Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 11 ottobre 2014

Sinodo: «Soffia il vento Giovanneo»

Il vaticanista Matzuzzi su il Foglio [qui]: «Soffia il vento Giovanneo». Non è quello dell'Evangelista, ma di Roncalli e del Concilio, quello quo maius cogitari non potest, l'«inizio degli inizi». Cos'altro si può dire se non che la "resistenza" diventa sempre più dura. A meno di sorprese al momento impensabili, da parte di chi ancora non ha perso la Via?
C'è, però, una differenza tra oggi e gli ultimi anni '60. Se il clima è Roncalliano, la situazione è aggravata perché subiamo gli effetti nefasti di molte innovazioni applicate subdolamente o meno, anche se identificate, insieme ai loro frutti geneticamente modificati e chi è consapevole non tace e continua a testimoniare anche da questa frontiera di libertà ch'è rimasta la Rete. Per il resto continua il martellamento dei media in chiave liberal progressista, mentre la massa, indifferente a causa del nichilismo ormai diffuso oltre ogni livello di guardia oppure ignorante a causa dell'indigestione da dialogo al posto di insegnamento, affoga nel surrogato della misericordia che, senza la giustizia, non porta da nessuna parte.
Inoltre, anche a giudicare dall'immagine, già di per sé  molto eloquente, al vento Giovanneo si è aggiunto lo tsunami Bergogliano.

Al Sinodo irrompono misericordia e unioni civili, si citano Roncalli e Concilio. Per il teologo di Francesco “la dottrina si può approfondire e sviluppare, non è chiusa”. Senza paura che Müller “vi salti addosso”
Roma. Lo spirito soffia, e soffia forte in direzione della salvezza misericordiosa del naufrago andato incontro al fallimento matrimoniale. Nell’Aula nuova del Sinodo ieri si è iniziato a squadernare il cuore del problema: si discute delle situazioni difficili, dai matrimoni misti ai divorziati risposati, fino alla riflessione “sul riconoscimento civile delle unioni tra persone dello stesso sesso”. Anche ieri gli interventi sono stati una settantina. Qualche padre sinodale, citando passi del Gaudet Mater Ecclesia con cui Giovanni XXIII aprì il Concilio, ricorda che “la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore”.

Il clima è roncalliano al punto che, come cinquant’anni fa, l’Osservatore Romano parla dell’evento di queste settimane solo a pagina 7, in una breve notarella che dà conto di chi ha preso la parola e dei temi trattati. Ma la rotta verso cui tende la chiesa di Francesco appare delineata, e lo ha fatto capire bene mons. Víctor Manuel Fernández, primo vescovo nominato da Bergoglio, rettore della Pontificia Università cattolica d’Argentina, teologo assai vicino al Pontefice regnante. E’ lui che nel briefing quotidiano in Sala stampa spiega come il dibattito su inscindibilità di dottrina e pastorale sia ormai superato, che l’esigenza è quella di “parlare delle realtà concrete con cui hanno a che fare le persone”. Nessuno, spiega, vuole indebolire il vincolo matrimoniale, che rimane indissolubile perché così l’ha voluto Gesù Cristo. Però, una buona parte dei padri sinodali “chiede realismo, anche a costo di sporcarsi”. Avvicinare i lontani, i sofferenti, adeguarsi alle mutate condizioni, ai tempi che cambiano. 
Perfino il cardinale Elio Sgreccia, già presidente dell’Accademia per la Vita, considerato uno degli allineati al fronte anti kasperiano, ha spiegato nel suo intervento che è venuto il momento di “trovare parole efficaci per comunicare in modo più comprensibile all’uomo di oggi l’ordine della creazione”. La dottrina non doveva essere sul tavolo della discussione, ma alla fine se ne è parlato abbondantemente. Dopotutto, ha chiarito il teologo Fernández, “la dottrina si può approfondire e sviluppare, mica è chiusa”. E di questo si parla liberamente, perché così vuole il Papa, “senza paura che il cardinale prefetto custode della fede, Gerhard Müller, vi salti addosso”, ha detto Francesco ai padri riuniti. E così è stato, all’insegna della parresìa invocata da Francesco. In aula si respira “un bel clima”, ha detto il cardinale brasiliano João Braz de Aviz, prefetto dei Religiosi, felice per il cambiamento di metodo inaugurato con questo Sinodo: “Negli altri c’era troppa dottrina”, ha detto prima di andare a pranzo e fare una pausa per il “breve sonnellino”.

Proprio uno dei cavalli di battaglia di Müller – intervenuto martedì sera nell’ora riservata alla discussione libera – e dei contrari alle tesi di Kasper, e cioè che la misericordia aiuta a non sviarsi dalla verità, inizia a mostrare cedimenti. In assemblea si cercano ormai le strade per coniugare verità e misericordia, e ai dubbiosi viene ricordato che la soluzione c’è già ed è a portata di mano: basta riprendere in mano gli schemi conciliari usati per mettere insieme la verità con la libertà religiosa. E anche allora, si ricorda, c’erano vescovi cocciuti che dicevano che tutto ciò era impossibile. Fernández definisce il matrimonio un “bellissimo ideale”, ma poi alla teoria bisogna far seguire la pratica, e quindi si deve posare lo sguardo “sulle situazioni concrete della gente che quell’ideale non riesce a raggiungerlo”. Perdono e riconciliazione sono parole scandite in più di un intervento. Anche i vescovi africani, battaglieri e tra i più attivi nel dibattito, sottolineano la necessità di aggiornare la pastorale alle situazioni contemporanee.

Sui divorziati risposati, il fatto è che “oggi sembra che la legge si contrapponga al bene della persona. In realtà – spiega la Nota vaticana – la verità del legame coniugale e della sua stabilità è inscritta nella persona stessa, quindi non si tratta di contrapporre legge e persona, ma di comprendere come aiutare a non tradire la propria verità”. Il cardinale Raymond Leo Burke, schierato sul fronte opposto a quello novatore, promette ancora battaglia: “Io tengo duro”, dice. Così come il cardinale George Pell: “Ci piacerebbe pensare che Gesù sia stato morbido sul divorzio, ma non lo è stato. E io sto con lui”. Intanto, il presidente delegato della congregazione serale, spiega che “lungi dal chiuderci in uno sguardo legalista”, la volontà è quella di calarsi “nel profondo di queste situazioni difficili, per far sì che la chiesa sia la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”.
© FOGLIO QUOTIDIANO

21 commenti:

Alessandro mirabelli ha detto...

Matzuzzi ... giovane ma con poca fiducia negli interventi della Provvidenza.

mic ha detto...

In genere la Provvidenza si serve di noi, a partire dai Pastori, quelli che l'ascoltano e la inverano.
Poi ha anche le sue vie che non conosciamo e in cui speriamo.

Anonimo ha detto...

-"Chiesa di Giovanni" contrapposta a "quella di Pietro"...
https://it-it.facebook.com/giovanniilteologo/posts/353132762420
- La Chiesa di Pietro è quella dove ancora ci sono le leggi, mentre la Chiesa di Giovanni, quella dell’amore, permetterà di fare quello che la Chiesa di Pietro non consente.
http://www.30giorni.it/articoli_id_4170_l1.htm
- comments:
http://neocatecumenali.blogspot.it/2010/04/neocatecumenali-gnosi-e-uso-del-denaro.html

ilfocohadaardere ha detto...

SE, e sottolineo SE, la situazione FOSSE realmente come quella percepita e dipinta da Matzuzzi, mi verrebbe da dire che siamo alla frutta. Ma, sinceramente, non credo che siamo a questo punto. Non mi convince. Mi pare che il più maturo e prudente TOSATTI, nell'articolo in cui denunciava la presenza di una sorta di "fabbrica del report univoco dal Sinodo",sia più convincente.Ieri, sull'Avvenire (che leggo per utile controllo,non certo per gradimento), la catto-progressista Falasca (che nella sua testa dimostra di avere un suo personalissimo cattolicesimo senza Dottrina, come tanti suoi "maestri" porporati),nell'editoriale del giorno,raccontava "un Sinodo" dove praticamente regnerebbe la "pax bergogliana-kasperiana", e trionferebbe il nuovo pensiero dominante.Allora, mi chiedo, perché la presenza della (denunciata anche da Muller, oltre che da Tosatti) censura e del controllo ferreo sul Sinodo? Io credo che VOGLIANO far PASSARE la versione ammorbidita,di un piattume ormai acritico,perchè così conviene a chi vuol far passare un'idea:che tutto è condiviso,e non vi è "così tanta dialettica". Io, almeno per adesso, NON ME LA BEVO.Sto con Tosatti.

Anonimo ha detto...

Fatto sta che a causa della falsa misericordia di G23 siamo ridotti all'apostasia dilagante: il medico pietoso fa la piaga cancrenosa (eresie + degrado della Fede, liturgico, morale e spirituale).

Abolite e disprezzate dal 1962 le opere di Misericordia spirituale, spec. le prime 3, spec. la 3a: il salutare ammonimento al peccatore affinchè si ravveda, come la medicina amara al malato, che solo nella cura perseverante, lo può risanare.

Anonimo ha detto...

Non sono un ammiratore acritico di Giovanni vigesimoterzo – cioè: sono un suo ammiratore, ma non acritico.

Sinceramente però credo che gli si faccia torto, mettendolo sullo stesso piano del pontefice più o meno felicemente regnante: non credo che sarebbe d'accordo.

E neanche Giovanni Paolo II. E tantomeno Paolo VI, il papa dell' "Humanae vitae".

Non so che vento tiri, ma non lo chiamerei giovanneo. Certo è un brutto vento...

Maso

Amicus ha detto...

"In assemblea si cercano ormai le strade per coniugare verità e misericordia, e ai dubbiosi viene ricordato che la soluzione c’è già ed è a portata di mano: basta riprendere in mano gli schemi conciliari usati per mettere insieme la verità con la libertà religiosa."

Ecco, con tutto il rispetto che ho per Socci e per il suo coraggio nel pubblicare il suo ultimo libro (qualunque cosa si pensi circa il fatto del conclave) io lo inviterei a meditare su queste parole.
'Francesco' non è una specie di gigantesco e minaccioso Poseidone armato di tridente, emerso improvvisamente dalle profondità degli oceani, bensì un prodotto del Vaticano II, dove tutto ebbe inizio (almeno a livello di documenti ufficiali).

Fu proprio in quella sede che ebbe infatti inizio il 'grande inciucio' tra verità ed errore, tra bene e male, nella smania di adattare la Chiesa alle esigenze mondane.
E Dignitatis humanae non è il solo documento tirato in ballo dai 'padri sinodali' per appoggiare la loro rivoluzione sessuale in salsa clericale, ma anche - ad esempio - Unitatis redintegratio (da Kasper, pochi giorni fa).

Riflettere sul collegamento Vaticano II- crisi attuale non è un esercizio meramente intellettuale: perché finché non si individuerà esattamente il focolaio batterico mortale per neutralizzarlo, le cose continueranno a precipitare, più o meno velocemente, ma sempre verso il baratro.
Sbagliare diagnosi ha conseguenze incalcolabili.

mic ha detto...

'Francesco' non è una specie di gigantesco e minaccioso Poseidone armato di tridente, emerso improvvisamente dalle profondità degli oceani, bensì un prodotto del Vaticano II, dove tutto ebbe inizio (almeno a livello di documenti ufficiali).

Nel suo libro lo contesta tanto apertamente quanto apoditticamente sia a de Mattei che a Radaelli (gli unici tradizionisti che nomina).

Amicus ha detto...

Sempre dall'articolo su citato di Matzuzzi:
"c’è chi ha infatti ricordato che anche Pio X fu definito un “rivoluzionario” quando decise di ammettere all’eucaristia i bambini, cento e più anni fa: “Ci sono quindi degli esempi di coraggio da parte di un Papa nel riflettere o introdurre delle novità per quanto può riguardare la prassi d’accesso all’eucaristia”, ha commentato padre Lombardi."

Non sono riuscito a trovare l'intervento di Lombardi, ma se avesse veramente osato dire quelle parole ipocrite e blasfeme, dovrebbe essere appeso per i piedi all'ingresso della sala stampa vaticana, insieme a chi le ha pronunciate al sinodo.

mic ha detto...

L'affermazione di padre Lombardi, se è vera, è semplicemente ripugnante. Senza vergogna!

Anonimo ha detto...

Nell'affermazione di padre Lombardi mi lascia basita soprattutto il fatto che il criterio di permettere l'accesso alla Santa Eucaristia a degli innocenti (7 anni circa, l'età "della ragione") sia stato paragonato a riammettere alla Medesima degli adulteri, al di là di pentimenti non meglio specificati. Allucinante capziosità.
Spero che davvero i media (e ci metto dento anche Lombardi) stiano facendo volgare propaganda: ma non mi rasserena, questo pensiero, perché se sono ridotti a farla, significa che stanno litigando di brutto, là dentro.
humilitas

Anonimo ha detto...

Padre Lombardi dixit! San Pio X intercedi per noi e veglia sul Sinodo...
http://it.radiovaticana.va/news/2014/10/10/sinodo_percorsi_penitenziali_per_divorziati_risposati/1108315
humilitas

Anonimo ha detto...

(ancora la Emmerich)

"Non so in che modo la scorsa notte sono stata portata a Roma, ma mi sono trovata vicino alla chiesa di Santa Maria Maggiore, e ho visto tanta povera gente che era molto afflitta e preoccupata perché il Papa non si vedeva da nessuna parte, e anche per via dell’inquietudine e delle voci allarmanti in città.

La gente sembrava non aspettarsi che le porte della chiesa si aprissero; essi volevano solo pregare fuori. Una spinta interiore li aveva condotti là. Ma io mi trovavo nella chiesa e aprii le porte. Essi entrarono, sorpresi e spaventati perché le porte si erano aperte. Mi sembrò che fossi dietro la porta e che loro non potessero vedermi. Non c’era alcun ufficio aperto nella chiesa, ma le lampade del Santuario erano accese. La gente pregava tranquillamente.

Poi vidi un'apparizione della Madre di Dio, che disse che la tribolazione sarebbe stata molto grande. Aggiunse che queste persone devono pregare ferventemente... Devono pregare soprattutto perché la chiesa delle tenebre abbandoni Roma". (25 agosto 1820)

Unknown ha detto...

Sono blasfemi ogni volta che propongono il loro superdogma vaticanosecondista (Libertà nella prassi, Uguaglianza dell'errore con la verità, Fratellanza con le false religioni), con cui hanno riformato la liturgia.

mic ha detto...

Grazie per il link, humilitas
....
Sul punto, molto interessante, ha sottolineato padre Lombardi, è stata un’osservazione:
“È quella che faceva rilevare ciò che aveva fatto San Pio X al suo tempo ammettendo i bambini all’Eucaristia: era stato considerato estremamente rivoluzionario, estremamente innovatore al suo tempo. Quindi, ci sono anche degli esempi di coraggio da parte di un Papa – anche se in una situazione così diversa da quella in cui noi ci troviamo – nel riflettere o introdurre delle novità per quanto può riguardare la prassi dell’accesso all’Eucaristia”.

Meno male che dice che si tratta che è una cosa diversa... Ma QUANTO diversa? E come si fa ad accettare un paragone così stridente e ?

Cesare Baronio ha detto...

Non è fuori luogo ricordare che sarebbe non solo auspicabile, ma anzi doveroso porre come esempio e paradigma di riferimento per gli sposi cattolici la Sacra Famiglia e non le coppie divorziate: l'uomo ha bisogno di nobili ideali cui aspirare, non di squallidi compromessi o di meschine mediocrità. Ancora un'altra nota caratteristica della controchiesa: il voler sempre e comunque considerare i fedeli come indegni della magnificenza dei riti, dello splendore dell'arte cristiana, delle vette eccelse della spiritualità cattolica, delle profondità della teologia, in nome di una simplicitas calvinista, di pauperismo d'accatto, di un'ignoranza ch'essi vogliono imporre dall'alto quasi ad evitare che si possa comprendere il grande inganno perpetrato dal Vaticano II in poi.

Anziché sollevare il povero dalla miseria, si cancellano d'autorità le ricchezze di cui egli è privo; anziché elevare il semplice alla conoscenza del Vero, si banalizza la dottrina e si impoverisce la morale; anziché indicare la santità eroica, la si sminuisce. Alla scelta della via regale della Croce e della mortificazione si preferisce il comodo sentiero di una fallace gioia autoreferenziale. Niente più quaresima: solo pasque prive di significato. In quest'ottica, per quale ragione due sposi dovrebbero chiedere a Dio di concedere loro la Grazia tramite la quale affrontare e superare le prove? Se si è salvi comunque, e se si salvano anche i maomettani poligami, perché vivere il matrimonio come una croce benedetta grazie a cui meritare il Cielo?

Ovviamente, al di là delle reali decisioni del Sinodo che si celebra in queste settimane, il danno è compiuto: l'opinione pubblica ha avuto il proprio contromagistero dalla stampa, sempre solerte nel diffondere l'errore e nel pilotare ideologicamente le masse. Il magistero liquido in cui eccelle Bergoglio, abilissimo nel formulare sentenze equivoche, ma di cui i media forniscono la interpretazione autentica, che pare perfettamente coerente con la mens dell'inquilino di Santa Marta. E non è un caso che il Sinodo sia stato blindato, in sprezzo alla tanto decantata parresia, per impedire ai Vescovi di far sentire la propria voce cattolica contro gli orientamenti ultraprogessisti della lobby bergogliana capeggiata dal card. Kasper, sponsorizzato anche nei suoi indigesti libelli ad usum delphini.

Cfr. http://opportuneimportune.blogspot.it/2014/10/la-controchiesa-e-lanticristo-parte-i.html

l ha detto...

@ maso
GXXIII, quello che: comunismo è bello
PVI, quello che: massoneria (per non dire altro...) è bello
GPII, quello che: ammucchiata di Assisi è bello
BXVI, quello che: Lutero è bello
F, quello che: apostasia è bello

Ecco il postconciliabolo!

mic ha detto...

Leggere qui:

http://lafededeinostripadri.blogspot.it/2014/10/considerazioni-sinodali-2-o-sulle.html

mic ha detto...

Che dire di quella raccolta di omelie? Se sono la falsariga, com'è probabile, delle meditazioni mattutine di S. Marta, non mi aspetto molto...

Anonimo ha detto...

Dicevo l'altro giorno in questa sede che se per i novatores l'adulterio non è più peccato a certe condizioni, il passo per fare il medesimo ragionamento sull'aborto è breve.
Bè, sbagliavo, ero ottimista. C'è chi propone di riformare il canone che configura la scomunica latae sententiae per'aborto procurato senza neanche "a certe condizioni"... E a una simile mostruosità si dà,come è ovvio, un risalto mediatico degno di miglior causa.
Il sito leader della propaganda rivoluzionaria riporta proprio questa posizione:
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-36895/
Siamo proprio messi male.
humilitas

P.S. Mic, ho scaricato il sample gratuito per iPad del libro bergogliano di cui sopra: in effetti, cose scontate; nella prefazione, un entusiastico paragone con Martini.
Inomma, déjà vu (e déjà sentü, come si aggiunge dalle mie parti...)

Amicus ha detto...

La cosa più inquietante è il volto di 'Francesco' in copertina (basta ingrandire un po', per sentirsi quantomeno a disagio...).