Cara Mic, vorrei condividere il tuo ottimismo, ma, purtroppo, non ci riesco. Dopo aver assistito, in silenzio, a questo terrificante Sinodo, non riesco proprio a convincermi che ci siano "pecche" che possano essere sanate. E per me è impossibile fare un passo indietro dall'assolutizzazione della pastorale per il semplice motivo che il Concilio stesso ha assolutizzato la pastorale incominciando a devastare la dottrina. Senza affrontare il tema dei decreti sulla nuova concezione dell'ecumenismo è sufficiente ricordare come cambiando un termine si è cambiato tutto il dogma sulla Chiesa. La Chiesa di Cristo non è più la Chiesa cattolica ma "sussiste" nella Chiesa cattolica. Improvvisamente, grazie a questo geniale cambiamento di termine (geniale per i novatori, ovviamente!) la Chiesa di Cristo la troviamo anche nelle altre confessioni cristiane, o addirittura (seguendo giustamente il ragionamento del "sussiste") nelle altre religioni dove, secondo il Concilio, non possono mancare semi di santità.1
Certo poi ci si arrampica sui vetri per dire che la pienezza della Chiesa di Cristo ce l'ha soltanto la Chiesa cattolica, ma intanto il dado è tratto per una nuova concezione della dogmatica e della morale.
Giustamente si è detto che Kasper è stato pienamente coerente con il Concilio affermando a livello morale lo stesso concetto dei semi di santità che sussistono anche nei conviventi, divorziati risposati e omosessuali. Forse sono l'unico sacerdote diocesano che fa una critica così serrata al Concilio, ma ho una impostazione nettamente aristotelica, cioè io parto sempre dagli effetti per arrivare alle cause e mai il contrario. Ora, sarò un sempliciotto a livello filosofico e concettuale; ma, se dopo il Concilio di Trento negli anni e nei secoli successivi ci sono stati enormi frutti di santità nella Chiesa e nella società, e anche una grande ricrescita delle vocazioni sacerdotali, per me è ovvio che il concilio di Trento è un albero buono. Ma se dopo il Concilio Vaticano II, dopo appena 50 anni, i frutti sono quelli che vediamo (una Sodoma e Gomorra esaltata dalla Chiesa stessa) e il disastro è totale in tutti i campi: teologico, pastorale, morale, vocazionale ecc. ecc. nessuno, soprattutto dopo il Sinodo, mi potrà convincere che il problema principale è riscontrabile in un'esagerata pastorale. In fin dei conti la pastorale che vediamo è esattamente la pastorale voluta dal Concilio, cioè sganciata dalla dottrina della Chiesa.
Giustamente si è detto che Kasper è stato pienamente coerente con il Concilio affermando a livello morale lo stesso concetto dei semi di santità che sussistono anche nei conviventi, divorziati risposati e omosessuali. Forse sono l'unico sacerdote diocesano che fa una critica così serrata al Concilio, ma ho una impostazione nettamente aristotelica, cioè io parto sempre dagli effetti per arrivare alle cause e mai il contrario. Ora, sarò un sempliciotto a livello filosofico e concettuale; ma, se dopo il Concilio di Trento negli anni e nei secoli successivi ci sono stati enormi frutti di santità nella Chiesa e nella società, e anche una grande ricrescita delle vocazioni sacerdotali, per me è ovvio che il concilio di Trento è un albero buono. Ma se dopo il Concilio Vaticano II, dopo appena 50 anni, i frutti sono quelli che vediamo (una Sodoma e Gomorra esaltata dalla Chiesa stessa) e il disastro è totale in tutti i campi: teologico, pastorale, morale, vocazionale ecc. ecc. nessuno, soprattutto dopo il Sinodo, mi potrà convincere che il problema principale è riscontrabile in un'esagerata pastorale. In fin dei conti la pastorale che vediamo è esattamente la pastorale voluta dal Concilio, cioè sganciata dalla dottrina della Chiesa.
Solo che agli inizi degli anni 70 non ci se ne accorgeva molto perché era molto più soft questo approccio, visto che la stragrande maggioranza dei parroci era ancora stata formata secondo il concetto che la pastorale segue sempre la dottrina e non ne può essere disgiunta. Il Sinodo ha fatto esplodere forse leggermente in anticipo quello che i novatori sanno che accadrà e che è evidenziato nell'articolo ricordando il pensiero di Kung [qui] e cioè che lo sforzo che la Chiesa sta facendo, tra alti e bassi, tra tira e molla, tra passi avanti e qualcuno indietro, dal concilio ad oggi è quello di arrivare proprio ad una “Chiesa universale” su base esclusivamente etico-politica che si adatti sempre più alla coscienza morale degli «uomini del nostro tempo». Ma questi semi erano già ben presenti e ben piantati nel Concilio. Ecco, perché ritengo sia impossibile fare dei passi indietro. E' la fonte che è avvelenata.
E' un giudizio durissimo? Sicuramente! Ma visto i frutti del Sinodo non riesco a convincermi altrimenti, a meno che si affermi che il Sinodo è stato solo pervaso da una improvvisa follia collettiva. Faccio notare inoltre che si è messo al voto, anche se camuffato sotto il pretesto di votare una semplice Relatio, la dottrina stessa sull'unicità e sacralità del matrimonio, sui sacramenti stessi, e sulla morale bimillenaria della Chiesa sulla omosessualità, castità e via dicendo. Se avesse superato il quorum dei 2/3 e fosse passata la vergognosa Relatio di Erdo (e di Bergoglio) ci troveremmo di fatto cambiata una intera dottrina attraverso un voto maggioritario. Insomma, una Chiesa che non valuta e giudica più dalla sua Tradizione (dottrina) e tanto meno dal Vangelo, così continuamente sbandierato dai novatori ma in effetti usato solo a livello ideologico e pro domo sua. Ci troviamo chiaramente di fronte a una Chiesa che parte solo e soltanto dalla situazione contingente degli uomini per approvarne ormai ogni aberrazione con la scusa di andare incontro a tutte le porcherie che gli uomini fanno.
E' un giudizio durissimo? Sicuramente! Ma visto i frutti del Sinodo non riesco a convincermi altrimenti, a meno che si affermi che il Sinodo è stato solo pervaso da una improvvisa follia collettiva. Faccio notare inoltre che si è messo al voto, anche se camuffato sotto il pretesto di votare una semplice Relatio, la dottrina stessa sull'unicità e sacralità del matrimonio, sui sacramenti stessi, e sulla morale bimillenaria della Chiesa sulla omosessualità, castità e via dicendo. Se avesse superato il quorum dei 2/3 e fosse passata la vergognosa Relatio di Erdo (e di Bergoglio) ci troveremmo di fatto cambiata una intera dottrina attraverso un voto maggioritario. Insomma, una Chiesa che non valuta e giudica più dalla sua Tradizione (dottrina) e tanto meno dal Vangelo, così continuamente sbandierato dai novatori ma in effetti usato solo a livello ideologico e pro domo sua. Ci troviamo chiaramente di fronte a una Chiesa che parte solo e soltanto dalla situazione contingente degli uomini per approvarne ormai ogni aberrazione con la scusa di andare incontro a tutte le porcherie che gli uomini fanno.
E' la nuova chiesa, ma è la nuova chiesa voluta fortemente dal concilio e qui, mi addolora molto ammetterlo, i novatori sono molto coerenti, perché mettono in pratica esattamente i dettami del concilio. Se solo adesso i frutti marci sono così evidenti e perché c'era bisogno di tempo perché venissero fuori. Come Gnocchi, ma lo avevo già accennato, ora spero in qualche cardinale o vescovo con gli attributi (due o tre Sant'Atanasio, insomma). Ma se mai venissero fuori prima o poi dovranno affrontare anche loro la causa di tutto questo disastro, vale a dire il Concilio, perché una malattia non si cura soltanto combattendo gli effetti, ma occorre arrivare a ciò che li ha provocati e penso che la medicina non potrà essere indolore. Mi rendo conto di essere stato un po' estremista, ma dopo il Sinodo, faccio fatica a ragionare in termini di continuità o eccessi pastorali. sia chiaro Mic, non è assolutamente una critica sul tuo punto di vista. Prendila solo come uno spunto di una ulteriore riflessione sulla nostra amata Chiesa.
Don Marco
31 commenti:
Caro don Marco,
siamo tutti profeti in terra aliena e temo che siano maturi i tempi di una persecuzione anche per noi, dopo quella che subirono altri profeti sotto l'Antica Legge, allorché rimproveravano i Re d'Israele per le loro infedeltà.
Il Suo articolo è lucido, le Sue riflessioni sono ineccepibili. Ma proprio per questo ci danno prova della crisi gravissima in cui versa la Chiesa, perché la voce che da tante parti si leva in difesa dei diritti di Dio e per la salvezza delle anime cadono inascoltate dinanzi all'Autorità, ed anzi suscitano la sua collera.
Non desista, non ceda, non taccia: opportune, importune. E soprattutto non rinunci ad invocare il Padrone della messe affinché ponga fine a questo immane flagello e si degni disperdere i Suoi - e nostri - nemici.
Se, come credo, Ella celebra la Messa cattolica e non cede all'orrido rito conciliare, sono certo che i frutti per la Sua opera d'apostolato in difesa della Verità non mancheranno di mostrarsi copiosi. Né mancherà la Grazia nel momento della tribolazione.
Paratus esto: è tutto scritto.
Nel frattempo ecco un altro vescovo che dice no alla deriva della chiesa di bergoglio
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-37096/
*Quindi va evitata la logica del muro contro muro?*
“Assolutamente sì. Non vuol dire che vanno abbassati i dibattiti, al contrario, vorrei che si alzasse la preoccupazione e l’impegno. E’ questo che mi prefiggo di aiutare anche come Pontificio Consiglio per la Famiglia. Il nostro compito di pastori – direi di tutti, famiglie comprese - è uscire dalle sagrestie e dalle mura delle chiese per andare incontro alle persone in carne ed ossa. Non perdiamo tempo a salvaguardare posizioni astratte. Siamo chiamati alla “salus animarum” più che alla “salus principiorum”. Dobbiamo uscire in strada con il Vangelo e con quella “simpatia immensa” per l’uomo di cui parlava il beato Paolo VI.
Paglia a Vatican insider
"Ci troviamo chiaramente di fronte a una Chiesa che parte solo e soltanto dalla situazione contingente degli uomini per approvarne ormai ogni aberrazione con la scusa di andare incontro a tutte le porcherie che gli uomini fanno".
Una Chiesa… Oui, dont le vrai nom est "secte conciliaire" et qui a désormais tout envahi.
L'Église Catholique ne survit que chez ceux (et celles) qui s'opposent à cette abominable secte. Ils sont bien peu nombreux.
Nel Vaticano II esistono, come certificato da SM Lanzetta, testi compromissori. Testi che lasciano aperte discussioni e non le chiudono. Anzi, sono fatti proprio per non chiuderle. Vi sono testi ambigui. E vi sono testi, infine, in linea con la Tradizione perenne e che sono dogmatici nella misura in cui asseriscono dogmi sempre creduti.
Il Vaticano II è un unicum, perché è l'unico Concilio che non ha definito dottrine! Ed è l'unico Concilio che non ha voluto Insegnare in modo infallibile o definitorio.
E' il Concilio della "scissione" di cui parlavo. Contemplazione Versus Azione "pastorale". Dottrina Versus Prassi.
Ma la mala pianta non è il Concilio. Il Concilio è uno degli effetti di un pragmatismo razionalista già diffuso a vari livelli nella Chiesa. E nel Concilio non è nemmeno emerso tutto. Perché nel Concilio ci sono state alcune dighe che non hanno fatto andare alla deriva la barca. Troppo lunga sarebbe l'analisi, ma i fatti dicono questo.
Certamente ogni ambiguità, ogni novità "pastorale", come in materia di ecumenismo, interreligiosità, libertà religiosa, e "semina verbi" vari, non può non avere un qualche rapporto, per lo meno generico o di ispirazione, sia con il Sinodo/Concilio, che con l'attuale deriva.
Ma, ripeto, nel Concilio non è la causa. Ma l'effetto. Il più grande, da cui sono discesi gli altri.
Se il Concilio permette, come è vero, due letture, entrambe basate sui suoi testi, il problema non è di facile soluzione.
Potrebbe invece essere risolto da un Sillabo e da un pronunciamento Infallibile di un Papa, che fissasse la famosa "ermeneutica" una volta per sempre.
Ed è la richiesta fatta da molti santi uomini, tra cui Mons. Gherardini.
Dunque al Vaticano II andrebbe data una Base Dottrinaria Tradizionale che ora non ha. Avendo attualmente i suoi documenti l'aspetto dichiaratorio ma non definitorio. E l'aspetto generico, quando non compromissorio. Studiando i testi del Concilio si scorgono questi evidenti compromessi, che rendono possibile la lettura di un periodo logico in 2 o 3 modi diversi! Il che significa che è stato abbandonato il linguaggio definitorio in favore di un linguaggio Teologico non Classico, ma critico-storicista. I documenti del Vaticano II sono, alla fin fine, documenti di Teologia Criticista, e ri-aprono temi (come sulla Tradizione Costitutiva, una Verità sempre e ovunque creduta), che in teoria avrebbero dovuto non essere ancora discussi ma al più definitivamente canonizzati!
Continuo a ritenere una forzatura anche abbastanza inguardabile l'associazione di idee tra i "semina verbi" o lo stato di validità del battesimo degli eretici (cosa peraltro sempre affermata da tutti i Padri e il Magistero), parallelamente alla pretesa di trovare "semi di santità" nelle perversioni o nei concubinati!
Ricordo a Don Marco che la strumentalizzazione del P Spadaro sulla ex civiltà Cattolica, è arrivata ad ascrivere a Trento la possibilità delle seconde nozze! Dunque, questa gente non ha paura di spararle su tutte le direzioni
Ma se è questa la lettura più giusta del subsistit, Leonardo Boff aveva ragione contro il cardinale Ratzinger? Il senso teologico forte e tradizionale di subsistere è la continuità nel tempo? L'ipsum esse subsistens vuol dire che l'esse divino persiste nel tempo, e dunque è il tempo, e l'Aquinate è un sorprendente precursore di Heidegger?
On peut couper les cheveux en quatre tant qu'on voudra et diviser Vatican II en ceci et en cela, et encore en ceci et en cela, et encore, et encore, et s'amuser à ce jeu stérile pendant des siècles.
On peut…
Mais ce qu'on ne peut pas nier, c'est que les FRUITS de Vatican II sont des fruits pourris, qui ont tout empoisonné.
D'un fruit pourri il n'y a rien à tirer.
Vatican II est à jeter aux poubelles de l'Histoire.
La base dottrinale tradizionale del CVII se ne andata quando hanno cambiato le carte in tavola, quando i rivoluzionari hanno con l'aiuto e l'appoggio papale messo al bando le relazioni dei vescovi "reazionari" capovolgendo gli esiti del Concilio.
L'intento era la rivoluzione e non la tradizione e Giovanni XXIII e Paolo VI furono accondiscendenti. Pia illusione quella di poter leggere il CVII in chiave tradizionale, altrimenti perchè in 50 anni papi oggi definiti santi non si sarebbero affrettati a togliere ogni dubbio e ogni abuso? Perchè era la novità che si contemplava non la tradizione. Dopo magari qualcuno se n'è pentito, vedendo che non portava un venticello primaverile, ma l'idea era di adeguarsi al mondo, per piacere al mondo, non di ribadire la tradizione. Concordo con don Marco e spero che finalmente molti cattolici specialmente sacerdoti e vescovi inizino a resistere e a "disobbedire" alla falsa chiesa.
I frutti stanno nelle attuali voragini che il bergoglismo sta aprendo grazie alle fessure determinate dalle ambiguità conciliari di fatto applicate come eccezioni assurte a regole. E così la prassi ha oltrepassato la dottrina, di fatto ( il de iure è scomparso se non per soffocare la tradizione) imponendone una nuova e il papa attuale può permettersi di disprezzare la Tradizione e anche la Roma "perenne" e perfino la sua Liturgia. E questo configura una distanza abissale con tutti i precedenti pontificati post-conciliari, che pure alcune derive hanno veicolato (riforma liturgica selvaggia, Assisi e Alleanze parallele con i fratelli maggiori, la riabilitazione di Lutero...). Ma oggi siamo al redde rationem: pentecostalismo gioachimita e disprezzo della ragione e della sana teologia, sociologismo, TdL, liberalizzazione della sodomia, accoglienza del peccato e dell'errore codificata in luogo dell'accoglienza del peccatore (pentito o indotto al pentimento) e dell'errante (corretto e istruito).
Il Sinodo è stata l'occasione per la caduta di molte maschere e per poter riconoscere residui aneliti di fedeltà.
Piuttosto, se questi non si concretizzano in azioni efficaci prima delle purghe già in atto e della predisposizione delle ulteriori mosse manipolatorie, forse il danno potrà essere irreversibile o per lo meno sanabile a ben più caro prezzo.
E dunque, SE NON ORA, QUANDO?
Messaggio del papa Benedetto XVI oggi agli studenti dell'Università Urbaniana L'ho trovata solo in spagnolo:
http://www.infocatolica.com/?t=ic&cod=22285
Carissimo Don Marco, da troppo tempo vado ripetendo che il disastro al quale stiamo assistendo viene da lontano; come Ella dice, ""è la fonte che è avvelenata"", e la fonte si chiama concilio vat.II - Da 50 anni vediamo frutti avvelenati e diciamo che è l'albero che li produce, anche se alcuni continuano a dire che il disastro proviene dagli abusi del post./concilio, mentre il concilio aveva cose buone ( - basta ricordare quel 95xcento buono e 5xcento cattivo) - purtroppo è la fonte di tutto che oggi è inarrestabile, e dice bene Lei che è impossibile fare dei passi indietro, soprattutto perchè il cianuro è penetrato dappertutto.
Tutto il concilio ed il post. è avvelenato, perchè non c'è niente della Dottrina Cattolica, e la sintesi è venuta fuori con questo sinodo che ci dice che il dado è tratto e che ci troviamo ormai di fronte a quella nuova chiesa universale mondializzata tanto voluta dal mondo e non da Dio, voluta da tutti quei papi conciliari, nessuno escluso. Certo, poi se fosse passao quel quorum dei due/terzi ci troveremmo già cambiata l'intera Dottrina Cattolica.
La sintesi è che i danni del veleno sono tutti in quell'albero avvelenato, e dunque dove stavano quei profeti di sventura? mentre c'erano uomini sventurati che già all'inizio avevano in mente di andare oltre Dio per edificare quella nuova chiesa eretica mondializzata.
Nulla è accaduto per caso, ma tutto studiato a tavolino.
Se preguntan muchos hoy dentro y fuera de la Iglesia ¿de verdad la misión sigue siendo algo de actualidad? ¿No sería más apropiado encontrarse en el diálogo entre las religiones y servir junto las causa de la paz en el mundo? La contra-pregunta es: ¿El diálogo puede sustituir a la misión? Hoy muchos, en efecto, son de la idea de que las religiones deberían respetarse y, en el diálogo entre ellos, hacerse una fuerza común de paz. En este modo de pensar, la mayoría de las veces se presupone que las distintas religiones sean una variante de una única y misma realidad, que ‘religión’ sea un género común que asume formas diferentes según las diferentes culturas, pero que expresa una misma realidad. La cuestión de la verdad, esa que en un principio movió a los cristianos más que a nadie, viene puesta entre paréntesis. Se presupone que la auténtica verdad de Dios, en un último análisis es alcanzable y que en su mayoría se pueda hacer presente lo que no se puede explicar con las palabras y la variedad de los símbolos. Esta renuncia a la verdad parece real y útil para la paz entre las religiones del mundo. Y aún así sigue siendo letal para la fe. (Benedetto XVI agli studenti)
Più chiaro, impossibile. E adesso, Jorge?
OT. A ceux qui s'intéressent au message de Fátima et lisent l'espagnol je recommande vivement le commentaire du Père Basilio Méramo publié ce matin sur "Radio Cristiandad" :
http://radiocristiandad.wordpress.com/2014/10/23/p-basilio-meramo-una-vision-trasnochada-de-fatima/
Caro sig. Baronio la ringrazio e le assicuro che non sono un sacerdote che cede facilmente. E soprattutto non sono uno che tace facilmente. Più volte, soprattutto in queste ultime settimane, nelle omelie mi sono espresso chiaramente sulla situazione disastrosa della Chiesa. ho letto in un'omelia l'articolo 2357 del Catechismo dove dice espressamente che "Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati". E ho concluso dicendo che i Padri sinodali possono inventarsi tutte le porcherie che vogliono ma fino a quando non aboliscono il catechismo in vigore, la dottrina della Chiesa sulla omosessualità e ben sintetizzata da questo articolo rimane pienamente in vigore. Certamente, secondo l'insegnamento di Gesù che dice di "essere prudenti come serpenti e semplici come colombe" agisco anche di conseguenza, ma non è più il momento di nascondersi. I tempi non lo permettono. Occorre urlare la verità e avere anche questo coraggio. D'altro canto molte persone mi hanno detto di continuare così nelle omelie perché aiuto molti a fare una vera chiarezza interiore. Insomma, il coraggio non mi manca e poi sono sereno perché confido molto nella Provvidenza e in questa lotta mi sono affidato totalmente a Lui e alla sua Dolcissima Madre. Quindi, che cosa devo temere se Gesù stesso , in un brano letto nella festa di Sant'Ignazio di Antiochia, ci dice: "non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui". (continua)
Rispondo anche a Stefano 78 dicendo che sono pienamente d'accordo con lui sulla strumentalizzazione fatta da P. Spadaro sul Concilio di Trento che approverebbe le seconde nozze. La menzogna è palese ed è fondata sia sull'ignoranza di P. Spadaro, che evidentemente conosce pochissimo la storia del Concilio di Trento, e sia sulla malafede (come diceva Goebbles, ministro della Propaganda del Reich, "Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità"). Cos'era successo al Concilio di Trento? Semplicemente questo. Gli ambasciatori veneziani, visto che i loro possedimenti erano abitati dai Greci, avevano chiesto al Concilio di rinunciare alla condanna mediante un canone con scomunica della prassi greca del divorzio per causa di adulterio, e questo perché una scomunica diretta avrebbe portato sicuramente a un disturbo dell'ordine pubblico, in quei possedimenti. La prima versione del canone 7 messo in discussione dagli ambasciatori recitava testualmente: "Chiunque dica che il matrimonio è infranto per dall'adulterio di uno dei due coniugi, e che ad ognuno dei due o almeno a quello innocente, che non ha dato motivo all'adulterio sia lecito contrarre un nuovo matrimonio; e inoltre che quello (sposo) che dopo la separazione dall'adultera sposi un'altra, e quella (sposa) che dopo la separazione dall'adultero sposi un altro, non commette peccato di lussuria,sia anatema. La petizione degli ambasciatori fu accolta (infatti chiedevano solo una formula che evitasse la scomunica diretta, non la revisione del concetto di indissolubilità). Ma affinchè fosse ancora più chiaro il concetto di indissolubilità del matrimonio come sacramento nella nuova e definitiva formula fu accolta anche l'aggiunta voluta dal cardinale di Guisa (secondo le Scritture). Ecco la nuova e definitiva formula approvata al Concilio di Trento canone 7: "Se qualcuno dirà che la Chiesa sbaglia quando ha insegnato ed insegna che secondo la dottrina evangelica ed apostolica non si può sciogliere il vincolo del matrimonio per l’adulterio di uno dei coniugi, e che l’uno e l’altro (perfino l’innocente, che non ha dato motivo all'adulterio) non possono, mentre vive l’altro coniuge, contrarre un altro matrimonio, e che, quindi, commette adulterio colui che, lasciata l’adultera, ne sposi un’altra, e colei che, scacciato l’adultero, si sposi con un altro, sia anatema". Dove il concilio afferma la possibilità delle seconde nozze solo uno in malafede con P. Spadaro può vederlo e affermarlo. Ma si sa la menzogna ripetuta soprattutto a dei cristiani a digiuno completo di dottrina e ansiosi di veder giustificati i propri peccati dalla Chiesa, diventa limpida verità!! Don Marco
Rimango anch'io molto perplesso di fronte a pronunciamenti di eminenti prelati che, prima, durante e dopo il Sinodo hanno completamente abbandonato la nozione cattolica di peccato e della pericolosità di situazioni peccaminose permanenti. Tuttavia non condivido l'acredine e l'oltraggio a chi è posto nella Chiesa come pastore facente le veci di Cristo stesso. Mi schiero dalla parte di mons. Lefebvre che in una conferenza a Venezia ribadì più volte che le sue critiche al Concilio non volevano essere in alcun modo un' offesa al Papa o al card. Cè Patriarca di Venezia, bensì un apporto al bene della Chiesa. Come pure Romano Amerio nel suo "Jota unum" non ha mai una parola di troppo per accusare direttamente il Papa o un vescovo, ma solo gli errori a loro imputabili. Anche nel più diretto "Stat veritas", in cui Amerio contesta punto per punto le affermazioni della lettera apostolica "Tertio millennio adveniente", non ne cita mai direttamente l'autore.
In una situazione così drammatica come l'attuale, mi piacerebbe che coloro che stanno dalla parte della Tradizione non perdessero mai la coerenza con ciò che la Chiesa ha sempre insegnato, cioè che l'autorità va rispettata. Può essere criticata, osteggiata, disobbedita, ignorata, ma non oltraggiata, perché così si oltraggerebbe la Chiesa stessa, che è come una famiglia, in cui la figura del padre va sempre rispettata.
Penso a momenti altrettanto drammatici come quello del grande scisma d'occidente, quando di papi ce n'erano tre. Eppure la Chiesa ha superato anche quei drammi. I santi ci furono anche allora e S. Caterina non rinunciò a richiamare il Papa a ritornare a Roma. Ma sempre con carità, come quando scrisse al successore Urbano VI: «Al nome di Gesù Crocifisso e di Maria dolce.
Santissimo e dolcissimo Padre in Cristo dolce Gesù.
Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue Suo; con desiderio di vedervi fondato in vero lume, acciocché, illuminato l’occhio dell’intelletto vostro, potiate cognoscere e vedere la verità; che, cognoscendola, l’amerete; amandola, rileceranno in voi le virtù.»
Che Santa Caterina illumini il Papa e tutti noi.
nel post indirizzato a don Marco e don Gianluigi, intendevo scrivere "redazione di MIC " e non di MIL
Anonimo ha detto...
nel post indirizzato a don Marco e don Gianluigi, intendevo scrivere "redazione di MIC " e non di MIL
23 ottobre 2014 14:52
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Come immaginavo avete censurato il post indirizzatyo a don Marco e don Gianluigi, bene...ricondatevi che ne risponderete dinanzi al Signore, a me non può interessarmi più di tanto.
Come immaginavo avete censurato il post indirizzatyo a don Marco e don Gianluigi, bene...ricondatevi che ne risponderete dinanzi al Signore, a me non può interessarmi più di tanto.
Tutti risponderemo al Signore di tutto. Non penso che ci chiederà conto di averla censurata, anche perché sia don Marco che don Gianluigi conoscono l'esistenza e i meriti della FSSPX, senza che le si debba fare pubblicità alcuna...
Non è questione di farsi pubblicità, se solo foste "onesti" pubblichereste
il mio post e se avreste gli "attributi" e il "coraggio" di non tenere celata la Verità a due anime consacrate al Signore gli rendereste cosa grata!
O forse siete i soliti filo giudaici-massonici, che avete scelto per padre il demonio!
dpn Gianluigi ha senz'altro ragione ,rifuggiamo dall'insulto verso l'autorità e aggiungo non solo , ma verso tutti .Però l'insulto dettato dall'esasperazione è il fuscello in confronto alla trave dello scandalo propinato da certe autorità . Ho visto un pezzetto do Ballarò ,se non ci fosse stato l'ateo Ferrara il Vescovo Mogavero avrebbe "affabulato " indisturbato , raggiungendo milioni di persone .Ricordiamo che questo atteggiamento dell'autorità (finora non fustigato dal Papa , anzi , gli indizi sono in direzione del suo compiacimento ) mette in grave rischio molte anime , e compromette anche i poveri sforzi di noi fedeli senza alcuna autorità che ci sforziamo (con vero affetto e tenerezza , oserei dire )di tenere o ricondurre persone care alla retta via . Come non essere esasperati ?
Direi che i giorni successivi al Sinodo stanno dimostrando che l'ottimismo per il presunto "scampato pericolo" era eccessivo e l'euforia decisamente mal riposta. Più che di una mezza vittoria si è trattato di una quasi sconfitta della ormai piccola Chiesa di sempre che è in completa balia del gigantesco rullo compressore dei Normalisti Progressisti & Co. che dispongono di tutto il Potere e del tempo necessario per sistemare a loro modo le cose.
In ogni caso si tratta di una sconfitta intera dal punto di vista mediatico (che è quello che poi orwellianamente pesa e conta). I "tradizionalisti" oramai sono i nuovi cattivi, i nuovi mostri, gli unici rimasti tra tanti buoni e buonissimi, a cui dare caccia senza quartiere.
Miles
Non è questione di farsi pubblicità, se solo foste "onesti" pubblichereste
il mio post e se avreste gli "attributi" e il "coraggio" di non tenere celata la Verità a due anime consacrate al Signore gli rendereste cosa grata!
O forse siete i soliti filo giudaici-massonici, che avete scelto per padre il demonio!
L'ho pubblicato, nonostante andasse ignorato; ma almeno ci si rende conto di quanto fanatismo ci sia in giro.
Anonimo del cavolo, glielo dico una volta per tutte.
E' proprio chi usa un linguaggio come questo e proclami come i suoi che fa passare questo blog per quello che non è.
Ho perso già troppo tempo a risponderle il perché non avevo pubblicato il suo proclama con l'invito ai due sacerdoti a passare alla FSSPX, che le due "anime consacrate" non mancano certo di conoscere e sono già in grado di valutare secondo la loro coscienza e non in base ad un proclama su un blog. O no?
Ha ragione Mic. Conosco da tempo la Fraternità e apprezzo la serietà, il coraggio (non hanno la sicurezza economica degli altri gruppi religiosi) e il servizio alla verità che svolge, tuttavia sono convinto che sia altrettanto importante il ministero parrocchiale nelle diocesi. Un parroco può coinvolgere nella pastorale verso tutti tante persone che, se anche non condividono tutto (impostazione liturgica, catechetica, morale) sono però aiutati a andare oltre i pregiudizi imperanti. E vi assicuro che si trovano tante soddisfazioni. Non condivido, invece, i toni eccessivi sia che provengano da tradizionalisti, sia che vengano da novatori e per questo ammiro Mic, che immagino con quale fatica debba vagliare tutto.
@Rev. Don Marco: "Se avesse superato il quorum dei 2/3 e fosse passata la vergognosa Relatio di Erdo (e di Bergoglio) ci troveremmo di fatto cambiata una intera dottrina attraverso un voto maggioritario". Beh, pur concordando sulla oggettiva gravità della situazione ipotizzata (in realtà la situazione è ugualmente grave, anche se la relatio non ha avuto i 2/3), direi che questa affermazione non è corretta. Primo,"dimentica" che la votazione avviene sulla Relatio finale (dopo che i circoli minori hanno discusso e proposto emendamenti) e non su quella "Erdo" (o meglio, Forte); Secondo, non è neppur vero che, SE anche fossero davvero giunti in votazione quei paragrafi scandalosi (che,invece,sono caduti prima di qualunque votazione), una eventuale approvazione degli stessi a maggioranza qualificata avrebbe, ipso iure,"modificato la Dottrina". Sarebbe stato inverecondo, gravissimo,che un Sinodo approvasse in via consultiva una cosa del genere, ma ciò non avrebbe certo abrogato o sospeso il Catechismo della Chiesa Cattolica,ovviamente.Questo,Lei, reverendo, lo deve aver certamente chiaro. Per il resto, concordo con Lei.Sia lodato Gesù Cristo.
@ilfocohadaardere
A dire il vero io non ho mai parlato di cambiamento della dottrina "de jure" ma "de facto" un cambiamento che la Chiesa post-conciliare ha più volte effettuato. Ricordo ancora, per esempio, il famoso "subsistit" che ha cancellato di fatto addirittura un dogma cioè che "fuori dalla Chiesa (ovviamente prima del concilio si intendeva solo quella cattolica) non c'è salvezza". Con quel subsistit si inizia timidamente ad affermare che anche le altre chiese o comunità cristiane non cattoliche possiedono semi di santità (affermazione assolutamente inaudita prima del Concilio) per arrivare poi chiaramente nel Decreto sull'Ecumenismo del 1964 ad affermare chiaramente, contro il dogma, a riguardo delle chiese separate che " Lo Spirito di Cristo infatti non ricusa di servirsi di esse come di strumenti di salvezza, la cui forza deriva dalla stessa pienezza della grazia e della verità, che è stata affidata alla Chiesa cattolica". Qui il dogma è stato completamente stravolto e vorrei sapere oggi quale teologo cattolico affermerebbe mai che fuori dalla Chiesa cattolica non c'è salvezza. Al massimo per concedere un contentino affermerebbe che fuori dalla Chiesa di Cristo (alla quale appartengono tutte le chiese cristiane - oggi addirittura forse anche altre religioni -) non c'è salvezza. E ci sarebbero altri esempi. Ma veniamo alle mie affermazioni. Quello che ho ben chiaro è che la maggioranza dei cardinali e vescovi intende proprio cambiare la dottrina su alcuni aspetti della morale e prima o poi ci riuscirà (visto che probabilmente nel frattempo Bergoglio avrà allontanato qualche vescovo e cardinale ostile alle riforme (!) ). Se fosse passata la Relatio di Erdo o Forte (lasciamo perdere i vari passaggi e ciò che è poi avvenuto) ma è ovvio che le porte si spalancavano per un netto cambiamento della morale sessuale e della dottrina bimillenaria sul matrimonio. D’altra parte è un semplice principio di non contraddizione. Non posso affermare, come afferma il catechismo, che le relazioni omosessuali sono gravi depravazioni e sono contrari alla legge naturale e nello stesso tempo affermare che Le persone omosessuali hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana e vanno accolti così come sono secondo la loro natura. Che cosa dovrei dire ad un omosessuale? Tu, come omosessuale, hai delle doti fantastiche da offrire alla Chiesa, ma ricordati che sei un depravato e che i tuoi eventuali atti sessuali, secondo la Chiesa, sono contrari alla natura? Suvvia, è ovvio che il cambiamento dottrinale è radicale. D’altra parte sig. ilfocohadaardere, questo è proprio il metodo dei modernisti e novatori. Quante volte hanno detto e ripetuto che “la dottrina non si tocca ma la pastorale (e morale) è un’altra cosa”. Insomma, ormai mi sembra molto chiaro il trucco. Sono troppo furbi per cambiare giuridicamente aspetti della dottrina della Chiesa. Loro sanno benissimo una cosa fondamentale che noi facciamo ancora fatica ad accettare, e cioè che se si stacca la pastorale, la prassi, dalla dottrina poco per volta è la stessa prassi che diventa dottrina e verità. Si vada a vedere su internet l’intervento di Mons. Mogavero contestato poi da un ateo come Ferrara. Vada a sentirsi tutte le sue perle e poi mi dice se non sta cambiando la dottrina. Lo stesso giornale di Ferrara “Il Foglio” ha introdotto l’articolo su quell’intervento con questo titolo “Basta ipocrisie: Mogavero usa le parole di un attivista lgbt, non di un vescovo cattolico”. Glielo assicuro sig. sig. ilfocohadaardere non c’è bisogno di toccare il Catechismo per cambiare la dottrina e questo, purtroppo, mi è molto, fin troppo, chiaro. Don Marco
Rev. Don Marco, effettivamente, gliene devo dare atto, aveva precisato il "di fatto"! Condivido con lei (e credo con tutti, qui) che oggi è sotto gli occhi di chiunque VOGLIA vedere che è in atto il sofisma del "la dottrina non si tocca, cambia la pastorale, la prassi" che, di fatto,può disapplicare e disapplica la vera, unica dottrina VIGENTE. Però, il 2de jure", don Marco, vale ancora, rileva ancora, ha la sua sostanza, per noi, oppure no? Qui si arriva perfettamente al discorso che Radaelli fa nell'articolo or ora pubblicato da Mic, ossia circa l'esigenza (per me c'è, e per Radaelli pure; per altri, che lui chiama "sedevacantisti", no) di distinguere tra le "eresie" in senso lato (di fatto, riguardanti prassi, o discorsi e "pronunce" papali non impegnative della sua sfera di infallibilità) e quelle in senso formale, che invece non sono neppure ipotizzabili a carico del vero papa regnante,per le note promesse di indefettibilità fatte da Cristo, e per il dogma solennizzato nel vaticano I. questa differenza tra comportamento "eretizzante", "de facto", ed eresia formale e manifesta, ha ancora una rilevanza, credo. Faccio un esempio ulteriore, per seguire il suo discorso.I discorsi eretici che fa il tristissimo Mogavero (o Forte, o Kasper),dovrebbero ricevere a parer mio, una formale notifica dal Papa o dalla C.D.F., in cui si invita a ritrattare ed a confermare la sequela della vera Dottrina.In mancanza, la scomunica. Non dico per ridere.Io vorrei questo, dalla Chiesa. Ma questo approccio giuridico,di fatto disapplicato, sol per questo non ha più alcun valore, per lo meno formalmente, ed in potenza?Per me lo ha. Così come le giuste distinzioni formali.Altrimenti è come dire:vista l'emergenza,insieme a Concilio Vaticano II, buttiamo via anche il primo (di Conc.Vaticano) e tutto lo statuto giuridico dogmatico della Chiesa. Tutti "eretici", non importa se di fatto, e non di diritto.Pur rimasto privo,da fedele laico, della sua risposta propria della nostra "fraternità in Cristo", le rinnovo il mio "Sia lodato Gesù Cristo". Buone cose, rev. Don Marco.
@ilfocohadaardere
Lei ha centrato in pieno il problema. Di fatto sono le stesse gerarchie, è lo stesso Papa che disattendono l'osservanza della dottrina e delle regole, della vera Dottrina, in poche parole. Certo che il de jure PER NOI ha ancora la sua sostanza. Il problema, come ho già accennato nel precedente intervento, è che PER LORO, non ha assolutamente importanza, anzi lo stesso Francesco ha detto chiaramente nelle sue prediche a Santa Marta che sono ostacoli e pesi che i buoni pastori (secondo lui) non devono più caricare sulle spalle dei fedeli. Tradotto dal suo politichese significa semplicemente una cosa, che Bergoglio e l'intera gerarchia della Chiesa hanno legittimato la separazione netta tra Dottrina e prassi. Una cosa è la Dottrina e un'altra è la prassi. La Dottrina rimane sulla carta (bella, da imparare, se si vuole, a catechismo) ma la prassi deve stare dietro ai cambiamenti sociali e morali dell'uomo di oggi. Dottrina e prassi stridono? E chi se ne frega (scusi l'espressione) l'importante, per la Chiesa di oggi è inchinarsi alla mentalità dominante e globalizzante, se no come può questa chiesa diventare un giorno la "Chiesa Universale" dell'Umanità (con la u maiuscola, perché l'Umanità è la nuova divinità, il nuovo vitello d'oro da adorare al posto di Dio) su base esclusivamente etico-politica? Perché vede sig. ilfocohadaardere qui si vuole costruire una Nuova Chiesa che abbia nulla o poco a che fare con quella bi-millenaria di Cristo. Ecco perchè PER LORO è importante accelerare sulla prassi e farla diventare verità da credere. Ecco perché tutte quelle distinzioni tra eresia formale o sostanziale e varie distinzioni giuridiche hanno un valore preciso solo PER NOI, ma non PER LORO (mi scuso della ripetizione della maiuscola ma mi serve per evidenziare due opposti approcci alla Verità). Non siamo noi, caro ilfocohadaardere, che buttiamo a mare tutto, ma loro di sicuro sì e non se ne fanno ormai neppure più un problema di coscienza. E' per questo motivo che la Chiesa oggi è così in crisi ed è in grave sofferenza. Confidiamo, però sempre in Dio, che nella lotta dona sempre le armi giuste a chi gli vuole rimanere fedele, nella certezza che le porte degli inferi non prevarranno mai. Mi scuso per non aver risposto al saluto della nostra "fraternità in Cristo" (il fatto è che non sono abituato per scritto, mi viene spontaneo farlo subito quando mi è rivolto a voce) ma rimedio subito: "Sempre sia lodato". La saluto e la benedico. Sursum corda!!! Don Marco
Grazie, Don Marco! Il Signore la benedica e la protegga "in proelio", per intercessione di Maria Vergine, che sta arruolando i suoi Apostoli degli ultimi tempi (San Luigi G. De Montfort)....
“Nessuno che sia schiavo di desideri e di passioni carnali è degno di avvicinarsi o di presentarsi o di offrire sacrifici a te, Re della gloria”.
(Preghiera offertoriale tratta dalla Divina Liturgia di san Giovanni Crisostomo).
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