hoc e dall'altro a creare quella che in elettronica è chiamata risposta al gradino, la seconda ha invece avuto la funzione di stabilizzare l'overshoot venutosi a formare in seguito alla prima relazione, ma certamente non a riportare al valore iniziale (ovvero in linea con la Tradizione) le attese della gente.
Fatta questa lunga premessa mi pare chiaro che articoli come quelli di Avvenire siano funzionali alla tecnica di persuasione adottata: articoli di tal fatta servono a "stabilizzare" emotivamente i lettori dopo una "sparata grossa" come la Relatio post disceptationem.
cara mic , la notizia del defenestramento di fatto , mascherato da affiancamento di ausiliare , è sul Secolo XIX . Si dice che mons Oliveri , con troppa carità , accoglierebbe sacerdoti indegni (è da tempo che questa campagna è stata orchestrata , come se gli indegni non abbondassero - vedi denuncia di don Ariel riguardo alla diocesi del Papa ), abbandonerebbe le 99 pecorelle per cercare quella traviata ecc.Da che pulpito ! Ora io so che le pecorelle peccatrici sì ma con buona volontà non sono affatto abbandonate , ma accolte con grande benevolenza .Sono veramente indignata , non prevarranno .
infatti ,cara mic , io non intendo rimanere inerte . Vedrò , purtroppo non ho nessun potere , ma la misura è colma
Quella riflessione vale la pena di rileggerla , Iosh , è attuale ora più che mai . vorrei anche precisare che non intendevo bacchettarla , ma solo esprimere la profonda pena per certi personaggi , pur sempre battezzati , che alti o altissimi che siano , fra non molto dovranno affrontare un rigoroso giudizio
Murmex, ti spiace chiarire meglio, per chi di noi non legge il Secolo XIX?
Rr
Si dice anche che tutto partirebbe da rimostranze di fedeli e parroci(ma bravi , questa sì che è lealtà , e se foste proprio voi gli indegni ? )arrivate fin sul tavolo papale . Non prendo per oro colato tutto ciò che si scrive sui giornali , ma questa cosa la sentivo nell'aria .Per es . qui c'era stata la palese disobbedienza , mascherata dai soliti pretesti (resistenza passiva )alla celebrazione in Pontedassio (Imperia ) della Messa del primo venerdì , e posso in coscienza dire senza nessunissimo motivo valido , se non l'avversione di alcuni membri del clero .
Non sempre si convive perché 'non si hanno i soldi per il matrimonio, che costa tanto solo se uno vuol fare una gran cerimonia. A volte si convive perché si possono sfruttare agevolazioni economiche o simili date dal tipo di lavoro o contratto. Per es. se convivi, ed hai un figlio, sei ufficialmente una madre nubile che ha diritti a più congedi parentali autorizzati e retribuiti. Oppure hai diritto a non fare certi tipi di turni, o ancora hai maggior sgravi fiscali.
In generale si convive perché uno dei due non e' convinto al 100% dell' altro, o perché e' di moda, e
moderno. O perché ci si sente più liberi di tradire l' altro/a. " la prova": a volte occorrono anni di matrimonio per riuscire a stare bene insieme, quindi che aiuto può dare una prova di due-tre anni ?
Non ci vedo nulla di valido, buono e tanto meno santificante.
Chi poi si sposa civilmente e' perché non può sposarsi in chiesa, perché divorziato, o perché semplicemente e' ateo o agnostico. Quindi che c' e' di " semina Verbi" ? Altro che Pastori! Chi parla di " semina Verbi" non conisce la realtà o, peggio, parla "pro domo sua".
Rr
Ecco l'articolo su Mons. Olivieri
http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2013/04/25/ARzxk0KC-vescovo_albenga_accusa.shtml
Mea culpa: mi accorgo di aver segnalato il link ad un articolo dello scorso anno....
L'articolo avveniristico non trae le conclusioni del discorso: se convivere è una bella cosa e contiene già elementi di santità, chi si sposa è uno stupido che si sobbarca una fatica inutile per qualcosa che può avere anche senza.
Scusate se continuo con l'argomento OT : fra le accuse ci sarebbe quella di aver ordinato alcuni diaconi non solo tacciati di "becero tradizionalismo "(accusa più grave , presumo )ma anche di essere "omosessuali ". Posto che sia vero ,e posto che l'omosessuale che resiste nella vita virtuosa può anche essere persona degnissima , non è un po' in contraddizione col nuovo corso bergogliano ? Ma , almeno si mettessero d'accordo con se stessi, questi progressisti
Murmex, un altro caso di disobbedienza di inferiori al superiore, tipo Mannelli e padre Bruno e compari?
Rr
E' opportuno notare che il titolo del giornale ufficiale dei vescovi italiani e' identico a quello dell'organo dei cattolici liberali francesi condannati da Gregorio XVI nel 1832 con l'enciclica "Mirari vos". Il loro caposcuola, Felicite' de Lamennais, era evidentemente motivato da intenti
di presenzialismo-protagonismo sociale, perché
passo' da un ultramontanismo legittimista a un socialismo umanitario-moraleggiante, finendo per abbandonare il Cattolicesimo. Percorso analogo a quello di Victor Hugo, nel cui romanzo-fiume "I miserabili" ( ai tempi messo all'Indice )campeggia la figura del vescovo mons. Myriel, un modello esatto di quello che vuol essere papa Bergoglio, e in contrapposizione il poliziotto Javert, tipo del legalismo piu' spietato, che non guarda in faccia a nessuno nel suo far prevalere l'Ordine sulla Giustizia e sulla Misericordia.
Quanto alla notizia dell'affitto della Sistina alla Porsche per un trattenimento esclusivo, ma con ricavato a favore delle opere i carita', temo che la spiegazione vada cercata nella volonta' di de-solennizzare il Vaticano. Ovvero: il Vaticano del passato ha voluto crearsi un'immagine grandiosa, da potere mondano, anche grazie a opere d'arte fastose ed estremamente costose. D'ora in poi musealizzeremo tutto questo; per il momento non possiamo vendere le opere d'arte, ma cominciamo con spremerne denaro a fin di bene ( pazienza se l'ingegner Porsche progetto' un modello ineguagliabile di utilitaria per Hitler, nonché' carri armati pesanti e nel dopoguerra vetture di lusso ). Ormai il centro di gravita' e' nella pusterla di santa Marta, dove il Vaticano comunica con le periferie.
n on conosco tutti i retroscena , Rosa , ma i fatti sono questi : il vescovo aveva accolto benevolmente la richiesta di una S Messa qui a Pontedassio , stabilendo che venisse celebrata il primo venerdì,c'era disponibile una cappella per cui nessuna interferenza con le attività parrocchiali ,c'era chi si sarebbe dato da fare per le questioni pratiche (per es avevo trovato e restaurato un inginocchiatoio per la S Comunione )e c'era anche chi era disponibile a celebrarla di buon grado. C'era anche chi , al di fuori degli 8 firmatari , si era dichiarato interessato e contento . Però niente è avvenuto. Come mai ? Non lo so , io mi sono astenuta dall'insistere anche perchè temevo fosse cosa imprudente , soprattutto temevo potesse essere dannoso per il Vescovo , me lo sentivo che qualcosa non quadrava . Questo prima dell' avvento della rivoluzione bergogliana , figuriamoci ora .wastiancg
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